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Diacronie
Studi di Storia Contemporanea
 www.diacronie.it
N. 25 | 1|2016 “Se creare è definire”
15/
RECENSIONE:
Gabriele BALBI, Paolo MAGAUDDA, Storia
dei media digitali. Rivoluzioni e continuità,
Roma-Bari, Laterza, 2014, XXI + 181 pp.
a cura di Luca ZUCCOLO *
Al giorno d’oggi ci confrontiamo quotidianamente con i media digitali, li usiamo – a
volte ne abusiamo – li critichiamo e li confrontiamo con i media “tradizionali”, ma,
spesso, poco conosciamo della loro storia e dei loro aspetti culturali, ovvero «del
rapporto tra le tecnologie mediali e le strutture culturali e simboliche più profonde di
una società»1.
La storia “socio-culturale” dei media digitali, la digitalizzazione come rivoluzione e
al tempo stesso continuità in un processo storico che va ben al di là della semplice
modificazione del nostro modo di accedere alle informazioni o di comunicare è al
centro di questo volume, che unisce le competenze di Gabriele Balbi, professore
assistente in Media Studies presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano, e
Paolo Magaudda, sociologo presso l’Università di Padova. Il saggio qui presentato si
inserisce, infatti, in un ampio filone di ricerche storiche e sociologiche sui media digitali
e sulle loro interazioni con la società presente a cui i due autori hanno contribuito con i
loro precedenti volumi, tra cui ricordiamo il saggio di Balbi sulle origini del telefono in
Italia e quello di Magaudda sul consumo delle tecnologie musicali2.
Si è introdotto così il tema della storia socio-culturale, ma il volume di Balbi e
Magaudda oltre ad analizzare tre dei principali media digitali – il personal computer, il
telefono portatile e internet – sviluppa un altro interessante filone di ricerca ed analisi:
il concetto di digitale e la digitalizzazione dei media analogici. Questi due temi, spesso
BALBI, Gabriele, MAGAUDDA, Paolo, Introduzione, in IID., Storia dei media digitali,
Rivoluzioni e continuità, Roma-Bari, Laterza, 2014, p. XVII.
2 BALBI, Gabriele, Le origini del telefono in Italia, Milano, Mondadori, 2011; MAGAUDDA,
Paolo, Oggetti da ascoltare, HiFi, iPod e consumo delle tecnologie musicali, Bologna, Il Mulino,
2012.
1
Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità
appiattiti sull’oggi e sui loro aspetti rivoluzionari vengono rivisitati in relazione alla
storia dei tre media testé citati sottolineando come gli aspetti rivoluzionari si
intersecano con una continuità storica di Longue durée che, analizzata ottimamente dai
due autori in tutti i suoi aspetti, testimonia una profondità storica del fenomeno
digitale strettamente connessa agli aspetti socio-culturali delle “comunità” in cui i
media digitali sono nati e si sono sviluppati.
Il volume, infatti, è ricco di esempi di questo reciproco rapporto, tra cui possiamo
segnalare il mondo e la cultura degli hacker sviluppatasi in California negli anni
Sessanta e Settanta che ha consentito lo sviluppo del personal computer e della rete
internet come li conosciamo oggi. La contro-cultura emersa nei circoli degli hobbisti
della Baia di San Francisco e in particolare lo Homebrew Computer Club, unita alle
spinte dei movimenti per i diritti civili e alla contro-cultura giovanile degli anni
Settanta, produssero la nuova visione del personal computing che, grazie a personaggi
come Steve Jobs e Steve Wozniak, permisero l’accesso alle nuove tecnologie da parte
delle masse3.
Il digitale come ossessione dei tempi moderni, quindi, come viene spiegato nel
primo capitolo, si sviluppa in un quadro di lunga durata. Periodi “rivoluzionari” che si
collegano strettamente sia alle società in cui il digitale si è e si sta sviluppando, sia agli
aspetti politici di queste stesse realtà, ne condizionano o stimolano la relazione con le
nuove tecnologie.
Su queste basi, il volume propone nei tre capitoli centrali – secondo, terzo e quarto
– lo studio della storia evolutiva e delle strette relazioni con gli aspetti sociali e politici
di tre media peculiari: il computer, internet e il telefono mobile.
Come visto poco sopra, la storia del computer è ricca di spunti tratti dalla società in
cui i personal devices si sono sviluppati passando da mega strutture militari
governative a macchine personali e personalizzate. Il capitolo secondo analizza questa
relazione andando ad approfondire come le possibilità tecniche sviluppatesi a partire
dai mainframe si siano rapportate con gli utenti, con le loro esigenze e come questa
relazione abbia modificato il computer fino a renderlo dapprima un oggetto di consumo
e poi un device portatile, facendo la fortuna sia della Apple di Steve Jobs, sia della
Microsoft di Bill Gates. Due attori chiave dell’evoluzione del PC dal punto di vista
dell’hardware e del software e due figure centrali negli ultimi trent’anni anche
nell’interconnessione tra PC e gli altri media digitali a iniziare da internet, tema del
capitolo successivo.
3
BALBI, Gabriele, MAGAUDDA, Paolo, op. cit., pp. 29-30.
Diacronie. Studi di Storia Contemporanea
2
a cura di Luca Zuccolo
Il terzo capitolo, infatti, si concentra sullo sviluppo della rete internet da Arpanet
fino alle sue versioni odierne. Il capitolo propone un analisi del medium attraverso le
sei “ere”, della sua evoluzione «ognuna delle quali è caratterizzata da altrettante
influenze socio-culturali»4.
Queste ere, che si sviluppano dalla fine degli anni Cinquanta fino ad oggi, non
devono essere interpretate soltanto in termini diacronici e consecutivi, ma come
differenti dimensioni che si sono stratificate e che continuano a convivere le une
con le altre. Esse hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo politico,
economico e tecnologico di internet, contribuendo a co-costruire alcuni dei
significati ancora oggi alla base di ciò che definiamo come internet 5.
La rete come la conosciamo noi, tuttavia, non è l’unica e i due autori propongono un
interessante confronto tra due reti alternative: quella francese del Minitel e quella
cinese, basata su uno stretto controllo. Questi due esempi giustificano l’ampiezza e la
varietà della storia di internet analizzando aspetti centrifughi e non convenzionali,
chiarendo come la rete internet che noi usiamo e conosciamo sia solo una delle possibili
evoluzioni e varianti possibili.
Il quarto capitolo sposta l’attenzione su un altro media fondamentale per la nostra
società contemporanea e sempre più invasivo nei numeri e nelle sue funzioni tanto da
assorbire molte se non tutte le peculiarità dei due strumenti precedentemente descritti
in questo libro: il telefono mobile.
Gli autori non solo analizzano lo sviluppo del telefono portatile e dei suoi differenti
sviluppi in America ed in Europa, ma collegano questa evoluzione tecnica a peculiari
dinamiche socio-politiche che fecero rinunciare la AT&T, azienda monopolista delle
comunicazioni negli USA, a puntare sul nuovo dispositivo, così come permisero una sua
ampia diffusione in Europa grazie ad un vero e proprio “miracolo burocratico” quando
nel 1992 molti paesi si adeguarono alla rete gsm.
Infine, il quinto capitolo, descrive la digitalizzazione dei media analogici: musica,
stampa, cinema, fotografia, televisione e radio; ovvero l’interazione tra gli sviluppi
tecnologici descritti nei capitoli precedenti e questi sei settori della comunicazione e
della cultura6.
La digitalizzazione dei media analogici è descritta secondo due logiche di analisi. La
prima riconosce la digitalizzazione come un semplice processo tecnico e materiale che
Ibidem, p. 46.
Ibidem.
6 Ibidem, p. 100.
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5
3
Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità
trasforma i media classici in media digitali. La seconda, invece, analizza il più
complesso processo di “rimediazione” e riconfigurazione dei media analogici sia nei
contenuti che nelle loro pratiche culturali7. Un esempio su tutti è senza dubbio la nuova
stagione dei vinili a 33 giri che, pur restando un fenomeno di nicchia, stanno dando
nuova linfa a questo primigenio media musicale.
Il volume si conclude con un ultimo capitolo, I “miti fondativi” del digitale tra
rivoluzione e continuità, in cui i due autori – riprendendo quanto sostenuto lungo tutto
il saggio – propongono una loro visione dei miti sul digitale sulla rivoluzione digitale,
riconsiderandola alla luce di processi sociali e culturali molto più ampi.
I media hanno infatti prodotto conseguenze profonde e possono portare in futuro,
intrecciandosi con nuove istanze tecniche, culturali e sociali, a effettivi salti
nell’esperienza, nelle capacità o forse addirittura nell’antropologia umana. Ma,
d’altro canto, la logica della “cesura netta”, del cambio improvviso e repentino di
paradigma, è altrettanto fuorviante perché la comprensione dei cambiamenti socioculturali richiede di mettere nella prospettiva di una longue durée gli intrecci
tecnici, culturali e sociali nel campo dei media8.
Proponendo quindi il concetto di “rivoluzione conservativa” Balbi e Magaudda
concludono il loro lavoro offrendo in appendice una ricca bibliografia e una serie molto
utile di dati quantitativi sui media digitali che arricchiscono un volume adatto al grande
pubblico e fondamentale per gli studiosi di nuove tecnologie.
Nel mare magnum degli studi sui nuovi media il volume in oggetto si propone
come un utile strumento, di facile lettura, e dotato di quella profondità analitica che
consente al lettore di districarsi tra le molteplici teorie e ipotesi legate al mondo
digitale. Merito dei due autori, infatti, è quello di fare chiarezza su alcuni processi
storici ed evolutivi di questi media proponendo una visione innovativa degli stessi, non
più appiattita sui soli aspetti rivoluzionari e di cesura. Puntando, invece, sugli aspetti di
continuità e sulle molteplici articolazioni e relazioni culturali di questi media i due
autori
7
8
ci
propongono
un’analisi
storico-sociologica
di
grande
spessore.
Ibidem.
Ibidem, p. 151.
Diacronie. Studi di Storia Contemporanea
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a cura di Luca Zuccolo
* L’autore
Luca Zuccolo, dottore (PhD) in Storia Contemporanea del SUM di Napoli ha sviluppato una
ricerca sulle dinamiche di formazione dell'identità ottomana e di un discorso di tipo patriottico
durante il regno di Abdülhamid II (1880-1885) attraverso lo studio di fonti a stampa redatte in
lingua francese. Già dottore magistrale in Storia d’Europa (Bologna 2008), si è occupato dello
sviluppo della modernità durante l’ultimo secolo dell’Impero Ottomano, del confronto/scontro
tra modernità e tradizione in un contesto cosmopolita e allo sviluppo dei movimenti sociali che
hanno preparato l’avvento della società turca contemporanea.
URL: <www.studistorici.com/2010/12/01/luca-zuccolo >
Per citare questo articolo:
ZUCCOLO, Luca, «Recensione: Gabriele BALBI, Paolo MAGAUDDA, Storia dei media digitali. Rivoluzioni e
continuità, Roma-Bari, Laterza, 2014, XXI + 181 pp.», Diacronie. Studi di Storia Contemporanea: “Se creare è
definire”, 29/03/2016,
URL:< http://www.studistorici.com/2016/03/29/zuccolo_numero_25/ >
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