autismo, una casa per vivere
Transcript
autismo, una casa per vivere
AUTISMO, UNA CASA PER VIVERE Dr. Marco de Caris (Psicologo, psicoterapeuta, Responsabile Residenza Protetta e Centro Multifunzionale “Oikos una casa per vivere”, Roma) Il rapporto tra professionisti e genitori di persone autistiche ha subito negli ultimi anni dei cambiamenti radicali. Dalle prime teorizzazioni sull’autismo che davano ai genitori, e alla madre in special modo la responsabilità della patologia del bambino, fino ad oggi in cui i genitori sono i principali collaboratori dei professionisti dell’autismo. Ma che succede quando i bambini diventano adulti, non vanno più a scuola e i genitori non sono più in grado di prendersi cura di loro, per avanzamento di età o malattia? La realtà italiana è piuttosto varia, ma per quasi tutte le regioni la risposta è l’istituto. Qui sicuramente l’aspetto sanitario e di salute fisica, dove più e dove meno, è tenuto sotto controllo, ma quale qualità della vita si prospetta ad un uomo o una donna fra i venticinque e i quaranta anni che vive in una stanza ventiquattro ore al giorno, spesso avendo come unica attività l’attesa del pranzo e della cena? E perché le persone con autismo devono aspettare che la famiglia di origine non possa più occuparsi di loro, per avere un posto dove vivere, organizzato per rispondere ad una situazione di emergenza e non per garantire una condizione di massima indipendenza possibile per ognuno, come avviene invece per ogni altro adulto? L’associazione “OIKOS – una casa per vivere” si è costituita nel 1997, dall’incontro di genitori o fratelli di persone autistiche. Non ha scopo di lucro, è apartitica, apolitica e aconfessionale. Ha lo scopo esclusivo di dare assistenza e aiuto a persone autistiche, realizzando case alloggio, case famiglia, residenze protette e centri diurni; di organizzare formazione, per le istituzioni e le famiglie che lo richiedano, in merito alla valutazione e all’intervento a favore delle persone con autismo. Gli assunti di base di ogni struttura o servizio rivolto a persone con Disturbo Autistico sono i seguenti: 1. Le famiglie e i professionisti che si occupano delle persone con autismo lavorano in stretta collaborazione nel rispetto delle proprie specificità e professionalità 2. Ogni luogo di vita che accoglie persone con autismo deve essere organizzato nel rispetto delle particolarità percettive di ognuna delle persone ospitate 3. Giornalmente devono essere previste attività numerose e diversificate, nel rispetto delle capacità e preferenze individuali e motivazione di ognuno 4. La giornata deve avere una buona organizzazione e struttura, prevedibile e comprensibile 5. Le modalità di comunicazione adottate devono essere chiare e visualizzate 6. Il rapporto tra adulto di riferimento e persona con autismo deve essere costante e favorire l’autonomia della persona autistica Ad ogni modo, l’ambiente deve essere comunque realmente una casa per chi ci abita. Deve essere posta particolare attenzione ai bisogni individuali di ogni utente, nel rispetto della sua autonomia e dignità personale, creando le condizioni che gli permettano di vivere in un ambiente sereno e confortevole e nel contempo ricco di stimoli per una effettiva crescita personale. Le finalità da raggiungere riguardano lo sviluppo, attraverso attività interne ed esterne alla comunità, dei livelli di autonomia individuale e di socializzazione di gruppo. Nel corso del 1998 l’Associazione ha realizzato una prima “Residenza Protetta” in grado di ospitare permanentemente sette persone autistiche adulte più un posto per ospitalità temporanea di emergenza. La residenza è composta da otto camere, soggiorno, cinque bagni, cucina, giardino, e un grande terrazzo. Il servizio è in convenzione con il Comune di Roma. Tutto il personale è formato rispetto alla sindrome autistica. Anche il personale addetto alla cucina e alle pulizie è informato sulle modalità più adeguate per relazionarsi con le persone autistiche. I risultati dopo cinque anni di lavoro sono stati estremamente soddisfacenti. Inizialmente, i cambiamenti più rilevanti sono avvenuti dal punto di vista comunicativo e rispetto alle eventuali problematiche comportamentali, che in alcuni soggetti erano estremamente invalidanti, sia come manifestazioni etero-aggressive che auto-lesioniste. In seguito, sono andate crescendo sia le competenze di autonomia individuale, sia le abilità sociali e adattive. Gli ambienti di insegnamento sono i più naturali possibili, in quanto, oltre agli ambienti domestici, il rapporto con il territorio è giornaliero e si concretizza dall’utilizzo dei mezzi pubblici, alla frequentazione di supermercati, centri commerciali, bar, ristoranti, ecc. Dal mese di giugno 2003 è operativa la nuova struttura di Nettuno, sovvenzionata dalla Regione Lazio. La struttura è disposta nel seguente modo: • camere da letto per una o due persone autistiche, ognuna con bagno interno • bagni esterni alle stanze per i servizi • ampia sala da pranzo fruibile anche come luogo di incontro con possibilità ricreative (televisione, giochi da tavolo, stereo, etc.) • cucina a norma di legge utilizzabile anche dagli ospiti • laboratorio per attività strutturata e uso computer da parte delle persone con autismo • palestra con attrezzature per attività fisica e anche per psicomotricità • lavanderia e stireria attrezzata anche con possibilità d’uso per le persone con autismo • ufficio per amministrazione, colloqui con familiari e riunioni • ampio giardino, che circonda la villa • piscina Il Centro ospita attualmente sette adulti con autismo in modalità stabile ma è in progetto di ampliarne il funzionamento anche come: • Altra Casa Famiglia in grado di ospitare: in modo permanente altre sette persone autistiche e due persone per brevi o lunghi periodi, le cui famiglie si trovino in situazioni di emergenza o per periodi di “respiro”; • Centro Multifunzionale per l’Autismo, che si possa occupare della persona con autismo sotto l’aspetto: • preventivo: con la possibilità per le famiglie di avere una diagnosi precoce del disturbo e la possibilità di essere indirizzata e sostenuta nell’intervento che meglio si addice alle difficoltà che il bambino presenta; • educativo: con la possibilità di avere degli interventi mirati al superamento di difficoltà, come la gestione di comportamenti problematici, e all’acquisizione di nuove abilità cognitive o di autonomia; • medico: dando la possibilità alle famiglie di avere una rete di specialisti (dentista, ortopedico, neurologo, etc.).che siano in contatto costante con il Centro in modo da avere una preparazione per interagire con le persone autistiche e possano intervenire nel rispetto delle difficoltà di ogni paziente; L’obiettivo resta in tutti i casi: sostenere ragazzi per evitarne l’istituzionalizzazione precoce; sostenere la famiglia per evitarne il burn – out. Le case dell’Associazione, si propongono quindi di offrire: • attraverso progetti individualizzati su ogni singola persona con autismo, una ospitalità stabile, temporanea o programmata in una situazione in cui vengono garantite: l’assistenza alle funzioni di base di ogni persona, la continuità dell’assistenza riabilitativa (da attuarsi preferibilmente all’esterno), le attività di socializzazione e di inserimento sociale. • punti di riferimento, unici nella regione, dove le famiglie possano avere un sostegno specializzato mirato alla risoluzione dei problemi che la Sindrome Autistica comporta Entrambe le strutture attualmente in attività sono indipendenti e sono situate in un luogo tranquillo, ma con la possibilità di raggiungere facilmente il centro abitato dove è possibile avere relazioni sociali ed utilizzare abilità adattive. La giornata è organizzata con il coinvolgimento del personale che lavora con le persone autistiche, sulla base di una strutturazione della giornata come la seguente: Mattino sveglia e attività di igiene personale autonomie ed abbigliamento preparazione della colazione e consumazione attività della giornata come: laboratorio, frequenza del Centro Diurno, gestione del luogo di vita (spese, pulizia, cucina) pranzo Pomeriggio riposo attività ricreative e di tempo libero attività sportive, motorie e di socializzazione attività mirate all’acquisizione di abilità sociali e di relazione con l’ambiente e gli altri attività strutturate a tavolino, attività occupazionali, e/o uso del computer attività mirate all’acquisizione e/o al mantenimento delle capacità comportamentali, cognitive ed affettivo - relazionali gestione del luogo di vita e preparazione della cena Sera cena attività ricreative e di tempo libero attività ricreative esterne (ristorante, cinema, pub, fast food, etc.) attività di igiene personale e preparazione per la notte All’interno della Casa Famiglia viene fornito un reale ambiente di supporto e l’intervento rispetta le indicazioni a favore delle persone autistiche. Tutto il personale deve avere una formazione specifica, la quale deve riguardare le caratteristiche della sindrome, le modalità di intervento, la gestione della vita quotidiana, la relazione di attaccamento con le persone autistiche, la comunicazione con le persone autistiche, il rapporto con i familiari, in accordo con le buone prassi identificate al livello internazionale, formazione che è oggi in grado di offrire l’associazione “OIKOS una casa per vivere” stessa. L’adeguatezza dell’intervento è costantemente garantita dalla formazione specifica degli operatori, da un’accurata valutazione delle capacità, delle potenzialità e dei deficit di ogni persona autistica, dall’identificazione, effettuata in accordo con le figure di riferimento istituzionali e i familiari (ove ci siano), degli obiettivi di lavoro. Ogni intervento è programmato nella totale individualizzazione tanto degli obiettivi, che delle modalità di intervento, e nella costante verifica dei cambiamenti. Viene curato in particolare l’aspetto comunicativo e relazionale. Il benessere individuale e l’indipendenza, sia nelle attività, che nelle scelte personali, è il principale obiettivo di ogni intervento. Ogni attività è adeguatamente visualizzata. Per ogni ospite, sono previste attività sia interne che esterne alla Casa, svolte sia singolarmente che in gruppo, a seconda delle caratteristiche, delle difficoltà e delle preferenze di ognuno. L’intervento viene accuratamente monitorato attraverso riunioni periodiche del personale ed una collaborazione diretta e costante con i familiari. Le famiglie sono presenti nella vita dei ragazzi mantenendo il proprio ruolo affettivo, in accordo con il personale operativo. Nata dalle motivazioni dei familiari, cresciuta dall’incontro di due “culture”, quella familiare e quella professionale, ed attiva per la sensibilità di chi dispone dei fondi pubblici, la casa OIKOS affronta oggi una sfida difficile: garantire le migliori possibilità di autodeterminazione alle persone che ospita. Perché questo avvenga, vive insieme ed ascoltarsi a vicenda continua ad essere la strada migliore.