Il Cimento, quando il Naviglio era una piscina all`aperto
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Il Cimento, quando il Naviglio era una piscina all`aperto
8 Domenica 13 Gennaio 2013 Corriere della Sera Cronaca di Milano MI La storia Nei «giorni della merla» si buttavano nelle acque gelide e nuotavano per 250 metri. A tifare lungo il percorso, un migliaio di spettatori Il Cimento, quando il Naviglio era una piscina all’aperto La prima sfida nel 1895. Domenica 27 ci riprovano in cento Ci riprovano. Cento coraggiosi che si butteranno nelle acque del Naviglio nei «giorni della merla», i più freddi dell’anno. Il 27 gennaio è l’appuntamento fissato per il Cimento invernale. Alle 10.30 tutti davanti alla sede della Nuova Canottieri Olona sull’Alzaia Naviglio Grande, dove gli ardimentosi indosseranno un costume d’epoca e cuffia forniti dall’organizzazione. Una tradizione che arriva dal 1895. Sempre a gennaio, era il 25, e il gelo la faceva da padrone. «La gioventù — si scriveva in quegli anni di fine XIX secolo — non è poi così floscia come si crede, il buon esempio trova imitatori». Da quel giorno di fine Ottocento i soci della Rari Nantes Milano, sotto lo sguardo perplesso dei passanti in paltò col bavero alzato nuotano nel canale dei milanesi. «Prendere un bagno con quest'arietta che taglia il viso, con questo po' po' di freddo, è da matti. In matt!». Una corsa a torso nudo come riscaldamento, un respiro profondo, un tuffo nell’acqua corrente e vai col rotear di braccia per stare a galla e per non congelare. Bisognava allenarsi per il Cimento detto invernale per la regola che lo indica tale «quando l'acqua è inferiore al 10˚ grado centigrado». Un migliaio di spettatori è richiamato lungo le sponde dalla gara ideata dallo scultore Giuseppe Cantù, eccellente nuotatore e fondatore della società natatoria. Il numero dei concorrenti (ne arrivano persino da fuori città da Genova, Cremona, Carpi) che si sfidano lungo i 250 metri cresce: sette nel 1895, diciassette l'anno dopo, ventidue nel 1897. L'iscrizione costava 2,50 lire, non poco se si considera che un giornale si pagava 5 centesimi. A giochi fatti ci si asciugava e ci si trovava per un simpatico brindisi nella sede, posta nel locale più alto della torre merlata a fianco di Porta Ticinese. Nel 1896 la prima edizione dell' Olimpiade moderna di Atene voluta dal barone Pierre de Coubertin portava il nuoto al largo dall’epoca pionieristica e la stampa gli regalava sempre più spazio. Là, nel mare aperto della baia di Zea, un branco di temerari sfidava alte onde e Al- fréd Hajos, laureando in architettura, vinceva due medaglie d'oro guadagnandosi l'appellativo di «delfino ungherese». Olimpionico non casuale, visti gli allenamenti degli atleti dell'Impero Austro-Ungarico nel bel Danubio blu, in piscine, ter- me di Budapest e Vienna. Milano in quegli anni contava su due impianti balneari, a Porta Venezia i Bagni di Diana con una vasca di ben 100 metri alimentata dalla roggia Gerenzana dotata di trampolini a varie altezze e in un palazzo di Due lire L’iscrizione costa 2,50 lire, non poco se si considera che un giornale si paga 5 centesimi In sette Alla prima edizione si presentarono in sette Anche da altre città La scheda Il ricordo Neanche le Guerre fermano il Cimento. Uno stralcio di cronaca della 23ª edizione datata 1917 «...Il paesaggio di ieri lungo il Naviglio era polare... venivano i brividi pensando all'imminente spettacolo. Biancore di neve a destra, a sinistra, avanti. I tetti delle case, gli alberi stecchiti sono ammantellati, incappucciati di bambagia candida...». (Raccolte nel libro «Alla ricerca del nuoto perduto» di Aronne Anghileri) Le immagini Le foto delle prime edizioni del Cimento invernale negli ultimi anni del XIX secolo. All’avvenimento dedicò una copertina anche la «Domenica del Corriere» con un disegno di Beltrame. Il cimento nacque un anno prima delle Olimpiadi del 1896 durante i quali si organizzarono le prime gare ufficiali di nuoto Foro Bonaparte al 68, lo stabilimento delle terme con piscina di 15 metri a 26 gradi, docce, servizi in marmi di Carrara. Luoghi un po' snob, esclusivi, dove le donne potevano entrare solo in determinati orari, chi voleva nuotare senza pagare aveva il Naviglio. E la Rari Nantes proseguiva l'attività, salvo la sosta per l'asciutta di Primavera, tutto l'anno. Con altre imprese: «…ebbe luogo il record contro corrente tentato dal signor Pietro Alisoff, socio della RN Milano. Partito alle ore 2 dal laghetto di Porta Ticinese ri- montò il Naviglio Grande fino oltre la Casa Bianca, sono quindi 3.600 metri, che percorse in 2 ore 25 minuti 17 secondi. Molta gente seguì sulle rive il fortissimo nuotatore conosciuto già per aver estratto un affogato e al suo arrivo applausi entusiastici accolsero P. Alisoff, arrivato fresco». Nei decenni altri nomi di temerari che sfidavano il gelo dei giorni più freddi dell'anno, quelli della merla, finivano sui giornali: «Un bel giovane, Zanini, tondo poderoso, è in mezzo al Naviglio e rompe l'acqua a forti bracciate e nuota via più lesto di quelli che corrono a piedi a riva sulla neve gelata. Poi un giovane tutto nervi, Caimi, poi ancora il biondo Cogiola e Bordoni. Dietro a tutti procede calmo come in un mare d'agosto, De Micheli, un Gli impianti Milano allora contava su due impianti balneari, a Porta Venezia e Foro Bonaparte campione». Nuove competizioni natatorie troveranno poi successo: la Castelletto-Restocco, 17,5 km di estenuanti bracciate anche se a favore di corrente con dieci ritirati su diciassette partenti, il campionato di Lombardia e dell'Alta Italia, le gare di velocità su varie distanze, le sfide tra società di altre città. Gli iscritti aumentano e nei registri della RN si segna scrupolosamente ogni seduta di allenamento. Tale G.B. con più di 300 «bagni» in poche settimane si guadagna il record di vero pesce d'acqua dolce… La denominazione «rari nantes» tratta dal verso del libro primo dell' Eneide di Virgilio (apparent rari nantes in gurgite vasto, si vedono rari nuotatori nel vasto gorgo), avrebbe avuto sempre meno senso. Marco Pedrazzini © RIPRODUZIONE RISERVATA