jury chechi jury chechi

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jury chechi jury chechi
Heidenhain4_copertina
1-02-2006
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Pagina 2
1/2005
Rivista di alta tecnologia e opinioni a confronto
Sistemi di misura lineari
aperti: la precisione
HEIDENHAIN su larga scala
Nuovi visualizzatori
di quote: tecnologia
un passo avanti
Dritto alla meta con smarT.NC
Solo chi trova la strada giusta, raggiunge velocemente e con sicurezza la meta.
HEIDENHAIN vi indica la strada più breve verso la programmazione testo in
chiaro: con l’innovativa interfaccia utente smarT.NC vi mostra orizzonti inediti
nella programmazione testo in chiaro. Mai stato così facile programmare,
testare e lavorare: i programmi NC creati con smarT.NC sono compatibili con la
tradizionale programmazione HEIDENHAIN. Così gli esperti del testo in chiaro
potranno continuare ad apprezzare le funzioni note e i principianti arriveranno
dritto alla meta. HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l., 20128 Milano, Via Asiago 14,
Tel. 02 27 07 51, Fax 02 27 07 52 10, www.heidenhain.it, e-mail: [email protected]
Sistemi di misura angolari
Sistemi di misura lineari
Controlli numerici
Visualizzatori di quote
Reportage EMO 2005
start smart.
Tastatori di misura
Encoder
Intervista al campione
JURY CHECHI
Quando stile e bravura sono una
questione di precisione millimetrica
Heidenhain4_copertina
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Chi ha avuto occasione di visitare la EMO 2005 si sarà già accorto che i cataloghi HEIDENHAIN
sono stati completamente rinnovati. Numerose sono infatti le novità: cosa aspettate a saperne
di più? Compilate questo modulo e speditelo al numero di fax 02 27 07 52 10: vi manderemo
dove preferite tutta la nostra documentazione più recente.
Catalogo generale
EnDat 2.2 – L’Interfaccia bidirezionale per sistemi di misura
Trasduttori rotativi
Sistemi di misura per motori elettrici
Sistemi di misura lineari incapsulati
Sistemi di misura lineari per macchine utensili a controllo numerico
Sistemi di misura lineari aperti
Informazioni prodotto – LC 481/LC 491
Informazioni prodotto – LC 182/LC 192
Sistemi di misura per assi di avanzamento con motori diretti
Sistemi di misura lineari incapsulati con scansione a un settore
Sistemi di misura per motori lineari nell’industria elettronica
Accuratezza di posizionamento
Tastatori di misura
Sistemi di misura angolari
Informazioni prodotto – ERM 280
MANUALplus 4110 – Il versatile controllo numerico per torni
DataPilot 4110 – Programmazione e formazione su PC
CD-ROM DataPilot 4110
CNC PILOT 4290 V.7
DataPilot 4290 V.7 – Programmazione e formazione su PC
CD-ROM DataPilot 4290 V.7
Motori HEIDENHAIN
iTNC 530 – Il versatile controllo numerico continuo per fresatrici, alesatrici, foratrici e centri di lavoro
iTNC 530 – Le nuove funzioni del software NC 340 49x-02
TNC 320 – Il controllo numerico compatto per fresatrici, alesatrici, foratrici
TNC 124 – Il controllo numerico punto a punto per fresatrici, alesatrici, foratrici
Posto di programmazione iTNC
TeleService INFO
CD-ROM Posto di programmazione iTNC con smarT.NC
CD-ROM Presentazione iTNC 530
CD-ROM TNC Training
Visualizzatori di quote / sistemi di misura lineari per macchine utensili manuali
Elettroniche di interpolazione e digitalizzazione
Sistemi di tastatura 3D per macchine utensili
CD-ROM Sistemi di tastatura 3D
Sistemi di calibrazione
Nome......................................................................Cognome.................................................................
Società.....................................................................................................................................................
Indirizzo ..................................................................................................................................................
CAP.........................................Località......................................................................Provincia..................
e-mail.......................................................................................................................................................
Telefono.....................................................................Fax.........................................................................
INFORMATIVA SULLA RACCOLTA DATI
Desideriamo informarLa che i dati personali raccolti tramite la compilazione del precedente formulario saranno utilizzati da parte di HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l.
ai sensi della legge 196/2003 con modalità automatizzate al fine di permettere l’erogazione del servizio richiesto.
Il conferimento del consenso al trattamento dei dati personali forniti è necessario per gli scopi di cui al punto precedente. Qualora i dati non venissero comunicati
non sarà possibile fornire quanto richiesto.
HEIDENHAIN, da oltre un secolo sul mercato della precisione e della tecnologia, è presente da più di trent’anni in Italia,
dove si è imposta come punto di riferimento nel settore dei sistemi di misura lineari e rotativi e dei controlli numerici.
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Titolare del trattamento è HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l. Via Asiago 14 – 20128 MILANO. Qualunque richiesta relativa alla modifica, correzione, cancellazione
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accetto
non accetto
1/2005
Rivista di alta tecnologia e opinioni a confronto
SOMMARIO
Visto
da vicino
HEIDENHAIN
P.A.S.S.
P
A
S
S
7 LIDA: la precisione
HEIDENHAIN su larga scala
Prodotti
35 Una proposta per i sistemi di
misura lineari assoluti: LC 182
rodotti. pplicativi. ervice. egnalazioni.
Segnalazioni
54 La nostra vetrina web si
rinnova: basta cliccare su
www.heidenhain.it per scoprire
come
55 A scuola con HEIDENHAIN,
una proposta flessibile a ogni
vostra necessità
36 Sistemi di misura lineari per
presse piegatrici: la novità è LS 1679
ApertaMente
11 Quando stile e bravura sono
una questione di precisione
millimetrica
16 La Rivoluzione francese e la
“Rivoluzione del metro”: nascita
di un’unità di misura
37 Trasduttori dalle molteplici
possibilità: i nuovi assoluti
ExN 400 e ROx 400
38 EnDat: l’interfaccia per
sistemi di misura che riduce i
costi e aumenta i vantaggi
41 HEIDENHAIN… sempre un
passo avanti
Applicativi
44 Il segreto per ottenere segnali
perfetti dai motori lineari sta nei
sistemi di misura
Appuntamenti
48 Controlli analogici? Sì, e di lusso
24 Parole & Numeri
Le recensioni di HEIDENHAIN info
Punto
d’incontro
27 Reportage EMO 2005:
proposte e prospettive
50 Pericolo di collisione tra i
componenti macchina? Con
DCM potete non pensarci più
57 HEIDENHAIN è sempre più
vicina: dalle fiere al Laboratorio TNC
heidenh@in
risponde
Service
52 La diagnostica dei sistemi
assoluti: impariamo a conoscere
IK 215 e ATS
59 Risponde Stefano Castello
60 Risponde Massimo Molla
62 Risponde Danilo Zaccaria
Heidenhain4_rivistaDEF
3-02-2006
12:27
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INDUSTRIA E INNOVAZIONE
HEIDENHAIN info n. 1/2005
Editore
HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l.
Via Asiago 14 – 20128 Milano
tel 02 27 07 51 – fax 02 27 07 52 10
Direttore responsabile
Andrea Bianchi
Comitato di Redazione
Oscar Arienti
Alberto Cattaneo
Sabine Menkhoff
Micaela Nobile
Sergio Perrone
Mauro Emilio Salvadego
Redazione
Sarah Bombelli
Luca Carra, Zadig
DMB Comunicazione
Maria Chiara Montani, Zadig
Progetto grafico
DBM Comunicazione S.r.l.
Impaginazione: MacPro S.r.l.
Fotografie
AP Photo
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DR. JOHANNES HEIDENHAIN GmbH
Editoriale Scienza
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Emco Famup S.r.l.
Emco Mecof S.r.l.
FPT Industrie S.p.A.
Globe Trade S.r.l.
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Il Sole 24 ORE
La misura di tutte le cose – Ken Alder
O.M.V. Officine Meccaniche Venete S.r.l.
Parpas S.p.A.
Physikalisch-Technische Bundesanstalt
PTB, volume 1/settembre 2001
RCS Libri
Sigma S.p.A.
Serrmac S.p.A.
Tania (foto di copertina)
Hanno collaborato
a questo numero
Cristina Benussi
Giuseppe Buffa
Stefano Castello
Luciano Dal Lago
Susi de Pretis
Francesco Manca
Vartelio Migliorini
Massimo Molla
Mauro Nolli
Caterina Pasquetto
Marco Pasquetto
Massimo Pavan
Roberto Pavan
Roberto Picco
Sebastiano Piccolo
Franco Ratto
Alberto Vaccari
Santo Verduci
Danilo Zaccaria
Stampa
La Grafica Arlunese S.a.s.
Via IV Novembre 5 – 20010 Arluno (MI)
Richiesta arretrati
HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l.
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HEIDENHAIN nel mondo
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Tailandia [email protected]
Taiwan [email protected]
Turchia [email protected]
Ucraina [email protected]
Ungheria [email protected]
Venezuela
[email protected]
Vietnam [email protected]
Autorizzazione del Tribunale
di Milano n. 373 del 3 luglio 1995
considerazione sull’opportunità di
attuare con maggiore determinazione
politiche di sostegno dell’offerta, che
diano impulso a investimenti 'reali',
innovativi, in impianti, macchine,
attrezzature”.
C'è un luogo comune, in Italia e non
solo, che imputa l'attuale incertezza
economica alla mancanza di
innovazione e al ritardo con cui ci si
sposterebbe da un’economia di
stampo industriale a una basata sui
servizi. Certo, il fatto che il turismo stia
perdendo terreno rispetto ad altri paesi
non è un buon segno. Ma non è
trasformando l'Italia in un grande,
godibilissimo albergo, con annessi
musei e ristoranti tipici, che il paese
rimonterà le graduatorie dell'OCSE
sugli indici di competitività.
Alla consegna delle onorificenze ai
nuovi Cavalieri del Lavoro lo scorso
26 ottobre, il Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha
giustamente richiamato l'uditorio sul
valore strategico della cultura
industriale, e dei distretti, per il futuro
dell'Italia. “L’Italia non subirà un lento
processo di deindustrializzazione” si
legge nel discorso del presidente.
“Oggi possiamo affermare che
l’industria italiana è ancora vitale e
rimarrà elemento costitutivo della
nostra società. Si deve proseguire su
questa strada e investire di più per
l’affermazione di questo modello. (...)
In termini di politica economica,
ritengo sempre valida la
La cosiddetta “smaterializzazione”
dell'economia, la messa in valore del
territorio, l'accento da porre sulla
creatività, sul valore aggiunto dei
nostri marchi, e sul soddisfacimento
del tempo libero di una popolazione
sempre più anziana, non possono
prendere il posto della produzione di
beni strumentali di qualità tecnologica
e prestazioni elevate. La manifattura,
rappresentata soprattutto dalle piccole
e medie imprese, continua a costituire
la principale ricchezza del panorama
economico italiano a cui non si deve
e non si può rinunciare.
Ciò che vale per l'eccessiva enfasi
attribuita all'economia dei servizi vale
anche per l'accento posto
sull'innovazione. Su questo termine
s'impone qualche chiarimento.
Come ho già sottolineato più volte,
l'innovazione è certamente un
elemento fondamentale per liberare la
forza competitiva delle piccole-medie
imprese, che sono il nerbo del nostro
paese. Ma innovare non deve
significare solo la realizzazione di nuovi
prodotti, o l'applicazione di nuove
tecnologie e processi produttivi.
Innovazione è prima ancora una
disposizione mentale e organizzativa,
indirizzata alla ricerca continua del
miglioramento e della soddisfazione
del cliente. È capacità di reinventarsi,
apertura al nuovo, virtù sempre più
necessarie per conservare o acquisire
vantaggi differenziali in mercati
sempre più competitivi e complessi.
Le nuove idee devono essere
benvenute, nessuna rifiutata, sono
necessari nuovi modelli di business,
nuovi posizionamenti sui mercati,
creatività, ottimismo, audacia e forza
di volontà. La cultura del nuovo,
dell'innovazione, stenta a essere
patrimonio condiviso, a farsi sistema,
organizzazione, gusto del rischio di
impresa e passione per la ricerca e per
nuove vie di sviluppo.
Oggi non basta essere consapevoli
della necessità di innovare, bisogna
passare a delineare progetti di
rinnovamento tecnologico, di processo
e commerciale, i cui risultati devono
essere correlati a indicatori che
possano fornire una misura tangibile
del grado di innovazione, anche se
immateriale, dell'impresa coinvolta.
Per conservare ed accrescere la
leadership, è necessario che le
imprese interagiscano e condividano
le competenze e le conoscenze,
stabiliscano collaborazioni efficaci con
il mondo dell'università e della ricerca.
Più un’impresa è capace di dialogare
apertamente con altri attori, maggiori
saranno le opportunità di raccogliere
differenti informazioni, opinioni e
condividere esperienze e idee.
Quindi solo collaborando anche nella
competizione, puntando sulla qualità e
la sostenibilità sociale e ambientale
dei processi e dei prodotti, si potranno
trovare nuove opportunità in mercati
più ampi. Ma questo sarà possibile
solo con più fiducia, più investimenti e
un’attitudine più internazionale. In una
parola, appunto, più innovazione.
Andrea Bianchi
5
Visto
da vicino
LIDA: LA PRECISIONE HEIDENHAIN
SU LARGA SCALA
Alla scoperta delle fasi di produzione dei sistemi LIDA, dall’intervento sul
nastro grezzo, fino al taglio e alla lavorazione finale, calibrati secondo le
necessità e le richieste del cliente
I sistemi di misura lineari aperti sono
la soluzione ideale per chi desidera
macchine precise, veloci ed efficienti:
tra le soluzioni migliori ci sono quelli
della serie LIDA con principio di
funzionamento a scansione
fotoelettrica. I sistemi LIDA impiegano
come supporto un nastro graduato in
acciaio AURODUR dello spessore di
0,3 mm, su cui è applicato, mediante
elettrodeposizione galvanica, uno
strato dorato con passi di divisione
di 100 µm, 40 µm o 20 µm.
I diversi passi di divisione e le
diverse classi di accuratezza
determinano i modelli di questo
prodotto, tutti particolarmente
indicati per elevate velocità di
traslazione. Grazie allo speciale tipo
di scansione, i sistemi di misura
della famiglia LIDA sono inoltre
insensibili alla contaminazione della
riga graduata e alle irregolarità della
superficie di montaggio.
Tra i principali settori di impiego per i
sistemi LIDA, si ricordano le macchine
per la produzione e la lavorazione di
componenti elettronici e il rilevamento
di posizione su macchine di misura
a coordinate.
Lavorazione del nastro grezzo
La nascita del sistema LIDA è
complessa e articolata in fasi
successive: si parte innanzi tutto
con la produzione dei nastri; si
attua una pulitura preliminare con
controllo al 100% del materiale
grezzo che viene acquistato e che
viene consegnato avvolto su bobine
(coil) da fornitori di acciaio. Prima di
passare al processo produttivo vero
e proprio, il materiale viene tagliato
alla larghezza richiesta di 13 mm.
Il nastro viene poi levigato e
lucidato, a gruppi di 600 m alla volta,
su appositi impianti continui: è in
questa fase che si cerca di
raggiungere l’elevata qualità
superficiale per la graduazione che
viene richiesta ai sistemi LIDA dove
anche le caratteristiche di riflessione
del sistema vengono attentamente
monitorate.
Queste operazioni sono rese
possibili, oltre che dalle unità di
controllo, anche dall’intervento di
operatori esperti, in grado di valutare
con competenza i risultati della
lavorazione superficiale.
I nastri così ottenuti, dopo essere
stati puliti e lucidati con spazzole,
getti ad alta pressione e ultrasuoni,
devono essere sottoposti a test per
la verifica della geometria e dei
parametri ottici: tutti i dati acquisiti
durante questi test sono registrati e
immagazzinati negli archivi elettronici
per le statistiche di qualità, a
disposizione degli operatori
responsabili delle fasi produttive
successive.
LIDA: LA PRECISIONE HEIDENHAIN SU LARGA SCALA
LIDA con testina di scansione
7
Visto da vicino
Visto da vicino
Sorgente luminosa
Lente focalizzatrice
Maschera
Fascio
luminoso
Nastro
La produzione delle graduazioni sulla vernice fotosensibile che ricopre lo strato
dorato avviene come su una pellicola fotografica
I sistemi di misura HEIDENHAIN aperti della serie LIDA sono molto
compatti e leggeri
8
Produzione delle graduazioni
Il nastro grezzo è ora pronto per
essere dorato sulla superficie
superiore, tramite un processo
chimico. La sicurezza che accompagna
la deposizione galvanica dell’oro sui
nastri è particolarmente curata: gli
impianti sono dotati di ottimi sistemi
di aspirazione e di sensori che
monitorano l’eventuale presenza di
gas nocivi, e gli assistenti di
laboratorio controllano regolarmente
le condizioni dei bagni chimici.
Lo strato dorato viene poi trattato
con una speciale vernice
fotosensibile, che ha un
comportamento simile a quello di una
pellicola fotografica. La produzione
vera e propria delle graduazioni viene
eseguita con processo continuo: la
luce genera il campione desiderato
sullo strato di vernice fotosensibile,
mediante una maschera (negativo)
posta tra una lampada e il nastro.
Come sorgente luminosa si impiegano
lampade flash o laser.
Proprio come in un laboratorio
fotografico, si deve poi sviluppare
la posa. La luce ha modificato
chimicamente la vernice in modo
che sia possibile eliminarla nei punti
corrispondenti. I settori dorati ora
liberi, non più ricoperti da vernice,
vengono incisi metallicamente e
quindi resi opachi e scuri. Con diverse
operazioni di lavaggio e pulizia viene
eliminata anche la vernice; rimane
quindi un nastro dorato con linee
scure fini, la famosa graduazione
LIDA. Sul campione “a strisce” così
ottenuto si può spostare, per esempio,
una testina di scansione di una
macchina di misura per elaborare
informazioni lineari dalla precisione
micrometrica.
È così terminata la lavorazione delle
graduazioni LIDA: prima di metterle
a disposizione dei clienti, però,
HEIDENHAIN sottopone tutti i nastri
a un controllo completo. Tutte le
ampiezze del segnale, gli indici di
riferimento e l’accuratezza lineare
rispetto a un riferimento calibrato
vengono misurati in un apposito
banco della lunghezza di 30 m in
presenza di specifiche condizioni
termiche.
Impianto di copiatura per nastri LIDA
Banco di misura con slitta
Rifiniture su ordinazione
I singoli clienti richiedono spesso
condizioni di montaggio particolari,
basate sul tipo di impianto utilizzato.
Per ognuno, i nastri devono essere
tagliati su misura e sottoposti
all’opportuna lavorazione finale prima
della consegna.
Oltre ai differenti passi di divisione
(20, 40 e 100 µm di distanza da una
linea all’altra), sono disponibili
nastri con e senza indici di
riferimento codificati, per
applicazioni su superfici piane o
curve. Il completamento dei nastri
con i relativi accessori e un nuovo
controllo qualità seguito
dall’imballaggio vengono effettuati
nella fase di controllo finale.
I nastri LIDA sono ora pronti per
essere utilizzati. I due settori
principali in cui verranno richiesti
sono, da un lato, le macchine di
misura con i loro lunghi bancali, che
necessitano quindi di nastri di una
certa lunghezza e, dall’altro,
l’industria elettronica (applicazioni
veloci con motori lineari, foratrici per
schede, assi manuali), per cui
possono essere sufficienti anche
nastri di appena 50 mm.
Non solo; i nastri LIDA si possono
usare anche come sistema di
misura angolare: a tale scopo il
nastro viene adattato e fissato al
diametro interno o esterno di un
cilindro metallico, e la testina di
scansione viene posizionata sulla
circonferenza. Un esempio di nastri
di questo tipo si ha nel caso del
gigantesco telescopio
dell’Osservatorio meridionale
europeo ESO in Cile, in cui si trova
un nastro di 24 m di lunghezza
avvolto intorno a una corona girevole
del diametro di 7,7 m.
9
Intervista a Jury Chechi
ApertaMente
QUANDO STILE E BRAVURA SONO
UNA QUESTIONE DI PRECISIONE
MILLIMETRICA
La ginnastica artistica vive di dettagli che richiedono rigore assoluto. La
tecnologia permette di misurare e correggere gli errori con estrema
esattezza. Il campione degli anelli parla delle macchine nello sport: sono
un valido aiuto, ma da sole non bastano
di Susi de Pretis
Atene 2004, la figura della "rondine" durante la finale agli anelli
QUANDO STILE E BRAVURA SONO UNA QUESTIONE DI PRECISIONE MILLIMETRICA – LA RIVOLUZIONE
FRANCESE E LA “RIVOLUZIONE DEL METRO”: NASCITA DI UN’UNITÀ DI MISURA – PAROLE & NUMERI
Jury Chechi non ha bisogno di presentazione. Tutti hanno presente il campione dai capelli rossi che con i
suoi spettacolari volteggi agli anelli è riuscito a rendere popolare in Italia una disciplina difficile come la
ginnastica artistica. Ci limitiamo dunque a un breve excursus delle tappe più rilevanti della sua carriera per
lasciare poi che sia lui stesso a raccontarci di sé, di come è cambiato lo sport in un’epoca di grande
trasformazione dovuta all’avvento della tecnologia e infine di cosa significhi oggi fare sport.
11
ApertaMente
Entrato nella storia dello sport nel 1993,
come primo ginnasta italiano vincitore
di un campionato del mondo, Chechi è
anche l’unico atleta ad aver vinto il titolo
per cinque volte consecutive.
Dopo aver mancato l’Olimpiade di
Barcellona del 1992 a causa di un
incidente, partecipa ai giochi di Atlanta
nel 1996 conquistando l’oro.
Una splendida vittoria che lo farà
entrare nella leggenda.
ApertaMente
Ormai il “signore degli anelli” è un
personaggio ammirato per la bravura e
la perfezione di stile e amato per la
spontaneità e la simpatia.
Nel 2000 un secondo grave incidente lo
costringe a ritirarsi. Ma presto la
decisione è revocata: Chechi non si
rassegna ai capricci del destino. Vuole
essere lui a decidere quando porre fine
alla carriera sportiva. Si apre così la
partita più difficile: come nella migliore
tradizione mitologica, la sfida fra
l’uomo e il fato.
Rimettersi in gioco non è facile, ma
l’atleta può contare su una forza di
volontà e una tenacia eccezionali e
soprattutto su una grandissima
passione. Così dopo un lungo periodo
di inattività, a 35 anni e con una spalla
non perfettamente funzionante,
partecipa alle Olimpiadi di Atene e
vince il bronzo.
Ormai sei entrato nella storia dello
sport e nella leggenda della
ginnastica artistica come il “signore
degli anelli”. Di quali responsabilità ti
senti caricato con questo ruolo?
Leggenda, sinceramente, mi sembra
una parola esagerata. E non lo dico per
falsa modestia. Sono molto orgoglioso
degli obiettivi che ho raggiunto. Tuttavia
non mi sento una leggenda. Mi sento
un uomo che si è impegnato molto, che
ha lavorato, faticato e ha ottenuto i
risultati che voleva. Non mi sento di
portare responsabilità, né credo di
essere un esempio. Mi capita spesso
di ricevere mail da persone che mi
fanno i complimenti e mi raccontano
delle sfide che anche loro si
propongono di affrontare nella vita. Io
rispondo che l’importante è trovare la
forza di provarci. Secondo me occorre
sempre mettersi in discussione e avere
il coraggio di credere in quello che si fa.
Una dozzina di medaglie europee e
mondiali, oro ad Atlanta nel 1996,
bronzo ad Atene nel 2004. Quale è
stata la vittoria più importante nella
tua carriera?
Sono sicuramente le due vittorie alle
Olimpiadi ad avermi dato di più. Quella
di Atlanta nel ’96 è stata il coronamento
della mia carriera di atleta. Ho lavorato
molto, molto faticato, ma volevo
arrivarci e ce l’ho fatta. Mi sono sentito
davvero appagato come atleta. L’altra,
ad Atene l’anno scorso, pur essendo
solo un bronzo, mi ha appagato come
uomo. Per me è stata una sfida a livello
umano e, aggiungerei, una sfida
coraggiosa. Con questa vittoria credo di
aver dato un segnale di speranza non
solo per chi fa sport. Penso di aver
dimostrato che è possibile raggiungere
l’obiettivo che ci si è posti, anche senza
doti particolari e senza essere favoriti
dalla fortuna. Basta crederci con forza.
Il portabandiera azzurro al termine dell’esercizio che lo condurrà al podio
12
Cosa ti ha spinto a rimetterti in
gioco?
Non volevo finire la carriera con un
infortunio. Pensavo che fosse ingiusto.
Volevo essere io a decidere quando
ritirarmi. Ma non solo. Mi sono rimesso
in gioco anche perché avevo fatto una
promessa a mio padre che era malato:
se lui guariva, io ricominciavo a
gareggiare e andavo all’Olimpiade. Lui
è guarito, così dovevo mantenere la
promessa fatta. E poi la nascita di mio
figlio Dimitri mi ha dato nuova energia.
Nel 2002 c’è stato a Milano uno
storico incontro che ha visto insieme
Savino Guglielmetti, oro a Los
Angeles nel ’32, Franco Menichelli,
oro a Tokio nel ’64 e te, oro ad
Atlanta nel ’96. Cosa ha significato
per te questo incontro?
È stato un momento emozionante.
Guglielmetti lo conoscevo già, è una cara
persona. Menichelli invece l’ho
conosciuto in quell’occasione. Per noi
giovani atleti era un mito, un campione
indiscutibile. Quel giorno abbiamo fatto
una lunga chiacchierata. È stato molto
bello sentire da loro le storie di una
ginnastica molto diversa da quella del
mio tempo.
Chechi racconta la sua vita e la carriera
sportiva in Semplicemente Jury
Cosa è cambiato in tanti anni?
È cambiato un po’ tutto, la
metodologia, la tecnica, le
attrezzature. Però ciò che più mi ha
emozionato è stato constatare che
una cosa è rimasta sempre uguale:
la grande passione per lo sport.
Continua a essere la passione
l’elemento fondamentale che ti
consente di superare le difficoltà,
soprattutto quelle fisiche, anche se
magari le macchine ti permettono di
farlo in modo meno faticoso.
Nella tua biografia (Semplicemente
Jury, Sperling & Kupfer, 2005)
racconti che il metodo di
allenamento russo aveva dato
ottimi risultati anche grazie
all’adozione di moderne
tecnologie. Secondo te questi
sistemi sono validi?
Sì, nel modo più assoluto. La
ginnastica vive di dettagli, di
precisione millimetrica. La perfezione
richiede una cura costante ed
estremamente attenta. In questo le
macchine possono essere d’aiuto.
Negli anni Novanta si è assistito a una
vera e propria trasformazione nello
sport dovuta all’applicazione delle
macchine e del computer. Io ho
vissuto questo momento di
passaggio. I primi a usare le
tecnologie nella ginnastica sono stati
i russi. Parliamo di un’epoca
precedente alla caduta del muro di
Berlino. Era curioso perché si
allenavano in strutture che di moderno
non avevano nulla, ma utilizzavano le
tecnologie più avanzate. Negli
allenamenti i tecnici riprendevano gli
atleti con videocamere e ne filmavano
i movimenti dopo aver applicato
sensori in particolari punti chiave. Poi
guardavano le immagini sugli schermi
e riuscivano a studiare gli errori di
posizione con rigore scientifico grazie
alla possibilità di effettuare misurazioni
millimetriche. I risultati erano ottimi
perché potevano essere molto precisi
nelle correzioni. Col tempo
13
ApertaMente
ApertaMente
Hai subito due incidenti che hanno
richiesto, soprattutto il secondo,
uno sforzo enorme per tornare a
gareggiare. La tecnologia ti è stata
di supporto in fase di terapia e di
riabilitazione?
Sì, subito dopo l’intervento ho usato
elettrostimolatori per un paio di mesi
per la riattivazione muscolare e per la
riabilitazione.
Cosa serve per diventare bravi
ginnasti e in generale per riuscire
nelle varie discipline sportive?
Per fare sport ad alto livello è
sicuramente necessario avere
qualcosa in più che non si può
costruire. Occorre insomma essere
geneticamente dotati. A un livello più
basso, invece, sono convinto che si
possano raggiungere ottimi risultati
anche con un buon allenamento e
una buona tecnica.
Il ginnasta più anziano dei Giochi Olimpici di Atene esulta dopo la premiazione
l’esperienza russa è approdata anche
da noi.
Ti sei avvalso delle tecnologie negli
allenamenti?
Sì, anche se con altre applicazioni. Ho
14
usato le macchine soprattutto per
rinforzare la muscolatura. Io penso
che le macchine aiutino e siano utili
nei limiti accettabili. Ma sono
convinto che lo sport sia ancora
soprattutto l’atleta a farlo.
bene. Il primo è che fare sport piace,
diverte e quindi gratifica. Trovare
occasioni per fare qualcosa al solo
scopo di divertirsi, senza avere altri
obiettivi utilitaristici che siano di
guadagno, di fama o altro, ormai è
sempre più difficile. Lo sport si offre
proprio come una di queste rare
occasioni. Il secondo motivo è che
fare sport fa bene alla salute, a livello
neurologico e neuromuscolare. Lo
sport aiuta a mantenersi sani e anche
equilibrati.
Secondo te quanto conta la
presenza di una buona guida e di
strutture adeguate?
Una buona guida è fondamentale. Da
solo fai troppi errori. È necessario
creare i presupposti per potersi
vedere e valutare in modo meno
personale possibile. E questo è
possibile solo attraverso la presenza
di una seconda persona.
Naturalmente serve anche una
struttura adeguata, cosa non sempre
facile da trovare nel nostro Paese,
anche se, rispetto a qualche anno fa,
mi sembra che le cose siano
migliorate.
Secondo te esiste in Italia una
buona cultura dello sport?
Dipende. Persone che fanno attività
sportiva per il piacere di farla ce ne
sono parecchie. Il problema è che per
lo più si dedicano allo sport in maniera
saltuaria, senza continuità. Manca la
consapevolezza che lo sport fa bene
solo se diventa un’attività regolare e
costante. Purtroppo fare sport ogni
tanto può essere persino
controproducente e pericoloso perché
si rischia di sottoporre il corpo a uno
stress senza avere un adeguato
allenamento. Prima di cimentarsi in
attività sportive occorre una
preparazione atletica che va costruita
gradatamente. C’è poi il livello dello
sport da guardare, lo sport spettacolo,
dove, parlando di cultura, in Italia
siamo monoculturali: esiste solo il
calcio. E questo secondo secondo me
è la negazione della cultura. Eppure
dovremmo esserci accorti che
esistono anche altri sport. Atene lo ha
dimostrato in modo netto.
Pur senza dover necessariamente
diventare campioni, fare sport è
importante nella vita di una
persona. Perché?
Poco fa mi trovavo in mezzo a 1.500
bambini per una manifestazione
sportiva di base e mi ha colpito la
gioia e il piacere con cui questi
ragazzini partecipavano. Io credo che
ci siano almeno due buoni motivi per
cui praticare un’attività sportiva è
Spesso si cercano i risultati senza
fatica. Tu hai sempre mantenuto un
atteggiamento di condanna nei
confronti di ogni sostanza chimica
nello sport. Cosa diresti in
proposito agli atleti e a chi pratica
sport anche a livello
dilettantistico?
Ribadisco con fermezza la necessità
di portare avanti la lotta al doping che
rappresenta una delle iatture più gravi
dello sport. Tuttavia vedo segnali
positivi che mi fanno essere
ottimista. Ho l’impressione che si stia
imboccando una buona strada. Per
esempio mi sembra una buona cosa
l’introduzione di una legge che è più
severa nei confronti sia di chi
distribuisce sostanze dopanti sia di
chi le consuma. Agli atleti va detto
che il doping fa male. Mi sembra che
questo dovrebbe essere un
argomento sufficiente a convincere
chiunque abbia un briciolo
d’intelligenza.
Molti pensano di poter raggiungere
un’ottima forma fisica standosene
comodamente distesi con l’aiuto di
qualche elettrostimolatore. Che
cosa pensi della “ginnastica da
salotto”?
Magari fosse vero! Purtroppo talvolta
si tratta di false promesse. Non è che
l’elettrostimolazione faccia male,
intendiamoci. Al contrario fa bene e
aiuta se coordinata con la normale
attività fisica. Ma pensare di vincere
la cellulite con la sola
elettrostimolazione o di buttare giù il
grasso senza muoverti è una pura
illusione. Per mettersi in forma e
mantenere una buona forma si deve
fare attività fisica con costanza. La
fatica è compensata dal piacere di
muoversi e dai risultati.
In che modo secondo te si può
trarre beneficio dall’uso della
tecnologia applicata allo sport?
C’è sempre più tecnologia in tutti gli
sport. Prendi un attrezzo qualsiasi,
come lo skate o la bicicletta, e vedrai
che è il risultato di un’evoluzione
tecnologica. Io penso che il progresso
tecnologico abbia dato un contributo
importante e positivo perché aiuta a
migliorare le prestazioni e facilita il
compito dell’atleta. Ma ribadisco
quanto già detto prima: le macchine,
per quanto sofisticate, non possono e
non potranno mai sopperire all’attività
dell’uomo.
Università degli studi del Molise,
conferimento Laurea ad Honorem
in scienze motorie
(Campobasso, 2004)
Consiglieresti a un ragazzo di fare
ginnastica artistica?
Il consiglio che darei io non è di fare
ginnastica artistica, ma di fare sport.
Gli direi di provarne tanti, anche la
ginnastica artistica naturalmente,
perché è bella. Ma dopo aver provato,
ognuno deve scegliere lo sport che
più gli piace o per il quale si sente più
portato. Comunque la ginnastica
artistica ti può dare grandi
soddisfazioni perché fai cose
complicate e riuscire a fare cose
difficili è sempre gratificante. Io sono
certamente di parte, ma la ginnastica
è uno sport molto bello da vedere, se
mi si passa il termine, direi che è
“televisivo”, spettacolare.
Dopo lo splendido risultato di
Atene hai deciso di ritirarti. Ma,
come si legge nella tua biografia,
hai sempre bisogno di una sfida.
Quale sarà la prossima?
Ormai non mi pongo più sfide di tipo
agonistico, ma altre sfide. Ho in testa
altri progetti, ma sono nella fase in
cui devo capire quali sono i più
importanti. Ancora non ho deciso. Per
il momento mi sono preso una sorta
di periodo sabbatico e voglio
dedicarmi soprattutto ai miei due
bambini.
15
ApertaMente
LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA
“RIVOLUZIONE DEL METRO”: NASCITA
DI UN’UNITÀ DI MISURA
Un’affascinante ricostruzione storica che ripercorre i passi che hanno
portato alla definizione del sistema metrico decimale, sancito a livello
internazionale 130 anni fa
Oggi si parla correntemente di chip
di 180 nanometri (nm) o di circuiti
stampati di 75 micrometri (µm).
Misure microscopiche di cui ci si può
fare un'idea pensando, per esempio,
che in un secondo il capello umano
cresce di circa 8 nm, ovvero
0,000008 mm, oppure ancora
0,000000008 m (8 · 10–9 m). Ma
quando passiamo dagli oggetti della
nostra realtà quotidiana agli elementi
fondamentali della fisica, le
dimensioni perdono qualsiasi
ancoramento al senso comune: è il
caso dei nuclei atomici, misurati in
femtometri (10–15 m). Gli elettroni e i
quark rientrano persino nell’ordine
degli attometri (10–18 m). Saltando
dall'estremamente piccolo
all’estremamente grande,
considerando per esempio il diametro
della Terra, si viene catapultati invece
nell’ordine dei megametri (12,7 · 106 m),
o dei terametri laddove si voglia
misurare la distanza tra la Terra e il
Sole (0,1496 · 1012 m), o l'estensione
dell’intero universo (circa 1026 m),
per cui è più comune utilizzare gli
anni luce.
Tutte queste dimensioni, che
testimoniano lo straordinario
affinamento delle nostre capacità di
misurazione, rimandano a un'unità, il
“metro”, che oggi diamo per scontato,
ma che si impose a livello
internazionale “solo” 130 anni fa
nell'ambito di una Convenzione che
ne stabilì definitivamente le
caratteristiche, dopo quasi un secolo
di dispute e rocambolesche vicende
storiche e scientifiche.
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L'avventura comincia in Francia ai
tempi della Rivoluzione francese.
L’Europa esce da secoli di guerre
religiose e regimi oppressivi che si
reggono su un sistema di caste e
un'atmosfera intrisa di superstizioni.
La data che segna la discontinuità fra
“vecchio” e “nuovo” regime è
il 14 luglio del 1789, giorno in cui
vengono espugnate le prigioni
parigine della Bastiglia: siamo al
culmine della Rivoluzione, fiorita in
pieno clima illuministico e presto
degenerata negli anni del Terrore.
La monarchia viene abbattuta con la
forza al grido di “Libertà, uguaglianza
e fraternità”; i sudditi diventano
cittadini, con una carta dei diritti e una
inedita fiducia nei Lumi della Ragione
in grado di dissipare le tenebre della
superstizione e della intolleranza.
Dagli altari cadono quelli che vengono
considerati gli idoli di una religione
troppo corriva con il potere e al suo
posto viene issata la Dea della
Ragione, nelle sembianze di una
giovane donna. Il fervore giacobino
non si limita però a sovvertire l'ordine
politico, ma si applica con pari
energia e zelo a riformare ogni
aspetto del vecchio regime giudicato
irrazionale e oscurantista. A
cominciare dalla suddivisione del
tempo. Il calendario gregoriano, che
era stato introdotto nel 1582 da papa
Gregorio VIII al posto del calendario
giuliano, viene abrogato perché fissa
l'inizio nella nascita di Cristo.
Dall’ottobre 1793 lo sostituisce il
calendario rivoluzionario, composto
da 12 mesi di 30 giorni ciascuno
secondo un ordine più aderente
all'avvicendarsi naturale delle
stagioni. Il 22 settembre 1792, data
di proclamazione della Repubblica
francese per caso coincidente con
l'equinozio d'autunno, viene definito
come inizio del nuovo anno “0”
secondo la nuova cronologia. Ogni
mese è suddiviso in tre settimane di
10 giorni ciascuna (sistema decimale).
Vengono cancellati le domeniche e i
giorni festivi cristiani.
Dall'anno si passa a rivoluzionare la
scansione della giornata, giudicata
anch'essa poco confacente all'ordine
di ragione e natura. Così,
l'11 novembre 1973 viene abolito il
giorno di 24 ore con ore da 60 minuti,
e sostituito da un giorno di 10 ore
L'alternativa del pendolo
Per pura coincidenza, un pendolo semplice lungo un metro batte virtualmente il secondo:
ogni sua oscillazione, infatti, dura approssimativamente un secondo. Dopo gli studi di
Galileo Galilei, nel secolo XVII il pendolo era ben conosciuto: al 1657 risale il primo orologio
a pendolo realizzato da Christian Huygens. Perché allora non utilizzare questo strumento per
definire il metro? L'idea contagia i migliori ingegni dell'epoca: nel 1660 la Royal Society
propone di mettere in relazione le unità di tempo e lunghezza tramite pendoli, su
suggerimento ripreso da Huygens e Ole Romer. L'italiano Tito Livio Burattini propone la
stessa cosa nel 1675, suggerendo inoltre di chiamare la nuova unità metro. In Francia,
invece, a sostenere l'ipotesi del pendolo è il vescovo di Autun, Charles Maurice de
Talleyrand-Perigord, più noto col nome di Talleyrand. Nell'aprile del 1790 il vescovo presenta
un progetto basato su un'unità di lunghezza determinata da un pendolo che batte secondi di
tempo a 45 gradi di latitudine. Passano pochi mesi e un altro grande della storia,
Thomas Jefferson (che diventerà in seguito terzo presidente degli Stati Uniti d'America),
presenta alla House of Representatives un Plan for establishing Uniformity in the
Coinage,Weights, and Measures of the United States (Programma per stabilire l'uniformità
nelle monete, nei pesi e nelle misure degli Stati Uniti), in cui di nuovo l'unità di lunghezza è
basata sulle regolari oscillazioni di un pendolo. Negli stessi anni anche il parlamento
britannico discute l'ipotesi del pendolo proposta da John Riggs Miller. Tutte proposte, però,
che vengono prese in contropiede dalla decisione francese di scegliere la via della
misurazione del meridiano terrestre.
Il metro viene definito come la decimilionesima parte del quadrante del meridiano
terrestre passante per Parigi che dal Polo Nord si estende sino all’Equatore
fonte: Perché il metro batte il secondo?, di Paolo Agnoli e Giulio D'Agostini
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ApertaMente
ApertaMente
differenze per dare una base di
riferimento comune per ogni genere di
misura a tutta la nazione, cercando di
dedurre il nuovo sistema di misura
lineare “dalla natura” con una
ripartizione “più logica” di tipo
decimale, a cui doveva essere adeguata
anche la misurazione del peso.
Questo avrebbe notevolmente aiutato
i commerci e lo sviluppo scientifico e
tecnico, nel quale l'Illuminismo
vedeva, come dimostra la
realizzazione dell'Enciclopedia (o
Dizionario ragionato delle scienze,
delle arti e dei mestieri) del 1772, il
principale motore di progresso civile
e di emancipazione umana.
Né Diderot né d'Alembert, curatori
dell'Enciclopedia e principali
animatori dell'Illuminismo insieme a
Voltaire, avrebbero potuto prevedere
che da questo processo di revisione
di pesi e misure sarebbe emerso il
“metro”, definito come la
decimilionesima parte del quadrante
del meridiano terrestre che dal Polo
Nord si estende attraverso
Dunkerque, Parigi e Barcellona per
arrivare sino all’Equatore.
E soprattutto che la nuova unità di
misura avrebbe consentito di definire
altre sette unità standard (unità SI)
per le grandezze fisiche di base,
e che questo sistema metrico decimale
sarebbe stato utilizzato nel volgere
di pochi decenni dal 95% della
popolazione mondiale.
Il metro, il pendolo e la Terra
Nel caos politico di quegli anni, il
difficile compito di stabilire la nuova
unità di misura viene affidato agli
astronomi e membri dell'Accademia
delle scienze di Parigi Jean-BaptisteJoseph Delambre (1749-1822)
e Pierre-François-André Méchain
(1744-1804), impresa narrata
nell'interessante libro di Ken Alder
La misura di tutte le cose.
L'avventurosa storia dell'invenzione del
sistema metrico decimale (Rizzoli, 2003).
Targa commemorativa della misurazione del meridiano in prossimità della
città di Rodez
Il “circolo a riflessione”, strumento
dell'epoca per le misurazioni
angolari di precisione
da 100 minuti ciascuna.
Anche la suddivisione del cerchio in
360°, che risaliva ai babilonesi, non è
più conforme alle nuove idee. La
nuova divisione del cerchio diventa
di 400° con un angolo retto a 100°.
Tutte le tabelle trigonometriche
e logaritmiche dovettero essere
convertite e modificate.
Il fervore dei rivoluzionari non
risparmia nemmeno il vecchio e
intricato sistema di pesi e misure,
che solo in Francia contava fino a
250.000 unità diverse.
La razionalizzazione porta
nell'immediato a un caos totale:
gente abituata da sempre a ragionare
– con notevoli differenze fra una regione
e talvolta una città e l'altra – in tese,
cubiti, piedi, palmi, spanne e pollici, in
libbre e staia, vede vacillare le antiche
certezze. Tuttavia l'intento del nuovo
regime è proprio quello di annullare tali
18
Vignetta che descrive l'impresa francese della misurazione del meridiano
compreso fra Barcellona e Dunkerque passante per Parigi
Molte definizioni della nuova misura
lineare vengono discusse a livello
nazionale e internazionale e quindi
rifiutate. Alla fine restano in lizza la
“lunghezza del pendolo del secondo”
e la definizione della circonferenza
terrestre come costante naturale.
La lunghezza del movimento di un
pendolo nel corso di un secondo ha
tuttavia lo svantaggio di variare in
funzione del grado di latitudine. Già
allora era noto infatti che la Terra non
è una sfera ma un ellissoide di
rotazione, un cosiddetto “geoide”. La
misurazione deve essere idealmente
eseguita al 45° di latitudine Nord.
I francesi eleggono la città di
Bordeaux come sede di tale
misurazione, gli inglesi Londra.
In merito a tali controversie, invece,
il 26 marzo 1791 l’Assemblea
Costituente già riunita a Parigi decide
di procedere alla misurazione del
meridiano e di definire la
decimilionesima parte della distanza
tra Polo Nord e l'Equatore come nuovo
campione di misura lineare.
Devono tuttavia essere soddisfatte
le seguenti condizioni: l’arco del
meridiano da misurare deve essere
almeno di 10°; deve trovarsi al 45°
di latitudine Nord per non risentire
dell’appiattimento della sfera terrestre
ai Poli; entrambe le estremità dell’arco
del meridiano devono trovarsi
all’altezza del mare; meglio sarebbe
misurare un meridiano che passi per
una regione già soggetta a
misurazione in passato.
Il meridiano che passa per Dunkerque,
Parigi e Barcellona soddisfa tali
condizioni ed era già stato misurato a
tratti nel 1700 dall'astronomo francese
Jean Dominque Cassini e nel 1740 da
César-François Cassini (direttore
dell’Osservatorio astronomico di
Parigi), sebbene con gli strumenti
semplici in uso ai quei tempi. Inoltre,
un nuovo “circolo a riflessione”, ideato
da Jean-Charles de Borda (1733-1799)
ma progettato e realizzato da Etienne
Lenoir (1744-1822), consente di
eseguire la misurazione angolare
e quindi di definire la distanza con
maggior precisione. Delambre è
responsabile della parte settentrionale
di questa distanza (Dunkerque-Rodez)
e Méchain di quella meridionale
(Rodez-Barcellona).
Una misura durata sette anni
Dopo la proclamazione sottoscritta
il 10 giugno 1792 dal re Luigi XVI
“relativa all’osservazione e agli
19
ApertaMente
Dettaglio della misura attraverso
triangolazione del meridiano fra
Dunkerque e Barcellona
esperimenti per armonizzare pesi
e misure”, Delambre e Méchain si
muovono in direzioni diverse.
La teoria non presenta particolari
complicazioni: se si riesce a misurare
la lunghezza di un arco di meridiano (s)
e la sua apertura angolare (α), la
lunghezza del meridiano può essere
determinata come 360° x s/α, se si
assume una forma circolare del
meridiano. L'angolo α può essere
determinato da osservazioni
astronomiche, la lunghezza s con il
metodo della triangolazione, ben
conosciuto a quel tempo: il terreno
viene suddiviso in triangoli tra loro
20
ApertaMente
adiacenti e, tramite la misura dei lati,
degli angoli e la conoscenza delle
relazioni esistenti tra questi elementi,
si effettua la misurazione del terreno.
In questo caso, viene creata sulla
carta una triangolazione da Dunkerque
a Barcellona che consente di
determinare la lunghezza totale
dell’arco di meridiano. Ogni singolo
punto di misura doveva essere visibile
da almeno altri tre punti: Delambre
e Méchain utilizzavano a questo scopo
edifici di una certa altezza (spesso
campanili delle chiese) o cime
montuose.
Dato che lo scopo della spedizione di
Delambre e Méchain è proprio quello
di definire un’unità di misura della
lunghezza, è comunque necessario
che i due astronomi e gli scienziati
francesi si accordino su un’unità da
usare come riferimento per la
misurazione dell’arco di meridiano tra
Barcellona e Dunkerque: viene scelta
la tesa, che oggi sappiamo
corrispondere a 1,83 m.
Nell’ambito di queste misurazioni delle
linee base vengono definiti
l’allineamento lungo una linea ideale,
l’altezza e la temperatura. La linea
base deve essere il più possibile piana
in modo da non dover apportare
correzioni in altezza. Tutti i lati possono
essere calcolati utilizzando misurazioni
angolari con la possibilità di ripetere
con la frequenza desiderata queste
misurazioni al fine di minimizzare
l’errore statistico, correggendo per la
rifrazione della luce attraverso
l’atmosfera e la curvatura della
superficie terrestre.
Da questa triangolazione Delambre e
Méchain riescono infine a calcolare la
lunghezza del meridiano. Ma a prezzo
di quali fatiche... Di particolare
difficoltà è stata la definizione
astronomica dei punti di misura più
settentrionale e meridionale
(definizione del grado di latitudine
Nord per Dunkerque e Barcellona).
Per Dunkerque, Delambre determina
una latitudine nord di 52°2’16,66” e
per Barcellona Méchain definisce una
latitudine nord di 41°21’45,10”. La
differenza di 10°41’ viene stabilita in
rapporto alla distanza tra Dunkerque
e Barcellona e calcolata per
triangolazione a 90°. Si fissa in questo
modo la lunghezza del quadrante del
meridiano terrestre.
La misurazione che inizialmente
doveva durare un solo anno, viene
continuamente ostacolata dai tumulti
della rivoluzione e dalle guerre con
l’Inghilterra e la Spagna, e viene
conclusa solo dopo sette anni. Sia
Delambre sia Méchain, nel frattempo
vengono imprigionati più volte e
restano vittime di incidenti. Alle
Per le misurazioni, vennero utilizzati
i campanili, come ad esempio quello
della cattedrale di Rodez
Méchain aveva allestito un punto di osservazione nella fortezza sul Mont-Jouy,
nelle vicinanze di Barcellona
vicissitudini personali in anni così
agitati, si aggiungono i patemi
scientifici legati all'impresa: Méchain
è dubbioso sui dati rilevati a Barcellona.
Le sue stazioni di misura vengono più
volte distrutte, anche perché la
popolazione diffida di questi
“agrimensori” scambiandoli per
esattori di nuovi tributi.
Il primo metro standard è un po'
troppo lungo...
Méchain (e probabilmente non solo lui)
aveva davvero sbagliato qualcosa:
oggi, grazie alle misurazioni satellitari,
sappiamo infatti che la lunghezza tra il
Polo e l’Equatore è esattamente di
10 milioni e 2.290 m. La decimilionesima
parte di questa distanza corrisponde a
1,000229 m: il nostro metro, quindi, è
più corto di 0,229 mm rispetto alla
definizione che ne era stata data.
Un risultato comunque di tutto rispetto,
considerati gli strumenti e le possibilità
tecniche a disposizione dei due
astronomi francesi e le condizioni
storico-politiche che accompagnarono
la spedizione.
In riferimento all’arco di meridiano,
che rappresenta soltanto 10°41’ dei 90°
del quadrante del meridiano terrestre,
i due direttori della spedizione hanno
sbagliato la misurazione di appena
270 m circa sul tratto da Dunkerque a
Barcellona. Se si pensa che Méchain
ha cercato per anni di tenere nascosto
che la misurazione della latitudine nord
di Barcellona era affetta da un errore,
questo traguardo risulta ancora più
degno di nota.
Nel corso della prima Conferenza
internazionale delle scienze di Parigi,
a cui prendono parte scienziati olandesi,
danesi, svizzeri, spagnoli e italiani,
vengono presentati e discussi i
risultati raggiunti da Delambre e
Méchain. Si scopre allora che
l’eccentricità della Terra è maggiore
di quella presunta fino a quel momento
e che la sua superficie non presenta
una curvatura uniforme. Non si può
dire quindi che esista alcuna misura
tratta dalla natura che possa fungere
da costante naturale per la lunghezza,
in quanto ogni meridiano del pianeta
presenta una curvatura diversa e di
conseguenza anche una lunghezza
differente. Il metro stabilito dai
francesi deve quindi essere definito
non come la decimilionesima parte
della distanza tra Polo Nord ed
Equatore, ma come la decimilionesima
parte del meridiano terrestre passante
per Parigi.
Peraltro, già nel 1793, prima del
termine della spedizione del
meridiano, era stato introdotto in
Francia il sistema decimale e un metro
provvisorio, calcolato sulla base delle
vecchie misurazioni del meridiano
effettuate da Cassini. A un metro
dovevano quindi corrispondere
443,44 linee. Dopo lunghe discussioni
in merito all’eccentricità e alla linea
ideale di un ellissoide di rotazione si era
stabilito che 443,296 linee
Il difficile compito di stabilire la nuova unità di misura venne affidato a
Jean-Baptiste-Joseph Delambre (a sinistra) e Pierre-Francois-André Méchain
(a destra)
21
ApertaMente
ApertaMente
Illustrazione della barra di platino-iridio come prototipo del metro e del cilindro
come prototipo del chilogrammo
corrispondevano a 1 metro. Il metro
provvisorio era stato quindi accorciato
di 0,325 mm. Decisamente troppo, visto
che alla luce delle odierne misurazioni
satellitari, il valore esatto sarebbe stato
di 443,3975 linee.
Resta comunque paradossale che il
metro provvisorio si avvicinasse di più
alla misura effettiva di quello stabilito
dalla spedizione di Delambre e Méchain.
A spedizione conclusa, il 22 giugno 1799,
vengono sottoposte all’Assemblea
Costituente quattro barre in platino di
sezione quadra, che devono
rappresentare il “metro campione”.
Agli studiosi stranieri viene consegnato
un facsimile in ferro, perché ogni paese
possa godere della nuova unità di
misura.
Parallelamente vengono ridefinite, oltre
alla misura lineare, la misura di
superficie e di capacità, come pure la
misura del volume dei liquidi e la misura
della massa: 1 kg è quindi la massa di
1 dm3 di acqua pura a una temperatura
di 4 °C. Questo chilogrammo campione
è oggi ancora l’unica misura archiviata
22
come standard a Parigi. Tutte le altre
misure unitarie sono state nel frattempo
ridefinite e fissate sulla base di reali
costanti naturali.
Il 4 novembre 1800 la Francia adotta
il sistema metrico in tutto il paese,
benché ancora senza i prefissi attuali.
Il sogno dell'Illuminismo, di favorire il
commercio materiale e intellettuale fra
i popoli con nuovi standard ripuliti dalle
vecchie tradizioni localistiche, sembra
finalmente avverarsi. Ma come sempre
accade con i cambiamenti radicali,
anche le nuove unità di misura vengono
accolte con poco favore dalla
popolazione, che deve abbandonare
abitudini inveterate senza essere
adeguatamente informata del nuovo
sistema.
Dopo le prime incertezze, il metro
conquista il mondo
Il sogno generoso della rivoluzione
scientifica del metro sembra destinato
a trasformarsi in un incubo: la Francia
profonda è nel caos e rifiuta il nuovo
sistema metrico decimale proprio
come i vandeani avevano resistito alla
rivoluzione. E infatti è proprio il figlio
prediletto della Rivoluzione francese,
Napoleone Bonaparte, ad abrogare
prima il calendario della Dea Ragione
nel 1806, poi il sistema metrico, il
12 febbraio 1812.
Passa appena un anno, però, perché il
destino di Napoleone volga al tramonto
con la sconfitta nella battaglia delle
nazioni a Lipsia nel 1813 e la rotta di
Waterloo nel 1815.
La nuova rivoluzione del 1830, che
reagisce contro le monarchie restaurate
dopo l'avventura napoleonica, riporta il
vento della storia a favore del metro:
nel 1837, infatti, un nuovo governo
francese delibera la reintroduzione del
sistema metrico a far data dal
primo gennaio 1840, con validità estesa
a tutte le colonie. Le ragioni pratiche
della concorrenza commerciale, in uno
scenario ormai proiettato verso la
rivoluzione industriale, si rivela più forte
delle utopie illuministiche nel dare
corso alle nuove unità di misura,
peraltro già adottate a partire dagli
anni Venti del secolo in Olanda, Belgio
e Lussemburgo. Dalla metà
dell'Ottocento, l'adozione del metro
si espande a macchia d'olio.
Nel 1866 il Congresso americano dà il
suo consenso al sistema metrico,
senza tuttavia esigerne l’obbligo di
impiego.
Nel 1867, in occasione della prima
Conferenza geodetica di Berlino, si
discute della possibilità di sostituire il
vecchio metro campione di Parigi con
un nuovo standard dalle stesse
dimensioni, in quanto le estremità
risultano rovinate e non era possibile
eseguire la misurazione con precisione.
E benché già si sapesse che la misura
definita nel 1799 dai due astronomi
francesi non corrisponde esattamente
alla decimilionesima parte del
quadrante del meridiano terrestre, si
decide provvisoriamente di mantenere
tale campione.
L'anno successivo alla Conferenza di
Berlino l'Unione doganale tedesca
internazionale dei pesi e delle misure
(BIPM).
Poiché ormai il metro è in uso in quasi
tutta l’Europa, vengono ben presto
fabbricate copie in rame del campione
in platino-iridio conservato a Parigi per
la distribuzione alle altre nazioni. Ogni
stato provvede poi a realizzare righe
graduate da utilizzare per le misure
e per il confezionamento di prodotti
e strumenti sempre più accurati
e concorrenziali.
Alla definizione di metro consegue il
sistema unitario internazionale (SI),
con le sette unità di riferimento:
metro (m) per la lunghezza,
chilogrammo (kg) per la massa,
secondo (s) per il tempo, ampere (A)
per l’intensità di corrente, grado
kelvin (K) per la temperatura, mole
(mol) per la quantità di sostanza,
candela (cd) per l’intensità luminosa
opta per il sistema metrico (a far data
dal primo gennaio 1872).
Una Conferenza internazionale indetta
a Parigi nel 1872 accerta che
il materiale impiegato nel 1799 per
il metro campione non è platino puro,
ma presenta impurità di iridio per il
10%. Per non modificare
il comportamento di dilatazione,
il nuovo metro campione deve quindi
essere realizzato utilizzando la
medesima lega. Si delibera inoltre sulla
costituzione di un ente internazionale
permanente preposto al controllo degli
ulteriori sviluppi del sistema metrico.
La prima riunione di quella che verrà
chiamata la “Convenzione
internazionale del metro” si svolge
a Parigi il 20 maggio 1875. I 17 stati
fondatori si impegnano a utilizzare
le unità definite a livello internazionale.
Vengono istituiti inoltre il Comitato
internazionale dei pesi e delle misure
(CIPM), la Conferenza generale dei pesi
e delle misure (CGPM) e il Laboratorio
Il metro nel Sistema Internazionale
La storia del metro continua: nel 1960,
durante l’undicesima Conferenza
generale dei pesi e delle misure,
il metro viene ridefinito come la
1.650.767,73esima parte della
lunghezza d’onda della luce emessa
nel vuoto dall’isotopo 86 del kripton
al passaggio dal livello elettronico 5d5
al livello elettronico 2p10. Nel 1983, poi,
si aggiunge una nuova definizione che,
secondo il desiderio degli illuministi
della Rivoluzione francese, mette in
relazione l’unità di misura della
lunghezza con una costante naturale,
la velocità della luce nel vuoto. Con
la nuova definizione, infatti, il metro
diventa la distanza percorsa dalla luce
nel vuoto in un intervallo di tempo di
1/299792458 secondi.
Dalla Conferenza del 1960 in poi viene
ufficialmente riconosciuto il sistema
unitario internazionale (SI), che
individua sette unità di riferimento per
le sette grandezze fondamentali:
• il metro (m) per la lunghezza,
• il chilogrammo (kg) per la massa,
• il secondo (s) per il tempo,
• l’ampere (A) per l’intensità di
corrente,
• il grado kelvin (K) per la temperatura,
• la mole (mol) per la quantità di
sostanza,
• la candela (cd) per l’intensità
luminosa.
Ogni nazione istituisce istituti
metrologici responsabili della
conservazione e diffusione delle unità
di misura. La globalizzazione
imperante nel campo della scienza,
dell’industria e della tecnologia, infatti,
richiede ormai l’utilizzo da parte di
tutte le nazioni di un sistema di misura
unitario. Dal 1987 l’Unione europea ha
costituito EUROMET, organismo con
lo scopo di avviare la collaborazione
tra gli istituti metrologici nazionali.
In Italia, l’organo ufficiale per la
metrologia è l’Istituto di metrologia
“Gustavo Colonnetti”, del Consiglio
nazionale delle ricerche (CNR). In
particolare, questo istituto, con sede
a Torino, svolge attività di ricerca
e formazione nell’ambito della
metrologia scientifica, industriale
e legale. I campioni italiani di metro,
chilogrammo e kelvin e di alcune unità
di misura derivate (forza, densità,
pressione e portata) sono conservati
proprio dall’istituto “Colonnetti”.
Tra le grandi nazioni industrializzate,
gli Stati Uniti non hanno ancora
adottato ufficialmente il metro come
unità di lunghezza ma,
presumibilmente, si adegueranno
presto anche loro. Fino a quel
momento, la storia del metro non
potrà considerarsi definitivamente
conclusa.
L'autore di questo articolo, Rainer
Mais, ha rivestito dal 1993 al 2004 la
carica di amministratore delegato di
HEIDENHAIN MICROPRINT GmbH
(hmp) con sede a Berlino. Durante un
viaggio in Francia, Mais si è imbattuto
casualmente in una targa che
segnalava il meridiano terrestre che si
estende dal Polo Nord a Dunkerque,
Parigi e Barcellona per arrivare sino
all’Equatore. Proprio questo meridiano
era stato “misurato” ai tempi della
Rivoluzione francese per la definizione
del metro. Da qui è nata l'idea di
scrivere questo articolo che ripercorre
le complesse e affascinanti vicende
storiche e scientifiche che hanno
portato alla introduzione della nuova
unità di misura.
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ApertaMente - LE RECENSIONI DI HEIDENHAIN info
ApertaMente
&
PAROLE
NUMERI
STO R I A D I U N L I B R O M A I P E R D U TO
Quando alla fine degli anni Cinquanta
si parlava del De Revolutionibus
orbium coelestium di Niccolò
Copernico – che per la storia della
scienza è il padre della ipotesi
eliocentrica – ci si riferiva al testo
cinquecentesco come al “libro che
nessuno ha mai letto”.
Il De Revolutionibus, che ridusse il
ruolo della Terra a quello di semplice
pianeta in rotazione intorno al Sole,
sarebbe infatti stato, a detta di molti,
troppo complesso per essere letto
davvero. Ma allora qual è la storia del
De Revolutionibus? Passò davvero di
mano in mano senza che nessuno lo
sfogliasse?
La ricerca trentennale di
Owen Gingerich, professore di
astronomia e storia della scienza a
Harvard racconta una vicenda diversa.
Gingerich ha infatti stanato e studiato
le circa 500 copie superstiti della
prima edizione (Norimberga, 1543) e
della seconda edizione (Basilea, 1566)
del De Revolutionibus, ha dipanato il
groviglio di legami tra le persone che
hanno posseduto il libro, vi hanno
scritto annotazioni o hanno copiato
commenti da un volume all’altro,
lasciando preziose indicazioni di come
sia stato letto e recepito nel periodo
del Rinascimento scientifico e anche
oltre. Gingerich ha infatti potuto
consultare le copie appartenute a
Keplero, Tycho Brahe e Galilei, ma
anche quelle dei reali Giorgio II
d'Inghilterra e Filippo II di Spagna.
L'autore ha anche ritrovato la copia
del filosofo Giordano Bruno (che
proprio sull'ipotesi di Copernico
costruì la sua teoria dell'Universo
infinito), così come le copie
appartenute al fondatore della scienza
economica moderna, Adam Smith, e
all'inventore del Welfare State, John
Maynard Keynes. Copie appartenenti
alla prima edizione e pertanto
preziose: il valore di una copia si
aggira infatti fra i 750.000 e il milione
24
C O M U N I C A R E L’ I N N OVA Z I O N E P E R AV E R E S U C C E S S O,
UNA LEZIONE PER IL FUTURO
“Innovazione” è una parola che ricorre sempre più spesso nel dibattito politico ed economico
italiano, forse a segnalare un pericoloso deficit che si tenta di colmare al più presto. È
l'innovazione scientifica e tecnologica, infatti, a rappresentare l'ingrediente principale della
competitività internazionale.
In tutti i casi, non si ha un vero cambiamento senza che ci sia anche divulgazione della novità
introdotta. Ecco perché la comunicazione del nuovo diventa un momento cruciale, soprattutto
nel settore produttivo. Questa è la tesi del libro Comunicare l’innovazione (Il Sole 24 ORE,
pag. 221, 24 euro), a cura di Andrea Granelli, con prefazione di Luca Cordero di Montezemolo,
primo volume della collana “Innovazione e competitività”.
Secondo Granelli, l’innovazione si distingue dall’invenzione (atto puramente tecnico) per la sua
valenza sociale e culturale, oltre che per gli aspetti produttivi ed economici. Come esplicitato
anche dal sottotitolo dell’opera, Perché il successo del nuovo dipende dalla capacità di
spiegarlo, la comunicazione è infatti parte integrante dello stesso processo innovativo. Una lezione importante, che
dovrebbe essere fatta propria da coloro che vogliono affacciarsi consapevolmente alle sfide del futuro e del mercato.
DA L L A G E O LO G I A A L L A B I O LO G I A , L E P R O P O ST E D I L E TT U R A P E R I P I Ù P I C C O L I
di dollari, mentre una seconda
edizione costa circa 90.000 dollari.
L'autore possiede due copie della
seconda edizione. È nata così l’opera
Alla ricerca del libro perduto (Rizzoli,
416 pagine, 17 euro), punto di arrivo di
un progetto iniziato nei primi anni
Settanta e terminato solo nel 2002.
Alla ricerca del libro perduto non è un
semplice saggio sulla teoria
eliocentrica copernicana, ma un
complesso puzzle storico per
completare il quale Gingerich si
assume il difficile compito di reperire
e incastrare i tasselli mancanti, le
copie censite del De Revolutionibus
ritrovate nelle biblioteche, librerie e
collezioni private di mezzo mondo.
Quelle che l'autore reputa le collezioni
più importanti sono a Edimburgo,
Liegi, Lipsia, Praga, all'Università
statunitense di Yale, ma soprattutto
nella biblioteca del Vaticano
e in una collezione privata di Vicenza.
Il quadro che emerge dal libro di
Gingerich non solo evidenzia la
grandezza della scoperta di Copernico,
ma raggiunge anche l’obiettivo di
dimostrare come il De Revolutionibus,
seppur scritto in un linguaggio
strettamente tecnico, abbia davvero
dato inizio a una profonda rivoluzione,
che avrebbe cambiato per sempre la
storia della scienza.
Editoriale Scienza, casa editrice per
bambini e ragazzi specializzata nella
divulgazione scientifica, propone ogni
anno numerosi libri per l’infanzia e
l’adolescenza che hanno il duplice
scopo di avvicinare i più giovani alla
scienza e di insegnare loro a pensare
in modo creativo e logico fin da piccoli,
proponendo anche giochi, esperimenti
e animazioni.
Tra le novità, i due libri Cosa c’è sotto
il letto? di Brita Grandstroem e Mick
Manning e Bianca Senzamacchia di
Luca Sciortino si rivolgono
direttamente ai giovani lettori,
mescolando informazioni scientifiche
corrette e rigorose a vicende e
avventure appassionanti e introducono
i bambini ai misteri della geologia e
della biologia.
Cosa c’è sotto il letto? (Editoriale
Scienza, 32 pagine, 10,90 euro), di cui
Grandstroem e Manning sono sia
autori che illustratori, è un libro adatto a
bambini ancora non in età scolare. È
pensato, in particolare, per coloro che
hanno paura a guardare cosa c’è sotto
il letto nel timore di scoprire qualcosa
di misterioso. È la storia di un viaggio
che, dal pavimento della camera da
letto, porta fino al centro della terra,
passando per i cunicoli della
metropolitana e per le radici degli
alberi. I protagonisti sono due bambini
e il loro gatto; le immagini e la grafica
particolarmente accattivanti e divertenti
fanno amare il libro anche ai più piccoli,
che per la lettura vera e propria devono
chiedere aiuto a mamma e papà. Il
testo è scritto in forma di filastrocca ed
è accompagnato da numerosi
suggerimenti di attività pratiche per i
bambini.
Bianca Senzamacchia (Editoriale
Scienza, 112 pagine, 9,90 euro), invece,
opera prima di un giovane scrittore
italiano, è dedicata ai bambini dagli otto
anni in su che iniziano a porsi domande
su come funziona il proprio corpo.
Bianca Senzamacchia, infatti, è un
globulo bianco del signor Carmelo De
Pomis che incontra e conosce globuli
rossi o virus terribili e che racconta la
sua vita avventurosa all’interno del
corpo umano direttamente ai giovani
lettori. Impreziosito dalle illustrazioni di
Silvia Vignale, Bianca Senzamacchia
ha il merito di avvicinare i bambini alla
biologia senza annoiarli, ma facendoli
appassionare a quanto accade dentro
di noi.
25
Punto
d’incontro
REPORTAGE EMO 2005:
PROPOSTE E PROSPETTIVE
La fiera di Hannover si è rivelata molto ricca per tutti coloro che si
occupano di meccanica. Ancora una volta, i costruttori italiani puntano sui
controlli numerici HEIDENHAIN per le loro macchine utensili
La EMO di Hannover ha chiuso i battenti
con dati estremamente incoraggianti per
i partecipanti e per tutto il settore della
macchina utensile. Oltre 2.000 aziende
espositrici hanno presentato le loro
novità a 160.000 visitatori provenienti da
82 paesi di tutto il mondo. Sono cifre che
lasciano ben sperare e che testimoniano
come questo mercato abbia ancora
molto da dire.
Tra gli espositori la compagine italiana
era considerevole sia per numero di
espositori sia per metri quadrati
occupati: gli italiani erano infatti secondi
solo ai padroni di casa, che ovviamente
hanno fatto la parte del leone.
L’occasione per toccare con mano
le novità
HEIDENHAIN ha colto l’occasione di
questa vetrina internazionale per
presentare una serie di novità
importanti e significative riguardanti tutti
i suoi prodotti.
Molte sono state illustrate in questa
rivista, ma vale la pena vederle in una
rapida carrellata.
HEIDENHAIN si è focalizzata in
particolare su quattro temi:
REPORTAGE EMO 2005: PROPOSTE E PROSPETTIVE
• nuova famiglia di sistemi di misura
lineari e angolari assoluti,
• EnDat 2.2, l’interfaccia digitale per
sistemi di misura,
• controlli numerici per le macchine
utensili di prossima generazione,
• HEIDENHAIN come partner
d’eccellenza per applicazioni
all’avanguardia su macchine utensili.
Alla EMO HEIDENHAIN era presente con un ampio e ricco stand
Alla EMO sono state allestite varie
postazioni interattive in modo da
permettere al pubblico di vedere le
apparecchiature inserite in situazioni
di lavoro reali.
Come di consueto è stata offerta ai
visitatori la possibilità di sperimentare
i controlli numerici iTNC 530 tramite le
ormai famose stazioni di
programmazione, presenti a Hannover
con l’hardware aggiornato.
In particolare, chi ha visitato la EMO ha
potuto verificare le nuove funzioni
associate alla versione software più
recente: DCM (controllo anticollisione),
importazione di file DXF, il
potenziamento dell’interfaccia
smarT.NC. Tutte queste novità sono
state spiegate operativamente anche su
una macchina a cinque assi.
La EMO ha permesso inoltre di
intravedere quello che sarà il
futuro dei CN: con lo slogan
“100%-digitale” HEIDENHAIN ha
presentato un hardware di concezione
innovativa.Tutti i componenti del
controllo numerico dialogano infatti
tramite collegamenti digitali: oltre
all’affermata interfaccia EnDat per
sistemi di misura, una nuova
interfaccia Fast-Ethernet con
protocollo HEIDENHAIN in tempo reale
rivoluziona il modo di intendere il
controllo numerico. Questa interfaccia,
chiamata HSCI (HEIDENHAIN Serial
Controller Interface) collega l’unità
logica principale, posizionata dietro al
video, e qualunque altro componente
del CN, sia esso nell’armadio elettrico
o a bordo macchina.
27
Punto d’incontro
Punto d’incontro
protocollo EnDat 2.2 è stato
presentato in tutta la sua potenza: alta
velocità di trasmissione dati (clock
8 MHz), sicurezza delle informazioni,
diagnostica in chiaro e aree di memoria
a disposizione per parametri o
compensazioni.
HEIDENHAIN ha creato inoltre, in un
apposito ambiente, un punto
d’incontro per gli studenti. Anche in
questo modo HEIDENHAIN
contribuisce alla promozione della
meccanica presso le nuove generazioni.
Allo stand HEIDENHAIN era possibile vedere applicazioni reali iTNC 530
Un nuovo controllo compatto è stato
messo poi sotto i riflettori: il TNC 320,
degno successore del famoso TNC 310,
e ottimale per l’impiego su macchine
semplici a 3 assi, su alesatrici, foratrici o
per il retrofitting. Il TNC 320 si avvicina
nella concezione e nella forma alla
categoria superiore dei controlli
numerici continui HEIDENHAIN,
rendendo ancora più immediati l’utilizzo
e l’apprendimento.
Una macchina con motori torque ha
dimostrato quali livelli di accuratezza nel
controllo dei motori si possono ottenere
con i sistemi di misura angolari
HEIDENHAIN.
Un’altra postazione con una vite a
ricircolo di sfere presentava i nuovi
sistemi di misura lineari LC 483 e
LC 183 e sviluppava il tema
dell’accuratezza degli assi di
posizionamento. Infine, il nuovo
I nostri clienti e la qualità dei prodotti
HEIDENHAIN
HEIDENHAIN non era presente solo al
suo stand. Molti costruttori di fama ed
esperienza mondiale infatti hanno scelto i
nostri controlli numerici per presentare le
loro macchine: in tutti i padiglioni e su
tutte le tipologie di macchine si potevano
scorgere i nostri CN. Ci sembra quindi
interessante presentare alcune proposte
dei costruttori italiani (elencati in ordine
rigorosamente alfabetico) e spiegare la
relazione che le lega alle nostre
apparecchiature.
Belotti di Suisio (BG) ha esposto il centro di
lavoro polifunzionale FLA 4018 a 5 assi
interpolati. La serie FLA consente velocità di
taglio e di lavorazione particolarmente alte. In
sintesi, la tecnologia costruttiva si presenta con
una struttura cartesiana a ponte sospeso, un
basamento monoblocco in acciaio a elevato
assorbimento delle vibrazioni e guide di ampia
sezione. Questa macchina trova il suo impiego
ideale in molti settori industriali, in particolar
modo nella lavorazione dell’alluminio e delle
leghe leggere, nella produzione e finitura di
stampi, prototipi, modelli, piccole serie, ecc.
Molto efficace si rivela il connubio con il
controllo numerico iTNC 530 che garantisce
semplicità d’uso e immediatezza nella
programmazione e al tempo stesso esalta le
prestazioni di FLA 4018 in termini di accuratezza
e velocità.
28
La fresatrice ML85, progettata da C.B.Ferrari di
Mornago (VA), si presenta con un montante mobile
asse X, con slittone verticale asse Z e tavola
indipendente asse Y.
Sulla tavola sono concentrati i movimenti rotativi degli
assi A e C.
La macchina riunisce in sé i concetti e gli obiettivi delle
lavorazioni ad alta velocità a 5 assi continui; i concetti si
riassumono con i tre valori 100.000, 100 e 10 che
rappresentano i 100.000 giri del mandrino,
i 100 m/min di velocità di avanzamento e i 10 m/sec2 di
accelerazione. Questi valori rappresentano l’obiettivo
finale e, nella misura in cui sono realizzati e resi
armonici nel funzionamento della macchina, il grado di
soddisfazione del progetto.
La ML85 rappresenta sicuramente una svolta nel
modo di lavorare nello spazio particolari complessi che
necessitano finiture più spinte senza lucidatura.
C.B.Ferrari ha scelto iTNC 530, perché garantisce
accurate lavorazioni a cinque assi mantenendo
un’elevata velocità di esecuzione del profilo.
I centri di lavoro della serie
MMV Linear Drive prodotti da
Emco Famup, di San Quirino (PN), hanno
montante mobile con motori lineari per gli
assi X e Y. Rappresentano una sensibile
evoluzione delle tecniche di movimento: fino
a 60 m/min di velocità, con una precisione
decisamente superiore rispetto alla
precedente generazione. Inoltre, il sistema di
motori lineari lavora pressoché senza usura.
La struttura, e ancor più la dinamica, della
serie MMV Linear Drive sono state realizzate
per la lavorazione di pezzi di dimensioni
considerevoli: nelle fasi di sgrossatura questa
serie si distingue per l’elevata potenza di
asportazione truciolo; nelle lavorazioni di
precisione con elevate velocità di
avanzamento realizza, grazie ai motori lineari
e alla regia del controllo numerico iTNC 530,
la massima precisione e la migliore qualità di
superficie.
29
Punto d’incontro
Punto d’incontro
Allo stand della Emco Mecof di Belforte
Monferrato (AL) era possibile ammirare il
centro di fresatura Prima 1.3 equipaggiato
con un controllo HEIDENHAIN iTNC 530.
La struttura della macchina è per l’asse X
monolitica autoportante in acciaio
elettrosaldato, mentre per gli assi Y e Z è in
acciaio saldato e stabilizzato elettricamente per
ottenere migliori prestazioni dinamiche e
migliore precisione nelle lavorazioni. Su tutti gli
assi sono stati adottati sistemi di scorrimento
del tipo "guide lineari a ricircolazione di rulli" che
minimizzano la resistenza d’attrito ottenendo
grande precisione di movimento con assenza
di gioco anche in presenza di carichi elevati.
La motorizzazione prevede motori lineari diretti,
comandati dalla potente scheda DSP CC 424,
su cui sono montati i sistemi di misura
assoluti HEIDENHAIN LC 182C. Le velocità
di rapido raggiungono 100 m/min, in lavoro
60 m/min, con accelerazione 1,1 g.
La serie di fresatrici Alcor proposte da
Globe Trade di Turbigo (MI) garantisce
un’estrema maneggevolezza e praticità
nell'utilizzo. Al fine di ottenere la massima
rigidità e accuratezza durante le inversioni, le
viti degli assi longitudinale e trasversale
sono pretensionate, il gruppo mensola asse
Z è bilanciato idraulicamente, mentre l'ampia
superficie della tavola con ben cinque cave a
T permette un facile staffaggio del pezzo.
Hanno struttura compatta, realizzata
completamente in ghisa.
La fresatrice 220 CNC può essere fornita a
richiesta con volantini elettronici, montati
sulla mensola. Alla EMO, Globe Trade ha
esposto due macchine equipaggiate con
controlli numerici digitali HEIDENHAIN,
TNC 310 e iTNC 530, che assicurano la
massima precisione negli spostamenti, grazie
anche alla lettura delle quote effettuata dai
sistemi di misura HEIDENHAIN.
Dopo un biennio di intense ricerche e test,
F.P.T. Industrie di Santa Maria di Sala (VE) ha
presentato a livello internazionale la nuova
fresatrice a montante mobile Ronin. Questa
macchina rappresenta un nuovo ed efficace
strumento che l’utilizzatore può impiegare con
successo per fronteggiare le sfide future. La
struttura monolitica del montante integra il carro
di scorrimento longitudinale, ed è quindi stato
possibile ottenere una morfologia ribassata. La
gamma di macchine verticali si arricchisce
invece con la Stinger, una soluzione originale
che prevede un asse di rotazione sulla testa a
geometria universale e uno sulla tavola girevole;
si ottiene così un campo di lavoro effettivo
straordinariamente grande in rapporto alle corse
degli assi.
Entrambe le macchine si affidano alle
riconosciute doti e alla vocazione internazionale
del controllo numerico iTNC 530.
30
Il gruppo tedesco DMG Deckel Maho Gildemeister
si è presentato alla EMO di Hannover in forza: in
uno stand di oltre 3.500 m2 hanno trovato posto più
di cinquanta macchine tra fresatrici, centri di lavoro
e centri di tornitura, tra le quali ben dieci modelli
che sono stati presentati in anteprima mondiale.
Tra le novità del settore tornitura spicca la
presentazione del tornio CTX410V6 sviluppato
dalla Graziano Tortona, di Tortona (AL), dotato di
contromandrino e asse Y ed equipaggiato con
HEIDENHAIN Plus IT con piattaforma DINPlus,
che amplia le possibilità di lavorazione sia di ripresa
che fuori asse.
Questo tornio rende possibile lavorazioni complete
e complesse di pezzi di medie dimensioni.
Accanto alle novità relative alle macchine non
dobbiamo dimenticare le innovative potenzialità
introdotte con la nuova versione della plancia
Slim Line dotate di CN con guida utente interattiva
e simulazione grafica 3D integrata.
31
Punto d’incontro
Punto d’incontro
La fresatrice Estrema, disegnata e prodotta
da O.M.V. Officine Meccaniche Venete di
Santa Maria di Sala (VE), è una macchina
ad alta velocità caratterizzata da un portale
aperto a L, brevettato. Presenta un’ottima
rigidità e un’elevata leggerezza nelle sue
parti in movimento: tutte caratteristiche
che le consentono prestazioni dinamiche
particolarmente brillanti. L’utilizzo di
strutture mobili realizzate con materiali
all’avanguardia e ultraleggeri, insieme
all’impiego integrale delle motorizzazioni
lineari e torque, sono alcuni degli elementi
che contribuiscono a far apprezzare questa
macchina da una clientela diversificata ed
esigente. Il controllo numerico installato è
iTNC 530 HEIDENHAIN di ultimissima
generazione per garantire ed esaltare le
elevate prestazioni della macchina.
In fase di progettazione di tutte le parti
della fresatrice Diamond, la Parpas di
Cadoneghe (PD), si è avvalsa dell’analisi
strutturale FEM statica, dinamica e termica
per garantire la massima rigidità strutturale
con un’unica fusione fra basamento tavola
e montanti porta traversa. Tutti i motori
asse e viti a ricircolo sono raffreddati a
liquido per evitare la trasmissione di calore
alle strutture della macchina. Lo
scorrimento degli assi lineari avviene su
due guide del tipo a rulli precaricati e
contrapposti "monorail", che hanno alta
rigidità, grande capacità di carico sia statica
che dinamica e bassissima usura.
Nella scelta del controllo numerico, Parpas
si è orientata a iTNC 530 di HEIDENHAIN
che, grazie all’architettura del processore,
consente di ottenere alte prestazioni nella
precisione e fedeltà del profilo in
lavorazione.
32
L’azienda friulana Serrmac di Budoia (PN) si
è presentata alla EMO con un’immagine
rinnovata, con nuovi prodotti e ha proposto
l’inedito brand Serrtech legato ai centri di
lavoro. Il centro di lavoro M1 è compatto e
dotato di un’ampia area di lavoro; grazie agli
studi analitici di progettazione, garantisce un
alto livello di resistenza contro le
deformazioni meccaniche. Alta precisione e
alta velocità di lavorazione sono le
caratteristiche di base con avanzamenti in
rapido di 60 m/min, accelerazioni fino a 0,59 g
e velocità di rotazione dell’elettromandrino
di 12.000 rpm. La base, la colonna e la testa
interagiscono al meglio, annullando fattori di
disturbo quali vibrazioni, attriti e risonanze. Il
centro di lavoro a montante mobile M1 è
equipaggiato con il controllo numerico
iTNC 530 che è stato scelto per le sue
caratteristiche di versatilità, affidabilità e per
le sue performance.
Sigma di Vigevano (PV) ha esposto un
centro di lavoro dotato di cambio pallet
comandato da due motori lineari: stiamo
parlando di Leader 7P, che è in grado di
effettuare lavorazioni in pendolare oppure,
tramite l'unione dei due pallet, di lavorare
in modo automatico pezzi con dimensioni
fino a 2.100 x 810 mm.
Alcuni dati per capire meglio le prestazioni
di Leader 7P: velocità assi fino a 80 m/min,
accelerazioni prossime a 1 g, cambio
pallet in 4 secondi, potenza mandrino di
27 kW, coppia di 235 Nm e velocità da
15.000 a 28.000 g/1'; il magazzino utensili
random dispone di 50 posti con tempo di
scambio tr/tr di 4,5 s.
Il controllo numerico più frequentemente
impiegato è HEIDENHAIN iTNC 530, le
cui caratteristiche consentono un impiego
ottimale sia nel settore degli stampi che in
quello della meccanica generale.
33
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN
P.A.S.S.
Prodotti. A pplicativi. S ervice. S egnalazioni.
egnalazioni.
UNA PROPOSTA PER I SISTEMI DI
MISURA LINEARI ASSOLUTI: LC 182
Corse utili molto lunghe, interfaccia a scelta, qualità del segnale costante
e versioni con due o tre testine di scansione: ecco alcune caratteristiche di
questo nuovo prodotto messo a punto da HEIDENHAIN
HEIDENHAIN ha perfezionato i propri
sistemi di misura ottici modificando il
principio della scansione fotoelettrica.
È stata infatti sviluppata una nuova
tecnologia di generazione del segnale:
la scansione a un settore. Questo
principio utilizza un’unica grande finestra
di scansione, e va gradualmente a
sostituire la ben nota tecnologia a
quattro settori.
Grazie a questa innovazione
HEIDENHAIN, è stato possibile
migliorare ulteriormente le prestazioni
e l’affidabilità dei sistemi di misura.
Tra i vantaggi dell’utilizzo del nuovo
principio di scansione, la minore
sensibilità alle contaminazioni
(spruzzi di acqua, polvere, olio, ecc.)
e la maggiore qualità dei segnali di
uscita, che a sua volta consente una
maggiore precisione di
posizionamento e una maggiore
velocità di traslazione.
UNA PROPOSTA PER I SISTEMI DI MISURA LINEARI ASSOLUTI: LC 182 – SISTEMI DI MISURA
LINEARI PER PRESSE PIEGATRICI: LA NOVITÀ È LS 1679 – TRASDUTTORI DALLE MOLTEPLICI
POSSIBILITÀ: I NUOVI ASSOLUTI ExN 400 E ROx 400 – EnDat: L’INTERFACCIA PER SISTEMI DI
MISURA CHE RIDUCE I COSTI E AUMENTA I VANTAGGI – HEIDENHAIN… SEMPRE UN PASSO
AVANTI – IL SEGRETO PER OTTENERE SEGNALI PERFETTI DAI MOTORI LINEARI STA NEI SISTEMI DI
MISURA – CONTROLLI ANALOGICI? SÌ, E DI LUSSO – PERICOLO DI COLLISIONE TRA I COMPONENTI
MACCHINA? CON DCM POTETE NON PENSARCI PIÙ – LA DIAGNOSTICA DEI SISTEMI ASSOLUTI:
IMPARIAMO A CONOSCERE IK 215 E ATS – LA NOSTRA VETRINA WEB SI RINNOVA: BASTA
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Perché scegliere LC 182
Il principio di scansione fotoelettrica a
un settore è stato applicato anche ai
sistemi di misura lineari assoluti: è stata
infatti recentemente presentata la
LC 182, realizzata anche in versioni
“extra-long”, ovvero con corse utili fino
a 4.240 mm.
LC 182 è un sistema di misura lineare assoluto con velocità di traslazione fino a
120 m/min
Spesso misure lineari “assolute”
venivano eseguite da sistemi di misura
incrementali con indici di riferimento a
distanza codificata, come per esempio
la famosa LS 186C.
Grazie al nuovo sistema di misura
LC 182, invece, è ora possibile coprire
applicazioni con corsa utile lunga
– anche su motori lineari e macchine
utensili HSC per lavorazioni ad alta
velocità – offrendo all’utente la
possibilità di scegliere tra l’interfaccia
HEIDENHAIN EnDat e altre interfacce
(Fanuc, Mitsubishi).
Per gli utilizzatori di vecchia data di
sistemi di misura incrementali che
Grazie al nuovo sistema di misura LC 182, è ora possibile
coprire applicazioni con corsa utile lunga – anche su motori
lineari e macchine utensili HSC per lavorazioni ad alta velocità
– offrendo all’utente la possibilità di scegliere tra l’interfaccia
HEIDENHAIN EnDat e altre interfacce (Fanuc, Mitsubishi).
desiderano invece utilizzare sistemi
assoluti, è sicuramente importante
sapere che la LC 182 è
meccanicamente compatibile con la
LS 186C.
La LC 182 vanta una qualità del
segnale costante lungo l’intero
percorso di misura, risoluzione fino
a 0,02 µm e massima velocità di
traslazione fino a 180 m/min.
Per corse utili oltre i 3.040 mm è
garantita una velocità di traslazione
di 120 m/min.
Macchine con più di una slitta lungo un
asse possono essere realizzate, di
norma, tramite assi lineari comandati
direttamente. Esigenze economiche e
limiti di spazio rendono in questo caso
i sistemi di misura assoluti con più di
una testina di scansione la scelta ideale.
Proprio per venire incontro a queste
necessità del mercato, la LC 182 è
disponibile, su richiesta, anche in
versioni con due o tre testine di
scansione.
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HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
SISTEMI DI MISURA LINEARI
PER PRESSE PIEGATRICI:
LA NOVITÀ È LS 1679
TRASDUTTORI DALLE MOLTEPLICI
POSSIBILITÀ: I NUOVI ASSOLUTI
ExN 400 E ROx 400
La testina di lettura con cuscinetti integrati, l’insensibilità alle
contaminazioni e versioni con corse utili fino a 720 mm: ecco la carta
d’identità della LS 1679
HEIDENHAIN lancia sul mercato nuovi trasduttori rotativi che, oltre a
riprendere funzionalità già apprezzate in altri sistemi, sono stati oggetto di
numerose migliorie: dalla maggiore resistenza alle vibrazioni, alla
possibilità di montaggio dell’interfaccia EnDat 2.2
HEIDENHAIN presenta il nuovo
sistema di misura lineare incrementale
LS 1679, appositamente progettato
per l’impiego su presse piegatrici a
controllo numerico.
La piegatura di lamiere spesse o
lunghe richiede infatti forze elevate,
che possono causare sensibili
deformazioni alle strutture della
macchina e ai componenti a essa
applicati. La scelta dei sistemi di
misura adatti per queste applicazioni
deve essere pertanto molto accurata:
tutti i sistemi devono garantire ampie
tolleranze di montaggio, pur
mantenendo un’elevata accuratezza.
Ecco perché i sistemi di misura
dovrebbero essere dotati di sistemi
guida supplementari.
Dopo il recente restyling dei trasduttori
rotativi incrementali della serie ERN 400
e ROD 400 e la presentazione della
serie ExN 1300 adatta per l’integrazione
su motori, è ora la volta dei dispositivi
assoluti della serie ROx e ExN 400.
Come sempre, sono stati soddisfatti i
più severi requisiti in termini di
resistenza, sicurezza operativa e
affidabilità degli impianti: tutti i
trasduttori rotativi HEIDENHAIN, infatti,
sono componenti fondamentali per
macchine e manipolatori, dal momento
che contribuiscono a garantire una
notevole sicurezza agli impianti.
Il sistema di misura LS 1679 è particolarmente indicato per presse piegatrici
Una marcia in più
Rispetto ad altre soluzioni, il sistema di
misura lineare LS 1679 presenta delle
caratteristiche che lo rendono
dispositivo preferenziale per le presse
piegatrici: dispone infatti di una
testina di lettura con cuscinetti
integrati che scorrono su due guide
in acciaio antiusura. Il collegamento
della testina al telaio della pressa
piegatrice avviene tramite un’apposita
asta di accoppiamento con nodi
sferici. La posizione delle guide
assicura una maggiore protezione da
polvere e sporco.
Tali soluzioni consentono di fornire
permanentemente, e anche in
condizioni di impiego estreme, la
classe di accuratezza di ±10 µm e una
tolleranza di montaggio relativamente
ampia.
36
Non finisce qui. Il sistema LS 1679
genera inoltre segnali incrementali con
un periodo di 20 µm, con
interpolazione integrata x5, oppure di
4 µm, con interpolazione integrata x25
ed è disponibile con uno o più indici di
riferimento a distanza codificata per
corse utili standard fino a 470 mm.
Su richiesta, HEIDENHAIN può fornire
ai clienti modelli con corse utili fino a
720 mm.
La fornitura standard è completa di un
cavo da 3 m o 6 m. La lunghezza
massima del cavo è di 30 m. Come per
tutte le righe di misura HEIDENHAIN, la
connessione del cavo può essere
effettuata, a scelta, su uno dei due lati
della testina di scansione.
La posizione delle guide sulla
LS 1679 assicura protezione dalle
contaminazioni
Prestazioni e caratteristiche tecniche
ottimizzate
Sono stati attuati numerosi
miglioramenti, in parte già presenti in
altri sistemi; come già accade per i
trasduttori ERN e ROD con uscita cavo,
infatti, anche ExN 400 e ROx 400 sono
predisposti per vibrazioni fino a
300 m/s 2 nel caso di sistemi
monogiro e multigiro: è quindi più
semplice l’utilizzo di questi strumenti
anche in condizioni estreme.
La particolare esecuzione dell’uscita
cavo comune, poi, consente di
collegare il cavo sia in posizione
assiale che radiale, allargando così le
possibili applicazioni del prodotto.
Sempre dal punto di vista tecnico, è
stata ridotta anche la lunghezza di
montaggio standard per sistemi
monogiro e multigiro in versione con
flangia Synchro, flangia a innesto e
albero cavo. In particolare, l’albero cavo
ora può essere fissato in modo più
efficiente; è inoltre disponibile un albero
Encoder rotativo con giunto universale montato su lato statore
La nuova serie di trasduttori
rotativi assoluti HEIDENHAIN
ExN 400/ROx 400
cavo passante anche per i sistemi
multigiro con diametro fino a 14 mm.
Il team Ricerca e Sviluppo HEIDENHAIN
pensa sempre a migliorare le prestazioni
dei prodotti a vantaggio dell’utente:
in quest’ottica vanno interpretate
la maggiore risoluzione assoluta dei
sistemi monogiro con 25 bit, risultato
ottenuto grazie all’interpolazione
integrata, e la maggiore compatibilità
ai campi magnetici della
trasmissione multigiro (ora sono
ammessi campi magnetici fino a 30 mT,
il triplo rispetto a quanto era possibile
nelle precedenti versioni).
Le novità non sono finite: è possibile
utilizzare anche per i trasduttori
rotativi l’interfaccia EnDat 2.2, in
alternativa all’interfaccia SSI con senso
di rotazione programmabile e
spostamento punto zero tramite pin del
connettore di collegamento (nonché
ridotto recovery time).
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HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
EnDat: L’INTERFACCIA PER SISTEMI DI
MISURA CHE RIDUCE I COSTI E
AUMENTA I VANTAGGI
i dati devono essere trasferiti
velocemente e in regime di sicurezza.
Proprio per questo, gli strumenti di
misura devono avere routine integrate
di localizzazione errori e offrire
soluzioni diagnostiche.
Un’interfaccia bidirezionale per sistemi
di misura come EnDat di HEIDENHAIN
offre numerose garanzie. La sicurezza
del sistema è infatti molto elevata e
con EnDat i valori di posizione sono
disponibili in poco più di 10 µs.
Tensione di alimentazione 5 Vdc
CLOCK 8 MHz
DATA Valori di posizione, parametri, spostamento
punto zero, targhetta di identificazione elettronica,
diagnosi, manutenzione…
38
Trasmissione valori di posizione
Selezione dell’area di memoria
Ricezione parametri
Trasmissione parametri
1)
Ricezione reset
Trasmissione valori di test
Ricezione comandi di test
Trasmissione valori di posizione con informazioni aggiuntive
Trasmissione valori di posizione e ricezione selezione area di memoria 2)
2)
Trasmissione valori di posizione e ricezione parametri
2)
Trasmissione valori di posizione e trasmissione parametri
2)
Trasmissione valori di posizione e ricezione reset
2)
Trasmissione valori di posizione e ricezione comandi di test
3)
Ricezione comando di comunicazione
EnDat 2.2
Chi utilizza i sistemi di azionamento
digitali e i loop chiusi con encoder di
posizione per il rilevamento di valori
misurati conosce bene l’importanza
del rapido e corretto funzionamento
dei sistemi di misura. In particolare,
I segreti di EnDat
L’interfaccia EnDat di HEIDENHAIN
è un’interfaccia bidirezionale digitale
per sistemi di misura in grado di
emettere sia valori di posizione
incrementali e assoluti che di
verificare e aggiornare le
informazioni memorizzate nel
sistema di misura o impostarne di
nuove, utilizzando appena 4 linee del
segnale grazie alla trasmissione
seriale dei dati. La trasmissione dei
dati è sincrona al segnale di clock
predefinito dall’elettronica
successiva. Il tipo di trasmissione
(valori di posizione, parametri,
diagnosi ecc.) viene selezionato con
comandi “mode”, che l’elettronica
successiva invia al sistema di
misura. L’interfaccia EnDat trasmette
i valori di posizione e le grandezze
fisiche supplementari in sequenza
temporale e consente la lettura e la
scrittura della memoria interna al
sistema di misura.
In particolare, i valori di posizione
possono essere trasmessi con o
senza informazioni supplementari,
selezionabili tramite area di memoria
e indirizzo. Dopo aver selezionato
l’area di memoria, è possibile leggere
o scrivere queste informazioni.
La funzione di lettura e scrittura
di parametri è ammessa sia come
funzione separata che in
combinazione al valore di posizione.
Le funzioni di reset, ammesse al
posto della trasmissione del valore
di misura o nel corso della stessa,
consentono di azzerare le
configurazioni del sistema di misura
in caso di malfunzionamenti.
La diagnosi di messa in funzione
permette infine di verificare il valore
di posizione già in stato di riposo.
Un comando di test determina la
trasmissione dei relativi valori di test
da parte del sistema di misura.
Se la disponibilità di queste funzioni non
bastasse per apprezzare EnDat, o se si
desiderano ulteriori informazioni,
il sito www.heidenhain.it può
EnDat 2.1
Trasmissione veloce dei dati ed elevata sicurezza di trasferimento: due
requisiti indispensabili per l’efficienza dei moderni sistemi di misura. Con
EnDat 2.2 la trasmissione seriale e digitale dei dati garantisce sicurezza e
ottime performance
1) stessa reazione all’accensione e allo spegnimento
2) trasmissione anche delle informazioni aggiuntive selezionate
3) riservato per sistemi di misura che non supportano il sistema di sicurezza
Schema trasmissione dati nei due protocolli EnDat
essere un punto di partenza per
l’approfondimento: è sufficiente
entrare nelle sezioni Fondamenti o
Portale per la documentazione per
scaricare tutte le caratteristiche
tecniche e le funzionalità di EnDat.
I motivi di una scelta vincente
Con EnDat, si può realizzare il sogno
proibito di diminuire i costi e
aumentare la standardizzazione.
Ottimizzazione dei costi,
potenziamento della qualità,
performance più elevate, aumento
della sicurezza e interfaccia ideale
per tutte le tipologie di impianti:
ecco i principali vantaggi resi realtà.
L’utilizzo di un’interfaccia standard,
un’elettronica molto semplice, una
tensione di alimentazione
semplificata e più economica, le
connessioni e l’uso dei cavi standard
con un cablaggio ridotto sono tutte
caratteristiche che permettono di
eliminare una buona fetta di spesa,
senza però rinunciare all’efficienza
del sistema di misura.
La messa in funzione di un asse
elettrico in un sistema può essere
automatizzata, grazie alla capacità
di memorizzare tutte le informazioni
rilevanti nel sistema di misura e alla
presenza di diagnosi con allarmi ed
eventuali avvertimenti analizzabili
nell’elettronica successiva.
Queste caratteristiche, insieme al
Cyclic Redundance Check,
garantiscono la sicurezza desiderata
in fase di trasmissione dati e
permettono così l’utilizzo di
EnDat 2.2 su macchinari con elevati
requisiti di sicurezza.
EnDat 2.2 vs EnDat 2.1
La versione estesa dell’interfaccia
EnDat 2.2 è compatibile alla versione
precedente 2.1 a livello di
comunicazione, blocchi di comando
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HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN…
SEMPRE UN PASSO AVANTI
Le novità per i sistemi di misura lineari: la neonata LS 388C e i due
visualizzatori ND 780 e POSITIP 880. Aumentano le funzioni, l’efficienza e
la velocità della lavorazione
Sopra: Il funzionamento di EnDat 2.2
Nella tabella: Panoramica dei sistemi di misura con interfaccia EnDat
Sistemi di misura assoluti
40
Risoluzione
Sistemi di misura lineari
LC 183/LC 483
±5 µm
±3 µm
Sistemi di misura
angolari
RCN 226
RCN 228
RCN 729/RCN 829
Trasduttori rotativi
Ottici, monogiro
ROC/ECN 425, ECN 1325, ECN 125
ROC/ECN 10xx/11xx
Ottici, multigiro
ROQ, EQN 437, EQN 1337
ROQ, EQN 10xx/11xx
Induttivi, monogiro
ECI 13xx
ECI 11xx
Induttivi, multigiro
EQI 13xx
EQI 11xx
0,01 µm
0,005 µm
26 bit
28 bit
29 bit
25 bit
24 bit
37 bit
36 bit
19 bit
18 bit
31 bit
30 bit
Sistemi incrementali
Risoluzione
Sistemi di misura con segnali in uscita di 1 VPP tramite EIB
(Externe Interface Box)
interpolazione
14 bit integrata
e temporizzazioni, ma le funzionalità
aggiunte sono davvero numerose.
EnDat 2.2 consente di trasmettere le
cosiddette informazioni supplementari
insieme al valore di posizione, senza
che si debba per questo avviare un
polling specifico. Il protocollo
dell’interfaccia è stato quindi esteso
rispetto a quello di EnDat 2.1, le
temporizzazioni sono state migliorate:
l’incremento della frequenza di clock
(CLOCK) è pari a 8 MHz ed è
utilizzabile con cavi di trasmissione
fino a 100 m.
L’ottimizzazione dell'elaborazione delle
informazioni permette la definizione
del valore di posizione entro 5 µs e la
minimizzazione dei tempi morti
(Recovery Time) è compresa tra
1,25 a 3,75 µs.
I costruttori di apparecchiature
elettroniche che desiderano
delucidazioni per implementare
l’interfaccia EnDat 2.2 si possono
rivolgere ai nostri tecnici. HEIDENHAIN,
inoltre, per facilitare il passaggio a
EnDat 2.2, ha anche siglato un accordo
ad hoc con la società MAZeT
(www.mazet.de) e ha realizzato un
“demo-kit” costituito da una scheda
acquisizione dati IK 215, un encoder
rotativo multigiro EQN 1387 con relativo
cavo e il software demo.
Rispettando la tradizione che vuole
HEIDENHAIN come fornitore
indiscusso di prodotti a elevato
contenuto tecnologico, anche
quest’anno in occasione della fiera
EMO di Hannover, HEIDENHAIN ha
rinnovato la gamma dei visualizzatori
di quote e dei sistemi di misura
a essi legati.
È interessante analizzare più da vicino
queste nuove apparecchiature, dato
che possono avere un ampio campo
di impiego.
I visualizzatori di quote HEIDENHAIN
vengono infatti impiegati
abitualmente nelle applicazioni
standard di fresatura, foratura e
tornitura; meno conosciuto, ma
ugualmente di successo, è poi
l’impiego su altre macchine utensili,
strumenti di prova, dispositivi di
misura e macchine speciali e in
genere su qualunque impianto che
prevede la traslazione manuale degli
assi macchina.
Sistemi di misura precisi e affidabili
come quelli HEIDENHAIN
garantiscono accuratezza nelle
misurazioni e contribuiscono in modo
determinante a fornire soluzioni
adeguate alle esigenze di produzione.
Tra le novità presentate in EMO
spiccano: il nuovissimo sistema di
misura LS 388C, con integrata
l’ultima tecnologia brevettata da
HEIDENHAIN per la scansione
singola dei segnali; il POSITIP 880,
il visualizzatore che prenderà il
posto del POSITIP 850, e che
spinge ancora una volta verso
l’alto il riferimento per i
visualizzatori di quote; e, infine,
il visualizzatore universale ND 780,
la cui peculiarità principale è la
possibilità di essere impiegato sia
su torni che su fresatrici, avendo
sempre un software dedicato per
ogni impiego (software
precaricato).
La LS 388C sostituisce LS 303C
Il nuovo sistema di misura LS 388C
prenderà gradatamente il posto
La novità dei sistemi di misura HEIDENHAIN è LS 388C
41
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Prodotti
Passo di misura
consigliato
Tipo
Classe di
accuratezza
Corse utili
10 µm, 5 µm
LS 388C
1 VPP
sistema di misura lineare
con carter di sezione miniaturizzata
per montaggio in spazi ridotti
±10 µm
fino a 1.240 mm
LS 603C
11 µAPP
sistema di misura lineare universale
±10 µm
fino a 3.040 mm
LS 487C
1 VPP
sistema di misura lineare
con carter di sezione miniaturizzata
per montaggio in spazi ridotti
±5 µm
±3 µm
fino a 1.240 mm
solo con guida di montaggio:
fino a 2.040 mm
LS 186C
1 VPP
sistema di misura lineare universale
±5 µm
±3 µm
fino a 3.040 mm
LB 382C
1 VPP
sistema di misura lineare per
corse utili lunghe
±5 µm
fino a 30.040 mm
1 µm, 0,5 µm
10 µm, 5 µm, 1 µm
• uscite di commutazione per gli assi
• 10 origini selezionabili
• 16 utensili memorizzabili
• ingresso tastatore
• porta seriale
• possibilità di aggiornare il software
via porta seriale RS-232-C,
attraverso il sito www.heidenhain.de.
POSITIP 880 ha numerose funzioni supplementari rispetto agli altri
visualizzatori di quote
Sistemi di misura lineari HEIDENHAIN a confronto
della collaudata LS 303C,
guadagnatasi la stima di tutti gli
operatori di settore in anni di lavoro.
Le caratteristiche più apprezzate della
LS 303C erano le ridotte dimensioni e
l’elevata accuratezza. Queste
caratteristiche sono state riprese dal
nuovo prodotto LS 388C, che risulta
intercambiabile meccanicamente con
la LS 303C.
I vantaggi introdotti da questo nuovo
sistema di misura sono:
• maggiore resistenza alla
contaminazione (nuovo sistema
di scansione a finestra singola)
• migliore segnale di uscita (1 VPP
sinusoidale in tensione)
• riduzione dei cablaggi (cavo 12 poli
con singola schermatura).
La LS 388C va a completare una
42
gamma di prodotti vasta e adatta
a ogni tipo di applicazione.
Per applicazioni tipiche su macchine
utensili manuali quali lavorazioni di
fresatura e tornitura sono sufficienti
passi di visualizzazione di 10 µm o
5 µm. In questo caso i sistemi di
misura lineari idonei sono appunto
le LS 388C e le già famose LS 603,
dotate di un’accuratezza migliore di
±10 µm per ogni metro di traslazione.
Invece, macchine di misura a
coordinate, rettificatrici, nonché
sistemi di misurazione e controllo,
richiedono di norma passi di
visualizzazione di 1 µm e inferiori.
I sistemi di misura lineari idonei per
questi requisiti elevati sono le
LS 186C e le LS 487C, che
presentano accuratezze tipiche di
±5 µm per ogni metro di traslazione.
In questa breve panoramica,
ricordiamo anche il sistema di misura
LB 382C, adatto all’impiego su
macchine soggette a forti vibrazioni
e con assi di lunghezza considerevole
fino a oltre i 30.000 mm, ma che
richiedono comunque un grado di
accuratezza di ±5 µm sul
posizionamento.
Per sfruttare pienamente le
potenzialità dei sistemi di misura
HEIDENHAIN, ci vuole poi un
visualizzatore performante. Le due
proposte HEIDENHAIN sono
l’ND 780 e il PT 880.
ND 780 è il nuovo visualizzatore
di quote HEIDENHAIN, adatto per i
sistemi con un massimo di tre assi
ND 780: la soluzione per sistemi
fino a tre assi
Il visualizzatore ND 780, già premiato
alla International Forum Industry
design competition 2005 per la sua
ergonomicità e per gli alti standard
qualitativi, rappresenta la soluzione
ottimale per qualsiasi utilizzo.
L’ND 780, infatti, è in grado di
eseguire lavorazioni sia su torni,
aiutando l’operatore con dei cicli
pre-impostati (calcolo della conicità,
definizione della velocità mandrino
rapportata alla velocità di
avanzamento dell’asse e alla quantità
di materiale da asportare), sia
su fresatrici, con programmi
pre-impostati per la realizzazione di
matrici di fori, o di forature su
circonferenze. Tutte queste funzioni
vengono riportate sul display
monocromatico di generose
dimensioni tramite una
rappresentazione grafico/numerica.
Caratteristiche principali del
visualizzatore ND 780 sono:
• possibilità di collegare fino a tre
sistemi di misura (segnale 11 µAPP;
1 VPP; lineari/angolari)
Dulcis in fundo: PT 880
Il PT 880 è un visualizzatore
universale progettato per fresatrici,
alesatrici e torni con un massimo di
6 assi collegabili contemporaneamente.
Le funzioni pre-impostate per tornio
e fresatrice vengono riportate sul
display a colori di grandi dimensioni.
Questo visualizzatore si presenta
come il prodotto di punta
HEIDENHAIN, in quanto è
interfacciabile con i sistemi assoluti
interfaccia EnDat angolari, rotativi o
lineari. Utilizzando questi encoder, la
messa in servizio del visualizzatore
risulta alquanto facilitata: il PT 880 è
infatti in grado di eseguire
un’autoparametrizzazione degli assi
semplicemente “leggendo”
l’etichetta elettronica trasmessa dal
dispositivo collegato. Particolarmente
interessante è poi la possibilità di
collegare una consolle remotata
(consigliabile su macchine di grandi
dimensioni), in modo da avere una
seconda stazione di lavoro in un’altra
posizione della macchina.
Le caratteristiche salienti del PT 880:
• possibilità di collegare fino a
sei sistemi di misura
• 99 origini selezionabili
• 99 utensili selezionabili
• modalità programmazione
(editing / prova programma)
• visualizzazione grafica
bidimensionale
• diagnostica assi
• possibilità di caricare programmi via
seriale fino a 999 blocchi
• possibilità di aggiornare il software
via seriale RS-232-C, attraverso il
sito www.heidenhain.de.
43
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
IL SEGRETO PER OTTENERE SEGNALI
PERFETTI DAI MOTORI LINEARI STA NEI
SISTEMI DI MISURA
HEIDENHAIN fornisce una vasta gamma di sistemi di misura lineari che,
grazie alle loro caratteristiche tecniche, sono specificatamente indicati per
gli azionamenti diretti impiegati nell’industria elettronica
L’industria elettronica e i sistemi di
automazione richiedono ogni anno
macchine sempre più precise e veloci
per poter soddisfare i severi requisiti di
miniaturizzazione, qualità e costi di
produzione imposti dal mercato. In
questo contesto, l’utilizzo dei motori
lineari è considerato una garanzia dagli
esperti. Solo i motori lineari, infatti,
possono vantare probabilità di usura
e necessità di manutenzione
estremamente ridotte e consentono di
aumentare notevolmente la produttività.
Perché questo avvenga, però, un ruolo
cruciale è svolto dalla qualità del
controllo numerico, del motore, della
struttura della macchina e del
trasduttore di posizione e di velocità.
L’efficienza dei motori lineari è quindi
inscindibilmente collegata al sistema
di misura scelto: in particolare, i
sistemi di misura con scansione ottica
offrono numerosi vantaggi in termini
di precisione, silenziosità e
comportamento termico
dell’azionamento diretto.
Tutti i dettagli sono importanti: dai
supporti di misura al principio di misura
e di scansione, fino al tipo di
graduazione previsto. Per la loro
compattezza e leggerezza sono
preferibili i sistemi di misura lineari
aperti, come quelli delle serie LIF, LIP e
LIDA di HEIDENHAIN, ideali per
l’impiego su macchine precise e veloci
utilizzate nell’industria elettronica.
Qualità del segnale e sistemi di misura
Nei motori diretti non ci sono trasduttori
rotativi supplementari per la
misurazione della velocità: la posizione e
la velocità sono allora rilevate da sistemi
di misura lineari per motori lineari e da
sistemi di misura angolari per motori
I sistemi di misura lineari aperti LIDA, LIP e LIF sono perfetti per i motori lineari da
impiegare nell’industria elettronica
44
diretti rotativi. In pratica, la velocità
viene determinata sulla base della corsa
eseguita per unità di tempo. Questo
metodo di rilevamento della velocità,
però, può amplificare i disturbi del
segnale. Qui nascono i primi problemi.
Una cattiva qualità del segnale, infatti,
potrebbe causare eccessive vibrazioni
della macchina, rumorosità del motore
e formazione supplementare di calore.
Tutti disagi che, per fortuna, oggi si
possono evitare scegliendo un
opportuno sistema di misura.
La qualità del segnale è infatti
influenzata notevolmente dal
sistema di misura utilizzato.
I moderni sistemi di misura consentono
di rilevare la posizione incrementale o
assoluta: l’informazione sul percorso
viene convertita nel sistema di misura in
due segnali sinusoidali sfalsati di 90°.
La scansione incompleta, la
contaminazione del supporto di misura
e l’insufficiente elaborazione del
segnale possono comportare la
deviazione dei segnali dalla forma
sinusoidale ideale; in tal caso, durante la
fase di interpolazione si rileva un errore
di posizione periodico definito “errore di
posizione nell’arco di un periodo del
segnale” o, più intuitivamente, “errore
di interpolazione”. Nei sistemi di misura
di elevata qualità l’errore di
interpolazione non supera l’1-2% del
periodo del segnale.
Un errore di interpolazione elevato può
essere causa di una sgradita rumorosità
del motore, o del suo surriscaldamento:
ecco perché è importante lavorare con
sistemi che garantiscano la migliore
qualità dei segnali di posizione.
Il segnale viene convertito dal sistema di misura in due onde sinusoidali
sfalsate di 90°. L’errore di interpolazione che si misura su tale segnale
può dipendere da diversi fattori
È stato dimostrato che il sistema di
misura lineare del tipo LIDA genera
disturbi quasi impercettibili nella
corrente e il motore funziona
silenziosamente sviluppando una
ridotta quantità di calore.
Un trucco per l’ottimizzazione dei
segnali di posizione è poi l’utilizzo
di filtri digitali. Anche in questo caso,
però, la perdita di fase determinata
dal filtraggio dell’anello chiuso di
velocità deve essere mantenuta al
minimo. L’ulteriore vantaggio nella
scelta di sistemi di misura di
posizione che garantiscono un’elevata
qualità del segnale è il fatto che si
può ridurre al minimo l’utilizzo dei
filtri.
Il segreto del sistema di misura ideale
Quali sono le caratteristiche che
rendono affidabile ed efficiente un
sistema di misura lineare?
Per gli azionamenti diretti, risulta molto
importante il sistema di scansione: in
particolare, i sistemi di misura con
principio di scansione fotoelettrico
consentono di sottoporre a scansione
graduazioni estremamente fini.
Un altro presupposto per garantire
Il confronto degli effetti di sistemi di misura lineari con errori di interpolazione
ridotti (A) ed elevati (B) sulla corrente di un motore lineare sottolinea l‘importanza
dell‘elevata qualità dei segnali di posizione
A
B
Se aumentano gli errori di interpolazione causati da una taratura errata, si possono
verificare notevoli fenomeni di disturbo nella corrente del motore, con conseguente
aumento della rumorosità e del calore generati nel motore. In figura A,
comportamento di un motore lineare e regolazione sul sistema di misura nel caso di
ridotti errori di interpolazione; in figura B, nel caso di elevati errori di interpolazione
minimi errori di interpolazione, quindi
silenziosità nel funzionamento ed elevati
guadagni dell’anello chiuso, è la
presenza sui sistemi di misura di
strutture regolari, o graduazioni, nitide
e omogenee. È proprio per soddisfare
questo requisito che i sistemi di misura
HEIDENHAIN con scansione ottica
impiegano supporti di misura con
graduazioni che possono avere passi
anche inferiori a 1 µm. Come materiale
di supporto HEIDENHAIN utilizza
substrati in vetro o acciaio; grazie
all’acciaio, infatti, è possibile ottenere
corse utili molto più lunghe del
consueto.
Non sottovalutiamo i supporti di
misura
Anche i supporti di misura, infatti,
svolgono un ruolo cruciale nell’efficienza
dei motori diretti. Nei sistemi di misura
lineari aperti, il supporto di misura è
esposto per natura a una sollecitazione
elevata: proprio per questo
HEIDENHAIN impiega graduazioni
45
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
permette maggiore resistenza alla
contaminazione, grazie alle altezze
ridotte della struttura, che impediscono
il deposito di particelle di polvere,
sporco o umidità.
Reticolo di fase DIADUR di
circa 0,25 µm di altezza
molto resistenti, prodotte con
procedimenti speciali, DIADUR,
SUPRADUR e AURODUR.
Tutte e tre queste tecnologie di
produzione assicurano un’elevata qualità
del segnale, in grado di soddisfare le
particolari esigenze dei clienti che
utilizzano i motori diretti.
Con il procedimento DIADUR le
strutture in cromo vengono applicate
mediante deposizione su un supporto
in vetro o acciaio; il procedimento
AURODUR, invece, consente di
realizzare nastri in acciaio con
graduazione in oro. Il procedimento
SUPRADUR, infine, prevede che sia
posto uno strato trasparente su uno
strato di base riflettente, e che venga
poi applicato un ulteriore strato sottile
di cromo per generare un reticolo.
Il metodo SUPRADUR è quello che
Procedimento SUPRADUR:
graduazione ottica tridimensionale
con struttura piana
46
Il valore aggiunto dei metodi di
scansione HEIDENHAIN
Una buona qualità della graduazione da
sola non è ancora sufficiente a garantire
che gli errori di interpolazione siano
ridotti al minimo. Molto dipende anche
da come funziona la scansione del
segnale.
In particolare, il principio di scansione a
un settore secondo il quale funzionano i
sistemi di misura lineari aperti
HEIDENHAIN, con i segnali in uscita
che vengono generati sulla base di un
solo settore di scansione, è molto
vantaggioso. L’ampio settore di
scansione e lo speciale filtraggio ottico
attraverso la struttura della piastrina di
scansione e del fotosensore generano
infatti segnali in uscita di qualità
costante sull’intera corsa utile.
Sono così garantiti:
una distorsione minima del segnale,
errori di interpolazione ridotti,
velocità di traslazione elevate,
un’alta qualità di regolazione per
motori diretti,
riscaldamento contenuto.
Il principio di misura a immagini,
caratteristica della serie LIDA 400
Nel principio di misura a immagini i
segnali sono generati secondo una
modulazione luce-ombra. Nella pratica,
due reticoli graduati con lo stesso passo
di divisione (una riga graduata e una
piastrina di scansione) si spostano l’uno
rispetto all‘altro.
Il fascio di luce parallelo attraversa una
struttura del reticolo riproducendo
campi di luce-ombra a una distanza
data, dove si trova un controreticolo con
lo stesso passo di divisione della riga e
della piastrina. La luce incidente può
essere modulata attraverso il
movimento relativo dei due reticoli:
se gli spazi si sovrappongono, la luce
Scansione fotoelettrica secondo il
principio di misura a immagini con
nastro in acciaio e scansione a un
settore (LIDA 400)
li attraversa, mentre se le linee si
sovrappongono a spazi vuoti, si vede
solo un’ombra. I fotoelementi
trasformano poi queste variazioni
luminose in segnali elettrici. La
graduazione appositamente strutturata
della piastrina di scansione filtra il flusso
di luce in modo che i segnali generati in
uscita siano sinusoidali.
Nella rappresentazione XY
sull‘oscilloscopio i segnali determinano
una figura di Lissajous. In presenza di
segnali in uscita ideali si forma un
cerchio nella posizione centrale.
L’ampiezza del cerchio visibile
sull’oscilloscopio corrisponde
all‘ampiezza dei segnali in uscita e può
variare entro un range ben definito,
senza che l‘accuratezza della misura sia
compromessa. Eventuali scostamenti
nella forma circolare e nella disposizione
provocano poi errori di posizione
nell‘intervallo di un periodo del segnale
che influiscono quindi direttamente sul
risultato di misura, con aumento della
rumorosità e riscaldamento
supplementare del motore.
La lotta alla contaminazione
Tra i sistemi di misura, i più adatti al
settore elettronico sono quelli aperti.
Infatti, i sistemi di misura aperti
funzionano in assenza di attrito, non
sono incapsulati e sono quindi di
dimensioni e peso molto ridotti,
Sopra: i segnali in uscita dal reticolo
hanno una forma sinusoidale
Sotto: se si rappresentano i segnali
su un oscilloscopio si osserva un
cerchio in condizioni ideali, un
cerchio distorto in caso di errori
requisiti importantissimi per
l’industria elettronica.
La mancanza di incapsulamento
potrebbe però essere un fattore
rischioso per la contaminazione del
sistema: contaminazioni locali sul
supporto di misura (per esempio
impronte digitali lasciate durante il
montaggio o depositi di olio causati
dalle guide ecc.) potrebbero infatti
influire sull‘intensità luminosa delle
componenti del segnale e quindi sui
segnali di scansione. Per ovviare a
questo inconveniente si utilizzano
metodi di scansione e tecnologie di
produzione speciali.
In particolare, HEIDENHAIN propone
sistemi di misura lineari aperti a un
settore, che utilizzano cioè un solo
settore per generare i segnali di
scansione. In questo caso, i segnali,
che variano solo in ampiezza, possono
essere sottoposti a un’elevata
interpolazione e gli errori rimangono
comunque minimi.
L’ampio settore di scansione, inoltre,
riduce ulteriormente la sensibilità alla
contaminazione.
I sistemi di misura delle serie LIDA 400
e LIF 400, per esempio, hanno una
superficie di scansione molto estesa
(14,5 mm2) e forniscono segnali di
ottima qualità anche in presenza di
contaminazioni di 3 mm di diametro.
Dopo la scelta, il montaggio
La fase di montaggio del sistema di
misura scelto per il proprio motore
è sempre un momento delicato.
Di norma, periodi di segnale molto
ridotti implicano tolleranze di
montaggio ridotte tra testina di
scansione e nastro graduato.
Comportamento alla contaminazione
della serie LIF 400
Il principio di scansione
interferenziale della serie LIF 400 e
l’innovativo reticolo di scansione
della serie LIDA 400 consentono
invece tolleranze di montaggio
idonee all’impiego pratico,
nonostante i ridotti periodi del
segnale. L’ampiezza del segnale varia
solo in misura irrilevante nell’arco
delle tolleranze di montaggio. Un
montaggio veloce è così assicurato
per tutti i sistemi di misura delle
serie LIF, LIP e LIDA.
Applicazione
Periodo
del segnale
Errore max
di interpolazione
per massima
accuratezza
0,128 µm
±0,001 µm
2 µm
±0,02 µm
4 µm
±0,04 µm
4 µm
±0,04 µm
per semplice
montaggio
con fine corsa e
traccia di homing
per elevata velocità
di traslazione
fine corsa
20 µm
±0,2 µm
Interfaccia
Tipo
TTL
1 VPP
TTL
1 VPP
TTL
1 VPP
TTL
LIP 372
LIP 382
LIP 471
LIP 481
LIP 571
LIP 581
LIF 471
1 VPP
LIF 481
TTL
LIDA 47x
1 VPP
LIDA 48x
Sistemi di misura di posizione HEIDENHAIN per motori diretti (criteri di scelta):
valori massimi degli errori di interpolazione in funzione del periodo del segnale
47
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
CONTROLLI ANALOGICI?
SÌ, E DI LUSSO
La soluzione HEIDENHAIN per i controlli analogici: la nuova unità di
alimentazione UV 106B accoppiata con l’unità logica MC 420 permette di
avere un controllo numerico iTNC 530 o un MANUALplus 4110 a condizioni
estremamente interessanti
MANUALplus 4110
Schermo e pannello
di comando
Ingressi di posizione
Assi attivabili
Mandrino
È opinione comune che i controlli
digitali siano migliori, più veloci e
potenti dei loro predecessori analogici:
permettono infatti un grado di
precisione maggiore e una regolazione
estremamente accurata. Inoltre, le
grandi possibilità di diagnostica offerte
dai controlli digitali non sono
assolutamente comparabili con quelle
Uscite di riferimento
analogiche ±10 V
iTNC 530
Schermo
Ingressi di posizione
Assi attivabili
Mandrino
Uscite di riferimento
analogiche ±10 V
Circuito di regolazione
Tempo di elaborazione
blocco
Interpolazione lineare
L’iTNC 530 può funzionare sia con controlli digitali che con controlli analogici
Interpolazione circolare
Interpolazione cilindrica
dei sistemi analogici, che per loro
natura hanno una visione limitata
dell’intero sistema, con poche
possibilità d’intervento per correggere
eventuali errori. In pratica, un controllo
analogico non è in grado di controllare
cosa accade fuori dal CN.
La superiorità del controllo digitale
non può che essere riconosciuta da
tutti, ma è importante ricordare
anche che vi sono alcune
applicazioni e circostanze per le
quali il controllo analogico è ancora
la miglior soluzione.
48
Funzioni a 5 assi 3D-Rot
TFT piatto da 15”: BF 150
MC 422B: 5 o 10
11 µA / 1 VPP / EnDat
MC 420: 5
11 µA / 1 VPP / EnDat
MC 422B: base 4; max 10 (9 con mandrino controllato)
MC 420: base 4; max 5 (4 con mandrino controllato)
max 100.000 rpm
controllabile (M19),
gamme: max 8
MC 422B: max 11
MC 420: max 6
selezionabile tra servo lag e feed forward
tempo di ciclo 1,8 ms
MC 422B: 0,5 ms
MC 420: 3,6 ms (opzione 0,5 ms)
MC 422B: 5 assi
MC 420: 4 assi (opzione 5° asse)
MC 422B: 3 assi
MC 420: 2 assi (opzione 3° asse)
MC 422B: di serie
MC 420: opzione
MC 422B: di serie
MC 420: opzione
Differenze di prestazioni tra MC 420 e MC 422B
Quando preferire l’analogico al digitale
Si pensi per esempio al classico retrofit:
in fase di revisione di una macchina
utensile, per contenere i costi, spesso si
decide di riutilizzare i motori e gli
azionamenti presenti e di cambiare
soltanto l’elettronica di regolazione e
comando. In casi come questo, l’unica
soluzione è utilizzare un buon controllo
numerico analogico.
Circuito di regolazione
Tempo di elaborazione
blocco
Interpolazione lineare
Interpolazione circolare
Interpolazione asse C
MANUALplus 4110, permettendo quindi
di ottenere la sua versione analogica,
adatta al montaggio sui torni.
TFT piatto da 10,4” con tastiera integrata: BFT 121G
5
11 µA / 1VPP / EnDat
base 3; opzione asse C, utensile motorizzato
max 100.000 rpm
controllabile (M19)
MC 420: max 6
selezionabile tra servo lag e feed forward
tempo di ciclo 6 ms
3 ms
2 assi
2 assi
con i due assi lineari
Caratteristiche di MANUALplus 4110 nella versione analogica
Anche per macchine utensili di nuova
costruzione che siano state progettate
per essere comandate da un sistema
controllo/azionamento analogici, sia per
considerazioni tecniche di “prestazioni
attese” che per valutazioni economiche,
è richiesto un controllo numerico
analogico di elevate prestazioni a un
costo contenuto.
La scelta di HEIDENHAIN: i nuovi
controlli analogici
Per le ragioni appena spiegate,
HEIDENHAIN non ha abbandonato la
ricerca e lo sviluppo dei controlli
analogici, e presenta due nuovi prodotti:
un iTNC 530, il top dei nostri controlli,
con le stesse caratteristiche di qualità,
prestazioni e facilità d’uso
universalmente riconosciuti nella
configurazione digitale ma, questa volta,
in versione puramente analogica.
È infatti ora disponibile un controllo
numerico composto unicamente
dall’unità logica MC 420, oppure,
a scelta, dalla più potente ma
ugualmente interessante nel prezzo
MC 422B, e dall’unità di alimentazione
UV 106B. Non è più necessaria la scheda
di regolazione DSP (Digital Signal
Processing) CC 422 e quindi i costi si
abbassano notevolmente.
L’unità di regolazione UV 106B è in
grado infatti di alimentare anche il
MANUALplus 4110 per i torni esiste
sia in versione digitale che analogica
MC 420 o MC 422B?
Una volta che si è deciso di utilizzare
l’unità di regolazione UV 106B, è poi
necessario scegliere tra MC 420 e
MC 422B. Come risulta evidente dalla
tabella riportata, la MC 420 è il “main
computer” nella versione pensata
espressamente per macchine con un
numero limitato di assi (in genere i tre
assi principali X, Y e Z e un asse ausiliario,
sia esso PLC o NC, più mandrino
controllato in posizione). La MC 420
dispone infatti di cinque ingressi di
posizione 11 µA / 1 VPP / EnDat e di
default non sono attive le opzioni
software per la lavorazione a cinque assi
e l’interpolazione cilindrica. Se si ha
bisogno di qualche asse in più e di tutte
le funzionalità disponibili per la
lavorazione a cinque assi continui, la
scelta deve invece spostarsi sulla
MC 422B, che già reduce da migliaia di
applicazioni nel mondo, in accoppiata con
la nuova UV 106B, si presenta come il
controllo numerico analogico nella sua
massima espressione. Su entrambe le
MC è comunque installata di serie la
famiglia software 340 490-xx con il nuovo
modo operativo smarT.NC, lo stesso dei
controlli digitali. Da questo punto di vista,
quindi, non ci sono differenze: si sta pur
sempre parlando di un iTNC 530!
Anche nel mondo della tornitura si
applica un discorso simile: esiste già,
ed è molto apprezzato, il
MANUALplus 4110 nella versione
digitale; con l’introduzione dell’unità di
alimentazione UV 106B, il
MANUALplus 4110 analogico risulta
competitivo anche nel prezzo.
Il main computer utilizzabile è
unicamente la MC 420. In questo caso,
non esiste la possibilità di utilizzare
l’MC 422B perché non avrebbe senso
farlo: per i torni, infatti, cinque ingressi
di posizione sono comunque sufficienti
per coprire la massima configurazione
possibile.
49
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Applicativi
PERICOLO DI COLLISIONE TRA
I COMPONENTI MACCHINA?
CON DCM POTETE NON PENSARCI PIÙ
L’iTNC 530 HEIDENHAIN consente di attivare il nuovo DCM, il controllo
anticollisione dinamico, che vigila sui corretti spostamenti degli assi e della
macchina, monitorando ciclicamente l’area di lavoro
Oggi più che mai le macchine utensili
sono sempre più veloci: l’accelerazione
e la velocità di traslazione aumentano
continuamente. Per esempio, in rapido
a 60 m/min, in un solo secondo l’asse
si è già spostato di 1 m.
Il controllo che aiuta l’operatore a
evitare guai
Alla EMO 2005 di Hannover
HEIDENHAIN ha presentato una nuova
funzionalità dell’iTNC 530: il controllo
anticollisione dinamico DCM. In pratica,
Messaggio di errore di possibile collisione
50
con DCM l’area di lavoro della
macchina viene monitorata
ciclicamente per evitare possibili
collisioni tra i componenti. Anche
il migliore degli operatori, infatti, non
potrebbe avere i riflessi tanto pronti da
arrestare in tempo la macchina con il
pulsante d’emergenza ed evitare così
una pericolosa collisione. In alcuni casi,
poi, per esempio nella produzione di
stampi complessi con lavorazione a
cinque assi, i movimenti degli assi sono
addirittura imprevedibili. I programmi
massima sicurezza per l’operatore
e la macchina quando viene
prefigurato il rischio di una
collisione.
Numerosi sono i vantaggi che ne
conseguono. Innanzi tutto, una
mancata collisione si traduce anche
in un danno evitato ai macchinari.
Si diminuiscono così drasticamente
le fermate improduttive dovute alle
collisioni.
Alla comparsa del
messaggio di errore, la
funzione DCM deve
essere disattivata
per procedere nel
movimento.
Soltanto in seguito
sarà possibile eliminare
il rischio di collisione o
spostare gli assi
dall’area di pericolo.
NC generati con sistemi CAM sono già
in grado di evitare collisioni tra utensile
o mandrino e il pezzo, ma non tengono
di norma conto dei componenti della
macchina presenti nell’area di lavoro.
Alla EMO 2005 di
Hannover HEIDENHAIN
ha presentato una nuova
funzionalità dell’iTNC 530:
il controllo anticollisione
dinamico DCM. In pratica,
con DCM l’area di lavoro
della macchina viene
monitorata ciclicamente
per evitare possibili
collisioni tra i
componenti. Anche il
migliore degli operatori,
infatti, non potrebbe
avere i riflessi tanto
pronti da arrestare in
tempo la macchina con il
pulsante d’emergenza ed
evitare così una
pericolosa collisione.
Anche con una simulazione esterna
non si può essere certi che le
condizioni reali della macchina
(per esempio la posizione di serraggio)
siano state simulate con precisione.
Il controllo dinamico delle collisioni
dell’iTNC, invece, interrompe la
lavorazione a garanzia della
componenti della macchina si
avvicinano a meno di 2 mm.
Il preallarme e l’allarme possono essere
riconosciuti e ignorati dall’operatore e
gli assi possono poi essere comunque
traslati con controllo manuale o
automatico. Alla comparsa del
messaggio di errore, invece, la funzione
DCM deve essere disattivata per
procedere nel movimento. Soltanto in
seguito sarà possibile eliminare il
rischio di collisione o spostare gli assi
dall’area di pericolo.
Modellizzazione dei componenti macchina (in alto) e situazione reale (sopra)
Una funzionalità davvero molto
versatile
Il controllo anticollisione può essere
utilizzato nella modalità automatica
dell’iTNC, durante lo svolgimento di un
programma in modalità di esecuzione
singola, o nelle modalità manuali. Se
infatti nel corso dell’allestimento del
pezzo l’operatore si trova sul “percorso
di collisione” con un elemento nell’area
di lavoro, il controllo iTNC 530 identifica
il pericolo e arresta il movimento degli
assi con un messaggio di allarme o di
errore.
In concreto, il controllo numerico
notifica all’operatore quali sono i
componenti della macchina soggetti al
pericolo di collisione. Sono previsti tre
livelli di segnalazione del pericolo di
collisione, in funzione della distanza
tra i due elementi dell’area di lavoro:
il preallarme, l’allarme e l’errore.
Il preallarme viene attivato quando due
componenti della macchina si
avvicinano a meno di 14 mm; l’allarme
quando due componenti della macchina
si avvicinano a meno di 8 mm; il
messaggio di errore quando due
DCM, una soluzione che tutti
possono adottare
Utilizzare il controllo anticollisione
dinamico DCM è molto semplice:
è sufficiente che il costruttore della
macchina memorizzi nel controllo
numerico dati geometrici e cinematici
di tutti i componenti.
L’area di lavoro e gli oggetti di collisione
vengono descritti tramite corpi
geometrici quali piani, quadrati e
cilindri. Naturalmente possono essere
modellati anche componenti complessi
combinando diversi corpi geometrici.
L’utensile viene automaticamente
considerato un cilindro con raggio pari
a quello dell’utensile.
51
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Service
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Service
LA DIAGNOSTICA DEI SISTEMI
ASSOLUTI: IMPARIAMO A
CONOSCERE IK 215 E ATS
HEIDENHAIN presenta un nuovo pacchetto diagnostico che permette la
visualizzazione dei dati di posizione, la lettura e la scrittura dei parametri
memorizzati, la taratura e la verifica dei sistemi di misura assoluti
Alla EMO 2005 di Hannover, oltre ai
sistemi di misura e ai controlli numerici
con il nuovo protocollo EnDat 2.2,
HEIDENHAIN ha presentato il nuovo
sistema di diagnostica e taratura dei
sistemi di misura assoluti lineari e
rotativi: si tratta della scheda a
interfaccia PCI bus Rev 2.1
denominata IK 215 e del relativo
software ATS (Adjusting and testing
software).
Molteplici funzioni
Tra le principali funzioni del nuovo
pacchetto diagnostico, quella principale
è la visualizzazione dei dati di
posizione, assoluti e incrementali,
e dello stato degli errori. Questa
funzionalità viene utilizzata per la
verifica del corretto montaggio del
sistema o per il suo controllo dopo
un’attività di manutenzione.
Errati allineamenti o problemi di
alimentazione possono generare degli
stati di errore nell’elettronica dei
sistemi di misura: una volta individuata
ed eliminata l’origine di tali errori,
questi devono essere “resettati”
perché sia ripristinato il corretto
funzionamento. In IK 215 è stata
prevista un’apposita funzione di
reset degli errori.
Spesso è necessario poi personalizzare
i propri sistemi di misura lineare:
la nuova IK 215 permette al
costruttore di leggere e quindi di
memorizzare una serie di parametri
identificativi per ogni macchina,
descrivendo alcuni aspetti delle funzioni
“di quella specifica riga su quella
specifica macchina”.
52
Schermata principale del software ATS
Nel caso degli encoder rotativi della
serie ECI/EQI 1100/1300, diventa
possibile tarare in modo appropriato
i segnali in fase di montaggio dei
motori. Questi encoder sono
particolari perché il rotore e lo statore
sono forniti separatamente e vengono
accoppiati in fase di montaggio.
Scheda IK 215
Segnali di ingresso
Interfaccia
Requisiti di sistema
Divisione del segnale
Dimensioni
EnDat 2.1 o EnDat 2.2
(valore assoluto e segnali incrementali)
PCI bus Rev 2.1
PC IBM o PC compatibile al 100%
con frequenza di clock >1 GHz
sistema operativo: Windows 2000/XP
(per software ATS)
circa 20 MB di memoria libera
risoluzione fino a x65.536
100 mm x 190 mm
Caratteristiche tecniche di IK 215
I sistemi di misura assoluti ora
si possono controllare anche in
“loop chiuso”
Mentre tutte le funzioni precedenti
erano almeno parzialmente garantite
anche dal vecchio sistema di
diagnostica IK 115, la novità di IK 215 è
la possibilità di realizzare la verifica
on line dei sistemi di misura
assoluti, grazie anche all’utilizzo di
un apposito adattore, l’SA 100.
La verifica in “loop chiuso” è
fondamentale per l’attività di service
sulle macchine utensili: è infatti una
funzionalità già conosciuta e
apprezzata anche per le righe
incrementali in abbinamento all’utilizzo
del PWM 8/ PWM 9, ma che fino a
oggi non era applicabile ai sistemi di
misura assoluti.
Sopra: schermata di verifica dei sistemi di misura
A destra: SA 100, Service Adapter
53
HEIDENHAIN P.A.S.S. - Segnalazioni
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16-19
PLC TOOL
MIS 001
13-15
Luglio
2° semestre
Forse qualcuno avrà già scoperto che il
sito italiano di HEIDENHAIN non è più
lo stesso. I nostri web designer, infatti,
hanno studiato una nuova
impaginazione, più intuitiva e lineare,
che sarà presto adottata da tutte le
filiali HEIDENHAIN e che ricalca
l’Home page della Casa Madre,
www.heidenhain.de.
TNC 001
TNC 002
smarT.NC
MAN 001
PLC 001
PLC TOOL
MIS 001
10-11
17-19
Calendario corsi 2006
Informazioni tecniche
In particolare, due corsi sono dedicati
specificatamente all’uso e alla
programmazione del TNC (TNC 001 e
TNC 002) e uno (smarT.NC) al nuovo
modo operativo iTNC 530. “smarT.NC”
è un nuovo nato nella famiglia dei corsi
HEIDENHAIN: è rivolto a tutti coloro
che già conoscono i fondamenti della
programmazione standard in testo in
chiaro.
MAN 001 e MIS 001 sono i corsi
dedicati, rispettivamente, alla
manutenzione e alla messa in servizio
Marzo
Aprile
3-7
Maggio
Giugno
26-30
22-25
5-8
19-21
6-8
8-10
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
11-15
20-24
16-17
18-19
2-5
6-9
25-27
13-15
Al fianco del cliente con i corsi
HEIDENHAIN
dei TNC digitali, mentre PLC TOOL e
PLC 001 permettono di conoscere
meglio l’ambiente di sviluppo e il
linguaggio di programmazione PLC.
La durata dei corsi va dai 2 ai 5 giorni
e il costo è variabile; si svolgono
presso la sede HEIDENHAIN di
Milano oppure presso l’ufficio tecnico
di Noale (VE).
Per esigenze particolari, vengono
organizzati corsi personalizzati per i
quali durata, argomenti e sede sono
concordati direttamente con i clienti
e definiti in base alle loro esigenze.
Per informazioni o iscrizioni, potete
rivolgervi al numero +39 02 27 07 52 55
o all’indirizzo mail [email protected].
Il calendario aggiornato dei corsi e il
modulo di iscrizione sono disponibili
anche sul sito www.heidenhain.it,
nella sezione Servizi.
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Appuntamenti
HEIDENHAIN È SEMPRE PIÙ VICINA:
DALLE FIERE AL LABORATORIO TNC
Nel corso dell’anno sono numerose le occasioni che HEIDENHAIN
ITALIANA offre ai clienti per conoscere le ultime novità e per incontrare
i suoi tecnici. Grande attesa per la BI-MU del prossimo ottobre
Nel prossimo anno ci saranno molte
occasioni per incontrarci. Come tutti gli
anni pari, a ottobre torna la BI-MU
(www.bimu-sfortec.com), importante
fiera di rilevanza non solo nazionale, ormai
giunta alla venticinquesima edizione. Ci
sarà l’opportunità di vedere da vicino le
ultime novità HEIDENHAIN nel campo
dei prodotti e del software.
Per il 2006 HEIDENHAIN ITALIANA ha
deciso di puntare molto su questa
manifestazione che godrà di una marcia
in più: il nuovo quartiere espositivo di
Fiera Milano a Rho, proprio alle porte
del capoluogo lombardo.
Aspettando la BI-MU
Nell’attesa che arrivi l’autunno con la
BI-MU, dove potrete incontrare
HEIDENHAIN nel resto dell’anno? Chi
opera anche sul mercato estero ha la
possibilità di visitare varie fiere alle quali
la nostra Casa Madre o le filiali di tutto il
mondo prendono parte: HEIDENHAIN,
infatti, è presente in tutto il mondo e vive
la vita di ciascuna realtà nazionale in cui
è inserita. Per conoscere il calendario di
tutte le manifestazioni fieristiche in cui
trovare il marchio HEIDENHAIN, vi
rimandiamo al nostro sito
www.heidenhain.it.
Per chi, in particolare, si relaziona direttamente con la
realtà italiana, una buona occasione di incontro sono le
open-house che i costruttori di macchine oppure i
rivenditori organizzano presso le loro sedi. Le aziende
aprono le porte agli utenti per spiegare le novità messe
a punto e HEIDENHAIN viene spesso invitata come
partner tecnologico.
HEIDENHAIN È SEMPRE PIÙ VICINA: DALLE FIERE AL LABORATORIO TNC
Si tratta di un cambiamento epocale
che secondo gli addetti ai lavori dovrebbe
portare molti benefici, sia di ordine
logistico, sia per quanto riguarda
le capacità di richiamo e di ricettività.
Promossa da UCIMU-SISTEMI PER
PRODURRE, la BI-MU potrà godere
di una cassa di risonanza ancora
più ampia e potrà utilizzare le
strutture più moderne per un
sostegno reale al mercato della
macchina utensile.
HEIDENHAIN ITALIANA non può
mancare a questo appuntamento
e, come sempre, sarà in prima fila.
Per chi, in particolare, si relaziona
direttamente con la realtà italiana, una
buona occasione di incontro sono le
open-house che i costruttori di macchine
oppure i rivenditori organizzano presso le
loro sedi. Le aziende aprono le porte agli
utenti per spiegare le novità messe a
punto e HEIDENHAIN viene spesso
invitata come partner tecnologico. È un
grande riconoscimento per il nostro
operato ed è anche una ricca vetrina per
scoprire come le nostre apparecchiature
interagiscono al meglio con moltissime
macchine, come testimonia proprio la
scelta dei costruttori.
HEIDENHAIN si incontra anche a scuola
Non ci sono solo le fiere e gli incontri
organizzati nelle aziende. Agli studenti,
futuri operatori di domani, e a chi si
occupa di formarli, i professori, ricordiamo
infatti il Programma Scuola. Da tempo la
HEIDENHAIN ITALIANA ha avviato un
proficuo dialogo con il mondo della
formazione e dell’istruzione, offrendo
esperienza e tecnologia di prima mano.
Prendiamo contatto con gli istituti superiori
e i centri di formazione e presentiamo le
nostre apparecchiature: grande attenzione
viene dedicata alla programmazione dei
controlli numerici, ma anche i sistemi di
misura sono oggetto di un grande
interesse. La nostra attività formativa non
si limita alla presentazione dei prodotti:
quando ci viene richiesto siamo disponibili
anche a organizzare corsi di
approfondimento, workshop o seminari
direttamente nelle scuole, per aiutare gli
studenti a prendere confidenza con le
macchine delle loro officine.
Un road show per il controllo numerico
Nel 2006 riprenderà infine il “road-show”
che HEIDENHAIN ITALIANA organizza in
tutto il territorio nazionale:
il “Laboratorio TNC”. Come suggerisce il
nome, Laboratorio TNC è incentrato sulla
presentazione del controllo numerico
e degli accessori che lo completano
(tastatori tridimensionali e volantini
elettronici); ma sarà anche l’occasione per
divulgare le attività HEIDENHAIN nel suo
insieme, ricordando in particolare la
disponibilità al supporto post-vendita.
I prossimi appuntamenti saranno
sicuramente molto ricchi, poiché nel 2005
sono state davvero molte le novità.
57
heidenh@in risponde
heidenh@in
risponde
Sul mio computer ho installato il sistema operativo Windows XP + SP2 e ora si verificano dei problemi
nella trasmissione dei dati con CimcoNFS se mantengo attivo sul mio computer il programma Firewall di
protezione della rete. Mi potete consigliare una soluzione?
Risponde
Stefano Castello,
Service
engineer TNC
Il problema effettivamente esiste
ed è dovuto alla configurazione del
Firewall di Windows. È possibile
configurare Firewall in modo tale
da permettere comunque il corretto
funzionamento del CimcoNFS.
selezionare il menu “Eccezioni”
e attraverso il comando “Aggiungi
programma” aggiungere i file
portmap.exe e nfs.exe (potete
trovarli normalmente nella directory
di default C:\CIMCO\NFS\);
La procedura corretta per modificare la
configurazione è la seguente
(Windows XP + SP2):
avviare Windows Firewall tramite il
“Pannello di controllo” di Windows;
le due applicazioni portmap.exe
e nfs.exe appaiono in un elenco e
devono essere attivate (selezionando
il riquadro corrispondente) sotto la
voce “Programmi e Servizi”;
selezionando “Modifica” e “Cambia
ambito” si possono ora selezionare i
computer su cui è necessario
sbloccare il programma.
La procedura appena descritta risolve
con grande facilità il problema
segnalato.
È bene ricordare agli utilizzatori
dell’iTNC 530 HEIDENHAIN che su
questi controlli numerici non è più
necessario installare il CimcoNFS
in quanto, attraverso il protocollo
SMB, l’iTNC 530 può condividere
le directory sul server di rete.
Mi hanno consigliato di installare il Patch 3 di TNCremoNT. Come devo procedere? Mi potete spiegare
l’utilità dell’installazione?
L’ALTA TECNOLOGIA HEIDENHAIN OFFRE SOLUZIONI PRECISE. HEIDENHAIN info DEDICA
UNO SPAZIO AD HOC A TUTTE LE PARTICOLARI ESIGENZE TECNICHE DEI LETTORI.
INVIATE LE VOSTRE DOMANDE A [email protected]: IL NOSTRO TEAM DI
SPECIALISTI VI RISPONDERÀ SU QUESTE PAGINE. IN QUESTO NUMERO RISPOSTE DI:
STEFANO CASTELLO, SERVICE ENGINEER TNC; MASSIMO MOLLA, APPLICATION
ENGINEER TNC; DANILO ZACCARIA, APPLICATION ENGINEER TNC
Per l’installazione, è necessario
innanzi tutto decomprimere il file
*.zip in una directory sul disco fisso
(si possono utilizzare WinZip o
WinRar) e da questa copiare tutti i file
*.exe nella directory di installazione di
TNCremoNT (normalmente è
C:\Programmi\Heidenhain\TNCremoNT\).
Per rendere definitiva l’installazione, è
poi necessario copiare il file
lsv2ctrl_2.ocx nella directory System
32 di Windows: C:\WINNT\system32\
(con WIN 9x la directory sarà
C:\WIN\system\).
La versione di TNCremoNT diventa
così 2.3.257.
Il Patch 3 è utile nella trasmissione
seriale di file con RS-232-C: la sua
installazione amplia infatti la
trasmissione di intere cartelle e di
grandi programmi con vecchi
controlli.
È scaricabile dalla sezione Servizi del
nostro sito www.heidenhain.it
59
heidenh@in risponde
heidenh@in risponde
Le macchine da noi prodotte hanno diverse configurazioni KINEMATIC e i parametri macchina possono
essere sovrascritti sia tramite PLC sia tramite KINEMATIC. Mi sarebbe utile, in caso di problemi, conoscere
in modo veloce e pratico quali parametri siano veramente attivi sul controllo. Questo mi permetterebbe di
interagire meglio con i clienti quando richiedono consulenze al telefono.
Risponde
Massimo Molla,
Application
engineer TNC
Ancora una volta parliamo di
sovrascrittura dei parametri
macchina: è infatti molto frequente
che i costruttori che montano
controlli HEIDENHAIN abbiano la
necessità di manipolare i parametri
sia di taratura sia di configurazione
macchina.
Per riuscire a visualizzare i parametri
attivi in memoria semplicemente
attivando un softkey è necessario
utilizzare una finestra PLC.
La scelta della visualizzazione
potrebbe anche essere diversa da
questa, ed essere in forma di file
o di tabella; l’“output dei valori”,
infatti, è a discrezione del singolo
programmatore PLC.
In tutti i casi, il punto cruciale è
l’utilizzo del modulo 9310 che è in
grado di leggere i parametri
macchina attivi nella memoria del
controllo numerico e non quelli
impostati sul file dei parametri
macchina (*.MP).
Il modulo 9310 è stato introdotto nel
controllo numerico TNC 430 a partire
dalla versione software 280 476-06;
nell'iTNC 530, invece, è stato abilitato
su tutti i modelli ed è disponibile a
partire dalle prime versioni software
340 420-01 e 340 422-01.
La versione 52 del programma
“PLC base” utilizza già questo
modulo nel file MP_READ.SRC,
tramite un KFIELD trasferisce al
modulo 9310 le variabili. Quindi
è semplicemente necessario
aggiungere i parametri che devono
essere letti.
Eseguiremo insieme la procedura
che comporta una piccola modifica
nel file.
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Si inizia scrivendo nel file MP_READ.SRC:
Nel file di Help del PLCdesignNT si trova la seguente descrizione del
modulo 9310:
Completata questa fase, grazie ai
software HEIDENHAIN di sviluppo
PLC (PLCdesignNT, MenudesignNT,
BMXdesignNT) si arriva alla creazione
di una maschera in cui vengono
visualizzati i valori dei parametri letti.
Il file *.msk è il sorgente della nostra
maschera (in alto a sinistra).
La visualizzazione della maschera
viene attivata da un softkey generata
con il software MenudesignNT (in alto
a destra).
Le quattro righe aggiunte nel file MP_READ.SRC vengono poi tradotte dal
compilatore PLC in:
Premendo il softkey MP VALUE, il
controllo numerico visualizza un
maschera con i valori dei parametri
attivi in memoria: in pratica,
sovrascrivendo i parametri la finestra
viene aggiornata dinamicamente
come si può vedere dalle due videate
a lato.
61
heidenh@in risponde
Stiamo acquistando una nuova macchina utensile che è equipaggiata con un controllo numerico
iTNC 530 HEIDENHAIN e vorremmo sapere se esiste la possibilità di importare i profili di fresatura
direttamente dal sistema CAD.
Risponde
Danilo Zaccaria,
Application
engineer TNC
Sì, è possibile aprire i file DXF generati
su un sistema CAD direttamente
sull’iTNC 530 per estrarne i profili con
un semplice clic del mouse e salvarli
come programmi in formato
HEIDENHAIN testo in chiaro.
Il formato DXF importabile è l’R12
(denominato anche AC1009), molto
diffuso e supportato da tutti i più
comuni programmi CAD e di grafica.
Il file DXF può essere caricato
direttamente dalla rete o da una chiave
di memoria USB per poi aprirlo come un
normale programma NC tramite la
Gestione file (PGM-MGT). A seconda del
modo operativo in cui vi trovate, possono
verificarsi due situazioni:
1) richiamando il file DXF da smarT.NC
viene generato un programma
di profili con estensione *.HC
(HEIDENHAIN Contour), che può
essere utilizzato direttamente in
un programma di lavorazione (HU);
2) richiamando il file DXF da "Editing
programma" viene generato un
programma a dialogo con testo in
chiaro con estensione *.H, che può
essere utilizzato direttamente con la
funzione SELECT CONTOUR nei cicli
SL, oppure modificato per l’esecuzione
diretta in macchina.
Per visualizzare sullo schermo solamente
il profilo interessato, è possibile
nascondere tutti i livelli (layer) superflui
contenuti nel file DXF.
Con il semplice ausilio del mouse
integrato è così possibile cliccare
l’elenco sulla sinistra dello
schermo in modo da selezionare
un tratto del profilo anche se il
progettista lo ha memorizzato su
livelli diversi.
Il punto zero del disegno può essere
spostato in una posizione significativa
con un clic sull’elemento, in una
varietà di modi:
nel punto iniziale, finale o al centro di
una retta,
nel punto iniziale, finale o al centro di
un arco,
nel passaggio tra i quadranti o al centro
di un cerchio,
nel punto di intersezione tra due
rette/tratti, anche se il punto di
intersezione si trova nel prolungamento
delle relative rette,
nel punto di intersezione tra retta e arco,
nel punto di intersezione tra retta e
cerchio.
Dopo aver impostato i layer da
visualizzare e dopo avere definito
l’origine del sistema, è possibile
procedere alla selezione del profilo
con un semplice clic del mouse.
Si parte dal primo elemento che
identifica il primo punto del profilo,
poi si seleziona il secondo elemento
e il controllo numerico identifica così
il senso di rotazione, avviando il
rilevamento automatico del profilo.
Vengono così automaticamente
selezionati tutti gli elementi
identificabili in modo univoco finché il
profilo si chiude o si dirama.
Per completare la selezione è
sufficiente cliccare sull’ultimo
elemento.
Giunti a questo punto, non resta che
salvare il profilo selezionato e
immettere il nome del file senza
alcuna estensione.
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La funzione di zoom e alcune
impostazioni completano la
funzionalità del convertitore DXF.
Avete infatti ormai a disposizione il
profilo scelto nel formato di
programmazione corretto, e potete
utilizzarlo in modalità di editing
programma in smarT.NC per
l’introduzione dei dati tecnologici
mancanti (utensile, avanzamenti, giri,
ecc…) e ovviamente per selezionare il
tipo di lavorazione da effettuare
(svuotamento, contornatura, ecc…).
Questa nuova e interessante
funzionalità è disponibile come
opzione per iTNC 530 versione B,
a partire dalla versione software
NC 340 49x-02.
Anche i controlli per torni
MANUALplus 4110 e CNC 4290
dispongono di una funzionalità
analoga, anche se in un formato
diverso.