Barclays, ancora guai nella City

Transcript

Barclays, ancora guai nella City
Barclays, ancora guai nella City
Domenica 02 Settembre 2012 23:00
di Carlo Musilli
Non c'è pace per Barclays. La super-Banca inglese tartassata di recente dallo scandalo Libor è
già alle prese con nuovi guai giudiziari. Il Serious Fraud Office (Sfo), l'ufficio antifrode del
governo britannico, ha aperto un'indagine penale contro l'istituto per una serie di presunte
mazzette spedite in Medio Oriente nei giorni più bui della crisi. Bustarelle non da poco, visto che
hanno consentito a Barclays di evitare la bancarotta senza finire sotto l'ala protettiva dello Stato
(e quindi dei contribuenti), come invece è capitato alla Royal Bank of Scotland e a Lloyds.
Il modo in cui il gigante della City è riuscito a salvarsi in piena tempesta finanziaria la dice lunga
sul modello di business prediletto in terra anglosassone. Nel giugno 2008, la Banca inglese ha
incassato 4 miliardi e mezzo di sterline dalla Qatar Holding, che fa parte del ricchissimo fondo
sovrano dell'Emirato (già azionista di maggioranza dell'Istituto con il 6,65% del capitale).
Appena 5 mesi dopo sono affluiti nelle casse di Barclays altri sette miliardi di sterline, stavolta
dalle sconfinate tasche dello sceicco Mansur, il miliardario di Abu Dhabi noto ai calciofili come
proprietario del Manchester City.
Di per sé queste operazioni non sono illegali e i due investitori non sono accusati di nulla. Il
problema è la strada scelta dalla Banca per concludere gli affari: una raffica di mance davvero
troppo generose a chi ha avuto la fortuna di fare da intermediario. Una delle più clamorose è
stata quella offerta all'affascinante Amanda Stayeley, ex fidanzata del principe Andrea
(secondogenito della Regina), che si è vista graziosamente recapitare una paghetta da
quaranta milioni di sterline. Il suo unico merito è aver presentato il munifico Mansur ai manager
di Barclays. Gente che sa sdebitarsi alla grande, quando le conviene.
1/3
Barclays, ancora guai nella City
Domenica 02 Settembre 2012 23:00
In tutto - secondo le ricostruzioni dei giornali inglesi - per concludere la transazione con lo
sceicco sono stati sborsati 300 milioni di sterline in commissioni sospette. Altri 100 milioni erano
stati investiti nello stesso modo in occasione del maxi accordo con la Quatar Holding.
Prima dello Sfo, su questi stessi fatti aveva aperto un'inchiesta anche la Financial Services
Authority (Fsa), la Consob britannica, che però ha il potere di indagare solo su transazioni
interne al proprio sistema. I colleghi dell'antifrode invece hanno tutta l'autorità per far luce
sull'operato di Barclays in Qatar. Le conseguenze per l'Istituto potrebbero essere quindi molto
più gravi del previsto.
Questa nuova tegola si abbatte sulla Banca proprio mentre il management tenta di ripulirsi dal
fango che l'ha inondato negli ultimi mesi. Giovedì scorso è stato nominato ufficialmente il nuovo
amministratore delegato: Antony Jenkins. Un interno, anzi, un vero hooligan di Barclays, visto
che dopo la prestigiosa laurea a Oxford ha passato 30 anni a lavorare per il leone blu. Negli
ultimi tempi è stato responsabile della divisione retail and business, il rassicurante settore
"depositi e prestiti". Soldi veri, insomma, roba per famiglie. Niente di più lontano dagli oscuri
intrighi dell'alta finanza.
Jenkins ha quindi le carte in regola per recitare la parte dell'uomo senza macchia. Ma dovrà
mettercela tutta, considerando che avrà l'ingrato compito di sostituire Bob Diamond, l'ex Ceo
costretto alle dimissioni dopo lo scandalo legato alla manipolazione del tasso interbancario
Libor. La sporca vicenda ha coinvolto anche altri importanti istituti europei, ma nessuno più di
Barclays: anche il presidente Marcus Agius è stato costretto a fare i bagagli e a novembre sarà
sostituito ufficialmente da David Walker.
2/3
Barclays, ancora guai nella City
Domenica 02 Settembre 2012 23:00
"Barclays è una banca universale, con molte attività - ha detto Jenkins mentre si accomodava
sul trono -. Abbiamo commesso gravi errori negli anni più recenti e abbiamo chiaramente fallito
nel soddisfare le attese dei nostri azionisti. Abbiamo un obbligo nei confronti di clienti, azionisti,
colleghi e verso la società. Ma la nostra è anche un'opportunità unica di ristabilire la
reputazione di Barclays. Il viaggio richiederà tempo, abbiamo molto da fare, e cominceremo
immediatamente".
Sullo scandalo Libor sono state aperte inchieste in Europa e negli Stati Uniti e Barclays ha già
patteggiato una multa da 290 milioni di sterline. Ora, mentre vengono fuori altri fattacci, agli
investitori non rimane che credere nella buonafede di Jenkins. Membro del Cda dal 2009, non si
è mai accorto di nulla.
3/3