UNA SCUOLA, UN BAMBINO

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UNA SCUOLA, UN BAMBINO
Emanuela Alegiani – Maria Teresa Lenoci
UNA SCUOLA, UN BAMBINO
Un progetto di inclusione per i bambini
della scuola dell’infanzia
ARMANDO
EDITORE
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Sommario
Introduzione
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PARTE PRIMA: IL BAMBINO E LA SUA SCUOLA
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1. Il bambino e la “nuova” scuola dell’infanzia
Apprendimento e scuola dell’infanzia
Favorire l’apprendimento
Motivazione, stili cognitivi, esplorazione
Le finalità della scuola dell’infanzia
La caratterizzazione psicologica del bambino
La programmazione
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2. Didattica e organizzazione
La didattica
Quale metodo?
Organizzazione
Il gioco
La scuola dell’infanzia e il gioco
Strategie di valutazione
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3. L’apprendimento della lettura e della scrittura
L’apprendimento della scrittura e della lettura
nella scuola dell’infanzia
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Pro e contro l’apprendimento della lettura
Maturità per la lettura
Un nuovo approccio per l’acquisizione della lettura e
della scrittura
I periodi di apprendimento della scrittura nei bambini
La funzionalità del ” materiale di sviluppo”
Leggere prima di parlare
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4. Una scuola, un bambino
Il bambino diversamente abile e la scuola dell’infanzia
Modalità di integrazione
La legge-quadro n. 104 del 1992
Una riflessione sull’integrazione
La lingua dei segni
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PARTE SECONDA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA
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1. Pianificazione dell’esperienza
Programmazione Educativa Personalizzata
Una scuola e i suoi abitanti
Obiettivi e strategie di valutazione
Il valore di un’esperienza
Quali sono stati i risultati?
Difficoltà incontrate
Sviluppo dell’esperienza
Un nuovo inserimento
Metodologia dell’apprendimento
Il materiale di sviluppo come preparazione alla scrittura
L’uso della dattilologia
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2. Strategie pedagogiche
L’organizzazione dell’ambiente
L’organizzazione delle attività quotidiane della classe
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Le occasioni di lettura e scrittura
Le situazioni funzionali alla lettura e alla scrittura
Giochi di scrittura
Giochi di lettura
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3. Maestra: “Ci racconti una storia”
Storie, miti e favole
C’era una volta… La tartaruga e la lepre
C’era una volta… Il leone, l’orso e la volpe
C’era una volta… Scricciolo
La notte di Natale
L’evoluzione delle storie
“Infine”
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Bibliografia
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Introduzione
Questi bambini nascono due volte. Devono imparare
a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più
difficile. La seconda dipende da… noi.
Giuseppe Pontiggia, Nati due volte
L’obiettivo di questo nostro lavoro è quello, come indica il sottotitolo, di illustrare le diverse fasi di inclusione1 scolastica di alcuni
bambini diversamente abili, inseriti in una scuola dell’infanzia, con
i quali abbiamo avuto l’occasione di lavorare. È la storia di bambini
unici che hanno dato la possibilità a noi e ai loro compagni, di realizzare delle esperienze significative e stimolanti. Esperienze che
ci hanno guidato verso nuove strade, aprendo i nostri occhi sulla
possibilità di creare percorsi individualizzati, che possano integrarsi perfettamente in una programmazione didattica, in modo da dare
alla parola integrazione un significato reale e non di facciata.
Per realizzare ciò abbiamo preso in considerazione diversi approcci teorici derivanti da teorie pedagogiche, che durante tutto il
nostro percorso hanno sostenuto e sostengono ancora la nostra meto1
Il termine inclusione ci sembrava rispetto al lavoro da noi svolto più appropriato rispetto al termine integrazione, il quale si riferisce a una situazione, dove
una persona con difficoltà viene dotata di strumenti e supporti inseriti in un contesto che rimane comunque quello, sia dal punto di vista didattico che organizzativo.
Diversa è l’inclusione dove è tutto il contesto o l’ambiente che viene modificato
per adeguarlo o comunque renderlo più fruibile a chi ha più difficoltà. Useremo
comunque nel testo il termine integrazione, soprattutto perché legato a norme o
leggi che regolano appunto l’integrazione delle persone diversamente abili.
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desiderio di trovare nuove soluzioni e nuove strategie e strumenti,
per far fronte alla “diversità”, ci hanno portato ad approfondire e
selezionare gli aspetti che sul campo abbiamo ritenuto più funzionali rispetto allo sviluppo psicofisico dei bambini e agli obiettivi da
raggiungere.
Quando questo lavoro ebbe inizio, i risultati finali divennero subito percettibili; le nostre proposte, affrontate direttamente sul campo
ci hanno dato un riscontro immediato, in base alla loro funzionalità
le abbiamo ritagliate o riadattate, altre invece le abbiamo rielaborate
o escluse del tutto.
Questo nostro lavoro ci ha portato, inevitabilmenete, a confrontarci con delle idee e delle modalità differenti di rapportarci alla diversità. Ciò ci ha fatto riflettere su come in molte scuole, ancora
oggi, siano presenti docenti con un pensiero rigido rispetto alla diversità, che ostacola l’integrazione scolastica dei bambini diversamente abili.
La scuola dell’infanzia, come si evidenzia, dagli Orientamenti
del 19912, «deve offrire pari opportunità educativo-formative a ogni
bambino, attraverso lo sviluppo delle proprie potenzialità e consentire l’inserimento e l’integrazione di tutti i bambini».
Tuttavia ancora oggi la nostra è una scuola discriminante che non
si fa carico globalmente, come per tutti gli altri bambini, del bambino diversamente abile rilegandolo in una posizione minoritaria e
deficitaria.
Il comportamento delle insegnanti è esplicativo. Rinunciano, infatti, al loro ruolo educativo, delegando le insegnanti di integrazione. Inoltre il bambino molto spesso è visto in relazione alla sua disabilità, ai suoi difetti, ai suoi “meno” e non valutato in funzione della
sua integrità, del suo essere “intatto”, dei suoi “più”. Ostacolando
così ancora di più la sua piena integrazione.
Il presente lavoro vuole collocarsi all’interno di quest’ottica, recuperando la globalità del bambino diversamente abile, scoprendo,
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Orientamenti educativi della scuola dell’infanzia, D.M. 3 giugno 1991, G.U.
15 giugno 1991, n. 139.
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che se pur differenti sono presenti e vanno aiutate, con adeguati interventi, a rafforzarsi a emergere e svilupparsi, credendo, che tutto
questo si possa fare attraverso l’opportunità che lui stesso ti dà, di
sperimentare nuovi e stimolanti percorsi che diano a tutti i bambini
la possibilità di apprendere.
Il libro è suddiviso in due parti, nella prima argomenteremo del
bambino con riferimento alla scuola dell’infanzia; nella seconda invece illustreremo il progetto e le tecniche usate per la sua realizzazione.
Il testo normativo di riferimento, per illustrare il suddetto progetto saranno gli Orientamenti educativi della scuola dell’infanzia del
1991 che come vedremo, fa propri i risultati delle indagini psicopedagogiche sviluppatesi negli ultimi decenni che hanno come riferimento gli studi condotti da Piaget e Bruner.
Particolare importanza assumerà il capitolo, dove sarà illustrato
un progetto di scuola “aperta al futuro”, la trattazione dell’insegnamento della lettura e della scrittura, con la finalità di acquisire la lingua parlata, in un ambiente di scuola dell’infanzia, ancora reticente
ad accogliere questa prospettiva.
Infine tratteremo dell’integrazione dei bambini diversamente abili in relazione sia ai cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, su
base istituzionale e culturale, sia in previsione di una progettazione
nuova, che implica il superamento del proprio esclusivo punto di
vista, nell’accettazione della diversità come unicità, arricchimento
e crescita.
Nella seconda parte del libro descriveremo il progetto, concretamente realizzato, svolto nella scuola dell’infanzia del Comune di
Roma, dove lavoriamo, con l’incarico d’insegnanti per l’integrazione scolastica.
Partendo dalla “prima” programmazione educativa personalizzata progettata dal G.L.H. (Gruppo Lavoro Handicap)3 di sezione per
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Il G.L.H. è stato previsto dalla legge 104/92 art.15, comma 2, è un gruppo
di lavoro e di studio per l’integrazione scolastica composto dal dirigente scolastico, docenti curriculari e specializzati, rappresentanti della ASL, genitori, con il
compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dalla
programmazione educativa personalizzata.
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un bambino sordo impiantato con impianto cocleare4, ci soffermeremo sulla programmazione didattica, esplicheremo gli obiettivi e
le strategie di valutazione utilizzati, per poi passare a descrivere la
necessità di una metodologia capace di integrare la programmazione
individualizzata e quella
didattica creando percorsi stimolanti, e nello stesso tempo rispettosi dei bisogni e delle capacità di ogni bambino.
In seguito illustreremo la programmazione individualizzata, da
cui siamo partite per sviluppare la programmazione didattica avviata
nella nostra sezione l’anno successivo, in merito all’inserimento di
due bambine, che presentavano rispettivamente un ritardo psicomotorio, e la sindrome di Down. Passeremo poi a descrivere il vissuto della classe e la sua organizzazione attraverso, la strutturazione
dell’ambiente, le attività quotidiane, le situazioni ludiche create.
Soffermandoci in particolare sull’importanza di realizzare un ambiente e delle attività interessanti capaci di suscitare nel bambino la
curiosità ad apprendere, perché solo così avremmo avuto da parte
sua un’assimilazione e un adattamento continui, che gli permetteranno di compiere grandi progressi.
Infine riporteremo gran parte del lavoro svolto da e con i bambini, attraverso le storie, i miti e le favole, che sono stati utilizzati
durante l’esperienza e che possono essere riutilizzate per le vostre
esperienze con l’augurio che un giorno, anche a voi, un bambino
unico, possa donarvi quello che ha donato a noi: la capacità di mettersi in gioco ed aprirsi a nuovi percorsi.
Pensiamo di non aver mai alterato le finalità della scuola dell’infanzia, ma solo di aver arricchito di nuovi elementi l’attività educativa e didattica svolta da tutti i bambini.
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L’impianto cocleare è una tecnica realizzata con un intervento di microchirurgia, che permette, tramite l’inserimento di elettrodi/antenne nella cloclea, la stimolazione diretta del nervo acustico e quindi del cervello. Il suono trasformato in
impulsi elettrici è così portato direttamente al nervo acustico, bypassando l’organo
uditivo non funzionante e assicurando, attraverso un microfono poggiato sull’orecchio, la trasmissione dei suoni.
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