Mag 2013 - Gente di Falchera

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Mag 2013 - Gente di Falchera
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MAGGIO 2013
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ANNO 20° - N° 5
P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE
ALL’INTERNO
A pranzo
con
don
Dino
Metamorfosi di un
Quartiere di Periferia
L
pag. 2
SOMMARIO
Commemorazione 25 aprile
Come eravamo
A.S.D. Judo Club Tomodachi
Festa dei Vicini
Analisi al Piano Città
Notizie dal Comune
Il giornale della scuola
PGS Conquista
Statuto Regione Piemonte
Bollettino per sostenitori
In breve dalla Provincia
Le interviste impossibili
L’intervista a...
L’angolo della poesia
La narrativa / Una ricetta al mese
Capostipite degli Agnelli
Come via S. Teresa non arrivò...
Psicanalisi e dintorni
Astronomia / Briciole di storia...
Il fascino della Sindone
Il piacere di leggere
Campagna abbonamento
Silent Key
EDITORIALE
di
AMILCARE
DE LEO
pag. 2
pag. 3
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pag. 6
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pag. 20
pag. 21
pag. 22
pag. 22
pag. 23
a periferia Nord è in movimento e in continua trasformazione, è un po’ alla luce
della ribalta. Si lascia alle spalle, lo speriamo di cuore, un passato buio e talora ostile. I finanziamenti del
“Piano Città” piovuti in questo caso sulla Falchera rappresentano la chiave di volta per la prossima trasformazione urbanistica e per l’ulteriore riqualificazione di un estremo angolo di
Torino, l’isola che, questa volta, c’è... Un’isola, che nonostante
il travaglio politico ed economico che stiamo attraversando,
sempre più si unisce e si conforma alle aspettative ed alle esigenze di una realtà metropolitana volta al futuro, mantenendo
tuttavia sane ed integre quelle specifiche peculiarità umane,
sociali e territoriali assolutamente proprie e inconfondibili. Intanto noi cerchiamo di liberarci dal pensiero di questa crisi,
morale e materiale, che ci attanaglia senza molte possibilità di
uscita, per rallegrarci e concentrarci sui fondi del “Piano Città”
arrivati da Roma e, come ormai si sa, destinati appunto alla
Falchera. Siamo certi e fiduciosi che il Comune riuscirà a trasformare, come recentemente ha anche scritto su La Stampa
Beppe Minello, due “tamponi” scavati quando si costruì la tangenziale, riqualificare gli spazi pubblici e rendere più efficienti
dal punto di vista energetico gli edifici pubblici di questo nostro storico quartiere popolare. E poi c’è una novità: la Falchera beneficerà della cosiddetta “Variante 200”, cioè del “Piano”
che, entro dieci anni, promuoverà investimenti soprattutto di
carattere privato per oltre un miliardo. Ed ecco, in parole povere, di cosa si tratta. Torino ha bisogno di una linea di metropolitana che tagli la Città da Nord a Sud Ovest, ma purtroppo le
risorse non ci sono. Che fare dunque? Il Piano riguarda la possibilità di affidare l’opera a privati i quali si ripagheranno l’investimento costruendo immobili commerciali e residenziali sulle
aree che corrono lungo il tracciato di quella che ormai molti già
Gente di Falchera 1
segue a pag. 7
A pranzo con don Dino
Fin dalle prime luci dell’alba si poteva intuire che la
domenica 14 aprile 2013, sarebbe stata una magnifica giornata; non solo per la primavera appena sbocciata, ma anche per la graditissima presenza in mezzo a noi di “Don Bernardino Cagliero”, emerito parroco in Falchera per tantissimi anni (sarebbero stati
sessanta nel 2014).
Da qualche tempo i parrocchiani della Falchera avevano espresso il desiderio di poter riavere in mezzo a loro
l’esimio parroco Don Bernardino Cagliero (per tutti Don
Dino) e così il Presidente del Circolo Acli Sig. Luigi
Canzian propone al “Gruppo Donne di tutto un pò” di
organizzare un pranzo in suo onore, così fu proposto
come data il 14 aprile 2013; come mai questa data?
Nel mese di Aprile siamo fuori dalla Quaresima, le
giornate sono più lunghe, c’è il sole ed è piacevole
uscire e stare in mezzo alla gente, inoltre Don Dino
con il freddo non si muove dalla sua nuova residenza.
Un volontario e amico di lunga data, dopo la messa
delle dieci va a prenderlo presso la struttura San Pio
X di Via Benedetto Croce in quel di Mirafiori Sud.
Ore 12,45, il Gruppo donne ha già preparato sui tavoli, gli stuzzichini e l’aperitivo all’aperto, il presidente del circolo Acli Luigi Canzian e Don Adelino
ringraziano i partecipanti (circa una sessantina) e
invitano tutti a un caloroso applauso di accoglienza
per Don Dino che ci ha onorato con la sua presenza,
dopo di ché si da inizio al rinfresco e si procede con
il pranzo.
Durante il banchetto, molte sono state le persone che
son venute al tavolo a parlare con Don Dino, sessant’anni assieme non son pochi, ma tanti sono i
ricordi e tante cose ci sono ancora da dire.
Verso la fine del pranzo, Don Adelino, il Sig. Ercole e
altri commensali, intonano alcuni canti popolari alpini, è così si è continuato piacevolmente il dopopranzo; al termine Don Dino ha passato in rassegna tutti i
tavoli ed ha salutato uno a uno, tutte le persone.
Alla fine del banchetto, don Dino è passato dalla sua
ex casa “la Parrocchia San Pio X” per alcune cose
sue; anche lì è stato raggiunto da diversi parrocchiani che non avevano potuto partecipare al pranzo ma
che comunque avevano voglia di parlargli e di portare i loro saluti.
Il volontario Crocilio, si è nuovamente offerto di riportarlo alla residenza “San Pio X sud”, come Don
Dino usa chiamare la sua nuova dimora; «ritorno alla
mia casa ma ogni giorno vi ricordo tutti nelle mie
preghiere quotidiane».
Un caloroso ringraziamento va a tutti quelli che hanno partecipato e reso possibile l’organizzazione di
questo evento, con la speranza che in prossimo futuro, si possa ripetere l’incontro con Don Dino.
De Pace Rocco
Commemorazione 25 aprile
Ogni anno il 25 aprile in Italia è la Festa della Liberazione, in tale giorno viene ricordato che gli Italiani
(grazie agli atti eroici dei partigiani) sconfissero il
nazifascismo.
Anche a Falchera, in strada Cuorgnè di fronte al civico 84, vi è una lapide per ricordare che in quel luogo il 19 settembre del 1944, alcuni partigiani dettero
la loro vita per contrastare gli oppressori fascisti e
contribuirono così con il loro sacrificio, alla conquista della nostra libertà. La cerimonia per ricordare i
nostri eroi, si è svolta nella mattinata di martedì 17
aprile 2013. Ecco apparire in tale via verso le ore
undici, i ragazzi della 5ªA, 5ªB e 5ªC delle scuole P.
Gente di Falchera 2
Neruda e A.Ambrosini, accompagnati dagli insegnanti, Cinzia Candiloro, Mariangela Colella, Giuseppe
Gambini, Barbara Pizzarelli, Luigia Atria e Cristina
Maestrello. Presso il cippo erano già presenti con le
bandiere come tutti gli anni, il gruppo dell’ass. ANPI,
con i signori: Palmiro Gonzato, Teofilo Pier Luigi,
COME ERA
VAMO
ERAV
a cura di Umberto Grassi
Dalla raccolta di Roberto Slaviero, proponiamo le fotografie dell’anno 1955 confrontate con quelle di oggi,
si riscontra la crescita di molti alberi e siepi cresciuti a
ridosso delle case, nascondendole in parte, con difficoltà a fotografarle nella stessa posizione.
Dal Viale Falchera: le case sulla destra l’interno
è via degli Olmi, a sinistra l’interno è via delle
Betulle
1955
Guido Bertotto e la signora Natalina. Come rappresentante delle istituzioni, il sig. Vercillo da inizio alla
cerimonia spiegando ai ragazzi come in quel periodo (1943-1945) era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani e come questi erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, di diverse idee politiche e religiose,
ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere
in patria la democrazia e il rispetto della libertà individuale e l’uguaglianza di tutti. Successivamente per
la 6ª circoscrizione prende la parola il consigliere
Domenico Raso, ricordando ai presenti che come conseguenza positiva di quei fatti eroici, qualche anno
dopo (il 22 dicembre 1947 ) dalle idee di democrazia
e libertà, è nata la nostra Costituzione Italiana. Proseguendo nella cerimonia, i ragazzi della 5ªA recitano due poesie - “Resistenza” e “Libertà” - successivamente quelli della 5ªC intonano a squarciagola
“O bella ciao” cantata da tutti i presenti; mentre i
ragazzi della 5ªB fanno una ricostruzione storica di
quel periodo con la lettura di alcuni racconti e con
dei brani musicali suonati con i loro “flauti”; infine
con il canto “Fischia il Vento” si conclude la cerimonia.
2013
D.P.R.
E’ più facile insegnare che educare,
perché per insegnare basta sapere,
mentre per educare è necessario essere.
(anonimo)
Chi avesse delle vecchie fotografie della
Falchera con panoramiche o personaggi,
può portarle in redazione e verranno pubblicate sul giornale. Per ricordare i vecchi
tempi di come eravamo!
Gente di Falchera 3
A.S.D. Judo Club Tomodachi
Dall’8 aprile al 30 giugno 2013
l’attività sportiva della Tomodachi
si è spostata nei locali della Nuova
Biblioteca in Via dei Pioppi 43.
La Sala di Aggregazione di cui
possiamo usufruire ci è stata concessa in quanto la
precedente struttura, più precisamente la palestra
delle scuole medie sita nel plesso “L. da Vinci”, non era adatta al
proseguimento delle nostre attività.
Ora abbiamo l’opportunità di proseguire il lavoro
svolto fin’ora che negli anni ha dimostrato una duplice valenza: la forza aggregativa e la qualità tecnica dell’attività sportiva.
I nostri piccoli atleti in questo modo non rinunceranno a formarsi sul piano fisico, in maniera ludica e in
un ambiente positivo ed allegro. Gli atleti più maturi, del resto, affineranno sempre più la loro tecnica
per continuare a raggiungere risultati ragguardevoli,
come ad esempio la qualificazione al settimo posto
della Ranking List Nazionale di Nicolò Gambino.
La nuova struttura che ci è stata gentilmente messa a
disposizione è dotata di 150 mq di tatami, spogliatoi
maschili e femminili, spogliatoio adulti, segreteria.
Abbiamo la possibilità di raccontare queste cose grazie al prezioso intervento di parecchie persone che in
questa sede non possiamo dimenticarci di ringraziare
pubblicamente: la presidente 6° Circoscrizione Nadia
Conticelli, il direttore 6° Circoscrizione Gabriella Tetti,
i collaboratori tutti dell’Ufficio dello Sport 6 Circoscrizione, il responsabile Biblioteche Civiche Torino
Paolo Messina, la responsabile Biblioteca Falchera
Lina Sanna e tutti i suoi collaboratori, il Comitato dello Sviluppo di Falchera nella persona di Rodolfo Grasso, il nostro consolidato partner Associazione Olimpo, i genitori tutti che come sempre si mettono a disposizione della
Società per ogni
esigenza.
Passando alla
cronaca delle
gare non possiamo dimenticare
la bella esperienza per i più piccoli del Trofeo Lanterna di Genova tenutosi il 17 Marzo 2013 dove abbiamo ottenuto 7 medaglie d’oro con Gabriel Gonsan, Filippo Milelli, Cecilia Gambino, Dario Klak,
Luca Rotondo, Giorgia Deplano, Siham Tallou, 2
argenti con Maria Esposito, Fatim Adda e 4 bronzi
con Giulia Monforte, Lidia Gammella, Simone Nitti,
Sabrin Lassouad.
Ricordiamo infine che la Società Tomodachi parteciperà il 12 Maggio 2013, insieme alle altre associazioni sportive falcheresi, alla manifestazione “ Festa
dello Sport” in Piazza Foroni: siete tutti invitati!
Antonella Bovolenta - Marco Milelli
YEPP, WE CAN!
Giovani di Falchera unitevi… ad altri giovani di tutto
il mondo! Dopo Porta Palazzo, il più recente dei siti
YEPP stabiliti in Italia, questo progetto internazionale di empowerment giovanile arriva alla Falchera.
La Rete Giovani Falchera, formata dal centro giovanile Falklab, il Comitato per lo Sviluppo della Falchera e il centro di protagonismo giovanile El Barrio
con l’associazione MIAO e la cooperativa Cisv Solidarietà, da oltre un anno sta lavorando per dare ai
giovani del territorio un’offerta formativa, aggregativa e culturale forte e adeguata al nostro quartiere.
Frutto di questo lavoro incessante, appoggiato fin
dagli inizi dalla Città di Torino, è stata la creazione
del Progetto Falch’è che a sua volta ha portato al
coinvolgimento della Compagnia di San Paolo, attiva da anni sulle politiche giovanili con appunto il
progetto YEPP.
Ma che cosè YEPP? Youth Empowerment Partnership Programme… In poche parole dare l’opportunità ai giovani di migliorare il proprio territorio creando loro stessi con la propria comunità, le opportunità e le offerte per sé e i propri coetanei. Non solo!
Essendo YEPP un progetto di rete internazionale, dà
l’opportunità ai ragazzi di condividere e confrontarsi con i giovani che in altre regioni o nazioni hanno
intrapreso lo stesso percorso, attraverso visite, gite e
scambi interculturali.
Con il progetto Falch’è-Yepp sta attualmente lavorando un gruppo di circa 15 ragazzi, attivi presso il
Centro Giovanile Falklab, che presto andrà in visita
nelle Langhe alla scoperta di un centro YEPP e delle
realtà giovanili della zona.
L’obiettivo, però, è quello di creare un’ampia comunità giovanile che riunisca e rappresenti tutti i gruppi di ragazzi tra i 15 e 30 anni del nostro quartiere
che insieme possano lavorare per renderlo migliore
per tutti e soprattutto più attraente e interessante per
i giovani residenti e non solo.
Se siete stufi di non aver niente da fare o sognate ad
occhi aperti la vostra Falchera ideale, è arrivato il
momento di svegliarsi e provare a realizzare i vostri
desideri!
Il futuro della Falchera siamo noi e spetta a noi costruire la realtà in cui vorremmo vivere. Il percorso è
tutto da costruire ma ha bisogno delle tue idee!
Vieni il 20 Maggio 2013 alle 20,30 presso il salone
della Scuola L. Da Vinci, a scoprire come poter essere protagonista! Cosa stai aspettando?
Per saperne di più: www.yepp.it
(Gioia Raro)
Gente di Falchera 4
Festa dei Vicini
1 GIUGNO: SIETE PRONTI?
TORNA LA FESTA DEI VICINI!
Sabato 1 giugno torna il tradizionale appuntamento
con la Festa dei Vicini. Per un giorno, cortili e strade
di Torino si trasformeranno in uno spazio aperto a
tutti, dove mangiare, scherzare e divertirsi in compagnia. La Festa è promossa anche quest’anno da
Atc e Città di Torino.
Se siete un gruppo di vicini e volete portare la festa
anche nel vostro cortile o palazzo non dimenticate di
iscrivervi: è gratuito e molto semplice. Basta compilare il modulo che trovate sulla homepage del sito di
Atc o della Città di Torino e inviarlo all’indirizzo
indicato entro e non oltre il 13 maggio. Riceverete
tutte le indicazioni utili e anche locandine e cartoline per promuovere il vostro evento, che sarà inserito
nel calendario ufficiale della manifestazione. E c’è
una novità: questa edizione, in occasione dell’anno
internazionale contro lo spreco alimentare, vuole essere sensibile al tema del riciclo. Per questo tutti i
partecipanti sono invitati ad usare materiali riutilizzabili e a cucinare con gli ingredienti che trovano
nella dispensa.
Segnate il 1 giugno sull’agenda:
la Festa dei Vicini vi aspetta!
Ogni anno, tra maggio e giugno, si organizza in tutta
Europa la Festa dei vicini, promossa dall’associazione European Neighbour’s Day e sostenuta in Italia
da ANCI e Federcasa, con lo scopo di contrastare
l’isolamento e l’individualismo che caratterizzano i
quartieri delle nostre città e promuovere la cittadinanza attiva e il buon vicinato.
L’idea è francese: la Festa dei vicini nasce nel 1999
nel 17° arrondissement di Parigi. Nel 2003 l’evento
diventa europeo: in 170 città oltre 3 milioni di persone partecipano al brindisi della solidarietà e da allora il successo è in crescita. Anche a Torino, dove si
celebra dal 2006 e dove ogni anno la Festa anima
decine di quartieri, da Mirafiori a Falchera, con una
vastissima partecipazione tra gli abitanti delle case
popolari.
Falchera dove stai Andando?
Negli anni che fu costruita la Falchera; (primo tempo 1954 e secondo tempo1972!), si progettò l’insediamento di un quartiere popolare a stile d’uomo
operante nella società del futuro benessere con tutti i
suoi conforti di garanzia, convivenza rispettosa, senso
di responsabilità nel mantenere sempre in ordine,
quello, che la società dei lavoratori era riuscita a
mettere insieme i vari elementi per formare un tutto
unico e funzionale motore della nostra storia civile.
Questi valori di collaborazione, sono andati avanti
fino a qualche decennio fa, come mai negli ultimi
tempi la situazione locale è peggiorata al punto tale,
che guardandoci in giro troviamo un degrado fisiologico per mancanza di accortezza nel tenere cosi:
tutte le strade piene di buche, macchine bruciate e
senza che nessuno le vada a rimuovere, comprese le
Istituzioni, discariche abusive nei dintorni del quartiere, furgoni sfreccianti davanti ai portoni dei condomini, falò che accendono di sera e notte, senza che
nessuno intervenga, acqua alta alla Falchera da fare
concorrenza a quella di Venezia, tutti ne parlano, ma
nessuno prende i provvedimenti, a proposito dove
sono i rappresentanti locali che prendono il gettone
di presenza all’uopo! Per portare avanti questi problemi nelle varie Istituzioni? (Circoscrizione, Comune, Provincia, e Regione.), per non parlare poi dei
vari responsabili di “orticelli/elettorali” esistenti nel
quartiere, che sono “attivi” solo nei periodi della
chiamata alle urne per giustificare il “fertilizzante”
ricevuto durante gli anni e fare passare poi, sulle passerelle le loro “soubrette” per raccogliere gli applausi/voti della circostanza. Sono considerazioni spontanee, che guardandoci attorno si nota la differenza
in negativo tra il quartiere “Villaggio”, che doveva
essere a quello di degrado ambientale, esistente tuttora.
Francesco Traisci
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Gente di Falchera 5
Analisi al “Piano Città”’
Dal gruppo “Cittadini per la Falchera”
La presentazione del Piano Città, avvenuta il 12 Febbraio, ha suscitato interrogativi e riflessioni tra alcuni falcheresi, ed il desiderio di partecipare attivamente
alla vita del quartiere.
Purtroppo dal giorno della suddetta presentazione né
i rappresentanti di quartiere, né gli amministratori di
Circoscrizione, hanno proposto alcun dibattito attivo per capire ed analizzare con senso critico quanto
il Comune propone di fare nel nostro quartiere.
Risulta invece apprezzabile l’apporto informativo
della pubblicazione “Gente di Falchera” che però si
limita alla cronaca di quanto accade senza una valutazione critica degli eventi.
Da queste riflessioni e dal desiderio di partecipare
attivamente alla vita del quartiere nasce su Facebook
un gruppo “Cittadini per la Falchera”, piuttosto eterogeneo per età ma con un forte senso di radicamento nel territorio che ora conta più di 250 iscritti. La
presentazione del Piano Città e le riflessioni sulle sue
possibili conseguenze per il quartiere ha convinto i
componenti del gruppo, indipendentemente dallo
schieramento politico di ognuno, della necessità di
informare quante più persone possibile di quello che
altri hanno deciso per il nostro quartiere. Ora è necessario ampliare il tavolo di confronto ad una cittadinanza più allargata.
È necessario, come peraltro ribadito in assemblea
pubblica, condividere le priorità degli interventi con
la comunità, e non subire passivamente le decisioni
prese dagli amministratori locali.
Il 7 marzo in commissione urbanistica sono stati presentati i 4 interventi che l’amministrazione pubblica
ha scelto tra i 16 presentati alla cittadinanza il 12
febbraio da finanziare con gli 11 milioni di euro disponibili.
I punti prioritari presentati in commissione urbanistica sono:
♦ Laghetti Falchera (Recupero ambientale e paesaggistico) – 4,8 milioni di euro
♦ Nuovo accesso veicolare al quartiere di Falchera – 4,7 milioni di euro
♦ Nuovo “Ostello per Famiglie” nell’Ex-Dazio di
c.so Vercelli – 0,8 milioni di euro
♦ ATC Falchera Nuova (sostituzione infissi) – 0,79
milioni di euro
Sono queste le priorità per la Falchera?
Non dovrebbe essere data la precedenza alle scuole, ai parchi e palestre, all’amianto da bonificare
e alla ex biblioteca da riqualificare?
Troviamo il modo di fare arrivare la nostra voce
a chi decide per noi!
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le sorti della
Falchera ad iscriversi al nostro gruppo su Facebook
“Cittadini per la FALCHERA” o a contattarci inviando una e-mail a “[email protected]”
indicando nome e cognome, in modo da poter essere
inseriti nella mailing list.
Per tutti quelli che vogliono essere coinvolti e informati ma non hanno Internet, posta elettronica o Facebook, forniremo loro quante più informazioni possibile tramite strumenti tradizionali e, in caso la redazione lo permetta, “Gente di Falchera”.
Fatevi sentire!
gruppo: Cittadini per la Falchera
Dalla Circoscrizione 6
Graziata La linea 50
«Servizio potenziato»
Il programma di riorganizzazione
dei servizi di
trasporto
pubblico non
taglierà via
la linea 50. Il
Comune di
Torino e la
Circoscrizione Sei stanno lavorando per potenziare
il servizio Gtt lungo i quartieri del Villaretto, Barca
e Bertolla. Il 50 infatti, non farebbe più capolinea a
Falchera ma continuerebbe la sua corsa fino al comune di Borgaro, accorpando il tratto svolto attualmente dalla Navetta 46. «Il servizio non verrà ridimensionato - spiegano dal centro civico di via San
Benigno 22. La linea 50 manterrà la sua tratta fino
all’ospedale San Giovanni Bosco». Entro la fine del
mese di marzo, inoltre, si deciderà se prolungare o
meno una delle due linee che oggi attraversano Barca e Bertolla. Parliamo delle linee 27 e 57.
Buon primo maggio a chi può
ancora festeggiarlo perché
ha un lavoro, a tutti gli altri
l’augurio che sia l’inizio di un
periodo fortunato e sereno.anonimo
Gente di Falchera 6
segue editoriale di Amilcare De Leo
chiamano la “Linea 2” del metrò. Un altro ambizioso
progetto interessa l’ultimo tratto dell’autostrada Torino - Milano, così vicina alla Falchera. L’obiettivo è
urbanizzarlo, cioè trasformarlo in autostrada urbana
attorno alla quale costruire adeguate residenze e spostare più avanti, là dove il nascente viale urbano (12
chilometri) intersecherà la tangenziale, l’ingresso dei
milanesi che forse, e magari, troveranno più conveniente venire ad abitare a Torino e lavorare nel capoluogo lombardo ormai vicinissimo con l’alta velocità.
A tal proposito comprendiamo, anche a seguito di accurati sondaggi effettuati sul campo, che non proprio
tutti sono d’accordo su tali ultime risoluzioni temendo di venir privati, con nuove ondate d’insediamenti,
di quello spirito antico ancora legato a quella originaria e tradizionale “familiarità” umana e sociale, quasi
una sorta di intima fortezza, che da sempre ha contraddistinto la solitaria fisionomia di una borgata come
la Falchera. Bisogna però rendersi conto, come abbiamo già scritto, che le città si muovono, vivono una
continua trasformazione, e la stessa sorte vale per i
quartieri, siano essi di periferia.
A questo punto vorremmo soffermarci su un pensiero
cui teniamo molto. Non ci stancheremo mai, infatti, di
ringraziare quei nostri lettori che ci sono stati particolarmente vicini grazie al loro inarrestabile sostegno
morale e materiale contribuendo a imprimere forza e
coraggio per guardare avanti e per non arrenderci di
fronte alle conseguenze delle pressanti ristrettezze
economiche. Ci sentiamo altresì in dovere di ringraziare il Comune di Torino con la guida di Piero Fassino e la Circoscrizione tutta con la sua presidente Nadia Conticelli che spingono per un rassicurante futuro
del nostro “giornalino”, così come viene amichevolmente indicato. Ora prima di concludere, aggiungiamo che il 4 di maggio “Gente di Falchera” compirà
vent’anni. Francamente siamo un tantino emozionati,
anche perché non speravamo di arrivarci date le ben
note difficoltà di cui siete consapevoli, ed invece siamo “ancora qua”, come nella famosa canzone di Vasco Rossi. Auguri a noi, e soprattutto a voi.
CONFEZIONI DONNA
Magazzini 2000
Taglie Forti
Giovanili - Classiche
Eleganti e Sportive
NOTIZIE dal COMUNE
A Torino la Tares (ex Tarsu)
si pagherà in quattro rate
Il Consiglio comunale ha approvato l’istituzione della
Tares, il nuovo tributo sulla raccolta dei rifiuti che
da quest’anno sostituisce la Tarsu. La delibera definisce le scadenze per il pagamento che avverrà in
quattro rate, tre a titolo di acconto (con importi in
linea alla Tarsu pagata nel 2012) e una quarta di conguaglio, con le tariffe stabilite per il 2013. Per le famiglie il pagamento degli acconti è fissato per il 15
settembre, il 15 ottobre e il 15 novembre, mentre per
le utenze non domestiche (attività commerciali, artigianali...) lo scadenziario è fissato al 20 maggio, 20
giugno e 20 luglio. Per il conguaglio sono due i termini: il 15 novembre per le utenze non domestiche,
il 15 dicembre per le famiglie. La tassazione d’ora in
poi dovrà coprire integralmente i costi del servizio
raccolta rifiuti, compresi quelli accessori. Il Comune disciplinerà il nuovo tributo con un apposito Regolamento.
Roberto Tartara
Acquisto di cacciabombardieri
e crisi economica
È proprio necessario comprare 90 cacciabombardieri da circa 200 milioni di dollari l’uno, in un momento in cui il Paese vive una difficile situazione sociale
ed economica?
È partendo da questa riflessione che la Sala Rossa ha
approvato un ordine del giorno (presentato dai consiglieri Curto e Grimaldi, con emendamento del consigliere Lo Russo) sul prospettato acquisto, da parte
dell’Italia, di una novantina di velivoli da combattimento JSF - F35 Lockheed.
Il documento votato in aula sollecita
“il Governo italiano a verificare la
possibilità che
l’impegno finanziario relativo al
programma pluriennale del sistema d’arma Joint Strike Fighter (JSF),
sia contenuto in dimensioni compatibili con gli obiettivi di risanamento finanziario dello Stato e con la
necessità di dedicare risorse a politiche sociali a di
sostegno al lavoro”.
Via Porpora 1 - ang. Piazza Rebaudengo
Gente di Falchera 7
Claudio Raffaelli
IL GIORNALE DELLA SCUOLA
ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”
Il Giro del Mondo
in 80 Giorni
Le classi terze della scuola primaria “Neruda” e “Ambrosini” stanno lavorando con gli artisti MUS-E (Borio, Bastè,
Di Vito, Odarda) e le insegnanti per preparare uno spettacolo che verrà presentato il 23 maggio a Monforte D’Alba presso la fondazione Bottari-Lattes. Lo spettacolo è ispirato al
libro “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne.
I ragazzi hanno letto e commentato il testo, hanno assistito
alla proiezione del film e hanno collaborato alla stesura del
copione.
Scrittori in erba.....
Invento una Favola
Il Lupo e la Gallina
C’era una volta un lupo che viveva nel bosco, ogni sera
andava a rubare le uova di una Gallina e le divorava. Un
giorno la gallina si arrabbiò e decise di andare a far visita al
lupo. non lo trovò e disse: “tornerò domani!”
Riprese la strada verso casa.
La stessa sera il lupo rubò di nuovo le uova…la gallina lo
cercò, voleva proprio punirlo, ma lui furbo e veloce anche
questa volta riuscì a scappare e non farsi trovare.
Il giorno seguente la gallina stufa del comportamento del
lupo al posto delle uova mise una pietra dalla forma ovale e
gialla…
Verso sera quando ormai era buio, il lupo tornò all’attacco…,
la gallina dietro un albero spiava la scena…il lupo addentò il
sasso e urlò di dolore, i suoi denti aguzzi caddero tutti.
Da quel giorno il lupo non rubò più e le galline finalmente
vissero tranquille nel pollaio.
CHI LA FA L’ASPETTI DISSE LA GALLINA
Diego e Karim
Il Cavallo e il Toro
C’era una volta un cavallo di nome Lilly, mentre galoppava
vide un toro di nome Bleki, il toro gli chiese: “Vuoi essere
mio amico?”
Lilly rispose di sì. Si misero a camminare per una missione,
dovevano salvare il canguro Gionni, camminarono per
cercarlo ma inutilmente di Gionni non c’era traccia.
Ad un certo punto, dopo aver camminato per giorni e giorni,
lo trovarono e il canguro gli disse che aveva perso la sua
famiglia.
Il toro che in verità era cattivo, si mise d’accordo con altri
tori, e così Bleki disse ai suoi finti amici, che lui sapeva dove
si trovava la famiglia di Gionni e così ingannò questi finti
amici, ma per lui erano finti perchè dovete sapere che Gionni
e Lilli volevano bene a Bleki. Così gli amici di Bleki
seguirono Bleki ed alla fine si resero conto che Bleki era
cattivo perché erano arrivati al punto dove Bleki e gli altri
tori si erano messi d’accordo per circondarli, e li legarono ad
una corda.
Dopo un po’ i tori si addormentarono e Lilly e Gionni
scapparono via. Gionni ritrovò la sua famiglia e Lilly tornò
a casa e disse che è meglio essere soli che male accompagnati.
Alice e Veronica H.
Il Serpente dispettoso
C’era una volta un serpente dispettoso che spaventava gli
animali.
Con il suo morso velenoso li avvelenava e li trasformava in
serpenti.
Nel deserto i serpenti andarono in una piramide, ma arrivò
un unicorno dal corno magico, trasformò di nuovo in animali
Il serpente si arrabbiò tantissimo, voleva avvelenarli un’altra
volta, ma l’unicorno glielo impedì, con una potente magia.lo
chiuse in una gabbia e gli fece bere una pozione magica e
sparì dalla faccia della terra.
Da quel giorno, l’unicorno divenne un eroe per tutti gli
animali.
Christian Dimopoli e Riccardo Adelchini.
Commemorazione del 25 aprile
Il giorno 17 Aprile le classi quinte delle scuole primarie
“Ambrosini” e “Neruda”, accompagnate dagli insegnanti, si
sono recate in Strada Cuorgnè per commemorare il cippo
“tre martiri”, dedicato a tre giovani partigiani impiccati dai
tedeschi il 14 settembre 1944.
Questa visita è stata preceduta da un’interessantissima visita
di un partigiano e di un rappresentante ANPI presso le nostre
classi, durante la quale si sono ascoltati i racconti di chi ha
vissuto la guerra, il dopoguerra ed è anche stato partigiano.
Si è visto anche un video che raccoglieva documentazioni
storiche e testimonianze relative a quei momenti così duri e
così violenti per tutta la popolazione.
L’attenzione dei ragazzini è rimasta catturata dalla semplicità,
dalla lucidità e dalla precisa memoria storica del partigiano
che, anche con commozione, ha ripercorso i momenti salienti
di quel periodo così importante perchè ha prodotto la voglia
e la forza di lottare per ottenere la democrazia, il rispetto
della libertà e l’uguaglianza.
Questi valori devono essere ricordati e rispettati sempre
perchè sono importanti basi per una vera democrazia.
Tutti questi argomenti sono stati ampiamente ripresi nelle
classi dagli insegnanti che hanno preparato per l’occasione
una serie di poesie, pensieri, canti e musiche “offerti” alla
memoria dei tre martiri.
Prossimamente le tre classi si recheranno al Col del Lys,
dove nel luglio del 1944, ventisei prigionieri vennero seviziati
e poi trucidati sul posto da un gruppo di nazifascisti.
Anni dopo venne innalzata in cima al colle una torre a ricordo
di quell’eccidio.
Oggi vi è anche un ecomuseo che offre, attraverso strumenti
audio-video, una ricostruzione delle tragiche vicende
accadute in quegli anni.
Si ringraziano tutti coloro che hanno permesso di vivere
questa esperienza, i partigiani, i volontari ANPI e la
Circoscrizione 6.
Gente di Falchera 8
Ins. Cinzia Candiloro
Dal 1972 attenzione
verso i giovani atleti
P G S CONQUISTA
Nuove avventure per la prima media e il Minivolley.
Il campionato U12F è iniziato e già siamo partiti in
modo sostanzioso. Purtroppo nelle prime 2 partite
disputate gli atleti di prima media sono stati pochi,
quindi ci siamo presentati agli avversari con più bambini del Minivolley. Se da un lato questa cosa ci ha
fatto perdere le partite, dall’altro mi ha messo nella
condizione di far trovare ai bambini un loro equilibrio. È certo che vogliono giocare, ma è anche necessario che ci siano i tempi giusti; l’occasione dell’assenza ha reso un servizio emotivo grandissimo,
perché il risultato non era l’obiettivo. Anche se nella
prima partita abbiamo quasi vinto un set (26-24) e
nella seconda lo abbiamo proprio vinto.
U12 E POI… VINSERO
E poi? E poi la terza partita la vinsero. Un faticoso
ultimo set, ma un 3-0 netto e senza storie. L’apporto
di coloro che già giocano in U13, ma che per età
dovrebbero giocare in U12, cioè i destinatari della
scelta di questo campionato, erano presenti quasi tutti,
ragione per cui siamo riusciti a vincere. Due o tre
bambini del Mini sempre in campo, ma senza concedere troppo all’avversario. Non è stata un bella partita, anche perché l’integrazione in campo non è facile, ma certo siamo sulla buona strada per buoni risultati.
Vedo i bambini di quarta elementare con gli occhi
scintillanti, per loro è una cosa importante; vedo i
genitori felici per i bambini, ma certo un po’ preoccupati, vista la differenza d’età anche con le altre
squadre; mi accorgo di quanto per uno più grande
sia difficile accettare i più piccoli, ma so che il nostro impegno raccoglierà buoni frutti.
U13M 3x3 FIPAV
Il 3x3 FIPAV sta per volgere al termine e purtroppo
non siamo riusciti a stare nei primi 20 nella seconda.
Nella terza fase siamo arrivato secondi su 10. Senza
timori dico che abbiamo giocato male e che sarebbe
bastato poco per entrare nei primi 20. Da chi dipende quel poco? Il sottoscritto ha messo in luce diverse
arrabbiature e magari può dipendere dal modo di allenare, i ragazzi dal canto loro non hanno messo in
campo quello che sapevano fare, visto che altre partite sono state giocate in modo diverso e determinate, portandoci ad essere 14° su 30 nella prima fase.
Con il progetto per l’anno prossimo sono sicuro che
sarà tutta un’altra musica.
Oggi: lo sport in
Falchera per tutti
UCC-F… E POI…
VINSERO ANCHE LORO
Alla fine vincono tutti? Non è proprio vero, ma certamente è giusto ricercare anche il risultato numerico, oltre che quello sportivo. Anche qui la seconda
fase del campionato UISP ha portato ad una nuova
apertura. Un salto di qualità nel gioco, fin dalla prima gara, in cui tra l’altro mi sono arrabbiato per cose
esterne al gioco nel primo set della prima gara. Da
quel maledetto primo set di Rivoli è cambiato molto,
anche nella mentalità delle ragazze, che ora, molto
più di prima, sono entrate nella mentalità del gioco
da esprimere, del modo di porsi di fronte all’avversario e soprattutto cercano in loro stesse la cattiveria
agonistica. Anche qui abbiamo vinto alla terza partita. Dopo un buon gioco in quel di Rivoli e un 2-3 in
casa all’ultimo punto, abbiamo portato a casa 3 punti pieni, nonostante un primo set da infarto. Battute
al salto, errori quasi zero, difese tremende e un’attacante in stato di grazia, ci hanno portato alla vittoria
e palla dopo palla, conquista dopo conquista di punti, abbiamo aumentato la consapevolezza di poter
giocare. Mi dispiace per una cosa… la mamma di
Martina non era presente per un caso fortuito e, dopo
aver visto tutte le sconfitte, si è persa questa tremenda vittoria. Un motivo in più per ripeterci…
Luigi Fabio Varesano
Fare amicizia è un bene,
avere un’amicizia è un dono,
conservare un’amicizia è una virtù, essere un amico è un onore.
anonimo
Gente di Falchera 9
Statuto Regione Piemonte
Continua dal numero di aprile 2013
Art. 12
Informazione
1. La Regione riconosce quale presupposto della partecipazione l’informazione sui programmi, le decisioni e gli atti di rilevanza regionale e promuove
a tal fine l’istituzione di mezzi e strumenti idonei.
2. La Regione garantisce l’informazione più ampia e
plurale sulla propria attività come presupposto per
promuovere e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità regionale.
3. La Regione favorisce e tutela il più ampio pluralismo dei mezzi di informazione e garantisce i diritti degli utenti.
Art. 13
Pari opportunità
1. La Regione garantisce le pari opportunità tra donne e uomini e opera per rimuovere, con apposite
leggi e provvedimenti, ogni ostacolo che impedisce la piena parità nella vita sociale, politica, culturale ed economica.
2. La legge assicura uguali condizioni di accesso tra
donne e uomini alle cariche elettive nonché negli
enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina
del Consiglio e della Giunta regionale.
Art. 14
Istruzione e ricerca
1. La Regione garantisce e promuove per tutti il diritto allo studio e alla formazione, volto ad assicurare, per il raggiungimento dei gradi più alti dell’istruzione, maggiori opportunità personali di crescita culturale e civile, rimuovendo gli ostacoli che
ne limitano l’accesso.
2. La Regione sostiene ed incentiva la ricerca anche in collegamento con Università, Fondazioni
e Istituti di ricerca.
Art. 15
Relazioni internazionali e rapporti con
l’Unione europea
1. La Regione, nel rispetto delle norme di procedura
stabilite con legge dello Stato, concorre alla determinazione delle politiche dell’Unione europea,
partecipa alle decisioni dirette alla formazione
degli atti normativi comunitari e provvede all’attuazione ed esecuzione degli accordi internazionali e comunitari.
2. Nelle materie di sua competenza la Regione conclude accordi con Stati e intese con enti territoriali
interni ad altro Stato, nei casi e con le forme stabiliti dalle leggi dello Stato.
3. La Regione adatta tempestivamente la legislazione ai principi e agli obblighi contenuti nella normativa comunitaria e direttamente applicabili.
4. La Regione partecipa agli organi dell’Unione europea che ne prevedono la rappresentanza.
5. La Regione sostiene la politica transfrontaliera
degli enti locali.
Titolo II.
ORGANI E FUNZIONI
Capo I.
ORGANI DELLA REGIONE
Art. 16
Organi della Regione
1. Sono organi della Regione: il Consiglio regionale,
il Presidente della Giunta e la Giunta regionale.
Capo II.
CONSIGLIO REGIONALE
Art. 17
Consiglio regionale
1. Il Consiglio regionale è composto da sessanta Consiglieri.
2. Il Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto, con voto libero, uguale, personale e segreto, da
tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore
età e che risiedono nel territorio della Regione.
3. Le norme sulla composizione, l’elezione, le cause
di ineleggibilità, di incompatibilità, di decadenza
dei Consiglieri, sono stabilite con legge regionale
nel quadro dei principi fondamentali definiti dalla
Costituzione e dalle leggi dello Stato.
4. La legge elettorale regionale e le sue modifiche
sono approvate con la maggioranza dei tre quinti
dei Consiglieri assegnati al Consiglio.
Art. 18
Consiglieri regionali
1. Lo status di Consigliere regionale si acquisisce al
momento della proclamazione. I Consiglieri entrano nell’esercizio delle proprie funzioni alla prima seduta del Consiglio.
2. I Consiglieri rappresentano l’intera Regione ed
esercitano le proprie funzioni senza vincolo di
mandato.
3. I Consiglieri non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.
4. I Consiglieri presentano proposte di legge, interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno e proposte di deliberazione.
5. Le indennità dei Consiglieri sono stabilite con legge regionale.
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Segue nel prossimo numero
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Confidiamo nella vostra partecipazione e vi
ringraziamo per l’affetto con cui ci seguite.
Nel frattempo restiamo in attesa che il Comune ci dia il benestare per la stampa del
giornale, come promesso dal sindaco Fassino. Ma si sa che i tempi delle istituzioni
sono lunghi...
COME SOSTENERCI
“Gente di Falchera” è un’associazione culturale senza scopo di lucro che ha bisogno
del sostegno di appassionati cittadini, enti
e organizzazioni per diffondere e divulgare
la storia locale del quartiere Falchera e zone
limitrofe.
Chi fosse interessato può versare un contributo sull’allegato bollettino di C/C Postale
n° 1007364118, oppure recandosi in Redazione “Gente di Falchera” Piazza G. Astengo n° 10. (Presso la Biblioteca Civica)
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Gente di Falchera 11
IN BREVE dalla Provincia
a cura di Ricciardetto
√ 23 gennaio del 2013, Mappano è ufficialmente
Comune di Torino, con sede in p.zza don Amerano 1 - 10072 tel. 0119969952. Servizi e strutture, orario sportello: martedì e venerdì dalle
ore15 alle ore 17,30; mercoledì dalle ore 8,3012; sabato dalle ore 9,30 alle ore 12.
√ Prossime elezioni comunali per Mappano e Caselle 26/27 maggio 2013.
√ Anche Settimo Torinese fruirà dei benefici del
“Piano Città”, come la borgata Falchera. “Laguna verde”, il suggestivo nome con il quale l’amministrazione guidata dal sindaco Aldo Corgiat
ha battezzato l’intervento urbanistico di oltre 800
mila mq sulle aree dove una volta c’erano gli
stabilimenti Pirelli, nascerà al confine dell’area
Michelin e, guarda caso, della Falchera. Con i
soldi arrivati da Roma, Settimo costruirà un centro per l’infanzia, un palazzetto dello Sport, curerà verde e viabilità. I privati, la Società Stilo
del gruppo Percassi, sono già a buon punto.
I cantieri si apriranno proprio quest’anno per costruire un fashion mall con settantaquattro negozi che ruoteranno attorno a firme di prestigio,
Armani in testa che ha già uno stabilimento che
dà lavoro a 200 persone. Pirelli, invece, è protagonista di un fondo immobiliare, nel quale dovrebbe entrare la Cassa Deposito Prestiti, per costruire residenze di “hosting” sociale, soprattutto per i giovani e che si concretizzerà in tre torri
per quasi un migliaio di abitanti.
ULTIMISSIME DA MAPPANO:
Colpo di scena! il 19 aprile 2013 il TAR ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Settimo Torinese che pone dubbi di costituzionalità
sulla norma regionale che ha trasformato Mappano in Comune autonomo e ha congelato tutto.
Sospesa anche l’attività dell’Anagrafe.
Sig.ra Peruviana 35enne offresi...
...per assistenza come badante anziani,
anche notturno e festivi.
Massima serietà e affidabilità.
Tel. cell. 327-8155753
oppure 333-4369093
Gente di Falchera 12
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Le Interviste Impossibili
di Alfredo Saragaglia
«Ti dico che dalle elezioni sono passati già 50 giorni»
«Ma la situazione che viviamo non ha precedenti»
«Ma possibile che non si riesce a metterli tutti e tre
in una stanza, chiudere a chiave, e dire: “da qui uscite solo quando avete trovato un accordo!”»
«Fai solo populismo... Grillo per demolire l’apparato partitocratico non può fare accordi con nessuno,
altrimenti non si può più distinguere»
«E gli altri due?»
«Se Bersani fa un accordo col PDL perde l’elettorato che lo sostiene.»
«E Berlusconi?»
«A lui interessa solo governare, con chi non ha importanza... Figurati per aggregarsi la Lega gli ha regalato la Lombardia».
«Ma dell’Italia non gliene frega un cazzo a nessuno?»
«Adesso oltre che populista sei anche volgare... guarda che tutti sono stati votati per migliorare l’Italia»
«Ma scusa se leggi i programmi su molte cose hanno
anche idee simili, ognuno dice cose giuste»
«Come sei ingenuo, le cose sono giuste a seconda di
chi le dice... se a dirlo è uno dei miei è giusto, se la
stessa cosa la dice un altro... non va mai bene».
Son qui a discutere col mio amico Michele, abbiamo
fatto una gita con le famiglie e adesso siamo sdraiati
vicini alla riva di un ruscello e animatamente ci confrontiamo sulla situazione politica del nostro paese.
«Che casino, la barca affonda e son tutti a discutere
su quale secchio usare per iniziare a toglier l’acqua e
nessuno si bagna le mani....»
Una voce si unisce alle nostre discussioni «Forse è
arrivato il momento di pensare meno a noi e più al
paese?» Ci giriamo entrambi, e vediamo un uomo
sulla sessantina, ben vestito, occhialino tondo.
Michele che è nuovo a questi incontri «Scusi... Ci
conosciamo?, chi è lei?»,
«Lascia stare, ma che domande fai non vedi che è
Gramsci?»
Lui risponde «Acqua... Gramsci l’ho conosciuto ma non
sono io!... dovreste conoscermi... Sono Alcide De...?»
Noi due insieme «Alcide De Gasperi!»
«Bravi, avete studiato!».
Alcide Amedeo Francesco De Gasperi, nato il 3 aprile
1881 e mancato il 19 agosto 1954, il primo Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana. Che fortuna l’uomo giusto al momento giusto!
Non resisto e subito faccio la domanda che vorremmo fare tutti: «Ma come avete fatto a mettere insieme Peppone e don Camillo, e insieme costruire una
carta costituzionale così perfetta? Non avevate nemmeno internet»
De Gasperi ci risponde con orgoglio «Lavorando sulle
cose che ci univano e non su quelle che ci separavano... Ricorda: “Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione. Un
politico cerca il successo del suo partito; uno statista quello del Paese”»
Michele interviene rassegnato «Allora siamo rimasti senza statisti, ma pieni di politici...»
Aggiungo una considerazione «La politica è l’arte
della mediazione»
De Gasperi di nuovo mette ordine «Più o meno... io
amo dire: “che la politica vuol dire realizzare”»
Ancora più rassegnato Michele commenta «politica
e realizzare... due termini così lontani tra loro da essere paralleli»
De Gasperi perfeziona l’idea dicendo «le differenze
sono una virtù, l’arcobaleno è perfetto solo perché
pieno di colori. Ognuno con la propria identità, ma
uniti tra loro. Il gruppo unito è la vera forza del paese contro tutto e tutti. Io dissi: “uniti saremo forti”...
e credo proprio di averlo dimostrato»
«Alfredo sveglia, che le mogli vogliono andare a fare
4 passi...»
«L’hai visto anche tu vero?»
«Visto chi?»
«De Gasperi, era qui con noi... uniti saremo forti,
non me lo sono sognato vero?»
«Certo, eravamo tutti qui sul ruscello... Io, te, Alcide
e Bersani... “Ragassi... siam mica qui a contare i
salmoni che risalgono la corrente”... Sveglia, stavamo parlando e ti sei messo a russare»
La mia faccia resta seria, e allora Michele diventato
serio anche lui aggiunge «Mica hai avuto un’altra
visione... guarda che ti porto dal medico...»
«Ma che dici, scherzavo... andiamo dalle donne, e
occupiamoci delle prossime generazioni»
Sportello per la
CONSULENZA LEGALE
È a disposizione dei cittadini un servizio di consulenza legale tenuto dall’avvocato Michele Ianniello.
Tutti i Mercoledì dalle ore 15 alle 16, in
via degli ABETI 16. È obbligatoria la
prenotazione al n° 011-44.32.621,
nei giorni di Lunedì, Martedì e Venerdì
dalle ore 10,00 alle ore 12,00
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a cura di Amilcare De Leo
L’INTERVISTA A...
...Giorgia Catalano, poetessa e
scrittrice. Una nostra concittadina, madre di tre figli.
In un mondo in cui l’informatica bersaglia da tutte le parti, il
trionfo della scienza e della tecnica parlano di mille futuri, i politici si fanno belli in
TV facendo gli opinionisti anziché prendere decisioni, certi pifferai magici sanno ancora incantare,
tutti sono contro tutti in nome della democrazia,
si eleva sola e vincente la voce intima della poesia...
della speranza, del riscatto. Che sana follia!
D. Sappiamo che ha già pubblicato sue poesie su
antologie e libri d’arte e recentemente è stata
edita una sua raccolta poetica individuale e ottenenuto meritati successi anche in alcune trasmissioni radiofoniche.
In questi ultimi tempi ha anche collaborato con
la rubrica del nostro periodico.
Cos’è e cosa significa per lei, la poesia?
R. La Poesia, per me, come già detto in altre interviste, è respiro di aria buona e pulita. E’ disintossicazione dalla realtà. Ed oggi, aggiungo: è
anche un modo di vivere, di avvicinarsi alla vita.
D. Già solo i titoli suggestivi di due antologie della
Aletti Editore, delle quali lei fa parte, intitolate
“Parole in fuga” e “Tra un fiore colto e l’altro
donato” ci hanno particolarmente colpito.
Può svelare il segreto della metafora?
R. A mio avviso, in un mondo stanco e confuso le
parole “fuggono” come succede nella poesia che
diventa evasione dalla realtà, denuncia e ribellione, vive di mille metafore (talvolta, mi rendo
conto, anche un po’ incomprensibili). Al tempo
stesso, la poesia vissuta per cogliere un fiore (un
pensiero) e donarlo con il cuore, per abbattere
indifferenza e superficialità.
D. Dalle pagine del tempo e dall’immaginario collettivo il poeta, per antonomasia, traspare come
un essere triste, depresso, talora maledetto, solo
nel caso più fortunato come un povero sognatore. Ma è proprio così?
R. I poeti non sempre sono compresi fino in fondo
e, spesso, non lo sono affatto, proprio perché respirano la vita in un modo alternativo; però separerei la classica visione del poeta “maledetto”
alla Verlaine, o “depresso” alla Leopardi, dalle
nuove figure contemporanee. E’ cambiata la società e sono cambiati anche i poeti. E’ ovvio che
ognuno esprime se stesso traendo linfa anche dal
proprio vissuto personale e fa di questo strumento
- la poesia, appunto - il richiamo che più ritiene
vicino al proprio essere.
D. Una mamma, che tra l’altro lavora e non ha molto tempo a disposizione, quanto tempo dedica
alla poesia?
R. Anche occuparsi dei propri figli è poesia perché
anche la cura e l’educazione che si tramandano
arrivano dal cuore. Poi, il tempo materiale che
dedico alla stesura delle liriche è, in genere, circoscritto a momenti di “relax”, magari quando
sono sul tram per andare a lavoro, o dopo aver
messo a dormire i bambini, o in qualsiasi altro
momento io reputi di poter “staccare la spina” e
scrivere, se in quel momento ne sento la necessità.
D. Che ne dice, quasi a dispetto di chi non ci crede,
di creare proprio qui nella nostra borgata, grazie
al suo contributo culturale, un gruppo di appas
sionati della poesia? Oggi come oggi è un anacronismo?
R. No, affatto, non lo ritengo un anacronismo. A
dire il vero ho timidamente pensato, proprio in
questi giorni, di lanciare un’idea del genere, per
ché ho capito che Falchera è nutrita da tante belle anime che scrivono, che pensano, che mettono nero su bianco le proprie emozioni e l’idea di
costituire un gruppo di persone dalla passione
comune per la Poesia non può che essere costruttiva per il nostro borgo. Un reading poetico, un
confronto letterario, la presentazione di un libro… tutto gioverebbe anche all’immagine del
quartiere. Bisogna solo avere il coraggio di far
sentire la propria voce e farsi avanti.
Parliamone!
D. Lei da poco abita alla Falchera, le piace? Si trova bene? Ci auguriamo proprio di sì.
R. Abito a Falchera da pochi mesi e sono contenta
di aver scelto questo quartiere per fissare la mia
nuova dimora. Mi ha rapita fin da subito il forte
senso di identità dei falcheresi, la storia travagliata di questo borgo, le case, il verde che io
adoro. Sono consapevole dei grossi problemi che
ancora gravano sulla nostra realtà, ma confido
nelle Istituzioni e mi auguro che davvero, entro
breve, tutti insieme si possa veder rifiorire un
quartiere che, in un giorno non lontano, potrà far
parlare ottimamente di sé per la sua particolarità
e per la sua storia.
Ringrazio la redazione, per avermi offerto
questa meravigliosa opportunità.
Gente di Falchera 14
L’angolo della poesia
a cura di Rocco De Pace
INCONTRO EMOZIONANTE
Un uccellino vivace e saltellante
e comparso or ora sul mio balcone.
Che tenerezza, che passione
vederlo cercare il cibo...
Quando mi sono affacciata
spostando, con cautela, un pò la tenda
è subito scappato da un buchino
che neanche Pollicino avrebbe notato.
Povero uccellino, che la fame
e il freddo intenso han reso coraggioso,
dimmi che farai ora, che t’ho
involontariamente disturbato?
Mangerai stasera?
Ho sistemato sulla veranda
un vassoio adatto all’occasione
con una tazza per la sete
un savoiardo giallo come il sole
per riscaldarti il cuore
e un pò di cicorietta per ramrnentarti
che Primavera s’avvicina.
Se tenterai questa notte un altre volo
potrai sfamare tutta la nidiata,
e rallegrarti d’aver trovato un riparo
nella mia casa, rifugio sicuro per chi soffre,
in questo crudo inverno di memorie dure.
Ma tu…non sei tornato!
Giannina Bacin Pelissero
“I CINQUE SVILUPPI: DONNA”
Neonata, bimba, ragazzina
poi donna e madre.
Cinque sviluppi di una persona
tanto speciale ed unica.
Cinque sviluppi che hanno aiutato a capire
che la vita è un Dono Divino.
La donna è un Dono Divino...
E’ colei che con Amore,
grazia e tenerezza ha la capacità di dare frutto
a queste tre inclinazioni profonde
dando al mondo un essere
tanto speciale quanto lei: un bambino.
Un individuo umano tutto da guardare,
accudire e coccolare.
Un dono molto speciale
che aiuterà di volta in volta
la madre stessa
a maturare e perfezionare questo
Amore di cui il bimbo si nutrirà....
Dedicato a tutte le mamme.... come me!
IL MIO FIRMAMENTO
A Nicolò, Matteo e Simone
Stelle del firmamento
in bilico
tra spazio infinito e
il mio spazio interiore.
Tre son le mie stelle
luminose
faticose,
d’amore rivestite.
Tre son le stelle che abitano
nel mio cuore.
Luccicano anche con il sole,
o quando fuori piove.
Aria nei miei polmoni,
linfa della mia vita,
illuminano il mio cammino
a giorno, anche quando il cielo
è buio e lunga è la notte.
Giorgia Catalano
BUONA PIOGGIA
Cade la pioggia e avidi
bevono l’erbe e i fiori,
della buon’acqua gravidi
formano nuovi umori.
Già vizze si ritornano
a rinverdir le piante,
al grato peso inchinano:
“Signore grazie tante! ».
Rodolfo Gobbo
ROUTINE
Ogni giorno
mi infilo nel mosaico sterminato
della vita.
Infinitesimale pezzo di ceramica,
vado a riempire
solo per un attimo
lo spazio lasciato vuoto
dalla casualità degli incontri.
Distribuisco sorrisi
e pacche sulle spalle.
Sorbisco le ultime prodezze
del casanova di turno.
Un film per sognare un’altra vita.
O un sotterraneo psichedelico
per osservare come il mosaico
può diventare disgustoso.
Poi la luce flebile della scrivania
ad illuminare la mia solitudine.
Manuela Barbara d’Ischia
Gente di Falchera 15
Teodoro Lorenzo
La narrativa
di
Teodoro
Lorenzo
LA FURIA DI MELO
Il suono del campanello ci coglie quasi del tutto addormentati. Le lezioni di fisica non ci hanno mai interessato particolarmente, figuriamoci quelle dell’ultima ora del sabato.
La vocina della professoressa poi, un flauto sottile,
ci conciliava il sonno, era la nostra dolcissima
ninna-nanna. Che tipo la Salomone (matematica e
fisica). Delicata, addirittura diafana, era come una
bolla di sapone a cui sarebbe bastato un alito di vento per svanire nell’aria. Non volevamo importunarla
con il nostro vociare, non ne avevamo il coraggio; se
fosse scomparsa in quel momento per una parola e
un soffio appena più forti, chi se ne sarebbe presa la
responsabilità?
L’unica soluzione era allora quella di chiudere gli
occhi e lasciarsi trasportare dalla lenta corrente dei
propri pensieri. Usciamo dall’aula, un’altra settimana è finita. Ci attende un giorno di festa e i progetti
per l’indomani ci arrivano alla mente numerosi, allettanti e originalissimi (si finirà comunque per andare al cinema, come al solito).
Un fiume vorticoso mi investe e mi impedisce il cammino; davanti a me schiene e gambe, giro la testa e
non vedo che acne ed occhiali.
I ragazzi sono intrappolati nel corridoio centrale, procedono lentamente sospinti dall’onda che parte dall’ultima fila, giunge alle loro spalle, li sopravanza e
si spegne sul filo delle porte d’uscita come un mazzo
di carte fatto scivolare fino al polso dall’abile tocco
di un prestigiatore.
Sembra un fiume in piena e dalle altre scale nuovi
rivoli di studenti si tuffano e scompaiono nell’alveo
principale. Per me sono soltanto facce intraviste di
sfuggita. Finalmente un viso conosciuto.
Mellano Riccardo, altrimenti detto Melo, sgomitando di qua e di là, in virtù del suo fisico possente (quaranta chili circa compreso il loden verde) si apre un
varco nella calca, mi si affianca e comincia ad elencarmi le sue odierne (false) conquiste al bar.
Passando davanti alla bacheca di istituto improvvisamente si blocca.
Il manifesto delle vacanze studio organizzate all’estero dalla Ventana Viaggi - da lui affisso il giorno prima con palese orgoglio in una posizione ben visibile
e con una firma, la sua, apposta a caratteri cubitali
per rendere noto urbi et orbi la sua posizione apicale
all’interno della famosa società - è praticamente irriconoscibile. L’attraente ragazza che sorrideva provocante appoggiata ad un albero è stata trasformata
in un satana terrificante con tanto di corna, pizzetto
e mantello. Melo strappa il manifesto con gli occhi
fiammeggianti e il vapore alle narici; dalla bocca non
vomita fuoco ma tremendi improperi e insulti irripetibili diretti al misterioso artista.
“Certo che a scuola ti rispettano” gli dico, e ciò non
fa che aumentare la sua ira funesta. “Che botte, se
solo lo avessi tra le mani!” sbotta stizzito.
Ed ecco che davanti agli occhi di Melo, che non sapeva di possedere doti paranormali, compare come
un ectoplasma materializzatosi dal nulla la sagoma
massiccia di un armadio ambulante che rivendica la
paternità della grande creazione artistica sul manifesto galeotto. “Bravo, bravo mi compiaccio. Tecnica
impeccabile, bel disegno” si affretta a commentare
Melo. “Parlavi di botte per caso?”
“Ecco, per caso, giusto per caso. Ci vediamo, magari domani ti porto un altro manifesto da migliorare
con la tua tecnica sopraffina.” Finiva così la settimana di Melo, il nostro “miles ingloriosus”.
Dal libroCampus Marie Curie (Collana le scommesse)
Una ricetta al mese
di
Anna
Rosa
Scaloppine di tacchino
al marsala e curry
Secondo piatto gustoso, semplice e veloce da realizzare.
Ho utilizzato la fesa di tacchino e l’ho abbinata al curry
e al marsala: due ingredienti dal sapore e dall’aroma caldo
ed avvolgente. La farina rende vellutato il fondo di cottura che diventa una splendida salsina profumata e delicata. Abbina questo
secondo piatto ad una
fresca insalata verde
mista condita con
poco olio extravergine
di oliva e sale.
Batti delicatamente con il batticarne le fette di fesa di
tacchino e poi tagliale a strisce larghe.
Metti la polvere di curry su di un piatto e la farina bianca
sopra un altro piatto.
Quindi passa le fette di fesa di tacchino, una alla volta
e da entrambi i lati, prima nel curry e poi nella farina
premendo con le dita affinché sia uno che l’altra aderiscano bene alla carne.
Fai questa operazione con tutte le fette di tacchino che
hai a disposizione.
Versa l’olio extravergine di oliva in una padella antiaderente e lascialo scaldare leggermente.
Quindi disponi all’interno della padella la carne e falla
rosolare bene da entrambi i lati.
Condisci con il sale ed il pepe rosa appena macinato e
poi bagna con il marsala.
Gira le scaloppine e continua la cottura lasciando sfumare il marsala per 5 minuti a fiamma medio alta.
Durante la cottura gira le scaloppine un paio di volte.
Quando il fondo di cottura si è addensato, spegni il
fuoco ed impiatta.
Disponi le scaloppine di tacchino al marsala e curry su
di un piatto da portata e poi bagnale con il fondo di
cottura.
Servi in tavola ben caldo.
Buon appetito!!!!
Gente di Falchera 16
Capostipite degli Agnelli
di
Tony
Barilla
Ci sono tanti Torinesi che hanno contribuito con la
loro vita e le loro attività, nel bene e nel male, alla
vita della nostra città e a differenza di tanti grandi
nomi, sono meno noti e a volte sconosciuti al grande
pubblico.
Mi occupo di un Giovanni Agnelli, meno noto del
famoso avvocato, ma pur sempre determinante a creare quella Torino che conosciamo, o che conoscevamo; e senza dimenticarsi dei tanti operai, sindacalisti, impiegati ecc che si sono sacrificati nel nome di
questi “grandi uomini”.
Dubito che lo sarà anche per il domani, ma questo
lo staremo a vedere …….
Nato a Villar Perosa, TO, il 13.8.1866 fu il capostipite della famiglia imprenditoriale torinese Agnelli.
Divenne ufficiale all’accademia militare di Modena
e iniziò la sua carriera nel Savoia cavalleria. Nel 1889
sposò Clara Boselli dalla quale nacquero Edoardo e
Aniceta.
Sviluppò un interesse per la meccanica che lo portò,
senza grossi risultati, ad alcuni tentativi imprenditoriali nel campo.
Nel 1893 lasciò l’esercito per tornare a Villar Perosa con l’intenzione di dedicarsi all’attività di famiglia, l’agricoltura; intraprese il commercio di legnami e sementi, fu nominato sindaco di Villar Perosa
e restò in carica per mezzo secolo.
A Torino frequentò il caffè Burello dove conobbe
alcuni aristocratici appassionati di meccanica e di
automobilismo. Assieme ad alcuni di loro, con il capitale ricavato dalle attività agricole, nel 1899 fondò
la Fabbrica Italiana Automobili Torino (FIAT). Inoltre, Agnelli finanziò la sperimentazione di tricicli a
motore, fondò la “Roberto Incerti<C. Villar Perosa”
per produrre cuscinetti a sfera, dove costruì la prima
stazione sciistica italiana al colle del Sestriere ecc.
Il successo negli affari di Agnelli fu purtroppo funestato dalla morte dei figli, Aniceta nel 1928 ed Edoardo nel 1935, vittima di un incidente aereo all’idroscalo di Genova, che era avviato alla carriera del
padre. Lo sconforto spinse Giovanni Agnelli ad abbandonare le attività imprenditoriali ma il parroco
del paese lo convinse a cambiare idea.
Gli anni successivi, fino allo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale, registrarono un notevole sviluppo
delle imprese familiari e il nipote Gianni, figlio di Edoardo, venne designato successore di Agnelli alla guida
delle aziende. Dopo la guerra Agnelli venne accusato
di compromissione col regime fascista e privato temporaneamente della proprietà delle sue imprese. Poco
tempo dopo morì a Torino il 16 Dicembre 1945.
Per concludere direi che ogni parallelismo e confronto tra questi vecchi capitani di industria e gli
attuali squali non abbia bisogno di molte parole.
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2 kg fettine di vitello
2 kg bollito di vitello
1 kg salsiccia
2 kg spezzatino
2 kg braciole di maiale
1 kg petti di pollo
1 kg fesa di tacchino
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Gente di Falchera 17
Come via Santa Teresa
non arrivò sino a Porta Susa
150 anni fa la riforma
dalla toponomastica torinese
Non è difficile trovare un negozio, o un ufficio, o
ancora la casa di un amico. Il nome della via, il numero civico ed è cosa fatta. Ma non è sempre stato
così: almeno, non fino a 150 anni fa, quando Palazzo Civico affronta la revisione della toponomastica
cittadina. Una discussione importante, i cui resoconti
sono conservati negli atti municipali raccolti nell’Archivio storico del Comune. E’ nel periodo tra il 1859
e il 1860 che vengono stabilite in
Via S. Teresa
Sala Rossa alcune regole fondamentali e sinora
immutate.
A cominciare da
quella per cui le
numerazioni delle strade partono
dal centro cittadino, con i numeri
civici pari a destra, dispari sul
lato opposto.
Mentre la numerazione affermatasi con l’occupazione francese (decreto del generale Ménou, 1801)
procedeva secondo le quote altimetriche delle vie,
dal lato più in basso verso quello più in alto, cosa
complicata in una città fondamentalmente pianeggiante! Nella futura capitale d’Italia, le numerazioni
vengono riorganizzate a partire dalla piazza Castello e lungo quattro assi principali: via di Milano, via
Dora Grossa (oggi Garibaldi), contrada di Po e via
Nuova (la via Roma dei giorni nostri). Senza numeri
separati fra botteghe e abitazioni, come si era pensato in un primo momento.
Una proposta della Commissione per la denominazione delle vie mira a semplificare ulteriormente la
toponomastica torinese. L’idea, spiega il sindaco
Nomis di Cossilla, è quella di assegnare un’unica
denominazione alle vie “poste sopra un medesimo
allineamento, per quanto questo si protragga dal centro alla periferia della città sino all’incontro di un
viale di circonvallazione”. Semplice, anche troppo.
E il consigliere Baricco insorge, troppe strade cambierebbero nome, creando problemi a residenti e forestieri.
E poi, ci sarebbe il problema di via Cernaia, così
battezzata da poco e ancora in via di urbanizzazione
(in quel momento vi si affaccia un solo edificio),
naturale prosecuzione di via Santa
Teresa, strada di antica tradizione e fittamente popolata.
Mentre in via Cernaia, allora
ai margini della città, non vive
praticamente nessuno, ragion per
cui tutto l’asse viario tra piazza San Carlo e “lo scalo
della ferrovia di Novara” (poi stazione dì Porta Susa)
verrebbe dedicato alla santa.
Tra l’altro, siamo in pieno Risorgimento (Garibaldi è
sbarcato in Sicilia in aprile) e Cernaia significa Lamarmora, guerra di Crimea, bersaglieri, come si potrebbe cancellarne il ricordo? Ma c’è la piazza “impropriamente detta” della Legna, ribatte il consigliere Pateri, che potrebbe ribattezzarsi Cernaia.
Il consigliere Sclopis difende la proposta della Commissione sull’unificare i nomi delle strade: detto questo, però, per Sclopis non si tocca il nome di via Cernaia, con i suoi echi di gloria militare: si pensi piuttosto a dare nomi più degni alle vie dei Guardinfanti
o della Madonnetta! Peraltro, alla fine la piazza della
Legna avrà il suo marchio risorgimentale, poiché
prenderà il nome che porta ancora oggi, piazza Solferino. Il dibattito più generale (con interventi di Baruffi, Maffoni Tecchio e Ferrati, il quale propone la
denominazione corso per alcune arterie principali)
sfocia poi in una mozione approvata “a grandissima
maggioranza per votazione di alzata e seduta”:
Respinto il principio della proposta della Commissione, vanno corrette soltanto “le improprie o sconvenienti denominazioni attuali”. Fu così che via Santa
Teresa non arrivò a Porta Susa.
Claudio Raffaeli
Il vernacolo
a cura di
Livio
Scremin
Il còre di prastìa
Vélla der còre finto è un’invenzione
tesoro mio, che a me mi fa paura;
per un poeta,dé, bella figura
dovessi andare in cassa integrazione!
Presempio: quando ciò un’ispirazione,
magari mentre ammiro la natura,
o vai mi scappa un verso di premura
in dove me la ficco l’emozione?
Se devo trova’ un posto alle passioni
e all’artri sentimenti che te sai,
(perdonami ir trabocco d’ignoranza!)
vor dì che senza tante discussioni
in càrdo tra le gambe li terrai,
chè lì posto ce n’è e ce n’avanza.
Luciano Tarabella
dialetto livornese
Gente di Falchera 18
Psicanalisi e dintorni
del dott.
Oreste
Borio
La sessualità nella terza età
La sessualità è presente ad ogni età, e questo è ovvio. Ma per ogni età c’è una sessualità che si manifesta a modo suo, e questo è meglio saperlo. Di base
c’è che la sessualità è un fatto prevalentemente mentale, dunque è soggettiva, e anche di questo va tenuto conto. Che sia un fatto mentale implica che può
dipendere molto dall’umore e quindi può generare
incomprensioni e conflitti. Maschio e femmina poi
hanno sessualità diverse, e questo è un guaio.
Allora sessualità in terza età? sì grazie! e perché no?
Però con l’avvertenza che si consulti il manuale di
istruzioni. E sì perché in terza età non possiamo pensare di avvicinarci alla sessualità con degli schemi
in mente che erano adatti ad una età diversa, proprio
non si può.
Ho detto schemi in mente, perché la sessualità si gioca, a tutte le età, prevalentemente nella nostra testa in
quanto è desiderio. Certo la fisicità è fondamentale,
ma non è tutto. Qualcuno ricorderà le parole della canzone “l’anno che verrà” del caro Lucio Dalla, ebbene,
giusto si dice… “e si farà all’amore ognuno come gli
va”! Come sempre i poeti intuiscono per primi le verità. Cosa significano quelle semplici parole? che la
sessualità è anzitutto una pratica individuale, non ci
sono linee guida; il manuale di istruzioni alla voce
“come” propone una pagina bianca, dove ognuno può
scrivere proprio … come gli va.
La sessualità chi ha mai detto debba coincidere con
la genitalità? la sessualità è la vita stessa, da quella
infantile (come ci ha svelato la psicoanalisi) fino all’ultimo tramonto; l’unica avvertenza è se mai quella di essere autentici. Dunque prima di tutto relazione, poi relazione e ancora relazione: sì perché la comprensione dei limiti del partner, l’affetto, la complicità, possono esprimersi solo nella relazione. Se si
soddisfa questa (apparentemente) semplice equazione, il gioco è fatto!
La terza età oggi è costituita da persone che sono
state giovani, a retrocedere dagli anni quaranta del
secolo trascorso. E poiché ognuno è figlio del suo
tempo e l’educazione assorbita si riesce a modificare solo con una certa difficoltà, e non da tutti, dobbiamo ricordarci qual’era la cultura corrente e dominante a quel tempo.
Da parte femminile, in assenza di rivoluzione sessuale, che poi in pratica è stata figlia della disponibilità di moderni anticoncezionali, la sessualità era
prima di tutto un fatto di cui parlare con prudenza,
la donna si realizzava soprattutto nel matrimonio, e
il fatto che potesse partecipare con piacere alle pratiche sessuali era tollerato ma non certo incoraggiato. Il gentil sesso è stato quello che ha subito più
profondamente i tabù repressivi di una cattiva educazione sessuale. Il mito che il sesso sia solo per
giovani è spesso, specie proprio per le femmine post
menopausa, un comodo alibi per nascondere, a volte a se stesse, la totale mancanza di interesse per il
sesso. E’ evidente che stando così le cose la soggettività va rispettata anzitutto, senza indurre inutili
sensi di colpa.
L’esercizio della sessualità era dunque in primis una
questione riservata agli uomini. Il machismo era invece
celebrato e incoraggiato, le donne spesso dipinte nella
fantasia dei giovani come assatanate di piacere, stranamente lo erano solo fino a quando si sposavano, poi
più nulla. Le donne libidinose restavano solo e immancabilmente quelle degli altri, non ancora sposate.
I protagonisti della terza età oggi sono queste persone: innegabile che una certa contaminazione evolutiva sia intervenuta negli anni, ma siamo più propensi a
credere che i tabù siano tarli duraturi e di difficile se
non dubbia eliminazione. Dunque la terza età, per una
sana salute mentale, dovrà cercare fuori dagli schemi
del passato una sua realizzazione, e ciò è possibile se
si possiede un animo sufficientemente sensibile e ci
interessa il benessere mentale della coppia.
Non è più importante la prestazione, ma il rapporto di
stima ed affetto che si può manifestare ad ogni età.
Senza una soddisfacente relazione personale è improbabile in terza età una sessualità che si esprima, come
poteva accadere negli anni migliori, attraverso la fisicità del rapporto, o fantasie sostitutive (ricordate la
canzone “Pazza idea” di Patty Pravo). Ora veramente
e finalmente la sessualità si gioca in prima persona,
non può più nascondersi dietro a fantasmi.
Relazione, dialogo, affetto, capacità di comprendere
i limiti del partner, godimento dell’intimità, fisica e
mentale, ecco la nuova frontiera per una sessualità
finalmente libera. Infine vorrei far notare che la sessualità comprende anche tutti quei gesti, azioni,
espressioni fisiche e affettive, che possono manifestarsi tra adulti mentalmente sani e consenzienti.
Laboratorio di
Quartiere Falchera
Sportello Ambiente:
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Gente di Falchera 19
Astronomia e...
a cura del Gruppo “G. Plana”
2036. Si chiama Apophis l’asteroide
che si abbatterà sulla terra
Nel 2036 un asteroide
si abbatterà sulla terra. E sarà un disastro.
La minaccia, già nota
da qualche anno, è stata rilanciata dal capo
dell’Agenzia spaziale
russa Anatoly Perminov. Lo scienziato, dalle colonne di Fox News, ha chiesto ai potenti della terra di organizzare una spedizione
per distruggere Apophis. L’anno scorso, lo stesso allarme, era stato lanciato da un ragazzino tedesco di
tredici anni. Ma era caduto nel vuoto.
Il 13 aprile 2036, la domenica di Pasqua, alle 22,45
un asteroide di 320 metri di diametro e di 200 miliardi di tonnellate di peso, si abbatterà sulla terra. Si
chiama Apophis (meglio conosciuto come 99.942)
ed è una vecchia conoscenza di studiosi e astronomi
di mezzo mondo. Sono anni che lo tengono sotto
controllo. Anni che tentano di calcolare con precisione le probabilità di impatto sulla terra. E anni che
litigano sui pericoli reali di una minaccia del genere.
Poi, proprio in questi giorni, a sorpresa, è arrivato l’annuncio: il rischio che l’asteroide possa schiantarsi sul
nostro pianeta è più che reale. Bisogna fare qualcosa.
Apophis, che prende il nome dal dio egizio Apopi,
soprannominato “il distruttore”, e considerato la divinità del buio e del Caos, dovrebbe schiantarsi in
un’area compresa tra l’Arabia e il Giappone, o tra il
Madagascar e la Nuova Guinea, o in Siberia. Ma secondo gli ultimi calcoli potrebbe anche finire nell’oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, generando un gigantesco Tsunami, pari a 100.000 volte l’effetto della bomba atomica che distrusse Hiroshima nell’agosto del 1945.
Il mondo è avvisato. Bisogna rimboccarsi le maniche. Mettendo da parte perplessità e dubbi. E magari
riconoscendo che già un anno fa l’allarme Apophis
era stato lanciato anche da un ragazzino di 13 anni.
Nico Marquardt (piccolo genio tedesco che ha osservato l’asteroide col telescopio dell’istituto di astrofisica di Potsdam, a Babelsberg, e di cui già avevamo parlato su queste pagine) aveva calcolato che le
probabilità di impatto dell’asteroide distruttore erano molto diverse da quelle calcolate dalla Nasa.
Gli scienziati di Houston avevano stimato che c’era
una probabilità su 45mila che il pericoloso Apophis
potesse colpire la Terra. Nico, senza timori reverenziali, aveva replicato che la probabilità è più allarmante. Una su 450!
Nessuno gli aveva dato troppo credito.
Briciole di storia...
a cura di Franco Foppiani
PRETI SCIENZIATI:
NICCOLÒ COPERNICO
Il monte MuNikolaj Kopernik
siné
nasce a Torun
(Ihom), in Polonia, il
19 febbraio 1473.
Nel 1491 si iscrive
all’Università di
Cracovia ed è avviato agli studi ecclesiastici dallo zio materno, il vescovo Lucas
Watzenrode. Nel
frattempo, viene in
Italia e frequenta per cinque anni l’Università di Bologna, uno dei maggiori centri culturali europei dell’epoca, dove si appassiona alla matematica e all’astronomia. Poi, studia medicina a Padova, insegna astronomia a Roma (1500) e si laurea in diritto canonico a
Ferrara (1503). Torna a Cracovia e, dopo, si trasferisce a Frombork (allora Frauenburg), come canonico
della cattedrale; lì risiede sino alla morte, il 24 maggio 1543. È lui che getta le basi del sistema eliocentrico, descritto nel “De rivolutionibus orbium coelestium”, pubblicato solo 37 anni dopo: si dice che la prima copia gli sia stata presentata sul letto di morte. Sulla
base di studi matematici e dell’osservazione dei moti
celesti, per Copernico tutti i pianeti, Terra compresa,
compiono la loro rivoluzione attorno al Sole, centro
dell’universo: l’esatto contrario della teoria geocentrica, allora dominante, a sua volta basata sul pensiero
aristotelico e tolemaico e su alcune errate interpretazioni bibliche. Le idee copernicane suscitano forti
opposizioni nel mondo ecclesiastico e accademico.
Troveranno successive conferme negli studi di Keplero, Galileo, Cartesio e Newton.
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Gente di Falchera 20
Il fascino della Sindone
Sabato 30 marzo, vigilia di Pasqua, è tornata la Sindone
in un’ostensione televisiva in mondovisione nell’ambito
della trasmissione Rai “A sua immagine”.
Dopo l’ultima ostensione pubblica del 2010, a 40 anni
dalla prima ostensione televisiva trasmessa in diretta ancora in bianco e nero, il 23 novembre 1973 dal Salone
degli Svizzeri di Palazzo Reale, il telo conservato nel
Duomo di Torino si è riproposto all’attenzione di milioni
di telespettatori con tutto il fascino del suo mistero e delle sue contraddizioni che neppure la scienza moderna ha
potuto chiarire.
Un grande evento mediatico, ma soprattutto un forte
richiamo che si colloca nell’Anno della Fede voluto
dal papa emerito Benedetto XVI.
La Sindone non è solo richiamo alla passione e alla
morte ma, come ha affermato Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino “segno
di vittoria della vita sulla
morte, dell’amore sull’odio
e la violenza, della speranza sulla disperazione”.
Il telo di Torino presenta
l’immagine di un uomo crocifisso le cui caratteristiche sono in perfetto accordo con
quanto descritto nei vangeli: la flagellazione romana, la
corona di spine, i buchi dei chiodi, il colpo della lancia nel
costato inferto dopo la morte, l’avvolgimento del cadavere
in un lenzuolo ma solo per poche decine di ore e così via.
“Una somiglianza sorprendente - ha continuato Nosiglia che resta un fatto su cui, come sappiamo, si è discusso e
discute da secoli senza trovare soluzioni unanimi, ma nemmeno smentite assolute e certe circa l’autenticità del telo
in rapporto a quello della sepoltura di Gesù”.
Davanti alla Sindone sollevata verticalmente nella stessa
cappella in cui è abitualmente conservata, sono sfilati,
soli ospiti presenti in Duomo, circa 300 malati e disabili
e una trentina di giovani del Sinodo diocesano.
All’ostensione televisiva ha partecipato anche papa Francesco con un video messaggio nel quale ha esortato quanti
contemplano la Sindone a lasciarsi “contemplare” dalla Sindone stessa e a non perdere la speranza nell’amore di Dio
che si esprime nella morte e risurrezione di Gesù Cristo. Per
i credenti dunque il telo di Torino rappresenta un forte richiamo ai Vangeli, ma anche una grande sfida per la scienza.
Come si concilia oggi il rapporto fede-scienza nei confronti della Sindone? Abbiamo rivolto la domanda al professor Bruno Barberis, docente di fisica matematica all’Università di Torino e presidente del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino.
“Le finalità dei due approcci -ha affermato Barberis- sono
diverse e stanno su piani tra loro non confrontabili. Personalmente ritengo che i due tipi di approccio siano non
solo compatibili ma complementari: la Sindone ha bisogno di essere studiata e capita seguendo entrambe le strade: quella della scienza e quella della fede. Altrimenti
sarà impossibile coglierne ed approfondirne appieno il
profondo messaggio”.
Poco prima dell’ostensione televisiva è uscito un volume
“Il mistero della Sindone” di Guido Fanti e Saverio Gaeta che parla di nuovi esperimenti sulla Sindone che escluderebbero la datazione medievale del telo. Qual’è la sua
opinione di scienziato?
“E’ bene precisare - ha continuato Barberis - che non si
tratta di nuovi esperimenti sulla Sindone, ma di esperimenti
su materiale che gli autori sostengono provenire dalla Sindone. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e
Custode Pontificio della Sindone, e il Centro Internazionale della Sindone di Torino hanno immediatamente espresso serie riserve sulla validità scientifica di uno studio che
si baserebbe su elementi quali l’analisi di campioni di tessuto la cui appartenenza al telo sindonico risulta dubbia e
comunque non provabile,
in quanto privi di qualsiasi
tracciabilità”.
A che punto è oggi la ricerca scientifica? Sono auspicabili ulteriori indagini?
“Oggi, dopo più di un secolo di ricerche scientifiche - spiega Barberis - sappiamo con certezza che
l’immagine ha caratteristiche simili a quelle di un negativo fotografico ed è
estremamente superficiale
interessando le fibre del
tessuto per uno spessore
dell’ordine del millesimo
di millimetro; è stata prodotta dal cadavere di un essere umano che ha subito numerose torture i cui i segni sono visibili in modo anatomicamente perfetto. Sulla Sindone sono presenti numerose macchie di sangue umano di gruppo AB prodotte da ferite traumatiche.
Non si tratta di un dipinto e possiede
peculiari caratteristiche tridimensionali.
Esiste una stretta correlazione tra il volto della Sindone e l’iconografia del volto di Gesù del primo millennio. Sulla
Bruno Barberis
Sindone inoltre sono stati ritrovati pollini che consentono di ritenere molto probabile un suo
soggiorno in Palestina e in Anatolia prima del XIV secolo. C’è ancora incertezza sull’età del lino: gli studi teorici
e sperimentali successivi alla datazione medievale stabilita dagli esami effettuati con il metodo del C14 consentono di ritenere molto probabili alterazioni tessili, ambientali, biologiche, chimiche che, nel loro insieme possono aver modificato considerevolmente il risultato della
datazione, “ringiovanendo” il telo. Ad oggi, comunque,
il processo che ha causato la formazione dell’immagine
rimane ancora non noto e necessita di ulteriori studi sia
teorici sia sperimentali.
La Sindone è stata definita dai Pontefici “provocazione
all’intelligenza”, “specchio del Vangelo”, “icona del sabato santo”. Quale è la sua personale definizione?
Non esiste una definizione più significativa delle altre ha concluso il professore - tutte contribuiscono a definirne un aspetto fondamentale. Tra le tante mi piace ricordare quella che definisce la Sindone “un’immagine inspiegabile”, perché sottolinea il fatto realmente sorprendente che fino ad oggi gli scienziati non sono riusciti a
spiegare come si sia formata l’immagine.
Gente di Falchera 21
Rita Miglia
Il piacere di leggere
di
Adriana
Scavello
“Zero zero zero”
Viaggio nell’inferno del narcotraffico di Roberto Saviano.
Finalmente il 5 aprile è uscito l’ultimo lavoro di Roberto Saviano, ed
io naturalmente, subito in libreria ad acquistarlo!
Già il titolo, «ZeroZeroZero», fa scaturire spontanea
la domanda: cosa significa? Saviano, come ha
spiegato in TV, ospite di
Fabio Fazio (con il quale
ultimamente ha instaurato
una felice collaborazione
che li vede lavorare insieme in trasmissioni su Rai
Tre), ha voluto intitolare il
suo libro con un numero
che significa purezza, infatti “Zero zero zero” allude
alla cocaina “purissima”. Una sorta di gioco di parole sulla “farina doppio zero”.
Nell’anticipazione del libro, sul sito Feltrinelli si legge: “Guarda la cocaina, vedrai polvere. Guarda attraverso la cocaina, vedrai il mondo”.
Ed infatti il libro, nelle sue quattrocentocinquanta
pagine narra, come anticipa l’editore, di cocaina:
“Il viaggio di un grande scrittore nei gironi infernali del mondo contemporaneo. L’assalto del narcotraffico ai santuari dell’economia mondiale. L’istantanea di un’epoca ossessionata dalla dipendenza. Dal
guadagno. Dal consumo. La cocaina è la merce più
usata, trafficata, desiderata del nostro tempo. È il
sogno dell’eccesso senza limiti che corrode le nostre vite e la nostra società. Il petrolio bianco che
accende i corpi ma distrugge le menti”.
Si può parlare di questa opera come di un “romanzonon romanzo”, che come Gomorra, vede un cambiamento nel fare letteratura in Italia, un ritorno al realismo, un “nuovo realismo”, che mescola percorsi
narrativi e nello stesso tempo di inchiesta, modalità
di esposizione che a Saviano riesce molto bene.
Sette anni dopo Gomorra, Saviano è riuscito a mixare storie personali e reportage giornalistico con la
sua bravura, mosso da una passione quasi ossessiva,
con la capacità di disegnare una visione complessiva di un mercato nascosto, inframezzandolo con storie potenti di casi singoli e personalissimi, restituendoci icone che difficilmente si dimenticano.
Con rigore giornalistico, ma sotto forma di racconti
che si intrecciano, si sovrappongono, si mischiano ,
tortuosi come i vicoli del quartiere Sanita’, crudi e
violenti come i peggiori barrios sudamericani, organizzati come le banche d’affari inglesi, Saviano riesce a delineare il profilo di quella che egli stesso definisce “la banalita’ del male”.
Bellissimo libro, letto tutto d’un fiato, rincorrendo e
strappando minuti in qualsiasi momento della giornata, storie raccontate come favole, basate però su
storie vere……
Assolutamente da leggere.
CAMPAGNA ABBONAMENTI
Sappiamo per certo che il nostro giornale
“Gente di Falchera” è apprezzato da molte
persone del nostro quartiere, ce ne rendiamo
conto quando vengono in redazione a trovarci, per chiedere il giornale oppure portandoci
dei contributi, pochi o tanti, per noi è un segno di riconoscimento per il lavoro che facciamo e nello stesso tempo è uno stimolo per
proseguire su questa strada.
La nostra forza è che crediamo in quel che facciamo, gratuitamente e senza scopo di lucro.
In questi tempi stiamo passando momenti difficili per la mancanza di fondi e pubblichiamo il giornale solo quando i fondi dei sostenitori ce lo permettono.
Mentre noi rimaniamo in attesa che le
promesse del sindaco non rimangano tali.
Nel frattempo continuiamo a promuovere
l’abbonamento che al raggiungimento di
1000 adesioni, la quota sarà di 15 € annuali ed essere così più indipendenti senza vincoli alcuni.
Non chiediamo soldi per ora, al raggiungimento delle adesioni necessarie verrete avvertiti
telefonicamente.
Dopodichè i giornali verranno distribuiti
ai soli abbonati.
Se in questi periodi non si raggiungerà la quota per gli abbonamenti di 1000 adesioni il
giornale terminerà definitivamente.
A tutt’oggi abbiamo raggiunto 410 adesioni,
ribadiamo che chi vuole dare la propria adesione all’abbonamento può recarsi presso la
redazione in Piazza G. Astengo 10, oppure
telefonare allo 011-2247387.
Gente di Falchera 22
(la redazione)
ANNIVERSARIO
Nel primo anniversario della
scomparsa di Di Paola Matteo
lo ricordano con tanto affetto
la figlia Giovanna unitamente
alla sua famiglia. Resterai
sempre nel mio cuore. Ti voglio tanto bene ciao Papà.
RICORDO
Il 10 aprile è mancato improvvisamente Livio Chervatin di anni 78. Era una persona attiva e dinamica, con
mille interessi, amava coltivare il suo orto che era il suo
passatempo preferito, solo pochi anni fa partecipava alla gara podistica “Strafalchera”. Per la redazione “Gente di Falchera” era un prezioso collaboratore nella distribuzione del giornale.
Lo ricordiamo con affetto e con tanto affetto
siamo vicini alla moglie Anna, ai figli Fulvio e
Floriana, ai nipoti, fratelli e sorelle.
(la Redazione)
SILENT KEY
CI HANNO LASCIATO:
24/03/2013 Colella Ferdinado
Str. Cebrosa 91
04/04/2013 Mule Michele
Via dei Tigli 5
08/04/2013 Rogina Giuseppe
Via degli Ulivi 106
08/04/2013 Lolio Felice
Via degli Ulivi 29
10/04/2013 Chervatin Livio
Via degli Olmi 20
11/04/2013 Bentivoglio Giovanni
Via degli Abeti 38
16/04/2013 Fico Giovanni
Via Beggiano 20
18/04/2013 Ganci Sebastiana
Via dei Pioppi 16
18/04/2013 Bel Passo Concetta
Via delle Betulle 45
24/04/2013 In Galilea Vito
Via degli Ulivi 18
geom.
di anni 71
di anni 90
di anni 78
di anni 81
di anni 78
di anni 72
di anni 68
di anni 86
ved. Varasi
di anni 82
di anni 83
Eleonora Bonarrivo
Abilitata n° 9562 al Collegio dei
Geometri di Torino e Provincia
mail: [email protected]
Tel. 346.96.75.313
Volture catastali, denunce di successione, riunioni di usufrutto, pratiche edilizie (SCIA, CIL, permessi di costruire),
pratiche catastali (DOCFA), stime immobiliari, Consulenze Tecniche di Parte, amministrazioni condominiali.
GIANN
BBIGLIAMENTO
Da Gianna
Moda Novità
e di Qualità
Viale Falchera 66 Tel. 011-262.14.03
Gente di Falchera 23
Hanno collaborato a questo numero:
Tony Barilla, Oreste Borio, Antonella Bovolenta, Cinzia Candiloro, Giorgia Catalano, Manuela Barbara d’Ischia, Teodoro Lorenzo, Marco Milelli, Gioia Garo, Rodolfo Gobbo, Giannina Bacin Pelissero, Claudio Raffaelli, Ricciardino, Alfredo Saragaglia,
Adriana Scavello, Livio Scremin, Luciano Tarabella, Roberto Tartara, Francesco Traisci, V. A., Luigi Fabio Varesano.
Gli eventuali contributi potranno essere versati volontariamente
presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 10.
Orario di Redazione dal lunedì al venerdì:
dalle ore 9,30-11,30 / 15,30 -17,30
Tel. Fax e Segr. 011 - 22.47.387
E mail: [email protected]
Sito: www.gentedifalchera.it
Un ringraziamento particolare a tutti
i sostenitori, inserzionisti e agli amici che
ci aiutano nella distribuzione del giornale.
Sostenitori “GENTE di FALCHERA”
ASTRA
SOCIETA’ COOPERATIVA
TORINO
C.so Giulio Cesare, 99 - tel. 011-280901
Via Monginevro, 161 - tel. 011-3828558
Chissotti Giacomo
Merceria Gianna
Tabaccheria Vassallo
Manecchia Ivo
Gaetano Donato
Panettieri Amelia
Martinazzo Carmela
Slaviero Roberto
Genco Francesco
Cottari Giuliana
Lettrice Anonima
Dellesedie Edoardo
Badini Girodo Adele
Fratelli Mura
Caveglia Pietro
Marsico Francesco
Chervatin Anna
Maraucci Francesco
Gabossi Ines
Previti Rosanna
Nordi Gaetano
Baviero Elda
Musetti Francesco
Dalena Flavia
Aquilante Bruna
Bellino Giuseppe
Screnci Anna
Barone Salvatore
Capolongo Angela
Di Paola Giovanna
Apollonio Giacomo
Ceccato Maria Teresa
Fam. Spiga Antonio
Dolce Maria Antonia
Gli articoli da pubblicare dovranno pervenire entro il 15 di ogni mese. La redazione si riserva la facoltà di
pubblicarli e/o modificarli secondo le esigenze del giornale. Gli articoli e le fotografie non verranno restituiti.
NON SEMPRE IL CONTENUTO DEGLI SCRITTI DI CHI COLLABORA RISPECCHIA LE OPINIONI DELLA REDAZIONE
GESTIONE IN PROPRIO E DISTRIBUZIONE GRATUITA - STAMPATO IN 3000 COPIE
Biblioteca Civica FALCHERA
Periodico fondato nel 1993
Direttore Responsabile
Rita Miglia
Vicedirettore
Massimo Giusio
Redazione:
A. De Leo, C. Elia,
R. Voyat, F. Foppiani,
U. Grassi, R. De Pace
Caporedattore e grafica
Umberto Grassi
Segretaria di Redazione
Rita Voyat
Partecipazione
Redazione P.zza G. Astengo, 10
Tel. Fax e Segr. 011-22.47.387
E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.gentedifalchera.it
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