Progetto e resoconto 2013
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Progetto e resoconto 2013
Progetto "Cassette Nido" – Agripolis 2013 Progetto per lo studio e il monitoraggio dell'avifauna e della chirotterofauna nidificante nel campus di Agripolis (Legnaro, Padova) Responsabili del progetto: Flavio Pompele, Matteo Bertolini, Martina Guiotto Anno 2012-2013 1 2 INDICE 1. Introduzione.......... .................................................................................................................5 2. Obiettivi..................................................................................................................................6 3. Area di studio..........................................................................................................................7 4. Avifauna................................................................................................................................11 4.1 Identificazione delle possibili specie nidificanti.....................................................11 4.2 Scelta della tipologia e della densità di nidi artificiali da posizionare....................12 4.3. Modalità d'installazione.........................................................................................15 4.4 Monitoraggio e metodi di studio dei nidificanti......................................................16 5. Chirotterofauna.....................................................................................................................18 5.1 Specie potenzialmente ospiti nei rifugi...................................................................18 5.2 Scelta del rifugio: la "bat-box"................................................................................19 5.3 Modalità d'installazione..........................................................................................20 6. Epoche d'installazione...........................................................................................................21 7. Risultati e discussione...........................................................................................................22 7.1 Avifauna..................................................................................................................22 7.2 Chirotterofauna........................................................................................................27 7.3 Altri animali............................................................................................................28 8. Conclusioni...........................................................................................................................34 9. Bibliografia...........................................................................................................................35 10. Ringraziamenti....................................................................................................................35 3 4 1. INTRODUZIONE Il progetto "Cassette Nido" nasce da alcuni studenti della Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria di Padova in collaborazione con docenti e responsabili del campus di Agripolis (Legnaro, Padova). Il progetto, avviato nell'anno accademico 2012/2013, è inserito nelle attività di formazione scientifica promosse dalle discipline faunistico-zoologiche afferenti a vari corsi di laurea e prevede la messa in posa di nidi artificiali e rifugi per avifauna e chirotterofauna presente all'interno del campus e nelle sua immediate vicinanze. Negli ultimi decenni si sta infatti assistendo a un drammatico calo numerico di molte specie di animali dovuto principalmente alla modificazione degli ambienti ideali per la riproduzione, alla diminuzione delle risorse alimentari e alla morte dovuta all'uso di pesticidi chimici. In ambienti fortemente alterati, quali quelli urbani e peri-urbani, risulta quindi importante fornire a queste specie siti per favorirne la nidificazione e il ritorno. Questo permetterebbe inoltre di avviare specifici studi faunistici, e di stimolare un maggior interesse scientifico-zoologico negli studenti di Agripolis. Il progetto si sviluppa internamente al campus di Agripolis e nelle proprietà dell’adiacente azienda agricola sperimentale "Lucio Toniolo". La possibilità di usufruire di queste aree si traduce in attività di ricerca e sperimentazione che arricchiscono di fatto le panoramiche di studio e i risultati conseguibili nell'ambito della tutela ambientale in relazione con le attività umane. 5 2. OBIETTIVI Il progetto si prefigge diverse finalità a livello scientifico, didattico e di sensibilizzazione sul tema della conservazione della natura. I tre principali obiettivi del progetto sono: - Conservazione: la posa di casette e rifugi costituisce la creazione di siti idonei alla nidificazione di numerose specie, altrimenti ostacolata in una situazione di elevata antropizzazione del territorio. Il taglio delle piante mature nei boschi o di quelle deperenti nei parchi, giardini e campagne ha portato alla rarefazione di cavità naturali idonee alla nidificazione di molte specie di uccelli e chirotteri. - Ricerca: la particolare struttura dei nidi utilizzati consente un'attività di monitoraggio delle covate eseguite rispettando precisi metodi di rilevamento che consentono di poter comprendere nel dettaglio le dinamiche riproduttive di ogni specie ospite nei nidi. Altrettanto importate è la verifica dell’effettivo utilizzo dei nidi e le sue variazioni negli anni. In tal senso è possibile sperimentare nuovi modelli in relazione alle specie più o meno presenti, togliere modelli non frequentati, o aggiungerne, o cambiare la posizione dei nidi. È possibile inoltre condurre studi riguardo le prede che gli uccelli catturano per allevare i pulli, dagli insetti fino ai micro-mammiferi, rendendo possibile una più ampia conoscenza di altre specie animali presenti in una determinata zona. Il monitoraggio a lungo termine può essere condotto grazie all’inanellamento dei pulli al nido eseguito rigorosamente da personale abilitato per tale pratica dall’ ISPRA rendendo certe specie rintracciabili anche a distanza di anni, permettendo così di comprendere più a fondo i loro spostamenti nel territorio, la longevità e le abitudini di vita. Gli esempi riportati nell’ambito universitario offrono sicuramente largo spunto per chiunque sia interessato a sviluppare in modo tecnico-scientifico argomenti di interesse personale avendo come riferimento un unico progetto di partenza. - Educazione ambientale: sensibilizzazione al rispetto del territorio in cui viviamo e in particolare della fauna selvatica che ci circonda. I nidi artificiali possono essere un forte spunto didattico ed educativo per studenti e cittadini, possono aiutare ad aumentare la 6 conoscenze su certe specie, la loro utilità e le possibili conseguenze di un loro declino. La didattica nelle scuole, università e centri pubblici possono educare le persone al rispetto e all'attenzione nei confronti della natura. 3. AREA DI STUDIO L’area presa in considerazione per il progetto è la zona compresa all'interno del Comune di Legnaro (PD) situato a 10 Km da Padova. Paese confinante con la zona industriale di Padova e caratterizzato dalla cospicua presenza di campi coltivati, vivai e colture di pioppi per la produzione di carta. La zona fortemente antropizzata presenta zone vegetazionali adatte per la nidificazione ma distribuite a "macchia di leopardo" sul territorio. I nidi artificiali sono stati posizionati all'interno delle aree verdi del campus di Agripolis e dell'Azienda Agraria Lucio Toniolo (Legnaro, PD) in zone caratterizzate dalla presenza di diverse piante ad alto fusto e arbusti. Per facilitare l’analisi del possibile effetto di diversi ambienti, il territorio oggetto di studio è stato diviso in zone, come di seguito illustrato. 7 Zona del campus di Agripolis La zona del Campus è caratterizzata da quattro diverse tipologie vegetazionali: Zona A. Posta a nord e caratterizzata da una piccola formazione boscosa alternata a spazi verdi aperti. A nord per la maggior parte delimitata da una strada comunale mentre a sud racchiusa da edifici e dal parcheggio del campus. Le specie arboree maggiormente presenti risultano essere Carpino bianco, Farnia, Acero campestre, con densità elevata che non consente la presenza di un sottobosco sviluppato. Zona B. Nella parte ovest degli edifici Ca’ gialla e Veneto Agricoltura è presente per una lunghezza di circa 70 metri un filare di pioppo nero, che limita marginalmente una strada bianca interna, ad uso dei mezzi di soccorso, posta ai confini con l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie; il filare di pioppo prosegue verso ovest a 90° verso le scuderie della facoltà di Veterinaria per altri 50 metri c.a. Nella zona sono compresi anche alberi sporadici che 8 circondano l'edificio Cà gialla e le residenze ESU. Principalmente si tratta di salice bianco spontaneo. Zona C. Caratterizzata da una piantagione di pioppo nero, è racchiusa tra la parte ovest delle Stecche e la parte sud di Veterinaria. L'intera zona è caratterizzata dalla completa assenza di sottobosco arbustivo. A ridosso dell’intero margine est della piantagione si sviluppa, da nord a sud, una fitta copertura di arbusti spontanei (sambuco, rovo, etc) alternati a piante d’alto fusto (salici bianchi). Zona D. Presenta vegetazione arborea e arbustiva spontanea molto fitta; le specie arboree prevalenti sono salice bianco e pioppo nero con fitto sottobosco a prevalenza di rovo. Zona dell’azienda agricola sperimentale "Lucio Toniolo" 9 L'area è per la maggior parte caratterizzata da campi coltivati intervallati a spazi verdi. L’intera area è delimitata da nord a sud e in tutta la parte est da strada comunale. La parte a ovest si integra in modo piuttosto omogeneo con la restante campagna. Si è operato su suolo pianeggiante in assenza di rilievi o depressioni. Nell'area distinguiamo diverse formazioni vegetazionali: Zona E. Presenza di un doppio filare di alberi maturi di varie specie (tiglio, betulla, olmo, acero campestre) lungo circa 200 metri; in prossimità degli edifici aziendali (laboratori, stalle, ricoveri, ecc.) Zona F. E' presente una fascia di bosco nella parte più a ovest dell'azienda costituita da diverse specie arboree in prevalenza salice bianco. Oltre alle specie arboree sopracitate, al fine del presente progetto sono interessanti anche le strutture artificiali dislocate all’interno dell’area sperimentale. In particolare è opportuno ricordare i silos di cemento dismessi, internamente vuoti, alti circa 15 metri e provvisti frontalmente di finestre aperte di circa 50x50 cm. Tali strutture sono interessanti per diverse specie animali antropofile. Con le dovute attenzioni e corretti allestimenti è quindi possibile rendere tali strutture maggiormente frequentate dagli animali 10 4. AVIFAUNA 4.1 IDENTIFICAZIONE DELLE SPECIE POSSIBILI OSPITI NEI NIDI ARTIFICIALI Al fine di verificare quali potessero essere le specie presenti nel campus di Agripolis potenziali nidificanti nei nidi artificiali sono stati condotti una serie di monitoraggi eseguiti in campo mediante osservazione diretta e ascolto del canto. Al riguardo sono state censite solo le specie denominate hole-depending, ovvero specie che per la nidificazione sono legate esclusivamente alle cavità naturali degli alberi, cavità create da diverse specie di Picidi (nel padovano Picchio verde e Picchio rosso maggiore), o in cavità e nicchie di origine antropica. Per le specie che non sono state osservate è stata svolta una valutazione dell'ambiente e del territorio e ipotizzato la possibile presenza in relazione alle abitudini riproduttive. Di seguito sono riportate le specie rinvenute, distinguendo quelle stanziali (presenti tutto l'anno) da quelle migratrici (presenti alle nostre latitudini a partire da aprile/maggio fino a ottobre/novembre). STANZIALI MIGRATRICI Nome specie Presenza Nome specie Presenza Cinciallegra (Parus major) C Torcicollo (Jinx torquilla) C Cinciarella (Cyanistes caeruleus) C Codirosso comune (Phoenicurus C phoenicurus) Passera mattugia (Passer montanus) C Assiolo (Otus scops) V Storno (Sturnus vulgaris) C Upupa (Upupa epos) C Allocco (Strix aluco) V Pigliamosche (Muscicapa striata) V Civetta comune (Athene noctua) C Barbagianni (Tyto alba) C Pettirosso (Erithacus rubecula) V Legenda: “C”: presenza certa; “V”: presenza da verificare (ipotizzata sulla base del territorio e delle caratteristiche ambientali). 11 4.2 SCELTA DELLA TIPOLOGIA E DELLA DENSITÀ DI NIDI ARTIFICIALI DA POSIZIONARE I nidi artificiali utilizzati sono tutti in legno e di costruzione artigianale su riferimento di appositi schemi e relative misure riportati in bibliografia (Bedonni et al., 2011). Bedonni B., Ballanti F., Premuda G., 2011: Nidi artificiali. Calderini Editore, Edagricole. I modelli scelti fanno riferimento, per forme e dimensioni, alle esigenze riproduttive delle singole specie target ed emulano le condizioni naturali di nidificazione. Caratteristiche tecniche comuni a tutti i modelli utilizzati Tutti i modelli consentono l’ispezione all’interno per scopi di monitoraggio e pulizia in periodo post-riproduttivo mediante appositi sportelli laterali oppure mediante l’apertura del tetto. La dotazione di un gancetto metallico mobile su lato di ogni nido garantisce la chiusura in sicurezza del tetto altrimenti apribile da eventuali predatori (mustelidi, roditori, gatti, altri uccelli) o eventuali malintenzionati. La copertura dei tetti con guaina gommata rallenta la degradazione del legno e per evitare infiltrazioni all’interno del nido artificiale (questa non è stata prevista per il Nido del Barbagianni perché installato al coperto). I nidi che prevedono l’occupazione da parte di specie che non costruiscono il nido con materiale vegetale sono stati riempiti con uno strato di circa 2-5 cm (a seconda del modello) di segatura fina mista a torba (vedi modelli standard con foro di ingresso da 40 mm e 60 mm di diametro e modelli specifici per strigidi) al fine di ricreare le condizioni necessarie alla corretta incubazione delle uova che necessitano di un piano di cova che eviti di farle rotolare e di garantire condizioni microclimatiche idonee allo sviluppo embrionale. Sistemi di aggancio al supporto (alberi, pareti) mediante chiodo in alluminio o filo di ferro zincato 2,5 mm rivestito in gomma per evitare lesioni a rami e tronchi; Piastrina metallica affissa nella parte inferiore della parete frontale di ogni nido che riporta un numero/lettera con lo scopo di facilitare il riconoscimento diretto in campo e stabilirne la corretta posizione in cartina. 12 I modelli standard Di forma regolare geometrica a parallelepipedo verticale, sono stati realizzati con tavole di abete con uno spessore di almeno 18 mm e larghezza 150 mm/ 200 mm. Doppio trattamento con impregnante ad acqua solamente alle superficie esterne del tavolame per rallentare la degradazione del legno causa agenti atmosferici. I colori scelti, castano scuro/noce, integrano con facilità i manufatti nell’ambiente in cui saranno posti. I modelli specifici Cassetta a camino: realizzazione con tavole di abete 25mm di spessore, forma regolare geometrica a parallelepipedo verticale di grandi dimensioni, foro di ingresso quadrato nella parete frontale superiore di dimensioni 20 x 20 cm. Modello specifico per Allocco. Può essere occupato da specie più piccole come per esempio l'Assiolo. Tunnel per civetta: realizzazione con tavole di abete 25 mm di spessore, forma regolare geometrica a parallelepipedo posto orizzontalmente. Doppio foro d’ingresso frontale oscurante l’interno con diametro 70 mm. Cassetta per Barbagianni: realizzazione con tavole di abete 25 mm di spessore, forma regolare geometrica a parallelepipedo di grandi dimensioni posto orizzontalmente ; foro di ingresso quadrato a margine laterale della parete frontale di dimensioni 20 x 15 cm con posatoio sottostante; dotato di parete interna che separa la camera di cova dall’ ingresso con lo scopo di oscurare l’interno. Per visionare gli schemi utilizzati, consultare l'allegato 5 13 Numero di nidi Modello Cassetta Diametro Apertura foro ingresso frontale (mm) (mm) 28 / chiusa Specie target Totale nidi Cinciarella, 10 Cincia mora standard 1 Cassetta 32 / Cinciallegra, chiusa Passera standard 2 mattugia Cassetta 40 / Torcicollo, chiusa Codirosso standard 3 comune Cassetta 60 / Upupa, standard Storno, media Assiolo Cassetta / 80x100 Codirosso standard comune, aperta pigliamosche Modello a 15 5 3 2 / 200x200 Allocco 1 70 / Civetta 1 camino Modello a tunnel Modello comune / 150x200 Barbagianni 1 barbagianni Totale 38 14 4.3 MODALITÀ DI INSTALLAZIONE Si è optato di sfruttare largamente la presenza di specie arboree della Facoltà di Agraria per ancorare i nidi. Gli alberi risultano essere molto efficaci per diversi aspetti, considerando come prima caratteristica il fatto che nei tronchi gli uccelli di nostro interesse naturalmente nidificano potendo usufruire di cavità naturali in essi presenti. I nidi artificiali di fatto ricreano queste cavità proprio a ridosso del tronco. L’ancoraggio del nido a determinate altezze da terra è di facile realizzazione con scale ed è solido. Si favorisce inoltre la mimetizzazione naturale dei nidi utile per un miglior successo riproduttivo. Per motivi legati alle abitudini riproduttive della specie, unica eccezione è stato il modello per Barbagianni posizionato in un edificio dismesso. I nidi standard sono stati ancorati agli alberi mediante chiusure con filo di ferro rivestito in gomma oppure mediante chiodi in alluminio a seconda della situazione. Il modello tunnel specifico per Civetta e il modello camino specifico per Allocco sono stati ancorati con opportune staffe metalliche e filo di ferro rivestito a far fronte il considerevole peso e ingombro di ognuno. Il modello specifico per Barbagianni è stato ancorato internamente ad un silos di cemento dismesso utilizzando staffe metalliche e opportuni rinforzi. Nel caso di necessità, ogni nido può essere rimosso senza arrecare alcun danno agli alberi. I sistemi di ancoraggio garantiscono assoluta sicurezza evitando cadute a terra accidentali, evitando ai passanti ogni pericolo ed evitando distruzioni di covate. L’altezza considerata ottimale per tutti i nidi varia tra i 2-4 metri. I lavori di installazione sono stati eseguiti l'1 e il 5 Marzo 2013 in gruppo con l’ausilio di due scale, imbraghi e corde di sicurezza con supervisione di un responsabile dell’area. 15 4.4 MONITORAGGIO E METODI DI STUDIO DELL'AVIFAUNA NIDIFICANTI Monitoraggio e metodi di studio Il monitoraggio dei nidi artificiali posizionati prevede principalmente due modalità di svolgimento a seconda degli obiettivi del progetto stesso e dalle possibilità tecniche e temporali degli operatori responsabili. Osservazione all'esterno del nido Gli uccelli si possono notare in modo significativo a vista e con l’ascolto del canto nei pressi dei nidi a partire da i primi periodi autunnali fino a giugno inoltrato a seconda delle specie. L’osservazione dei loro comportamenti pre-nuziali fino ai momenti di piena riproduzione e oltre si intende eseguita a debita distanza (qualche decina di metri) mediante l’utilizzo di cannocchiali o binocoli eventualmente con attrezzatura fotografica. Abbigliamento e tecniche di mimetizzazione necessariamente adeguate al contesto ambientale che non deve essere alterato negli aspetti che caratterizzano il suo normale stato (tagli alla vegetazione, costruzione di capanni, automobili in vista, ecc.). Durante le osservazioni l’operatore in nessun caso e per nessuna ragione dovrà interferire con gli uccelli direttamente al nido o in altre circostanze che possono compromettere la nidificazione. Le osservazioni di qualunque dettaglio ritenuto importante andranno annotate su apposito quaderno di campagna. Osservazione all'interno del nido Per un più completo quadro di conoscenze sulla riproduzione degli uccelli, operatori istruiti per tale scopo potranno eseguire controlli periodici all’interno dei nidi ricavando informazioni essenziali sull’andamento della riproduzione altrimenti impossibile da verificare con sola osservazione indiretta. 16 Mediante l’utilizzo di scala e imbraghi di sicurezza i monitoraggi alle covate possono essere eseguiti con massima discrezione e rapidità durante tutto il periodo riproduttivo. Monitoraggi nei mesi autunnali e invernali consentiranno di verificare per la presenza di guano all’interno i nidi utilizzati dagli uccelli come rifugio notturno e dal freddo e quindi potenzialmente scelti per la riproduzione in primavera. I monitoraggi eseguiti durante la riproduzione si svolgono secondo queste modalità: - presenza minima di due operatori in campo per ragioni di sicurezza e di praticità nella raccolta dati in apposite schede (vedi allegato 3) - per ragioni temporali e logistiche ogni uscita di monitoraggio possibilmente si estende a tutti i nidi facenti parte il progetto, fatta eccezione a nidi con specie particolarmente sensibili al disturbo e a nidi difficilmente raggiungibili dove è necessario più tempo e particolari tecniche di approccio - l’apertura del nido mediante sportello o tetto ribaltabile va eseguita senza arrecare traumi agli uccelli eventualmente presenti all’interno evitando di battere, parlare a voce alta e fare movimenti bruschi. La chiusura del nido e l’allontanamento dal nido riportano le stesse precauzioni. - l’osservazione va eseguita con rapidità e precisione descrivendo o memorizzando accuratamente la situazione trovata (conta uova, conta pulli, presenza di adulti, presenza di altri animali, stato costruzione nido, ecc). Consigliato non toccare pulli o uova onde rischiare abbandoni. - si prevedono almeno due controlli mensili in pieno periodo riproduttivo (aprile-maggio). Nell’arco di un’intera stagione a partire dai mesi autunnali si cercheranno di realizzare dalle 6 alle 10 uscite circa. 17 5. CHIROTTEROFAUNA Per quanto riguarda la chirotterofauna ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione del Museo delle Scienze Naturali di Firenze, il quale è da anni impegnato nella ricerca sui Chirotteri (pipistrelli). In particolare da qualche anno hanno realizzato il "Progetto BatBox, un pipistrello per amico", uno studio a lungo termine per la salvaguardia dei chirotteri. Nel progetto sono state progettate piccole cassette di legno che applicate correttamente su edifici o alberi possono offrire rifugio ad alcune specie di chirotteri presenti nelle aree urbane. Le informazioni riportate in seguito sono state inserite nel progetto grazie alla gentile concessione del Museo di Storia Naturale di Firenze. 5.1 SPECIE POTENZIALMENTE OSPITI NEI RIFUGI Le specie che più frequentemente occupano i rifugi sono quelle che di solito frequentano gli ambienti urbani: Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), specie ampiamente diffusa in Italia, di piccole dimensioni, predilige gli ambienti urbani dove è facile avvistarlo. Caratteristica è la colorazione molto chiara, quasi bianca del margine inferiore delle ali. Già poco prima del tramonto caccia insieme alle rondine a una distanza dal suolo che non supera i dieci metri. Pipistrello di Savi (Hypsugo savii), molto simile all'albolimbato tranne che per la pelliccia più scura sul dorso e più chiara sul ventre. Caccia a quote più alte rispetto all'albolimbato. Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), dal peso che difficilmente supera i sette grammi. Anche in pieno inverno è capace di uscire dal letargo per integrare le proprie riserve di grasso. E' possibile avvistarlo anche in pieno giorno. Orecchione Grigio (Plecotus austriacus), caratterizzato da grandi orecchie che utilizza per individuare gli insetti. Predilige ambienti suburbani, con presenza di parchi e giardini ma 18 anche occupa di frequente vecchi edifici e chiese. Specie meno diffusa delle precedenti che conta almeno tre sottospecie viventi. 5.2 SCELTA DEL RIFUGIO: LA "BATBOX" I rifugi artificiali per pipistrelli, meglio conosciuti come bat-box, vengono comunemente utilizzati per scopi scientifici. Le bat-box messe a punto dagli zoologi del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze insieme a Unicoop Firenze sono il risultato di studi ed esperienze dirette condotte in questi ultimi anni. Progettate per favorire le specie di pipistrelli più frequenti negli ambienti urbani e suburbani italiani, offrono un rifugio sicuro dai predatori e sono studiate in modo che la temperatura al loro interno possa stratificarsi per offrire agli animali la possibilità di scegliere il microclima ottimale. Di seguito è illustrato il modello utilizzato per la costruzione della bat-box: 19 Le bat-box del Museo di Firenze sono acquistabili presso i supermercati Coop. Nell'anno 2012 l'associazione AUSF Padova ha vinto l'edizione del Premio Impatto Zero ottenendo 500 euro di buoni spendibili presso i supermercati Coop. Parte del premio è stato destinato all'acquisto di dieci bat-box. 5.3 MODALITA' DI INSTALLAZIONE Per quanto riguarda l'installazione si sono sfruttate diverse situazioni presenti all'interno del Campus. Per l'allestimento sono state adottate le seguenti modalità: - montaggio su albero, dove sul retro, nella parte centrale della bat-box è stato applicato un listello sporgente inferiormente e superiormente per una decina di centimetri. Tale listello è stato poi appoggiato all'albero e ancorato saldamente ad esso tramite delle cinghie in nylon per portapacchi. - montaggio su parete, dove sono stati fatti due buchi nel muro, si è applicato un tassello dove la bat-box è stata fissata con due viti, una superiore e l'altra inferiore. In totale sono state posizionate n° 10 batbox: - 6 su albero ad un altezza tra i 3-5 metri - 4 sui vecchi silos di cemento posti nei campi dell'Azienda Lucio Toniolo. 20 6. EPOCHE DI INSTALLAZIONE Per garantire una maggior occupazione da parte degli uccelli, le cassette nido andrebbero preferibilmente installate in largo anticipo sulla stagione riproduttiva. Gli uccelli hanno modo di abituarsi e di frequentare i nuovi nidi anche nel periodo invernale assicurandosi riparo da altri animali e dal freddo notturno. Successivamente, durante la bella stagione il nido viene sfruttato per la nidificazione. Nel presente progetto, tuttavia, per motivi temporali e logistici l’installazione di tutti i nidi è stata eseguita soltanto qualche settimana prima l’inizio della primavera e dell’ inizio delle nidificazioni. Considerate le condizioni meteo e il freddo prolungato caratterizzanti la primavera 2013, che avendo influito sul ciclo biologico degli insetti prede degli uccelli ha ritardato di conseguenza anche le prime nidificazioni, le installazioni sono state eseguite per tempo. Diversamente, per i rapaci notturni la loro precocità nel riprodursi - che inizia con i corteggiamenti e la scelta del nido a partire dall’ autunno/inverno dell’anno precedente – è subentrata a nostro svantaggio per questo primo anno di studio. Le installazioni sono state condotte in due date: 1 Marzo e 5 Marzo. Il 1 marzo sono stati installati tutti i modelli standard per piccoli e medi passeriformi, il modello tunnel specifico per la Civetta e il modello a camino specifico per Allocco. Il 5 marzo è stato invece installato il modello specifico per Barbagianni. 21 7. RISULTATI E DISCUSSIONE: 7.1 AVIFAUNA TASSO DI OCCUPAZIONE DA PARTE DI AVIFAUNA Riferito solo a uccelli ospiti per l’intera durata della stagione riproduttiva. Nella elaborazione sono state considerate: - casette contenenti abbozzi di nido o piccole quantità di materiale vegetale apportato dagli uccelli ma non quantitativamente significative per considerare un nido ultimato e atto ad ospitare uova e pulli. - casette contenenti qualsiasi altra tipologia di resti o tracce in quantità significativa riferiti a specie che non costruiscono il nido. - casette che hanno ospitato nidificazioni. Le occupazioni di casette da parte di picchi spp. , mammiferi, rettili e insetti saranno argomentate in modo indipendente. SU UN TOTALE DI 38 CASETTE INSTALLATE, 11 (29%) SONO STATE OCCUPATE 22 CASETTE NIDO OCCUPATE CON NIDIFICAZIONE AVVENUTA Si considerano le casette che hanno ospitato una o più nidificazioni nel corso dell’intera stagione riproduttiva DI 11 CASETTE OCCUPATE, 4 (36%) HANNO ACCOLTO UNA NIDIFICAZIONE DI CINCIALLEGRA (Parus major). Il 64% delle casette non utilizzate per la nidificazione e contenenti all’interno abbozzi di nido o residui di materiale vegetale rappresentati per la quasi totalità da muschio possono considerarsi visitati da Cincia spp. in particolare da Cinciallegra e/o Cinciarella. Il muschio come primo materiale utilizzato per la costruzione del nido è un elemento chiave sempre presente nei nidi delle suddette specie. Altri uccelli si escludono per mancanza di resti o tracce significativi. DISTINZIONE TEMPORALE DELLE NIDIFICAZIONI Si possono distinguere due principali epoche riproduttive: - 3 nidificazioni in Aprile 23 - 1 nidificazione in Giugno Trattando come unica specie nidificante la Cinciallegra e considerate: - le abitudini riproduttive - il contesto ambientale dell’area di studio - le condizioni meteorologiche verificatesi si possono trarre le seguenti ipotesi: - Le nidificazioni avvenute nel mese di Aprile sono le prime effettuate dalla specie per la stagione riproduttiva 2012-2013 (prima covata). - Le nidificazioni avvenute nel mese di Giugno sono le seconde effettuate dalla specie (seconda covata) oppure sono covate di rimpiazzo nei casi in cui le precedenti covate abbiano avuto esito negativo a causa di predazioni o disturbi di varia origine al nido altrimenti per eventi meteorologici particolarmente avversi. Nel caso specifico l’unica nidificazione nel mese di Giugno con uova in cova in data 11/06 è da considerarsi molto tardiva per la specie in ambiente di pianura/collina. Le condizioni meteo particolarmente avverse con piogge frequenti e temperature inferiori alla norma fanno supporre a una covata di rimpiazzo piuttosto che una seconda covata. 24 DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE NIDIFICAZIONI La maggior parte delle nidificazioni sono avvenute nell'area B. Non ci sono abbastanza dati per valutare una preferenza di questa tipologia di vegetazione. SUCCESSO RIPRODUTTIVO MESE DI APRILE CODICE CASETTA SPECIE OSPITE UOVA DEPOSTE UOVA SCHIUSE PULLI INVOLATI 23 25 12 Cinciallegra Cinciallegra Cinciallegra TOTALE almeno 8 7 9 24 8 7 0 15 5 7 0 12 NIDO PREDATO/ELUSO UOVA NON SCHIUSE Rinvenute al nido PULLI DECEDUTI Rinvenuti al nido 3 ELUSO 3 Percentuale successo riproduttivo = 50% 25 MESE DI GIUGNO CODICE CASETTA SPECIE OSPITE UOVA DEPOSTE UOVA SCHIUSE PULLI INVOLATI 16 Cincialle gra almeno 5 4 1 4 5 4 1 4 TOTALE NIDO PREDATO/ ELUSO UOVA NON SCHIUSE Rinvenute al nido PULLI DECEDUTI Rinvenuti al nido Percentuale successo riproduttivo = 20% SUCCESSO RIPRODUTTIVO RIFERITO ALL’ INTERA STAGIONE RIPRODUTTIVA Totale uova deposte: (24 + 5) = 29 Totale pulli involati: (12+1) = 13 Percentuale successo riproduttivo = 45% 26 7.2 CHIROTTEROFAUNA Sono stati effettuati i monitoraggi alle batbox nelle stesse date dei monitoraggi alle cassette nido per gli uccelli. La tipologia di monitoraggio utilizzata è stata l'osservazione tramite fonte luminosa dell'interno della cavità. In nessun monitoraggio abbiamo rilevato la presenza di chirotteri all'interno delle batbox. Questo risultato potrebbe essere dovuto a diversi fattori: - posizionamento tardivo delle batbox, questo potrebbe averne influito l'occupazione in quanto è venuto a mancare il periodo in cui le batbox perdono l'odore dell'uomo e assumono l'odore dell'ambiente. - posizionamento errato di alcune batbox, alcune sono state posizionate su alberi la cui ripresa vegetativa ha ostruito seppure in parte l'ingresso di accesso alla cavità. Inoltre come citato dalla letteratura in materia, le batbox il primo anno hanno una scarsa probabilità di essere occupate. Percentuale destinata a crescere con il passare degli anni. 27 7.3 ALTRI ANIMALI OCCUPAZIONE DELLE CASETTE DA PARTE DI ALTRI ANIMALI Altri animali hanno interagito durante la stagione riproduttiva in modo più o meno rilevante con le casette. INSETTI: - Calabrone (Vespa crabro) - Formiche spp. - Limantria (Lymantria dispar) 28 CALABRONE Totale casette installate: 38 Casette occupate: 15 MESI DI PRESENZA CODICE NIDO 26 28 34 33 31 21 22 19 16 15 13 6 8 7 5 TOTALE PRESENZE Area di riferimento installazione Esposizione foro di ingresso A A A A A A A B B B C C C C C W NW NW N SW S NE E NW NE S W SE W S APRILE MAGGIO X X GIUGNO X X X X X X X X X X X X X X X X 6 8 PRESENTE UN SINGOLO INDIVIDUO X X X X X X X X X X X X X X X PRESENTE NIDO ABBOZZAT O maggio giugno giugno maggio 4 Nessuna casetta nido occupata in area D. Non sembra ci sia alcuna preferenza particolare di occupazione a casette esposte in determinati punti cardinali cosi come l’esposizione diretta alla luce del sole. Picco presenza nel mese di Maggio. 29 FORMICHE Totale casette installate: 38 Casette occupate: 11 Nessuna delle tre specie elencate ha in alcun modo interferito con le nidificazioni di Cinciallegra. La specie maggiormente riscontrata è stata Crematogaster scutellaris seguita da Formica sanguinea entrambe a partire da mese di Aprile con picchi massimi in Giugno. Camponotus sp. riscontrata a partire dal mese di Maggio con presenza più limitata. Tutte le specie si sono riprodotte all’ interno delle casette nido. (Per dettagli consultare le schede da campo) Le casette colonizzate in prevalenza sono esposte con il foro di ingresso verso Sud ed Est; la maggioranza apparte una sola in zona C (pioppeto) si trova nelle aree più ricche di vegetazione e quindi meno esposte a luce solare diretta. Le posizioni in ombra infatti sembrano essere più gradite. Distribuzione temporale delle specie nelle casette nido 30 CODICE NIDO Area di riferimento installazione Esposizione foro di ingresso 27 29 A A SE SW 30 20 17 B B B E S E 11 2 3 C D D S NE S 4 1 D D E W C (tunnel D S APRILE MAGGIO Crematogaster scutellaris Camponotus sp. Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Camponotus sp. Crematogaster scutellaris Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Formica sanguinea GIUGNO Camponotus sp. Crematogaster scutellaris Camponotus sp. Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Formica sanguinea Crematogaster scutellaris Formica sanguinea civetta) LIMANTRIA DISPAR Durante l’ultima ispezione in data 22/11 di pulizia e manutenzione sono state riscontrati per il 40% di casette nido totali resti di Lymantria dispar sottoforma di ovature, pupe intere senza avvenuto sfarfallamento ed esuvie di bruchi sulle pareti interne in particolare sugli angoli. Altri insetti Artropodi rinvenuti con minore frequenza nelle cassette: Forficula auricularia in casetta numero 16. Ragni spp, alcuni con ovature. 31 UCCELLI: (non legati per la riproduzione alla presenza di pre-esistenti cavità ) - Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) - Picchio verde (Picus viridis) PICCHIO ROSSO MAGGIORE e PICCHIO VERDE Picchio rosso maggiore Totale nidi installati: 38 Casette danneggiate al foro di ingresso: 12 Casette frequentate: 7 CODICE NIDO 33 18 13 12 11 6 10 7 9 5 2 4 AREA PIOPPETO (C) ALTRA AREA (specificare) Danno lieve al foro (bordi scheggiati) Boschetto mensa (A) Filare pioppi cip. (B) X X X X X X X X X X Boschetto serre (D) Boschetto serre (D) Danno grave al foro (allargato) Casetta frequentata internamente X X X X X X X X X X X X X X X X X Il 67% delle casette danneggiate si riscontra nell’area Pioppeto artificiale (C). I danni più importanti ai fori di ingresso con evidente allargamento del diametro originale si localizzano solo in quest’area come pure la conseguente frequentazione interna delle casette non riconducibile a scopi riproduttivi ed accumulo risorse alimentari. Inoltre si esclude la frequentazione come rifugio notturno data la mancanza di guano sul fondo in quantità significative. Si presume le casette vengano considerate in modo piuttosto curioso da questa specie come oggetti a loro estranei e attraenti se percossi a beccate come fossero fusti di alberi dove ricercare le prede a sostegno del fatto che il vuoto interno crea un effetto tamburo molto probabilmente utile per comunicare con gli altri individui della stessa specie. Non si 32 esclude che la curiosità del Picchio rosso maggiore sia accentuata dal fatto che la casetta nido riproduce seppur artificialmente una cavità analoga alle cavità che lui stesso scava per la riproduzione. Picchio verde L’unica casetta nido frequentata dalla specie è la numero 8. Il foro di ingresso del diametro di 60 mm non presenta alcun danno bensì è abraso e sporco causa appoggio zampe. La frequentazione è stata accertata grazie al ritrovamento di una timoniera sul fondo della casetta. Come per il Picchio rosso maggiore la frequentazione interna non è riconducibile a scopi riproduttivi ad accumulo risorse alimentari e rifugio notturno. MAMMIFERI Non sono state rilevate occupazioni da parte di mammiferi. 33 8. CONCLUSIONI La tardiva installazione delle casette nido avvenuta nei primi giorni di marzo non ha escluso in modo assoluto la possibilità di occupazione da parte di uccelli, come riscontrato in quasi il 30% di casette presenti. La sola specie nidificante accertata è stata la cinciallegra, ma non si esclude che alcuni resti vegetali ritrovati come abbozzi di nido o in piccole quantità siano stati portati anche dalla cinciarella, presente sicuramente in minor numero considerato l’ambiente a lei non preferito essendo specie tipica di formazioni boscose collinari. Il successo riproduttivo della cinciallegra è stato inferiore al 50% ed è giustificato dall’alta mortalità dei pulli. Soltanto un nido è stato eluso con uova deposte. La mortalità riscontrata non è dovuta a fenomeni di predazione di nessun genere ma la si può attribuire in gran parte alle pessime condizioni meteorologiche verificatesi nel corso della primavera 2013 con piogge persistenti e temperature intorno a 10-15 C°, con conseguente scarsità di cibo da reperire per la prole. I risultati ottenuti evidenziano come le cince facciano affidamento a strategie riproduttive basate su grandi numeri (prole numerosa circa 6-10 pulli per singola coppia) a far fronte tutte le avversità che possono in qualche modo interferire con il regolare andamento della nidificazione. Evidente di conseguenza l’enorme dispendio energetico sostenuto dagli adulti in epoca riproduttiva con l’attività di caccia a soli insetti che mette in risalto la grandissima utilità e l’importanza di questi uccelli in una catena trofica. La massiccia presenza di insetti riscontrata dimostra come le casette offrano un ambiente confortevole e gradito per rifugio o riproduzione. La prolungata e diffusa presenza del calabrone all’interno di alcune casette determina una competizione con gli uccelli che non possono insediarsi e nidificare. La presenza considerevole di formiche a sua volta può essere causa di mancate occupazioni da parte di uccelli. Per questi insetti si prevede per la prossima stagione riproduttiva l’irrorazione di insetticidi piretroidi all’esterno di ogni manufatto al fine di scongiurare il loro insediamento. La presenza di limantria dispar non ha influenzato in alcun modo le occupazioni. Le casette frequentate dai Picchi molto probabilmente risultano poco sicure e tranquille per altri uccelli potenzialmente ospiti: per limitare questo fenomeno l’unico metodo efficace è rendere la casetta nido sicura nei punti più esposti a danni come il foro di ingresso. Si auspica che l’applicazione di lamierine metalliche sui fori per la prossima stagione riproduttiva limiti l’azione di scalfittura del legno annullando l’accesso all’interno del Picchio rosso maggiore. 34 9. BIBLIOGRAFIA E SITI INTERNET Bedonni, Premuda, Ballanti: "Nidi Artificiali" http://www.msn.unifi.it - progetto BatBox 10. RINGRAZIAMENTI Per la disponibilità e il tempo dedicato si ringrazia tutto il personale del Campus di Agripolis, e in particolare: Cis Agripolis, direttore Prof. Francesco Mascarello; Azienda Agraria Lucio Toniolo, direttore Giuseppe Zanin e ai tecnici Andrea Di Bernardo e Vittorio Furlan. Il Prof. Massimo Faccoli per aver promosso e seguito i lavori del progetto dalla sua nascita. Il Museo di Storia Naturale di Firenze - sezione Zoologia "La Specola", in particolare al Dott. Paolo Agnelli e Dott. Giacomo Maltagliati, per i preziosi consigli sulla messa in posa delle bat-box. Per l'appoggio economico al progetto e l'interessamento all'iniziativa: Ferramenta Concato (Valdagno, VI) e Ferramenta Venturini (Legnaro, PD) che hanno fornito i materiali fondamentali per l'assemblaggio dei modelli. Un ringraziamento a tutte le persone che hanno creduto e contribuito alla realizzazione del progetto in particolare per il montaggio delle cassette nido: Marco Fasoli, Alessandro Rongoni, Chiara Zanella, Cristian di Norcia, Dario Dibona, Mirko Bolla, Mara Paneghel, Beatrice Landoni, Sara De Vecchi. Per la messa in posa e il monitoraggio: Lia Morpurgo, Eleonora Bertellini, Giada Centenaro, Barbara Ruzzon. 35 36 37 38