Molti di noi a metà di maggio hanno ricevuto un messaggio in posta
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Molti di noi a metà di maggio hanno ricevuto un messaggio in posta
SAS Fiba Cisl CARISPEZIA FONDI PENSIONE: CONFRONTI E CHIARIMENTI Molti di noi a metà di maggio hanno ricevuto un messaggio in posta elettronica da parte del vice Direttore Generale nel quale ci invitava a prendere tempestivi contatti con l’Ufficio Personale per valutare la possibilità di trasferire la propria posizione di previdenza complementare al Fondo Pensione del Gruppo Cariparma. Non vogliamo disquisire sulle logiche che sottendono alla finalità della mail e neppure su certi termini che avremmo preferito non leggere, però ci sembra opportuno fare un po’ di chiarezza sulla materia, anche alla luce di recenti novità, mettendo al centro esclusivamente l’interesse del lavoratore. Ad oggi i fondi pensione esistenti in Carispezia (per poter godere del contributo aziendale del 3%) sono: Previbank (fondo di riferimento per il settore bancario, concetto inserito nell’ultimo rinnovo CCNL) CRF Previdenza (fondo creato e gestito da Banca CR Firenze Spa, nostra “vecchia” capogruppo) Fondo Pensione Gruppo Cariparma Crédit Agricole (fondo del nostro attuale Gruppo) A seguito dell’accordo siglato l’8 febbraio 2011 quest’ultimo è diventato fondo di riferimento anche per Carispezia e l’unico accessibile (sempre per godere del 3% dell’Azienda, si intende) per gli assunti dal 3 gennaio 2011. Tale accordo non ha modificato nulla per tutti gli altri colleghi che possono continuare a versare (e far versare) i contributi sugli altri due fondi esterni al Gruppo, fatta salva la possibilità di cambiare Fondo solo a favore di quello Cariparma (dal 1° aprile 2011). Chiarito questo punto vorremmo fare però alcune brevi valutazioni senza la pretesa – sia chiaro – che vengano assunte come “oro colato” e tantomeno di convincere nessuno, ma solo per dare alcuni utili spunti di riflessione. Se dovessimo fare una graduatoria dei tre fondi in questione all’ultimo posto della nostra personale classifica metteremmo CRF Previdenza per i seguenti motivi: - Tutte le linee di investimento (Garantita, Obbligazionaria, Bilanciata-obbligazionaria, Bilanciata, Bilanciata-azionaria) hanno costi di gestione annui molto più alti rispetto alle linee comparabili del Fondo Cariparma, fino a sette volte tanto! - Dal punto di vista dei rendimenti negli ultimi sei anni di monitoraggio questi sono stati complessivamente inferiori a quelli ottenuti dalle linee analoghe del Fondo Cariparma, guadagnando negli anni di borsa positiva meno di quanto perso negli anni negativi. - A differenza di Previbank e Cariparma, in CRF Previdenza non è prevista una copertura assicurativa in caso di decesso del collega. - Tra le linee di investimento non ne è prevista una Assicurativa, presente invece nel Fondo Cariparma. - Non si sa quale possa essere il futuro di questo fondo. CR Firenze ad oggi è una delle numerose banche che fa parte del colosso Intesa San Paolo, al cui Fondo Pensione, un domani, potrebbero essere dirottati tutti i dipendenti del Gruppo. La sensazione è che CRF Previdenza possa essere un fondo “sul viale del tramonto”. Analizzando invece il fondo Previbank “multigaranzia” e confrontandolo con la linea Assicurativa di quello Cariparma, la differenza è meno netta. Il minimo garantito è per entrambi fissato al 2% e i rendimenti degli ultimi anni sono analoghi. Per quanto riguarda invece i costi Previbank ha un caricamento su ciascun versamento dell’1,50% a differenza del 2,72% di Cariparma (che si riduce però sino allo 0,88% se mancano meno di 15 anni alla fine della fase di accumulo) ma commissioni di gestione superiori: 0,40 % trattenuto sul rendimento anziché lo 0,24% di Cariparma. Gli iscritti a Previbank godono inoltre di una copertura assicurativa in caso di decesso o invalidità permanente ma che giudichiamo, per limiti di importi e di età, di livello inferiore a quella prevista per gli iscritti al Fondo Cariparma. Quello che invece pensiamo giochi a favore di Previbank sono sicuramente i 25 anni di esperienza alle spalle e l’affidabilità dovuta al fatto di essere il fondo della nostra categoria. Venendo infine al Fondo Pensione Gruppo Cariparma Crédit Agricole possiamo dire che, pur essendo relativamente “giovane” come fondazione, ha dato dimostrazione di essere gestito decisamente bene, come si può desumere dai rendimenti degli ultimi anni di tutte le sue linee di investimento. Inoltre come spese di gestione risulta essere molto più vantaggioso di CRF Previdenza e, anche rispetto a Previbank, i maggiori caricamenti sui versamenti della linea Assicurativa sono recuperabili grazie alla minor percentuale di trattenuta sui rendimenti. Altro aspetto positivo del fondo Cariparma è la polizza assicurativa gratuita che prevede l’erogazione di un capitale aggiuntivo rispetto alle prestazioni liquidate dal fondo in caso di decesso dell’iscritto, di invalidità superiore al 66,6% che determini la cessazione del rapporto di lavoro e inabilità riconosciuta e liquidata dall’Inps. La copertura è data da un capitale base moltiplicato per un coefficiente che garantisce un’ampia copertura anche nei primissimi anni di carriera. Gli altri due vantaggi sostanziali di cui gode il Fondo Cariparma derivano dall’accordo di Gruppo del 2 giugno scorso: 1. Riguardo al Vap 2011, in erogazione a luglio 2012, ogni lavoratore (iscritto a tale fondo) potrà scegliere entro il 10/7/12 se farlo versare in busta paga o destinarlo tutto o in parte al Fondo di previdenza complementare, arrivando a ricevere sino al 10% in più. Ad esempio, come si può capire dalla seguente tabella, un A3L3, il cui Vap sarebbe pari a 1.600 euro potrebbe ricevere invece il 10% in più, 1.760 euro, destinandolo totalmente sul proprio fondo Cariparma. In questo caso al vantaggio dovuto alla maggiorazione economica si sommerebbe chiaramente quello derivante dal migliore regime fiscale. 2. Nell’ambito degli interventi per la diminuzione del costo del lavoro, le OO.SS. sono riuscite ad ottenere un ottimo risultato per quanto riguarda la scelta sul Premio di Fedeltà (o del 25° anno). Come avrete letto chi matura il diritto oltre il 2012 può optare tra il pagamento del 90% della quota in liquidazione o l’incremento della contribuzione aziendale dello 0,30%, ma solo per gli aderenti al Fondo Cariparma. Nel nostro caso si passerebbe, dal 1° gennaio 2013, da una contribuzione di Carispezia del 3% ad una del 3,3% per il resto della propria vita lavorativa. Chiaro che, soprattutto per i più giovani, una possibilità di questo tipo rappresenta una forma di risparmio aggiuntiva lungimirante e rassicurante per il proprio futuro previdenziale. (Questa possibilità non vale purtroppo per gli assunti dopo il 29 gennaio 2008 per via degli accordi di armonizzazione ISP che avevano – di fatto – già cancellato il Premio per tutti i nuovi colleghi). L’ultima cosa che ci sentiamo di aggiungere sul Fondo Cariparma, guardando al nostro ”campanile”, riguarda la composizione del CDA: dopo le recenti elezioni, degli otto rappresentanti espressione dei lavoratori (gli altri otto sono nominati dall’Azienda), ben tre sono stati i nominati dei candidati della lista FIBA CISL. Siamo convinti che questo possa rappresentare una garanzia in più per una gestione oculata e lungimirante del Fondo. FONDI PENSIONE: COME E PERCHE' Per finire, dato che siamo venuti a conoscenza del fatto che alcuni colleghi di recente assunzione non hanno mai aderito al fondo pensione aziendale, abbiamo ritenuto opportuno riassumere gli aspetti principali della Previdenza Integrativa, facendone emergere la grande importanza per il lavoratore, specie se giovane. Perché il fondo pensione? Nel 1992 la legge Amato, che riformò per la prima volta in maniera determinante la previdenza, introdusse tre diversi meccanismi per il calcolo della pensione: il sistema retributivo, il sistema misto ed il sistema contributivo, dai quali deriveranno risultati ben diversi ai fini del calcolo della pensione. I maggiormente penalizzati da questa riforma saranno gli assunti dopo il 1/01/1996 che rientreranno nel suddetto sistema contributivo e per i quale si stima che la pensione INPS sarà circa il 50% dell’ultima retribuzione. Da questo dato appare evidente la necessità di aderire quanto prima ad un Fondo Previdenziale Integrativo della pensione INPS che ci aiuti a pianificare un futuro più sereno e dignitoso. Inoltre così facendo si usufruisce del contributo a carico del datore di lavoro (3% dell’imponibile TFR per Carispezia) e si beneficia del vantaggio fiscale applicato sia sui contributi sia sulle prestazioni. Come si alimenta un fondo pensione? Il finanziamento delle forme pensionistiche complementari avviene mediante il versamento di contributi a carico del Lavoratore, del Datore di lavoro e attraverso il conferimento del TFR. La scelta di conferire il TFR non vincola il Lavoratore e il Datore di lavoro a destinare anche una quota di contribuzione. Tuttavia solo il Lavoratore iscritto ai c.d. “fondi negoziali” previsti da accordi collettivi (sindacali), che decide di versare ulteriori contributi INDIVIDUALI, ha diritto al versamento dei contributi da parte del datore di lavoro nella misura prevista dagli accordi. Come destinare il TFR? Gli assunto dopo il 1° gennaio 2007 avranno tempo sei mesi di tempo per decidere se lasciare il TFR maturando in Azienda (che lo trasferisce presso il Fondo di Tesoreria dello Stato gestito dall’INSP) o conferirlo ad un fondo pensione di loro scelta. Nel caso non venisse espressa alcuna scelta il TFR viene conferito dall’Azienda al fondo pensione previsto dagli accordi collettivi. L’eventuale scelta di mantenere il TFR in Azienda può essere successivamente revocata con il conferimento del “trattamento di fine rapporto” al Fondo Pensione, mentre non sarà possibile l’opzione inversa una volta conferito il TFR al Fondo Pensione. Quali sono i vantaggi fiscali? I contributi versati sul Fondo Pensione (quota lavoratore+quota azienda, NON il TFR) vengono dedotti dall’imponibile IRPEF, ovvero su quelle somme NON si pagano tasse! L’importo di deducibilità fiscale è stato stabilito, per tutti nella misura massima di € 5.164,57 annui. Solo per i lavoratori assunti dopo il 01/01/2007 esiste l’ulteriore possibilità di una deducibilità aggiuntiva che consiste nel recupero dei contributi non versati nei primi cinque anni di Partecipazione al fondo nei successivi venti anni e comunque nel limite annuo di € 7.746,86. Es. Anni 2007 2008 2009 2010 2011 TOT primi 5 anni Contributo F.Pensione (quota lavoratore+azienda) € 1.000,00 € 1.000,00 € 1.000,00 € 1.000,00 € 1.000,00 € 5.000,00 Per calcolare la deducibità aggiuntiva si sottrae tale cifra alla soglia massima per i cinque anni: (€ 5.164,57 x 5 =) 25.822,85 – 5.000,00 = € 20.822,85 Tale cifra potrà essere fruita come deducibilità aggiuntiva nel successivo ventennio, rispettando il limite annuo di € 7.746,81. es. di utilizzo del bonus: 20.822,85 : 20 = 1.041,14 + 5.164,57 = 6.205,71 (deducibilità complessiva spalmata nei 20 anni) Con questo meccanismo i lavoratori più giovani hanno la possibilità di accumulare un capitale maggiore nei primi anni di iscrizione al fondo, aspetto molto importante poiché verrà rivalutato negli anni. Per ogni chiarimento chiamateci: Giacomo 349 3216651 Gianfranco 335 7521857