CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO ISTAT REGIONALE

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CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO ISTAT REGIONALE
CONTRIBUTO CAMERALE AL RAPPORTO
ISTAT REGIONALE
NORD AFRICA
Da un punto di vista strettamente economico, i Paesi considerati
sono caratterizzati da forti differenze: paesi esportatori di petrolio e
gas (Libia e Algeria) e paesi con una struttura economica più
differenziata, soprattutto caratterizzati da un discreto sviluppo del
settore manifatturiero.
Tutti i Paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno evidenziato nel
decennio 1998-2008 una notevole crescita con PIL intorno al 5% (e
anche di più…). Seguito ovviamente da un calo subito dopo gli eventi
rivoluzionari, per poi (quasi tutti) riprendere gli stessi ritmi di crescita,
già nel 2012.
Da un punto di visto politico i cinque Paesi che si affacciano sul
Mediterraneo, sono stati investiti dalla protesta e dai rivolgimenti
popolari in modo differente: Tunisia, Libia ed Egitto sono indicati
come i Paesi della Primavera araba, dove si sono registrati anche
scontri violenti che hanno portato a veri e propri rivolgimenti politici,
con nuovi regimi e transizioni politiche (in alcuni casi neanche ora
terminate…). In Algeria e Marocco invece le proteste sono state più
contenute (in tutti i sensi, soprattutto in Algeria), anche se comunque
ci sono stati cambiamenti a livello politico (soprattutto in Marocco,
dove il monarca ha apportato importanti modifiche e innovazioni per
tacitare le piazze), senza però portare a rivolgimenti istituzionali.
Per tutti i Paesi comunque l’impatto delle proteste (più o meno
accentuate) ha inevitabilmente comportato una fase di recessione
economica, con ripercussioni sia sui tassi di crescita del PIL
(soprattutto in Libia a causa della ridotta attività di estrazione, ma
anche in Tunisia ed Egitto dove si è registrato un rallentamento nel
manifatturiero ma soprattutto nei servizi ed in particolare nel
turismo), sia negli Investimenti diretti all’estero (IDE), che si sono
ridotti in tutti i Paesi, sia nell’aumento della disoccupazione.
Pertanto, il processo di stabilizzazione del quadro politico (ancora in
corso ad esempio in Libia o addirittura – nel caso dell’Egitto –
rimesso nuovamente in discussione), le incertezze riguardo alle azioni
delle nuove amministrazioni (in Tunisia), associate alla debolezza di
molte economie soprattutto dell’area Euro, hanno comportato effetti
negativi su queste economie già fragili e provate e hanno influenzato
anche i loro rapporti con gli altri Paesi.
Il Marocco mantiene una crescita del PIL al 4,6% per il 2013 grazie
anche ad una buona campagna agricola, che ridurrà il rallentamento di
quelle non agricole. Più basse invece le previsioni per il 2014 (intorno
al 3%).
Risulta essere finora il Paese con maggiore stabilità economica, ma
anche politica e sociale anche grazie alle “illuminate” riforme avviate
dal Re per garantire equità e dare nuova linfa alle classi sociali medie:
tra piani quinquennali, relativa coesione politica, sicurezza e
aspirazioni di modernità il Marocco può ancora rappresentare una
buona opportunità per le imprese italiane, come peraltro evidenziato
da un recente studio di Euler Hermes (Gruppo Allianz).
L’Algeria mostra un quadro macroeconomico caratterizzato da
indicatori sostanzialmente positivi, seppur sia sempre il settore degli
idrocarburi quello trainante per le esportazioni. I restanti settori sono
scarsamente produttivi e quindi il Paese dipende dalle importazioni
anche per i bisogni più elementari della popolazione. Il quadro legale
è ancora molto complesso, con burocrazia farraginosa ma soprattutto
corruzione che pongono grosse difficoltà all’avvio di iniziative
imprenditoriali private (lo Stato è in effetti dominante) e ciò si traduce
in salari molto bassi ed elevata disoccupazione (spesso giovanile).
Per il 2013 si prevede un tasso di crescita del PIL del 4,3%.
La Tunisia già in passato ha conosciuto notevoli misure di
modernizzazione che si sono arrestate dopo gli eventi della primavera
araba. I rallentamenti dell’economia, però, sono anche dovuti alla
contrazione della domanda (soprattutto europea) derivante dalla crisi
mondiale, che hanno portato anche ad una riduzione della crescita del
PIL, che si prevede del 3,8% nel 2013.
Le elezioni e la forte volontà della nuova classe politica di portare
pacificazione (anche se non sempre realizzata…) dovranno
concentrarsi su quelli che sono i due più grandi problemi: la
disoccupazione (che nel 2011 è arrivata al 18%) e gli IDE. L’uccisione
di Shokri Belaid (capo dell’opposizione) a febbraio e poi quella di
Mohammed
Brahmi
a
fine
luglio(che
hanno
suscitato
la
preoccupazione anche del numero uno delle Nazioni Unite, BanKiMoon) ha aggravato la situazione politico-sociale, rallentando i
miglioramenti di quella economica.
La Tunisia sta affrontando una complessa transizione politica che si
potrebbe concludere, presumibilmente, con le elezioni legislative,
previste entro la primavera del 2014.
La Libia presenta una situazione ben lontana dalla pacificazione:
continuano la guerriglia e gli attentati (il 17 agosto un ordigno di
fronte al Consolato egiziano ha provocato diversi feriti).
Eppure l’Italia continua a confermarsi come il principale partner della
Libia e le aziende italiane che sono rientrate nel Paese dopo il crollo di
Gheddafi sono circa il 70%, anche se forse solo la metà ha ripreso
effettivamente le attività produttive. La mancanza di interlocutori
istituzionali è sicuramente la causa principale di tutto ciò.
E’ auspicabile che si realizzi quanto discusso nel corso del G8 di
giugno scorso in Irlanda del Nord,dove sono stata abbozzate le linee
guida internazionali di un possibile intervento coordinato dall’Italia,
avvalorato ulteriormente dall’incontro di luglio fra il nostro Presidente
del Consiglio e il Premier libico: questo ridarebbe all’Italia un ruolo
più forte nella diplomazia internazionale.
Per quanto riguarda l’Egitto, è notizia recente a conoscenza di tutti: la
situazione è riesplosa il 3 luglio 2013, con la “destituzione” del
Presidente Morsi, eletto democraticamente a giugno 2012 con il 51%
dei voti, e con la sospensione della Costituzione.
Il 14 agosto è stato sicuramente il culmine (almeno per ora…) degli
scontri, con l’intervento addirittura degli elicotteri contro i
manifestanti: alla fine sono rimaste uccise centinaia di persone. La
linea dura dell’esercito – almeno fino a questo momento – non
sembra smorzarsi e da un lato il rischio è quello di una
radicalizzazione del conflitto (che potrebbe favorire gruppi islamisti
radicali) e dall'altro il fallimento dell'Islam politico non può comunque
cancellare le responsabilità dei militari (che stanno tentando in ogni
modo di riportare tutto sotto il loro controllo): l’insieme crea una
situazione di violenta contrapposizione tra le varie anime politiche e
sociali dell'Egitto, di fronte alle quali nessuna diplomazia è riuscita a
reagire.
La situazione economica quindi, che prevedeva per il 2013 una seppur
lenta crescita del PIL fino a quasi i livelli pre-rivoluzione araba (4,9%),
è tutta da verificare, nonostante prima degli ultimi avvenimenti le
imprese italiane avessero già in qualche modo consolidato la loro
presenza.
Il Consiglio straordinario Affari esteri dell'Ue tenutosi il 21 agosto,
composto dai Ministri degli Esteri dell'Unione, ha deciso di
sospendere le licenze di esportazione verso l'Egitto di armi ed
equipaggiamenti di sicurezza (e su questo non si può che essere
d’accordo), e di riesaminare gli aiuti europei al Cairo (la sospensione
degli aiuti – seppur da considerarsi un’”arma” per convincere gli
egiziani ad una rapida pacificazione, non può che aggravare la
situazione). Da ricordare, invece, gli aiuti finanziari promessi al
Governo dei Generali (subito dopo il golpe) da Arabia Saudita,
Kuwait ed Emirati Arabi Uniti.
Anche gli USA hanno assunto una posizione indecisa, al contrario
invece della Turchia che ha più volte esortato la comunità
internazionale a non rimanere semplicemente spettatori.
A detta del nostro Ministro degli Esteri (Bonino – 23 agosto 2013),
l’Europa non è stata lenta ma “non ha molte leve economiche da
usare” e per tale motivo la mediazione sarebbe fallita.
L’esito degli avvenimenti in atto in questo Paese è sicuramente
un’incognita destinata ad influire in maniera decisiva sia sulle
dinamiche di tutto il Medio Oriente sia sulla ridefinizione dei rapporti
di forza tra grandi potenze, in una fase di evidente declino del potere
statunitense ed anche europeo.
ITALIA
L’Italia è comunque il secondo paese esportatore verso i paesi della
sponda sud del Mediterraneo dopo la Francia: si registrano flussi
maggiori con Tunisia, poi Egitto, Algeria, Libia ed infine il Marocco.
La Primavera Araba ha aumentato in alcuni casi il peso delle
esportazioni verso questi Paesi (Tunisia e Algeria soprattutto),
riducendo invece quello di altri (Egitto e Libia).
Per quanto riguarda invece le importazioni, l’Italia è il principale
mercato di sbocco per il Nord Africa: ovviamente un peso
preponderante hanno le importazioni di prodotti energetici dalla Libia
e ciò spiega fondamentalmente il drastico calo delle stesse dopo gli
eventi della Primavera Araba.
Nella dinamica dei flussi commerciali tra Italia e Nord Africa si
registra nell’ultimo decennio una tendenza alla crescita con due
episodi di riduzione: nel 2009 a seguito della crisi economica mondiale
e nel 2011 (ben più importante, tanto da arrivare anche ad un -20%)
per le conseguenze e l’instabilità dovute alla Primavera Araba. Il netto
calo è giustificabile soprattutto con la flessione delle importazioni di
petrolio dalla Libia.
Il Nord Africa resta però un’area molto importante nei rapporti con
l’Europa e con l’Italia in particolare e il 2012 ha visto infatti una
ripresa degli scambi, piazzandosi al secondo posto come partner
commerciale, dopo la Germania e scavalcando ancora Francia e
Spagna. Analizzando i dati del 2012, nell’interscambio totale, il Nord
Ovest ha un’incidenza del 28,5% sul totale italiano (prima fra le
macro regioni italiane) e se si considerano invece i valori al netto dei
prodotti energetici, la percentuale sale al 43,8% (dove si segnala in
particolare la posizione assunta dal settore metallurgico e dei prodotti
in metallo e dei prodotti chimici).
In totale le esportazioni sono cresciute del 3,5% nel Nord Ovest, più
che nel Nord Est (+1,1%), ma meno che al Centro e nel
Mezzogiorno.
Nel 2012 sono ancora aumentate le imprese esportatrici (rispetto al
2011 + 0,3%), ma sono quelle di maggiori dimensioni che fanno
registrare un maggior aumento delle vendite (+5,4%), mentre
diminuiscono le quote di quelle medio grandi e medio piccole
(rispettivamente -0,5% e -0,3%), e, clamorosamente si registra un
aumento per le micro imprese (+2,5%). Ciò nonostante proprio le
dimensioni delle imprese – insieme ai vincoli burocratici e legislativi –
sono una delle principali difficoltà di accesso ai mercati esteri.
Se si analizza la situazione degli operatori export relativamente al
settore merceologico, preponderante resta quello dei macchinari e
degli apparecchi, seguito dai metalli e loro prodotti (la meccanica in
generale) e dagli articoli in gomma e plastica. Altri settori da segnalare
quello del comparto tessile e abbigliamento, seguito dal manifatturiero
in genere (mobili, articoli sportivi, apparecchi medicali, apparecchi
elettrici e elettronici, mezzi di trasporto).
Analizzando invece le aree geografiche, se l’Unione Europea (seppur
in flessione) resta il mercato con la maggiore concentrazione di
operatori, al secondo posto si posizionano i Paesi europei non facenti
parte della UE ed a seguire l’Asia Orientale, l’America settentrionale,
il Medio Oriente e quindi in sesta posizione proprio i Paesi dell’Africa
settentrionale. Residuali l’America centro-meridionale, gli altri Paesi
Africani, l’Oceania e altri territori nel Pacifico e in ultimo, l’Asia
Centrale.
LIGURIA
Esaminando attualmente la situazione delle esportazioni a livello
regionale, la Liguria ha mostrato una capacità di mantenere le proprie
posizioni sui mercati esteri: il rapporto di Unioncamere evidenzia una
crescita vivace dell’export della Liguria verso Medio Oriente e Nord
Africa e una diminuzione invece dei flussi verso i paesi asiatici
emergenti. Viene inoltre confermata la tendenza ad un arretramento
sui più rilevanti mercati maturi.
Le imprese liguri che hanno dichiarato di avere rapporti con il Nord
Africa sono 191, e nello specifico si evidenziano: Marocco
78;
Algeria 58; Tunisia
83; Libia 35 e Egitto 82. Ciascuna impresa può
essere presente in più Paesi, ragione per cui il totale delle risposte non
corrisponde al dato complessivo delle imprese operanti con i 5 Paesi.
Secondo i dati forniti da Istat le esportazioni della Liguria verso i
Paesi dell’Africa Settentrionale, ovvero Algeria, Egitto, Libia, Marocco
e Tunisia, sono aumentati del 60,5% dal 2011 al 2012, passando da un
valore di 323.225 Euro a 518.899 Euro. Dal 2004 al 2012 le
esportazioni della nostra Regione verso i Paesi del sud del
Mediterraneo hanno subito una diminuzione solo tra il 2008 e il 2010,
registrando in questo biennio un calo del 58%,dovuto probabilmente
alla crisi economica che ha colpito l’Europa, per poi recuperare
nuovamente nel 2011 e nel 2012, superando nuovamente i 500 mila
Euro.
Nel 2011 il principale destinatario dei prodotti esportati dalla Liguria
era l’Egitto, per un valore di 216 mila Euro, ma nel 2012 questo Paese
ha importato dalla nostra Regione prodotti per un valore di soli 83
mila Euro, facendosi superare rispettivamente dall’Algeria, con più di
264 mila Euro, e dalla Tunisia, con 107 mila Euro. Il cambio di
destinazione delle esportazioni liguri può essere legato all’instabilità e
agli scontri violenti che si sono registrati nel 2011 in Egitto e che
hanno portato alla caduta del regime e all’arresto di Hosni Mubarak, al
potere da trent’anni.
I dati del primo trimestre 2013 mostrano un trend positivo delle
esportazioni verso i Paesi del Nord Africa rispetto allo stesso periodo
del 2012 con un aumento del 127%. Sicuramente influirà molto sugli
scambi dei prossimi mesi la situazione politica di questi Paesi, in
particolare Egitto, Libia e Tunisia che attualmente risultano più
instabili rispetto a Marocco e Algeria.
ESPORTAZIONI
In azzurro viene indicato, per ciascun anno, il Paese maggiore importatore dalla Liguria
2010
2011
VARIAZIONE
% 2010-2011
2012
VARIAZIONE
% 2011-2012
ALGERIA
38.415
43.915
14,3
264.919
503,3
EGITTO
58.656
216.371
268,9
83.175
-61,6
LIBIA
51.294
18.218
-64,5
26.315
44,4
MAROCCO
30.132
24.358
-19,2
37.224
52,8
TUNISIA
AFRICA
SETTENTRIONALE
39.788
20.341
-48,9
107.231
427,2
218.288
323.225
48,1
518.899
60,5
PAESI
Le
esportazioni
riguardano
principalmente
i
prodotti
della
raffinazione del petrolio, i macchinari in genere e apparecchiature per
l’elettricità ma sta crescendo anche l’export di prodotti chimici,
prodotti in metallo e autoveicoli. In particolare coke e prodotti
derivanti dalla raffinazione del petrolio dal 2011 al 2012 hanno avuto
un incremento di oltre il 2000%, passando da un valore di 4.306 Euro
a 116.170 Euro e risultano ulteriormente in aumento nel primo
trimestre 2013, con una variazione del 427% rispetto allo stesso
trimestre dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le importazioni della Liguria di prodotti
provenienti dai Paesi nordafricani, si è registrato un aumento del
282% tra il 2011 e il 2012 passando da un valore di 559 mila Euro
fino a superare i 2 miliardi di Euro, cifra mai raggiunta nel periodo
2004-2012. L’unico calo in questi otto anni si è registrato nel 2011,
quando le importazioni dai Paesi dell’Africa Settentrionale si erano
ridotte del 57%, sicuramente a causa degli eventi della Primavera
Araba e della crisi economica globale. Nel 2011 solo le importazioni
dalla Libia erano diminuite del 70%, pur rimanendo il nostro
principale esportatore dell’area davanti a Tunisia e Algeria. Nel 2012
la situazione politica era migliorata risollevando anche quella
economica, infatti in questo anno sono state importate in Liguria dalla
Libia merci per un valore di 1.965.889 di Euro.
IMPORTAZIONI
54.428
VARIAZIONE
% 2010-2011
410,6
64.579
VARIAZIONE
% 2011-2012
18,7
45.470
41.663
-8,4
44.004
5,6
1.120.562
362.898
-70,8
1.965.889
541,7
MAROCCO
15.141
22.817
50,7
15.717
-31,1
TUNISIA
112.575
113.797
1,1
51.109
-55,1
1.304.409
559.609
-57,1
2.141.298
282,6
PAESI
2010
2011
ALGERIA
10.660
EGITTO
LIBIA
AFRICA
SETTENTRIONALE
2012
Le importazioni riguardano principalmente il petrolio greggio, i
prodotti della raffinazione del petrolio e i metalli preziosi, diminuiti
del 66% i prodotti in gomma e plastica così come i prodotti della
siderurgia, scesi di quasi l’80%. Il principale prodotto è da sempre il
petrolio greggio, per questa ragione infatti la Libia è il primo
esportatore: nel 2012 i Paesi dell’Africa settentrionale hanno venduto
“oro nero” alla nostra Regione per un valore di oltre due miliardi di
Euro.
GENOVA
Nel 2011, a pochi mesi dallo scoppio della primavera araba, la Camera
di Commercio di Genova aveva lanciato un sondaggio fra le imprese
per capire meglio e fare una prima valutazione dei rapporti con questi
Paesi – che erano considerati prioritari per le attività con l’estero dei
nostri operatori.
Ne era emersa una situazione piuttosto chiara per le imprese (per la
maggior parte esportatrici) che avevano dichiarato di aver presagito
quanto era di fatto avvenuto e facevano previsioni di ripresa dei
rapporti – forse un po’ troppo ottimisticamente – nel breve periodo.
Quello che aveva stupito era stato che nonostante le difficoltà di quel
momento e quelle previste per il futuro (di contatti, di pagamenti,
ecc.), nessuna delle imprese partecipanti al sondaggio aveva dichiarato
di voler abbandonare quei mercati.
Le imprese genovesi che attualmente dichiarano di avere rapporti con
il Nord Africa sono 138 (quindi oltre il 72% rispetto alle liguri) e più
specificatamente: Marocco 57; Algeria 40; Tunisia 63; Libia 30; Egitto
67.
Le esportazioni da Genova verso Algeria, Egitto, Libia, Marocco e
Tunisia sono aumentate del 53,3% dal 2011 al 2012 passando da un
valore di 254.599 Euro a 390.374 Euro. Le esportazioni genovesi
verso i Paesi del sud del Mediterraneo, così come quelle regionali, tra
il 2004 e il 2012 hanno subito una diminuzione solo tra il 2008 e il
2010, registrando in questo biennio un calo di oltre il 70%, anche in
questo caso dovuto probabilmente alla crisi economica globale che ha
colpito anche la nostra Provincia. L’export si è poi ripreso
gradualmente nel 2011 e nel 2012, ottenendo un valore
rispettivamente di 254.599 Euro e 390.374 Euro e secondo le stime
del primo trimestre 2013 le esportazioni dovrebbero ulteriormente
aumentare quest’anno.
Come per il valore dell’intera Regione, nel 2011 il principale
destinatario dei prodotti esportati da Genova era l’Egitto, per un
valore di 200 mila Euro, ma nel 2012 questo Paese ha importato
merce per un valore di soli 51 mila Euro, con una diminuzione del
74% rispetto all’anno precedente. Anche per la provincia di Genova
nel 2012 il principale destinatario delle esportazioni è stata l’Algeria
con un valore di oltre 220 mila Euro. Sicuramente anche in questo
caso gli scontri in Egitto che hanno poi portato alla fine del regime di
Mubarak, hanno influito sulla decisione da parte delle imprese
genovesi operanti con il Nord Africa di cambiare destinazione e
optare su Algeria e Tunisia, piuttosto che Egitto o Libia, che nel 2011
apparivano meno instabili dal punto di vista politico-istituzionale.
Come già accennato, secondo i dati Istat del primo trimestre 2013, le
esportazioni mostrano un trend positivo verso i Paesi dell’Africa
Settentrionale rispetto allo stesso periodo del 2012 con un aumento
del 147%, ma visti i continui attentati in Libia, l’aggressione e
uccisione di membri dell’opposizione in Tunisia e la situazione caotica
in cui regna al momento l’Egitto a seguito della destituzione del
Presidente Morsi e del golpe militare, è difficile fare previsioni su
come proseguiranno gli scambi tra Genova e questi Paesi.
ESPORTAZIONI
14.760
VARIAZIONE
% 2010-2011
-13,5
220.796
VARIAZIONE
% 2011-2012
NS
31.077
200.594
545,5
51,269
-74,4
LIBIA
24.812
16.990
-31,5
8.661
-49
MAROCCO
21.730
11.131
-48,8
10.586
-4,9
TUNISIA
27.280
11.100
-59,3
99.027
792,1
AFRICA
SETTENTRIONALE
121.969
254.599
108,7
390.374
53,3
PAESI
2010
2011
ALGERIA
17,068
EGITTO
2012
Come per il resto della Regione le esportazioni genovesi riguardano
principalmente i macchinari e accessori in genere e apparecchiature
elettriche. Cresce anche l’export di autoveicoli, prodotti manifatturieri,
prodotti di miniere e cave e prodotti della lavorazione di minerali.
Per quanto riguarda le importazioni di prodotti provenienti da
Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia, tra il 2011 e il 2012 sono
aumentate del 142% passando da un valore di 89 mila Euro a 218.265
Euro. Le importazioni dai Paesi Nordafricani sono aumentate
notevolmente lo scorso anno: tra il 2004 e il 2011 l’import aveva
raggiunto a malapena i 90 mila Euro. In particolare si sono
intensificati gli scambi con la Libia, importando da questo Paese
petrolio greggio da raffinare. Nel I trimestre 2013, rispetto allo stesso
periodo del 2012, l’importazione di oro nero è aumentata del 751% da
un valore di 8 mila Euro ad addirittura 68 mila.
IMPORTAZIONI
774
VARIAZIONE
% 2010-2011
-81,8
2.061
VARIAZIONE
% 2011-2012
166,3
39.407
29.165
-26
37.504
28,6
LIBIA
13.554
15.572
14,9
120.702
675
MAROCCO
12.550
21.821
73,9
15.449
-29,2
TUNISIA
20.484
22.574
10,2
42.549
88,5
AFRICA
SETTENTRIONALE
90.243
89.912
-0,4
218.265
142,8
PAESI
2010
2011
ALGERIA
4.249
EGITTO
2012
Non discostandosi dai dati regionali, le importazioni dai Paesi
dell’Africa Settentrionale della provincia di Genova riguardano
specialmente il petrolio greggio seguito dai prodotti della raffinazione
del petrolio ed i metalli preziosi, in diminuzione invece i prodotti in
metallo, esclusi macchinari e attrezzature, prodotti della metallurgia e
prodotti di elettronica.
Fonti bibliografiche:
Economie regionali – n. 1 – giugno 2013 – Banca d’Italia
Med Business &TradeIndicatorsItaly-Med Africa – SRM (Studi Ricerche per il
Mezzogiorno –IntesaSanpaolo)
Conseguenze economiche della Primavera Araba – Rapporto ISPI per il
Ministero Affari Esteri – ISPI dicembre 2012
Rapporto Unioncamere 2013
Statistiche Report – 8 luglio 2013 – ISTAT
I Paesi del Nord Africa: analisi delle evoluzioni e degli effetti sulle economie e
risvolti sulle imprese –SRM (Studi Ricerche per il Mezzogiorno –IntesaSanpaolo)
Sondaggio CCIAA Genova 2011
Italiancom (database camerale)- CCIAA/Infocamere
Rapporti congiunti 2013 – Ministero Affari Esteri
Il Sole 24 Ore – diversi numeri
Elaborazioni Agenzia ICE su dati ISTAT
Fonti sitografiche:
www.ispionline.it
www.ansa.com
www.intopic.it
www.eurasia-rivista.org
www.esteri.it
www.ice.gov.it