8. Realizzazione di prototipi di endoscopi
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8. Realizzazione di prototipi di endoscopi
8. Realizzazione di prototipi di endoscopi 8.1 Introduzione In parallelo al lavoro di analisi e sintesi riportato nel capitolo 6, sono stati realizzati vari prototipi per verificare la fattibilità pratica di una locomozione indotta da azioni dinamiche di tipo armonico. Nella pratica industriale sono frequenti dispositivi in cui si ottiene lo spostamento di prodotti inerti in granuli mediante azioni dinamiche impresse al materiale da movimenti ciclici, di piccola ampiezza, della struttura di supporto. A questa classe di sistemi appartengono i trasportatori a scosse ed i vagli, di largo impiego nell’industrie chimiche e petrolchimiche. La vibrazione del vaglio o del nastro di trasporto viene realizzata mediante un opportuno meccanismo o attraverso l’impiego di sistemi capaci di generare forze d’inerzia alternate in una direzione predefinita. Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi 8.2 Generatori di vibrazioni Per arrivare allo scopo si sono investigate le possibili strade per generare vibrazioni. I modi per indurre vibrazioni sono molti e di origini molto varie. E’ vero però che, nella pratica della progettazione meccanica, le vibrazioni sono viste come un effetto collaterale non desiderato, quindi è dalle cause che generano le vibrazioni stesse che si deve partire. La fonte principale di vibrazioni sono le masse in moto. Infatti ad un qualsiasi moto ciclico di un organo meccanico dotato di massa è associata una forza d’inerzia variabile nel tempo. Normalmente vengono presi tutti gli accorgimenti per ridurre questi effetti: uso di masse bilancianti, inserimento di masse controrotanti, uso di smorzatori e così via. Nel caso in cui le frequenze delle azioni d’inerzia siano in sintonia con qualcuna delle frequenze proprie strutturali del sistema si ha un’esaltazione dell’ampiezza di vibrazione e dei disturbi conseguenti, con effetti che talvolta possono portare alla rottura di un componente o al collasso dell’intero sistema. Questo effetto può comunque essere anche buono, in quanto in risonanza è possibile ottenere effetti elevati con forze molto ridotte, nei casi in cui gli smorzamenti siano trascurabili. L’idea di utilizzare azioni armoniche per generare movimenti in un dispositivo endoscopico sarebbe estremamente attraente se non urtasse contro il principio che un sistema isolato non può generare delle azioni auto propulsive se non interagisce con il mondo esterno. Nel caso di un piccolo dispositivo le azioni d’inerzia generate all’interno non possono produrre movimento se non si riesce a differenziare le resistenze nel moto di avanzamento e nel moto di arretramento. Si rimanda per questo a quanto esposto nel capitolo 6. Nella sperimentazione compiuta si è inizialmente allentato il vincolo dimensionale. In altre parole, volendo dimostrare la fattibilità di un dispositivo semovente, si è scelto di lasciare le soluzione dei problemi relativi alla miniaturizzazione ed integrazione dei vari componenti ad uno studio successivo e puntare preliminarmente sulla realizzazione dei prototipi in scala leggermente maggiore del dispositivo da sperimentare clinicamente. 8.2 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi I sistemi realizzati sono simili in forma e struttura. Possiedono un generatore di forze armoniche costituito da una massa eccentrica rotante, un pattino la cui conformazione produce resistenza all’avanzamento molto dissimile nei due sensi di marcia ed una fonte energetica costituita da batterie. Come si è detto l’obbiettivo di questa fase preliminare della ricerca era dimostrare la possibilità di ottenere la locomozione attraverso un’eccitazione armonica prodotta all’interno del sistema. Sin dalla fase iniziale, si è scelto realizzare prototipi più piccoli possibile dato l’obbiettivo finale di poter camminare dentro il tubo digerente. Inoltre la necessità di realizzare un numero molto limitato di prototipi, non essendo previsto il passaggio alla produzione in serie, ha imposto l’uso di dispositivi di commercio. In questa direzione sono stati trovati alcuni interessanti prodotti. In particolare, per le esigenze di miniaturizzazione e massa ridotta, sono stati utilizzati componenti usati nei telefoni cellulari per generare vibrazioni. Si tratta di micromotori in corrente continua. L’alimentazione di progetto è di 3,6 volt e la potenza assorbita varia dai 40 agli 80 mAh a seconda dei modelli. Le vibrazioni sono dovute alla presenza di una massa eccentrica, posta in rotazione dal motore stesso. In figura 8.1 è mostrato il tipo con massa eccentrica esterna calettata sull’alberino. In figura 8.2 invece è mostrato il motore con rotore eccentrico. Fig. 8.1 8.3 Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi Fig. 8.2 8.3 Il primo prototipo Data la mancanza di riferimenti bibliografici, si è pensato di iniziare provando la fattibilità di un moto su un piano. Il primo prototipo realizzato è estremamente semplice e volto esclusivamente a provare il principio di funzionamento. Si tratta di un pattino asimmetrico su cui sono montati le batterie e i due motori controrotanti, sui cui alberini sono montate delle masse eccentriche. Per quanto riguarda il pattino la geometria scelta risponde all’esigenza di produrre un impuntamento nel moto retrogrado del dispositivo. Nel prototipo finale la geometria grossolana qui adottata dovrà lasciare il posto ad una microlavorazione. Il pattino inferiore è stato realizzato con materiale gommoso e la struttura in acciaio. L’ingombro di questo prototipo è 70x25x30 mm ed il peso complessivo batterie incluse di 70 grammi. Si sono usate batterie nichel cadmio da 90 mAh. L’autonomia del dispositivo in moto continuativo è pari a 70 8.4 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi minuti circa. Il passo della dentatura del pattino è stato posto pari a 11 mm e la profondità delle gole pari a 4 mm. I risultati ottenuti sono stati apprezzabili: questo prototipo si è dimostrato in grado di avanzare su una superficie piana con una velocità di circa 11 mm/sec. imωe2 Im Motori iω Batterie Ie Fig. 8.3 Poiché il pattino asimmetrico è stato realizzato per incisione manuale della gomma e durante disposizione dei componenti sul supporto non si proceduto ad una accurato bilanciamento delle masse in modo da far coincidere il baricentro geometrico con quello di massa, il prototipo nel suo avanzamento mostrava un’andatura non perfettamente rettilinea. Ma questo era ampiamente previsto. Inoltre un ruolo importante per ottenere il massimo avanzamento possibile è dato dalla opportuna regolazione della fase tra le forze generate dalle 8.5 Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi due masse eccentriche. Nei prototipi realizzati non si è implementato nessun sistema per il controllo di quest’ultima. 8.4 Secondo prototipo Dopo aver verificato la fattibilità del moto su un piano si è proceduto in modo analogo alla realizzazione di un prototipo in grado di avanzare in un tubo rettilineo. Anche in questo caso si è cercato di verificare semplicemente la fattibilità di massima. Quindi sono stati usati componenti commerciali. Tenendo conto comunque della necessità di realizzare un prototipo con diametro minore possibile, si è scelto di utilizzare i micro-motori mostrati in figura 8.2. Si tratta motori in corrente continua con rotore eccentrico e magnete permanente toroidale. Le dimensioni esterne sono: diametro 14 mm e spessore 4 mm. Il peso di ciascuno motore è di circa 3 grammi. Fig. 8.4 I motori usati per la realizzazione del prototipo precedente, anche di volume e massa molto ridotti, sono stati scartati per il loro ingombro 8.6 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi assiale (lunghezza 20 mm), poiché, in un eventuale prototipo tubolare, si sarebbero dovuti montare in direzione perpendicolare all’asse di avanzamento per ottenere l’eccitazione nella direzione voluta, ciò avrebbe portato il diametro interno minimo a 24,4 mm. Invece con i motori scelti è stato possibile realizzare un corpo cavo di diametro pari a 18,6 mm. In figura 8.4, sulla sinistra è mostrata la sezione trasversale minima considerando l’uso dei motori con rotore eccentrico, invece a destra è riportata la versione con motori e masse eccentriche applicate. Come mostra la figura con l’uso di questo tipo di motori si possono risparmiare circa 6 mm di diametro. Fig. 8.5 Nella figura 8.5 è riportata una sezione trasversale del primo prototipo tubolare. Il corpo cilindrico, realizzato in PVC, è stato scanalato al tornio con passo dei denti di 8 mm e profondità pari a 2 mm. Anche questo prototipo una volta realizzato è stato in grado di 8.7 Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi avanzare in un tubo di 40 mm di diametro. Per raggiungere questo risultato è stato necessario bilanciare assialmente le masse. Infatti il dispositivo realizzato non era dotato di elettronica e di sistemi di visione e quindi la grande parte della massa risultava concentrata nella parte posteriore. In questa zona si sono alloggiate le batterie, in questo caso tre elementi da 1,2 volt di tipo Nichel-Metalidrato, collegati in serie, da 120 mAh di potenza. La massa complessiva del gruppo batterie è circa 35 grammi. I motori posti nella zona anteriore, supportati su una sottile lamina di policarbonato, arrivano complessivamente a circa 11 grammi. L’evidente sbilancio di masse non consentiva al prototipo di avanzare. Questo è stato ovviato applicando una massa aggiuntiva di circa 20 grammi, nella zona anteriore, come mostrato in figura 8.6. La velocità di avanzamento misurata è stata circa 6 mm/sec. Il tubo usato per le prove di avanzamento è fatto di polietilene e la superficie interna è stata mantenuta asciutta. Fig. 8.6 8.5 Terzo prototipo 8.8 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi Dopo aver realizzato i due precedenti dispositivi, ci si è posti l’obbiettivo di progettare un prototipo tubolare di diametro ancora inferiore e di potenza superiore. Per raggiungere questo scopo si sono cercate altre possibili fonti di vibrazioni poiché i motori con massa eccentrica sin qui utilizzati sono certamente estremamente sofisticati e miniaturizzati ma hanno due limiti: primo, gran parte della massa è dedicata ad elementi che non generano forza d’inerzia (per esempio: carcassa, rotore simmetrico, alberino, magneti permanenti e così via); secondo, la forza d’inerzia generata da una massa eccentrica rotante, ha una componente orizzontale sinusoidale, ma ha anche una componente verticale ad essa complementare che non produce alcun effetto propulsivo. Fig. 8.7 Per poter superare entrambi i limiti sopra esposti si è pensato di usare un elettromagnete del tipo mostrato in figura 8.7. In particolare la parte in blu è formata dalla carcassa, su cui sono montati la boccola di guida della parte mobile ed il magnete permanente toroidale. La parte disegnata in rosso è costituita dall’albero su cui è calettato il supporto della bobina alle estremità del quale sono avvolte le spire. Con un dispositivo così fatto, eccitando 8.9 Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi con una tensione modulata in frequenza la bobina è possibile far oscillare la parte mobile. Con questo tipo di soluzione è possibile ovviare entrambi i limiti precedentemente riscontrati: primo, tutta la forza d’inerzia generata è diretta assialmente; secondo, la massa della parte mobile può essere anche notevolmente superiore rispetto a quella dello statore. In commercio sono disponibili molti tipi di solenoidi miniaturizzati, quindi anche in questo caso si è scelto di utilizzare componentistica industriale. Nella figura seguente è riportato uno schema di massima del prototipo realizzato con l’uso di un solenoide. Fig. 8.8 8.10 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi Per poter usare un solenoide come generatore di vibrazioni è necessario disporre di una tensione alternata intorno ai 20 volt. Poiché si è sempre posto l’obbiettivo di realizzare un dispositivo autonomo, la potenza elettrica è sempre fornita da batterie. Pensando di poter inserire all’interno del dispositivo quattro batterie, si ha a disposizione una tensione continua pari a 4,8 volt. Per quanto riguarda la generazione di una tensione alternata, non vi sono problemi poiché esistono in commercio vari integrati, di dimensioni estremamente ridotte, in grado di compiere questo compito. Per portare la tensione da 4,8 a 20 volt si è scelto l’integrato LA16-27, anche esso di ridotte dimensioni, che amplifica di 4 volte una tensione continua, portando così la tensione delle batterie a 19,2 volt. Il dispositivo progettato, considerando l’uso di un elettromagnete di commercio di 9 mm di diametro, ha un diametro esterno di 13 mm ed una lunghezza complessiva di 20 mm. Ma è stato realizzato un prototipo basato su un elettromagnete in scala maggiore con un diametro esterno di 20 mm. Il dispositivo realizzato è allo stato alimentato dall’esterno tramite cavi elettrici. Nella figura seguente sono mostrati i dettagli del solenoide utilizzato per la realizzazione del suddetto prototipo. Fig. 8.9 8.6 Disegni costruttivi dei com ponenti dei prototipi 8.11 Capitolo 8 - Realizzazione di prototipi di endoscopi In questo paragrafo sono riportate alcune tavole. In particolare, per realizzare i prototipi è stato necessario progettare le strutture portanti. Tavola 1: Prototipo per moto su piano, struttura portante Realizzata da una piastra d’acciaio da 1 mm di spessore. La superficie d’attrito è realizzata in gomma Tavola 2: Prototipo per moto in un tubo, struttura portante Realizzata in PVC. Tavola 3: Prototipo per moto in un tubo, struttura portante Realizzata in PVC. Tavola 1 8.12 Tesi di Dottorato di Luigi Gerovasi Tavola 2 Tavola 3 8.13