La natura dei Bioni - Arnold Ehret Italia

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La natura dei Bioni - Arnold Ehret Italia
La natura dei Bioni
Dr. Nader Butto
Nader Butto, medico cardiologo è nato a Nazaret (Israele), si è laureato
in medicina e chirurgia a Torino e si è specializzato in cardiologia in
Israele, paese nel quale attualmente vive e lavora come cardiologo
specialista in cardiologia invasiva presso il Rabin Medical Centre di Petah
Tikva.
Membro della FIHS (Israel Heart Society) dal 1993, ha conseguito nel
2003 il Diploma di Europeo di Cardiologia (ESC Congress Vienna) ed è
membro dal 2004 della European Society of Cardiology, FESC (ESC
Congress Munich).
Ha pubblicato i libri: Il Settimo senso (Un
nuovo e rivoluzionario approccio terapeutico). Edizioni
Mediterranee, Roma, Italia 1998; Medicine and the Seventh Sense. (In lingua Ebraica) Modan
Publishing House, Israel 2002; Medicina Universale e il Settimo Senso. Edizioni Mediterranee, Roma,
Italia 2004.
Tiene corsi sul metodo del Dr. Nader Butto e il Settimo senso in Italia e Svizzera. Per informazioni:
www.naderbutto.com
Se esaminiamo il sangue vivente tramite normali microscopi da laboratorio ad alto ingrandimento,
appositamente progettati per vedere il sangue su campo scuro o contrasto di fase, possiamo osservare un
minuscolo microrganismo simile a degli elementi. Tali elementi sono stati scoperti in passato da vari
scienziati, descritti come la più piccola unità di vita e presentati come un ponte fra il sistema non vivente e
quello vivente chiamati microzimi o “minuscoli fermenti”. (1870 Béchamp), protiti, simbionti, o endobionti
(1925 Enderlein), Bioni (1933 Reich), somatidi (1940 Gaston Naessens) .
Questi minuscoli elementi sono delle vesciche rotonde, aventi un diametro dai 2 ai 10 um, circondati da una
spessa membrana dentro la quale compariva un liquido bluastro, forse formato da materia vivente o non
vivente che era stata sottoposta al processo di idratazione e ingrossamento. È stato dimostrato che i Bioni
sono presenti praticamente dappertutto, nell’aria, nell’oceano, nel sangue, nell’urina, e sono in grado di
svilupparsi dalla disintegrazione di sostanze molto cariche che presentano un intenso colore blu. (Reich
1938)
Questi minuscoli elementi prosperano nelle cellule del sangue, nel plasma, nei fluidi corporei e nei tessuti,
vivendo in armonia con il corpo in una relazione simbiotica o mutuamente benefica.
In circostanze particolari possono svilupparsi in micro-organismi conosciuti, come virus, batteri o funghi:
subiscono una metamorfosi per adattarsi alle loro condizioni. Essi hanno le proprietà degli organismi viventi
ma, a differenza dei batteri e dei virus, hanno due diversi cicli vitali: un “micro-ciclo” costituito da 3 forme,
che si osserva negli individui sani, e un più complesso “macrociclo” costituito da 16 forme che si osserva
solitamente negli individui con malattie degenerative, compreso il cancro (Gaston Naessens).
Sulla base di ulteriori osservazioni e come documentato con video al rallentatore, tali elementi si organizzano
in forme di vita elementari come amebe e parameci (Reich). Il batteriologo tedesco Guenther Enderlein ha
osservato minuscoli microrganismi simili a degli elementi che ha chiamato protiti. Egli affermava che questi
minuscoli elementi prosperano nelle cellule del sangue, nel plasma, nei fluidi corporei e nei tessuti, vivendo
in armonia con il corpo in una relazione simbiotica o mutuamente benefica. Riteneva che il protite fosse una
delle più piccole unità biologiche organizzate del corpo. Essi sono presenti in ogni cellula animale o vegetale
composta da elementi innocui, fondamentali e benefici, responsabili dell’attività delle cellule, dei tessuti e
degli organi. La cosa più interessante riguardo a tale microrganismo è la sua capacità di cambiare e adattarsi
all’ambiente. È stato osservato che nei casi in cui si verificava un grave cambiamento o un deterioramento
nell’ambiente interno del corpo in seguito a inquinamento ambientale, tossine, iperacidità, stress e cibo
alterato, tali elementi attraversavano varie fasi dello sviluppo ciclico, e dall’essere agenti innocui
progredivano fino a diventare batteri o funghi (patologici) produttori di malattie. Dopo la morte della cellula
la particella più piccola sopravvive e potrebbe servire ad un altro organismo ospite, partecipando al processo
di decomposizione. (Enderlein)
Questi elementi hanno proprietà biologiche: contengono protoplasma, eseguono movimenti autonomi di
espansione e contrazione e sono in grado di crescere e moltiplicarsi in vitro come microrganismi viventi e
inoltre reagiscono a macchie biologiche come la colorazione di Gram (Reich 1938). Ma si distinguono per il
fatto che sono virtualmente indistruttibili. Resistono all’esposizione a temperature di carbonizzazione di 200°
C e oltre. Sono sopravvissuti ad un’esposizione di radiazioni nucleari di 50,000 REM, molto più di quanto sia
necessario per uccidere qualsiasi essere vivente. Non vengono assolutamente alterate da nessun acido.
(Gaston Naessens)
Varie procedure di controllo, che comportano alte temperature e la sterilizzazione pressurizzata, hanno
dimostrato la realtà di questa “naturale organizzazione di protozoi”. (Reich 1938) Reich arrivò a pensare che
la vita si originasse tramite il processo specifico della disintegrazione e la riorganizzazione dei Bioni. Quindi i
Bioni erano forme intermedie “di transizione” che si trovano “a metà strada fra la vita e la non vita e sono
considerate più essenziali per la vita che le cellule” (Bechamp). Béchamp credeva che i microzimi fossero
elementi fondamentali, responsabili dell’attività delle cellule, dei tessuti, degli organi, anzi di tutti gli
organismi viventi, dai batteri agli esseri umani. Li trovò addirittura presenti nelle uova che generavano la vita,
dove erano responsabili del successivo sviluppo dell’uovo, mentre loro stessi subivano dei cambiamenti
significativi.
Di recente il dottor Hans Niedermaier è riuscito a produrre una concentrazione di simbionti creando un
processo di fermentazione a cascata di frutta e verdura, (comunicazione personale). Questo prodotto della
fermentazione contiene prototipi di bacilli vitali in forma pura altamente concentrata. Gli esperimenti in vitro
hanno dimostrato che aggiungendo la concentrazione di simbionti ad una goccia di sangue degenerato
contenente batteri, questi ultimi sono disintegrati e ritornati alla loro forma originale e convertiti in simbionti.
Qual è la natura di questi simbionti e come possono essere utilizzati per aumentare la carica vitale del nostro
organismo?
L’origine dei simbionti
Nell’esperimento 20 di Reich, (Reich 1948) egli descrive come ha prodotto i Bioni. Ha fatto bollire insieme
terra e acqua e tutte le particelle sono state separate mediante filtrazione per produrre “acqua di Bioni”.
“L’acqua risultante di colore dorato-brunastro è stata congelata e, allo scongelarsi, sono precipitati fuori dei
fiocchi dalla forma organica. Tramite il microscopio ottico Reich ha visto che essi si compongono di piccole
vesciche blu, che possono crescere e moltiplicarsi con l’aggiunta di acqua sterile di Bioni. Ciò rappresenta la
formazione primaria di Bioni, la condensazione dell’energia libera di orgone proveniente dalla terra”. (Reich,
W., 1938).
Il calore usato per bollire la terra e l’acqua e successivamente nel processo di congelamento, provoca una
fase di transizione da liquido a gas e viceversa. Nella termodinamica, la transizione di fase del primo ordine è
la trasformazione del sistema termodinamico da una fase all’altra.
Durante tale transizione, un sistema assorbe o rilascia una quantità fissa (e solitamente grande) di energia.
Poiché l’energia non può essere trasferita istantaneamente fra il sistema e il suo ambiente, le transizioni di
fase del primo ordine sono associate ai “regimi di fase mista”, nei quali alcune parti del sistema hanno
completato la transizione a differenza di altre. Questo fenomeno è simile a ciò che si osserva solitamente
quando si fa bollire un recipiente di acqua: l’acqua non si trasforma istantaneamente in gas, ma forma un
miscuglio turbolento di acqua e bolle di vapore acqueo. È importante il fatto che i diversi tipi di fase siano
associati a diverse caratteristiche fisiche.
A partire da un miscuglio chimico eterogeneo, delle sostanze senza legante chimico con vari punti di fusione
vengono trasformate in un colloide. In chimica il colloide o la dispersione colloidale è una sostanza con
componenti di una o due fasi, un tipo di miscuglio intermedio fra un miscuglio omogeneo (chiamato anche
soluzione) e un miscuglio eterogeneo, anch’esso con proprietà intermedie fra le due.
La formazione dei fiocchi, nel modo in cui viene descritta da Reich, è un processo di flocculazione in cui un
soluto si origina da una soluzione, mentre argille, polimeri ed altre piccole particelle caricate si raggruppano
insieme per attaccarsi e formare una fragile struttura, detta fiocco.
Molti flocculanti sono cationi multivalenti come l’argilla, la pirite, l’alluminio, il ferro, il solfato ferroso (FeSO4),
il calcio o il magnesio. Queste molecole caricate positivamente interagiscono con le particelle e le molecole
caricate negativamente per ridurre le barriere d’aggregazione. I monomeri si legano a siti caricati nell’argilla
e catalizzano una sintesi abiotica di polimeri. I molti siti leganti presenti sull’argilla potrebbero aver fatto
avvicinare molti monomeri e averli assistiti nella formazione di polimeri, inoltre gli ioni metallici potrebbero
agire come catalizzatori di reazione di disidratazione nell’argilla.
Anche la pirite potrebbe aver avuto un ruolo importante in quanto fornisce una superficie caricata, e gli
elettroni liberati durante la sua formazione potrebbero appoggiare il legame fra le molecole. In presenza di
un pH adeguato e di altre condizioni, queste sostanze chimiche reagiscono con l’acqua per formare idrossidi
insolubili che, precipitando, si legano insieme per costituire lunghe catene o maglie, intrappolando
fisicamente le piccole particelle nel fiocco più grande e formando le particelle colloidali. Le particelle colloidali
portano spesso una carica elettrica e perciò si attraggono o si respingono l’una con l’altra.
Il miscuglio di soluzione e argille, polimeri o altre piccole particelle caricate positivamente con elettroni liberi,
dissociati da queste molecole, forma il plasma. Il processo di riscaldamento usato da Reich ed altri separa gli
elettroni da nuclei atomici per formare uno ione caricato positivamente e causare una transizione di fase e,
infine, una formazione di plasma caricato negativamente attorno le particelle caricate positivamente.
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Figura 1 Un Bione è una formazione di plasma caricato negativamente attorno le particelle caricate
positivamente.
Perché i Bioni si muovono continuamente?
I Bioni mostrano caratteristiche morfologiche e cinetiche proprie degli organismi viventi complessi: sono
circondati da una struttura a membrana spessa che contiene protoplasma, sono capaci di crescere e dividersi
e sono in grado di muoversi. Comunque, il movimento del Bione era un vero puzzle per Reich ed altri
ricercatori, soprattutto se lo ritenevano un precursore della vita. Come era possibile che la preparazione
sterilizzata o autoclavata a temperature critiche mostrasse molta più vita e movimento che quella non
riscaldata? (Wilhelm Reich 1938)
Osservando attentamente i Bioni nel microscopio a campo scuro, è possibile distinguere due diversi tipi di
motilità: moto esterno intra-bione di attrazione e repulsione e moto interno inter-bione di espansione e
contrazione.
Il moto esterno di varie particelle sotto la luce del microscopio non è nuovo. Nel 1828, osservando
microscopici pezzettini di polline vegetale sospesi nell’acqua quieta, il botanico inglese Robert Brown notò
che anche le particelle minute mescolate con il polline presentavano un brulicante moto incessante e
irregolare, chiamato da allora “moto browniano”. La carica elettrica dei Bioni portata dalle particelle colloidali,
attrae o respinge altri Bioni originando la mobilità delle particelle nel campo microscopico. Tanto è maggiore
la carica elettrica, tanto più veloce è la repulsione fra i Bioni Figura.
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Figura 2 la carica elettrostatica positiva sulla superficie dei Bioni provoca una repulsione la quale origina il
moto browniano
Gli esperimenti sui Bioni fatti da Reich hanno dimostrato che i movimenti aumentavano in maniera
significativa tramite una corrente di 1 mA, che è stata aumentata molto gradualmente a 2 mA. Il moto
vibrante delle vescicole è diventato più rapido; la loro espansione e contrazione è diventata più netta.
Quando la corrente è stata attaccata, le vesciche si sono spostate verso il catodo. Si trattava dunque di
particelle caricate positivamente. Quando la corrente è stata staccata, il movimento si è arrestato,
esattamente come era iniziato quando era stata data la corrente. Quando la corrente è stata invertita, la
direzione di movimento delle strutture individuali si è invertita rapidamente. Quando la carica elettrica si
indebolisce, l’interazione elettrostatica diminuisce e la forza di attrazione fra dipoli di Van der Waals prevale,
iniziando a formare una lunga catena dipolare che è descritta da Niedermayer per i batteri leptotrichia
buccalis.
In un Bione, le fluttuazioni della densità degli elettroni dentro il plasma provocano un dipolo temporaneo.
Tale dipolo temporaneo induce un dipolo nelle vicinanze del Bione.Figura
Figura 3 Le linee magnetiche del campo bipolare attorno il bione.
Il dipolo temporaneo e i dipoli indotti vengono quindi attratti l’uno con l’altro. Ciò è nota come la forza di
van der Waals ed è sempre presente, a breve raggio ed attrattiva.
L’attrazione magnetica fra i vari Bioni è possibile quando la carica elettrica del colloide diminuisce e un Bione
si attacca all’estremità di un altro Bione per formare una struttura a forma tubolare. Figura
Figura 4 L'attrazione magnetica fra diversi Bioni forma una struttura tubulare.
Quando la carica elettrostatica viene aumentata, la repulsione elettrostatica prevale sulle forze attrattive di
Van der Waals, e i vari Bioni si separano l’uno dall’altro per formare di nuovo dei Bioni liberi.
L’interazione fra vari Bioni per formare una struttura più complessa può avere luogo anche a causa di uno
squilibrio biochimico. È stato Naessens ad avere scoperto che, in un corpo sano, il minuscolo somatide
(Bioni) si trova in tre forme primarie. In un corpo sano, il ciclo di mutazione di un somatide è confinato al
suo stato iniziale e ad una fase a singola e doppia spora.
Quando la biochimica di un corpo si squilibra a causa di fattori quali il fumo, il bere, una dieta povera, lo
stress e l’avvelenamento chimico, i somatidi affrontano tredici ulteriori fasi del loro ciclo di mutazione che è
un processo patologico. Naessens ha scoperto che i somatidi si trasformano in batteri, lievito ed altre forme.
Questo fenomeno spiega razionalmente il pleomorfismo descritto da Gaston Naessens.
Per riassumere possiamo concludere che i Bioni rispondono alle caratteristiche delle forme di vita biologica.
I Bioni descritti negli studi citati in precedenza mostrano caratteristiche morfologiche e cinetiche proprie
degli organismi viventi complessi: sono circondati da una struttura a membrana spessa che contiene
protoplasma, sono capaci di crescere e dividersi e sono in grado di muoversi. La formazione dei Bioni è
azionata e guidata dalle leggi della chimica e della fisica. La comparsa di una struttura di Bione autoorganizzata è regolata dalle leggi familiari della idrodinamica magnetica. Il flusso di particelle caricate
elettricamente crea molteplici piccole entità di plasma magnetico organizzate in campi magnetici, entità dalla
struttura indipendente che si conservano e si organizzano autonomamente. Questa à la base dell’autopoiesi
che guida il modello e il processo dell’interazione fra i vari componenti del Bione e fra il Bione e l’ambiente.
Il fatto che tutte le strutture osservate si riuniscano e crescano in vitro quando i procedimenti vengono
sottoposti a condizioni termiche estreme, solitamente letali per altri organismi viventi, indica che i Bioni
erano delle forme “di transizione” intermedie, a “metà strada fra la vita e la non vita”.
Gli esperimenti in vitro hanno dimostrato che aggiungendo la concentrazione di simbionti ad una goccia di
sangue degenerato contenente batteri, questi ultimi sono disintegrati e ritornati alla loro forma originale e
convertiti in simbionti. Una sommenistrazione di Sembionti carichi attraverso il cibo potrebbe aumentare la
carica energetica delle cellule e previene la loro degenrazioni o l'infezioni dai germi.
Referenze
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Cowper (1926, reprinted 1956); Einstein,
Collected Papers, vol. 2, 170-82, 206-22.
http://www.aip.org/history/einstein/essay-brownian.htm#2return
Béchamp, Les microzymas, éd. Centre international d’études A. Béchamp (1990, reedition of book published
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Beinert, H, Holm, R and Munck, E, Iron-sulfur clusters: nature's modular, multipurpose structures, Science, V.
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Brau, Charles A. (2004). Modern Problems in Classical Electrodynamics. Oxford University Press. ISBN 0-19514665-4.
Enderlein G., (1925), Bakterien-Cyclogenie, Verlag de Gruyter & Co Berlin
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Reich, Wilhelm. The Discovery of the Orgone: II. The Cancer Biopathy. Orgone Institute Press, New York
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