maggio 2012 - La mia terra vale
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maggio 2012 - La mia terra vale
“La mia terra vale News - Anno 2012 n. 1” 1. Il Progetto FARENAIT 2. Le aziende agricole: il primo baluardo contro la perdita di biodiversità 3. Indagine riguardo la conoscenza e la percezione delle problematiche connesse alla gestione di rete Natura 2000 4. Natura 2000 e mondo agricolo: esempi di buona comunicazione 5. Le maggiori novità della PAC per Natura 2000 Newsletter realizzata nell’ambito del progetto LIFE+ “Fare Rete per Natura 2000 in Italia”, finanziato dalla Commissione Europea 1. Il progetto FARENAIT Benvenuti al primo numero della newsletter del progetto d’informazione e comunicazione “FARENAIT”, co-finanziato dal programma LIFE+ della Commissione Europea. Il progetto FARENAIT nasce dalla collaborazione tra l’associazione nazionale di protezione ambientale CTS, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la Regione Lombardia, l’organizzazione d’imprenditori agricoli Coldiretti, e la società di consulenza per la conservazione della natura Comunità Ambiente. L’obiettivo del progetto è di coinvolgere chi vive ed opera in aree agricole della rete Natura 2000 in Italia nella salvaguardia della biodiversità, accrescendo lo scambio di conoscenze e percezioni tra imprese agricole, mondo scientifico e amministrazioni pubbliche. Natura 2000 è una rete creata dall'Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie che rischiano di scomparire o hanno un’area di ripartizione naturale ridotta o costituiscono esempi notevoli di caratteristiche tipiche di una regione biogeografia. La costituzione della rete ha l'obiettivo di preservare le specie e gli habitat per i quali i siti sono stati identificati, tenendo in considerazione le esigenze economiche, sociali e culturali in una logica di sviluppo sostenibile. Mira a svolgere un ruolo chiave nella protezione della biodiversità, cioè della varietà delle forme viventi e degli ecosistemi ad esse correlati, nel territorio europeo. L’agricoltura ha contribuito alla creazione di molti ecosistemi ricchi di biodiversità e concorre alla salvaguardia di innumerevoli specie. Il coinvolgimento di chi opera in aree agricole e rurali è essenziale per fermare la perdita di biodiversità. L’Italia è il paese dell’UE con la maggiore superficie coltivata in termini percentuali (pari al 43% della superficie totale). Nel paese coesistono oggi sia i paesaggi monoculturali dell’agricoltura industriale, che quelli poli-colturali dell’agricoltura tradizionale. I primi sono caratterizzati da grandi unità colturali omogenee, con una ridotta presenza d’aree naturali e semi-naturali al loro interno. La biodiversità che contengono è ridotta, al contrario dei paesaggi dell’agricoltura tradizionale, caratterizzati da unità colturali di dimensioni ridotte e forma prevalentemente irregolare. Gli obiettivi specifici del progetto sono: - sensibilizzare l'opinione pubblica, agricoltori e allevatori italiani, amministrazioni pubbliche su obiettivi e benefici della rete Natura 2000 e sviluppare nuove sinergie con la Rete Rurale Nazionale Italiana (RRN); - promuovere nuove opportunità di collaborazione e armonizzazione a livello nazionale e regionale tra le competenze ambientali e agricole delle amministrazioni pubbliche e quelle di altre competenze che hanno un impatto sulla biodiversità (energia, infrastrutture, trasporti) e sono disponibili a muoversi verso l'integrazione delle politiche che hanno un impatto sulla rete ecologica europea; - agevolare l'accesso alle fonti di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie finalizzate allo sviluppo sostenibile della rete Natura2000 in zone agricole e rurali; - promuovere lo scambio di esperienze e buone pratiche tra amministratori pubblici, agricoltori e chi vive ed opera in aree agricole e rurali della rete Natura 2000. Azioni e mezzi coinvolti Per raggiungere questi obiettivi, il progetto prevede una serie di azioni da realizzare a livello nazionale per un periodo di 36 mesi: - Campagna di sensibilizzazione e d’informazione rivolta agli amministratori pubblici, per accrescere le conoscenze sia in termini d’obblighi di legge e sia dei potenziali benefici della rete ecologica europea. L'azione include una serie di supporti alla comunicazione, attraverso la produzione di un tool kit, con indicazioni pratiche (un manuale di comunicazione) e strumenti di comunicazione (ad esempio spot radiofonici, video, edugame) che potranno essere utilizzati per comunicare con le aziende agricole. Il progetto prevede anche uno sportello informativo,un punto di riferimento per le amministrazioni e in particolare per gli assessorati responsabili per l’agricoltura e per l’ambiente, ma anche per chi vive ed opera in aree rurali o agricole, per fornire idee, spunti e strumenti per perseguire nuove opportunità finanziarie occupazionali e progettuali. Lo sportello informativo sarà gestito tramite assistenza e consulenza a distanza per via telematica (telefono, mail e web). -Campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta agli agricoltori e alle aziende agricole per accrescere la conoscenza della rete Natura 2000, il suo ruolo essenziale nella protezione della biodiversità e le opportunità che esso offre a coloro che operano nell'ambito della rete ecologica europea. Quest’azione sarà effettuata in tutte le regioni italiane attraverso una serie d’eventi che coinvolgeranno anche il pubblico in generale, e attraverso un educational tour diretto specificamente ad agricoltori e aziende agricole. - Campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta alle scuole nei distretti agricoli e rurali per rafforzare il rapporto dei giovani con il territorio in cui vivono e per renderli consapevoli dell'importanza della natura e della biodiversità. La campagna prevede un programma didattico / educativo e un premio speciale per l'adozione di un sito Natura 2000. -Attività di capacity building, soprattutto per amministratori pubblici e agricoltori, per accrescere le capacità tecniche e scientifiche utili alla gestione dei siti Natura 2000, attraverso una serie di seminari e workshop a livello regionale e locale, che si svolgeranno in tutte le regioni italiane. Le attività comprendono una serie di workshop rivolti agli insegnanti. Al momento si è conclusa la fase preparatoria del progetto: sono stati realizzati indagini e una serie di workshop con esperti dei dipartimenti dell’ambiente e dell’agricoltura, a livello nazionale e regionale, e rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori, al fine di identificare i principali problemi o conflitti, e le soluzioni principali di chi opera nei siti Natura 2000 nelle zone rurali / agricole. I risultati di queste attività sono stati utilizzati per preparare le linee guida della strategia di comunicazione, obiettivi, priorità, messaggi chiave e le informazioni essenziali. Al termine del progetto, sarà svolta una nuova indagine per valutare l’impatto delle azioni svolte.tra gli amministratori e le organizzazioni agricole. La promozione del progetto sarà effettuata attraverso la produzione e diffusione di materiale informativo (opuscoli, schede, ecc), la creazione di un sito web, una conferenza finale a livello europeo per comunicare i risultati e attività di networking con iniziative pubbliche e private, italiane ed europee,che operano in zone rurali / agricole della rete ecologica europea. Il progetto prevede anche attività di diffusione attraverso i mass media pubblici e privati. 2. Le aziende agricole: il primo baluardo contro la perdita di biodiversità La salvaguardia della biodiversità terrestre dipende dalla partecipazione attiva degli agricoltori. La loro importanza emerge chiaramente se si pensa che il 50% del territorio dell'Unione Europea è terreno agricolo, e che il 40% della superficie dei siti Natura 2000 è costituito da agro-ecosistemi. Negli ultimi anni sono nate numerose iniziative per la tutela della biodiversità alimentare, delle razze animali e delle varietà vegetali in via di estinzione. Molto c’è ancora da fare sia su questo fronte che sul fronte della biodiversità naturale. È quindi di cruciale importanza che gli imprenditori agricoli prendano coscienza dell’importanza del loro ruolo e partecipino attivamente nella conservazione della biodiversità della rete Natura 2000 e, in particolare, degli habitat e delle specie di importanza comunitaria che dipendono dalla gestione agricola. Uno studio realizzato durante l’avvio del progetto FARENAIT ha evidenziato come i progetti di maggior successo, sia in termini ecologici che in termini di produzione agricola e di ritorni economici, siano quelli che hanno visto il coinvolgimento ampio e diretto degli agricoltori fin dalle prime fasi. Una volta vinta l’iniziale diffidenza, gli imprenditori agricoli si rivelano i migliori alleati nella realizzazione delle misure di conservazione, i principali attuatori delle azioni di progetto e i maggiori sostenitori e “garanti” del conseguimento degli obiettivi di lungo termine. Uno degli esempi più esplicativi è il progetto LIFE realizzato in Spagna, “Doñana sostenibile”, il cui obiettivo era identificare ed applicare i metodi di coltivazione rispettosi dell'ambiente. Il progetto è stato condotto dagli agricoltori locali ed ha portato ad una riduzione dell’erosione del suolo e degli inquinanti nelle acque di deflusso, migliorando nel contempo la produzione agricola. La validità dei risultati ha creato un 'effetto a catena', facendo sì che le tecniche agronomiche sostenibili fossero adottate anche dagli agricoltori che non avevano preso parte al progetto. Purtroppo però causa della carenza di informazione, i Siti Natura 2000 sono spesso percepiti dagli operatori agricoli come limitanti e vincolanti per lo svolgimento delle loro attività sul territorio e allo sviluppo economico, piuttosto che come opportunità: conservazione delle risorse e dei servizi ecosistemici da cui l’agricoltura dipende, accesso a incentivi e agevolazioni finanziarie, creazione di nuovi servizi ed indotti economici (aziende multifunzionali, prodotti tipici e marchi di qualità, filiere corte, green jobs, etc.). E’ il momento di fare chiarezza su questi aspetti! Nei PSR regionali sono presenti alcune misure specifiche per le aziende agricole che operano all’interno dei siti Natura 2000 (ad esempio la 213 Indennità Natura 2000 o la 224 Indennità Natura 2000 in aree boschive), ed altre che prevedono una priorità di finanziamento per le aziende nei siti della rete (ad esempio la 211 Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane o la 216 Sostegno agli investimenti non produttivi). La localizzazione dell’attività all’interno dei siti Natura 2000 offre anche la possibilità di accedere ad ulteriori fonti di reddito che potrebbero venire dalla creazione di marchi di qualità delle produzioni e di poli di offerta (market farm, etc.) dei prodotti provenienti dalle aree agricole che ricadono in detti Siti, la promozione della CSA o agricoltura sostenuta dalle comunità locali, dall’organizzazione di filiere di qualità e della vendita dei prodotti nella grande distribuzione (COOP, CONAD, ecc.). Nell’ottica di alimentare il concetto che, la presenza di aree ad elevata qualità ambientale, quali i siti Natura 2000, non rappresentano vincoli alle normali attività ed agli interessi economici, ma possono diventare un’importante occasione di sviluppo del territorio a cui appartengono, il progetto FARENAIT mette a disposizione nel proprio sito web uno spazio gratuito dedicato alla promozione delle aziende agricole. Iscrivetevi! 3. Indagine riguardo la conoscenza e la percezione delle problematiche connesse alla gestione di rete Natura 2000 Fra gennaio e marzo 2012 il progetto FARENAIT ha previsto la realizzazione di un’indagine sulla conoscenza e percezione di Rete Natura 2000. L’analisi è stata articolata in: 3 Focus Group con gli Assessorati regionali all'Ambiente e all'Agricoltura e con i rappresentanti di categoria delle imprese agricole – gennaio 2012; Un’indagine analitica su un campione rappresentativo di imprese agricole - febbraio 2012; La somministrazione di un questionario agli uffici regionali competenti per Rete Natura 2000 e per Agricoltura – marzo 2012. Dalla verifica sullo stato di attuazione delle misure agro ambientali è emerso un sostanziale insuccesso in gran parte delle regioni rappresentate agli incontri: a febbraio 2012 la misura 213 Indennità Natura 2000 era stata attivata a livello nazionale solo da 4 regioni (Marche, Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia). Il generale insuccesso delle misure previste per rete Natura 2000, può essere ricondotto sinteticamente a: 1. Mancato o ritardo nell’attivazione delle misure da parte delle regioni; 2. Scarsa adesione da parte degli agricoltori alle misure attivate In riferimento ai motivi della mancata attivazione delle misure da parte delle regioni si ravvisa: • una scarsa sinergia e un difetto di comunicazione fra i dipartimenti Ambiente e Agricoltura delle regioni • eccessivi costi amministrativi legati all’attivazione e alla gestione delle procedure • l’importanza marginale rivestita dalle misure in oggetto nell’ambito della programmazione regionale, anche in termini di allocazione di risorse. Una delle cause della scarsa adesione da parte degli agricoltori alle misure attivate risiede nello scarso investimento da parte delle PA: • in azioni di comunicazione/informazione rivolte al mondo agricolo per incentivare a livello territoriale la sensibilità su questi argomenti e ovviare alla scarsa consapevolezza di molti agricoltori di essere allocati in un sito RN2000 • nei sistemi di gestione delle istruttorie, ancora lenti e inefficienti, che impongono alle imprese agricole difficoltà procedurali ed eccessivi oneri in termini di documentazione e di lungaggini burocratiche, obbligandole a rivolgersi a tecnici per accedere alle misure • nel livello di contributi e premi previsti per le indennità Natura 2000, economicamente inadeguati a fronte dell’impegno richiesto in termini di tempo e di costi dalle procedure di adesione: il premio riconosciuto per il mantenimento di queste aree è per l’agricoltore inferiore a quello fornito dalla concorrenza (biomasse, agricoltura intensiva, pannelli solari). • nel coinvolgimento del mondo rurale da parte delle amministrazioni in sede di programmazione e pianificazione In sostanza le misure non sono adeguatamente sostenute dalle amministrazioni in quanto non rappresentano una priorità politica, condizione indispensabile perché si arrivi ad una politica di gestione adeguata e a 360 gradi su questi territori e quindi ad una comunicazione pienamente efficace, che non può prescindere dai contenuti. La comunicazione dovrebbe essere duplice: rivolta agli agricoltori, per far accrescere in loro la consapevolezza dell’importante ruolo che possono svolgere in queste zone per il mantenimento dei siti stessi; rivolta alle PA che devono essere maggiormente sensibilizzate e spinte ad agevolare l’adesione da parte degli agricoltori alle misure del PSR snellendo le procedure e il carico burocratico. Come emerge dall’analisi realizzata, i canali più utilizzati dagli agricoltori per reperire informazioni e tenersi aggiornati sono le organizzazioni professionali, le modalità più efficaci per raggiungere il mondo agricolo sono gli incontri diretti sul territorio. Le associazioni di categoria, d’altra parte, tendono a sostenere maggiormente le misure di supporto alle attività produttive, rispetto a quelle agro ambientali, meno redditizie e non promuovono adeguatamente Natura 2000. Le amministrazioni regionali utilizzano molto il materiale informativo cartaceo o il web, canali che senza un preventivo passaggio diretto con il mondo rurale rischiano di rimanere inefficaci: il 20% degli imprenditori agricoli intervistati dichiara di non essere mai stato informato o coinvolto. Il risultato è che il 78% degli agricoltori intervistati non ha mai sentito parlare di Rete Natura 2000, conosciuta più nelle regioni del Sud (28%) rispetto al quelle del Nord (21%) e del Centro (17%). Fra coloro che conoscono RN 2000, solo il 12% ha potuto usufruire una percentuale di contributo maggiore, mentre il 27% non ha fatto alcuna domanda di finanziamento. Il vantaggio associato a RN 2000 per la propria attività risulta principalmente quello di favorire la multifunzionalità dell'azienda agricola e creare occasioni di mercato (39%), mentre il vincolo più sentito è l’eccessiva burocrazia (58%). La maggior parte di coloro che conoscono RN2000 ritiene inoltre che gli agricoltori che contribuiscono alla conservazione dell'ambiente andrebbero premiati tramite benefici fiscali (33%) e sgravi su carburanti o sull’attrezzatura(13%). Dall’analisi condotta appare infatti evidente che solo a fronte di agevolazioni economiche di varia natura si possano pretendere comportamenti di gestione del territorio più attenti alla conservazione della biodiversità. Sembra chiara la disponibilità degli agricoltori a fornire il proprio contributo alla conservazione della biodiversità in cambio di agevolazioni o altri strumenti e servizi, alternativi alle misure compensative attualmente in vigore: rispetto alle forme di premialità suggerite nel questionario, la scelta degli operatori agricoli intervistati è stata orientata preferenzialmente su premi di tipo economico, se non pagamenti diretti, almeno sgravi, agevolazioni o contributi per interventi o acquisti inerenti l’attività agricola. In questo contesto, uno dei messaggi chiave da veicolare potrebbe far leva su un modello di comunicazione opposto rispetto a quello finora dominante: non compensiamo l’agricoltore per un danno subito, ma paghiamo quello virtuoso per il servizio pubblico che eroga con la sua attività in relazione alla conservazione dei siti Natura 2000. Il successo di un sistema di questo tipo presuppone la possibilità di dare un valore economico ai servizi eco sistemici, conciliando i valori ecologici con i valori economici. E’ per questo necessario pervenire ad un accordo minimo sulla quantificazione economica del servizio eco sistemico fornito dagli agricoltori virtuosi che operano nei siti Natura 2000. Scarica il report finale complessivo delle indagini preliminari (link) 4. Natura 2000 e mondo agricolo: esempi di buona comunicazione La comunicazione con i contadini e con le aziende agricole si basa sulla fiducia, ma non ce n’è oggi molta tra loro, in particolare tra piccoli agricoltori e l’agricoltura tradizionale, e le pubbliche amministrazioni. Non c’è un modello unico di comunicazione per chi opera in aree agricole della rete Natura 2000; quello che si può fare per migliorare la comunicazione è illustrare i numerosi benefici collegati alla rete ecologica europea. La gestione attiva di un sito, per esempio, può portare benefici fornendo assistenza nel risolvere i problemi e creare nuove opportunità, un vantaggio di cui non beneficiano le aziende agricole che operano fuori dalla rete ecologica europea. Sono queste alcune delle principali conclusioni del seminario internazionale sulla comunicazione agli agricoltori all’interno di un sito Natura 2000, che si è svolto a Roma il 14-15 maggio u.s., nell’ambito del progetto Farenait. Un punto su cui tutti i partecipanti si sono trovati d’accordo è che a chi vive e opera in aree agricole della rete europea devono essere concessi dei benefici finanziari e che tra tutti gli strumenti finanziari il più adatto è di gran lunga il LIFE+. Due tra le varie presentazioni al seminario hanno dimostrato i vantaggi del LIFE+. Markus Mayer, del Büro für Landschaftskojnepte, Germania e Michael Reischer, del Tiroler Umweltanwaltschaft, Austria, hanno illustrato due progetti LIFE+ in zone di pascolo, dove un’efficiente amministrazione privata? e il coinvolgimento dei residenti locali, hanno portato a risultati significativi quali?. Il vantaggio del LIFE è collegato alla libertà di impostare un progetto secondo le necessità del luogo e la flessibilità nell’esecuzione delle attività, rispetto alla rigidità dei fondi della PAC. Ambedue i relatori hanno sottolineato l’importanza di un approccio graduale, basato sul coinvolgimento degli agricoltori. Brendan Dunford, direttore del programma irlandese “Burren Farming for Conservation Program”, ha illustrato la metodologia che ha portato gli agricoltori locali, utilizzando fondi rurali, a collaborare nell’elaborazione di un piano per l'agricoltura sostenibile, che ha portato ad un aumento del 25% del pascolo invernale. Un ulteriore punto d’accordo tra i partecipanti al seminario riguarda il ruolo degli agricoltori, che sono esperti di conservazione della natura e che devono essere coinvolti sin dall’inizio di un nuovo piano o progetto. Questo ruolo è stato rilevato anche dal Prof. Francesco Spada, che ha sollevato dubbi sul grado di comprensione dei fenomeni naturali da parte di organizzazioni non-governative ed enti pubblici. Nel corso dell’incontro si sono affrontate altre tematiche, come, ad esempio, l’importanza di una diffusione di un calendario fenologico o dell’utilizzo dell’etichettatura di provenienza o del marchio di qualità, e si è convenuto che quando è stato utilizzato non ha avuto successo. Si sta dunque valutando l’utilità di un’etichettatura di origine in questa fase di sviluppo della rete o in futuro. E’ stato affrontato anche il tema della nuova PAC, ed i relativi vantaggi/svantaggi che potrebbe portare alle diverse tipologie di agricoltura e alla rete Natura 2000. I problemi da affrontare con la futura PAC non saranno molto diversi da quelli attuali: per esempio come facilitare le procedure collegate alla condizionalità, come assicurarsi il coinvolgimento attivo dei contadini e di chi porta avanti un’agricoltura tradizionale, che costituiscono la vera forza di Natura 2000. 5. Le maggiori novità della PAC per Natura 2000 Nella Comunicazione “A budget for Europe”, la Commissione Europea ha chiarito l’importanza da attribuire alla protezione della natura e della biodiversità nel prossimo piano di finanziamento pluriennale, specificando che “la gestione efficace e il ripristino delle aree protette Natura 2000 è fondamentale per il raggiungimento del target 2020 dell'UE di arrestare e invertire il declino della biodiversità nell'Unione europea” e anche che "a livello comunitario, il rafforzamento di un approccio integrato fra i vari fondi di settore dell'UE, garantendone la coerenza con le priorità della rete Natura 2000, insieme ad un perfezionamento del fondo LIFE Biodiversità, fornirà una solida base per la nuova strategia di finanziamento di Natura 2000". L’Europa punta quindi sull’approccio integrato per assicurare che la gestione dei siti sia parte di più ampie politiche territoriali. Perseguendo questo obiettivo, le opportunità di finanziamento per Natura 2000 sono state inserite in ogni fondo europeo rilevante: fondi di coesione, fondi per la pesca, LIFE e Politica Agricola Comune. Proprio nella PAC, e nelle modifiche apportate recentemente a questo fondo, si trovano importanti novità utili per gli agricoltori che lavorano all’interno di siti Natura 2000. Gli obiettivi dichiarati di questo nuovo giro di riforma della PAC, in linea con la strategia europea espressa nel documento “Europa 2020”, sono infatti quelli di una PAC “più equa, più verde, più efficiente e più efficace” che miri ad una produzione alimentare redditizia e ad una gestione sostenibile delle risorse ambientali, con una particolare attenzione al clima; al mantenimento dell’equilibrio territoriale e alla biodiversità nelle aree rurali. Uno degli obiettivi della nuova PAC è il miglioramento delle prestazioni ambientali attraverso l’obbligatorietà di una componente "verde" dei pagamenti diretti che sosterranno le pratiche agricole a beneficio del clima e dell’ambiente. La Commissione ha infatti proposto che il 30% della dotazione di bilancio dei pagamenti diretti sia destinata ad azioni semplici, generalizzate, non-contrattuali e annuali che vadano oltre la condizionalità e siano legate all'agricoltura, come ad esempio la diversificazione delle colture, pascoli permanenti e aree di interesse ecologico che possono anche contribuire al raggiungimento degli obiettivi di conservazione di Natura 2000. La natura obbligatoria di tali pratiche dovrebbe infatti riguardare anche gli agricoltori le cui aziende sono in tutto o in parte situate in siti "Natura 2000", a condizione che tali pratiche siano compatibili con gli obiettivi delle Direttive. Si rafforza quindi il riconoscimento dei pagamenti diretti come forma di remunerazione della produzione di beni pubblici, che in questo caso vengono identificati prevalentemente come beni ambientali. A questo proposito, la proposta sembra poco attenta alla produzione di altri beni pubblici (come ad esempio il paesaggio, l’occupazione rurale, la geografia delle produzioni). La Commissione Europea sottolinea inoltre la necessità di rendere la distribuzione dei pagamenti diretti più equa e maggiormente orientata verso gli “agricoltori attivi”; si sta lavorando su parametri distributivi che tengano conto della superficie agricola, ma anche di altre variabili, come la produzione lorda vendibile, il lavoro in agricoltura e il potere di acquisto degli Stati membri. Per quanto riguarda l'ammissibilità delle tipologie di terreno per l’accesso ai pagamenti diretti, la nuova PAC propone una definizione allargata di prati permanenti per consentire anche la presenza di specie che non sono erbacee, ma sono comunque adatte al pascolo. Questa novità apre ai pagamenti diretti molti habitat Natura 2000, come pascoli arborati, praterie, heat and scrub habitat, così come elementi del paesaggio. Riguardo alle politiche di mercato, si procede verso l’abbandono dei tradizionali strumenti di intervento e degli strumenti di controllo dell’offerta (come le quote latte), mentre l’attenzione si sposta sulle cosiddette “reti di sicurezza” (meccanismi di gestione del prodotto da avviare in condizioni di crisi prolungata) e sulle misure che agiscono sui rapporti contrattuali all’interno della filiera per rafforzare la componente agricola. Gli strumenti di gestione del rischio vengono invece collocati tra gli strumenti da transitare nel secondo pilastro. Riguardo il secondo pilastro, per il quale la nuova PAC non prevede cambiamenti sostanziali, la Commissione Europea ha richiamato i principi guida dell’implementazione delle politiche di sviluppo rurale, ambientale, cambiamento climatico ed innovazione sui quali gli interventi finalizzati alla competitività, alla gestione sostenibile delle risorse e allo sviluppo territoriale equilibrato dovrebbero essere basati.