Di Muro - Suore Francescane Immacolatine

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Di Muro - Suore Francescane Immacolatine
Vocazione vuol dire “ chiamata” e in questo contesto ci occupiamo di quella alla
vita religiosa e sacerdotale.
Questo genere di chiamata è un meraviglioso dono di Dio per l'uomo ed è l'invito
rivolto ad alcune persone a seguire Gesù povero, casto ed obbediente.
La vocazione è, dunque, l'iniziativa del Padre che invita gli uomini a servirlo e ad
amarlo in maniera piena, cioè con una
dedizione totale e senza riserve.
E' lo Spirito Santo a suscitare nell'uomo il
desiderio di vivere il Vangelo all'insegna
della imitazione di Cristo.
E' lo Spirito Santo a metter nei cuori dei
chiamati una capacità di amore tale che il
mondo sembra perdere ogni attrattiva.
In questo modo il chiamato scopre l'essenza
della sua esistenza: la donazione di sé a Dio
e all'uomo allo scopo di cooperare al piano
di salvezza dell'Eterno Padre e di
annunziare con la vita la Resurrezione del
Cristo.
Alla chiamata di Dio, che è un atto di amore, deve corrispondere, dunque, una
risposta del chiamato, una risposta d'amore.
Per un Francescano esser chiamati dal Signore vuol dire divenire, attraverso una
esistenza vissuta in conformità con il Vangelo, la salute del mondo (Fonti
Francescane n. 1905).
San Francesco amava usare questa espressione per spiegare ai propri frati il
significato della loro vocazione.
Oggi, soprattutto, il mondo ha bisogno di
testimoni credibili, autentici, veraci, della
parola di Dio.
L'attuale società, caduta in pieno relativismo,
ha bisogno di uomini e donne che annunzino e
testimonino con la loro vita la Verità.
Queste, probabilmente, sono frasi che il
lettore avrà letto almeno mille volte su riviste
cattoliche.
Tuttavia esse sono il frutto di vita vissuta,
sono il frutto di una reale esperienza fatta da
chi scrive.
Essere frate o suora vuol dire aprirsi ad una
dimensione di amore indicibile, vuol dire diventare pane spezzato per i fratelli,
vuol dire essere il seme caduto in terra che muore per il bene del mondo.
Inoltre, l'aspetto più bello della vita religiosa francescana è quello di vivere con
altri fratelli e di crescere spiritualmente ed umanamente con loro.
Il cammino del francescano non è una strada da percorrere da soli, ma è
un percorso da compiere uniti al fratello.
Troppe volte certa stampa tende ad esaltare in maniera errata la vita francescana.
Seguire Gesù, sull'esempio di San Francesco, non vuol dire solo amare la natura o
camminare scalzi, ma vuol dire essenzialmente divenire amore per il prossimo,
dimenticando se stessi, divenire , cioè, la salute del mondo.
Un discorso particolare merita la chiamata al Sacerdozio. A mio avviso, questo è il
più bel dono della Santissima Trinità all'uomo.
Il Presbitero, attraverso l'amministrazione dei Sacramenti e l'annuncio della
Parola, permette all'umanità di entrare nei più grandi Misteri della Salvezza.
Questa è, dunque, una chiamata di particolare importanza e che merita un
discernimento approfondito.
La chiamata non è frutto di fantasie o di apparizioni mistiche, ma è il risultato di un
cammino fatto di preghiera, di sofferenza, di amore, di una attenta direzione
spirituale. Solo attraverso questo percorso si può conoscere ordinariamente il piano
di Dio nella vita di un uomo.
Mi piace concludere con un invito alle famiglie: nell'educare i vostri figli non
private loro della possibilità di vivere da consacrati, non togliete loro questa
meravigliosa prospettiva di amore.
Il lavoro, la famiglia, il fidanzamento, sono valori importanti ma è bene presentare
ai ragazzi anche la possibilità di una vita alla sequela di Cristo.
Quando, dunque, ci rivolgiamo ai Santi , ricordiamoci di chiedere loro di
intercedere presso il Padre al fine di suscitare schiere di consacrati in grado di
portare al mondo germi di santità.
Padre Raffaele