1 Storia e analisi dei processi di formazione e conservazione dei
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1 Storia e analisi dei processi di formazione e conservazione dei
1 UNIVERSITÀ DI SIENA SCUOLE DI DOTTORATO DI RICERCA A.A. 2005/2006 CICLO XXI SCUOLA DI DOTTORATO STORIA E ARCHEOLOGIA DEL MEDIOEVO, ISTITUZIONI E ARCHIVI SEZIONE ISTITUZIONI E ARCHIVI Storia e analisi dei processi di formazione e conservazione dei sistemi documentari e archivistici nelle Forze armate italiane Progetto di ricerca a cura di Silvia Trani 2 SOMMARIO Tavola delle abbreviazioni e sigle 1. Il tema 2. Gli obiettivi 3. Le problematiche 4. La metodologia 5. I tempi di realizzazione Bibliografia Webibliography 3 TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI E SIGLE1 AA.VV. articolo, - i busta confronta decreto del capo provvisorio dello Stato decreto del presidente della Repubblica decreto legislativo eccetera fascicolo febbraio gennaio Idem (per l’autore) legge maggio marzo ottobre numero pagine regio decreto senza editore settembre Ufficio storico dello Stato dell’Aeronautica militare volumi maggiore = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = Autori vari art., artt. b. cfr. d.c.p.s. d.p.r. d.lgs. ecc. fasc. feb. gen. ID. l. mag. mar. ott. n. pp. r.d. s.e. set. USSMAM = voll. 1 Per le abbreviazioni, fonte principale è rappresentata dalle Norme per i collaboratori, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1992 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato). 4 1. Il tema L’interesse per il tema della ricerca che si propone è nato dalla constatazione dell’assenza di studi generali e approfonditi sulla storia dei processi di formazione, gestione e conservazione degli archivi prodotti dalle istituzioni militari; interesse giustificato anche dalle ricorrenti critiche e denuncie, soprattutto da parte della comunità degli storici2, in merito alle difficoltà di accesso agli archivi storici conservati presso enti militari e sulle consistenti lacune del patrimonio documentario presente in tali archivi. Il progetto di studio, che si caratterizza come una ricerca di archivistica speciale, ha come oggetto di indagine una parte di quegli archivi che vengono definiti, partendo dalle funzioni istituzionali dei soggetti produttori, come “militari” e cioè quelli prodotti, dal 1861 ad oggi, dai comandi, enti e reparti delle Forze armate italiane, vale a dire le strutture dell’area tecnico-operativa dei vari ministeri militari quali il Ministero dell’aeronautica, il Ministero della guerra, il Ministero della marina militare e, dopo il 1947, il Ministero della difesa ove confluirono i precedenti dicasteri militari3. Una prima analisi, necessariamente a campione vista l’ampiezza del tema, delle pubblicazioni militari periodiche e delle raccolte di normativa interna conservate, ad esempio, presso gli archivi storici militari, ha evidenziato una costante attenzione delle strutture militari di vertice nel fornire disposizioni generali per la gestione della documentazione, sia di natura amministrativa che tecnico-operativa, prodotta dai reparti, uffici, comandi ed enti dipendenti. Sono state, così, individuate tutta una serie di norme che indicano, in maniera precisa e per ogni tipologia di documento, gli elementi estrinseci e Segnaliamo, a puro titolo esemplificativo, due interventi che, fatti a circa vent’anni di distanza l’uno dall’altro, rappresentano uno stesso modo di vedere il problema della ricerca negli archivi storici militari di forza armata: G. ROCHAT, Gli Uffici storici delle Forze armate, in CENTRO UNIVERSITARIO DI STUDI E RICERCHE STORICO-MILITARI, UNIVERSITÀ DI PADOVA, PISA E TORINO, La storiografia militare italiana negli ultimi venti anni, a cura di G. ROCHAT, Milano, Franco Angeli, 1985, pp. 214-218; M. FRANZINELLI, Sull’uso critico delle fonti di polizia, in AA.VV., Voci di compagni, schede di questura. Considerazione sull’uso delle fonti orali e delle fonti di polizia per la storia dell’anarchismo, [a cura di L. PEZZICA], Milano, Centro studi libertari di Milano, 2002, pp. 20-21 (Quaderni del Centro studi libertari-Archivio Pinelli). 3 Cfr. d.c.p.s. 4 feb. 1947, n. 17. 2 5 intrinseci, le tipologie e le caratteristiche dei vari allegati, le modalità di trasmissione (cioè il “tramite gerarchico”) e i termini temporali entro cui tale trasmissione regolamentazione, deve che essere permetterà effettuata. di Accanto ricostruire una a questa sorta di “diplomatica militare”, numerose e analitiche sono anche le prescrizioni sulle metodologie e sugli strumenti di gestione quali le procedure di protocollazione, i piani di classificazione d’archivio e i piani di conservazione, differenziati in base alla natura ordinaria o classificata del carteggio4. Ciò che è emerso, nel corso di tale indagine, è la carenza di linee guida collegate alla conservazione non solo per motivazioni interne ma anche per la fruizione da parte di un utenza esterna, cioè una certa mancanza di consapevolezza della natura di bene culturale e fonte storica degli archivi prodotti. Infatti, se da un lato si riscontra la presenza di disposizioni per la conservazione permanente di alcune tipologie documentarie e archivistiche quali, ad esempio, le memorie storiche5, i diari storici6 e il “carteggio di guerra”, dall’altro la stessa natura di documenti “di sintesi” di tali tipologie documentarie e l’estrema genericità della definizione di “carteggio di guerra”, la cui valutazione di interesse storico viene demandata alla soggettività dei comandanti e responsabili degli enti produttori, confermano come la selezione avesse, ed in parte ha tutt’ora, una finalità di utilità prettamente interna con 4 In questo caso per carteggio “classificato” si intende quello a cui è stato attribuito uno dei livelli della classifica di segretezza. 5 Le memorie storiche sono delle relazioni annuali sull’attività istituzionale, addestrativa e operativa, che devono essere compilate, in tempo di pace, da ogni ente e unità militare e versate, per la loro conservazione permanente, agli Uffici storici di forza armata. In particolare, per le memorie storiche dell’Esercito, la cui origine risale al 1862, cfr. A. BALDO, Le memorie storiche, in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», I (2001), 2, pp. 163-172, mentre per le memorie storiche dell’Aeronautica militare, cfr. UFFICIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE DELL’AERONAUTICA MILITARE [d’ora in poi USSMAM], Archivio dell’Ufficio storico, Storia dell’Ufficio storico, b. “Direttive Memorie storiche”. 6 I diari storico-militari riportano la narrazione particolareggiata degli avvenimenti giornalieri, compresi lo stato atmosferico e la temperatura. Devono essere compilati dai comandi ed enti militari in tempo di guerra, dal momento della mobilitazione fino a quello del compimento della smobilitazione, e devono essere versati agli Uffici storici di forza armata. Per i diari storico-militari dell’Esercito, cfr. UFFICIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO, L3. Studi particolari, b. 305/1, fasc. 3, mentre per i diari storico-militare dell’Aeronautica militare, cfr. USSMAM, Archivio dell’Ufficio storico, Storia dell’Ufficio storico, b. “Direttive Memorie storiche”. 6 un difetto di fondo nella comprensione della duplicità del carattere degli archivi (giuridico-amministrativo e storico-culturale) e del loro valore come memoria storica nazionale. Inoltre, sempre a testimonianza di queste nostre affermazioni, si sottolinea anche l’inesistenza di obblighi in merito alla conservazione delle relazioni sulle procedure di valutazione e selezione delle carte e dei verbali di distruzione della documentazione, il che determina “danni” aggiuntivi alla storia e al lavoro degli studiosi che non possono ricostruire le vicende delle lacune documentarie. Ulteriori elementi di riflessione sono forniti dall’inquadramento, all’interno di ciascuna forza armata, degli Uffici storici, enti a cui è stata assegnata la responsabilità della conservazione permanente della documentazione, nonostante non si rilevino, fino al 19997, eccezioni nella legislazione archivistica italiana in merito al versamento degli archivi storici delle Forze armate agli Archivi di Stato. In realtà, se si esaminano le disposizioni che, tra il 1853 e il 1965, istituirono gli Uffici storici di forza armata, emerge che la loro funzione principale (diciamo “istituzionale”) era quella di elaborare studi di natura storico-militare (“l’arte della guerra”) e, soprattutto, di compilare le relazioni ufficiali sulle operazioni militari e sui fatti d’arme nel corso delle campagne e dei conflitti; così, la conservazione della documentazione, di natura prevalentemente “tecnico-operativa”, si caratterizzava come un compito sicuramente necessario e fondamentale ma secondario e strumentale. Infatti, solo con l’art. 30, comma 6, del d.lgs. 29 ott. 1999, n. 490, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 357, è stata sancita, per la prima volta in modo esplicito e chiaro sul piano normativo, l’autonomia degli Stati maggiori delle Forze armate nell’organizzazione, gestione e conservazione della “documentazione di carattere militare e operativo” prodotta dagli enti dipendenti. Fino a tale norma erano state riconosciute delle eccezioni al Ministero della difesa (che inquadra le Forze armate) solo in merito alla costituzione delle commissioni di sorveglianza e alle procedure di scarto dei documenti ma non in relazione al versamento della documentazione agli Archivi di Stato (cfr. artt. 23, 25 e 27 del d.p.r. 30 set. 1963, n. 1409, Norme relative all’ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato, eccezioni in parte riconfermate dall’art. 1, comma 2, del d.p.r. 8 gen. 2001, n. 37, Regolamento di semplificazione dei procedimenti di costituzione e rinnovo delle commissioni di sorveglianza sugli archivi e per lo scarto dei documenti degli uffici dello Stato, n. 42, allegato 1, della legge n. 50/1999). 7 7 Le conseguenze di tale situazione e, quindi la natura di struttura di supporto interno degli Uffici storici di forza armata8 ha reso, fino a qualche anno fa, molto difficile l’accesso e la consultazione delle carte da parte dell’utenza esterna. La documentazione storica militare è anche conservata dai Musei militari di forza armata pensati, fin dalla loro origine, come enti culturali per la trasmissione, ai posteri, “dei fasti e delle glorie” delle Forze armate e delle varie armi e specialità. Nati, dunque, con il compito di conservare tutti quei “ricordi, cimeli e documenti”, di varia natura (archivistica, libraria e materica), che potevano contribuire all’esaltazione dello spirito di corpo e di quello patriottico e favorire l’educazione delle nuove generazioni, militari e civili, grazie all’esempio delle gesta eroiche dei reparti e dei singoli individui, prevedevano anche la creazione di apposite strutture (settori espositivi, archivi e biblioteche) aperte alla componente “civile” come testimoniato dai vari statuti organici e dai regolamenti interni. Proprio l’esistenza di differenti enti militari (Uffici storici e Musei militari) aventi, per quanto concerne la conservazione della documentazione storica, stesse competenze, ripropone ancora una volta la necessità di acquisire informazioni sulle regole e prassi seguite nei versamenti9. 8 Ciò è chiaramente esplicitato anche dalla storia della posizione ordinativa degli Uffici storici che per molto tempo sono stati posti alle dipendenze gerarchiche di quei reparti denominati “informativi” e “operativi” e solo negli ultimi anni sono stati inquadrati nei reparti “affari generali” insieme ad altri enti che si occupano di promozione e pubblicistica. 9 Come prova dell’inefficienza delle norme sulla conservazione permanente e sui versamenti della documentazione storica riportiamo il caso degli archivi prodotti dall’Arma del genio, corpo dell’Esercito italiano. Infatti, fin dall’inizio del primo conflitto mondiale il Comando generale del genio, avendo come obiettivo quello di scrivere una storia sulle vicende dell’Arma nel corso della grande guerra, aveva prescritto, a tutti i comandi e uffici del Genio mobilitati, sia di raccogliere e selezionare i carteggi che meglio testimoniavano il valore tattico e tecnico dell’Arma nelle operazioni belliche, sia di inviare tali carteggi all’Ispettorato generale territoriale del genio che avrebbe poi provveduto a versarli al Museo storico del genio militare per la loro conservazione permanente. Tali finalità, cioè la conservazione della documentazione tecnico-operativa e l’elaborazione di studi sulla partecipazione agli eventi bellici erano le stesse funzioni allora attribuite anche all’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito. Cfr. [G.] MARIENI, Le memorie storiche dell’Arma del genio nella presente guerra, in «Bollettino tecnico di guerra dell’Arma del genio», I (1918), mag., pp. 5-10. 8 2. Gli obiettivi Sulla base degli elementi sommariamente presentati nel paragrafo precedente e sull’esempio di altri studi di archivistica speciale, sono stati individuati, come obiettivi principali che ci si propone di raggiungere con la ricerca, i seguenti: a) ricostruire e analizzare, dal 1861 ad oggi, i processi di formazione dei sistemi documentari e archivistici delle Forze armate italiane, studiandone anche le analogie e le differenze con quelli adottati dalle altre amministrazioni statali e l’eventuale influenza della dottrina archivistica; b) esaminare la politica seguita, sempre nel corso dello stesso arco di tempo, in merito alla tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio archivistico di interesse storico oggi conservato presso gli Uffici storici e i Musei di forza armata (enti militari di natura culturale), guardando anche ai nessi e alle divergenze con la legislazione archivistica in materia di versamento, accesso e consultabilità, ai servizi offerti dagli Archivi di Stato e dagli archivi storici degli organi costituzionali e, infine, agli standard di descrizione archivistica e ai criteri adottati per i lavori di riordinamento e inventariazione dei fondi. 3. Le problematiche Le problematiche della ricerca sono determinate dalla già ricordata assenza di studi sul tema della formazione, gestione e conservazione degli archivi militari e, in particolare, su quelli delle Forze armate italiane, come è stato confermato da un primo spoglio della letteratura archivistica10 e della pubblicistica militare dove sono presenti interventi e articoli di natura prettamente descrittiva del patrimonio archivistico di interesse storico conservati negli istituti militari. Ulteriore difficoltà è rappresentata dalla mancanza di tracce e testimonianze sulle procedure adottate per la valutazione, selezione e 10 In particolare, sono stati esaminati i testi di Paola Carucci, Eugenio Casanova, Elio Lodolini, Isabella Zanni Rosiello, le pubblicazioni degli Archivi di Stato e le seguenti riviste: «ANAI Notizie», «Archivi», «Archivi e Cultura», «Archivi d’Italia», «Archivi per la storia», «Gli Archivi italiani», «Le Carte e la Storia», «Il Mondo degli Archivi», «Notizie dagli Archivi di Stato» e la «Rassegna degli Archivi di Stato». 9 scarto della documentazione sia di natura classificata sia di natura ordinaria. Infine, anche la verifica della prassi seguita nella gestione dei documenti potrà dare risultati frammentari e non completi. Questo perché gli archivi che si sono salvati dalle distruzioni, volontarie o accidentali, e che sono oggi conservati presso gli Uffici storici e i Musei militari di forza armata, sono stati versati, nella maggior parte dei casi, senza gli strumenti di corredo coevi e sono stati spesso oggetto, nel tempo, di smembramenti e successive aggregazioni in base alle materie, argomenti o eventi bellici, con la conseguente distruzione dell’organicità dei fondi e impossibilità di analizzare la loro sedimentazione, articolazione e composizione originaria. 4. La metodologia Per lo svolgimento del progetto si prevedono le seguenti fasi di ricerca, caratterizzate ognuna da una specifica metodologia: 4.1. Ricostruzione dell’evoluzione storica e istituzionale degli enti militari La prima fase, necessariamente propedeutica, sarà rappresentata da una prima ricostruzione della storia e dell’evoluzione istituzionale degli enti militari allo scopo di acquisire notizie sulle loro funzioni e compiti, dal 1861 ad oggi. Tale studio, che non è finalizzato all’elaborazione di una storia generale delle istituzioni militari, ha due obiettivi principali. Il primo è quello di disegnare una sorta di “modello funzionale di riferimento” che faciliterà la definizione delle aree di attività e le funzioni tipiche di un ipotetico organismo militare (funzioni operative, logistiche, addestrative, strumentali, ecc.) e, quindi, la comprensione del contesto di produzione documentaria. Il secondo obiettivo risponde alla necessità di individuare quegli enti di vertice a cui, nell’ambito delle singole Forze armate, è stata demandata la funzione di dettare le norme sulla gestione dei sistemi documentari e archivisti all’interno dei reparti, uffici e comandi dell’area tecnicooperativa dei dicasteri militari. 10 Per la realizzazione di tale studio, di carattere sommario, sarà analizzata la legislazione generale (raccolte di leggi e decreti) e la pubblicistica militare periodica (annuari, bollettini ufficiali, giornali militari, raccolte dei fogli d’ordine, regolamenti, istruzioni, manuali, ecc.) al fine di acquisire le norme relative all’ordinamento e alle funzioni delle Forze armate. 4.2. Acquisizione e analisi delle disposizioni sui processi di formazione e gestione dei sistemi documentari e archivistici Nel corso della seconda fase, finalizzata all’acquisizione delle norme sulla formazione e gestione dei sistemi documentari e archivistici delle Forze armate, saranno esaminate le raccolte ufficiali delle leggi e dei decreti, le pubblicazioni militari periodiche, gli archivi correnti e di deposito, ove permesso, di reparti, uffici e comandi militari (scelti a campione in base alla tipologia e alle funzioni) e gli archivi conservati presso gli Uffici storici e i Musei militari di forza armata. L’esame sarà esteso anche alle disposizioni emanate dagli uffici dell’area amministrativa dei ministeri militari, in particolare quelli responsabili dei servizi amministrativi, allo scopo di verificare l’eventuale influenza di tali disposizioni sui criteri adottati dalle strutture militari di natura tecnico-operativa. Saranno, quindi, analizzate le pubblicazioni ufficiali, gli archivi, se consentito, del Ministero della difesa e gli archivi dei ministeri militari oggi conservati presso l’Archivio centrale dello Stato11 e l’Archivio di Stato di Torino12. Sempre in tale ottica, si cercheranno informazioni sui criteri per la 11 In base ad un primo censimento realizzato presso l’Archivio centrale dello Stato, con il supporto degli strumenti di ricerca, sono stati individuati i seguenti fondi: 1) Ministero dell’aeronautica: Gabinetto; Ufficio legislativo; Segretariato generale; 2) Ministero della difesa: Segreteria particolare del sottosegretario di Stato; Stato maggiore dell’Esercito; Ufficio centrale bilancio e affari finanziari; Direzione generale personale civile e affari generali-Esercito; 3) Ministero della guerra: Decreti ministeriali; Segretariato generale; Comando supremo; Comando generale dei carabinieri; 4) Ministero della marina: Miscellanea di uffici diversi; Segretariato generale; Gabinetto; Direzione generale personale e servizio militare; Direzione generale servizi amministrativi. 12 In base ad un primo censimento realizzato presso l’Archivio di Stato di Torino, con il supporto degli strumenti di ricerca, sono stati individuati i seguenti fondi: 1) I. Antichi regimi: Archivio di corte (Materie militari); 2) I. Restaurazione: Ministero della guerra (Segretariato generale; Azienda generale di guerra; Direzione generale del materiale e dell’amministrazione militare); 3) II: Ministero della guerra (Segretariato generale; Direzione generale dei servizi amministrativi). 11 gestione documentaria adottati dall’Amministrazione centrale della difesa nelle carte delle commissioni di sorveglianza e di scarto dell’Archivio centrale dello Stato, dell’Archivio di Stato di Roma13 e dell’Archivio di Stato di Torino14. Infine, saranno valutate, come ulteriori elementi di riflessione, le eventuali analogie e differenze tra i modelli e strumenti per la gestione e la tenuta degli archivi delle Forze armate italiane e quelli seguiti dalle altre amministrazioni statali in base alla normativa nazionale emanata dal 1853 fino al 200515. 4.3. Storia e funzioni degli enti militari di natura culturale e la loro politica nell’ambito della fruizione e valorizzazione del patrimonio archivistico di interesse storico Come in precedenza evidenziato, il Testo unico sui beni culturali e ambientali del 1999 ha riconosciuto agli Stati maggiori delle Forze armate l’autonomia nella gestione e conservazione della documentazione militare e operativa, prodotta dagli enti dipendenti; conservazione che, fin dall’Ottocento, è stata demandata, di fatto, agli Uffici storici e ai Musei militari di forza armata. Si cercherà, quindi, di ricostruire la storia e l’evoluzione di tali istituzioni, ponendo particolare attenzione alle procedure di versamento, alle regole di accesso e di consultabilità, ai criteri adottati per il riordinamento e inventariazione degli archivi conservati e alle politiche adottate per la valorizzazione. 13 Un primo esame del titolario dell’Archivio della Direzione dell’Archivio di Stato di Roma ha evidenziato la presenza, nel periodo 1880-1935, di titoli relativi al Ministero dell’aeronautica (titolo 30), al Ministero della guerra (titolo 33) e al Ministero della Marina (titolo 34). 14 Nell’Archivio della Direzione della Soprintendenza degli archivi piemontesi, conservato presso l’Archivio di Stato di Torino, sono stati individuati alcuni carteggi di estremo interesse per la ricerca come, ad esempio, un documento intitolato “Sulla soppressione dell’Uffizio Archivii del Ministero della Guerra in Torino. Relazione a S.E. il Ministro della Guerra (8 luglio 1872)” redatto dal luogotenente generale Clemente Deleuse, responsabile dell’Ufficio archivi del Ministero della guerra a Torino. Cfr. P. BRIANTE, Le armi del principe: il Ministero della guerra, in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L’Archivio di Stato di Torino, a cura di I. MASSABÒ RICCI-M. GATTULLO, Fiesole (Firenze), Nardini Editore, 1994, pp. 67-88 (I tesori degli Archivi, Collana diretta da RENATO GRISPO). 15 Cioè dal r.d. 23 feb. 1853, n. 1611 (regolamento sull’ordinamento dell’Amministrazione centrale del Regno di Sardegna) al d.lgs. 7 mar. 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale). 12 Per la realizzazione di questo studio si procederà secondo la seguente metodologia: analisi della pubblicistica militare periodica, per l’individuazione di norme sui versamenti della documentazione; ricerca, tramite l’esame degli archivi prodotti dagli Uffici storici e dai Musei militari nel corso delle loro attività e anche tramite interviste con i responsabili dei suddetti enti, di testimonianze sulle disposizioni relative all’accesso e alla consultabilità, sui criteri di riordinamento e inventariazione, sulle iniziative di tutela e valorizzazione16, sui rapporti e scambi con la comunità degli storici e con il mondo archivistico17 e, ove possibile, sulle tipologie degli utenti; esame diretto dei fondi e degli strumenti archivistici di ricerca per verificare le scelte adottate nel tempo; confronto e comparazione con la legislazione e dottrina archivistica, con gli Archivi di Stato e con gli archivi storici degli organi costituzionali. In particolare, l’indagine riguarderà i seguenti enti: Uffici storici di forza armata • Ufficio storico del Comando generale dell’Arma dei carabinieri (istituito a Roma nel 1965 come Sezione storica dell’Ufficio operazioni del Comando generale dell’Arma dei carabinieri)18; Citiamo, come esempio, la l. 7 mar. 2001, n. 78, Tutela del patrimonio storico della prima guerra mondiale, dove si riconoscono al Ministero della difesa delle specifiche competenze tra cui la cura degli archivi storici militari e, in collaborazione con il Ministero per i beni e le attività culturali, l’attuazione di un programma di tutela e valorizzazione degli archivi pubblici “ivi compresi quelli militari, nonché quelli privati al fine di assicurarne la più ampia fruizione, anche attraverso prestiti e mostre itineranti, promuovendo fra l’altro il recupero e la conservazione, anche in copia, della documentazione storica”. A tal fine viene indicato, come obiettivo dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, quello della “catalogazione informatica delle fonti della Prima guerra mondiale, negli archivi centrali e in quelli periferici” (artt. 4-5). Cfr. D. RAVENNA-G. SEVERINI, Il patrimonio storico della grande guerra. Commento alla legge 7 marzo 2001, n. 78, con introduzione di A. MONTICONE, Udine, Paolo Gaspari editore, 2001. 17 Ad esempio, saranno analizzati i fondi, conservati presso l’Archivio centrale dello Stato, dell’Amministrazione archivistica italiana quali quelli della Direzione generale degli Archivi di Stato (Ministero dell’interno) e dell’Ufficio centrale per i beni archivistici (Ministero per i beni culturali e ambientali). 18 Si sottolinea come, la creazione dell’Ufficio storico dei carabinieri fu un atto “improprio” poiché l’Arma dei carabinieri, in quanto arma dell’Esercito, non poteva avere un proprio Ufficio storico e doveva versare la sua documentazione all’Ufficio storico dell’Esercito. Tale situazione è stata sanata, dal punto di giuridico, nel 2000 allorché l’Arma dei carabinieri è stata elevata a rango di Forza armata. 16 13 • Ufficio storico dell’Aeronautica militare (istituito a Roma nel 1926 come Sezione storica dell’Ufficio di Stato maggiore della Regia Aeronautica); • Ufficio storico della Marina militare (istituito a Roma nel 1913 come struttura dell’Ufficio di Stato maggiore della Regia marina, dopo un periodo sperimentale iniziato nel 1912); • Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito (istituito a Torino nel 1853 come Ufficio militare del Corpo reale dello Stato maggiore dell’Armata Sarda). Musei militari di forza armata • Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio (istituito a Roma nel 1934 a seguito della fusione del Museo storico del genio militare, sorto nel 1906 con la denominazione di Museo dell’ingegneria militare italiana, e dell’Istituto di architettura militare, sorto nel 1927); • Museo storico dell’Aeronautica militare (istituito presso l’Idroscalo di Vigna di Valle, Bracciano, nel 1977); • Museo storico dell’Arma dei carabinieri (istituito a Roma nel 1925); • Museo nazionale dell’Arma di artiglieria (istituito a Torino nel 1731); • Museo storico dei bersaglieri (istituito a Roma nel 1904); • Museo storico dei granatieri di Sardegna (istituito a Roma nel 1903); • Museo storico dell’Accademia di Modena (istituito a Modena nel 1905); • Museo storico della Fanteria (istituito a Roma nel 1956); • Museo storico della motorizzazione militare (istituito a Roma nel 1955); • Museo storico dell’Arma dei carabinieri (istituito a Roma nel 1925); • Museo storico dell’Arma di cavalleria (istituito a Pinerolo nel 1961); • Museo storico della 3ª Armata (istituito a Padova nel 1956); • Museo storico navale di Venezia (istituito a Venezia nel 1919); • Museo tecnico navale della Spezia (istituito a La Spezia nel 1870). Infine, si cercherà di analizzare il patrimonio documentario d’interesse storico (e le eventuali modalità di versamento, accesso e consultazione) conservato presso enti militari aventi funzioni di tipo promozionale (ad esempio, il Centro produzione audiovisivi dello Stato maggiore dell’Aeronautica militare e l’Agenzia di produzione cinefoto TV e mostre dello Stato maggiore dell’Esercito) e presso enti a cui sono affidati i servizi cartografici e metereologici dello Stato (Istituto idrografico della 14 Marina di Genova, Istituto geografico militare di Firenze e Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare). 4.4. Formazione del personale addetto agli archivi militari Ulteriore aspetto che sarà esaminato è quello relativo alla formazione del personale, civile e militare, assegnato, nel tempo, ai servizi archivistici sia nella fase attiva e semi-attiva degli archivi sia in quella storica. In particolare, si cercherà di acquisire le seguenti informazioni: profili professionali previsti nell’ambito delle Forze armate italiane, tramite l’analisi delle pubblicazioni militari periodiche; presenza e livello di materie archivistiche all’interno delle accademie e scuole per ufficiali e sottufficiali e delle scuole di aggiornamento e perfezionamento per gli impiegati civili delle Forze armate, tramite l’esame degli annuari e degli archivi degli istituti di formazione, nonché delle sinossi appositamente elaborate come supporto all’insegnamento. 4.5. Analisi dei sistemi documentari e archivistici di altri enti militari o organizzati militarmente Per completare il quadro sulla storia dei criteri di formazione, gestione, conservazione e valorizzazione adottati dalle istituzioni militari, la ricerca, con gli obiettivi sopra elencati, sarà estesa alla Guardia di finanza (corpo organizzato militarmente e dotato di istituti di conservazione propri) e al corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera al fine di verificare le eventuali differenze, in parte emerse a seguito di una prima e sommaria indagine, rispetto alle disposizioni sugli archivi seguite dalla Marina militare ove sono inquadrate le stesse Capitanerie. 4.6. Elaborazione dello studio finale L’ultima fase prevede l’elaborazione dello studio finale in confluiranno i risultati della ricerca. 5. I tempi di realizzazione Per lo svolgimento della ricerca si prevedono tre anni così articolati: cui 15 Primo anno • Ricostruzione dell’evoluzione storica e istituzionale degli enti militari; • Acquisizione e analisi delle disposizioni sui processi di formazione e gestione dei sistemi documentari e archivistici (prosegue anche nel corso del secondo anno). Secondo anno • Acquisizione e analisi delle disposizioni sui processi di formazione e gestione dei sistemi documentari e archivistici; • Storia e funzioni degli enti militari di natura culturale e la loro politica nell’ambito della fruizione e valorizzazione del patrimonio archivistico conservato; • Formazione del personale addetto agli archivi militari. Terzo anno • Analisi dei sistemi documentari e archivistici di altri enti militari o organizzati militarmente; • Elaborazione dello studio finale. 16 Bibliografia Uffici storici e Musei militari di forza armata La bibliografia che segue riporta articoli e saggi di natura prettamente descrittiva sulla storia e sul patrimonio archivistico conservato negli Uffici storici e sulla storia e sul patrimonio materico conservato nei Musei militari di forza armata, mancando, salvo rari e parziali studi, ricerche generali e approfondite sulla storia dei processi di formazione, conservazione e valorizzazione degli archivi prodotti dagli enti tecnicooperativi dell’Amministrazione militare italiana. ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO STORICO DELLA CAVALLERIA, Il Museo storico della Cavalleria. Nel 150 anniversario dello stabilimento in Pinerolo della Scuola di Cavalleria. 1849-1999, Collegno, Roberto Chiaramonte, 2000. BALDO A., Le memorie storiche, in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», I (2001), 2, pp. 163-172. BORGATTI M., Il Museo del genio, in «Bollettino dell’Ufficio storico», I (1926), 4, pp. 245-248. BOVIO O., L’Ufficio storico dell’Esercito. Un secolo di storiografia militare, Roma, USSME, 1987. CARBONE F. Tra leggenda e realtà: le fonti per la storia custoditi dall’Arma dei carabinieri, in «Elite e Storia», IV (2004), 1, 145-152. CARUCCI P., Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, NIS-La Nuova Italia Scientifica, 1986, pp. 74-75. CASANOVA E., Archivistica, Siena Stab. Arti Grafiche Lazzeri, 1928, pp. 246248. CURTI G. B., L’ordinamento del servizio archivistico corrente in un Comando al fronte, in «Gli Archivi italiani», IV (1917), 3, pp. 154-164. Dal Museo dell’ingegneria militare all’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio. Mezzo secolo di storia. In occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio, Milano, A. Alfieri & Lacroix, 1940. Le fonti per la storia militare italiana in età contemporanea. Atti del III seminario, Roma, 16-17 dicembre 1988, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi, 25). In particolare: A. BIAGINI, Storiografia e archivi, pp. 15-28; E. VIGNES, L’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio, pp. 29-32; P. BERTINARIA, L’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, pp. 33-36; G. CALIFANO, Le fonti per la storia militare conservate nell’Archivio storico della Marina militare, pp. 37-40; B. CHIANESE, Le fonti archivistiche per la storia militare italiana contemporanea: l’Ufficio storico dell’Aeronautica militare, pp. 41-46; M. RICOTTI, L’Ufficio storico dell’Arma dei carabinieri, pp. 47-49; V. 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MINISTERO DELLA GUERRA, COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE, L’Ufficio 18 storico. Cenni monografici, a cura di C. CESARI, Roma, Tipografia regionale, 1930. MINISTERO DELLA GUERRA, COMANDO DEL CORPO DI STORICO, Guida indice all’Archivio storico. Per la STATO MAGGIORE, UFFICIO conoscenza del materiale d’archivio e per una traccia nelle varie ricerche, Roma, Tip. del Senato del dott. G. Bardi, 1927 (edizione fuori commercio). Musei militari, a cura DOCUMENTAZIONE E STAMPA, dello STATO MAGGIORE DELLA DIFESA, UFFICIO Roma, Stampa stilografica, Roma, Grafica Studio Molè, Roma, [1989]. Museo militare, in Enciclopedia militare, V, Milano, Istituto editoriale scientifico S.A., 1933, pp. 399-405. Museo nazionale d’artiglieria. Torino, [Torino], s.e., [1928]. Museo nazionale d’artiglieria di Torino. Guida del visitatore, Torino, Tip. S. Giuseppe Degli Artigianelli, 1911. 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Inoltre, per gli inventari di alcuni dei fondi conservati presso l’Ufficio storico della Marina militare si rimanda alla rivista «Bollettino d’archivio dell’Ufficio storico della Marina militare», edita dal 1987 dallo stesso Ufficio storico, e per gli inventari di alcuni fondi conservati presso l’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito si rimanda alla rivista «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», edita dal 2001 dallo stesso Ufficio storico. Storia delle istituzioni militari italiane Tra l’amplia bibliografia sulle Forze armate italiane si segnala soltanto quella più strettamente collegata alla storia delle istituzioni militari, escludendo, quindi, i testi sull’arte della guerra, sulla dottrina militare, sul pensiero e cultura militare e sulla storia militare intesa come narrazione dell’histoire bataille. AA.VV., Storia delle Forze armate italiane dalla ricostruzione postbellica alla “ristrutturazione” del 1975, a cura di C. JEAN, Parte I. 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Webibliography Si riportano i siti ufficiali degli Uffici storici e dei Musei militari di forza armata dove sono presenti informazioni generali sulla storia e sul patrimonio culturale conservato. AERONAUTICA MILITARE Museo storico dell’Aeronautica militare: < http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idente=1404 > Ufficio storico dell’Aeronautica militare: < http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idente=74 > 21 ARMA DEI CARABINIERI Museo storico dell’Arma dei carabinieri: < http://www.carabinieri.it/arma/ieri/museo_storico/museo_storico_main.html > ESERCITO Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio Museo nazionale dell’Arma di artiglieria Museo storico dei bersaglieri Museo storico dei granatieri di Sardegna Museo storico dell’Accademia di Modena Museo storico dell’Arma di cavalleria Museo storico della Fanteria Museo storico della motorizzazione militare Museo storico della 3ª Armata Museo storico dell’Accademia di Modena Museo storico nazionale degli alpini < http://www.esercito.difesa.it/root/musei/musei.asp > Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito: < http://www.esercito.difesa.it/root/Storico/index.asp > MARINA MILITARE Museo storico navale di Venezia < http://www.marina.difesa.it/venezia/index.htm > Museo tecnico navale della Spezia < http:://www.museotecniconavale.it > Ufficio storico della Marina militare < http://www.marina.difesa.it/Storia/UfficioStorico/Ufficio001.htm >