Comunicato stampa

Transcript

Comunicato stampa
Roma, 10 novembre 2016
SVIMEZ, RAPPORTO 2016: SERVE UNA POLITICA INDUSTRIALE, SPECIE
AL SUD, OK A MISURA DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ MA RISORSE
INSUFFICIENTI, BENE RIPRISTINO DECONTRIBUZIONE TOTALE SU
NUOVI ASSUNTI NEL 2017 SOLO NEL MEZZOGIORNO, LUCI E OMBRE
PATTI PER IL SUD.
Le proposte SVIMEZ nel Rapporto 2016 sull’economia del Mezzogiorno presentato
oggi a Roma
Serve una nuova politica industriale per il rilancio del Mezzogiorno, agli strumenti
di incentivazione nazionali accesso troppo basso delle imprese meridionali. Bene ha
fatto il Governo a ripristinare solo nel Mezzogiorno per il 2017 l’esonero totale dal
pagamento dei contributi INPS a carico del datore di lavoro per i nuovi assunti,
giovani e svantaggiati, a tempo indeterminato. Sì all’introduzione di una prima
misura nazionale di contrasto alla povertà nelle famiglie a rischio, ma le risorse
sono assolutamente insufficienti. Per Masterplan e Patti per il Sud servono: diverse
e ulteriori forme di finanziamento, coordinamento e unitarietà della
programmazione e una chiara strategia sovraregionale. Sono solo alcune delle
proposte di rilancio del Sud avanzate dalla SVIMEZ nel Rapporto 2016
sull’economia del Mezzogiorno presentato oggi a Roma nella Sala del Tempio di
Adriano della Camera di Commercio.
Una politica industriale per il rilancio del Mezzogiorno, basata su alcuni capisaldi: 1)
Una parziale, inversione di tendenza degli aiuti alle imprese da parte del MISE c’è stata
nel 2014, ma dopo un quindicennio di netta riduzione: è giunto il momento di cambiare
registro, superando l’attuale basso accesso delle imprese meridionali alla quasi totalità di
strumenti nazionali di politica industriale 2) Orientare le risorse verso interventi per la
crescita dimensionale, l’internazionalizzazione, l’accesso al credito, oltre che a favore
della ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico 3) Implementare Industria 4.0
declinando territorialmente a favore del Sud gli interventi di incentivazione 4) Finanziare
a tasso zero le imprese meridionali per la nuova Sabatini e implementare anche al Sud i
competence center. 5) Rilanciare l’attrattività degli investimenti al Sud attraverso le ZES
(Zone Economiche Speciali).
Mercato del lavoro – Di fronte alla enorme sotto utilizzazione del capitale umano di
giovani e donne e alla strutturale carenza di occasioni di lavoro specialmente
qualificato, è importante che l’occupazione al Sud sia al centro della ripartenza, ma il
divario strutturale è ancora troppo ampio: nel 2015 gli occupati al Sud erano sotto la
soglia di 6 milioni. Peraltro, il maggior contributo alla ripresa occupazionale meridionale
è venuto dai contratti a termine e part time, essendo agricoltura e turismo i settori che
hanno fatto il più elevato numero di assunzioni. In definitiva, è l’occupazione atipica ad
essere tendenzialmente cresciuta, e, in questo quadro, rientra anche l’esplosione dei
voucher ai quali occorre mettere un freno. Per i giovani tra i 15 e i 34 anni il Sud si colloca
Via di Porta Pinciana, 6 • 00187 Roma • Tel. 06 478501 • Fax 06 47850850 • e-mail: [email protected]
in fondo a ogni classifica europea, facendo registrare una condizione giovanile nel
mercato del lavoro, e nella formazione, peggiore della Spagna e perfino della Grecia:
basti pensare che al Sud ha una borsa di studio solo il 52% degli idonei, contro il 92% del
Nord. Di qui l’idea della SVIMEZ di dar vita a un MIT per il Mezzogiorno. A sua volta
il mercato del lavoro femminile è a bassa occupazione e qualificazione. Per di più, i
servizi per l’infanzia offerti dalle PA sono carenti. Nel Sud appena un terzo dei Comuni
offre asili nido, che coprono il 5% dei bimbi di età inferiore a 3 anni.
Povertà: necessarie misure specifiche di contrasto – Non è più rinviabile, secondo la
SVIMEZ, una misura organica e universale di contrasto della povertà. Soprattutto alla
luce della comparsa dei “nuovi poveri”, lavoratori anche diplomati o laureati che con la
crisi hanno subito un netto peggioramento della condizione economica (perdita di lavoro,
riduzione di orario e salariale, perdita del potere d’acquisto connessa alla precarietà). Con
la crisi, al Sud il 60% degli individui in famiglie giovani è a rischio povertà. L’adozione
di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione, con l’istituzione di un
Fondo, è solo un primo passo. Ma le risorse messe in campo, che peraltro sono rimaste
invariate anche per il 2017, sono ancora troppo poche e consentono di raggiungere al
massimo un terzo di quei 4,5 milioni di persone, di cui circa 2 milioni e 100 mila nel
Mezzogiorno, che attualmente in Italia versano in condizioni di povertà assoluta.
Patti per il Sud – La sfida per il Mezzogiorno è quella dell’addizionalità, solo così
Masterplan e Patti per il Sud possono diventare strumenti davvero efficaci e non
risolversi in una mera ricognizione di opere o nella sola accelerazione della spesa. A tal
proposito, è condivisibile la mole di risorse importante destinate alla coesione e
l’individuazione di aree tematiche in larga parte coincidenti con i driver indicati dalla
SVIMEZ. Modesto, però, l’impatto finanziario per 2016 e 2017, con il rischio concreto di
ulteriore sostitutività. Secondo la SVIMEZ, il Mezzogiorno può essere un’opportunità
per l’economia italiana, la cui soluzione ai problemi strutturali non verrà da una ripresa
internazionale alla quale agganciarsi, ma solo sviluppando gli investimenti, pubblici e
privati
I driver.
1) Rilanciare la logistica –Realizzare Filiere Territoriali Logistiche al Sud, veri e
propri district park (identificati 8: Napoli, Torre Annunziata, Salerno, Gioia
Tauro, Taranto, Catania, Messina-Città dello Stretto, Termoli) con uno
sbocco a mare adatto a ospitare porti di transhipment. Le FTL hanno lo scopo di
attrarre flussi di merci trasformati e lavorati tramite attività logistiche ad elevato
valore aggiunto, e poi esportate via mare, trattenendo così valore e ricchezza.
2) Rigenerazione urbana – Di fronte alla sfida delle 7 Città metropolitane del
Sud, con le quali sono stati stipulati recentemente altrettanti Patti, la
rigenerazione urbana diventa un’occasione per promuovere le capacità di
coordinamento e integrazione degli interventi, a cominciare dal Piano periferie.
3) Energie rinnovabili, le biomasse – Il Sud potrebbe ritagliarsi un ruolo crescente
nell’offerta di biomasse puntando su residui agricoli e dell’industria
agroalimentare, scarti organici alimentari, colture no-food. Potendo, peraltro,
Via di Porta Pinciana, 6 • 00187 Roma • Tel. 06 478501 • Fax 06 47850850 • e-mail: [email protected]
contare su centri di ricerca e università specializzate, dalla cui collaborazione
sono scaturiti progetti innovativi: progetto di ricerca Enerbiochem in Campania,
progetto BioPolis e STAR AgroEnergy in Puglia, bioeconomia in Sicilia. Senza
sottovalutare né il piano di riconversione della raffineria di Gela da parte dell’Eni,
puntando sulla produzione di biocarburanti avanzati, né la riconversione dell’ex
petrolchimico di Porto Torres, dove si è deciso di investire in biomasse.
4) Matera e industria culturale – Il settore turistico meridionale tra il 2014 e il 2015
ha registrato interessanti performance: oltre un milione di presenze straniere
negli esercizi ricettivi, un aumento pari all’8% della spesa dei turisti stranieri al
Sud. Se si investisse in cultura al Sud quanto già avviene nel Centro-Nord,
l’occupazione crescerebbe di circa 200 mila unità, di cui 90 mila laureati. Un
ruolo di rilievo in questo piano lo ha la designazione di Matera come Capitale
Europea della Cultura per il 2019: un percorso da realizzare con progetti ad alto
contenuto di innovazione, che permettano la creazione di ambienti in cui sia
possibile sperimentare nuovi modelli di sviluppo urbano, sociale e
imprenditoriale, con al centro la cultura, non solo per la Basilicata ma per l’intero
Mezzogiorno.
5) Il ruolo dell’agricoltura – L’agricoltura meridionale può oggi contare
innanzitutto sulla qualità delle proprie produzioni, ma anche su una
multifunzionalità che comporta diversificazione e allargamento delle attività non
solo all’interno delle aziende agricole, ma anche nell’agriturismo, nei servizi
ambientali, etc.
L’ufficio stampa SVIMEZ
Emanuele Imperiali d’Afflitto
[email protected]
3475315780
Via di Porta Pinciana, 6 • 00187 Roma • Tel. 06 478501 • Fax 06 47850850 • e-mail: [email protected]