Comunicato unitario

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Comunicato unitario
Segreterie Nazionali
Fondo Priamo
COMUNICATO AI LAVORATORI
In una trasmissione televisiva andata in onda il 15 giugno scorso è stato trasmesso un
servizio sui fondi pensione negoziali nel quale l’autore del “pezzo” sostiene che:
… “I sindacati stanno cambiando mestiere, ormai sono diventati investitori di borsa …
ma i lavoratori non si fidano, finora solo il 24% ha aderito … e quindi i sindacati
hanno pensato bene di obbligarli a farlo”; e poi sul fondo pensione degli
autoferrotranvieri “il contratto nazionale … dal prossimo anno li obbligherà a versare
90 euro all’anno nel fondo complementare Priamo … insomma meno soldi in busta
paga in cambio di pochi euro di pensione complementare”…
Rispettiamo sempre le opinioni altrui e non siamo soliti commentare servizi
giornalistici, anche quando tentano, in maniera surrettizia, di attribuire responsabilità
o, peggio ancora, gravi colpe al sindacato, ma di fronte ad una tale sequenza di
imprecisioni, e solo per il profondo rispetto che meritano i nostri iscritti e
tutti i lavoratori in generale, non possiamo esimerci dal fare le seguenti
considerazioni:
1. La previdenza complementare è stata una importante conquista delle
lavoratrici e dei lavoratori di questo paese ottenuta negli ultimi anni. Una tutela
straordinaria che sancisce il diritto di ogni lavoratore a costruirsi una vecchiaia più
tranquilla di fronte alla diminuzione delle pensioni erogate dal sistema
previdenziale pubblico. In questo caso l’unico obiettivo che persegue il sindacato è
quello di realizzare condizioni per mantenere una vita dignitosa non solo nel
periodo lavorativo, ma anche al termine di questo, durante la pensione.
2. Anche se ad oggi l’adesione ai fondi pensione è volontaria, il sindacato continuerà
a promuovere e ad incentivare l’adesione ai fondi pensione, soprattutto per i più
giovani, proprio perché la ritiene necessaria e utile ai lavoratori prevedendo anche
formule di diversificazione volontaria di investimenti per costruire la propria
posizione pensionistica potendo così decidere del proprio futuro!
3. L’adesione contrattuale prevista nel contratto nazionale degli autoferrotranvieri
infatti non è in alcun modo, come si sostiene nel servizio, un obbligo di adesione
per i lavoratori, che tra l’altro sono già iscritti al fondo oltre il 50%, ma solo un
vincolo di contribuzione per le aziende, né tantomeno ha comportato una
diminuzione degli aumenti contrattuali in quanto i 90 euro, destinati alla
previdenza complementare, corrispondono ad una somma aggiuntiva rispetto alla
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parte economica prevista dal rinnovo contrattuale. Il lavoratore, pur mantenendo
solo i 90 euro che annualmente le aziende verseranno a favore della sua futura
posizione pensionistica, non è in alcun modo obbligato ad aderire al fondo ne a
versare la quota del suo Tfr in esso.
L’equazione adesione contrattuale a Priamo uguale meno retribuzione è una
gravissima menzogna, utilizzata ad arte per creare confusione tra i lavoratori, e che
andrebbe invece ben verificata da chi ambisce a fare vera informazione!
Per ciò che attiene alla convenienza dell’iscrizione al Fondo Priamo sono i dati che
parlano e non le opinioni! Un lavoratore, che ha scelto di aderire al Fondo versando
il suo contributo e il Tfr, ha accantonato, negli ultimi 5 anni, circa 4.000 euro in
più dello stesso lavoratore che ha invece mantenuto il Tfr in azienda (10.500 euro
il primo contro i 6.500 del secondo). Questo grazie al contributo aziendale che
altrimenti andrebbe perso e agli ottimi rendimenti che il Fondo ha garantito in
questi anni!
Infine ricordiamo che il fondo pensione ha natura bilaterale paritetica e la presenza
dei rappresentanti dei lavoratori e delle aziende nel Consiglio di Amministrazione
del Fondo, che si vorrebbe far passare come privilegio, è invece una garanzia di
buona e corretta gestione dei soldi dei lavoratori e di controllo dell’operato dei
gestori finanziari.
I fondi pensione negoziali, sono sottoposti a controlli di autorità indipendenti
(Covip) e a obblighi legislativi sugli investimenti molto articolati e tutelanti per gli
aderenti.
Sui risultati poi sono i numeri che parlano più di tante parole: Priamo ha ottenuto
rendimenti del 9,49% nel 2012, 6,90% nel 2013, 9,89% nel 2014, 3,80% nel 2015
e 1,24% nei primi 4 mesi del 2016, di gran lunga più alti del rendimento del Tfr
mantenuto in azienda!
Ma l’aspetto più importante dal quale si capisce bene come il sindacato operi,
secondo il comportamento del buon padre di famiglia, sta nei costi del Fondo.
Priamo ha un costo associativo per il lavoratore di 21 euro annui e il suo
indicatore sintetico di costo (ISC), che misura il costo complessivo e
omnicomprensivo, per un aderente che permane 10 anni nel fondo, è dello 0,35%
(per una permanenza di 35 anni addirittura dell’ 0,20%) contro una media delle
Polizze pensionistiche del 2,18% a 10 anni e dell’1,80% a 35 anni (con punte
massime rispettivamente del 4,13% e del 3,50%!).
Non crediamo siano necessari ulteriori commenti!!!
Roma, 17 giugno 2016
Le Segreterie Nazionali