PROPOSTA DI GESTIONE DELL`INCUBATOIO DI PROPRIETA` DI

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PROPOSTA DI GESTIONE DELL`INCUBATOIO DI PROPRIETA` DI
PROVINCIA DI VERONA
Servizio tutela faunistico ambientale
L'incubatoio di Bardolino
Nell’aprile 2004 è stato inaugurato sul lago di Garda il nuovo centro ittiogenico e sperimentale di
Bardolino: l’intervento è consistito nella ristrutturazione di un impianto costruito negli anni ’50 del
novecento, ma inattivo dagli inizi degli anni ’90.
I primi impianti di incubazione gardesani per la riproduzione artificiale delle specie ittiche di interesse piscatorio risalgono al periodo compreso tra la fine dell’ottocento e l’inizi del novecento. Lo
stabilimento ittiogenico di Brescia costruito nel 1887, produceva presso la sede distaccata di Peschiera del Garda, avannotti di coregone lavarello, trota lacustre, luccio, salmerino alpino, da destinare ai grandi laghi prealpini dell’Italia settentrionale, ma successivamente anche ai bacini dell’Italia centrale. Dopo il 1930 il Consorzio obbligatorio tutela pesca dei laghi di Garda e Idro (ente statale) gestiva quattro impianti ittiogenici, dislocati a Torbole (Tn), Cassone di Malcesine (Vr), Salò e
Sirmione (Bs): a Cassone e a Sirmione venivano prodotti coregoni e carpioni, a Sirmione coregoni
(circa 30 milioni di larve all’anno) e successivamente luccio, e a Torbole trote lacustri. Negli anni
’50 vennero costruiti l’impianto di Bardolino (Vr) e di Gargnano (Bs), entrambi destinati alla produzione di lavarello e carpione. Dopo un periodo di inattività degli impianti dal 1953 al 1961, l’attività ittiogenica riprese fino al 1977, data di chiusura del Consorzio e di passaggio delle competenze
alle rispettive regioni Lombardia e Veneto, che gestirono gli impianti sino alla metà degli anni ’80inizi anni ’90, per passare poi alle province di Brescia (impianto di Salò e di Peschiera) e Verona
(impianti di Cassone e di Bardolino). Tale attività proseguì sino a tre anni fa a Peschiera e fino alla
fine degli anni ’90 a Cassone e Bardolino.
Attualmente sono quindi attivi sul Garda due impianti, quello di Bardolino, completamente ristrutturato, e quello nuovo di Desenzano: gli impianti di Peschiera del Garda e di Cassone, in funzione
fino a qualche anno fa, sono ormai in disuso e prossimi alla vendita per altre funzioni.
IMPIANTO ITTIOGENICO SPERIMENTALE DI BARDOLINO (VR)
Nel 1999 la provincia di Verona ha acquistato da “Veneto Agricoltura (ex E.S.A.V.)”, ente funzionale della regione Veneto, l’incubatorio di Bardolino, in quel momento in totale stato di abbandono, per disporne la ristrutturazione finalizzata al suo recupero funzionale, che si completa nel
gennaio 2004.
L’immobile si estende su una superficie totale di circa 240 mq, di cui 118 mq adibiti ad incubatoio;
è stato inoltre prevista una grande sala multifunzionale per le riunioni e la didattica, un ufficio
per la polizia provinciale che opera sul lago di Garda e per studi e ricerche, e un laboratorio.
L’acqua per l’impianto viene pompata direttamente dal lago ad una profondità di circa 25 m, laddove vi sono le condizioni termiche favorevoli (temperatura inferiore a 18° C) all’allevamento dei salmonidi, anche durante il periodo estivo, per poi essere successivamente accumulata in grandi vasche situate al piano superiore dell’immobile, così da garantire in ogni momento una fornitura continua ed equilibrata.
La completa ristrutturazione dell’impianto, comprensiva dell’acquisto dell’immobile, progettazione
e allestimento della sala adibita ad incubatoio, è costata alla provincia di Verona circa €
740.000,00, di cui circa € 100.000,00 per le vasche e attrezzature deputate alla produzione ittica.
Ulteriori € 16.000 sono stati ricevuti dall’Istituto agrario di san Michele all’Adige quale contributo
per la collaborazione prestata nell’allevamento del carpione nell’ambito del progetto di cofinanziamento europeo “CARPESCI”: la somma ottenuta è stata utilizzata per l’acquisto del sistema di filtrazione delle acque destinate alle vasche. Ulteriori € 10.000 sono stati spesi nel 2006 per l’acquisto
degli alimentatori artificiali e altre attrezzature con l’obiettivo di rendere l’impianto il più autonomo
possibile.
Obiettivo primario della provincia di Verona è quello di “trasformare” questo impianto in un importante centro di studio e di sperimentazione nei confronti delle più importanti specie ittiche del lago
di Garda, piuttosto che in un vero e proprio “centro produttivo” e ciò anche in considerazione delle
limitate superfici disponibili alla produzione ittica e del fatto che comunque risulta assurdo pretendere di ripopolare questo immenso lago con il solo materiale prodotto in tali strutture. Proprio per
questo, a partire dal dicembre 2011, è stata affidata la gestione dell'impianto all'Associazione pesca sportiva Bardolino, con l'obiettivo principale di una maggiore valorizzazione dell'impianto, sia
dal punto di vista produttivo che della ricerca scientifica: a tal proposito è stato infatti previsto il
supporto di un giovane laureato in acquacoltura all'interno del gruppo di lavoro.
L'impianto è stato finora gestito direttamente dal personale del Corpo di Polizia provinciale con il
supporto operativo della Cooperativa fra pescatori di Garda, sotto la supervisione tecnico-scientica
del Servizio tutela faunistico ambientale.
STRUTTURA DELL’INCUBATOIO DI BARDOLINO
Quantità
1
2
4
5
1
10
90
2
Tipologia dell’impianto di Bardolino(VR)
Vasca in vetroresina di Ø 300 cm a pianta circolare e fondo conico per la stabulazione dei riproduttori
Vasca in vetroresina troncoconica di con fondo piano di Ø esterno di 160 cm
per la produzione di novellame
Vasca in vetroresina troncoconica di Ø di 60 cm con supporti per la produzione di zooplancton (Artemia salina) e, secondariamente, di larve e novellame
Vasca rettangolare vetroresina da 370 cm di lunghezza, 70 cm di larghezza e
70 cm di profondità per la produzione di novellame: in ognuna di tali vasche
viene trasferito il prodotto delle 2 vasche poste sopra
Vasca in vetroresina da 360 cm di lunghezza, 70 cm di larghezza e 60 cm di
profondità per il contenimento delle larve di coregone provenienti dall’impianto a bottiglie di Zug, ove avviene la schiusa
Vasca in vetroresina da 370 cm di lunghezza, 40 cm di larghezza e 20 cm di
profondità, da sovrapporre a due a due a ciascuna vasca rettangolare per la
schiusa delle uova di salmonidi (carpione, trota lacustre) e luccio e per l’allevamento delle larve
Vaschetta interna di incubazione tipo “California” da 40 x 40 cm con telaietto
per la schiusa delle uova di salmonidi e di luccio, da porre all’interno della
vasca rettangolare di incubazione
file doppie di bottiglie di Zug per un totale di 108 bottiglie della capacità di 8 l
cad.Ogni fila misura 8 m di lunghezza. Da utilizzarsi per la schiusa delle uova
di numerose specie ittiche, tra cui il lavarello e il luccio
Produzione ittica annua
L’attività svolta presso l’impianto è rivolta alle specie ittiche del lago di Garda, ed in particolare a
quelle in rarefazione e/o di maggior interesse per la pesca professionale. In ordine di priorità sono
allevate le seguenti specie: 1) carpione (specie presente al mondo, unicamente nel lago di Garda), 2)
trota lacustre, 3) lavarello, 4) luccio, 5) alborella, 6) pesce persico, 7) ciprinidi vari (cavedano, tinca,
etc….) in relazione alle diverse esigenze. Sinora l'impianto è stato utilizzato per l'allevamento del
coregone (lavarello), luccio, trota lacustre, carpione e pesce persico: a partire da quest'anno, grazie
alla collaborazione prestata dall'Associazione pesca sportiva Bardolino, verrà ampliata la “rosa”
delle specie con l'alborella e il cavedano, specie queste in fortissima rarefazione.
La produzione ittica massima presso l’incubatorio di Bardolino viene così stimata: tale valutazione
tiene naturalmente conto della contemporaneità di alcune produzioni, anche se nelle diverse fasi di
sviluppo:
⇒ bottiglie di Zug: consentiranno la fecondazione di circa 30.000.000 di uova di coregone lavarello, dalle quali schiuderanno circa 15.000.000 di avannotti. I quantitativi prodotti di luccio saranno invece legati esclusivamente dalla capacità di cattura dei riproduttori e saranno di 500.000700.000 avannotti. Le bottiglie di Zug potranno inoltre essere utilizzate per la produzione di
avannotti di tinca, carpa e ciprinidi vari;
⇒ vasche rettangolari e circolari: possiedono una superficie complessiva disponibile per l’allevamento di 52,4 mq e garantiscono complessivamente una produzione massima indicativa di
600.000 avannotti di salmonidi (carpione, trota lacustre, trota fario). Gli avannotti così prodotti
potranno essere accresciuti fino a 4/6 cm con una resa complessiva di circa 80.000 esemplari. Le
stesse vasche potranno essere occupate anche dalle larve di coregone, per un allevamento di almeno 10.000 esemplari di 4/5 cm. Anche le produzioni, soprattutto quelle di trota lacustre e carpione, risultano condizionate dalle limitate possibilità di cattura dei riproduttori. In tali vasche
potranno inoltre essere allevati anche il pesce persico e alcune specie di ciprinidi, tra cui l’alborella attualmente in fortissima rarefazione nel Benaco. Anche nei confronti del pesce persico,
così come del luccio, pur con qualche difficoltà, sarà possibile ottenere l’accrescimento fino a
taglie di 2-4 cm e comunque con limitate produzioni nell’ordine di qualche decina di migliaia di
esemplari Una parte del prodotto ottenuto nelle vasche rettangolari potrà eventualmente essere
accresciuto nelle vasche circolari, almeno fino ad una taglia superiore, nell’ordine di 8/9 cm. Tenuto conto delle superfici messe a disposizione dalle tre vasche circolari, pari complessivamente
a 20 mq, si può stimare una produzione massima di circa 30.000 esemplari (trote, carpioni, lavarelli, ciprinidi) di 5/6 cm.
Tenendo conto delle potenzialità produttive dell’impianto ma anche della contemporaneità dell’allevamento di talune specie e della difficoltà di reperimento dei riproduttori e quindi delle uova da incubare, si possono stimare i seguenti valori di produzione ottimale:
STIMA DELLA PRODUZIONE ITTICA MASSIMA ANNUALE A BARDOLINO
Quantità
n. 15.000.000
n. 500.000
n. 30.000
n. 20.000
n. 20.000
n. 5.000
Specie
lavarello
luccio
salmonidi (carpione, trota lacustre)
lavarello
pesce persico
luccio
Taglia
avannotto
avannotto
4/6 cm
4/6 cm
3/4 cm
2/3 cm
Periodo allevamento
dicembre-febbraio
febbraio-aprile
dicembre-ottobre
dicembre-ottobre
aprile-luglio
febbraio-maggio
Le sopraccitate quantità possono essere integrate dalla produzione, più o meno elevata, di ciprinidi
(cavedano, alborella, carpa, tinca), che tuttavia risulta attualmente difficilmente quantificabile in
considerazione della difficoltà di reperimento del materiale riproduttivo da incubare e allevare.
La vasca circolare di 3 m di diametro può essere altresì utilizzata per la stabulazione di esemplari
adulti o sub-adulti, accresciuti nell’impianto a partire dalle uova. Esemplari di ogni taglia di carpione e trota lacustre potranno infatti essere trattenuti nell’impianto (o eventualmente in gabbie galleggianti da collocare nel lago nella zona immediatamente circostante l’incubatoio) per tutto l’anno
con lo scopo di essere utilizzati quali riproduttori per la fecondazione artificiale. L’obiettivo è quello di creare uno stock di esemplari in cattività, da adibire alla riproduzione artificiale, così da evitare
la dispendiosa e spesso dannosa cattura di individui durante il periodo della frega.
PRODUZIONE ITTICA RELATIVA ALLA STAGIONE 2010/2011
Nella sotto riportata tabella sono riassunti i quantitativi di materiale ittico prodotto presso
l'impianto nel periodo autunno 2010-primavera 2011, distinto per specie e taglia:
Quantità
n. 14.500.000
n. 75.000
n. 70.000
Specie
lavarello
luccio
trote lacustri
Taglia
avannotto
avannotto
4/6 cm
Periodo allevamento
dicembre-febbraio
febbraio-aprile
dicembre-luglio
PROSPETTIVE FUTURE
Accanto alla normale attività ittiogenica destinata al lavarello, trota lacustre e al luccio, svolta da
anni presso l’incubatoio di Bardolino si intende potenziare la produzione e sperimentazione anche
nei confronti dell'alborella e del cavedano, grazie alla collaborazione recentemente attivata con l'Associazione pesca sportiva Bardolino.
Come per le altre specie, per l'approvvigionamento delle uova da incubare verranno utilizzati i pescatori professionisti all’uopo autorizzati, in deroga al periodo di divieto per la riproduzione; tra la
provincia autonoma di Trento e le province di Verona e Brescia lo scorso anno è stata attivata una
convenzione con lo scopo di salvaguardare e incrementare la trota lacustre attraverso l’adozione di
iniziative concertate. In merito a ciò sono state prodotte alcune migliaia di trotelle lacustri, a partire
da uova fornite da riproduttori catturati con l’elettrostorditore nel tratto inferiore del fiume Sarca,
che già sono state liberate nel lago di Garda.
Particolare importanza verrà data alla sperimentazione e ricerca sulla riproduzione del carpione, nei
confronti del quale sono stati già attivati importanti rapporti di collaborazione con l’Istituto agrario
di san Michele all’Adige (Tn), che da anni si occupa di acquacoltura e di ittiologia: tale collabora zione prevede, in particolare, che la fecondazione artificiale e l'accrescimento di tale specie venga
effettuata all'interno della stessa struttura. Obiettivo primario è la definizione di un protocollo operativo per la produzione a ciclo completo di questo salmonide e, se possibile, della trota lacustre:
solo in questo modo sarà infatti possibile evitare l’estinzione di queste due importantissime specie.
Un occhio di riguardo verrà rivolto anche ad altre specie ittiche del Garda attualmente in forte rarefazione, tra cui, in primis, l’alborella e, perché no, il cavedano.
Nell’incubatoio verrà prodotto materiale di qualità partendo da uova e sperma ottenuti da riproduttori catturati direttamente nel lago dai pescatori professionisti: in questo modo si potrà pertanto evitare, almeno per qualche specie (ad esempio il luccio), di dover acquistare esemplari per ripopolamento, con conseguente risparmio in termini economici.
L'impianto di Bardolino si presta inoltre per l'attività didattica e informativa rivolta alle scuole ma
soprattutto ai numerosi pescatori che praticano la loro passione sul lago di Garda: a tal proposito si
sta studiando una specifica collaborazione con la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee (F.I.P.S.A.S.).