Inginocchiarsi - Oratorio San Rocco
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Inginocchiarsi - Oratorio San Rocco
UN INVITO PER TUTTI... LA MESSA! INGINOCCHIARSI Riflettiamo insieme... Chi sono le persone grandi? Quelle che si realizzano nella vita? Chi invece è umile, l’ultimo, il debole, che fine fa? Cosa vuol dire umiliare una persona? Perché è sbagliato? Che gusto ci prova chi lo fa? A scuola o nello sport succede spesso? Anche tra amici? Cosa vuole dire umiliarsi? È una cosa positiva o negativa? Essere umili oggi non è una cosa bella, anzi! Tutti fanno a gara per vincere e vogliono pensare di essere i più forti, di essere i migliori e per questo schiacciano la testa dei più deboli, provandoci un certo gusto. Questo atteggiamento si chiama superbia: tutti pensano e vogliono essere i migliori ad ogni costo, anche imbrogliando o facendo del male, altrimenti credono di non avere valore. Così la vita di tutti, dai più piccoli agli anziani, ma soprattutto degli adulti diventa una competizione infinita. Molto faticosa e dolorosa. E spesso lascia un senso di vuoto dentro: perché ci sarà sempre qualcuno migliore di noi in qualcosa… E non saremo mai soddisfatti di noi stessi e in pace con gli altri. Trovare amici veri in questo clima di competizione è impossibile… La Chiesa ci insegna un gesto molto importante: stare in ginocchio. Per curare la superbia che è dentro ognuno di noi. Ci invita a riconoscere che davanti a Dio siamo piccoli, siamo nulla. Umiliarsi viene dalla parola latina che significa terra. Ci si abbassa a terra, ci si fa piccoli, ci si mette in ginocchio. Ma davanti a Dio. Solo davanti a Dio. Noi siamo stati fatti dalla terra e non possiamo pensare di essere granché davanti a Dio. Riconoscere la nostra piccolezza ci fa bene al cuore. Impariamo che valiamo e che siamo grandi non perché siamo i primi o i migliori, ma perché siamo amati. Sì, la nostra forza sta nell’essere piccoli ma amati e voluti, creati e pensati da Dio. Come le rane, più ci abbassiamo più possiamo spiccare grandi salti nella vita ed essere forti dell’amore più che delle nostre (presunte) capacità. Mai però dobbiamo inginocchiarci davanti agli uomini. Siamo tutti importanti e non dobbiamo mai permettere che qualcuno ci obblighi a stare in ginocchio davanti a lui, per nessun motivo! “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Luca 14,11) Gesù era il più grande, ma si è lasciato umiliare fino a farsi crocifiggere. Questo l’ha reso il più grande di tutti tanto che Dio l’ha risuscitato, gli ha fatto fare un salto tanto grande che ha salvato tutti gli uomini. Cosa posso imparare dall’esempio e dalla croce di Gesù? Leggiamo l'inno di San Paolo ai Filippesi. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” (Fil 2,5-11) DELL’INGINOCCHIARSI Leggiamo insieme il testo di Romano Guardini. Quanto tempo è che non mi inginocchio? Ho l’abitudine di mettermi un istante in ginocchio quando entro in chiesa? C’è qualcuno che lo fa? Cosa penso di loro? E a casa mi inginocchio mai quando prego, magari accanto al mio letto? Perché? Da domani proverò a farlo? LA GENUFLESSIONE Quanti sgorbi si vedono quando si entra in chiesa! Anche inginocchiarsi e genuflettersi va fatto con dignità e serietà. Non preghiamo solo con la mente, ma con tutto il corpo. Nella messa ci sono vari gesti che ricordano che siamo piccoli davanti a Dio, ma grandi perché amati da lui. 1. Inchino: la persona sta ritta e si china solo il capo. In chiesa lo si fa davanti a chi rappresenta Gesù: la croce, l’altare, il sacerdote mentre celebra. 2. Genuflessione: davanti a Gesù invece ci facciamo piccoli e tocchiamo la terra per riconoscere la sua grandezza. Questo gesto si fa davanti all’Eucaristia (al Tabernacolo) e quindi quando si entra ed esce dalla chiesa o quando si passa davanti al Santissimo Sacramento. Si tocca terra con il ginocchio destro per un istante. Il resto del corpo rimane bel dritto. Il segno della croce è un’altra cosa (lo abbiamo visto la scorsa volta). Quello lo si fa da figli, in piedi, dopo aver fatto una bella genuflessione. Se facciamo le cose insieme vengono sono degli sgorbi che ci rendono goffi. 3. Mettersi in ginocchio: anche in questo caso si vede di tutto. Ma stare composti nei banchi è fondamentale per pregare bene. Quando ci si inginocchia non ci stravacca sul banco, ma si tiene dritta la schiena e alto il capo. Siamo piccoli, vero, ma non vermi che strisciano: siamo amati da Dio e questo ci rende importanti per lui. Non è vietato inginocchiarsi quando non siamo nei banchi, anzi! In questo caso teniamo alto il sedere e non appoggiamolo sui talloni: questa posizione è scomoda e non aiuta la preghiera. Facciamo un po’ di prove. Magari qualcuno ha fatto il chierichetto e ci potrà aiutare un po’. È molto importante come usiamo il nostro corpo nella preghiera, può sembrare secondario ma fa davvero la differenza. L’incontro si conclude un momento di preghiera. Preghiamo solo con i gesti. Un bel segno di croce, una genuflessione al Tabernacolo, un inchino all’altare e poi in ginocchio in silenzio. Ripensiamo all’incontro e fissiamo nella mente una parola che ci ha colpito. La raccontiamo a Gesù. Infine usciamo. Tutto nel silenzio più assoluto. Essere piccoli davanti a Dio non è la cosa più grande del mondo?