Da Vinci_s time - IIS "Leonardo da Vinci"
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Da Vinci_s time - IIS "Leonardo da Vinci"
Giornalino dell’I.I.S.”Leonardo da Vinci” Vi abbiamo invitato a votare il nuovo nome del giornalino tra le proposte raccolte sui cartelloni affissi per 15 giorni nelle tre sedi dell’Istituto. Purtroppo non tutti i nomi scritti potevano essere riportati, ma abbiamo cercato di recuperarne il più possibile. Certo non un giornalino scolastico non poteva chiamarsi Il noventa per chi non s’accontenta o Il ramignino o Il Fasolo che riprendevano i nomi di alcuni studenti e/o docenti LE CLASSI HANNO SCELTO Lasciateci parlare A noi la parola Largo al L. da Vinci L’anno che verrà La voce del Leo Il giornaleo Il giovinci Gioleo Il Leo Mercurio del giorno Leoweekly Leomonthly Idee di corridoio Da Vinci’s time Leo’s news Leovincit 4 3 1 6 6 1 3 9 6 DA VINCI’S TIME, COSI’ SI CHIAMERA’ IL NOSTRO GIORNALINO! BABY MAMME TRA I CORRIDOI DELLA SCUOLA Avere un figlio è un’esperienza senza dubbio entusiasmante quando si ha raggiunto un’età matura, ma quando si è troppo giovani??? Noi studenti siamo sempre convinti che sia una realtà lontana da noi, che non ci tocchi. Anche se al giorno d’oggi noi adolescenti siamo presi da studio (qualche volta), sport (ma non per tutti), facebook (tanto) e incontri con amici (tantissimo), se giriamo nei corridoi della nostra scuola non è raro trovare appesi alle porte delle aule dei fiocchi rosa e celesti. Difatti ogni anno c’è qualche alunna che nasconde, finché possibile il pancione sotto grandi maglie e, quando arriva il lieto evento, si assenta per un po’ tornando poi tra i banchi con una nuova esperienza sulle spalle. Infatti le statistiche dicono che in Italia stia crescendo il numero delle ragazze madri che, spesso per errore, restano incinte e portano avanti la gravidanza nonostante la giovane età. Uno studio informa che circa il 2,1% delle gravidanze è portato a termine da baby mamme di età compresa tra i 14 e i 19 anni e il 90% sono a loro volta figlie di ragazze madri. Anche noi abbiamo voluto saperne di più su queste esperienze che fanno crescere i ragazzi più di tutti i libri di scuola messi insieme intervistando due ragazze della nostra scuola. Incontriamo Giulia, nome di fantasia, di 18 anni che aspetta un bambino e Lucia, nome di fantasia, di 20 anni, che è già una neo-mamma. Giulia Domande Lucia Ero contenta sebbene avessi molta paura. Fino al 5° mese non si notava. Poi mi sono accorta che la gente quando mi parlava guardava prima il mio pancione anziché il viso. Di primo impatto erano un po’ scioccati. Hanno reagito meglio a questa notizia rispetto a quando ho detto che fumavo. Quando hai saputo che sei/eri incinta, cos’hai provato? Ero emozionata ma non sapevo cosa fare. Cosa provi/provavi andando a scuola con il pancione? Non ero imbarazzata, non mi preoccupavo di quello che pensavano gli altri. I tuoi genitori come hanno reagito? Non se l’aspettavano però hanno reagito bene. Che nome darai/hai dato al tuo bambino? Alexander Christian Sì, ad esempio mia mamma lo terrà l’anno prossimo tutte le I tuoi sono disposti ad aiutarti? mattine finché sarò a scuola. Sì, ma non direttamente, sono Ti sono arrivati commenti dalla arrivati commenti poco piacevoli gente? ai miei. Tranquillamente, ho avuto le Come hai vissuto/stai vivendo nausee soltanto nei primi due la gravidanza? mesi. Cosa senti quando lasci il tuo bambino a casa? A chi lo lasci? Sì, perché ho scoperto com’era veramente il mio ex ragazzo e ha cambiato la mia mentalità. Questo fatto ti ha cambiato la vita? La prima volta che hai visto il tuo bambino cos’hai provato? Finire la quinta e trovare un lavoro per mantenere il mio bambino. Penso di finire solo la quinta. Esco di più adesso che sono incinta che prima perché quando avrò il bambino non avrò molto tempo libero. No anzi l’esatto contrario. Si sono legati tutti di più a me. Sono scoppiata a piangere dall’emozione. La mia famiglia. Cosa pensi farai in futuro? Come pensi di proseguire gli studi? Riesci ancora ad uscire il sabato sera come facevi prima? Hai avuto qualche distacco da qualche tuo amico? Cosa hai provato quando hai visto la prima ecografia? In che modo hai partorito? Chi ti è stato più vicino in quel/questo periodo? Sì, lo fanno tutt’ora. Sì, quando avevo il pancione. Tranquillamente, senza problemi. Lo lascio con mia mamma quindi sto tranquilla. Sì, ma in maniera positiva. È stato bello, un’emozione indescrivibile. La mamma sicuramente e cercarmi un lavoro per mantenere il bambino. Non so se andrò all’università. No, perché sto più attenta a seguire il bambino. No nessuno. Ero emozionata e felice. Parto naturale e fa molto male. Mia mamma e i miei amici. 48118: NON CASCHIAMO NELLA RETE O rmai sono anni che per televisione durante la pubblicità, ahimè, subiamo sempre lo spot di JAMBA, il famoso 48118. Ma prima di commentare questo “servizio” vi racconto un po’ la storia di questo scempio. Sarà forse noioso, ma portate pazienza. Alla fine degli anni 90 ed inizio 2000 ci fu un boom della vendita di cellulari. Man mano che passava il tempo, questi diventavano sempre più sofisticati fino ad avere giochi e varie suonerie anche scaricabili. L'era digitale (internet) al tempo era ancora poco sviluppata per quanto riguarda le applicazioni per telefonini e siti dove scaricare musica gratuitamente. Allora, per nostra sfortuna, nacque JAMBA! Che cosa faceva JAMBA all’inizio? Ragazzi, vi ricordate quando facevate le elementari o le medie e guardavate Italia 1 e compariva quello spot in cui si diceva "Scarica la canzone Come mai degli 883, invia 01 al 48118" e partiva la musica a mo’ di cover o, come la chiamavo io quando ero piccolo, musica taroccata. Come non ricordare il gattino Virgola! Poi, durante i mondiali 2006 quando Materazzi si prese una capocciata da Zidane, iniziò l'apogeo di Jamba con la canzoncina: "Materazzi fu ferito, fu ferito alla testa...". Come non ricordarla? La trasmettevano 50 volte al giorno. Questo diede talmente fastidio ai telespettatori che alcuni di loro andarono addirittura fuori dagli studi di Jamba a picchiare la persona che interpretava quella canzoncina odiosa. Come non ricordare i mondiali 2010? L'Italia perse. Allora Jamba iniziò di nuovo a dar fastidio con la canzoncina: "Vergogna, vergogna! Ci hai fatto umiliare e privi di grinta ci hai fatto giocare...". Però ritorniamo alla storia di Jamba. Gli anni passavano (2003-2007), le aziende di telefonia mettevano a disposizione nei loro siti internet giochi e varie applicazioni gratuite e Jamba iniziò a sentir odor di crisi. Allora pensarono bene di pubblicizzare i "Love calculator" che tutt'ora trasmettono per tv. Scrivi-“Amore”-spazio- il nome di lui-ad esempio Marco-spazio-il nome di lei- ad esempio Elisa-e-invialo-al-48118. Ma su chi campa Jamba? Jamba campa sui ragazzini/e delle medie ed elementari che per sentirsi fighi/e mandano il famigerato sms con il nome della ragazzina/o che piace e vanno in giro a mostrare che tra di loro c'è affinità. Quando si manda l'sms, per prima cosa Jamba ti ruba 5 € dal telefono per "l'iscrizione al servizio", poi ti ruba altri 5 € per l’abbonamento settimanale. Per cui, intanto, zitti zitti, ti hanno già preso 10 €. Che cosa accade poi? La maggior parte delle volte, quando Jamba ti invia il servizio, il telefono non riesce a scaricare il file oppure non riesce a leggerlo. Ragazzi, vi ricordate nel 2009-2010 quando su MTV fecero la pubblicità "Sei un vampiro? Ti senti emarginato...noi possiamo aiutarti scrivi o telefona al 6166#TRUEBLOODHELP#6166 servizio 24h su 24". Quella sì che era pubblicità innocua perchè a fine spot diceva che il servizio non esisteva proprio, fu solo per sponsorizzare la saga Trueblood che ai tempi andava in onda su MTV. In ogni caso ci furono ragazzini/e emo che quando si incontravano con amici dicevano "Raga o kiamato il num qll di mtv xk ciò problemi di vampirismo e mi anno dtt k nn dv preoccuparmi k e 1 cs dll età"...intanto però a fine spot era ben chiaro il messaggio "IL SERVIZIO NON E' ESISTENTE". In poche parole possiamo dire che questi servizi campano con l’ingenuità dei ragazzini. Ragazzi, nervi saldi con queste truffe e se conoscete qualche bambino fategli capire, con le buone, che bisogna sempre diffidare da chi sembra voglia regalarti qualcosa, sotto sotto c’è sempre un trucco! ANCHE NOI CI SIAMO CASCATI! In un sol colpo i me ga ciavà diexe euri! Sono andato a picchiare il tipo di Jamba e non so perché mi hanno arrestato. Credevo di aver trovato il mio amore col 48118 e invece ho trovato il portafoglio vuoto. Pensavamo che Jamba calcolasse il nostro diabete… Io no! Siti utili: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100815130025AAz5wPZ http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120805133035AAkETrZ In-CONTRO LE MAFIE Alcune classi dell’Istituto Leonardo da Vinci assieme ad altre scuole di Padova, il 24 marzo 2013 hanno assistito all’incontro contro la mafia presso l’Istituto Marchesi Fusinato di Padova. I protagonisti assoluti di questo incontro sono stati i ragazzi del “Tappeto di Iqbal” venuti fino a qui dal quartiere Barra di Napoli per raccontarci le loro storie. E’ stato un incontro molto interessante sostenuto anche dall’assessore alle politiche giovanili Claudio Piron di Padova e dall’intervento di alcuni esponenti delle forze dell’ordine. Il Tappeto di Iqbal nasce come Cooperativa sociale-Onlus, si occupa prevalentemente di interventi e progetti sul territorio a favore di minori, famiglie, giovani, extra comunitari, in situazioni di disagio personale derivante anche da situazioni di tossicodipendenza e, più in generale, a vantaggio di soggetti a rischio di emarginazione sociale, promuovendone pari opportunità e diritti. Prende il suo nome da Iqbal Masih, 12 anni, operaio bambino, sindacalista, che è stato ucciso per aver denunciato le inumani condizioni di lavoro dei tessitori-bambini pakistani e il loro sfruttamento da parte delle multinazionali. Si era ribellato alla sua condizione di schiavo bambino, costretto a lavorare incatenato a un telaio, per quattordici ore al giorno, con lo stipendio pari ad una sola rupia, pochi centesimi di euro. Il suo nome è oggi simbolo della lotta allo sfruttamento infantile. Il Tappeto di Iqbal è arrivato a Padova a raccontare il quartiere Barra di Napoli, le proprie storie e di quello che fa tutti i giorni, di come questi 14 anni della cooperativa siano trascorsi con ragazzi uccisi a 17 anni e ragazzi che hanno perso i genitori nella loro infanzia, nell’età del loro sviluppo, per diventare più grandi e maturi. Il loro motto da portare avanti è “togliere le perle ai porci”, cioè salvare i ragazzi dalla camorra e strapparli da quella strada che non porta sicuramente alla vecchiaia. I ragazzi lì presenti ci hanno portato la loro testimonianza di esperienze che hanno provato sulla propria pelle. Sono ragazzi che sono stati nel sistema criminale come Marco Riccio, 20 anni, a cui è stato ucciso il migliore amico e nel 2010 ha smesso di fare cose illegali dando il tutto e per tutto alla cooperativa: oggi è vice presidente del Tappeto di Iqbal e porta la sua testimonianza attraverso tutta l'Italia. Carlo, anche lui entrato e uscito nel e dal sistema criminale: la cooperativa lo ha strappato dall'illegalità; Ciro, con gravi problemi familiari, grazie alla cooperativa riesce a distrarsi e guardare avanti; Ciro Neri, lui è un ragazzo di 21 anni, è dovuto scappare a Riccione per una vendetta trasversale; Michelangelo ha visto sempre la sua famiglia in carcere ed è cresciuto con la zia. La cooperativa negli ultimi 4 anni ha lavorato molto sul quartiere di Barra, denunciando le molte difficoltà con gli organi preposti all’educazione dei giovani e adesso lavora con ben 60 ragazzi usando la pedagogia circense. “La pedagogia circense – spiega il maggiore esponente di questa associazione Giovanni Savino, che porta avanti questo progetto fin dalla sua fondazione - è per noi terapeutica Non c’è interesse competitivo nelle azioni circensi e consente uno sviluppo personale e l’istaurarsi di scambi sia culturali che sociali. Ogni ragazzo può misurarsi con se stesso. Si pensa al “qui ed ora”, ci si concentra su di sè e si sgombra la mente.” Giovanni ci ha fatto presente che la scuola, organo preposto perché i ragazzi possano raggiungere i propri obiettivi, nulla fa per loro e preferisce lavarsene le mani lasciando i ragazzi in balia di se stessi e, peggio ancora, della mafia. Per portare avanti e sostenere questa associazione si può mandare una donazione tramite un versamento e il nostro Istituto ha deciso di aiutare il Tappeto di Iqbal facendo una raccolta fondi che speriamo si concretizzi. Marika Compagnin 4^TB “Non perché tutti siano artisti... ma perché nessuno sia schiavo" (G. Rodari) CAVALLI, CHE PASSIONE! N ella nostra scuola c’è un’altra eccellenza in campo sportivo: Francesca Martinello della classe 5^OC. Per sapere qualcosa in più di lei e della sua passione per l’equitazione che l’ha portata ad ottenere ottimi risultati sia nella sua carriera sportiva e sia nel suo percorso di vita l’abbiamo incontrata nel chiostro del nostro istituto. Aveva appena 7 anni quando un’amica, che aveva già incominciato a fare equitazione, salto ad ostacoli, le chiese di andare insieme per provare e da qui nacque questa passione che incominciava a crescere sempre di più. Sono già 13 anni che Francesca pratica questo sport, allenandosi tutti i giorni dalle 15:00 fino alle 18:00. In questi anni ci sono state molte sconfitte, perdendo molto spesso alle gare, ma piano piano, mettendo la grinta necessaria, Francesca è arrivata a vincere arrivando così alla tanto attesa vittoria. Ora è ad una categoria intermedia, sta partecipando a vari concorsi per ottenere punti per passare ad una categoria superiore. Francesca inoltre ci racconta che il mondo dell’ippica è molto costoso ed è per questo motivo che tempo fa aveva pensato di abbandonarlo. Nei livelli avanzati difatti bisogna avere molta disponibilità economica e perciò Francesca non ha un cavallo di sua proprietà ma un allevatore le permette di cavalcare i suoi cavalli così allo stesso tempo vengono anche allenati da mano esperta. Il motivo che porta Francesca a praticare questo sport è il contatto con il cavallo, sentire le sue emozioni e riuscire a interpretarle. Il bello dell’equitazione è il cavallo in sé, in secondo piano il concorso e le gare. L’abbiamo incontrata nel chiostro del nostro istituto. C’ha colpito la semplicità con cui si è presentata: jeans, felpa e capello sciolto. Tante sono le domande che vorremmo farle di questo mondo che non conosciamo e lei molto gentilmente ci ha tolto alcune delle nostre curiosità. Subito le domandiamo: Sei agitata quando gareggi? Adesso ho imparato a gestire la situazione, sono positiva perché mi carico. Prima, quando ero più piccola, anche il cavallo risentiva del mio nervosismo. Sei soddisfatta di ciò che fai? Molto, credo che non avrei altra aspirazione che fare questo. Sappiamo che tuo padre è stato un grande ciclista… Avresti voluto seguire la carriera di tuo padre? Penso che non sarei mai riuscita a raggiungere i suoi risultati, però questi mi danno molti stimoli per provare a raggiungerlo anche se sarà molto difficile. Cosa ne pensano tuo padre e tua madre della tua passione? Sono molto contenti. Oltre al ciclismo tuo padre si è appassionato all’ippica? Sia mio padre che mia madre, fino a quando hanno potuto, l’hanno sempre assecondata. Non sono mai stati contrari. Comunque mio padre preferisce stare in sella ad una bici che in sella ad un cavallo. Sappiamo che nel mondo dell’ippica girano molti soldi legali e illegali legati alle scommesse. Tu cosa ne pensi? Nel salto ostacoli fortunatamente non ci sono molte scommesse, nell’ippica sì ed è questo che porta ad usare il cavallo solo come un mezzo per fare soldi. Comunque anche nella mia disciplina esistono cose sporche come per esempio doppare i cavalli per cercare di ottenere dei risultati migliori. Come riesci a conciliare i doveri scolastici, lo specchio e lo sport? (Francesca si fa una risata) Al primo posto metto lo sport e nello stesso tempo cerco di finire la scuola cercando di avere risultati accettabili. Salti gli ostacoli come salti le interrogazioni? (Anche ora Francesca non riesce a rimanere seria) La domenica sera quando torno a casa tardi dai concorsi mi impongo di rimanere a casa, però sono riuscita ad organizzarmi così solo adesso. Prima ero molto più “ascara”. Come pensi di affrontare gli ostacoli della vita? Sono abbastanza positiva, sono sempre ottimista. Penso che ci sia sempre una soluzione a tutto, cerco di guardare sempre avanti. GRAZIE E UN BOCCA AL LUPO, FRANCESCA! C’eravamo anche noi: disguidi a Praga Quest’anno varie classi del Leonardo Da Vinci si sono recate a Praga per un viaggio di istruzione di 4 giorni, dal 5 all’ 8 Marzo. Abbiamo passato una gita entusiasmante in una città, attraversata dal fiume Moldova che la rende gigantesca ai nostri occhi, interessante, piena di palazzi barocchi. C’eravamo anche noi quando abbiamo avuto il disguido con la reception dell’hotel dove abbiamo soggiornato che ci ha fatto tardare per la partenza. Sono state 4 lunghe ore di attesa, discussioni e incomprensioni. I responsabili dell’hotel, dopo aver controllato accuratamente le camere, volevano trattenersi la caparra perché dicevano che varie cose presenti in stanza erano state danneggiate. Gli studenti, condizionati dalle continue “romanzine” dei prof che chiedevano di non causare danni e di fare un attento controllo delle stanze, si preoccuparono di fotografare i vari danneggiamenti causati prima del loro arrivo così in caso di lamentele (come c’è successo) si avevano le prove! Che bella pensata abbiamo avuto! Dopo aver protestato nella hall e chiarito la situazione mostrando le foto fatte da noi alunni, i receptionist non poterono contestarci nulla ma decisero di trattenersi ugualmente 50 € a gruppo per un totale di 150 € perché erano al corrente che in certe camere i ragazzi (ahimè) avevano fumato. Arrivati ad una conclusione, imposta dal’albergo, siamo partiti infastiditi ed arrabbiati con un bel e brutto ricordo della Repubblica Ceca, soprattutto delle persone scorrette che vivono in questo stato. Infine vi auguriamo certamente di visitare Praga, merita!, sconsigliandovi il soggiorno presso il Top Hotel che ci ha lasciato partire con l’amaro in bocca. IL DOLCE E L’AMARO DEL DIVENTARE ADULTI “UN GIORNO SPECIALE” di Francesca Comencini – genere: commedia? o drammatico? LA TRAMA: È il primo giorno di lavoro per Gina e Marco. Lei ha appuntamento con un politico importante che dovrebbe aiutarla ad entrare nel mondo dello spettacolo, lui è l’autista che l’accompagnerà all’incontro. Non si conoscono ed in comune hanno solo a giovane età e la voglia di farcela a tutti i costi. Non si conoscono ma il politico, rinviando continuamente l’appuntamento, offre loro l’occasione di trascorrere insieme questo “giorno speciale”, di scoprirsi l’uno con l’altra e di ritrovare il valore delle loro giovani vite. Il film è liberamente ispirato al romanzo "Il cielo con un dito" di Claudio Bigagli Gina e Marco scappano da un negozio in una scena del film*…+. Probabilmente questo è uno di quei film che non si può apprezzare per la storia avvincente e per la qualità della registrazione, ma per le molte sfumature e le innumerevoli osservazioni, che ci sanno raccontare la crescita di Gina e Marco, in cui potremo immedesimarci. I protagonisti si ritrovano prigionieri della loro città ma soprattutto del potere di chi sta più in alto ed entrambi si ritroveranno davanti ad una scelta: rimanere se stessi e accettare la vita come viene o essere ciò che non sono ottenendo però la realizzazione di un sogno. Cosa c’è di più difficile di una scelta? E quanto facile è sbagliare quando si rischia la realizzazione di un sogno? La visione di questo film rende i ragazzi partecipi di una realtà che molto spesso può essere cruda e ci ricorda che per quanto la società ci spinga a ridurci in schiavitù, solo noi con le nostre scelte consapevoli siamo artefici del nostro futuro. La storia, che si svolge in una sola ma intensa giornata, analizza cosa significa vendersi fisicamente e moralmente e vi lascerà un po’ di amaro in bocca ma tanti pensieri su cui riflettere. Silvia Favarato 4^tb “UN GIORNO SPECIALE” CHE DI SPECIALE NON HA PROPRIO NIENTE Alla fine della proiezione la reazione comune dell’intera sala era la medesima per ogni spettatore: delusione pura mista a stupore. E’ questa in sintesi la descrizione in poche ma crude e concrete parole del film “Un giorno speciale”, un cortometraggio italiano uscito nelle sale cinemagrafiche poche settimane fa. I ben pochi fondi investiti per la realizzazione di questo film, sono stati usati nel peggiore dei modi, ingaggiando i peggiori tra gli attori in circolazione e interpretando una storia ormai comune nel mondo dell’Italia politica intrisa di comportamenti altamente immorali e lontani dal bene comune come la corruzione, la collusione con organizzazioni mafiose, la pedofilia. A tutto questo mettiamo la ciliegina sulla torta: un finale spoglio e senza senso: tutto sembra tornare come prima, sembra che non ci sia alcuna voglia di cambiare le cose da parte delle vittime, nel nostro caso Gina, la ragazza; la madre che di fatto ha portato la figlia alla prostituzione se la sbriga con due lacrimucce e Marco il coprotagonista maschile innamorato di Gina è forse l’unico che vorrebbe cambiare le cose e si espone in prima persona, ma il suo grido si sperde nel buio della notte. Insomma, uno spettatore come me è portato a pentirsi dei soldi spesi. Visto che giorno speciale? Speciale un corno! Un titolo in più nel quaderno nero va alla regista Comencini e una pugnalata viene scagliata al cinema italiano che fa la solita figura ormai scadente nel mondo della cinematografia. Marco Pampagnin 4^ TB DAL PARLATO AL.... PARLATO (SCRITTO) DOVE L’AVETE VISTO? Analisi del testo: chiaro esempio di messaggio non del tutto corretto ma estremamente, estremamente efficace! C.R. I VOSTRI (capo) LAVORI AIUTAMI A RISPARMIARE ( canzone scritta da Lucas Soranzo) AIUTAMI A RISPARMIARE UTILIZZANDO ENERGIA SOLARE SO CHE CE LA POSSO FARE ANCHE TU TI PUOI IMPEGNARE “RISPARMIARE” È CIÒ CHE VORREI URLARE VOGLIO ANDARE FINO IN FONDO PER SALVARE QUESTO MONDO METTERÒ UNO SFONDO DIETRO OGNI MAPPAMONDO CHE RAPPRESENTI LA LUCE SPENTA COSÌ OGNI PERSONA SARÀ CONTENTA SE (classe II SE) SE fossimo tutti sinceri SE avessimo fiducia nel prossimo e nelle sue scelte SE credessimo in noi stessi come gli altri credono in noi SE riuscissimo a donare il meglio di noi in ogni nostro gesto SE dimostrassimo il nostro amore ai più deboli SE sapessimo amare senza distinzione SE aprissimo il nostro cuore a tutti senza pregiudizi SE l’amore non fosse usato come gioco, ma per il reale significato che ha SE non avessimo paura di amare ameremmo senza limiti SE noi fossimo attratti come il cielo e la terra SE fossimo tutti più uniti saremmo veramente degni di essere amati Io ho curato l’articolo Dal parlato al… parlato Noi abbiamo intervistato Francesca Martinello Io ho scritto l’articolo di Praga e anche l’intervista a Francesca M. L’articolo sul 48118 è mio! Io ho sistemato la grafica Noi abbiamo intervistato le ragazze madri Noi abbiamo fatto i volantinaggi nelle varie classi