Isabella Sordi SOPRA I CIELI DI BERLINO
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Isabella Sordi SOPRA I CIELI DI BERLINO
Isabella Sordi SOPRA I CIELI DI BERLINO Prefazione di Marina Pratici Edizioni Helicon OLTRE IL MURO Oltre il muro Io, io che ho gettato il cuore oltre il muro, in uno spazio dove nessuno può abitare; in questo luogo immacolato e puro, forse era questo l’inferno. 13 Tu non tremare Tu non tremare se non c’è fuoco nella baracca, né pane, né desiderio di vita. Non tremare se, guardandoti allo specchio, non distingui più i tratti dell’uomo da quelli della bestia. sapone concime aria che sale. Tu, non tremare, se non sei stato ad Auschwitz. Tu non tremare, in piedi tutta la notte, immobile contro un altro fratello, che poco basta a torturare un uomo. Tu contorto nell’ammasso indistinto senza occhi né bocche e neanche più escrementi, e capelli capelli che un tempo fluttuavano al vento e le madri teneramente accarezzavano. Tu scarnificato purificato filo tessuto 14 15 Una generazione Il linguaggio degli uccelli Non furono soltanto i campi di sterminio e i prigionieri, costretti a mangiare i propri escrementi. Non furono gli infoibati, gli accecati, evirati, i morti ammazzati, traditi e stanati ad uno ad uno. Non fu solo strisciare nella neve di corpi martoriati. Non furono le famiglie disgregate, gli affetti perduti, le bombe. Non cercare le priorità. Fu tutta una generazione. Davanti alla quale m’inginocchio. E prego. Balza la vita a primavera come dalla collina il capriolo. 16 Nel monastero tibetano dondolano campanelli soli e vesti al vento, di puro rosso intrise. Ma che stagione è mai questa, di templi violati e corpi straziati, di fiori sbocciati e presto recisi. Che stagione è mai questa, di uccelli accecati venduti alle fiere, di sere senza stelle e uomini senza uomini. Almeno per poco tacesse quest’urlo del dio della guerra, almeno sospendere il Tempo del male; ci fosse silenzio potremmo -anche noicomprendere il dolce linguaggio degli uccelli. 17