Le previsioni macroeconomiche Nord

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Le previsioni macroeconomiche Nord
Stefano Prezioso
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1. Dopo la presentazione da parte del Governo della “Legge Finanziaria”
per il 2007, la SVIMEZ ha provveduto ad effettuare delle previsioni sull’andamento dell’economia nel 2006 e nel 2007 nelle due grandi macro-regioni del
Paese.
In base ai risultati della simulazione condotta si valuta che nel 2006 il
prodotto interno lordo italiano dovrebbe essere cresciuto, in media d’anno, dell’1,8%, in forte accelerazione rispetto alla stazionarietà avutasi nel 2005 (v. Tab. 1). Nel corso del 2006 il differenziale negativo tra il saggio di crescita del Pil italiano e quello relativo all’Europa a 25 (+2,8% in base alle stime
più recenti della Commissione Europea1) dovrebbe risultare pari ad un punto
percentuale. Rispetto al 2005, anno nel quale il differenziale tra il saggio di
crescita del Pil italiano (0,0%) e quello dell’Europa a 25 (1,7%) era risultato
più ampio, vi sarebbe stata, nel 2006, una apprezzabile diminuzione del divario di crescita. Nei confronti dell’Euro-zone, la cui crescita dovrebbe commisurarsi nel 2,6% (sempre in base alle previsioni della Commissione Europea), il
differenziale risulterebbe, ovviamente, minore.
Con riferimento alle due principali ripartizioni del Paese, nel 2006 l’accelerazione dell’attività economica dovrebbe aver riguardato sia il Mezzogiorno
(+1,5% a fronte del –0,3% del 2005) che il Centro-Nord (+1,9% rispetto alla
stazionarietà dell’anno precedente). La crescita relativamente maggiore della
ripartizione centro-settentrionale trova origine, in primo luogo, nel fatto che
sebbene l’export dovrebbe risultare, sulla scia della sostenuta evoluzione del
commercio mondiale, la componente più dinamica della domanda in entrambe le aree (+5,1% nel Centro-Nord e +4,5% nel Mezzogiorno; al netto degli
energetici), l’impulso esercitato sulla crescita complessiva, in relazione al più
ampio grado di apertura che caratterizza strutturalmente le regioni centrosettentrionali, è, per l’appunto, assai maggiore in quest’ultima area.
Per quanto riguarda le stime relative alle esportazioni va rilevato che, nel
corso del 2006, l’entità della variazione prevista nelle due aree dovrebbe risultare pari a circa due terzi (un po’ meno nel caso del Mezzogiorno) del saggio di crescita del commercio mondiale (8,0%). Sebbene nel 2006 l’elasticità
dell’export italiano all’attività economica globale resti su valori inferiori a quel1 - Commissione
Europea, Economic Forecasts Autumn 2006.
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Informazioni SVIMEZ - febbraio 2007
Le previsioni macroeconomiche
NordNord-Sud della SVIMEZ
per il biennio 20062006-2007
Informazioni SVIMEZ - febbraio 2007
Tab. 1. Previsioni per alcune variabili macroeconomiche (variazioni percentuali)
2005 (a)
Variabili
Centro- Mezzo
Nord
giorno
0,0
0,0
1,1
-0,6
0,2
-0,5
0,2
-1,1
-1,1
-0,3
-0,3
-0,3
0,4
-0,8
0,1
-0,9
1,3
-2,8
-0,7
-0,7
Prodotto interno lordo
Spesa delle famiglie
- Consuni di beni durevoli
- Consuni di beni non durevoli
- Consuni di servizi
Investimenti fissi lordi
- Investimenti in costruzioni
- Investimenti in macchine e attrezzature
Esportazioni di merci (c)
Unità di lavoro totali
2006 (b)
Italia
0,0
-0,1
0,9
-0,6
0,2
-0,6
0,5
-1,5
-1,1
-0,4
Centro- Mezzo
Nord
giorno
1,9
2,2
1,3
3,0
1,8
2,8
0,8
4,2
5,1
1,1
1,5
1,6
1,7
1,6
1,6
1,9
2,0
1,7
4,5
0,7
2007 (b)
Italia
1,8
2
1,4
2,5
1,7
2,6
1,1
3,7
5,0
1,0
Centro- Mezzo
Nord
giorno
1,5
1,6
0,7
2,0
1,4
1,1
1,7
0,7
4,3
0,7
1,2
1,2
1
1,2
1,4
0,6
2,4
-1,0
2,3
0,5
Italia
1,4
1,5
0,8
1,7
1,4
1,0
1,9
0,3
4,1
0,6
(a) consuntivo SVIMEZ.
(b) previsioni SVIMEZ.
(c) al netto dei prodotti energetici.
Fonte: modello econometrico bi-regionale della SVIMEZ.
li sperimentati nella prima parte degli anni ’90 (superiori all’unità), si avrebbe,
comunque, un parziale recupero rispetto all’evidente scollamento tra l’evoluzione delle vendite nazionali all’estero e la dinamica del ciclo internazionale
verificatasi nel 2005 (-1,1% l’export di merci italiano a fronte di una crescita
del commercio mondiale del 7,4%).
Nel Centro-Nord il miglioramento nella dinamica dell’export nel 2006 troverebbe sostegno parziale nei processi di trasformazione strutturale, avviatisi gli
anni precedenti sotto la spinta dell’inasprimento della concorrenza internazionale, che hanno “selezionato” i produttori in grado di elevare la qualità
(upgrading), in senso lato, dei propri prodotti. Questo fenomeno di aggiustamento intra-settoriale, non nuovo nella storia dell’industria italiana, ha riguardato in primis i produttori di beni strumentali. Nel caso del Mezzogiorno, invece, l’accelerazione delle vendite all’estero è in larga parte riconducibile alle
imprese appartenenti alla macro-branca “di scala” (mezzi di trasporto, chimica di base e materie plastiche, prodotti in metallo). Si tratta, per la maggior
parte, di grandi imprese a controllo prevalentemente esterno alla ripartizione.
E’ a questo stesso gruppo che si deve, in larga parte, la sostanziale tenuta
della quota di export meridionale sul totale mondiale negli ultimi anni.
Nel 2006, la spesa in consumi delle famiglie dovrebbe far registrare,
rispetto all’anno precedente, una significativa accelerazione in entrambe
le aree: +2,2% nel Centro-Nord (0,0% nel 2005), e +1,6% nel Mezzogiorno
(-0,3% nel 2005). La crescita dei consumi privati ha beneficiato, nel 2006, del
fatto che i forti rincari sperimentati dalle materie prime, in particolare il petrolio, tendono a riflettersi, diversamente dal passato, in maniera assai smorzata
sui prezzi finali. In termini di contributo alla crescita, la spesa delle famiglie, in
entrambe le aree, ha fornito l’apporto maggiore all’espansione complessiva
dell’attività economica.
La formazione di nuovo capitale, nel 2006, ha beneficiato appieno della
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ripresa ciclica. Gli investimenti totali dovrebbero essere cresciuti del 2,8%
(2005: -0,5%) nel Centro-Nord e dell’1,9% nel Mezzogiorno (-0,9%). Nelle regioni centro-settentrionali gli investimenti in macchinari risulterebbero la componente più dinamica (4,2%), a fronte dell’1,7% registrato nell’area meridionale. Di converso, il Sud dovrebbe far registrare un’evoluzione relativamente
migliore con riferimento agli investimenti in costruzione: +2,0% rispetto allo
0,8% del Centro-Nord.
L’input di lavoro, misurato in unità di lavoro, dovrebbe crescere, nel
2006, dell’1,1% nel Centro-Nord (2005: -0,3%) e dello 0,7% nel Mezzogiorno (2005:-0,7%). Con riferimento a quest’ultima area, va notato che l’incremento che dovrebbe esservi stato nel volume di occupazione rappresenta
una netta inversione rispetto alla caduta registrata nel precedente triennio2.
Più in generale, con il ritorno a tassi di crescita del prodotto più sostenuti rispetto a quelli osservati dal 2002 (con la parziale eccezione del 2004), l’elasticità apparente del lavoro dovrebbe essersi attestata su valori che confermano la maggiore reattività dell’input di lavoro al ciclo in seguito alle riforme
introdotte nel mercato del lavoro.
2. In base alle informazioni recentemente diffuse dall’ISTAT3, nei primi nove mesi del 2006 l’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al
Pil è risultato pari al 4,1% (2,5% al netto della sentenza della Commissione Europea relativa alla detraibilità dei rimborsi IVA). Per il secondo anno consecutivo,
quindi, il rapporto indebitamento/Pil dovrebbe permanere al di sopra del 3%.
La manovra complessiva di finanza pubblica per correggere l’evoluzione
del rapporto indebitamento/Pil non in linea con i parametri comunitari si è
articolata su tre provvedimenti: la Legge Finanziaria4, il disegno di Legge contenente disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria5, la Legge delega per il riordino della tassazione sulle rendite finanziarie6. La predisposizione
di un ampio spettro di strumenti corrisponde alla volontà, enunciata dal Governo, di perseguire il triplice obiettivo del rigore, dell’equità e dello sviluppo.
Nell’insieme, le misure attivate dovrebbero reperire nuove risorse per circa
35 miliardi di euro; di queste, 22,8 mld. di euro provengono da maggiori entrate mentre la parte restante da minori spese. Le risorse reperite sono destinate, a grandi linee, per circa 14 mld. a correggere strutturalmente l’indebitamento delle AA.PP.; per 6 mld. a compensare la riduzione di alcune entrate,
2-
Tra il 2003 ed il 2005 le unità di lavoro totali hanno fatto segnare, nel Mezzogiorno, le seguenti variazioni: 2003: -0,15%; 2004: -0,2%; 2005: -0,7%. Diverso, invece, è risultato il profilo congiunturale fatto
segnare dalle unità di lavoro nel Centro-Nord: 2003: 0,6%; 2004: 1,2%; 2005: -0,3%. L’evoluzione
relativamente migliore evidenziata dalle regioni centro-settentrionali ha trovato sostegno, in larga
parte, nell’ampio processo di regolarizzazione di occupati stranieri. Nel Centro-Nord, si ricorda, è impiegato circa l’88% dei 1.388.000 occupati stranieri regolarmente residenti nel nostro paese.
3-
ISTAT, Conto Economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche (III trimestre 2006), Roma, 10
gennaio 2007.
4 - Legge
27 dicembre 2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2007).
5 - Decreto Legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito con modificazioni nella Legge 24 novembre 2006, n. 286.
6 - Disegno di
Legge n. 1762 presentato il 4 ottobre 2006.
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determinate per larga misura dai nuovi e più favorevoli criteri di determinazione dell’Irap (c.d. cuneo fiscale per le imprese); per oltre 14 mld. a coprire nuove spese e un insieme di rifinanziamenti di impegni pluriennali.
La scelta di aggredire l’eccesso di disavanzo tramite un aumento del prelievo, via assai più incisiva nell’immediato, ha un effetto, di per sé, restrittivo.
Esso, tuttavia, risulta mitigato dalle misure volte a ridistribuire il carico fiscale
a favore dei redditi imponibili medi e bassi, caratterizzati da una maggiore
propensione al consumo. Va inoltre ricordato che la lotta all’evasione fiscale,
una delle priorità dell’attuale esecutivo caratterizzata nella seconda parte del
2006 da alcuni incoraggianti segnali, dovrebbe condurre ad un abbassamento prospettico delle aliquote medie di imposizione.
La misura contenuta nella Legge Finanziaria di maggior impatto, limitatamente al 2007, per l’area meridionale appare essere la differenziazione, a
favore del Sud, della riduzione del cuneo fiscale. Precisamente, sul cuneo fiscale è previsto un abbattimento forfettario della base imponibile al Sud per un
importo di 10 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato impiegato
nel periodo di imposta; nel resto del Paese tale riduzione è di 5 mila euro7.
Prima di passare all’esposizione dei risultati dell’esercizio previsivo per il 2007,
è necessario illustrare le ipotesi adottate in relazione ad alcune importanti variabili esogene: tassi di interesse, commercio mondiale, tasso di cambio.
Nel corso del 2007 l’attività economica dovrebbe risentire appieno del progressivo inasprimento subito dalla politica monetaria: il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, nel 2006, è stato variato cinque
volte, passando dal 2,25% a 3,5%. Sempre in riferimento al 2007, la tendenza rialzista osservata nel 2006 verrebbe sostanzialmente meno, ed il tasso di
riferimento nell’Euro-zone dovrebbe attestarsi intorno ad un valore del 3,75%.
Il rallentamento in atto in alcuni importanti paesi, in primis gli Stati Uniti, dovrebbe condurre ad un diminuzione nella dinamica del commercio mondiale
di quasi un punto percentuale rispetto al progresso osservato nel 2006 (pari,
si ricorda, all’8,0%). Il valore esterno dell’Euro, infine, stretto tra il deprezzamento del dollaro e la volontà di non rivalutare dei principali players asiatici
dovrebbe permanere, anche nel 2007, su valori relativamente elevati (non
inferiore a 1,25 dollari per € in media d’anno).
Le stime effettuate dalla SVIMEZ indicano, per il 2007, una crescita del Pil
italiano dell’1,4%. Con riferimento alle due macro-aree del Paese, la crescita
del reddito dovrebbe risultare, nel Centro-Nord (1,5%), di poco superiore a
quella del Mezzogiorno (1,2%). Anche nel 2007, il contributo maggiore all’espansione dell’attività economica proviene dalla spesa delle famiglie, 1,6%
nelle regioni settentrionali e 1,2% nel Mezzogiorno. Il contenimento dell’inflazione e, soprattutto, una dinamica occupazionale positiva per il secondo anno
7-
L’applicazione di tale più alta deduzione è ricompresa nei limiti della regola del “de minimis” di cui al
regolamento (CE) n.1998/2006 della Commissione (che raddoppia da 100mila a 200mila euro, nell’arco
di tre anni, la soglia “de minimis”). Va inoltre precisato che l’agevolazione è alternativa alla fruizione della
deducibilità dell’IRAP per i nuovi assunti prevista dalla Legge 80/2005.
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consecutivo – 0,5% nel Mezzogiorno e 0,7% nel resto del Paese (in unità di
lavoro) – sono i principali fattori che determinano, nel 2007, l’evoluzione dei
consumi privati. Rispetto al 2006, parzialmente minore sarebbe l’apporto delle retribuzioni unitarie all’espansione del reddito disponibile.
Nel 2007, rispetto all’anno precedente, la dinamica dell’export di merci al
netto dei prodotti energetici dovrebbe diminuire, rispettivamente, di quasi un
punto percentuale nel Centro-Nord (dal 5,1% al 4,3%) e di poco più di due (dal
4,5% al 2,3%) nel Mezzogiorno. Si ricorda che tale risultato avviene in un contesto caratterizzato da un rallentamento nella dinamica del commercio mondiale e da una sostanziale sopravvalutazione del cambio. Nel complesso, i
tassi di crescita delle vendite all’estero previsti nel 2007 confermano, soprattutto per l’area più sviluppata, le modifiche qualitative intervenute nella composizione dell’export precedentemente commentate.
Per quanto attiene, infine, agli investimenti fissi lordi, nel 2007 dovrebbero
risultare, data la loro elevata reattività al ciclo, in decelerazione in entrambe
le ripartizioni: dal 2,8% del 2006 all’1,1% dell’anno successivo nel CentroNord; dall’1,9% allo 0,6% nel Mezzogiorno. Sulla dinamica, sempre in riferimento al 2007, del dato medio meridionale influisce sfavorevolmente la componente relativa agli investimenti in macchine e attrezzature (-1,0% a fronte
dello 0,7% del Centro-Nord). Quest’ultimi, oltre a risentire, analogamente al
Centro-Nord, del progressivo inasprimento verificatosi nel costo del denaro (la
BCE, come ricordato, ha alzato il tasso di riferimento ben cinque volte nel corso del 2006), sono stati negativamente influenzati dalla stagnazione che vi è
stata, tra il 2005 ed il 2006, negli impegni relativi alle varie forme di agevolazioni (su tutte, la L. 488/928) che tuttora hanno un forte impatto sul processo
di accumulazione dell’area meridionale9. Va tuttavia rilevato che nel 2007, in
maniera non dissimile dall’anno precedente, gli investimenti in costruzioni
meridionali dovrebbero far segnare una variazione (2,4%) di entità superiore a
quella del Centro-Nord (1,7%).
8-
In attesa del completamento delle disposizioni attuative della riforma delle agevolazioni previste dalla
Legge 488/92, varate nel 2005, in tale ultimo anno e per la gran parte del 2006 l’intervento non è stato
operativo. Solo a fine 2006 è stata predisposta la graduatoria in base alle nuove modalità operative. Le
domanda pervenute per partecipare alla graduatoria sono 4.167, per 14,8 mld. di euro di investimenti. I
contributi in conto capitale richiesti sono 1,6 mld. di euro e i finanziamenti agevolati 4,8 mld. di euro. Va
comunque detto che questa misura presenta un lag temporale tra il momento in cui le risorse sono effettivamente impegnate e quello in cui esplicano degli effetti reali di 12/18 mesi; per tale motivo essa dovrebbe esercitare appieno le proprie conseguenze all’inizio del prossimo anno.
9 - Per completezza va detto che la Legge Finanziaria per il 2007 introduce un regime agevolativo a favore
delle imprese localizzate nel Mezzogiorno attraverso l’attribuzione di un credito d’imposta sui nuovi investimenti. Il regime ha per oggetto gli investimenti in macchinari, impianti, programmi informatici, brevetti
ed esclude i mezzi di trasporto. La Relazione Tecnica di accompagnamento al Disegno di Legge della
Finanziaria 2007 stimava un flusso di risorse di circa 400 ml. di euro nel 2008 e di 800 ml. nel 2009.
L’impatto, indubbiamente positivo, di queste misure sugli investimenti meridionali in macchinari va al di
là del periodo considerato nel presente esercizio.
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