maggio 2012 - La mia terra vale

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maggio 2012 - La mia terra vale
“La mia terra vale News - Anno 2012 n. 1”
1. Il Progetto FARENAIT
2. Le aziende agricole: il primo baluardo contro la perdita di biodiversità
3. Indagine riguardo la conoscenza e la percezione delle problematiche
connesse alla gestione di rete Natura 2000
4. Natura 2000 e mondo agricolo: esempi di buona comunicazione
5. Le maggiori novità della PAC per Natura 2000
Newsletter realizzata nell’ambito del progetto LIFE+ “Fare Rete per Natura 2000 in Italia”, finanziato dalla
Commissione Europea
1. Il progetto FARENAIT
Benvenuti al primo numero della newsletter del progetto d’informazione e
comunicazione “FARENAIT”, co-finanziato dal programma LIFE+ della
Commissione Europea.
Il progetto FARENAIT nasce dalla collaborazione tra l’associazione nazionale di
protezione ambientale CTS, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale (ISPRA), la Regione Lombardia, l’organizzazione d’imprenditori agricoli
Coldiretti, e la società di consulenza per la conservazione della natura Comunità
Ambiente.
L’obiettivo del progetto è di coinvolgere chi vive ed opera in aree agricole della rete
Natura 2000 in Italia nella salvaguardia della biodiversità, accrescendo lo scambio di
conoscenze e percezioni tra imprese agricole, mondo scientifico e amministrazioni
pubbliche.
Natura 2000 è una rete creata dall'Unione europea per la protezione e la
conservazione degli habitat e delle specie che rischiano di scomparire o hanno
un’area di ripartizione naturale ridotta o costituiscono esempi notevoli di
caratteristiche tipiche di una regione biogeografia.
La costituzione della rete ha l'obiettivo di preservare le specie e gli habitat per i quali
i siti sono stati identificati, tenendo in considerazione le esigenze economiche, sociali
e culturali in una logica di sviluppo sostenibile. Mira a svolgere un ruolo chiave nella
protezione della biodiversità, cioè della varietà delle forme viventi e degli ecosistemi
ad esse correlati, nel territorio europeo.
L’agricoltura ha contribuito alla creazione di molti ecosistemi ricchi di biodiversità e
concorre alla salvaguardia di innumerevoli specie. Il coinvolgimento di chi opera in
aree agricole e rurali è essenziale per fermare la perdita di biodiversità. L’Italia è il
paese dell’UE con la maggiore superficie coltivata in termini percentuali (pari al 43%
della superficie totale). Nel paese coesistono oggi sia i paesaggi monoculturali
dell’agricoltura industriale, che quelli poli-colturali dell’agricoltura tradizionale. I
primi sono caratterizzati da grandi unità colturali omogenee, con una ridotta presenza
d’aree naturali e semi-naturali al loro interno. La biodiversità che contengono è
ridotta, al contrario dei paesaggi dell’agricoltura tradizionale, caratterizzati da unità
colturali di dimensioni ridotte e forma prevalentemente irregolare.
Gli obiettivi specifici del progetto sono:
- sensibilizzare l'opinione pubblica, agricoltori e allevatori italiani, amministrazioni
pubbliche su obiettivi e benefici della rete Natura 2000 e sviluppare nuove sinergie
con la Rete Rurale Nazionale Italiana (RRN);
- promuovere nuove opportunità di collaborazione e armonizzazione a livello
nazionale e regionale tra le competenze ambientali e agricole delle amministrazioni
pubbliche e quelle di altre competenze che hanno un impatto sulla biodiversità
(energia, infrastrutture, trasporti) e sono disponibili a muoversi verso l'integrazione
delle politiche che hanno un impatto sulla rete ecologica europea;
- agevolare l'accesso alle fonti di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie
finalizzate allo sviluppo sostenibile della rete Natura2000 in zone agricole e rurali;
- promuovere lo scambio di esperienze e buone pratiche tra amministratori pubblici,
agricoltori e chi vive ed opera in aree agricole e rurali della rete Natura 2000.
Azioni e mezzi coinvolti
Per raggiungere questi obiettivi, il progetto prevede una serie di azioni da realizzare a
livello nazionale per un periodo di 36 mesi:
- Campagna di sensibilizzazione e d’informazione rivolta agli amministratori
pubblici, per accrescere le conoscenze sia in termini d’obblighi di legge e sia dei
potenziali benefici della rete ecologica europea. L'azione include una serie di supporti
alla comunicazione, attraverso la produzione di un tool kit, con indicazioni pratiche
(un manuale di comunicazione) e strumenti di comunicazione (ad esempio spot
radiofonici, video, edugame) che potranno essere utilizzati per comunicare con le
aziende agricole. Il progetto prevede anche uno sportello informativo,un punto di
riferimento per le amministrazioni e in particolare per gli assessorati responsabili per
l’agricoltura e per l’ambiente, ma anche per chi vive ed opera in aree rurali o
agricole, per fornire idee, spunti e strumenti per perseguire nuove opportunità
finanziarie occupazionali e progettuali. Lo sportello informativo sarà gestito tramite
assistenza e consulenza a distanza per via telematica (telefono, mail e web).
-Campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta agli agricoltori e alle
aziende agricole per accrescere la conoscenza della rete Natura 2000, il suo ruolo
essenziale nella protezione della biodiversità e le opportunità che esso offre a coloro
che operano nell'ambito della rete ecologica europea. Quest’azione sarà effettuata in
tutte le regioni italiane attraverso una serie d’eventi che coinvolgeranno anche il
pubblico in generale, e attraverso un educational tour diretto specificamente ad
agricoltori e aziende agricole.
- Campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta alle scuole nei distretti
agricoli e rurali per rafforzare il rapporto dei giovani con il territorio in cui vivono e
per renderli consapevoli dell'importanza della natura e della biodiversità. La
campagna prevede un programma didattico / educativo e un premio speciale per
l'adozione di un sito Natura 2000.
-Attività di capacity building, soprattutto per amministratori pubblici e agricoltori,
per accrescere le capacità tecniche e scientifiche utili alla gestione dei siti Natura
2000, attraverso una serie di seminari e workshop a livello regionale e locale, che si
svolgeranno in tutte le regioni italiane. Le attività comprendono una serie di
workshop rivolti agli insegnanti.
Al momento si è conclusa la fase preparatoria del progetto: sono stati realizzati
indagini e una serie di workshop con esperti dei dipartimenti dell’ambiente e
dell’agricoltura, a livello nazionale e regionale, e rappresentanti delle organizzazioni
degli agricoltori, al fine di identificare i principali problemi o conflitti, e le soluzioni
principali di chi opera nei siti Natura 2000 nelle zone rurali / agricole. I risultati di
queste attività sono stati utilizzati per preparare le linee guida della strategia di
comunicazione, obiettivi, priorità, messaggi chiave e le informazioni essenziali. Al
termine del progetto, sarà svolta una nuova indagine per valutare l’impatto delle
azioni svolte.tra gli amministratori e le organizzazioni agricole.
La promozione del progetto sarà effettuata attraverso la produzione e diffusione di
materiale informativo (opuscoli, schede, ecc), la creazione di un sito web, una
conferenza finale a livello europeo per comunicare i risultati e attività di networking
con iniziative pubbliche e private, italiane ed europee,che operano in zone rurali /
agricole della rete ecologica europea. Il progetto prevede anche attività di diffusione
attraverso i mass media pubblici e privati.
2. Le aziende agricole: il primo baluardo contro la perdita di biodiversità
La salvaguardia della biodiversità terrestre dipende dalla partecipazione attiva degli
agricoltori. La loro importanza emerge chiaramente se si pensa che il 50% del
territorio dell'Unione Europea è terreno agricolo, e che il 40% della superficie dei siti
Natura 2000 è costituito da agro-ecosistemi.
Negli ultimi anni sono nate numerose iniziative per la tutela della biodiversità
alimentare, delle razze animali e delle varietà vegetali in via di estinzione. Molto c’è
ancora da fare sia su questo fronte che sul fronte della biodiversità naturale.
È quindi di cruciale importanza che gli imprenditori agricoli prendano coscienza
dell’importanza del loro ruolo e partecipino attivamente nella conservazione della
biodiversità della rete Natura 2000 e, in particolare, degli habitat e delle specie di
importanza comunitaria che dipendono dalla gestione agricola.
Uno studio realizzato durante l’avvio del progetto FARENAIT ha evidenziato come i
progetti di maggior successo, sia in termini ecologici che in termini di produzione
agricola e di ritorni economici, siano quelli che hanno visto il coinvolgimento ampio
e diretto degli agricoltori fin dalle prime fasi. Una volta vinta l’iniziale diffidenza, gli
imprenditori agricoli si rivelano i migliori alleati nella realizzazione delle misure di
conservazione, i principali attuatori delle azioni di progetto e i maggiori sostenitori e
“garanti” del conseguimento degli obiettivi di lungo termine.
Uno degli esempi più esplicativi è il progetto LIFE realizzato in Spagna, “Doñana
sostenibile”, il cui obiettivo era identificare ed applicare i metodi di coltivazione
rispettosi dell'ambiente. Il progetto è stato condotto dagli agricoltori locali ed ha
portato ad una riduzione dell’erosione del suolo e degli inquinanti nelle acque di
deflusso, migliorando nel contempo la produzione agricola. La validità dei risultati ha
creato un 'effetto a catena', facendo sì che le tecniche agronomiche sostenibili fossero
adottate anche dagli agricoltori che non avevano preso parte al progetto.
Purtroppo però causa della carenza di informazione, i Siti Natura 2000 sono spesso
percepiti dagli operatori agricoli come limitanti e vincolanti per lo svolgimento delle
loro attività sul territorio e allo sviluppo economico, piuttosto che come opportunità:
conservazione delle risorse e dei servizi ecosistemici da cui l’agricoltura dipende,
accesso a incentivi e agevolazioni finanziarie, creazione di nuovi servizi ed indotti
economici (aziende multifunzionali, prodotti tipici e marchi di qualità, filiere corte,
green jobs, etc.). E’ il momento di fare chiarezza su questi aspetti!
Nei PSR regionali sono presenti alcune misure specifiche per le aziende agricole che
operano all’interno dei siti Natura 2000 (ad esempio la 213 Indennità Natura 2000 o
la 224 Indennità Natura 2000 in aree boschive), ed altre che prevedono una priorità di
finanziamento per le aziende nei siti della rete (ad esempio la 211 Indennità a favore
degli agricoltori nelle zone montane o la 216 Sostegno agli investimenti non
produttivi).
La localizzazione dell’attività all’interno dei siti Natura 2000 offre anche la
possibilità di accedere ad ulteriori fonti di reddito che potrebbero venire dalla
creazione di marchi di qualità delle produzioni e di poli di offerta (market farm, etc.)
dei prodotti provenienti dalle aree agricole che ricadono in detti Siti, la promozione
della CSA o agricoltura sostenuta dalle comunità locali, dall’organizzazione di filiere
di qualità e della vendita dei prodotti nella grande distribuzione (COOP, CONAD,
ecc.).
Nell’ottica di alimentare il concetto che, la presenza di aree ad elevata qualità
ambientale, quali i siti Natura 2000, non rappresentano vincoli alle normali attività ed
agli interessi economici, ma possono diventare un’importante occasione di sviluppo
del territorio a cui appartengono, il progetto FARENAIT mette a disposizione nel
proprio sito web uno spazio gratuito dedicato alla promozione delle aziende agricole.
Iscrivetevi!
3. Indagine riguardo la conoscenza e la percezione delle problematiche connesse
alla gestione di rete Natura 2000
Fra gennaio e marzo 2012 il progetto FARENAIT ha previsto la realizzazione di
un’indagine sulla conoscenza e percezione di Rete Natura 2000.
L’analisi è stata articolata in:
3 Focus Group con gli Assessorati regionali all'Ambiente e all'Agricoltura e con i
rappresentanti di categoria delle imprese agricole – gennaio 2012;
Un’indagine analitica su un campione rappresentativo di imprese agricole - febbraio
2012;
La somministrazione di un questionario agli uffici regionali competenti per Rete
Natura 2000 e per Agricoltura – marzo 2012.
Dalla verifica sullo stato di attuazione delle misure agro ambientali è emerso un
sostanziale insuccesso in gran parte delle regioni rappresentate agli incontri: a
febbraio 2012 la misura 213 Indennità Natura 2000 era stata attivata a livello
nazionale solo da 4 regioni (Marche, Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia).
Il generale insuccesso delle misure previste per rete Natura 2000, può essere
ricondotto sinteticamente a:
1.
Mancato o ritardo nell’attivazione delle misure da parte delle regioni;
2.
Scarsa adesione da parte degli agricoltori alle misure attivate
In riferimento ai motivi della mancata attivazione delle misure da parte delle regioni
si ravvisa:
• una scarsa sinergia e un difetto di comunicazione fra i dipartimenti Ambiente e
Agricoltura delle regioni
• eccessivi costi amministrativi legati all’attivazione e alla gestione delle procedure
• l’importanza marginale rivestita dalle misure in oggetto nell’ambito della
programmazione regionale, anche in termini di allocazione di risorse.
Una delle cause della scarsa adesione da parte degli agricoltori alle misure attivate
risiede nello scarso investimento da parte delle PA:
•
in azioni di comunicazione/informazione rivolte al mondo agricolo per
incentivare a livello territoriale la sensibilità su questi argomenti e ovviare alla scarsa
consapevolezza di molti agricoltori di essere allocati in un sito RN2000
•
nei sistemi di gestione delle istruttorie, ancora lenti e inefficienti, che
impongono alle imprese agricole difficoltà procedurali ed eccessivi oneri in termini di
documentazione e di lungaggini burocratiche, obbligandole a rivolgersi a tecnici per
accedere alle misure
•
nel livello di contributi e premi previsti per le indennità Natura 2000,
economicamente inadeguati a fronte dell’impegno richiesto in termini di tempo e di
costi dalle procedure di adesione: il premio riconosciuto per il mantenimento di
queste aree è per l’agricoltore inferiore a quello fornito dalla concorrenza (biomasse,
agricoltura intensiva, pannelli solari).
•
nel coinvolgimento del mondo rurale da parte delle amministrazioni in sede di
programmazione e pianificazione
In sostanza le misure non sono adeguatamente sostenute dalle amministrazioni in
quanto non rappresentano una priorità politica, condizione indispensabile perché si
arrivi ad una politica di gestione adeguata e a 360 gradi su questi territori e quindi ad
una comunicazione pienamente efficace, che non può prescindere dai contenuti.
La comunicazione dovrebbe essere duplice: rivolta agli agricoltori, per far accrescere
in loro la consapevolezza dell’importante ruolo che possono svolgere in queste zone
per il mantenimento dei siti stessi; rivolta alle PA che devono essere maggiormente
sensibilizzate e spinte ad agevolare l’adesione da parte degli agricoltori alle misure
del PSR snellendo le procedure e il carico burocratico.
Come emerge dall’analisi realizzata, i canali più utilizzati dagli agricoltori per
reperire informazioni e tenersi aggiornati sono le organizzazioni professionali, le
modalità più efficaci per raggiungere il mondo agricolo sono gli incontri diretti sul
territorio. Le associazioni di categoria, d’altra parte, tendono a sostenere
maggiormente le misure di supporto alle attività produttive, rispetto a quelle agro
ambientali, meno redditizie e non promuovono adeguatamente Natura 2000. Le
amministrazioni regionali utilizzano molto il materiale informativo cartaceo o il web,
canali che senza un preventivo passaggio diretto con il mondo rurale rischiano di
rimanere inefficaci: il 20% degli imprenditori agricoli intervistati dichiara di non
essere mai stato informato o coinvolto.
Il risultato è che il 78% degli agricoltori intervistati non ha mai sentito parlare di Rete
Natura 2000, conosciuta più nelle regioni del Sud (28%) rispetto al quelle del Nord
(21%) e del Centro (17%). Fra coloro che conoscono RN 2000, solo il 12% ha potuto
usufruire una percentuale di contributo maggiore, mentre il 27% non ha fatto alcuna
domanda di finanziamento. Il vantaggio associato a RN 2000 per la propria attività
risulta principalmente quello di favorire la multifunzionalità dell'azienda agricola e
creare occasioni di mercato (39%), mentre il vincolo più sentito è l’eccessiva
burocrazia (58%). La maggior parte di coloro che conoscono RN2000 ritiene inoltre
che gli agricoltori che contribuiscono alla conservazione dell'ambiente andrebbero
premiati tramite benefici fiscali (33%) e sgravi su carburanti o sull’attrezzatura(13%).
Dall’analisi condotta appare infatti evidente che solo a fronte di agevolazioni
economiche di varia natura si possano pretendere comportamenti di gestione del
territorio più attenti alla conservazione della biodiversità. Sembra chiara la
disponibilità degli agricoltori a fornire il proprio contributo alla conservazione della
biodiversità in cambio di agevolazioni o altri strumenti e servizi, alternativi alle
misure compensative attualmente in vigore: rispetto alle forme di premialità suggerite
nel questionario, la scelta degli operatori agricoli intervistati è stata orientata
preferenzialmente su premi di tipo economico, se non pagamenti diretti, almeno
sgravi, agevolazioni o contributi per interventi o acquisti inerenti l’attività agricola.
In questo contesto, uno dei messaggi chiave da veicolare potrebbe far leva su un
modello di comunicazione opposto rispetto a quello finora dominante: non
compensiamo l’agricoltore per un danno subito, ma paghiamo quello virtuoso per il
servizio pubblico che eroga con la sua attività in relazione alla conservazione dei siti
Natura 2000.
Il successo di un sistema di questo tipo presuppone la possibilità di dare un valore
economico ai servizi eco sistemici, conciliando i valori ecologici con i valori
economici. E’ per questo necessario pervenire ad un accordo minimo sulla
quantificazione economica del servizio eco sistemico fornito dagli agricoltori virtuosi
che operano nei siti Natura 2000.
Scarica il report finale complessivo delle indagini preliminari (link)
4. Natura 2000 e mondo agricolo: esempi di buona comunicazione
La comunicazione con i contadini e con le aziende agricole si basa sulla fiducia, ma
non ce n’è oggi molta tra loro, in particolare tra piccoli agricoltori e l’agricoltura
tradizionale, e le pubbliche amministrazioni. Non c’è un modello unico di
comunicazione per chi opera in aree agricole della rete Natura 2000; quello che si
può fare per migliorare la comunicazione è illustrare i numerosi benefici collegati alla
rete ecologica europea. La gestione attiva di un sito, per esempio, può portare
benefici fornendo assistenza nel risolvere i problemi e creare nuove opportunità, un
vantaggio di cui non beneficiano le aziende agricole che operano fuori dalla rete
ecologica europea.
Sono queste alcune delle principali conclusioni del seminario internazionale sulla
comunicazione agli agricoltori all’interno di un sito Natura 2000, che si è svolto a
Roma il 14-15 maggio u.s., nell’ambito del progetto Farenait.
Un punto su cui tutti i partecipanti si sono trovati d’accordo è che a chi vive e opera
in aree agricole della rete europea devono essere concessi dei benefici finanziari e che
tra tutti gli strumenti finanziari il più adatto è di gran lunga il LIFE+.
Due tra le varie presentazioni al seminario hanno dimostrato i vantaggi del LIFE+.
Markus Mayer, del Büro für Landschaftskojnepte, Germania e Michael Reischer, del
Tiroler Umweltanwaltschaft, Austria, hanno illustrato due progetti LIFE+ in zone di
pascolo, dove un’efficiente amministrazione privata? e il coinvolgimento dei
residenti locali, hanno portato a risultati significativi quali?. Il vantaggio del LIFE è
collegato alla libertà di impostare un progetto secondo le necessità del luogo e la
flessibilità nell’esecuzione delle attività, rispetto alla rigidità dei fondi della PAC.
Ambedue i relatori hanno sottolineato l’importanza di un approccio graduale, basato
sul coinvolgimento degli agricoltori.
Brendan Dunford, direttore del programma irlandese “Burren Farming for
Conservation Program”, ha illustrato la metodologia che ha portato gli agricoltori
locali, utilizzando fondi rurali, a collaborare nell’elaborazione di un piano per
l'agricoltura sostenibile, che ha portato ad un aumento del 25% del pascolo invernale.
Un ulteriore punto d’accordo tra i partecipanti al seminario riguarda il ruolo degli
agricoltori, che sono esperti di conservazione della natura e che devono essere
coinvolti sin dall’inizio di un nuovo piano o progetto. Questo ruolo
è stato rilevato anche dal Prof. Francesco Spada, che ha sollevato dubbi sul grado di
comprensione dei fenomeni naturali da parte di organizzazioni non-governative ed
enti pubblici.
Nel corso dell’incontro si sono affrontate altre tematiche, come, ad esempio,
l’importanza di una diffusione di un calendario fenologico o dell’utilizzo
dell’etichettatura di provenienza o del marchio di qualità, e si è convenuto che
quando è stato utilizzato non ha avuto successo. Si sta dunque valutando l’utilità di
un’etichettatura di origine in questa fase di sviluppo della rete o in futuro.
E’ stato affrontato anche il tema della nuova PAC, ed i relativi vantaggi/svantaggi
che potrebbe portare alle diverse tipologie di agricoltura e alla rete Natura 2000. I
problemi da affrontare con la futura PAC non saranno molto diversi da quelli attuali:
per esempio come facilitare le procedure collegate alla condizionalità, come
assicurarsi il coinvolgimento attivo dei contadini e di chi porta avanti un’agricoltura
tradizionale, che costituiscono la vera forza di Natura 2000.
5. Le maggiori novità della PAC per Natura 2000
Nella Comunicazione “A budget for Europe”, la Commissione Europea ha chiarito
l’importanza da attribuire alla protezione della natura e della biodiversità nel
prossimo piano di finanziamento pluriennale, specificando che “la gestione efficace e
il ripristino delle aree protette Natura 2000 è fondamentale per il raggiungimento del
target 2020 dell'UE di arrestare e invertire il declino della biodiversità nell'Unione
europea” e anche che "a livello comunitario, il rafforzamento di un approccio
integrato fra i vari fondi di settore dell'UE, garantendone la coerenza con le priorità
della rete Natura 2000, insieme ad un perfezionamento del fondo LIFE Biodiversità,
fornirà una solida base per la nuova strategia di finanziamento di Natura 2000".
L’Europa punta quindi sull’approccio integrato per assicurare che la gestione dei siti
sia parte di più ampie politiche territoriali. Perseguendo questo obiettivo, le
opportunità di finanziamento per Natura 2000 sono state inserite in ogni fondo
europeo rilevante: fondi di coesione, fondi per la pesca, LIFE e Politica Agricola
Comune.
Proprio nella PAC, e nelle modifiche apportate recentemente a questo fondo, si
trovano importanti novità utili per gli agricoltori che lavorano all’interno di siti
Natura 2000.
Gli obiettivi dichiarati di questo nuovo giro di riforma della PAC, in linea con la
strategia europea espressa nel documento “Europa 2020”, sono infatti quelli di una
PAC “più equa, più verde, più efficiente e più efficace” che miri ad una produzione
alimentare redditizia e ad una gestione sostenibile delle risorse ambientali, con una
particolare attenzione al clima; al mantenimento dell’equilibrio territoriale e alla
biodiversità nelle aree rurali.
Uno degli obiettivi della nuova PAC è il miglioramento delle prestazioni ambientali
attraverso l’obbligatorietà di una componente "verde" dei pagamenti diretti che
sosterranno le pratiche agricole a beneficio del clima e dell’ambiente. La
Commissione ha infatti proposto che il 30% della dotazione di bilancio dei pagamenti
diretti sia destinata ad azioni semplici, generalizzate, non-contrattuali e annuali che
vadano oltre la condizionalità e siano legate all'agricoltura, come ad esempio la
diversificazione delle colture, pascoli permanenti e aree di interesse ecologico che
possono anche contribuire al raggiungimento degli obiettivi di conservazione di
Natura 2000. La natura obbligatoria di tali pratiche dovrebbe infatti riguardare anche
gli agricoltori le cui aziende sono in tutto o in parte situate in siti "Natura 2000", a
condizione che tali pratiche siano compatibili con gli obiettivi delle Direttive.
Si rafforza quindi il riconoscimento dei pagamenti diretti come forma di
remunerazione della produzione di beni pubblici, che in questo caso vengono
identificati prevalentemente come beni ambientali. A questo proposito, la proposta
sembra poco attenta alla produzione di altri beni pubblici (come ad esempio il
paesaggio, l’occupazione rurale, la geografia delle produzioni).
La Commissione Europea sottolinea inoltre la necessità di rendere la distribuzione dei
pagamenti diretti più equa e maggiormente orientata verso gli “agricoltori attivi”; si
sta lavorando su parametri distributivi che tengano conto della superficie agricola, ma
anche di altre variabili, come la produzione lorda vendibile, il lavoro in agricoltura e
il potere di acquisto degli Stati membri.
Per quanto riguarda l'ammissibilità delle tipologie di terreno per l’accesso ai
pagamenti diretti, la nuova PAC propone una definizione allargata di prati
permanenti per consentire anche la presenza di specie che non sono erbacee, ma sono
comunque adatte al pascolo. Questa novità apre ai pagamenti diretti molti habitat
Natura 2000, come pascoli arborati, praterie, heat and scrub habitat, così come
elementi del paesaggio.
Riguardo alle politiche di mercato, si procede verso l’abbandono dei tradizionali
strumenti di intervento e degli strumenti di controllo dell’offerta (come le quote
latte), mentre l’attenzione si sposta sulle cosiddette “reti di sicurezza” (meccanismi di
gestione del prodotto da avviare in condizioni di crisi prolungata) e sulle misure che
agiscono sui rapporti contrattuali all’interno della filiera per rafforzare la componente
agricola. Gli strumenti di gestione del rischio vengono invece collocati tra gli
strumenti da transitare nel secondo pilastro. Riguardo il secondo pilastro, per il quale
la nuova PAC non prevede cambiamenti sostanziali, la Commissione Europea ha
richiamato i principi guida dell’implementazione delle politiche di sviluppo rurale,
ambientale, cambiamento climatico ed innovazione sui quali gli interventi finalizzati
alla competitività, alla gestione sostenibile delle risorse e allo sviluppo territoriale
equilibrato dovrebbero essere basati.