specie invasive
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Giuseppe Mazza Dipartimento di Biologia evoluzionistica, Università di Firenze (UNIFI) [email protected] Le invasioni biologiche: una minaccia per l'ambiente e la salute umana. SEMINARI PER GUARDIE FORESTALI E ALTRI ADDETTI ALLA VIGILANZA FAUNISTICO-VENATORIA E TERRITORIALE 2008 RARITY LIFE presentation LIFE10 NAT/IT/000239 Impatti delle specie invasive (1) (2) (3) (4) Alterano e/o distruggono gli ecosistemi; influenzano il benessere di altre specie; portano molte specie verso l’estinzione; riducono la produttività in agricoltura e acquacultura; e (5) minacciano il benessere dell’uomo. • Le specie invasive sono state definite “patogeni della globalizzazione” (Bright 1999) e anche “inquinanti biologici” (Elliot 2003). • Al contrario delle sostanze chimiche, si riproducono, si diffondono in modo autonomo e si possono rapidamente adattare a cambiamenti dell’ambiente. Il loro impatto può intensificarsi con il tempo, anche quando l’introduzione si arresta. • Provocano “omogeneizzazione” (mac-donaldizzazione) degli ecosistemi. Secondo Rosenzweig (2001), questo condurrà la Terra a un futuro “Omogocene”. Impatti • Specie: – Ibridazione – Trasmissione di parassiti e malattie – Competizione (cibo e/o rifugi) • Comunità – Modificazione delle rete trofica – Dominanza della comunità • Ecosistemi – Alterazione dell’habitat (i.e. modificazione delle proprietà chimico-fisiche) Ibridazione: contaminazione del genotipo nativo Gambusia affinis e G. heterochir (in America del Nord) (Courtney & Meffe 1989). Salmonidi e tilapia (Hindar et al. 1991): alcuni artificiali. Carassius auratus e C. carassius in U.K. (Hänfling et al. 2005). Ibridazione ... (cont.) Orconectes rusticus e O. propinquus in Wisconsin (da accoppiamenti di femmine di O. rusticus e maschi di O. propinquus: progenie feconda e competitiva) (Perry et al. 2001). Ibridazione ... (cont.) • Il gobbo della Giamaica Oxyura jamaicensis con l’autoctono gobbo rugginoso Oxyura leucocephala (DAISIE 2009). Ibridazione ... (cont.) • Spartina densiflora (S America) e l’autoctona S. maritima (Castillo et al. 2010). I gamberi alloctoni predazione trasmissione di parassiti ibridazione competizione In laboratorio P. clarkii domina su A. pallipes ed è più forte !!! Procambarus clarkii Force (N) 40 30 20 10 0 5 10 15 20 25 30 25 30 Length of Major Chela (mm) Austropotamobius italicus Force (N) 40 30 20 10 0 5 10 15 20 Length of Major Chela (mm) La forza esercitata dalle chele di P. clarkii è maggiore di quella esercitata dalle chele di uguali dimensioni di A. italicus (Gherardi & Cioni 2004). IMPATTO A LIVELLO DI COMUNITA’/ECOSISTEMA Robinia pseudoacacia Domina gli ecosistemi invasi (black locust). Altera la disponibilità dei nutrienti grazie alla capacità di stabilire simbiosi con batteri azoto-fissatori. Il robusto e ben sviluppato apparato radicale può danneggiare le infrastrutture. Compete con le specie autoctone (semi persistenti). Impatians glandulifera Richiama più impollinatori. Tra le 100 peggiori specie invasive al mondo Favorisce l’erosione del suolo e altera il regime idrico (apparato radicale modesto) Riduce la biodiversità autoctona, sostituendosi ad altre specie erbacee ruderali. L’abbondante fioritura primaverile esercita un forte impatto estetico-paesaggistico. Oxalis pes-caprae Le foglie contengono grandi quantità di ossalati tossici e pericolosi per il bestiame. E’ un’infestante dannosa in agricoltura (riduce la produzione). Eichhornia crassipes E’ ritenuta una delle piante acquatiche infestanti più dannose sia dal punto di vista ecologico che da quello economico. • Forma densi ed estesi tappeti galleggianti che: – riducono i livelli di ossigeno e di luce (alterano flora e fauna); – impediscono agli uccelli acquatici la pesca; – offrono rifugi per numerosi invertebrati (es, zanzare portatrici di malaria); – ostacolano il flusso idrico, la navigazione e le attività di pesca; – alterano i cicli di nutrienti. Perca del Nilo nel Lago Vittoria: semplificazione della rete trofica A fric a n fis h e a g le s Sand m a rtin s K in g fis h e rs C o rm o ra n ts M AN H a p lo c h ro m in e s N o n - c ic h lid s prima H a p lo c h ro m in e s H a p lo c h ro m in e s H a p lo c h ro m in e s N o n - c ic h lid s dagaa N o n -c ic h lid s T ila p ia s L a k e flie s Z o o p la n k to n M o llu s c s H a p lo c h ro m in e s P la n k to n / d e tritu s A fric a n fis h e a g le s Sand m a rtin s K in g fis h e rs C o rm o ra n ts M A N N ile p e r c h dopo S m a ll N ile p e r c h N ile tila p ia L a k e flie s D agaa Z o o p la n k to n P la n k to n / d e tr itu s C a r id in a Cyprinus carpio • E’ una specie onnivora e bentivora: ricerca il cibo sul fondo, smuovendolo, e utilizza i barbigli per localizzare il nutrimento. • Incrementa la torbidità dell’acqua, rendendola non potabile, riduce l’abbondanza di macrofite, consumandole o sradicandole dal fondo, e altera la comunità di macroinvertebrati. •La scomparsa delle macrofite determina una riduzione drastica degli habitat idonei per pesci e uccelli acquatici. •E’ vettore di numerosi patogeni che possono colpire i Ciprinidi autoctoni. •La specie è stata inserita nella lista delle 100 peggiori specie invasive nel mondo (www.issg.org). La cozza zebrata Dreissena polymorpha è un “ingegnere ecologico” Aumenta la trasparenza dell’acqua Diminuisce i solidi sospesi Altera i cicli di N e P Aumenta l’abbondanza di pesci bentonici Cambia composizione e abbondanza del plankton Cambia la comunità pelagica Aumenta la copertura e la profondità delle macrofite Aumenta la durezza e la rugosità del fondo Altera la composizione del sedimento Cambia la comunità bentonica Aumenta la produzione di periphyton Compete con gli unionidi Procambarus clarkii, in quanto onnivoro, produce nuove reti trofiche. Induce “cascate trofiche”. Mammiferi Uccelli Pesci predatori adulti Pesci predatori giovani Insetti predatori Gamberi adulti Gamberi giovani Anfibi Invertebrati erbivori Molluschi Periphyton Microalghe Detrito Macrofite Danni alla salute umana Danni economici Competizione Predazione Parassiti per le specie native Distruzione dell’habitat •Causa danni alla vegetazione acquatica (riduzione di alcune idrofite) e l’estinzione della fauna associata a tali ambienti (uccelli acquatici). •Sono stati registrati danni alle colture agricole (barbabietola da zucchero, grano, mais). •L’attività di scavo destabilizza gli argini dei corpi idrici, con conseguente rischio di esondazioni (e aumento della torbidità). •Può portare la leptospirosi. •E’ stata inserita nella lista delle 100 peggiori specie invasive nel mondo e nella lista delle 100 peggiori specie invasive in Europa. Compete con le specie native Le dense colonie alterano l’habitat bentico (e quindi la comunità) e.. …otturano gli impianti di raffreddamento dell’acqua Cordylophora caspia Tra le 100 peggiori specie invasive in Europa I densi tappeti riducono la crescita delle macrofite autoctone bentoniche. Caulerpa racemosa Tra le 100 peggiori specie invasive in Europa La comunità bentonica si modifica drasticamente (più copepodi e policheti). Causano danni alla pesca (rovina le reti). Impatto indiretto Funzioni degli ecosistemi e servizi Impatto indiretto Biodiversità Approvvigionamento, culturale, di sostegno, di regolazione Benessere dell’uomo Stile di vita adeguato Salute Sicurezza Buone relazioni sociali Libertà Cambiamenti globali Impatto diretto Cicli Uso del suolo Clima SPECIE INVASIVE Millennium Ecosystem Assessment 2005, modificato IMPATTO SULLA SALUTE Impatti diretti Facilitazione dell'esposizione umana a: dA) PATOGENI dB) TOSSINE, ecc dC) METALLI PESANTI dA1) Patogeni alieni diffusi dagli uomini, viaggiatori e commercianti Esempi tratti dalla storia: civiltà vulnerabili dal punto di vista immunologico furono decimate dopo il contatto con i commercianti, gli eserciti e i colonizzatori provenienti da terre lontane, ad esempio: •Ittiti dopo il contatto con gli egiziani (1000 a. C.) •Aztechi e Incas dopo il contatto con i conquistadores spagnoli (16 ° secolo) Oggi, il più famoso è l’HIV (virus dell'immunodeficienza umana) responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) Originato in Africa centrale e diffuso in tutte le parti abitate del mondo dal 1980 a causa degli spostamenti umani, per via sessuale, via ematica e dei tessuti, ecc. dA2) Patogeni alieni diffusi tramite acqua di zavorra delle navi Il numero stimato di specie trasportate dalle acque di zavorra è di 10.000 in 1 ora. • Nel 1991, un'epidemia di colera in Perù ha causato la morte di più di 10.000 persone dopo l'infezione di acqua potabile da Vibrio cholerae (Bright 1998). • Dal 1992, V. cholerae è stato trovato nei serbatoi delle navi da carico nei porti degli Stati Uniti provenienti dal Sud America (Brasile, Colombia, Cile e Puerto Rico) (Takahashi et. al. 2008). • Batteri enterici sono stati trovati anche nei ghiacci antartici. dA3) Patogeni alieni/nativi diffusi da specie aliene che fungono da vettori La storia riporta tre ondate di dispersione di zanzare, insetti vettori di malattie umane, favorite dall’uomo, seguite da dispersione naturale degli adulti su lunga distanza. Il riscaldamento globale ha l'effetto di ampliare la distribuzione geografica (altitudine e latitudine): la sopravvivenza, la dimensione, il comportamento alimentare, la longevità e l’ incubazione del patogeno all’interno del corpo della zanzara dipendono dalla temperatura. Terza ondata: invasione della zanzara tigre Aedes albopictus Introdotta (avendo uova resistenti al disseccamento) dal sudest asiatico attraverso il commercio di pneumatici usati. In Italia nel porto di Genova nel 1990. Vettore di flavivirus responsabili della febbre dengue e altri arbovirus (virus trasmessi agli uomini da artropodi). Compete con altre specie di zanzare, per es A. aegypti, probabilmente come risultato della competizione per le risorse, interferenze chimiche e di accoppiamento e ritardi nella deposizione delle uova (Juliano & Loubinos 2005). An outbreak of chikungunya fever in the province of Ravenna, Italy Epidemia iniziata a Luglio e conclusa a Settembre 2007; in totale 247 casi probabili/confermati, da 4 province (Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna). Origine dell’epidemia, persona infetta proveniente dall’India in giugno. “The occurence of an outbreak of CHIKV infection in a country with temperate climate emphasises that predicted globalisation of human beings and vectors has become a reality. To promptly identify new potential threats that were previously restricted to tropical areas clinical and diagnostic capacities have to be developed in countries with a temperate climate and which vectrors of exotic diseases already circulate” Rezza G, The Lancet 2007. Altre specie aliene come vettori di patogeni Ratti e topi sono specie aliene in Gran Bretagna. Rattus rattus è stato il vettore della peste bubbonica (Death Black, Yersinia pestis) nel Medioevo. Rattus norvegicus funge da serbatoio di batteri e protozoi come Salmonella, Yersinia spp. e Cryptosporidium parvum (White & Harris 2002). Lymnaea columella, originaria del Nord America e importata attraverso il commercio di materiale per acquariofilia in Sud Africa, è diventato un ospite intermedio dei trematodi Fasciola hepatica e F. gigantica (Lach et al. 2002). Altre specie aliene come vettori di patogeni Rettili, importati come animali da compagnia anche tramite il commercio online, possono essere vettori di zecche, per esempio Amblyomma marmoreum e A. sparsum, gli agenti della cowdriosi, una malattia letale per il bestiame e per i cervi e talvolta anche per gli esseri umani. • Le tartarughe, pet famosi ormai in tutto il mondo, sono anche importanti vettori di Salmonella e questi rettili sono stati spesso segnalati come responsabili della salmonellosi negli esseri umani, specialmente nei bambini (vedi anche Woodward et al 1997;. Souza 2009). dA4) Specie aliene come habitat per vettori di patogeni In Africa orientale, l'arbusto neotropicale, Lantana camara, offre riparo alla mosca tse-tse. L'incidenza della malattia del sonno negli animali selvatici e domestici e negli esseri umani è in aumento (Mack et al. 2000). In Africa orientale, il giacinto d'acqua offre rifugio alla lumaca, Biomphalaria sudanica, ospite intermedio di Schistosoma mansoni con incremento della bilharziosi (Plummer 2005). dB) Le specie aliene facilitano l’esposizione dell’uomo alle tossine, etc. • Il panace gigante (Heracleum mantegazzianum) è nativo della regione del Caucaso e dell'Asia centrale e invasivo in Australia, Stati Uniti ed Europa (Italia compresa). • E’ una pianta fototossica. • La sua linfa può causare fitofotodermatosi quando la pelle viene esposta ai raggi UV. • Piccole quantità di linfa negli occhi possono portare alla cecità. • In Germania, ci sono stati circa 16.000 vittime nel 2003. dB1) Piante aliene tossiche Nicotiana glauca (albero della senape o albero del tabacco brasiliano) originario della Bolivia e dell'Argentina, si è naturalizzato in Algeria, Corsica, Creta, Isole del Mar Egeo orientale, Egitto, Francia, Gibilterra, Grecia, Italia, Libia. Tutte le parti della pianta sono velenose. Robinia pseudoacacia (robinia) dagli Stati Uniti è stata introdotta in Francia nel 1601. E’ la seconda specie più coltivata in tutto il mondo per il suo uso plurimo (stabilizzazione di terreni, ornamentale, produzione di legno, produzione di miele). Corteccia, foglie giovani e semi contengono la robina, un fitotossina. dB1) Invasione atmosferica di pollini alieni nel Mediterraneo Del polline raccolto in 7 siti in Catalogna (Spagna) durante 13 anni, il 20% dei 27 taxa campionati in volo erano alieni e il 50% di loro erano allergenici (vs. 29% dei taxa nativi) (Belmonte e Vilà 2004). Taxa alieni con pollini allergenici (che causano rinite, congiuntivite, asma) sono: Acacia, Acer, Casuarina, Eucalyptus, Helianthus, Moraceae, Platanus e Xanthum. dB1) Fitoplancton Ca. 1% del fitoplancton produce biotossine che possono entrare nella catena alimentare e causare vari tipi di intossicazione alimentare nell'uomo con sindromi amnesiche, diarroiche e paralitiche. Avvelenamento paralitico da molluschi è causato da un gruppo di neurotossine associate a ca. 11 specie di dinoflagellati marini. Le tossine agiscono bloccando i canali del sodio della membrana postsinaptica, con conseguente paralisi e morte. Gli esseri umani sono più spesso esposti alle tossine attraverso il consumo di molluschi bivalvi che hanno filtrato dinoflagellati tossici. Dinoflagellati marini tossici vengono trasferiti in tutto il mondo tramite le acque di zavorra delle navi o tramite l'importazione dei molluschi 1970 1990 (Hallegraeff 1998) dB1) Animali alieni tossici: il pesce palla Il pesce palla Lagocephalus sceleratus è una specie lessepsiana. La sua pelle, gli organi interni e, occasionalmente, i muscoli contengono tetrodotossina, una delle più temibili tossine che causano la morte nel 60% dei consumatori. Il pesce palla è una prelibatezza in Giappone (fugu). In Egitto, il suo uso a scopo commerciale è vietato, ma i pesci palla sono illegalmente pescati e consumati (Sabrah et al. 2006). dB1) Animali alieni urticanti: la medusa Rhopilema nomadica Le meduse aliene costituiscono un’altra minaccia alla salute dell’uomo; la Rhopilema nomadica è una specie lessepsiana nociva ai bagnanti e per questo ha un impatto anche sul turismo (Galil & Zenetos 2002). dB1) Ragni alieni invadono l’Europa •87 specie di ragni aliene si sono spostate verso l'Europa negli ultimi 150 anni, tra cui anche specie pericolose per l’uomo (Kobelt & Nentwig 2008). Intercettato a Civitavecchia, all’interno del progetto PASAL dB1) Harmonia axyridis detta comunemente coccinella arlecchino, è un coleottero di origine asiatica introdotto per il controllo biologico Danni all’uomo (De Clercq et al. 2011): •Possono rilasciare la loro emolinfa, che genera vistose macchie sulle pareti esterne delle abitazioni. Se invece si rifugiano all’interno dei mobili, le coccinelle danneggiano l’arredo, le tende e gli abiti. •Inoltre, l’emolinfa contiene sostanze allergene come l’Hara 1 e 2, che in soggetti sensibili possono provocare rinite, asma, congiuntivite e orticaria. •Riportati anche casi di morsi. dB2) Specie aliene come bio-accumulatori di tossine Concentration (ng g-1) . Procambarus clarkii accumula, soprattutto a livello intestinale, alte concentrazioni di microcistina (Tricarico et al. 2008). Le microcistine sono epatotossine e probabili promotori tumorali prodotte da alcuni ceppi del cianobatterio Microcystis aeruginosa. 1.0 0.8 0.6 a 0.4 b b 0.2 c 0.0 Intestine Hepatopancreas Stomach Abdomen dC) Le specie aliene facilitano l’esposizione dell’uomo ai metalli pesanti Procambarus clarkii (in arancione) accumula nell’epatopancreas una più alta concentrazione di metalli pesanti (eccetto Cd) rispetto alle specie indigene Austropotamobius pallipes e Potamon fluviatile (Gherardi et al. 2002). Concentration (µg/g dry weight) 5000 4000 3000 2000 1000 0 Cu A. pallipes (n = 10) Fe P. clarkii (n = 5) Mn P. fluviatile (n = 7) Zn Impatti indiretti iA) sulla fornitura dei servizi offerti dagli ecosistemi iA1) Le specie aliene riducono la produzione delle colture Le specie invasive costano al settore agricolo 10 miliardi di US $ per anno, riducendo i raccolti a causa delle malattie e dell’uso di pesticidi (Pimentel et al. 2000). Il cambiamento climatico, tra cui il riscaldamento globale, aumenteranno gli attacchi delle malattie delle piante in tutto il mondo (Pimentel 2002). Nel Regno Unito, il 74% dei patogeni delle piante sono specie aliene. La maggior parte sono state introdotte con i semi. La perdita economica dovuta ai patogeni alieni ammonta a ca. 2 miliardi di dollari per anno (Pimentel 2002). Nel Regno Unito, il patogeno delle piante più diffuso è la malattia del Luppolo, Erwinia amylovora, un batterio originario del Nord America che attacca Chaenorneles, Cotoneaster, Cretaegus, Cydonia, Malus, Pyracantha, Pyrus, Sorbus e Stranvaesia. La lumaca d’oro Pomacea canaliculata Introdotta nelle Filippine dal Sud America nel 1980 per aumentare il reddito delle popolazioni locali con la speranza di guadagnare dal mercato di esportazione delle "escargot". Le lumache fuggirono dagli allevamenti creando gravi danni su oltre 426.000 ettari di risaie nel 1988 (Acosta & Pullin 1991). I costi vanno da 27,8-45,3 milioni di US $ nel 1990. Noto esempio dell’"effetto Frankenstein". iA2) Le specie aliene riducono la produzione nelle acque dolci Anguillicola crassus, parassita delle anguille. Endoparassita dell’anguilla giapponese Anguilla japonicus, e nel nuovo ambiente, dell’europea A. anguilla. Ha contribuito al declino degli stock di anguilla. Gyrodactylus salaris, fasciola del salmone (Platelminta). Ectoparassita, danneggia la pelle e porta infezioni. In Norvegia, la perdita annuale delle aziende di salmone ammonta a 250-500 t. Nel 1990, l'eradicazione (costo: Euro 151.694) è fallita miseramente. Pseudorasbora parva, (Osteichthyes). Essendo un vettore di malattie infettive (compreso lo Spherotecum destruens), minaccia i pesci selvatici e di allevamento in Europa. L’oomicete Aphanomyces astaci, l’agente patogeno della peste del gambero In Svezia dal 1960 il decremento del 50% nella produzione del gambero nobile Astacus astacus comporta una spesa di US $ 150.000 all’anno per importare gamberi. 1987 1893 1907 1928 1987 1894 1981 1880 1875 1860 1900 1958 1982 From USA 1890 iA2) Le specie aliene riducono la produzione nell’acquacultura del Mediterraneo (IMPASSE 2008) Bonamia ostreae, un protozoo, è stato introdotto in Bretagna (Francia) nel 1979 con ostriche prodotte negli allevamenti californiani. Bonamia si è diffuso in Bretagna nel 1979-1980. Nel Mar Mediterraneo, è stato rilevato nel 1987 nella laguna di Thau su ostriche allevate. Nel 1988 il parassita è stato isolato da ostriche selvatiche raccolte nel porto di Sète, collegato con la laguna. La Bonamiosi si sta ora diffondendo lungo tutta la costa mediterranea. Le perdite dovute alla malattia sono superiori all’ 80% della produzione. iA2) L’acaro delle api, Varroa spp. Varroa spp., originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in Europa e dall'Europa in altri paesi con l’apicoltura (tranne l'Australia) attraverso il commercio di api infette. L'acaro si nutre delle pupe, uccidendole o creando adulti deformi. In Nuova Zelanda, l’ultima introduzione del 1990 di Varroa jacobsoni influenza il commercio di api della nazione per 1,8 milioni di dollari all’anno, e anche l'immagine della Nuova Zelanda come paese "pulito", perché Varroa diminuisce l'impollinazione. Il costo per anno è di US $ 400-900.000.000 (industrie del miele, delle api e impollinazione) (Cook et al. 2002). iA3) Le specie aliene danneggiano le infrastrutture La cozza zebrata, Dreissena polymorpha In Nord America costo di US$ 800,000 per impianto per anno (O'Neill 1997). Costo totale nei Grandi Laghi di US$ 2-4 miliardi per anno. Zebra mussels (No. m-2) Unionid mussels (No. m-2) Lake St. Clair ..ma …le specie aliene giocano un ruolo importante nell’economia e nella cultura di tanti paesi… Oltre il 70% del cibo prodotto nel mondo proviene da solo nove colture (grano, mais, riso, patata, orzo, manioca, soia, canna da zucchero e avena), ognuna delle quali è coltivata ben oltre il suo areale di distribuzione originario (Ewel et al. 1999 ). Oltre l'85% delle piantagioni forestali sono costituite da solo tre generi di piante (Eucalyptus, Pinus e Tectona). iA4) Le specie aliene riducono l’approvvigionamento di acqua dolce Nella Provincia del Capo in Sud Africa, l'invasione di alberi con un consumo di acqua elevato (Eucalyptus, Acacia e Hakea spp.) ha portato a notevoli perdite d'acqua (3 x 109 m3 per anno) (Mack et al. 2000). La produzione agricola è stato ridotta e molte specie di piante endemiche sono minacciate di estinzione. Impatti indiretti iB) sul sostenere e regolare i servizi offerti dagli ecosistemi iB1) Le specie aliene cambiano la produzione primaria e il ciclo dei nutrienti In Nuova Zelanda, l’introduzione della trota fario (Salmo trutta), che si nutre di invertebrati, ha portato ad una crescita smisurata di alghe (Townsend 1996). Nel lago Ontario, l’introduzione del cladocero Cercopagis pengoi che si nutre di zooplancton, ha portato inevitabilmente all’aumento del fitoplancton (Laxson et al. 2003). iB3) Le specie aliene influenzano il clima e il clima influenza le specie aliene In Brasile, la conversione delle foreste in terreni agricoli e pascoli è stata effettuata con erbacee africane (Melinis minutiflora, Hyparrhenia rufa, Panicum spp. e Rhynchelytrum repens). Dal 1991 le zone deforestate coprono 426.000 km2. Le praterie contengono molta meno biomassa vegetale rispetto alle foreste native e assorbono meno anidride carbonica. Se si continua con la conversione in pascoli si aumenta l'accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera e si può potenzialmente influenzare il clima globale. Meno evapotraspirazione si potrebbe tradurre in una maggiore perdita di calore convettivo e in aumento della temperatura dell'aria. iB4) Le specie aliene diminuiscono la protezione contro i rischi naturali Nelle Everglades, in Florida, Malaleuca quinquenervia, nativa dell’Australia, favorisce gli incendi: produce materiale infiammabile e secca rapidamente (Mack et al 2000). iB5) Le specie aliene riducono la qualità delle acque: Procambarus clarkii Procambarus clarkii influenza la qualità delle acque 1) risospende i sedimenti 2) ricicla i nutrienti (Angeler et al. 2001). Le conseguenze sono: aumento della torbidità dell’acqua, riduzione della luce che riesce a penetrare, ridotta produttività delle piante bentoniche. Nutrients Particle bound nutrient release Burrowing Walking Tail flipping Foraging Organic matter recycling Sediment resuspension Nutrients Impatti indiretti iC) sui servizi culturali offerti dall’ecosistema iC1) Le specie aliene diminuiscono il valore estetico della natura a causa dell’omogeinizzazione biotica e dell’estinzione di specie indigene Il contatto con la ricchezza e la varietà degli ecosistemi può essere di beneficio per la salute fisica e mentale. Questo può aiutare nella prevenzione e nel trattamento della depressione, delle tossicodipendenze e disturbi comportamentali. Wilson (1984) suggerisce che gli esseri umani hanno una predisposizione genetica ad apprezzare la diversità biologica (biofilia). La biodiversità agirebbe come un tampone nei confronti delle catastrofi ambientali e della fame. iC3) Le specie aliene diminuiscono la sicurezza “Terrorists […] could use invasive species as an asymmetric method of attack to weaken the country by inflicting tremendous economic and psychological damage.” (Pratt 2004) Spore di antrace all’interno delle lettere postali, sono state utilizzate per bioterrorismo nel 2001 (Bacillus anthracis) negli attacchi contro gli Stati Uniti. Impatti ritardati nello spazio e nel tempo ddA) Emigrazione, ddB) Adattamento e gestione inappropriata ddA1) Le emigrazioni umane Il fungo (Phytophtora infestans) ha raggiunto l'Irlanda nel 1845, ha causato la perdita dell’80% delle colture di patata (Grande Carestia, 1845-1849). Circa il 25% della popolazione irlandese è morta di fame e 8 milioni sono emigrati negli Stati Uniti (Pimentel 2002). Uno di loro era il bisnonno di JFK, ma molti hanno perso la vita. ddB1) Impatto ritardato dovuto ad una gestione inadeguata: la produzione si basa su "monocolture" di alieni Nel lago Vittoria, la pesca della perca del Nilo si è drasticamente ridotta a causa della pesca eccessiva, dell’invasione del giacinto d'acqua e della proliferazione delle alghe. Dieci fabbriche hanno chiuso (2008) e le restanti 25 stanno operando al di sotto della loro capacità. ddB2) Impatto ritardato a causa di una gestione inappropriata: la gestione delle specie aliene senza le dovute conoscenze ecologiche Humans “can always be counted on to do the right thing - after they have exhausted all other possibilities.“ Winston Churchill A caricature of Pasteur’s proposal to control rabbits by using the chicken cholera bacillus (The Tribune 1888) Il coniglio europeo nell’Isola Macquarie, patrimonio dell’umanità Gatti e conigli sono stati introdotti nel 19° secolo. Un programma di eradicazione del coniglio (Mixoma virus) è iniziato nel 1968 e terminato nel 1984 senza una completa eradicazione. Un programma di eradicazione del gatto è iniziato nel 1985 e si è concluso con successo nel 2000. Senza il controllo del gatto, i conigli sono aumentati di numero e in 5 anni hanno distrutto tutta la vegetazione (Bergstrom et al. 2009). Il governo australiano ha stanziato AUS $ 24 milioni per risolvere il problema. Il Vietnam dell’entomologia La campagna per eliminare le formiche del fuoco (Solenopsis invicta e S. richteri) dal sud degli Stati Uniti è durato 20 anni con un costo di 200 milioni di US $; le formiche hanno invaso nuovamente le aree libere da insetticidi e molto più velocemente delle formiche indigene (Mack et al. 2000). ddB3) Impatto ritardato dovuto ad una gestione inadeguata: l’abuso dei biocidi chimici In Brasile, quasi tutti i pesticidi sono venduti per il controllo di agenti patogeni alieni (Lobo 2002). Nel 1999, i pesticidi agricoli sono stati responsabili di 35.000 casi di intossicazione. Questa stima non include gli effetti dovuti alla persistenza delle sostanze chimiche nell'ambiente a lungo termine. Grazie!