ALL.A - Relazione storico_illustrativa v

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Comune di San Vito
Piano Particolareggiato Centro Storico Zona “A”
Frazione di San Priamo
Relazione Storico - Illustrativa
RELAZIONE STORICO - ILLUSTRATIVA
1. PREMESSA
Il centro antico della Frazione di San Priamo, censita al Catasto Terreni Foglio 70
Mappale 56, è parte integrante del territorio del Comune di San Vito in Provincia di Cagliari e
distante da esso circa 13 Km.
Territorio del Comune di San Vito (CA)
Ortofoto (2013) - Frazione San Priamo
La frazione di San Priamo è interessata sia da un vincolo paesaggistico sia da un vincolo
monumentale, come di seguito descritto:
1. VINCOLO PAESAGGISTICO - Il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali con
Decreto 24.03.1983 dichiarava di notevole interesse pubblico la zona sita nel Comune di
San Vito e facente parte del complesso “Sette Fratelli”, ai sensi della legge 29 giugno 1939,
n. 1497, art. 1, commi 3 e 4, in quanto questo territorio si integra nel complesso dei Sette Fratelli
per le stesse caratteristiche di omogeneità ambientali e paesistiche presenti nel sistema
principale (dal verbale della seduta del 3 luglio 1981 della Commissione per la Tutela delle
Bellezze Naturali della Provincia di Cagliari).
2. VINCOLO MONUMENTALE - La Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Sardegna emetteva il Decreto N.131 in data 03.10.2006, con il quale il
complesso immobiliare denominato “Ex Villaggio Operaio” veniva dichiarato di interesse
culturale storico artistico ai sensi dell’art. 10, comma 1 del D.Lgs 22 gennaio 2004, n. 42.
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Lo strumento urbanistico in vigore per la frazione di San Priamo del Comune di San Vito
é il Programma di Fabbricazione, di cui alla delibera di G.M. / C.C. n. 238 del 18.12.1987,
redatto dall’Ing. Antonio Cocco.
Nell’elaborato grafico 4 / B viene individuata una zona
omogenea “A” – Centro Storico ed una zona omogenea “B” – Zona di completamento.
Confine Zona A del Piano di Fabbricazione
Planimetria Catastale Terreni – Foglio 70
Successivamente al Programma di Fabbricazione è stato redatto un Piano di
Risanamento
Urbanistico,
redatto
dall’Ing.
Antonio
Cocco,
approvato
con
Decreto
dell’Assessorato degli Enti Locali Finanze ed Urbanistica della Regione Sardegna N. 207 / SV
del 24.02.1989, e poi dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici
con nulla osta n. 1253 del 24 febbraio 1992, avente come finalità sia il recupero dei vecchi
fabbricati ad uso residenziale sia la realizzazione di nuovi edifici. Tuttavia, ad oggi, il Piano di
Risanamento Urbanistico è decaduto in quanto non è stato mai adottato dall’Amministrazione
Comunale.
Attualmente sono in corso i lavori di “Riqualificazione urbana del Villaggio Operaio”
nell’ambito del Contratto di Quartiere II, i quali sono stati autorizzati dalla Direzione Regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, con nota prot. n. 5423 del 29 maggio 2007,
in seguito a richiesta, prot. n. 2658 del 23 aprile 2007, da parte del Comune di San Vito
dell’approvazione del progetto esecutivo redatto dall’Ing. Riccardo Mannironi. I lavori di
riqualificazione urbana del complesso sito in fraz. San Priamo hanno avuto inizio nell’anno 2009.
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Si fa presente che ad oggi non esiste ancora una perimetrazione del Centro Matrice per
la frazione di San Priamo, difatti il perimetro della zona “A” individuato nel Piano di
Fabbricazione, e recepito anche dal Piano di Risanamento Urbanistico, non coincide con il
perimetro del limite di vincolo posto dal Decreto di Tutela N. 131 del 03.10.2006 della Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, come si evince dagli elaborati
grafici allegati.
Al fine di attuare interventi incisivi di riqualificazione e recupero del centro antico di San
Priamo, e per preservare i fabbricati storici sui quali ricade un vincolo monumentale, il Comune
di San Vito, con Determinazione n. 20 dell’11.12.2012 del Responsabile servizio edilizio e
urbanistico, ha affidato l’incarico professionale di PREDISPOSIZIONE E REDAZIONE DEL
PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL COMUNE DI SAN VITO (CA) – FRAZ. DI SAN PRIAMO,
alla Società di Ingegneria Europroject s.r.l., in ottemperanza alle norme introdotte dal Piano
Paesaggistico della Regione Sardegna.
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2. NOTIZIE STORICHE
La frazione di San Priamo è ubicata lungo la ex S.S. 125 sulla costa orientale a pochi
chilometri dal mare.
Il suo complesso immobiliare, denominato “Ex Villaggio Operaio”, fu edificato tra il 1926
ed il 1932 e denominato all’epoca anche Villaggio Giurati dal nome di Giovanni Giurati (18761970) che fu un politico italiano presidente della Camera dei Deputati nonché più volte ministro
durante il ventennio fascista.
In quegli anni si costituivano, in alcune zone del territorio nazionale del Regno d’Italia e
delle sue colonie, le cosiddette città di fondazione ovvero piccoli centri urbani di varia tipologia
insediativa programmati nel contesto di pianificazione territoriale ed agricola di più ampia scala
della bonifica integrale che prevedeva la bonifica idrica o il disboscamento di aree vaste, la
suddivisione del territorio agricolo in appezzamenti podarili e l’infrastrutturazione del territorio.
L’intensa attività di fondazione di questi piccoli centri insediativi, di modesta estensione
territoriale e demografica e con uno specifico carattere rurale, trovava giustificazione nell’ottica
tradizionalista del ritorno alla terra e alla civiltà contadina che il fascismo mostrava di preferire
alla grande urbanizzazione nonostante una parte di esso si presentasse modernista. La
creazione di nuove possibilità di sfruttamento agricolo con la creazione di una classe sociale di
piccoli mezzadri o proprietari agricoli, legati alla terra con tutta la famiglia, era alla base delle
ideologie totalitarie come quella del fascismo.
In Sardegna sostanzialmente le città di fondazione sono tre: Arborea, Fertilia e Carbonia.
Non mancarono però altri piccoli centri d’insediamento come appunto il Villaggio Operaio di San
Priamo che fu edificato per alloggiare gli operai, con le proprie famiglie, da impiegare nei lavori
di bonifica della piana del Rio Picocca e per la sistemazione del comprensorio del Sarrabus.
Foto storiche – Villaggio Operaio di San Priamo
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Principalmente il nucleo originario comprendeva dodici immobili a pianta rettangolare e
con un solo piano fuori terra, di diversa cubatura a cinque, quattro e tre ambienti. (Vedasi
l’elaborato grafico Tav.05 Planimetria assetto originario).
I
corpi
di
fabbrica
erano
disposti
simmetricamente intorno al grande piazzale
centrale occupato dalla piccola Cappella del
Villaggio, edificata nello stesso periodo, ma
che nel dopoguerra fu demolita per essere
costruita al suo posto l’attuale Chiesa di
Sant’Andrea Apostolo che nel tempo ha
subito ulteriori interventi di ristrutturazione e
di ampliamento.
Foto storica – Cappella del Villaggio
Gli spazi esterni attorno alla chiesa furono sistemati con aree verdi seguendo uno
schema lineare e squadrato, con centralità rispetto alla chiesa, secondo un’architettura
razionalista che dilagò in Italia nel Periodo Fascista.
Gli
immobili,
l’impianto
che
tutt’ora
originario,
mantengono
avevano
caratteri
tipologici simili: i tetti a doppia falda e
realizzati in legno con tegole in coppi sardi; i
vani finestra ed i vani porta riquadrati con
mostre in cemento intonacato; i prospetti
esterni rivestiti in pietra; gli ingressi rialzati di
alcuni gradini per motivi di salubrità dovuti
probabilmente
all’abbondanza
di
Foto storica – Fabbricato destinato a servizi pubblici
piogge che nella zona causavano pericolosi allagamenti.
Peraltro, la tipologia insediativa di San Priamo è quella più frequentemente utilizzata
all’epoca ovvero, oltre ad avere un carattere residenziale, comprendeva anche edifici pubblici e
nella fattispecie la chiesa, la scuola, il dopolavoro, lo spaccio viveri, la direzione cantiere, l’ufficio
consorzio e l’ambulatorio. Oggi sono ancora visibili le indicazioni delle originarie destinazioni
d’uso di alcuni immobili.
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Foto storica – Ufficio Consorzio e Spaccio viveri
Foto ai giorni nostri – Ex Spaccio viveri (F.02)
Foto storica – Direzione cantiere
Foto ai giorni nostri – Ex Direzione cantiere (F.11)
Foto storica – Ambulatorio
Foto ai giorni nostri – Ex Ambulatorio (F.10)
Da un’attenta osservazione delle foto storiche si può osservare, inoltre, che il nucleo
originario del Villaggio Operaio di San Priamo comprendeva, oltre ai dodici immobili sopracitati,
anche un forno, un bagno pubblico, un lavatoio ed due pozzi. Dei cinque fabbricati, solo uno dei
pozzi non è più esistente.
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Foto storica
Bagno pubblico: ad
oggi il fabbricato è
pressoché un rudere.
Foto oggi – Ex Bagno pubblico
Forno
a
legna:
il
fabbricato è stato oggetto
di interventi di recupero.
Foto oggi – Forno
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Foto storica
Lavatoio:
ad
oggi
il
fabbricato si trova in cattivo
stato di conservazione.
Foto oggi - Lavatoio
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Foto storica
Pozzo oggi non più esistente
Pozzo oggi ancora esistente
Pozzo: ad oggi la piccola
costruzione si trova in cattivo
stato di conservazione.
Foto oggi – Pozzo
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Nell’immediato dopoguerra la proprietà degli edifici e dei lotti di pertinenza dell’ex
Villaggio Operaio di San Priamo fu trasferita dal Demanio dello Stato al Demanio Regionale.
Cessata però l’attività del Villaggio Operaio ci fu un tentativo, poi fallito, di cedere i fabbricati in
gestione all’INACASA. Il Villaggio fu allora definitivamente abbandonato e successivamente
occupato a scopo residenziale da alcune famiglie provenienti dai centri limitrofi.
Attualmente l’intera località di San Priamo è frazione del Comune di San Vito, ed in
particolare le persone che abitano il centro antico, ovvero l’Ex Villaggio Operaio, non vantano
alcun diritto di proprietà su ciascuno dei dodici fabbricati ma risultano esserne i “conduttori”.
3. ANALISI DEL SITO
Le prime modifiche all’impianto architettonico originario dell’Ex Villaggio Operaio
risalgono all’anno 1952, quando fu demolita la Cappella del Villaggio e al suo posto venne
costruita l’attuale Chiesa di Sant’Andrea Apostolo. La scelta di nuova costruzione trova
giustificazione, probabilmente, nella necessità di ospitare un maggior numero di fedeli che negli
anni, dopo l’abbandono del villaggio operaio, era aumentato.
Foto oggi – Chiesa e Casa Parrocchiale
A ridosso della Chiesa venne costruita anche la Casa Parrocchiale che risultava già in
essere nell’anno 1968, come dimostrato dall’ortofoto dello stesso anno (Vedasi TAV. 03
Evoluzione Storica). Inoltre, dai documenti in possesso dell’Amministrazione Comunale di San
Vito, risulta che nell’anno 1986 venne progettato il Recupero della Chiesa della frazione di San
Priamo, mentre nell’anno 1990 fu redatto il progetto per il Recupero della Casa Parrocchiale.
Infine nel 2001 la stesura del progetto di Manutenzione della Casa Parrocchiale.
Con il passare degli anni anche la maggior parte dei fabbricati ha subito sostanziali
modifiche apportate dagli occupanti che le adattavano per adeguarli alla crescita del nucleo
familiare.
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In alcuni casi si è trattato di vere e
proprie nuove costruzioni di ampliamento ai
vecchi edifici, in altri di modifiche ai prospetti
delle casette storiche legate alle esigenze
degli occupanti, ed infine alla realizzazione di
coperture leggere a protezione degli spazi
esterni antistanti ai fabbricati.
Ampliamento Fabbricato - Scheda F.07
Modifiche Fabbricato - Scheda F.09
Tettoia Fabbricato - Scheda F.07
Negli anni compresi tra il 1972 ed il 1983 l’edifico che ospitava la scuola venne chiusa e
l’edificio occupato da una famiglia senzatetto e adattato a civile abitazione.
Foto storica – Scuola
Foto ai giorni nostri – Ex Scuola (Scheda F.04)
Per la precisione tutti gli edifici storici dell’ex Villaggio Operaio di San Priamo che
avevano una destinazione d’uso come “servizi pubblici”, attualmente sono occupate e utilizzate
come abitazioni. Inoltre, due dei fabbricati storici sono: uno occupato saltuariamente solo in
alcuni periodi dell’anno e utilizzato come residenza (Fabbricato – Scheda F.12); l’altro
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attualmente non occupato e a disposizione dell’Amministrazione Comunale di San Vito e oggetto
di intervento di recupero (Fabbricato – Scheda F.02).
In generale si può affermare che i dodici edifici storici mantengono la loro tipologia
originaria, seppure, come già accennato, alcuni edifici vedono modificare la propria destinazione
d’uso nel momento in cui il Villaggio viene abbandonato dai lavoratori impegnati nella bonifica.
Sotto si propongono due foto a confronto: a sinistra foto ai giorni nostri e a destra foto
d’epoca, del primo edificio storico di San Priamo che si incontra sulla destra percorrendo la ex
S.S. 125 provenendo da Cagliari. Come si può osservare il paramento murario, la pietra a vista,
il tetto, i comignoli, i vani finestra ed il vano porta sono rimasti pressoché intatti. Non sono più
presenti i tre gradini all’ingresso a causa della costruzione della nuova strada bitumata.
Fabbricato – Scheda F.03
Proprio di questo edificio si ha testimonianza di interventi di manutenzione straordinaria
svolti a cura dell’Amministrazione Comunale in qualità di proprietario.
In generale, tutti gli edifici furono realizzati con materiali modesti e non di pregio, ma al
contempo con una solida struttura in muratura portante. Durante i sopralluoghi non si sono
ravvisati né cedimenti né lesioni strutturali.
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Fabbricato – Scheda F.11
Fabbricato – Scheda F.02
Resta che per la maggior dei fabbricati
non
sono
mai
stati
intrapresi
lavori
di
manutenzione definitivi, ma piuttosto interventi
sommari
inadeguati
con
materiali
volti
provvisoriamente
a
da
costruzione
risolvere
problemi
come
solo
il
deterioramento dell’intonaco.
Fabbricato – Scheda F.02
Attualmente, come già detto in premessa, sono in corso i lavori di “Riqualificazione
Urbana del Villaggio Operaio nel Quartiere di San Priamo – Contratti di Quartiere II” sulla base
del progetto esecutivo redatto dall’Ing. Riccardo Mannironi approvato dalla Direzione Regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, con nota prot. n. 5423 del 29 maggio 2007.
Principalmente, le azioni proposte sono:
Demolizione di costruzioni abusive comprese tettoie e recinzioni non compatibili
con l’assetto originario;
Destinare l’uso dei 12 edifici restaurati a nuove attività, quali il mercato di
quartiere con punti di ristoro e punti vendita di prodotti locali, centro di
aggregazione sociale, farmacia, uffici comunali, ambulatorio medico, uffici
polizia municipale, residenze per anziani e disabili;
Realizzazione di n°3 comparti residenziali (A, B, C), ai margini dell’Area oggetto
del Piano di Recupero, destinati ad accogliere gli abitanti dell’Ex Villaggio
Operaio di San Priamo.
La finalità del progetto di riqualificazione è stata duplice: da una parte un intervento di
recupero del Villaggio attraverso un restauro conservativo degli edifici ormai degradati, e
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attraverso interventi che coinvolgano tutti gli spazi del Villaggio per restituirgli la sua natura
originaria; dall’altra risolvere un problema di tipo sociale attraverso la costruzione dei nuovi tre
comparti, più consoni per un uso di tipo residenziale, e nei quali ospitare gli attuali conduttori
degli edifici storici che altrimenti si troverebbero nella condizione di senzatetto.
Solo in questo modo il Comune di San Vito potrà riappropriarsi dei fabbricati storici e
restituirli all’intera comunità come patrimonio storico - culturale promuovendo eventuali iniziative
turistiche - ricettive come incentivo all’economia locale della stessa località di San Priamo.
COMPARTO “A”
COMPARTO “B”
COMPARTO “C”
Stralcio dell’elaborato grafico Tav. 05 – Planimetria stato attuale
Come si può notare dallo stralcio di elaborato sopra riportato, i nuovi tre comparti
residenziali ricadono nel perimetro della zona “A” – Centro Antico, pertanto saranno soggetti alle
disposizioni normative del presente Piano Particolareggiato.
4. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Il 25 ottobre 2013, con atto n. 45/2, la Giunta regionale ha approvato in via preliminare, ai
sensi dell’art.11 della L.R. 4/2009, l’aggiornamento e revisione del Piano Paesaggistico
Regionale – primo ambito omogeneo, approvato in via definitiva con la deliberazione della
Giunta Regionale n. 36/7 del 5 settembre 2006.
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“Il processo di sviluppo del territorio passa anche dalla valorizzazione dei centri di antica
e prima formazione, la parte più antica della struttura insediativa dei centri urbani, la cui tutela è
fondamentale per il mantenimento dei valori e degli elementi identitari che devono essere
preservati per le generazioni future e la cui valorizzazione è necessaria per mantenere
l’attrattività ed evitare lo spopolamento dei centri minori, limitando nel contempo il consumo delle
risorse. Tali obiettivi possono essere adeguatamente garantiti solo se si compie l’intero ciclo di
pianificazione, con il necessario coinvolgimento di tutti i livelli di governo del territorio. Per poter
realizzare interventi di riqualificazione e recupero dei tessuti edilizi ed urbani, quindi, è
necessario che vengano elaborati Piani Particolareggiati coerenti con gli obiettivi del Piano
Paesaggistico Regionale. Pertanto la redazione del Piano Particolareggiato, in adeguamento al
Piano Paesaggistico, consente di valorizzare i centri storici che rappresentano il vero cuore
pulsante della Sardegna, favorendo la tutela delle tradizioni storico-culturali e la difesa
dell’identità dei paesi”.
Ai sensi delle Norme Tecniche di Attuazione del PPR, rientrano tra le categorie
sottoposte a tutela dell'assetto storico culturale (Titolo II delle norme):
1. Aree caratterizzate dalla presenza di edifici e manufatti di valenza storico culturali,
quali beni paesaggistici come le architetture militari storiche sino alla II
guerra mondiale (art.48, comma 1, lett. a.6, NTA);
2. Aree caratterizzate dalla presenza di insediamenti storici, quali i centri di
fondazione degli anni ’30 del ‘900 ed i villaggi delle bonifiche e delle riforme
agrarie dell’800 e del ‘900 (art.51, comma 1, lett. a)5.e .6, NTA).
Nelle aree caratterizzate dalla presenza di edifici e manufatti di valenza storico
culturali, per la categoria dei beni paesaggistici, nell’area in cui essi sorgono, è vietata qualsiasi
edificazione o altra azione che possa comprometterne la tutela, qualunque trasformazione è
assoggettata all’autorizzazione paesaggistica, sono ammessi gli interventi di manutenzione
straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo previa autorizzazione del competente
organo MIBAC, mentre sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria.
Nelle aree caratterizzate dalla presenza di insediamenti storici, sono consentiti:
a) per i Comuni non dotati di Piano Particolareggiato, unicamente gli interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo ai sensi dell’art. 3 del D.P.R.
n. 380/2001, nonché di ristrutturazione edilizia interna;
b) per i Comuni dotati di Piano Particolareggiato, possono essere realizzati gli interventi ivi
consentiti, previa verifica di conformità con quanto previsto nell'art. 52 delle NTA del PPR, in
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particolare in sede di adeguamento dello strumento urbanistico comunale, si devono prevedere
misure atte a garantire la riqualificazione dei tessuti modificati con un complesso di regole
insediative, rivolte a favorire la conservazione degli elementi identitari superstiti. Inoltre, gli
interventi di riqualificazione e recupero non devono solo riguardare i corpi di fabbrica storicotradizionali, ma anche le recinzioni e le relazioni originari con gli spazi vuoti di pertinenza degli
organismi edilizi (..), nonché il contesto degli spazi collettivi costituiti da aree verdi, strade e
piazze.
I Comuni, nell’adeguare gli strumenti urbanistici, si devono conformare agli indirizzi di cui
all’art. 53 delle NTA del PPR, ed in particolare si sottolineano le seguenti finalità:
Conservare e valorizzare le tracce che testimoniano l’origine storica dell’insediamento;
Favorire la riqualificazione dell’aspetto ambientale e del paesaggio urbano, con
l’eliminazione delle superfetazioni ed il recupero e la riqualificazione degli spazi pubblici;
Individuare misure per riqualificare i tessuti di antica formazione (…) nella ricerca del
disegno e della trama originari del tessuto.
Il Piano Particolareggiato del Centro Storico è, dunque, lo strumento urbanistico attuativo,
progettuale e operativo per tutta l'area compresa all’interno dell’insediamento storico (Centro di
Antica e Prima Formazione), teso a porre in evidenza le caratteristiche specifiche qualificanti il
tessuto edilizio del nucleo antico con il fine di tutelare i valori storico architettonici ed urbanistici
del patrimonio insediativo esistente e di disciplinarne il recupero, la riqualificazione e, ove
consentito, le nuove edificazioni.
Si rimanda all’Allegato C contenente le norme tecniche di attuazione del presente Piano.
5. IDEAZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO
L’idea portante del presente piano si fonda sulla consapevolezza che il centro di prima
formazione della frazione di San Priamo non ha le caratteristiche di un “classico” centro storico.
Il centro storico si definisce come il centro di antica e prima formazione dei futuri centri
urbani più o meno complessi costituiti da case, edifici pubblici, e strade.
Quello che oggi possiamo chiamare centro storico della località di San Priamo risale agli
anni compresi tra il 1926 ed il 1932, in un periodo storico importante e controverso per tutta
l’Italia come appunto il ventennio fascista, in quanto testimonianza di un modo di vivere e di
lavorare propri di quegli anni che raccontano di un mondo agro-pastorale ormai lontano. La sua
costruzione aveva avuto come finalità quello di creare un Villaggio per gli operai impegnati nella
bonifica delle aree umide, ma di permanenza che si può definire temporanea, in quanto terminati
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i lavori venne abbandonato e i dodici edifici vennero occupati da famiglie senzatetto. La località
di San Priamo non ha poi avuto un importante sviluppo urbano, ma attualmente comprende, oltre
al centro antico con i dodici edifici e la Chiesa, case sparse di proprietà di persone che vivono di
economia locale, principalmente di agricoltura.
Il mancato sviluppo del piccolo insediamento urbano è da attribuirsi, probabilmente, al
fatto che gli edifici storici e l’area su cui sorgono non sono di proprietà privata ma di proprietà
dell’amministrazione pubblica fin dai tempi della costruzione del Villaggio. Gli occupanti dei
fabbricati si sono limitati ad utilizzarli, e nella maggior parte dei casi ad adattarli alle loro
esigenze. Ragion per cui il Villaggio non ha avuto modo di svilupparsi come accaduto per altre
città di fondazione rimanendo pressoché immutato rispetto al suo impianto originario.
Pertanto, partendo dal presupposto che su San Priamo insistono sia un vincolo
paesaggistico sia un vincolo monumentale, si capisce l’importanza dell’adozione di un Piano
Particolareggiato che permetta la salvaguardia e la valorizzazione degli edifici storici di San
Priamo (i dodici fabbricati, la chiesa, il forno, il pozzo, il lavatoio ed il rudere), in grado di
riportare il centro antico (Ex Villaggio Operaio) a catalizzatore dell’intera frazione di San Priamo,
come era in origine, attorno al quale ruotava l’intera vita comunitaria.
L’iter di acquisizione dei dati fondamentali per l’ideazione del presente piano è stato il
seguente:
1.
Acquisizione dello stato di conservazione del centro antico di San Priamo attraverso una
documentazione fotografica;
2.
Acquisizione di documentazione fotografica storica dall’archivio comunale e da proprietà
privata;
3.
Ricerca di notizie storiche da fonti bibliografiche presso la Soprintendenza di Cagliari;
4.
Acquisizione presso l’Ufficio Tecnico Comunale dei progetti di: 1) “Riqualificazione
Urbana del Villaggio Operaio nel Quartiere di San Priamo” redatto nell’anno 2007; 2)
“Recupero della Chiesa della frazione di San Priamo” redatto nell’anno 1986; 3) “Recupero
della Casa Parrocchiale” redatto nell’anno 1986; 4) “Manutenzione della Casa Parrocchiale”
redatto nell’anno 2001;
5.
Intervista agli abitanti del villaggio circa le condizioni e la qualità di vita nel piccolo centro
di San Priamo. La maggior parte dei residenti è stata molto ospitale con i nostri tecnici che
hanno potuto constatare anche lo stato di conservazione degli interni dei fabbricati.
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Pertanto, sulla base della documentazione in nostro possesso, sono stati redatti i
seguenti elaborati:
ELABORATI GRAFICI:
Tav. 01 – Stralcio di P.P.R. del P.D.F. e planimetria MIBAC
Tav. 02 – Inquadramento territoriale
Tav. 03 – Evoluzione storica del territorio
Tav. 04 – Rilievo stato dei luoghi
Tav. 05 - Planimetria assetto storico originario
Tav. 06 - Planimetria stato dei luoghi
Tav. 07 - Planimetria coperture stato dei luoghi
Tav. 08a – Planimetria proposta di piano
Tav. 08b – Planimetria e calcoli urbanistici
Tav. 09 – Carta dei percorsi storici ed attuali – Carta tematica delle componenti di
paesaggio
Tav. 10 – Carta dei beni identitari
Tav. 11 – Quadro di unione dei profili regolatori
Tav. 12 a) b) c) d) e) f) g) h) i) l) – Profili regolatori
Gli elaborati grafici prodotti sono il risultato di uno studio dell’evoluzione urbana
dell’Ex Villaggio Operaio di San Priamo dalle sue origini, attraverso la reperibilità
della documentazione storica, ad oggi, attraverso il rilievo dello stato dei luoghi.
In particolare è nella proposta di piano (Tav. 08a) che si esprime il risultato dello
studio compiuto: l’idea del piano è quella di riportare il centro antico di San Priamo il
più possibile al suo aspetto originario come prevede l’art. 53, comma 1, lett. g, delle
N.T.A.. del Piano Paesaggistico Regionale. Innanzitutto è prevista l’eliminazione di
tutte le superfetazioni (volumi, tettoie, recinzioni) realizzate in epoca successiva alla
costruzione del Villaggio e comunque tutte quelle opere senza valore storico (art. 53,
comma 1, lett. f, N.T.A.). Si prevede la sistemazione delle aree esterne dell’Ex
Villaggio, proponendo un sistema a piazza molto simile a quello dell’epoca di
fondazione del Villaggio costituito da aiuole su base quadrata con inscrizione di un
cerchio. Il disegno è molto lineare e rispetta il più possibile le simmetrie come dettato
dall’architettura razionalista nel periodo del Fascismo, e documentato anche da altre
realtà urbane dell’epoca (si rimanda come esempio alle foto storiche della piazza
Venezia a Cortoghiana, frazione urbana del Comune di Carbonia fondata durante il
ventennio fascista, progettata e realizzata con stessi disegni di aiuole a forma
quadrata).
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Si intende mantenere la viabilità presente anche all’epoca, l’attuale via Damiano
Chiesa, però con un unico senso di marcia con ingresso dalla via Indipendenza - ex
S.S. 125, lasciando all’Amministrazione Comunale la facoltà di chiudere la strada
totalmente al traffico veicolare o soltanto in occasione di eventi culturali e sagre. A
servizio delle nuove residenze si prevede la realizzazione di una nuova strada
percorribile anch’essa ad un unico senso di marcia con ingresso dalla via
Indipendenza - ex S.S. 125 e ricongiungile ad anello alla via Damiano Chiesa.
Parallelamente alla nuova strada la viabilità pedonale separata da un filare di alberi,
per preservare il centro antico dalle nuove costruzioni.
Inoltre, si propone una nuova pavimentazione della piazza della Chiesa, con funzione
di piazza centrale come in origine seppure in uno spazio assai più ridotto, con
geometrie sempre lineari e semplici.
Una serie di percorsi interni invitano i residenti, ma anche i visitatori occasionali, alla
visita dell’ex Villaggio accompagnandoli tra gli edifici storici ed i beni identitari,
circondati da aree a prato e alberate. A ridosso della chiesa si è prevista un’area
ombreggiata per il relax ed il gioco dei bambini. Le alberature attualmente presenti
dovranno essere accuratamente rimosse e riposizionate in altro luogo a discrezione
dell’Amministrazione Comunale.
Le pavimentazioni si alternano tra il calcestruzzo architettonico per la viabilità
veicolare, le lastre e i tozzetti di basalto per la pavimentazione pedonale, e la terra
stabilizzata attorno alle aiuole e agli edifici storici.
RILIEVO UNITÀ EDILIZIE:
1) Schede edifici
2) Schede beni identitari
3) Abachi costruttivi Tipologie edilizie: Murature - Gradini ingresso –
Coperture - Sporti e cornicioni – Comignoli – Portoni – Infissi - Arredo
urbano
Per ciascuno degli edifici, sia storici che quelli di recente costruzione, è stata redatta
una scheda che riporta le foto dei prospetti principali del fabbricato, allo stato attuale
e allo stato originario, la pianta, il riferimento catastale, l’aero fotogrammetrico e
l’ortofoto, oltre ad una serie di notizie utili come la superficie coperta, lo stato di
conservazione ed i caratteri costruttivi.
Le schede degli edifici permettono una puntuale catalogazione dei fabbricati, in
quanto forniscono dati utili circa lo stato in cui si trovano attualmente e soprattutto
forniscono indicazioni sugli interventi possibili per il loro recupero.
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Le schede riportano una numerazione progressiva dal numero 1 al numero 17
preceduta dalla lettera F.
I beni identitari vengono definiti all’art. 6, comma 5, delle N.T.A. del P.P.R. come
quelle categorie di immobili, aree e/o valori immateriali, che consentono il
riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali alla specificità della
cultura sarda.
Per il piccolo centro antico di San Priamo si sono individuati sette beni identitari: la
Chiesa di Sant’Andrea, Casa Parrocchiale, il pozzo, il lavatoio, il forno a legna, il
rudere dei bagni pubblici e la recinzione in muratura.
Per ogni bene identitario la scheda è doppia: nella prima è riportato lo stato di
conservazione del bene, mentre nella seconda è proposta la modalità di restauro al
fine di riportare il bene come era in origine.
Le schede descrittive lo stato di conservazione del bene riportano una numerazione
progressiva dal numero 1 al numero 6, mentre le schede di proposta di restauro una
numerazione progressiva dal numero 1A al numero 6A.
Ciascun abaco costruttivo raccoglie, in un elenco di unione, un elemento
dell’architettura dei fabbricati allo scopo di catalogare lo stato di fatto e dare
indicazioni per interventi di manutenzione successivi.
Gli abachi sono numerati progressivamente numero 1 al numero 7 racchiusi in unico
documento.
ALLEGATI:
All. A) Relazione storico - illustrativa
All. B) Relazione Paesaggistica
All. C) Norme tecniche di attuazione
All. D) Linee guida colore
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6. CALCOLI URBANISTICI
Ai fini urbanistici i mappali, compresi all’interno della perimetrazione di centro storico,
zona “A”, sono i seguenti:
mappali n.56, al quale appartengono tutti gli edifici storici, n.147, n.148 e n. 540
risultano al Catasto di proprietà del Comune di San Vito;
mappali n. 134, n. 135, n. 136, n. 266, n. 267, n. 268, n. 269 e n. 539 risultano al
Catasto di proprietà privata;
mappale n. 95E, non risulta esistente al Catasto perché probabilmente oggetto di
frazionamenti precedenti non ancora trascritti.
Tabella estrapolata dall’elaborato grafico Tav. 08b – Planimetria e calcoli urbanistici
Dalla tabella si evince che:
nei mappali n. 95E, n. 134, n. 135, n. 136 (di proprietà privata) risultano volumi
disponibili residui. L’edificazione potrà essere disposta a seconda delle esigenze
dei legittimi proprietari rapportandosi oltre che con il parere della stessa
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Amministrazione Comunale anche con quello del Servizio tutela paesaggistica
della Regione Sardegna;
dei mappali n. 266, n. 267, n. 268 e n. 269 non è stato possibile fare alcuna
previsione di volume edificabile, in quanto non disponibili gli atti di frazionamento
da visura catastale.
L’area posta a nord-est nella perimetrazione del centro storico risulta libera e sarà
assoggettata ad una successiva pianificazione di comparto (quale un concorso di idee) ai sensi
dell’art. 52 comma 6 della N.T.A. del Piano Paesaggistico Regionale.
In riferimento alle norme sul paesaggio e all’ambiente, il Decreto Floris, D.A. 22 dicembre
1983 n. 2266/U, Disciplina dei limiti e dei rapporti relativi alla formazione di nuovi strumenti
urbanistici ed alla revisione di quelli esistenti nei Comuni della Sardegna, prevede che:
-
art. 6: assicurare per ogni abitante insediato o da insediare una dotazione
minima per spazi pubblici (S) riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a
parcheggi, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie;
-
art. 7: per le zone A e B, se l'Amministrazione comunale dimostri l'impossibilità,
per mancata disponibilità di aree idonee ovvero per ragioni di rispetto ambientale
e di salvaguardia delle caratteristiche, della conformazione e delle funzioni della
zona stessa, di raggiungere le quantità minime di cui al precedente art. 6, dovrà
precisare come siano altrimenti soddisfatti i fabbisogni dei relativi servizi ed
attrezzature.
Relativamente al caso del centro storico della Località di San Priamo del Comune di San
Vito, al fine di soddisfare i requisiti del Decreto Floris, di cui all’art. 6, l’Amministrazione
Comunale dovrà reperire le aree da destinare a zone S, se non presenti all’interno della
perimetrazione della zona “A”, al di fuori di essa.
Si ricorda che, l’attuale strumento urbanistico vigente, è il Programma di Fabbricazione
dell’anno 1987, il quale già prevede una zona dedicata ai servizi per la collettività, di superficie
pari a mq 4.600,00.
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INDICE
1. PREMESSA ………………………………………………………………………... Pag. 1
2. NOTIZIE STORICHE ………………………………………………………………
Pag. 4
3. ANALISI DEL SITO ……………………………………………………………….. Pag. 10
4. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ……………………………………. Pag. 14
5. IDEAZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO …………………………..
Pag. 16
6. CALCOLI URBANISTICI ………………………………………………………….
Pag. 21
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