Da Vinci_s time - IIS "Leonardo da Vinci"

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Da Vinci_s time - IIS "Leonardo da Vinci"
Giornalino dell’I.I.S.”Leonardo da Vinci”
Vi abbiamo invitato a votare il nuovo nome del giornalino tra le proposte raccolte sui
cartelloni affissi per 15 giorni nelle tre sedi dell’Istituto. Purtroppo non tutti i nomi scritti
potevano essere riportati, ma abbiamo cercato di recuperarne il più possibile. Certo non un
giornalino scolastico non poteva chiamarsi Il noventa per chi non s’accontenta o Il
ramignino o Il Fasolo che riprendevano i nomi di alcuni studenti e/o docenti
LE CLASSI HANNO SCELTO
Lasciateci parlare
A noi la parola
Largo al L. da Vinci
L’anno che verrà
La voce del Leo
Il giornaleo
Il giovinci
Gioleo
Il Leo
Mercurio del giorno
Leoweekly
Leomonthly
Idee di corridoio
Da Vinci’s time
Leo’s news
Leovincit
4
3
1
6
6
1
3
9
6
DA VINCI’S TIME, COSI’ SI CHIAMERA’
IL NOSTRO GIORNALINO!
BABY MAMME TRA I CORRIDOI DELLA SCUOLA
Avere un figlio è un’esperienza senza dubbio entusiasmante quando si ha raggiunto un’età
matura, ma quando si è troppo giovani???
Noi studenti siamo sempre convinti che sia una realtà lontana da noi, che non ci tocchi.
Anche se al giorno d’oggi noi adolescenti siamo presi da studio (qualche volta), sport (ma
non per tutti), facebook (tanto) e incontri con amici (tantissimo), se giriamo nei corridoi
della nostra scuola non è raro trovare appesi alle porte delle aule dei fiocchi rosa e celesti.
Difatti ogni anno c’è qualche alunna che nasconde, finché possibile il pancione sotto
grandi maglie e, quando arriva il lieto evento, si assenta per un po’ tornando poi tra i
banchi con una nuova esperienza sulle spalle.
Infatti le statistiche dicono che in Italia stia crescendo il numero delle ragazze madri che,
spesso per errore, restano incinte e portano avanti la gravidanza nonostante la giovane
età. Uno studio informa che circa il 2,1% delle gravidanze è portato a termine da baby
mamme di età compresa tra i 14 e i 19 anni e il 90% sono a loro volta figlie di ragazze
madri.
Anche noi abbiamo voluto saperne di più su queste esperienze che fanno crescere i ragazzi
più di tutti i libri di scuola messi insieme intervistando due ragazze della nostra scuola.
Incontriamo Giulia, nome di fantasia, di 18 anni che aspetta un bambino e Lucia, nome di
fantasia, di 20 anni, che è già una neo-mamma.
Giulia
Domande
Lucia
Ero contenta sebbene avessi
molta paura.
Fino al 5° mese non si notava.
Poi mi sono accorta che la gente
quando mi parlava guardava
prima il mio pancione anziché il
viso.
Di primo impatto erano un po’
scioccati. Hanno reagito meglio a
questa notizia rispetto a quando
ho detto che fumavo.
Quando hai saputo che sei/eri
incinta, cos’hai provato?
Ero emozionata ma non sapevo
cosa fare.
Cosa provi/provavi andando a
scuola con il pancione?
Non ero imbarazzata, non mi
preoccupavo di quello che
pensavano gli altri.
I tuoi genitori come hanno
reagito?
Non se l’aspettavano però hanno
reagito bene.
Che nome darai/hai dato al
tuo bambino?
Alexander
Christian
Sì, ad esempio mia mamma lo
terrà l’anno prossimo tutte le I tuoi sono disposti ad aiutarti?
mattine finché sarò a scuola.
Sì, ma non direttamente, sono
Ti sono arrivati commenti dalla
arrivati commenti poco piacevoli
gente?
ai miei.
Tranquillamente, ho avuto le
Come hai vissuto/stai vivendo
nausee soltanto nei primi due
la gravidanza?
mesi.
Cosa senti quando lasci il tuo
bambino a casa? A chi lo lasci?
Sì, perché ho scoperto com’era
veramente il mio ex ragazzo e ha
cambiato la mia mentalità.
Questo fatto ti ha cambiato la
vita?
La prima volta che hai visto il
tuo bambino cos’hai provato?
Finire la quinta e trovare un
lavoro per mantenere il mio
bambino.
Penso di finire solo la quinta.
Esco di più adesso che sono
incinta che prima perché quando
avrò il bambino non avrò molto
tempo libero.
No anzi l’esatto contrario. Si
sono legati tutti di più a me.
Sono scoppiata a piangere
dall’emozione.
La mia famiglia.
Cosa pensi farai in futuro?
Come pensi di proseguire gli
studi?
Riesci ancora ad uscire il
sabato sera come facevi
prima?
Hai avuto qualche distacco da
qualche tuo amico?
Cosa hai provato quando hai
visto la prima ecografia?
In che modo hai partorito?
Chi ti è stato più vicino in
quel/questo periodo?
Sì, lo fanno tutt’ora.
Sì, quando avevo il pancione.
Tranquillamente, senza
problemi.
Lo lascio con mia mamma quindi
sto tranquilla.
Sì, ma in maniera positiva.
È stato bello, un’emozione
indescrivibile.
La mamma sicuramente e
cercarmi
un
lavoro
per
mantenere il bambino.
Non so se andrò all’università.
No, perché sto più attenta a
seguire il bambino.
No nessuno.
Ero emozionata e felice.
Parto naturale e fa molto male.
Mia mamma e i miei amici.
48118: NON CASCHIAMO
NELLA RETE
O
rmai sono anni che per televisione durante la pubblicità, ahimè,
subiamo sempre lo spot di JAMBA, il famoso 48118. Ma prima
di commentare questo “servizio” vi racconto un po’ la storia di
questo scempio. Sarà forse noioso, ma portate pazienza.
Alla fine degli anni 90 ed inizio 2000 ci fu un boom della vendita di cellulari.
Man mano che passava il tempo, questi diventavano sempre più sofisticati
fino ad avere giochi e varie suonerie anche scaricabili. L'era digitale
(internet) al tempo era ancora poco sviluppata per quanto riguarda le
applicazioni per telefonini e siti dove scaricare musica gratuitamente. Allora,
per nostra sfortuna, nacque JAMBA! Che cosa faceva JAMBA all’inizio?
Ragazzi, vi ricordate quando facevate le elementari o le medie e guardavate Italia 1 e compariva quello spot in
cui si diceva "Scarica la canzone Come mai degli 883, invia 01 al 48118" e partiva la musica a mo’ di cover o,
come la chiamavo io quando ero piccolo, musica taroccata. Come non ricordare il gattino Virgola! Poi, durante
i mondiali 2006 quando Materazzi si prese una capocciata da Zidane, iniziò l'apogeo di Jamba con la
canzoncina: "Materazzi fu ferito, fu ferito alla testa...". Come non ricordarla? La trasmettevano 50 volte al
giorno. Questo diede talmente fastidio ai telespettatori che alcuni di loro andarono addirittura fuori dagli studi
di Jamba a picchiare la persona che interpretava quella canzoncina odiosa. Come non ricordare i mondiali
2010? L'Italia perse. Allora Jamba iniziò di nuovo a dar fastidio con la canzoncina: "Vergogna, vergogna! Ci hai
fatto umiliare e privi di grinta ci hai fatto giocare...". Però ritorniamo alla storia di Jamba. Gli anni passavano
(2003-2007), le aziende di telefonia mettevano a disposizione nei loro siti internet giochi e varie applicazioni
gratuite e Jamba iniziò a sentir odor di crisi. Allora pensarono bene di pubblicizzare i "Love calculator" che
tutt'ora trasmettono per tv. Scrivi-“Amore”-spazio- il nome di lui-ad esempio Marco-spazio-il nome di lei- ad
esempio Elisa-e-invialo-al-48118. Ma su chi campa Jamba? Jamba campa sui ragazzini/e delle medie ed
elementari che per sentirsi fighi/e mandano il famigerato sms con il nome della ragazzina/o che piace e vanno
in giro a mostrare che tra di loro c'è affinità. Quando si manda l'sms, per prima cosa Jamba ti ruba 5 € dal
telefono per "l'iscrizione al servizio", poi ti ruba altri 5 € per l’abbonamento settimanale. Per cui, intanto, zitti
zitti, ti hanno già preso 10 €. Che cosa accade poi? La maggior parte delle volte, quando Jamba ti invia il
servizio, il telefono non riesce a scaricare il file oppure non riesce a leggerlo. Ragazzi, vi ricordate nel 2009-2010
quando su MTV fecero la pubblicità "Sei un vampiro? Ti senti emarginato...noi possiamo aiutarti scrivi o
telefona al 6166#TRUEBLOODHELP#6166 servizio 24h su 24". Quella sì che era pubblicità innocua perchè a fine
spot diceva che il servizio non esisteva proprio, fu solo per sponsorizzare la saga Trueblood che ai tempi andava
in onda su MTV. In ogni caso ci furono ragazzini/e emo che
quando si incontravano con amici dicevano "Raga o
kiamato il num qll di mtv xk ciò problemi di vampirismo e
mi anno dtt k nn dv preoccuparmi k e 1 cs dll età"...intanto
però a fine spot era ben chiaro il messaggio "IL SERVIZIO
NON E' ESISTENTE". In poche parole possiamo dire che
questi servizi campano con l’ingenuità dei ragazzini.
Ragazzi, nervi saldi con queste truffe e se conoscete
qualche bambino fategli capire, con le buone, che bisogna
sempre diffidare da chi sembra voglia regalarti qualcosa,
sotto sotto c’è sempre un trucco!
ANCHE NOI CI SIAMO CASCATI!
In un sol colpo i me ga ciavà diexe euri!
Sono andato a picchiare il tipo di Jamba
e non so perché mi hanno arrestato.
Credevo di aver trovato il mio amore
col 48118 e invece ho trovato il
portafoglio vuoto.
Pensavamo che Jamba calcolasse il
nostro diabete…
Io no!
Siti utili: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100815130025AAz5wPZ
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120805133035AAkETrZ
In-CONTRO LE MAFIE
Alcune classi dell’Istituto Leonardo da Vinci
assieme ad altre scuole di Padova, il 24 marzo
2013 hanno assistito all’incontro contro la mafia
presso l’Istituto Marchesi Fusinato di Padova.
I protagonisti assoluti di questo incontro sono stati
i ragazzi del “Tappeto di Iqbal” venuti fino a qui
dal quartiere Barra di Napoli per raccontarci le
loro storie.
E’ stato un incontro molto interessante sostenuto
anche dall’assessore alle politiche giovanili
Claudio Piron di Padova e dall’intervento di alcuni
esponenti delle forze dell’ordine.
Il Tappeto di Iqbal nasce come Cooperativa
sociale-Onlus, si occupa prevalentemente di
interventi e progetti sul territorio a favore di
minori, famiglie, giovani, extra comunitari, in situazioni di disagio personale derivante anche da situazioni di
tossicodipendenza e, più in generale, a vantaggio di soggetti a rischio di emarginazione sociale, promuovendone
pari opportunità e diritti.
Prende il suo nome da Iqbal Masih, 12 anni, operaio bambino, sindacalista, che è stato ucciso per aver
denunciato le inumani condizioni di lavoro dei tessitori-bambini pakistani e il loro sfruttamento da parte delle
multinazionali. Si era ribellato alla sua condizione di schiavo bambino, costretto a lavorare incatenato a un
telaio, per quattordici ore al giorno, con lo stipendio pari ad una sola rupia, pochi centesimi di euro. Il suo nome
è oggi simbolo della lotta allo sfruttamento infantile.
Il Tappeto di Iqbal è arrivato a Padova a raccontare il quartiere Barra di Napoli, le proprie storie e di quello che
fa tutti i giorni, di come questi 14 anni della cooperativa siano trascorsi con ragazzi uccisi a 17 anni e ragazzi che
hanno perso i genitori nella loro infanzia, nell’età del loro sviluppo, per diventare più grandi e maturi.
Il loro motto da portare avanti è “togliere le perle ai porci”, cioè salvare i ragazzi dalla camorra e strapparli da
quella strada che non porta sicuramente alla vecchiaia.
I ragazzi lì presenti ci hanno portato la loro testimonianza di esperienze che hanno provato sulla propria
pelle.
Sono ragazzi che sono stati nel sistema criminale
come Marco Riccio, 20 anni, a cui è stato ucciso il
migliore amico e nel 2010 ha smesso di fare cose
illegali dando il tutto e per tutto alla cooperativa:
oggi è vice presidente del Tappeto di Iqbal e porta la
sua testimonianza attraverso tutta l'Italia.
Carlo, anche lui entrato e uscito nel e dal sistema
criminale: la cooperativa lo ha strappato
dall'illegalità;
Ciro, con gravi problemi familiari, grazie alla
cooperativa riesce a distrarsi e guardare avanti;
Ciro Neri, lui è un ragazzo di 21 anni, è dovuto
scappare a Riccione per una vendetta trasversale;
Michelangelo ha visto sempre la sua famiglia in
carcere ed è cresciuto con la zia.
La cooperativa negli ultimi 4 anni ha lavorato molto sul quartiere di Barra, denunciando le molte difficoltà con
gli organi preposti all’educazione dei giovani e adesso lavora con ben 60 ragazzi usando la pedagogia circense.
“La pedagogia circense – spiega il maggiore esponente di questa associazione Giovanni Savino, che porta avanti
questo progetto fin dalla sua fondazione - è per noi terapeutica Non c’è interesse competitivo nelle azioni
circensi e consente uno sviluppo personale e l’istaurarsi di scambi sia culturali che sociali. Ogni ragazzo può
misurarsi con se stesso. Si pensa al “qui ed ora”, ci si concentra su di sè e si sgombra la mente.” Giovanni ci ha
fatto presente che la scuola, organo preposto perché i ragazzi possano raggiungere i propri obiettivi, nulla fa per
loro e preferisce lavarsene le mani lasciando i ragazzi in balia di se stessi e, peggio ancora, della mafia.
Per portare avanti e sostenere questa associazione si può mandare una donazione tramite un versamento e il
nostro Istituto ha deciso di aiutare il Tappeto di Iqbal facendo una raccolta fondi che speriamo si concretizzi.
Marika Compagnin 4^TB
“Non perché tutti siano artisti...
ma perché nessuno sia schiavo"
(G. Rodari)
CAVALLI, CHE PASSIONE!
N
ella nostra scuola c’è un’altra eccellenza in campo
sportivo: Francesca Martinello della classe 5^OC.
Per sapere qualcosa in più di lei e della sua passione per
l’equitazione che l’ha portata ad ottenere ottimi risultati
sia nella sua carriera sportiva e sia nel suo percorso di vita
l’abbiamo incontrata nel chiostro del nostro istituto.
Aveva appena 7 anni quando un’amica, che aveva già
incominciato a fare equitazione, salto ad ostacoli, le
chiese di andare insieme per provare e da qui nacque
questa passione che incominciava a crescere sempre di
più. Sono già 13 anni che Francesca pratica questo sport,
allenandosi tutti i giorni dalle 15:00 fino alle 18:00.
In questi anni ci sono state molte sconfitte, perdendo
molto spesso alle gare, ma piano piano, mettendo la
grinta necessaria, Francesca è arrivata a vincere arrivando
così alla tanto attesa vittoria. Ora è ad una categoria
intermedia, sta partecipando a vari concorsi per ottenere
punti per passare ad una categoria superiore.
Francesca inoltre ci racconta che il mondo dell’ippica è molto costoso ed è per questo motivo
che tempo fa aveva pensato di abbandonarlo. Nei livelli avanzati difatti bisogna avere molta
disponibilità economica e perciò Francesca non ha un cavallo di sua proprietà ma un
allevatore le permette di cavalcare i suoi cavalli così allo stesso tempo vengono anche allenati
da mano esperta.
Il motivo che porta Francesca a praticare questo sport è il contatto con il cavallo, sentire le sue
emozioni e riuscire a interpretarle. Il bello dell’equitazione è il cavallo in sé, in secondo piano
il concorso e le gare.
L’abbiamo incontrata nel chiostro del nostro istituto. C’ha colpito la semplicità con cui si è presentata:
jeans, felpa e capello sciolto. Tante sono le domande che vorremmo farle di questo mondo che non
conosciamo e lei molto gentilmente ci ha tolto alcune delle nostre
curiosità.
Subito le domandiamo:
Sei agitata quando gareggi?
Adesso ho imparato a gestire la situazione, sono positiva perché
mi carico. Prima, quando ero più piccola, anche il cavallo
risentiva del mio nervosismo.
Sei soddisfatta di ciò che fai?
Molto, credo che non avrei altra aspirazione che fare questo.
Sappiamo che tuo padre è stato un grande ciclista…
Avresti voluto seguire la carriera di tuo padre?
Penso che non sarei mai riuscita a raggiungere i suoi risultati,
però questi mi danno molti stimoli per provare a raggiungerlo
anche se sarà molto difficile.
Cosa ne pensano tuo padre e tua madre della tua
passione?
Sono molto contenti.
Oltre al ciclismo tuo padre si è appassionato all’ippica?
Sia mio padre che mia madre, fino a quando hanno potuto, l’hanno
sempre assecondata. Non sono mai stati contrari. Comunque mio
padre preferisce stare in sella ad una bici che in sella ad un cavallo.
Sappiamo che nel mondo dell’ippica girano molti soldi
legali e illegali legati alle scommesse. Tu cosa ne pensi?
Nel salto ostacoli fortunatamente non ci sono molte scommesse,
nell’ippica sì ed è questo che porta ad usare il cavallo solo come un
mezzo per fare soldi. Comunque anche nella mia disciplina esistono
cose sporche come per esempio doppare i cavalli per cercare di
ottenere dei risultati migliori.
Come riesci a conciliare i doveri scolastici, lo specchio e lo sport? (Francesca si fa una
risata)
Al primo posto metto lo sport e nello stesso tempo cerco di finire la scuola cercando di avere risultati
accettabili.
Salti gli ostacoli come salti le interrogazioni? (Anche ora Francesca non riesce a rimanere
seria)
La domenica sera quando torno a casa tardi dai concorsi mi impongo di rimanere a casa, però sono
riuscita ad organizzarmi così solo adesso. Prima ero molto più “ascara”.
Come pensi di affrontare gli ostacoli della vita?
Sono abbastanza positiva, sono sempre ottimista. Penso che ci sia sempre una soluzione a tutto, cerco
di guardare sempre avanti.
GRAZIE E UN BOCCA AL LUPO, FRANCESCA!
C’eravamo anche noi:
disguidi a Praga
Quest’anno varie classi del Leonardo Da Vinci si
sono recate a Praga per un viaggio di istruzione
di 4 giorni, dal 5 all’ 8 Marzo.
Abbiamo passato una gita entusiasmante in una
città, attraversata dal fiume Moldova che la
rende gigantesca ai nostri occhi, interessante,
piena di palazzi barocchi.
C’eravamo anche noi quando abbiamo avuto il disguido con la reception dell’hotel dove
abbiamo soggiornato che ci ha fatto tardare per la partenza. Sono state 4 lunghe ore di attesa,
discussioni e incomprensioni. I responsabili dell’hotel, dopo aver controllato accuratamente le
camere, volevano trattenersi la caparra perché dicevano che varie cose presenti in stanza
erano state danneggiate.
Gli studenti, condizionati dalle continue “romanzine” dei prof che chiedevano di non causare
danni e di fare un attento controllo delle stanze, si preoccuparono di fotografare i vari
danneggiamenti causati prima del loro arrivo così in caso di lamentele (come c’è successo) si
avevano le prove! Che bella pensata abbiamo avuto!
Dopo aver protestato nella hall e chiarito la situazione mostrando le foto fatte da noi alunni, i
receptionist non poterono contestarci nulla ma decisero di trattenersi ugualmente 50 € a
gruppo per un totale di 150 € perché erano al corrente che in certe camere i ragazzi (ahimè)
avevano fumato. Arrivati ad una conclusione, imposta dal’albergo, siamo partiti infastiditi ed
arrabbiati con un bel e brutto ricordo della Repubblica Ceca, soprattutto delle persone
scorrette che vivono in questo stato.
Infine vi auguriamo certamente di visitare Praga, merita!, sconsigliandovi il soggiorno presso il
Top Hotel che ci ha lasciato partire con l’amaro in bocca.
IL DOLCE E L’AMARO DEL DIVENTARE ADULTI
“UN GIORNO SPECIALE”
di Francesca Comencini – genere: commedia? o drammatico?
LA TRAMA: È il primo giorno di lavoro per
Gina e Marco. Lei ha appuntamento con un
politico importante che dovrebbe aiutarla ad
entrare nel mondo dello spettacolo, lui è
l’autista che l’accompagnerà all’incontro. Non
si conoscono ed in comune hanno solo a
giovane età e la voglia di farcela a tutti i costi.
Non si conoscono ma il politico, rinviando
continuamente l’appuntamento, offre loro
l’occasione di trascorrere insieme questo
“giorno speciale”, di scoprirsi l’uno con l’altra e
di ritrovare il valore delle loro giovani vite. Il
film è liberamente ispirato al romanzo "Il cielo
con un dito" di Claudio Bigagli
Gina e Marco scappano da un negozio in una scena del
film*…+.
Probabilmente questo è uno di quei film che non si può apprezzare per la storia
avvincente e per la qualità della registrazione, ma per le molte sfumature e le
innumerevoli osservazioni, che ci sanno raccontare la crescita di Gina e Marco, in cui
potremo immedesimarci.
I protagonisti si ritrovano prigionieri della loro città ma soprattutto del potere di chi sta
più in alto ed entrambi si ritroveranno davanti ad una scelta: rimanere se stessi e
accettare la vita come viene o essere ciò che non sono ottenendo però la realizzazione di
un sogno.
Cosa c’è di più difficile di una scelta? E quanto facile è sbagliare quando si rischia la
realizzazione di un sogno?
La visione di questo film rende i ragazzi partecipi di una realtà che molto spesso può
essere cruda e ci ricorda che per quanto la società ci spinga a ridurci in schiavitù, solo noi
con le nostre scelte consapevoli siamo artefici del nostro futuro.
La storia, che si svolge in una sola ma intensa giornata, analizza cosa significa vendersi
fisicamente e moralmente e vi lascerà un po’ di amaro in bocca ma tanti pensieri su cui
riflettere.
Silvia Favarato 4^tb
“UN GIORNO SPECIALE”
CHE DI SPECIALE NON HA PROPRIO
NIENTE
Alla fine della proiezione la reazione comune dell’intera sala era la medesima
per ogni spettatore: delusione pura mista a stupore.
E’ questa in sintesi la descrizione in poche ma crude e concrete parole del film
“Un giorno speciale”, un cortometraggio italiano uscito nelle sale
cinemagrafiche poche settimane fa.
I ben pochi fondi investiti per la realizzazione di questo film, sono stati usati
nel peggiore dei modi, ingaggiando i peggiori tra gli attori in circolazione e
interpretando una storia ormai comune nel mondo dell’Italia politica intrisa di
comportamenti altamente immorali e lontani dal bene comune come la
corruzione, la collusione con organizzazioni mafiose, la pedofilia.
A tutto questo mettiamo la ciliegina sulla torta: un finale spoglio e senza senso:
tutto sembra tornare come prima, sembra che non ci sia alcuna voglia di
cambiare le cose da parte delle vittime, nel nostro caso Gina, la ragazza; la
madre che di fatto ha portato la figlia alla prostituzione se la sbriga con due
lacrimucce e Marco il coprotagonista maschile innamorato di Gina è forse
l’unico che vorrebbe cambiare le cose e si espone in prima persona, ma il suo
grido si sperde nel buio della notte. Insomma, uno spettatore come me è
portato a pentirsi dei soldi spesi.
Visto che giorno
speciale?
Speciale un
corno!
Un titolo in più nel quaderno
nero va alla regista Comencini
e
una
pugnalata
viene
scagliata al cinema italiano
che fa la solita figura ormai
scadente nel mondo della
cinematografia.
Marco Pampagnin 4^ TB
DAL PARLATO AL....
PARLATO (SCRITTO)
DOVE L’AVETE VISTO?
Analisi del testo: chiaro esempio di messaggio non del tutto
corretto ma estremamente, estremamente efficace!
C.R.
I VOSTRI (capo) LAVORI
AIUTAMI A RISPARMIARE
( canzone scritta da Lucas Soranzo)
AIUTAMI A RISPARMIARE
UTILIZZANDO ENERGIA SOLARE
SO CHE CE LA POSSO FARE
ANCHE TU TI PUOI IMPEGNARE
“RISPARMIARE” È CIÒ CHE VORREI URLARE
VOGLIO ANDARE FINO IN FONDO
PER SALVARE QUESTO MONDO
METTERÒ UNO SFONDO
DIETRO OGNI MAPPAMONDO
CHE RAPPRESENTI LA LUCE SPENTA
COSÌ OGNI PERSONA SARÀ CONTENTA
SE
(classe II SE)
SE fossimo tutti sinceri
SE avessimo fiducia nel prossimo e nelle sue scelte
SE credessimo in noi stessi come gli altri credono in noi
SE riuscissimo a donare il meglio di noi in ogni nostro gesto
SE dimostrassimo il nostro amore ai più deboli
SE sapessimo amare senza distinzione
SE aprissimo il nostro cuore a tutti senza pregiudizi
SE l’amore non fosse usato come gioco, ma per il reale
significato che ha
SE non avessimo paura di amare ameremmo senza limiti
SE noi fossimo attratti come il cielo e la terra
SE fossimo tutti più uniti saremmo veramente degni di
essere amati
Io ho curato l’articolo
Dal parlato al…
parlato
Noi abbiamo
intervistato
Francesca Martinello
Io ho scritto l’articolo
di Praga e anche
l’intervista a Francesca
M.
L’articolo sul
48118 è mio!
Io ho sistemato
la grafica
Noi abbiamo
intervistato le ragazze
madri
Noi abbiamo fatto
i volantinaggi
nelle varie classi