Il progetto personale di apprendimento per tutta la vita

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Il progetto personale di apprendimento per tutta la vita
Il progetto personale di apprendimento per tutta la vita
Il progetto personale di apprendimento deve realizzare il progetto personale professionale e di vita:
è per mezzo di un apprendimento per competenze che si giunge a tanto, perché la dignità della
persona umana esige di pervenire alla propria realizzazione per «virtute e conoscenza»: non
solamente conoscendo a livello astratto, ma realizzando imprenditorialmente il proprio capitale
umano, vivendo nelle relazioni, costruendo una convivenza civile.
Siamo di fronte ad un apprendimento, non ad un addestramento, poiché siamo a livello umano;
quindi motivato e voluto, non di mera ripetizione senza controllo metacognitivo.
Si tratta di un apprendimento che emerge da bisogni ed attese e interviene, in risposta ad essi, sulla
realtà attraverso lo sviluppo di motivazioni razionali (problemi-teorie-critiche), investendo il
capitale umano, aperto ad un miglioramento per tutta la vita.
Questa visione supera l’incapacità della visione illuminista di giungere ad una conoscenza
formalmente umana; porta a prestazioni che intervengono sulla realtà; investe il capitale umano in
un processo senza fine, costruendo la convivenza civile.
Il supporre che basta sapere per fare risulta diseducativo a vari livelli:
 non porta ad una conoscenza formalmente umana (epistemologia delle attese e dei bisogni;
interpretazione sempre aperta e mai definitiva della realtà);
 non educa ad investire il capitale umano per la propria realizzazione e per costruire la
convivenza civile.
Un progetto personale di apprendimento muta il volto medesimo dell’apprendimento.
I programmi delle scuole di Stato e tutti i programmi concepiti illuministicamente non lasciano
alcuna apertura alle attitudini e aspirazioni delle persone, che, per realizzare il loro progetto
personale e di vita, devono «arrangiarsi».
Non dobbiamo soffocare queste attitudini e aspirazioni, ma aiutare le persone dei ragazzi a
conoscersi ulteriormente ed a vedere se sono in grado di affrontare nell’apprendimento i profili che
tali aspirazioni comportano, sia a livello di scelte di vita che professionale. Si tratta di impostare un
profilo nei vari ordini e gradi di scuola aperto al progetto di vita e professionale dei ragazzi, non
rinchiudersi nei contenuti!
Per questo motivo ogni scuola deve possedere un progetto educativo, che tenda alla realizzazione
del progetto di vita e professionale degli studenti. Non si tratta di trasmettere meri contenuti, ma di
aiutare le persone a realizzare il loro progetto di vita e professionale; quindi, oltre ad essere sempre
aperti alle aspirazioni ed a nuove progettazioni, anche aiutare gli studenti a valutare le proprie
attitudini e definire le proprie aspirazioni. La visione illuministica ha, infine, trascurato
completamente l’educazione all’investimento del proprio capitale umano, diseducando le persone.
Lo Stato interventista ha completato il danno.
Come esempio, porto l’alfabetizzazione. Che tutti dobbiamo essere alfabetizzati è un traguardo
positivo; ma non sui «programmi» imposti dallo Stato e nelle scuole di Stato. Si continua a
mantenere sotto silenzio la reazione storica da parte dei genitori di fronte a tale imposizione, sia in
Prussia, che in Francia ed in Italia, accusando la gente di essere e di voler restare ignorante.
Tra l’altro, si impone come affermato più volte da Harvey J. Graff, una nuova definizione di
alfabetismo 1.
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Harvey J. Graff, Alfabetismo di massa. Mito storia realtà, Prefazione di Armando Petrucci, Milano, Edizioni Sylvestre
Bonnard, 2002: «Mi riferisco all’importante riconoscimento dell’esistenza di tipi molti diversi di alfabetismo o di
alfabetismi, che spaziano dall’alfabetismo numerico e quello grafico, ai vari tipi di abilità artistica, visiva, uditiva e
forse anche fisica necessari per leggere e per esprimersi in modo efficace. Più specificatamente, quel che propongo –
anche se non è del tutto originale – è che alcune delle massime conquiste delle arti e della tecnologia, e probabilmente
anche della scienza e della medicina, sono derivate da progressi negli usi di un alfabetismo non alfabetico, specialmente
da forme di alfabetismo o alfabetismi visuali» (pp. 99-100).
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Dietro l’alfabetizzazione di Stato c’è l’ideologia. Si vede chiaramente che, invece della libertà, si
cerca ciò che libertà non è: «La questione riguarda quali valori vadano insegnati, quelli dei genitori
o quelli dello Stato. Si combatte sempre per le menti dei bambini» (Judith Krug).
Il raggiungimento dell’alfabetizzazione e i livelli essenziali delle prestazioni non esigono alcuna
scuola di Stato; tanto meno questa è decisiva per una cultura comune, quando le culture dei diversi
popoli si sono sviluppate senza Stato e, persino, contro l’imposizione statale.
Tutti possono giungere ad essere alfabetizzati, ma secondo il loro progetto di vita e il loro progetto
professionale, che sono le finalità che ogni persona deve perseguire e, pertanto, lo Stato non può
entrare nel merito, ma deve garantire i cittadini con norme generali negative di mera condotta. Le
scuole e gli enti di formazione devono godere della libertà di rispondere alla domanda in forma
imprenditoriale e sviluppare, nei propri progetti educativi, la possibilità di realizzazione del progetto
professionale e di vita degli studenti.
Affinché questi traguardi, sempre da migliorare, siano raggiungibili a livello umano, vi deve essere
un progetto personale di apprendimento, che permetta di giungere ai traguardi previsti senza fine. A
queste finalità devono rispondere i profili e il PSP dei vari ordini e gradi di scuole libere, compresa
l’università.
Il progetto personale di apprendimento deve comprendere:
 i profili per competenze da acquisire progressivamente nelle varie tappe della formazione per il
proprio progetto professionale e di vita;
 il metodo di studio in un apprendimento per competenze, nel quale è traguardo da raggiungere
la realizzazione imprenditoriale delle prestazioni;
 la spiegazione dei processi attivati per giungere ad esse, attraverso un controllo metacognitivo
costante.
In altre parole, l’apprendimento per competenze è un apprendistato 2. La persona umana deve
progressivamente, con l’aiuto del docente-educatore, conoscere e sviluppare le proprie attitudini;
precisare e definire le proprie aspirazioni; elaborarle progettualmente, descrivendole sotto forma di
competenze in profili sempre aperti al miglioramento.
Il progetto personale di apprendimento lungo tutta la vita ha per fine di realizzare, a livello umano,
gli altri due ed, in questo modo, contribuire alla convivenza civile e, per i credenti, al Regno di Dio,
proprio con l’amore del prossimo.
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Bruno Bordignon, L’apprendimento è un apprendistato, in "Orientamenti Pedagogici", vol. 56, n. 5, settembre-ottobre
2008, pp. 753-775.
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