A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi

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A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi
24 | SABATO 19 APRILE 2008 | UN GIORNALE NEL GIORNALE
SETTIMANALE
| il Popolo Cattolico
A CURA DELLA REDAZIONE DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO ‘GALILEO GALILEI’ DI CARAVAGGIO - COORDINAMENTO EDITORIALE DI NARNO PINOTTI
EDITORIALE
JONE, DICIASSETTENNE DI ETXALAR: «L’ITALIA? AFFASCINANTE. I RAGAZZI ITALIANI? UN PO’ MODAIOLI»
TELEFONO AZZURRO NE PARLERÀ
IL 23 APRILE AD ARZAGO
A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi
Quando il disagio
si fa bullo
■ di Marco Albertini
Il bullismo è un fenomeno che richiede competenze
e formazione adeguate per essere compreso nella
sua complessità. Da uno studio commissionato dalla
regione Lombardia è emerso che nelle scuole milanesi il 64% degli alunni delle primarie di I grado (le
elementari) e il 50% di quelle di II grado (le medie
inferiori) ha avuto a che fare con il fenomeno del bullismo nel ruolo di vittima o aggressore.
Questo comportamento, considerato oggi una vera
e propria “malattia sociale”, coinvolge tutte le fasce
sociali e si manifesta con aggressioni fisiche o verbali, come minacce, estorsioni, offese.
In questo ambito giocano un ruolo importante anche
i gregari, ossia i ragazzi (e le ragazze) che per non
diventare a loro volta vittime appoggiano i comportamenti del bullo, e gli indifferenti, ossia chi tace o non
prende posizione di fronte alla violenza.
Telefono azzurro, associazione da anni impegnata
nella lotta contro i disagi e gli abusi ai danni dell’infanzia e dell’adolescenza, propone iniziative volte a
prevenire e combattere i disturbi del comportamento legati al bullismo. Il bullo dev’essere guidato in un
percorso che porti al cambiamento dei suoi comportamenti negativi, evitando però di esprimere un giudizio globale negativo sul ragazzo; la vittima deve
invece essere aiutata ad accrescere la propria autostima e a non isolarsi (per informazioni e contatti,
www.azzurro.it).
L’istituto comprensivo di Casirate d’Adda approfondirà questi temi con un incontro a cui parteciperanno
due formatori di Telefono azzurro. Secondo i responsabili scolastici – anche se al momento nelle scuole
dell’area non risultano casi eclatanti – si intravedono
però segnali che potrebbero portare a situazioni di
difficile gestione, che si possono però prevenire se
conosciute e affrontate per tempo. Lo scopo è fornire strumenti utili per riconoscere tutte le componenti del fenomeno – bulli, vittime, gregari e osservatori
– e dare indicazioni alle famiglie su come comportarsi di fronte a un caso di bullismo nella scuola primaria di I e II grado.
La Commissione per la cultura del comune di Arzago
ha molto caldeggiato questa iniziativa: l’incontro,
aperto a tutti, si terrà mercoledì 23 aprile alle ore
20,45 al teatro “San Lorenzo” di Arzago, in piazza
San Lorenzo 3.
Comprendere i meccanismi che portano qualcuno a
diventare carnefice o vittima è un primo passo per
valutare con competenza un fenomeno grave. Di
certo non serve affrontarlo con i soliti luoghi comuni,
rifugiandosi nei “bei tempi andati”, quando “queste
cose non succedevano”. Ne siamo davvero sicuri? E
se anche fosse, i rimedi di un tempo possono essere
presi di peso da una società che non esiste più e
applicati alla scuola, alle famiglie, ai ragazzi di oggi?
Per affrontare questo disagio occorre discutere le
dinamiche sociali e individuali che lo scatenano,
ricordando che ogni riflessione mirata a risolvere i
problemi dei giovani è il miglior investimento per la
prospettiva di una società più giusta.
Perché i bei tempi, se pure erano tali, sono appunto
andati. Occorre che siano belli, o almeno migliori,
quelli che verranno.
Nell’anno europeo dell’intercultura, scambio di visite fra il liceo “Galilei” e i Paesi baschi
Caravaggio – Per tre anni il liceo “Galileo Galilei” è stato coinvolto, insieme con le scuole di Kropp (Germania) e di
Fuenlabrada (Spagna), nel progetto Comenius-Exploring
Europe, attività di scambio culturale finanziata dall’Unione
europea. Conclusosi tale programma, l’istituto ha avviato
un’analoga collaborazione con la scuola Toki-ona di Bera,
località dei Paesi baschi, usando l’inglese come veicolo comunicativo. I sedici ragazzi baschi, ospiti di altrettanti studenti italiani delle classi 3aI e 3aF, sono atterrati in Italia mercoledì 2 aprile e per una settimana hanno partecipato sia alle regolari attività didattiche sia a visite di interesse culturale: gli insegnanti coordinatori, Giovanni Mineri e Cristina Sollazzo, docenti di inglese al liceo, avevano organizzato escursioni a Venezia, Milano, Bergamo e Caravaggio.
Lasciamo però spazio a chi ha vissuto l’esperienza e si è
offerto di raccontarla.
Nome?
Jone.
Anni?
Diciassette.
Provenienza?
Etxalar, Paesi baschi.
Una parola per
descriverti?
Allegra.
Una per descrivere la tua ospite?
Aperta.
Una per descrivere il tuo paese?
Verde.
Una per descrivere il tuo stato ospite?
Affascinante.
Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia?
Interessante perché, nonostante la diversità linguistica,
siamo riusciti a parlare di diversi argomenti: dalle tradizioni
del mio paese e del vostro, ai cibi, ai costumi.
Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi?
Tra le ragazze non ce n’è molta, mentre tra i maschi è più
evidente. I ragazzi italiani sono molto più attenti alla moda,
si lisciano i capelli, portano pantaloni a vita bassa. Da noi
prestano meno attenzione a queste cose.
Che città eri ansiosa di vedere?
Gli studenti italiani e baschi in gita; a lato, le ragazze intervistate: a sinistra Jone, basca; a destra Sara, bergamasca
Di quelle programmate mi interessava molto Venezia, che
ho trovato bella e romantica, mentre delle città italiane in generale vorrei visitare Roma e Firenze.
La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative?
Direi che le ha superate. Mi aspettavo che il rapporto fosse più freddo, invece ho trovato tutti molto aperti e disponibili.
E ora l’ospite italiana.
Nome?
Sara.
Anni?
Diciassette.
Provenienza?
Pagazzano.
Una parola per descriverti?
Socievole.
Una per descrivere la tua ospite?
Educata.
Una per descrivere il tuo paese?
Si mangia bene.
Una per descrivere il tuo stato ospite?
Te lo dico a maggio, una volta tornata dai Paesi baschi.
Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia?
L’esperienza italiana si è conclusa ufficiosamente martedì 8 aprile con una festa di arrivederci per gli ospiti. Quella
reciproca in terra basca però è ancora da vivere: il progetto
From the Pyreenes to the Alps (“Dai Pirenei alle Alpi”: così
è stato chiamato) prevede che gli alunni del “Galilei” volino
in Spagna dal 7 al 14 maggio. Le aspettative sono molte, il
desiderio di conoscere un’altra realtà europea è intenso, anche se misto al timore di non riuscire a comunicare al meglio. Ma la volontà di venirsi incontro vicendevolmente, viva
nei ragazzi, sarà d’aiuto.
Martha Ferrari
SABATO 19 E DOMENICA 20 APRILE RIVIVONO LE GESTA DEI VISCONTI E LA PESTE DEL 1630
Brignano, una fine di settimana tra storia, arte e cultura
Brignano Gera d’Adda − I Visconti tra musica e leggenda:
sabato 19 aprile alle ore 21 nella sala del trono di palazzo
Visconti la Pro Loco di Brignano Gera D’Adda presenterà il
romanzo breve Barnabò Maria Visconti. Lo Spirito del Dragone
di Francesca Ghisletti. Durante la serata, la lettura di brani tratti
dal romanzo sarà intervallata dalle esecuzioni musicali dell’ensemble I musicanti erranti, che si esibirà in un concerto di musica antica rinascimentale e barocca.
Barnabò Maria Visconti, nel XVII secolo signore feudatario di
Brignano e capitano dei Dragoni, è il protagonista dell’ultima
rappresentazione itinerante organizzata a Palazzo Visconti dai
soci e dagli amici della Pro Loco nei mesi di giugno e settembre
dello scorso anno. Barnabò cadde in battaglia nel 1686, mentre difendeva l’impero degli Absburgo dall’avanzata dei turchi
ottomani. Ma questo è solo il principio di una vicenda che parla
d’amore e di un uomo innamorato della vita, sospeso tra terra e
cielo, la cui storia avvincente e appassionata è diventata ora un
racconto.
Anche per la giornata di domenica 20 aprile i Visconti rivivranno a Brignano con la rievocazione storica Libera nos a
I
V O L O N TA R I D E L L A
morbo (come si pregava nelle rogazioni di
un tempo). Il borgo e il contado brignanese ritorneranno indietro nel tempo, nel
1630, all’epoca di un altro e forse più
famoso Visconti, il Francesco Bernardino
che ispirerà a Manzoni l’innominato dei
Promessi sposi, per rivivere i giorni funesti della pestilenza di manzoniana memoria.
Dalle 14 nel cortile del maniero visconteo si svolgeranno le giostre e i trofei d’arme offerti dal signore di Brignano all’ambasceria spagnola guidata dal capitano
Ferrer: voli di rapaci, sfilate di levrieri e
molossi, esibizioni di destrieri, dimostrazioni di combattimenti e danze di corte
allieteranno nobili e popolani prima che
parta la solenne processione diretta al
santuario della Madonna dei campi.
Alla pieve romanica di sant’Andrea
CROCE
ROSSA DI
Il volantino della due giorni di rievocazioni storiche a Brignano
CARAVAGGIO
Quando il tempo è oro. Da donare
Da sinistra, i volontari Angelo Spolti, Ferdinando Severgnini e
Giancarlo Degani del comitato caravaggino della Croce rossa
Non è stato difficile vivere insieme, perché c’è stata volontà di comunicare da parte di entrambe.
Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi?
Non ci sono grandi diversità. I ragazzi baschi però sono
meno attenti alla moda.
Che città sei ansiosa di vedere?
San Sebastian, che è una delle città basche più importanti.
La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative?
No, ma in meglio. Pensavo sarebbe stato più complicato
comunicare, invece si è rivelato abbastanza facile intenderci.
Caravaggio – Non sono giovanotti atletici né eroi alla E.R.,
ma svolgono il loro lavoro con impegno e costanza, senza far
notizia. Sono i volontari della Croce rossa di Caravaggio, che trasportano infermi, svolgono servizi di assistenza e sono stati premiati recentemente dal presidente del comitato provinciale Cri.
Per saperne di più siamo andati nella loro sede, accanto alla
stazione ferroviaria, a intervistare Ferdinando Severgnini (foto),
uno dei primi volontari, che si è distinto nelle attività socio-assistenziali e nell’aiuto ai bisognosi, anche lui premiato insieme con
i compagni.
Buongiorno. Bella la vostra sede…
Prima era un magazzino delle ferrovie per il deposito delle
merci, in disuso; poi il comune di Caravaggio l’ha ristrutturato.
In quanti svolgete questo servizio?
I pensionati che fanno assistenza e guidano l’autoambulanza
sono più o meno una ventina.
Quando è nato il vostro gruppo?
Intorno al 1980, ma era solo una delegazione della Croce
rossa di Treviglio ed eravamo pochissimi. Siamo diventati autonomi nel 1996 o ’97, se ricordo bene.
In che cosa consiste il vostro operato?
Offriamo servizio a quelle persone che devono essere dimesse, ricoverate, trasferite da un ospedale all’altro o che devono
recarsi da casa a una struttura ospedaliera per terapie o visite
mediche. In più, accompagniamo periodicamente alcuni bambini disabili in piscina. Svolgiamo anche un servizio particolare: dai
paesi che non dispongono di laboratori adeguati, portiamo le
provette dei prelievi di sangue all’ospedale di Treviglio.
Come si può richiedere un vostro servizio?
Si può chiamare il numero 0363 52422 e lasciare un mes-
sarà invece allestito il lazzaretto dove, tra
le laceranti grida degli appestati, si leverà
alto l’invito di fra Cristoforo alla penitenza
e alla conversione. Sul sagrato della chiesa parrocchiale il cardinale Federigo
Borromeo, in visita pastorale, donerà alla
comunità brignanese la sacra reliquia di
san Rocco, speranza di guarigione e salvezza contro il contagio. Il corteo giungerà infine alla chiesetta mariana dove sarà
celebrata una santa messa in latino per
chiedere l’intercessione della Beata
Vergine. Al termine della celebrazione la
sfilata rientrerà a palazzo Visconti.
Le iniziative hanno ricevuto il patrocinio della regione Lombardia, della
Provincia di Bergamo, del Comune di
Bergamo e della parrocchia di santa
Maria Assunta.
Mariangela Littini
saggio in segreteria, oppure mandare un’e-mail all’indirizzo
[email protected]. Noi, poi, organizziamo i turni a seconda delle disponibilità.
Quanti automezzi avete?
Undici fra ambulanze, pullmini e automobili, fra cui il nuovo
Fiat Doblò con sollevatore idraulico, che ci è stato donato di
recente, e un’auto che la polizia locale di Caravaggio non usava
più.
Da chi siete sovvenzionati?
Il servizio che svolgiamo ha un costo, che dipende dalla lunghezza del tragitto e dall’automezzo necessario, ma che per le
persone bisognose può essere sovvenzionato da vari enti. Il ricavato serve per la manutenzione dei mezzi, la benzina, i nuovi
acquisti…
A chi può rivolgersi e che caratteristiche deve avere
un aspirante volontario?
Per entrare nel nostro gruppo del trasporto di infermi, il volontario deve avere molto tempo libero, soprattutto la mattina (per
questo siamo tutti pensionati), avere meno di 75 anni (altrimenti
non può più guidare i mezzi) e conoscere bene la rete viaria della
zona. Chi fosse interessato può telefonarci, mandarci un’e-mail o
venire di persona in sede.
Chiara Tadolti
SETTIMANALE
IL
| il Popolo Cattolico
DISTRIBUTORE DEI
P IZZOCCHERO
«Fresco, buono, completo.
Il latte crudo in casa mia
non può mancare»
Distributori anche ad Arcene, Bellinzago
Lombardo, Mozzanica, Vaprio d’Adda
UN GIORNALE NEL GIORNALE | SABATO 19 APRILE 2008 |
DON ROBERTO MUSA: «LE RISORSE MATERIALI CI SONO. ORA C’È BISOGNO DI QUELLE UMANE»
Armiamoci e partiamo. In aiuto di chi ha bisogno
La Caritas di Caravaggio cerca giovani da formare a un serio cammino di volontariato
Caravaggio – Sul Galileo di dicembre ci eravamo già occupati della futura “Casa della carità”, sede della Caritas a
Caravaggio. Mentre i lavori di ristrutturazione dello stabile
progrediscono (foto) torniamo ad occuparci di questo progetto, parlando sì di mattoni, stavolta però in senso figurato:
ovvero delle persone che tramuteranno in realtà quello che
finora è un bel sogno dotato di fondamenta edilizie.
Promotore del progetto e fonte delle nostre notizie è il responsabile della Caritas, don Roberto Musa (foto). Ecco le
sue considerazioni.
«Il fine che la Caritas persegue in questa circostanza è incentrato sulla formazione dei giovani riguardo al tema della
carità e dell’altruismo. È un fine scelto per rispondere al crescente numero di adolescenti che con generosità vorrebbe-
Lorenzo Pizzocchero con la famiglia davanti al suo distributore di latte crudo
Bariano – Da alcuni anni hanno aperto nella nostra zona
vari distributori automatici del cosiddetto “latte crudo”. Tuttavia ancora molti dubbi ne impediscono una maggiore diffusione. Per dissipare queste incertezze abbiamo intervistato Lorenzo Pizzocchero, della cascina Dossi (tra Bariano e Caravaggio),
che ne ha aperto uno qualche tempo fa.
Signor Pizzocchero, cosa significa esattamente
“latte crudo”? Quali caratteristiche ha?
Con questo termine viene indicato il latte appena munto,
che non ha subito trattamenti termici o aggiunte: è il latte più
naturale che esista, perché mantiene intatte le sue caratteristiche dalla mungitura. È un alimento pressoché completo: contiene delle proteine anti-microbiche ed enzimatiche molto nutrienti. Così come lo yogurt, contiene fermenti lattici vivi che favoriscono la vitalità della flora intestinale, rafforzando il sistema
immunitario.
Anche se non è stato pastorizzato, è sicuro come
quello confezionato? Va trattato a casa?
Il latte è assolutamente sicuro: contiene da sé degli agenti
che rallentano o arrestano la crescita dei “batteri cattivi”, come
nel latte materno. Inoltre, sia il latte sia le mucche da cui proviene vengono rigidamente controllati con analisi periodiche
(ogni 15 giorni o 6 mesi, ad esempio, a seconda del tipo di analisi) sia dal laboratorio Aral di Crema sia dall’Asl. Non è quindi
necessario trattarlo a casa; comunque, lo si può sempre scaldare o bollire, ma così se ne potrebbero alterare le caratteristiche.
Altre differenze rispetto al latte confezionato?
Innanzitutto la freschezza: il latte confezionato, anche se
consegnato in giornata, ha comunque alcune ore in più di quello crudo, perché ha dovuto subire i processi di pastorizzazione
e confezione. Poi, soprattutto, con questi processi si perdono
o si riducono alcune preziose vitamine e proteine. Il latte appena munto invece viene filtrato e subito immesso nel distributore. Ci tengo a precisare che il latte è fresco di giornata: è cambiato ogni giorno, e la macchina lavata ogni mattina.
Cosa consiglia ai consumatori, per quanto riguarda
trasporto e conservazione?
Il latte andrebbe comprato la mattina, quando è freschissimo. Poi, andrebbe trasportato in una borsa termoisolante o
portato subito a casa e conservato in frigorifero, in una bottiglia
di vetro o plastica, per mantenerlo alla temperatura ottimale
(circa 4°C). La scadenza del latte dipende dalla sua conservazione: il latte dura al massimo due giorni, se bollito qualcuno in
più. Se nella bottiglia si formano dei residui di panna, è segno
solo che il latte è fresco e buono; anzi, chi ha difficoltà a digerirlo può toglierla per renderlo più leggero. Personalmente consiglio di consumarlo freddo: io lo bevo spesso con un po’ di
menta, e in casa mia non può mancare.
Daniele Tomasoni
ro mettersi a disposizione
dei meno fortunati.
Troppo spesso infatti succede che quando questi volontari si trovano in prima linea, a contatto con le difficoltà del prossimo ma senza
un’adeguata preparazione,
si scoprono inermi, demotivati, insomma di certo non
sono più in grado di proseguire un’esperienza che
avrebbe avuto una doppia
benefica valenza, per loro e
per le persone aiutate.
Ecco perché la formazione che proponiamo è di primaria importanza e presta
particolare attenzione a coloro che vorrebbero avvicinarsi a situazioni difficili, per
tentare di lenire un disagio
sociale, economico o culturale, vissuto da chi attraversa un periodo di sofferenza.
Questo percorso, già avviato con risultati molto soddisfacenti, è seguito in collaborazione con le suore di
Maria Bambina, che sono
parte della comunità locale.
Inoltre, considerate le situa- Qui sopra, don Roberto Musa, responsabile della Caritas parrocchiale caravaggina; a sinistra, la
zioni di disagio facili da ri- futura sede della “Casa della carità” a Caravaggio
scontrare, i volontari saranVa da sé che, per fare tanto bene, tante devono essere le
no seguiti in tutti i loro passi da personale esperto e qualifirisorse da spendere. Quelle materiali ci sono già. Ora vi è un
cato, al quale potranno rivolgersi nei casi più difficili.
Questo perché i servizi offerti comprendono sì la distribu- grande bisogno di risorse umane».
Alcuni hanno già cominciato a far fruttare il loro desiderio
zione, attraverso il centro coordinativo, di alimenti e vestiario, ma anche un doposcuola a cui potranno partecipare di mettersi in gioco. Si tratta di studenti delle scuole supebambini con difficoltà di tipo pedagogico o più semplicemen- riori o universitari. Ragazze e ragazzi che i più giovani fra i note di nazionalità straniera e magari non perfettamente inte- stri lettori conoscono e incontrano spesso. E se a qualcuno
grati nella scuola e nella società a causa di difficoltà lingui- è venuta qualche curiosità sull’argomento, basterà chiamare
in sede allo 0363 50769 il mercoledì dalle 9 alle 11, per sastiche e culturali.
Per rendere efficace quest’ultimo servizio alla comunità, perne di più oppure – chi lo sa? – per intraprendere un camad esempio, abbiamo studiato delle piccole équipe in grado mino serio e proficuo. Per gli altri, ma anche per sé. Per paradi seguire ciascun ragazzo, così da costruire con lui un lavo- frasare (in meglio) un celebre motto: armiamoci e partiamo.
ro continuativo, mai superficiale, che faccia nascere in lui o
Michele Marchesi
lei una forte motivazione a raggiungere obiettivi concreti.
DON MAURIZIO: CATECHESI, PREGHIERA E CARITÀ. PER DIVENTARE PIÙ MISSIONARI FRA I GIOVANI
«I giovani partecipino di più alla vita sociale e politica della città»
Treviglio – Ecco la seconda e ultima parte (dopo Il Galileo di marzo) della nostra chiacchierata con don Maurizio Tremolada (foto) sulla Pastorale Giovanile per la Comunità Madonna delle lacrime di Treviglio.
Che valori porta ai giovani la comunità pastorale
giovanile?
Anzitutto aiuta i giovani a crescere nella fede, educandoli
anche a condividere, a stare insieme, a sentirsi parte di una
comunità e anche carità, con il conseguente impegno di volontariato sociopolitico e caritativo. Tutti valori che la nostra
fede chiede di manifestare concretamente.
Durante l’anno quali sono le iniziative della comunità pastorale per i giovani?
Sono diverse. Da quest’anno è stata riattivata la Consulta
di pastorale giovanile che raccoglie dei giovani referenti di
ogni parrocchia e referenti di gruppi e associazioni cristiani
della città. Tre gli scopi: monitorare la realtà giovanile del territorio; proporre forme di incontro per quei giovani che generalmente non partecipano alla vita delle comunità cristiane;
infine, favorire il coordinamento con le varie altre iniziative per
i giovani, a scuola, sul lavoro o in famiglia.
Quali percorsi di fede proponete?
Tre i percorsi di quest’anno, già collaudati, per accrescere la fede nei giovani. La scuola della parola, con un incontro
mensile a Casa Betania; sette incontri di catechesi, quest’anno sulla trasmissione della fede in famiglia; infine la “sera di Emmaus”, di adorazione e di preghiera, ogni mese in
una parrocchia diversa della città. Ci sono poi iniziative collaterali di carità, chiamate “Giovani e servizio”: lo scorso no-
IL
Don Maurizio Tremolada, responsabile della Pastorale Giovanile per la Comunità Pastorale Madonna delle Lacrime di Treviglio
vembre abbiamo aiutato il Banco alimentare a raccogliere cibo; a maggio raccoglieremo indumenti. E ancora: gli esercizi spirituali, con momenti intensi di preghiera; lo “Spazio
aperto”, che in gennaio ha tenuto tre incontri per i giovani
che generalmente non partecipano alla vita delle comunità
parrocchiali, ma è aperto anche ai meno giovani.
LICEO È CAMPIONE SCOLASTICO PROVINCIALE
Basket, il “Galilei” surclassa il “Vittorio Emanuele”
La squadra di basket del liceo “Galilei”, vincitrice del campionato scolastico provinciale. Fila in alto, da sinistra: Focchi, Tisani, Chigioni, Previtali, Almaqableh, Spinella, Grattieri; fila in
basso, da sinistra: Regonesi, Castagna, Ghidotti, Andreol
25
Bergamo – È la prima volta nella trentennale storia
del liceo “Galilei”. Undici ragazzi delle classi I e II hanno conquistato il 17 marzo scorso il titolo di campioni
provinciali di basket nel campionato scolastico. Sembrava a tutti una meta lontanissima, ma è stata raggiunta
con tantissima grinta e allegria.
Tutto è cominciato a fine gennaio quando, allenati
dall’infallibile professor Arnaldo Facheris, i nostri atleti
si sono trovati per organizzare la squadra. Subito è nata
una complicità che ha molto contribuito alle vittorie.
Per le qualificazioni, i liceali caravaggini si sono sfidati con due scuole di Treviglio, i Salesiani e l’itc “Oberdan”, entrambe sconfitte con grande distacco di punti.
Ecco quindi il turno di Gazzaniga, prima partita vinta fuori casa e ritorno pure vinto con largo vantaggio.
Per il titolo provinciale, lunedì 17 marzo i nostri instancabili giocatori hanno raggiunto la palestra “Pesenti” di Bergamo per l’ultimo, decisivo incontro contro il temuto liceo “Vittorio Emanuele” di Bergamo. L’aria era
tesa, i giocatori concentrati e il saggio coach li sosteneva e incoraggiava con il suo ammirevole ottimismo. Il ritmo della partita è stato da subito intenso e i canestri numerosi. L’unione e la determinazione della squadra di
Caravaggio hanno messo in mostra già dai primi minuti
preparazione, affiatamento e grinta maggiori degli avversari.
Nel primo quarto si è aperto un notevole distacco di
punti grazie ai canestri del lungo e altruista Andreol, del
play e most valuable palyer (all’incirca il “migliore in
campo” del calcio) Tisani e dell’infaticabile conquistato-
Qual è stato il tema dello “Spazio aperto”?
La relazione di coppia. Dei filmati hanno dato alla prima
serata un taglio più sociologico; nella seconda si è discusso
di costruire una relazione partendo da sé stessi; il terzo incontro ha affrontato la relazione attraverso canzoni d’autore,
italiane e no. Buono il numero dei partecipanti alla tre serate, davvero apprezzate. Ci sono poi anche i laboratori, volti ad
aggregare i giovani partendo da alcune loro sensibilità: il teatro, il disagio psichico, il carcere, la società e la politica. Qui
nascono proposte ai coetanei o alla cittadinanza.
E che cos’è la “Casa Betania”?
È un appartamento della parrocchia di san Martino, ex casa degli obiettori, riaperto come luogo di vita in comune dei
giovani. Nel corso dell’anno, gruppi di giovani ci convivono
per tre o quattro giorni, pregando e partecipando a incontri
con persone impegnate nel sociale. A Betania Gesù viveva
con Maria, Marta e Lazzaro quando andava a Gerusalemme.
Durante il giorno i giovani studiano o lavorano, la sera si ritrovano nella casa.
È soddisfatto delle iniziative della comunità?
Mi sembra un buon progetto. È utile che un giovane abbia diverse proposte. Dobbiamo lasciarci interpellare dai giovani, che spesso hanno sospeso il discorso sulla fede e su
Dio. Mi piacerebbe rafforzare questo approccio missionario;
serate aperte e volantini dovrebbero servire. Poi mi piacerebbe che i giovani partecipassero di più alla vita sociale e politica della città, anche perché c’è un buon rapporto con l’amministrazione. Ma oggi questo impegno è molto carente.
Massimo Magni
re di palloni Castagna. Numerosissimi i rimbalzi di Almaqableh, onnipresente sotto canestro. Nonostante il
campo avverso, il folto pubblico degli alunni del “Pesenti” ha incoraggiato con cori e applausi la nostra squadra.
Secondo quarto a ritmo regolare con ottimi canestri
dell’armadio geneticamente portato al basket Regonesi, notevoli azioni dei grintosi Previtali e Chigioni che,
sebbene più giovani, non hanno certo sfigurato.
Spettacolare terzo quarto, illuminato da molte acrobatiche triple di Tisani che ne hanno dimostrato il valore; pronta collaborazione di Focchi e buoni passaggi di
Ghidotti, Spinella, Grattieri. Gara è macchiata da un cattivo intervento dell’otto avversario, subito contestato dal
professor Facheris, che ha chiesto più controllo agli arbitri. Rilassato ultimo quarto, vittoria meritata per 92 a
48 e titolo provinciale.
Alla prima partita della fase regionale però, il 15 marzo, il “Galilei” è stato sconfitto dall’Itis di Gavirate (Va)
per 87 a 64, nonostante il grandissimo impegno. Insuperabile ostacolo, sia in difesa che in attacco, il lungo
sette varesino, titolare nella nazionale under 17: per lui
ben 40 punti. Si conclude purtroppo qui l’avventura nel
torneo studentesco.
Alberto Ghidotti