specie invasive

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specie invasive
Giuseppe Mazza
Dipartimento di Biologia evoluzionistica, Università di Firenze (UNIFI)
[email protected]
Le invasioni biologiche: una
minaccia per l'ambiente e la salute
umana.
SEMINARI PER GUARDIE FORESTALI E
ALTRI ADDETTI ALLA VIGILANZA
FAUNISTICO-VENATORIA E TERRITORIALE
2008
RARITY
LIFE
presentation
LIFE10 NAT/IT/000239
Impatti delle specie invasive
(1)
(2)
(3)
(4)
Alterano e/o distruggono gli ecosistemi;
influenzano il benessere di altre specie;
portano molte specie verso l’estinzione;
riducono la produttività in agricoltura e
acquacultura; e
(5) minacciano il benessere dell’uomo.
• Le specie invasive sono state definite “patogeni della
globalizzazione” (Bright 1999) e anche “inquinanti
biologici” (Elliot 2003).
• Al contrario delle sostanze chimiche, si riproducono, si
diffondono in modo autonomo e si possono
rapidamente adattare a cambiamenti dell’ambiente. Il
loro impatto può intensificarsi con il tempo, anche
quando l’introduzione si arresta.
• Provocano “omogeneizzazione” (mac-donaldizzazione)
degli ecosistemi. Secondo Rosenzweig (2001), questo
condurrà la Terra a un futuro “Omogocene”.
Impatti
• Specie:
– Ibridazione
– Trasmissione di parassiti e malattie
– Competizione (cibo e/o rifugi)
• Comunità
– Modificazione delle rete trofica
– Dominanza della comunità
• Ecosistemi
– Alterazione dell’habitat (i.e. modificazione delle
proprietà chimico-fisiche)
Ibridazione: contaminazione del genotipo nativo
Gambusia affinis e G. heterochir (in America del Nord)
(Courtney & Meffe 1989).
Salmonidi e tilapia (Hindar et al. 1991): alcuni artificiali.
Carassius auratus e C. carassius in U.K. (Hänfling et al. 2005).
Ibridazione ... (cont.)
Orconectes rusticus e O. propinquus in Wisconsin (da accoppiamenti
di femmine di O. rusticus e maschi di O. propinquus: progenie
feconda e competitiva) (Perry et al. 2001).
Ibridazione ... (cont.)
• Il gobbo della Giamaica Oxyura jamaicensis con l’autoctono gobbo
rugginoso Oxyura leucocephala (DAISIE 2009).
Ibridazione ... (cont.)
• Spartina densiflora (S America) e l’autoctona S. maritima (Castillo et
al. 2010).
I gamberi alloctoni
predazione
trasmissione
di parassiti
ibridazione
competizione
In laboratorio P. clarkii domina su A. pallipes ed è più forte !!!
Procambarus clarkii
Force (N)
40
30
20
10
0
5
10
15
20
25
30
25
30
Length of Major Chela (mm)
Austropotamobius italicus
Force (N)
40
30
20
10
0
5
10
15
20
Length of Major Chela (mm)
La forza esercitata dalle chele di
P. clarkii è maggiore di quella
esercitata dalle chele di uguali
dimensioni di A. italicus
(Gherardi & Cioni 2004).
IMPATTO A LIVELLO DI COMUNITA’/ECOSISTEMA
Robinia
pseudoacacia
Domina gli ecosistemi invasi (black locust).
Altera la disponibilità dei nutrienti grazie alla capacità di
stabilire simbiosi con batteri azoto-fissatori.
Il robusto e ben sviluppato apparato radicale può
danneggiare le infrastrutture.
Compete con le
specie autoctone
(semi
persistenti).
Impatians
glandulifera
Richiama più
impollinatori.
Tra le 100 peggiori
specie invasive al
mondo
Favorisce l’erosione
del suolo e altera il
regime idrico
(apparato radicale
modesto)
Riduce la biodiversità
autoctona, sostituendosi ad
altre specie erbacee
ruderali.
L’abbondante fioritura
primaverile esercita un forte
impatto estetico-paesaggistico.
Oxalis pes-caprae
Le foglie contengono grandi
quantità di ossalati tossici e
pericolosi per il bestiame.
E’ un’infestante dannosa in
agricoltura (riduce la
produzione).
Eichhornia crassipes
E’ ritenuta una delle piante acquatiche infestanti più dannose
sia dal punto di vista ecologico che da quello economico.
• Forma densi ed estesi tappeti galleggianti che:
– riducono i livelli di ossigeno e di luce (alterano
flora e fauna);
– impediscono agli uccelli acquatici la pesca;
– offrono rifugi per numerosi invertebrati (es,
zanzare portatrici di malaria);
– ostacolano il flusso idrico, la navigazione e le
attività di pesca;
– alterano i cicli di nutrienti.
Perca del Nilo nel Lago Vittoria:
semplificazione della rete trofica
A fric a n fis h
e a g le s
Sand
m a rtin s
K in g fis h e rs
C o rm o ra n ts
M AN
H a p lo c h ro m in e s
N o n - c ic h lid s
prima
H a p lo c h ro m in e s
H a p lo c h ro m in e s
H a p lo c h ro m in e s
N o n - c ic h lid s
dagaa
N o n -c ic h lid s
T ila p ia s
L a k e flie s
Z o o p la n k to n
M o llu s c s
H a p lo c h ro m in e s
P la n k to n / d e tritu s
A fric a n fis h
e a g le s
Sand
m a rtin s
K in g fis h e rs
C o rm o ra n ts
M A N
N ile p e r c h
dopo
S m a ll N ile p e r c h
N ile tila p ia
L a k e flie s
D agaa
Z o o p la n k to n
P la n k to n / d e tr itu s
C a r id in a
Cyprinus
carpio
• E’ una specie onnivora e
bentivora: ricerca il cibo sul fondo,
smuovendolo, e utilizza i barbigli
per localizzare il nutrimento.
• Incrementa la torbidità dell’acqua,
rendendola non potabile, riduce
l’abbondanza di macrofite,
consumandole o sradicandole dal
fondo, e altera la comunità di
macroinvertebrati.
•La scomparsa delle macrofite determina una riduzione drastica degli
habitat idonei per pesci e uccelli acquatici.
•E’ vettore di numerosi patogeni che possono colpire i Ciprinidi
autoctoni.
•La specie è stata inserita nella lista delle 100 peggiori specie invasive
nel mondo (www.issg.org).
La cozza zebrata Dreissena polymorpha
è un “ingegnere ecologico”
Aumenta la trasparenza dell’acqua
Diminuisce i solidi sospesi
Altera i cicli di N e P
Aumenta l’abbondanza di
pesci bentonici
Cambia composizione e
abbondanza del plankton
Cambia la comunità pelagica
Aumenta la copertura e
la profondità delle macrofite
Aumenta la durezza e la
rugosità del fondo
Altera la composizione
del sedimento
Cambia la comunità bentonica
Aumenta la produzione
di periphyton
Compete con
gli unionidi
Procambarus clarkii, in quanto onnivoro, produce
nuove reti trofiche. Induce “cascate trofiche”.
Mammiferi
Uccelli
Pesci predatori adulti
Pesci predatori giovani
Insetti predatori
Gamberi
adulti
Gamberi giovani
Anfibi
Invertebrati
erbivori
Molluschi
Periphyton
Microalghe
Detrito
Macrofite
Danni alla salute umana
Danni economici
Competizione
Predazione
Parassiti per le specie native
Distruzione dell’habitat
•Causa danni alla vegetazione acquatica (riduzione di alcune idrofite)
e l’estinzione della fauna associata a tali ambienti (uccelli acquatici).
•Sono stati registrati danni alle colture agricole (barbabietola da
zucchero, grano, mais).
•L’attività di scavo destabilizza gli argini dei corpi idrici, con
conseguente rischio di esondazioni (e aumento della torbidità).
•Può portare la leptospirosi.
•E’ stata inserita nella lista delle 100 peggiori specie invasive nel
mondo e nella lista delle 100 peggiori specie invasive in Europa.
Compete con le specie native
Le dense colonie alterano l’habitat
bentico (e quindi la comunità) e..
…otturano gli impianti
di raffreddamento
dell’acqua
Cordylophora
caspia
Tra le 100 peggiori
specie invasive in
Europa
I densi tappeti riducono la crescita delle
macrofite autoctone bentoniche.
Caulerpa
racemosa
Tra le 100
peggiori specie
invasive in
Europa
La comunità bentonica si modifica
drasticamente (più copepodi e
policheti).
Causano danni alla pesca (rovina le reti).
Impatto indiretto
Funzioni degli
ecosistemi e servizi
Impatto indiretto
Biodiversità
Approvvigionamento,
culturale, di sostegno, di
regolazione
Benessere
dell’uomo
Stile di vita adeguato
Salute
Sicurezza
Buone relazioni sociali
Libertà
Cambiamenti globali
Impatto diretto
Cicli
Uso del suolo
Clima
SPECIE INVASIVE
Millennium Ecosystem Assessment 2005, modificato
IMPATTO SULLA SALUTE
Impatti diretti
Facilitazione dell'esposizione umana a:
dA) PATOGENI
dB) TOSSINE, ecc
dC) METALLI PESANTI
dA1) Patogeni alieni diffusi dagli uomini, viaggiatori
e commercianti
Esempi tratti dalla storia: civiltà vulnerabili dal punto di
vista immunologico furono decimate dopo il contatto con i
commercianti, gli eserciti e i colonizzatori provenienti da
terre lontane, ad esempio:
•Ittiti dopo il contatto con gli egiziani (1000 a. C.)
•Aztechi e Incas dopo il contatto con i conquistadores
spagnoli (16 ° secolo)
Oggi, il più famoso è l’HIV (virus dell'immunodeficienza umana)
responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita
(AIDS)
Originato in Africa centrale e diffuso in tutte le parti abitate del
mondo dal 1980 a causa degli spostamenti umani, per via sessuale, via
ematica e dei tessuti, ecc.
dA2) Patogeni alieni diffusi tramite acqua di
zavorra delle navi
Il numero stimato di specie trasportate dalle acque di
zavorra è di 10.000 in 1 ora.
• Nel 1991, un'epidemia di colera in Perù ha causato la
morte di più di 10.000 persone dopo l'infezione di acqua
potabile da Vibrio cholerae (Bright 1998).
• Dal 1992, V. cholerae è stato trovato nei serbatoi delle
navi da carico nei porti degli Stati Uniti provenienti dal Sud
America (Brasile, Colombia, Cile e Puerto Rico) (Takahashi
et. al. 2008).
• Batteri enterici sono stati trovati anche nei ghiacci
antartici.
dA3) Patogeni alieni/nativi diffusi da specie
aliene che fungono da vettori
La storia riporta tre ondate di dispersione di zanzare, insetti vettori di
malattie umane, favorite dall’uomo, seguite da dispersione naturale degli
adulti su lunga distanza.
Il riscaldamento globale ha l'effetto di ampliare la distribuzione geografica
(altitudine e latitudine): la sopravvivenza, la dimensione, il comportamento
alimentare, la longevità e l’ incubazione del patogeno all’interno del corpo
della zanzara dipendono dalla temperatura.
Terza ondata: invasione della zanzara tigre
Aedes albopictus
Introdotta (avendo uova resistenti al disseccamento) dal sudest asiatico attraverso il commercio di pneumatici usati.
In Italia nel porto di Genova nel 1990.
Vettore di flavivirus responsabili della febbre dengue e altri
arbovirus (virus trasmessi agli uomini da artropodi).
Compete con altre specie di zanzare, per es A. aegypti,
probabilmente come risultato della competizione per le risorse,
interferenze chimiche e di accoppiamento e ritardi nella
deposizione delle uova (Juliano & Loubinos 2005).
An outbreak of chikungunya fever in the province of
Ravenna, Italy
Epidemia iniziata a Luglio e conclusa a Settembre 2007; in
totale 247 casi probabili/confermati, da 4 province (Ravenna,
Forlì-Cesena, Rimini, Bologna).
Origine dell’epidemia, persona infetta proveniente dall’India in
giugno.
“The occurence of an outbreak of CHIKV infection in a country with temperate
climate emphasises that predicted globalisation of human beings and vectors
has become a reality. To promptly identify new potential threats that were
previously restricted to tropical areas clinical and diagnostic capacities have to
be developed in countries with a temperate climate and which vectrors of exotic
diseases already circulate”
Rezza G, The Lancet 2007.
Altre specie aliene come vettori di patogeni
Ratti e topi sono specie aliene in Gran Bretagna. Rattus rattus è
stato il vettore della peste bubbonica (Death Black, Yersinia pestis)
nel Medioevo. Rattus norvegicus funge da serbatoio di batteri e
protozoi come Salmonella, Yersinia spp. e Cryptosporidium parvum
(White & Harris 2002).
Lymnaea columella, originaria del Nord America e importata
attraverso il commercio di materiale per acquariofilia in Sud Africa,
è diventato un ospite intermedio dei trematodi Fasciola hepatica e
F. gigantica (Lach et al. 2002).
Altre specie aliene come vettori di patogeni
Rettili, importati come animali da compagnia anche tramite il
commercio online, possono essere vettori di zecche, per
esempio Amblyomma marmoreum e A. sparsum, gli agenti
della cowdriosi, una malattia letale per il bestiame e per i
cervi e talvolta anche per gli esseri umani.
• Le tartarughe, pet famosi ormai in tutto il mondo, sono anche
importanti vettori di Salmonella e questi rettili sono stati
spesso segnalati come responsabili della salmonellosi negli
esseri umani, specialmente nei bambini (vedi anche
Woodward et al 1997;. Souza 2009).
dA4) Specie aliene come habitat per vettori di
patogeni
In Africa orientale, l'arbusto neotropicale, Lantana camara, offre
riparo alla mosca tse-tse. L'incidenza della malattia del sonno negli
animali selvatici e domestici e negli esseri umani è in aumento
(Mack et al. 2000).
In Africa orientale, il giacinto d'acqua offre rifugio alla lumaca,
Biomphalaria sudanica, ospite intermedio di Schistosoma mansoni
con incremento della bilharziosi (Plummer 2005).
dB) Le specie aliene facilitano l’esposizione
dell’uomo alle tossine, etc.
• Il panace gigante (Heracleum mantegazzianum) è nativo
della regione del Caucaso e dell'Asia centrale e invasivo in
Australia, Stati Uniti ed Europa (Italia compresa).
• E’ una pianta fototossica.
• La sua linfa può causare fitofotodermatosi quando la pelle
viene esposta ai raggi UV.
• Piccole quantità di linfa negli occhi possono portare alla
cecità.
• In Germania, ci sono stati circa 16.000 vittime nel 2003.
dB1) Piante aliene tossiche
Nicotiana glauca (albero della senape o albero del tabacco
brasiliano) originario della Bolivia e dell'Argentina, si è naturalizzato
in Algeria, Corsica, Creta, Isole del Mar Egeo orientale, Egitto,
Francia, Gibilterra, Grecia, Italia, Libia. Tutte le parti della pianta
sono velenose.
Robinia pseudoacacia (robinia) dagli Stati Uniti è stata introdotta
in Francia nel 1601. E’ la seconda specie più coltivata in tutto il
mondo per il suo uso plurimo (stabilizzazione di terreni,
ornamentale, produzione di legno, produzione di miele). Corteccia,
foglie giovani e semi contengono la robina, un fitotossina.
dB1) Invasione atmosferica di pollini alieni nel
Mediterraneo
Del polline raccolto in 7 siti in Catalogna (Spagna) durante 13
anni, il 20% dei 27 taxa campionati in volo erano alieni e il 50%
di loro erano allergenici (vs. 29% dei taxa nativi) (Belmonte e
Vilà 2004).
Taxa alieni con pollini allergenici (che causano rinite,
congiuntivite, asma) sono: Acacia, Acer, Casuarina, Eucalyptus,
Helianthus, Moraceae, Platanus e Xanthum.
dB1) Fitoplancton
Ca. 1% del fitoplancton produce biotossine che possono entrare
nella catena alimentare e causare vari tipi di intossicazione
alimentare nell'uomo con sindromi amnesiche, diarroiche e
paralitiche.
Avvelenamento paralitico da molluschi è causato da un gruppo
di neurotossine associate a ca. 11 specie di dinoflagellati marini. Le
tossine agiscono bloccando i canali del sodio della membrana postsinaptica, con conseguente paralisi e morte.
Gli esseri umani sono più spesso esposti alle tossine attraverso il
consumo di molluschi bivalvi che hanno filtrato dinoflagellati tossici.
Dinoflagellati marini tossici vengono trasferiti in tutto il
mondo tramite le acque di zavorra delle navi o tramite
l'importazione dei molluschi
1970
1990
(Hallegraeff 1998)
dB1) Animali alieni tossici: il pesce palla
Il pesce palla Lagocephalus sceleratus è una specie lessepsiana.
La sua pelle, gli organi interni e, occasionalmente, i muscoli
contengono tetrodotossina, una delle più temibili tossine che
causano la morte nel 60% dei consumatori.
Il pesce palla è una prelibatezza in Giappone (fugu). In Egitto, il suo
uso a scopo commerciale è vietato, ma i pesci palla sono illegalmente
pescati e consumati (Sabrah et al. 2006).
dB1) Animali alieni urticanti:
la medusa Rhopilema nomadica
Le meduse aliene costituiscono un’altra minaccia alla salute
dell’uomo; la Rhopilema nomadica è una specie lessepsiana
nociva ai bagnanti e per questo ha un impatto anche sul
turismo (Galil & Zenetos 2002).
dB1) Ragni alieni invadono l’Europa
•87 specie di ragni aliene si sono spostate verso l'Europa negli
ultimi 150 anni, tra cui anche specie pericolose per l’uomo
(Kobelt & Nentwig 2008).
Intercettato a Civitavecchia, all’interno del progetto PASAL
dB1)
Harmonia axyridis
detta comunemente coccinella arlecchino,
è un coleottero di origine asiatica introdotto per il controllo
biologico
Danni all’uomo (De Clercq et al. 2011):
•Possono rilasciare la loro emolinfa, che genera vistose macchie
sulle pareti esterne delle abitazioni. Se invece si rifugiano
all’interno dei mobili, le coccinelle danneggiano l’arredo, le
tende e gli abiti.
•Inoltre, l’emolinfa contiene sostanze allergene come l’Hara 1 e
2, che in soggetti sensibili possono provocare rinite, asma,
congiuntivite e orticaria.
•Riportati anche casi di morsi.
dB2) Specie aliene come bio-accumulatori di tossine
Concentration (ng g-1)
.
Procambarus clarkii accumula, soprattutto a livello intestinale, alte
concentrazioni di microcistina (Tricarico et al. 2008). Le microcistine
sono epatotossine e probabili promotori tumorali prodotte da alcuni
ceppi del cianobatterio Microcystis aeruginosa.
1.0
0.8
0.6
a
0.4
b
b
0.2
c
0.0
Intestine
Hepatopancreas
Stomach
Abdomen
dC) Le specie aliene facilitano l’esposizione dell’uomo
ai metalli pesanti
Procambarus clarkii (in arancione) accumula nell’epatopancreas una più
alta concentrazione di metalli pesanti (eccetto Cd) rispetto alle specie
indigene Austropotamobius pallipes e Potamon fluviatile (Gherardi et al.
2002).
Concentration (µg/g dry weight)
5000
4000
3000
2000
1000
0
Cu
A. pallipes (n = 10)
Fe
P. clarkii (n = 5)
Mn
P. fluviatile (n = 7)
Zn
Impatti indiretti
iA) sulla fornitura dei servizi offerti dagli ecosistemi
iA1) Le specie aliene riducono la produzione delle
colture
Le specie invasive costano al settore agricolo 10 miliardi di US $ per
anno, riducendo i raccolti a causa delle malattie e dell’uso di pesticidi
(Pimentel et al. 2000).
Il cambiamento climatico, tra cui il riscaldamento globale,
aumenteranno gli attacchi delle malattie delle piante in tutto il mondo
(Pimentel 2002).
Nel Regno Unito, il 74% dei patogeni delle piante sono specie aliene.
La maggior parte sono state introdotte con i semi. La perdita
economica dovuta ai patogeni alieni ammonta a ca. 2 miliardi di dollari
per anno (Pimentel 2002).
Nel Regno Unito, il patogeno delle piante più diffuso è la malattia
del Luppolo, Erwinia amylovora, un batterio originario del Nord
America che attacca Chaenorneles, Cotoneaster, Cretaegus, Cydonia,
Malus, Pyracantha, Pyrus, Sorbus e Stranvaesia.
La lumaca d’oro Pomacea canaliculata
Introdotta nelle Filippine dal Sud America nel 1980 per aumentare
il reddito delle popolazioni locali con la speranza di guadagnare dal
mercato di esportazione delle "escargot".
Le lumache fuggirono dagli allevamenti creando gravi danni su
oltre 426.000 ettari di risaie nel 1988 (Acosta & Pullin 1991). I costi
vanno da 27,8-45,3 milioni di US $ nel 1990.
Noto esempio dell’"effetto Frankenstein".
iA2) Le specie aliene riducono la produzione nelle
acque dolci
Anguillicola crassus, parassita delle anguille. Endoparassita
dell’anguilla giapponese Anguilla japonicus, e nel nuovo
ambiente, dell’europea A. anguilla. Ha contribuito al declino degli
stock di anguilla.
Gyrodactylus salaris, fasciola del salmone (Platelminta).
Ectoparassita, danneggia la pelle e porta infezioni. In Norvegia, la
perdita annuale delle aziende di salmone ammonta a 250-500 t.
Nel 1990, l'eradicazione (costo: Euro 151.694) è fallita
miseramente.
Pseudorasbora parva, (Osteichthyes). Essendo un vettore di
malattie infettive (compreso lo Spherotecum destruens), minaccia
i pesci selvatici e di allevamento in Europa.
L’oomicete Aphanomyces astaci, l’agente patogeno della
peste del gambero
In Svezia dal 1960 il decremento del 50% nella produzione del gambero
nobile Astacus astacus comporta una spesa di US $ 150.000 all’anno per
importare gamberi.
1987
1893
1907
1928
1987
1894
1981
1880
1875
1860
1900
1958
1982
From USA
1890
iA2) Le specie aliene riducono la produzione
nell’acquacultura del Mediterraneo (IMPASSE 2008)
Bonamia ostreae, un protozoo, è stato introdotto in Bretagna (Francia)
nel 1979 con ostriche prodotte negli allevamenti californiani.
Bonamia si è diffuso in Bretagna nel 1979-1980. Nel Mar
Mediterraneo, è stato rilevato nel 1987 nella laguna di Thau su ostriche
allevate. Nel 1988 il parassita è stato isolato da ostriche selvatiche
raccolte nel porto di Sète, collegato con la laguna.
La Bonamiosi si sta ora diffondendo lungo tutta la costa mediterranea.
Le perdite dovute alla malattia sono superiori all’ 80% della
produzione.
iA2) L’acaro delle api, Varroa spp.
Varroa spp., originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in
Europa e dall'Europa in altri paesi con l’apicoltura (tranne
l'Australia) attraverso il commercio di api infette.
L'acaro si nutre delle pupe, uccidendole o creando adulti
deformi.
In Nuova Zelanda, l’ultima introduzione del 1990 di Varroa
jacobsoni influenza il commercio di api della nazione per 1,8
milioni di dollari all’anno, e anche l'immagine della Nuova Zelanda
come paese "pulito", perché Varroa diminuisce l'impollinazione.
Il costo per anno è di US $ 400-900.000.000 (industrie del miele,
delle api e impollinazione) (Cook et al. 2002).
iA3) Le specie aliene danneggiano le infrastrutture
La cozza zebrata, Dreissena polymorpha
In Nord America costo di US$ 800,000 per impianto per anno
(O'Neill 1997). Costo totale nei Grandi Laghi di US$ 2-4
miliardi per anno.
Zebra mussels (No. m-2)
Unionid mussels (No. m-2)
Lake St. Clair
..ma …le specie aliene giocano un ruolo importante
nell’economia e nella cultura di tanti paesi…
Oltre il 70% del cibo prodotto nel mondo proviene da solo nove colture
(grano, mais, riso, patata, orzo, manioca, soia, canna da zucchero e avena),
ognuna delle quali è coltivata ben oltre il suo areale di distribuzione
originario (Ewel et al. 1999 ).
Oltre l'85% delle piantagioni forestali sono costituite da solo tre generi di
piante (Eucalyptus, Pinus e Tectona).
iA4) Le specie aliene riducono l’approvvigionamento
di acqua dolce
Nella Provincia del Capo in Sud Africa, l'invasione di alberi
con un consumo di acqua elevato (Eucalyptus, Acacia e
Hakea spp.) ha portato a notevoli perdite d'acqua (3 x 109 m3
per anno) (Mack et al. 2000).
La produzione agricola è stato ridotta e molte specie di
piante endemiche sono minacciate di estinzione.
Impatti indiretti
iB) sul sostenere e regolare i servizi offerti dagli
ecosistemi
iB1) Le specie aliene cambiano la produzione primaria
e il ciclo dei nutrienti
In Nuova Zelanda, l’introduzione della trota fario (Salmo trutta), che
si nutre di invertebrati, ha portato ad una crescita smisurata di
alghe (Townsend 1996).
Nel lago Ontario, l’introduzione del cladocero Cercopagis pengoi
che si nutre di zooplancton, ha portato inevitabilmente all’aumento
del fitoplancton (Laxson et al. 2003).
iB3) Le specie aliene influenzano il clima e il
clima influenza le specie aliene
In Brasile, la conversione delle foreste in terreni agricoli e pascoli è
stata effettuata con erbacee africane (Melinis minutiflora,
Hyparrhenia rufa, Panicum spp. e Rhynchelytrum repens).
Dal 1991 le zone deforestate coprono 426.000 km2. Le praterie
contengono molta meno biomassa vegetale rispetto alle foreste
native e assorbono meno anidride carbonica.
Se si continua con la conversione in pascoli si aumenta l'accumulo
di anidride carbonica nell'atmosfera e si può potenzialmente
influenzare il clima globale.
Meno evapotraspirazione si potrebbe tradurre in una maggiore
perdita di calore convettivo e in aumento della temperatura
dell'aria.
iB4) Le specie aliene diminuiscono la protezione
contro i rischi naturali
Nelle Everglades, in Florida, Malaleuca quinquenervia, nativa
dell’Australia, favorisce gli incendi: produce materiale
infiammabile e secca rapidamente (Mack et al 2000).
iB5) Le specie aliene riducono la qualità delle acque:
Procambarus clarkii
Procambarus clarkii influenza la qualità delle acque 1) risospende i
sedimenti 2) ricicla i nutrienti (Angeler et al. 2001).
Le conseguenze sono: aumento della torbidità dell’acqua, riduzione
della luce che riesce a penetrare, ridotta produttività delle piante
bentoniche.
Nutrients
Particle bound
nutrient release
Burrowing
Walking
Tail flipping
Foraging
Organic matter
recycling
Sediment
resuspension
Nutrients
Impatti indiretti
iC) sui servizi culturali offerti dall’ecosistema
iC1) Le specie aliene diminuiscono il valore estetico
della natura a causa dell’omogeinizzazione biotica e
dell’estinzione di specie indigene
Il contatto con la ricchezza e la varietà degli ecosistemi può essere di
beneficio per la salute fisica e mentale.
Questo può aiutare nella prevenzione e nel trattamento della depressione,
delle tossicodipendenze e disturbi comportamentali.
Wilson (1984) suggerisce che gli esseri umani hanno una
predisposizione genetica ad apprezzare la diversità biologica (biofilia).
La biodiversità agirebbe come un tampone nei confronti delle catastrofi
ambientali e della fame.
iC3) Le specie aliene diminuiscono la sicurezza
“Terrorists […] could use invasive species as an asymmetric
method of attack to weaken the country by inflicting
tremendous economic and psychological damage.” (Pratt 2004)
Spore di antrace all’interno delle lettere postali, sono state
utilizzate per bioterrorismo nel 2001 (Bacillus anthracis) negli
attacchi contro gli Stati Uniti.
Impatti ritardati nello spazio e nel tempo
ddA) Emigrazione,
ddB) Adattamento e gestione inappropriata
ddA1) Le emigrazioni umane
Il fungo (Phytophtora infestans) ha raggiunto l'Irlanda nel 1845, ha
causato la perdita dell’80% delle colture di patata (Grande Carestia,
1845-1849).
Circa il 25% della popolazione irlandese è morta di fame e 8 milioni
sono emigrati negli Stati Uniti (Pimentel 2002).
Uno di loro era il bisnonno di JFK, ma molti hanno perso la vita.
ddB1) Impatto ritardato dovuto ad una gestione inadeguata:
la produzione si basa su "monocolture" di alieni
Nel lago Vittoria, la pesca della perca del Nilo si è drasticamente
ridotta a causa della pesca eccessiva, dell’invasione del giacinto
d'acqua e della proliferazione delle alghe.
Dieci fabbriche hanno chiuso (2008) e le restanti 25 stanno
operando al di sotto della loro capacità.
ddB2) Impatto ritardato a causa di una gestione
inappropriata: la gestione delle specie aliene senza le
dovute conoscenze ecologiche
Humans “can always be counted on to do the right
thing - after they have exhausted all other
possibilities.“
Winston Churchill
A caricature of Pasteur’s proposal to control rabbits by using the chicken
cholera bacillus (The Tribune 1888)
Il coniglio europeo nell’Isola Macquarie, patrimonio
dell’umanità
Gatti e conigli sono stati introdotti nel 19° secolo.
Un programma di eradicazione del coniglio (Mixoma virus) è
iniziato nel 1968 e terminato nel 1984 senza una completa
eradicazione.
Un programma di eradicazione del gatto è iniziato nel 1985 e si è
concluso con successo nel 2000.
Senza il controllo del gatto, i conigli sono aumentati di numero e
in 5 anni hanno distrutto tutta la vegetazione (Bergstrom et al.
2009).
Il governo australiano ha stanziato AUS $ 24 milioni per risolvere
il problema.
Il Vietnam dell’entomologia
La campagna per eliminare le formiche del fuoco (Solenopsis
invicta e S. richteri) dal sud degli Stati Uniti è durato 20 anni con un
costo di 200 milioni di US $; le formiche hanno invaso nuovamente
le aree libere da insetticidi e molto più velocemente delle formiche
indigene (Mack et al. 2000).
ddB3) Impatto ritardato dovuto ad una gestione
inadeguata: l’abuso dei biocidi chimici
In Brasile, quasi tutti i pesticidi sono venduti per il controllo di
agenti patogeni alieni (Lobo 2002).
Nel 1999, i pesticidi agricoli sono stati responsabili di 35.000
casi di intossicazione.
Questa stima non include gli effetti dovuti alla persistenza
delle sostanze chimiche nell'ambiente a lungo termine.
Grazie!