Roma - Schreder
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Roma LA CITTÀ, LA LUCE LA LUCE È UNO STRUMENTO STRAORDINARIO... PERMETTE DI IDENTIFICARE, GUIDARE, ORIENTARE, SOTTOLINEARE, EVIDENZIARE, COMPRENDERE, ORNARE, PROTEGGERE… ILLUMINARE. la città, la luce La città eterna merita senza dubbio un’immagine notturna all’altezza delle emozioni diurne che sa trasmettere. Roma ha fatto la storia, Roma è la storia. Non c’è metro quadrato del centro di questa città che non parli del passato, non c’è quartiere che non presenti, qua e là, pietre scolpite per l’eternità. Di notte, la luce artificiale deve seguitare nel compito che, di giorno, è del sole e mettersi al servizio dell’emozione sprigionata dalla città. La luce deve guidare istintivamente il visitatore e trasportarlo nello spazio e nel tempo. Schréder ha messo alcuni dei suoi ultimi prodotti a disposizione dell’immagine notturna di Roma. Come per altre numerose città sparse in tutto il mondo, Schréder ha ascoltato i vari interlocutori e le autorità responsabili dello sviluppo urbano. Qui di seguito, è riportato il parere di due figure coinvolte, a diverso titolo, nell’illuminazione della città. La prima, l’arch. Corrado Terzi, è co-autore del piano della luce di Roma; la seconda, Remo Guerrini, è il responsabile alla progettazione in seno all’ACEA (azienda incaricata, in particolare, dell’illuminazione di Roma). Entrambi ci hanno fornito la loro visione dell’immagine notturna di Roma: il primo architetturale e il secondo tecnica. roma Il Prof. Arch. Corrado TERZI, assieme all’Arch. Adriana Annunziata, dello Studio Annunziata & Terzi, è coautore del Piano Generale dell’Illuminazione di Roma. Come si è evoluta l’immagine notturna di roma dagli anni ’70 a oggi, dopo l’interessamento da parte delle autorità politiche? All’epoca, si è pensato a Roma soprattutto come ad una città di festa, uno spettacolo permanente con giocolieri e altre animazioni notturne, una visione parigina della città di notte. Questo ha permesso ai romani di rendersi conto che la vita non si fermava al tramonto. In seguito, negli anni ’80, si è capito che la luce era uno strumento indispensabile al raggiungimento di questo obiettivo. Nel 1995, la municipalità si è rivolta a noi. Abbiamo iniziato dai sopralluoghi della città, con uno studio morfologico e architettonico dei siti archeologici, ma anche delle strade, dei quartieri e delle loro prospettive. Sulla base di questa analisi, abbiamo voluto connotare la città con un’illuminazione coerente, basata sulla scenografia del paesaggio urbano, creando una dinamica tra illuminazione delle strade e apparecchi illuminanti. Con il suo carattere «storico», Roma non deve essere «ricreata» dalla luce. Chi visita Roma, o chi ci vive, deve potere utilizzare la propria immaginazione. La notte non è qualcosa di negativo da dover far scomparire. Oggi, siamo riusciti ad applicare questo schema direttivo per fasi, con piccoli interventi puntuali. Il che è positivo. Come si posizionano le città italiane rispetto alla loro illuminazione? Milano, Torino, ma anche Roma, hanno università che propongono una vera e propria formazione in materia di illuminazione. Si cominciano a realizzare “piani della luce”, come a Torino, ad esempio, che dagli anni ’80 è considerata la città precursore in questo settore. Ma il secondo piano della luce più avanzato sul piano del metodo è quello di Roma, che ho realizzato con Adriana Annunziata. thylia µR® Pensa che gli architetti italiani abbiano preso sufficientemente coscienza dell’importanza di un’illuminazione ben concepita? In Italia, è molto difficile convincere il cliente che è necessario investire del denaro per l’illuminazione... Non è raro che il responsabile alla progettazione acquisti tutti gli apparecchi per poi rivolgersi, in seguito, a un lighting designer per chiedergli di «risolvere i problemi sorti»... Ma è inutile quando i giochi sono ormai fatti! Quali sono le prospettive future, in italia, in materia di illuminazione urbana? Attualmente, in italia, c’è una legge che contribuisce a combattere l’inquinamento luminoso. Ma sono solo considerazioni di ordine tecnico. Non esiste una vera e propria «cultura della luce», anche se c’è un’evoluzione in atto. Si comincia, solo oggi, a rivolgersi ai maggiori lighting designer. Roma dovrebbe intraprendere ancora di più questa strada. Roma potrebbe, con le sue meravigliose tracce del passato, diventare un grande laboratorio di illuminazione, in cui studiare soluzioni adeguate alle grandi città storiche. E queste soluzioni possono essere il frutto soltanto di un lavoro in stretta simbiosi tra progettisti e committenti. Questa è la grande sfida per Roma e spero che possa vincerla. Interdistanza: 25 m 1659 µR® 1659 µR® 1659 µR® 1659 µR® 1754 µR® 1754 µR® 8,1 m 8,1 m 6,2 m 2,5 m 10,0 m Lmed = 2,2 cd/m2 14,0 m Emed = 32 lux 10,0 m 2,5 m Lmed = 2,2 cd/m2 Via Appia thylia µR® michel tortel Oltre alle sue molteplici configurazioni di basi e steli, la gamma thylia prevede anche una serie di attrezzature per l’arredo urbano. Riflettore 1754 µR® I sistemi Thylia µR® (micro-riflettore) illuminano una delle più importanti arterie di Roma: Via Appia Nuova. Il riflettore miniaturizzato ha permesso di ridurre il volume dell’apparecchio a un semplice “punto luminoso”. L’immagine di compattezza della sorgente luminosa risponde pienamente agli obiettivi individuati inizialmente e identificati, poi, nel design arboriforme: eleganza e leggerezza si fondono col paesaggio architettonico della città. La gamma Thylia propone numerose soluzioni fotometriche a luce bianca, fino a 150w. Su Via Appia Nuova, le carreggiate sono illuminate col riflettore 1659 µR® (distribuzione longitudinale), mentre per l’area centrale è stata scelta l’ottica 1754 µR® (distribuzione trasversale). È stata inoltre proposta, in opzione, un protettore parzialmente sabbiato per attenuare la luce diffusa ed ottimizzare il comfort visivo, per le configurazioni che lo richiedono. Riflettore 1659 µR® Per il parco Artusi, alla periferia di Roma, è stata scelta un’altra configurazione della gamma Thylia. francesca µR® pininfarina Francesca, è una curva... Una curva perfetta disegnata dal designer italiano Pininfarina. È il µR® (micro-riflettore) che ha permesso al progettista di raggiungere questa forma pura, semplice ed efficace, grazie al ridotto ingombro dimensionale del blocco ottico. Francesca è disponibile in due modelli di palo -4,5m e 6m- e una mensola murale, per lampade a ioduri metallici con bruciatore ceramico fino a 150W. Francesca meritava proprio un’ambientazione su misura... A Roma è possibile trovare questa curva di metallo, vetro e luce sui marciapiedi della prestigiosa Via Veneto. 1160 1510 6m 4,5m hestia µR® micro e midi elizabeth de portzamparc Due dimensioni di apparecchi: Micro, dotato del µR® (micro-riflettore) per lampade a ioduri metallici con bruciatore ceramico fino a 150W, o Midi, per lampade a sodio alta pressione fino a 250W. Sono inoltre disponibili due tipi di supporto: Condor, con mensola semplice o doppia, e Oleron con sbraccio semplice. Questa complementarità all’interno di un’unica coerenza estetica ha permesso l’illuminazione di uno dei principali svincoli stradali che portano al centro di Roma, Largo Tintoretto. I sistemi che montano Hestia conferiscono un innegabile carattere architettonico a questa area (luogo di intenso traffico) alle porte della città. L’Hestia µR ® Micro è istallata su palo Oleron (configurazione semplice) e Hestia Midi su palo Condor (configurazione doppia). H H H H LL Micro: L 715 H 125 Oleron L L Midi: L 927 H 165 Condor proiettori NEOS 2 Con blocco ottico b7 La gamma di proiettori Neos è disponibile in tre misure, con un’ampia gamma di ottiche che permettono di rispondere a qualsiasi tipo d’applicazione nel campo dell’illuminazione pubblica e decorativo-architetturale. In questo parco alla periferia di Roma, il Neos 2 è stato dotato del blocco ottico B7, con lampade a ioduri metallici con bruciatore ceramico 70W. Il riflettore B7 presenta una distribuzione fotometrica molto estensiva, che ben risponde alle esigenze per illuminazione delle piste ciclabili. Svariati riflettori, numerose sorgenti luminose, design sobrio, discreto e ultrapiatto,… il corus, spesso solo 90mm, scompare di giorno nell’architettura per meglio valorizzarla di notte. Questo, il proiettore scelto dai progettisti per illuminare il più illustre dei monumenti romani, il colosseo. Installati ad una altezza di 4,5 metri e a 25-30 metri di distanza l’uno dall’altro (6 x altezza), i neos 2, con blocco ottico b7, garantiscono un illuminamento di 10 lux e una uniformità media del 30%. NEOS 1 NEOS 2 CORUS NEOS 3 Come è stato recepito il micro-riflettore µr ®, sviluppato da schreder, in occasione delle prime installazioni di thylia, hestia e francesca sul territorio della città? Abbiamo introdotto questo riflettore miniaturizzato per la prima volta su Via Appia Nuova. Si tratta della prima installazione di un apparecchio dal design decisamente all’avanguardia, che corrisponda alla nostra volontà di rinnovamento. Oltre al design, abbiamo giudicato le prestazioni fotometriche, particolarmente interessanti, visto le piccole dimensioni del blocco ottico. La cosa più sorprendente è stata constatare l’eccellente livello d’uniformità raggiunto sull’asse viario. Remo GUERRINI, Capo Progetto all’ACEA, azienda incaricata in particolare dell’illuminazione di Roma. Roma è una città principalmente illuminata con luce gialla, con sorgenti al sodio alta pressione, perché – con le recenti installazioni – si è optato per soluzioni a luce bianca? Attualmente, queste installazioni sono da considerarsi delle proposte, degli esperimenti. Con queste installazioni pilota, contiamo di misurare i parametri legati al costo e alla durata di vita di queste sorgenti luminose. All’interno del nostro ufficio tecnico, siamo orientati a scegliere la luce bianca per siti in cui predomina l’attività commerciale e turistica, dove la resa cromatica ottimale è importante. Come si pone roma rispetto ad altre città europee che si sono lanciate nella realizzazione di piani della luce? Roma è in fermento. Si cerca di ridare alla città un maggiore valore urbanistico attraverso la luce. Anche se roma non ha affatto bisogno di modelli esterni. È difficile trovare riferimenti altrove, visto il suo particolarissimo carattere architettonico. Nessuna città possiede altrettante zone archeologiche complesse, ricche e affascinanti come Roma. Qui, cerchiamo di creare un equilibrio armonioso tra le forme e la luce. Una luce discreta per risvegliare l’immaginazione degli abitanti e dei visitatori. Grandi quantità di luce non hanno alcun senso se non ben commisurate. Alla periferia di Roma, ci siamo accorti che la gente si lamentava della «cattiva» illuminazione, mentre, in realtà, l’illuminazione era sovradimensionata, con livelli molto superiori rispetto quanto previsto dalle norme. La città è convinta della necessità di avere un’illuminazione di qualità e ben progettata? Si, è fondamentale. In occasione del giubileo del 2000, abbiamo sottolineato con la luce bianca i percorsi intorno a siti storici. E questo lavoro è stato riconosciuto e apprezzato dal pubblico che, numeroso, si è riversato in queste «arterie di luce» che attraversavano la città. la luce urbana www.schreder.com