A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi
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A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi
24 | SABATO 19 APRILE 2008 | UN GIORNALE NEL GIORNALE SETTIMANALE | il Popolo Cattolico A CURA DELLA REDAZIONE DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO ‘GALILEO GALILEI’ DI CARAVAGGIO - COORDINAMENTO EDITORIALE DI NARNO PINOTTI EDITORIALE JONE, DICIASSETTENNE DI ETXALAR: «L’ITALIA? AFFASCINANTE. I RAGAZZI ITALIANI? UN PO’ MODAIOLI» TELEFONO AZZURRO NE PARLERÀ IL 23 APRILE AD ARZAGO A scuola e in famiglia, dai Pirenei alle Alpi Quando il disagio si fa bullo ■ di Marco Albertini Il bullismo è un fenomeno che richiede competenze e formazione adeguate per essere compreso nella sua complessità. Da uno studio commissionato dalla regione Lombardia è emerso che nelle scuole milanesi il 64% degli alunni delle primarie di I grado (le elementari) e il 50% di quelle di II grado (le medie inferiori) ha avuto a che fare con il fenomeno del bullismo nel ruolo di vittima o aggressore. Questo comportamento, considerato oggi una vera e propria “malattia sociale”, coinvolge tutte le fasce sociali e si manifesta con aggressioni fisiche o verbali, come minacce, estorsioni, offese. In questo ambito giocano un ruolo importante anche i gregari, ossia i ragazzi (e le ragazze) che per non diventare a loro volta vittime appoggiano i comportamenti del bullo, e gli indifferenti, ossia chi tace o non prende posizione di fronte alla violenza. Telefono azzurro, associazione da anni impegnata nella lotta contro i disagi e gli abusi ai danni dell’infanzia e dell’adolescenza, propone iniziative volte a prevenire e combattere i disturbi del comportamento legati al bullismo. Il bullo dev’essere guidato in un percorso che porti al cambiamento dei suoi comportamenti negativi, evitando però di esprimere un giudizio globale negativo sul ragazzo; la vittima deve invece essere aiutata ad accrescere la propria autostima e a non isolarsi (per informazioni e contatti, www.azzurro.it). L’istituto comprensivo di Casirate d’Adda approfondirà questi temi con un incontro a cui parteciperanno due formatori di Telefono azzurro. Secondo i responsabili scolastici – anche se al momento nelle scuole dell’area non risultano casi eclatanti – si intravedono però segnali che potrebbero portare a situazioni di difficile gestione, che si possono però prevenire se conosciute e affrontate per tempo. Lo scopo è fornire strumenti utili per riconoscere tutte le componenti del fenomeno – bulli, vittime, gregari e osservatori – e dare indicazioni alle famiglie su come comportarsi di fronte a un caso di bullismo nella scuola primaria di I e II grado. La Commissione per la cultura del comune di Arzago ha molto caldeggiato questa iniziativa: l’incontro, aperto a tutti, si terrà mercoledì 23 aprile alle ore 20,45 al teatro “San Lorenzo” di Arzago, in piazza San Lorenzo 3. Comprendere i meccanismi che portano qualcuno a diventare carnefice o vittima è un primo passo per valutare con competenza un fenomeno grave. Di certo non serve affrontarlo con i soliti luoghi comuni, rifugiandosi nei “bei tempi andati”, quando “queste cose non succedevano”. Ne siamo davvero sicuri? E se anche fosse, i rimedi di un tempo possono essere presi di peso da una società che non esiste più e applicati alla scuola, alle famiglie, ai ragazzi di oggi? Per affrontare questo disagio occorre discutere le dinamiche sociali e individuali che lo scatenano, ricordando che ogni riflessione mirata a risolvere i problemi dei giovani è il miglior investimento per la prospettiva di una società più giusta. Perché i bei tempi, se pure erano tali, sono appunto andati. Occorre che siano belli, o almeno migliori, quelli che verranno. Nell’anno europeo dell’intercultura, scambio di visite fra il liceo “Galilei” e i Paesi baschi Caravaggio – Per tre anni il liceo “Galileo Galilei” è stato coinvolto, insieme con le scuole di Kropp (Germania) e di Fuenlabrada (Spagna), nel progetto Comenius-Exploring Europe, attività di scambio culturale finanziata dall’Unione europea. Conclusosi tale programma, l’istituto ha avviato un’analoga collaborazione con la scuola Toki-ona di Bera, località dei Paesi baschi, usando l’inglese come veicolo comunicativo. I sedici ragazzi baschi, ospiti di altrettanti studenti italiani delle classi 3aI e 3aF, sono atterrati in Italia mercoledì 2 aprile e per una settimana hanno partecipato sia alle regolari attività didattiche sia a visite di interesse culturale: gli insegnanti coordinatori, Giovanni Mineri e Cristina Sollazzo, docenti di inglese al liceo, avevano organizzato escursioni a Venezia, Milano, Bergamo e Caravaggio. Lasciamo però spazio a chi ha vissuto l’esperienza e si è offerto di raccontarla. Nome? Jone. Anni? Diciassette. Provenienza? Etxalar, Paesi baschi. Una parola per descriverti? Allegra. Una per descrivere la tua ospite? Aperta. Una per descrivere il tuo paese? Verde. Una per descrivere il tuo stato ospite? Affascinante. Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia? Interessante perché, nonostante la diversità linguistica, siamo riusciti a parlare di diversi argomenti: dalle tradizioni del mio paese e del vostro, ai cibi, ai costumi. Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi? Tra le ragazze non ce n’è molta, mentre tra i maschi è più evidente. I ragazzi italiani sono molto più attenti alla moda, si lisciano i capelli, portano pantaloni a vita bassa. Da noi prestano meno attenzione a queste cose. Che città eri ansiosa di vedere? Gli studenti italiani e baschi in gita; a lato, le ragazze intervistate: a sinistra Jone, basca; a destra Sara, bergamasca Di quelle programmate mi interessava molto Venezia, che ho trovato bella e romantica, mentre delle città italiane in generale vorrei visitare Roma e Firenze. La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative? Direi che le ha superate. Mi aspettavo che il rapporto fosse più freddo, invece ho trovato tutti molto aperti e disponibili. E ora l’ospite italiana. Nome? Sara. Anni? Diciassette. Provenienza? Pagazzano. Una parola per descriverti? Socievole. Una per descrivere la tua ospite? Educata. Una per descrivere il tuo paese? Si mangia bene. Una per descrivere il tuo stato ospite? Te lo dico a maggio, una volta tornata dai Paesi baschi. Come ti è sembrata l’esperienza in famiglia? L’esperienza italiana si è conclusa ufficiosamente martedì 8 aprile con una festa di arrivederci per gli ospiti. Quella reciproca in terra basca però è ancora da vivere: il progetto From the Pyreenes to the Alps (“Dai Pirenei alle Alpi”: così è stato chiamato) prevede che gli alunni del “Galilei” volino in Spagna dal 7 al 14 maggio. Le aspettative sono molte, il desiderio di conoscere un’altra realtà europea è intenso, anche se misto al timore di non riuscire a comunicare al meglio. Ma la volontà di venirsi incontro vicendevolmente, viva nei ragazzi, sarà d’aiuto. Martha Ferrari SABATO 19 E DOMENICA 20 APRILE RIVIVONO LE GESTA DEI VISCONTI E LA PESTE DEL 1630 Brignano, una fine di settimana tra storia, arte e cultura Brignano Gera d’Adda − I Visconti tra musica e leggenda: sabato 19 aprile alle ore 21 nella sala del trono di palazzo Visconti la Pro Loco di Brignano Gera D’Adda presenterà il romanzo breve Barnabò Maria Visconti. Lo Spirito del Dragone di Francesca Ghisletti. Durante la serata, la lettura di brani tratti dal romanzo sarà intervallata dalle esecuzioni musicali dell’ensemble I musicanti erranti, che si esibirà in un concerto di musica antica rinascimentale e barocca. Barnabò Maria Visconti, nel XVII secolo signore feudatario di Brignano e capitano dei Dragoni, è il protagonista dell’ultima rappresentazione itinerante organizzata a Palazzo Visconti dai soci e dagli amici della Pro Loco nei mesi di giugno e settembre dello scorso anno. Barnabò cadde in battaglia nel 1686, mentre difendeva l’impero degli Absburgo dall’avanzata dei turchi ottomani. Ma questo è solo il principio di una vicenda che parla d’amore e di un uomo innamorato della vita, sospeso tra terra e cielo, la cui storia avvincente e appassionata è diventata ora un racconto. Anche per la giornata di domenica 20 aprile i Visconti rivivranno a Brignano con la rievocazione storica Libera nos a I V O L O N TA R I D E L L A morbo (come si pregava nelle rogazioni di un tempo). Il borgo e il contado brignanese ritorneranno indietro nel tempo, nel 1630, all’epoca di un altro e forse più famoso Visconti, il Francesco Bernardino che ispirerà a Manzoni l’innominato dei Promessi sposi, per rivivere i giorni funesti della pestilenza di manzoniana memoria. Dalle 14 nel cortile del maniero visconteo si svolgeranno le giostre e i trofei d’arme offerti dal signore di Brignano all’ambasceria spagnola guidata dal capitano Ferrer: voli di rapaci, sfilate di levrieri e molossi, esibizioni di destrieri, dimostrazioni di combattimenti e danze di corte allieteranno nobili e popolani prima che parta la solenne processione diretta al santuario della Madonna dei campi. Alla pieve romanica di sant’Andrea CROCE ROSSA DI Il volantino della due giorni di rievocazioni storiche a Brignano CARAVAGGIO Quando il tempo è oro. Da donare Da sinistra, i volontari Angelo Spolti, Ferdinando Severgnini e Giancarlo Degani del comitato caravaggino della Croce rossa Non è stato difficile vivere insieme, perché c’è stata volontà di comunicare da parte di entrambe. Come e quanto si percepisce la differenza tra giovani italiani e baschi? Non ci sono grandi diversità. I ragazzi baschi però sono meno attenti alla moda. Che città sei ansiosa di vedere? San Sebastian, che è una delle città basche più importanti. La “vacanza” ha rispecchiato le tue aspettative? No, ma in meglio. Pensavo sarebbe stato più complicato comunicare, invece si è rivelato abbastanza facile intenderci. Caravaggio – Non sono giovanotti atletici né eroi alla E.R., ma svolgono il loro lavoro con impegno e costanza, senza far notizia. Sono i volontari della Croce rossa di Caravaggio, che trasportano infermi, svolgono servizi di assistenza e sono stati premiati recentemente dal presidente del comitato provinciale Cri. Per saperne di più siamo andati nella loro sede, accanto alla stazione ferroviaria, a intervistare Ferdinando Severgnini (foto), uno dei primi volontari, che si è distinto nelle attività socio-assistenziali e nell’aiuto ai bisognosi, anche lui premiato insieme con i compagni. Buongiorno. Bella la vostra sede… Prima era un magazzino delle ferrovie per il deposito delle merci, in disuso; poi il comune di Caravaggio l’ha ristrutturato. In quanti svolgete questo servizio? I pensionati che fanno assistenza e guidano l’autoambulanza sono più o meno una ventina. Quando è nato il vostro gruppo? Intorno al 1980, ma era solo una delegazione della Croce rossa di Treviglio ed eravamo pochissimi. Siamo diventati autonomi nel 1996 o ’97, se ricordo bene. In che cosa consiste il vostro operato? Offriamo servizio a quelle persone che devono essere dimesse, ricoverate, trasferite da un ospedale all’altro o che devono recarsi da casa a una struttura ospedaliera per terapie o visite mediche. In più, accompagniamo periodicamente alcuni bambini disabili in piscina. Svolgiamo anche un servizio particolare: dai paesi che non dispongono di laboratori adeguati, portiamo le provette dei prelievi di sangue all’ospedale di Treviglio. Come si può richiedere un vostro servizio? Si può chiamare il numero 0363 52422 e lasciare un mes- sarà invece allestito il lazzaretto dove, tra le laceranti grida degli appestati, si leverà alto l’invito di fra Cristoforo alla penitenza e alla conversione. Sul sagrato della chiesa parrocchiale il cardinale Federigo Borromeo, in visita pastorale, donerà alla comunità brignanese la sacra reliquia di san Rocco, speranza di guarigione e salvezza contro il contagio. Il corteo giungerà infine alla chiesetta mariana dove sarà celebrata una santa messa in latino per chiedere l’intercessione della Beata Vergine. Al termine della celebrazione la sfilata rientrerà a palazzo Visconti. Le iniziative hanno ricevuto il patrocinio della regione Lombardia, della Provincia di Bergamo, del Comune di Bergamo e della parrocchia di santa Maria Assunta. Mariangela Littini saggio in segreteria, oppure mandare un’e-mail all’indirizzo [email protected]. Noi, poi, organizziamo i turni a seconda delle disponibilità. Quanti automezzi avete? Undici fra ambulanze, pullmini e automobili, fra cui il nuovo Fiat Doblò con sollevatore idraulico, che ci è stato donato di recente, e un’auto che la polizia locale di Caravaggio non usava più. Da chi siete sovvenzionati? Il servizio che svolgiamo ha un costo, che dipende dalla lunghezza del tragitto e dall’automezzo necessario, ma che per le persone bisognose può essere sovvenzionato da vari enti. Il ricavato serve per la manutenzione dei mezzi, la benzina, i nuovi acquisti… A chi può rivolgersi e che caratteristiche deve avere un aspirante volontario? Per entrare nel nostro gruppo del trasporto di infermi, il volontario deve avere molto tempo libero, soprattutto la mattina (per questo siamo tutti pensionati), avere meno di 75 anni (altrimenti non può più guidare i mezzi) e conoscere bene la rete viaria della zona. Chi fosse interessato può telefonarci, mandarci un’e-mail o venire di persona in sede. Chiara Tadolti SETTIMANALE IL | il Popolo Cattolico DISTRIBUTORE DEI P IZZOCCHERO «Fresco, buono, completo. Il latte crudo in casa mia non può mancare» Distributori anche ad Arcene, Bellinzago Lombardo, Mozzanica, Vaprio d’Adda UN GIORNALE NEL GIORNALE | SABATO 19 APRILE 2008 | DON ROBERTO MUSA: «LE RISORSE MATERIALI CI SONO. ORA C’È BISOGNO DI QUELLE UMANE» Armiamoci e partiamo. In aiuto di chi ha bisogno La Caritas di Caravaggio cerca giovani da formare a un serio cammino di volontariato Caravaggio – Sul Galileo di dicembre ci eravamo già occupati della futura “Casa della carità”, sede della Caritas a Caravaggio. Mentre i lavori di ristrutturazione dello stabile progrediscono (foto) torniamo ad occuparci di questo progetto, parlando sì di mattoni, stavolta però in senso figurato: ovvero delle persone che tramuteranno in realtà quello che finora è un bel sogno dotato di fondamenta edilizie. Promotore del progetto e fonte delle nostre notizie è il responsabile della Caritas, don Roberto Musa (foto). Ecco le sue considerazioni. «Il fine che la Caritas persegue in questa circostanza è incentrato sulla formazione dei giovani riguardo al tema della carità e dell’altruismo. È un fine scelto per rispondere al crescente numero di adolescenti che con generosità vorrebbe- Lorenzo Pizzocchero con la famiglia davanti al suo distributore di latte crudo Bariano – Da alcuni anni hanno aperto nella nostra zona vari distributori automatici del cosiddetto “latte crudo”. Tuttavia ancora molti dubbi ne impediscono una maggiore diffusione. Per dissipare queste incertezze abbiamo intervistato Lorenzo Pizzocchero, della cascina Dossi (tra Bariano e Caravaggio), che ne ha aperto uno qualche tempo fa. Signor Pizzocchero, cosa significa esattamente “latte crudo”? Quali caratteristiche ha? Con questo termine viene indicato il latte appena munto, che non ha subito trattamenti termici o aggiunte: è il latte più naturale che esista, perché mantiene intatte le sue caratteristiche dalla mungitura. È un alimento pressoché completo: contiene delle proteine anti-microbiche ed enzimatiche molto nutrienti. Così come lo yogurt, contiene fermenti lattici vivi che favoriscono la vitalità della flora intestinale, rafforzando il sistema immunitario. Anche se non è stato pastorizzato, è sicuro come quello confezionato? Va trattato a casa? Il latte è assolutamente sicuro: contiene da sé degli agenti che rallentano o arrestano la crescita dei “batteri cattivi”, come nel latte materno. Inoltre, sia il latte sia le mucche da cui proviene vengono rigidamente controllati con analisi periodiche (ogni 15 giorni o 6 mesi, ad esempio, a seconda del tipo di analisi) sia dal laboratorio Aral di Crema sia dall’Asl. Non è quindi necessario trattarlo a casa; comunque, lo si può sempre scaldare o bollire, ma così se ne potrebbero alterare le caratteristiche. Altre differenze rispetto al latte confezionato? Innanzitutto la freschezza: il latte confezionato, anche se consegnato in giornata, ha comunque alcune ore in più di quello crudo, perché ha dovuto subire i processi di pastorizzazione e confezione. Poi, soprattutto, con questi processi si perdono o si riducono alcune preziose vitamine e proteine. Il latte appena munto invece viene filtrato e subito immesso nel distributore. Ci tengo a precisare che il latte è fresco di giornata: è cambiato ogni giorno, e la macchina lavata ogni mattina. Cosa consiglia ai consumatori, per quanto riguarda trasporto e conservazione? Il latte andrebbe comprato la mattina, quando è freschissimo. Poi, andrebbe trasportato in una borsa termoisolante o portato subito a casa e conservato in frigorifero, in una bottiglia di vetro o plastica, per mantenerlo alla temperatura ottimale (circa 4°C). La scadenza del latte dipende dalla sua conservazione: il latte dura al massimo due giorni, se bollito qualcuno in più. Se nella bottiglia si formano dei residui di panna, è segno solo che il latte è fresco e buono; anzi, chi ha difficoltà a digerirlo può toglierla per renderlo più leggero. Personalmente consiglio di consumarlo freddo: io lo bevo spesso con un po’ di menta, e in casa mia non può mancare. Daniele Tomasoni ro mettersi a disposizione dei meno fortunati. Troppo spesso infatti succede che quando questi volontari si trovano in prima linea, a contatto con le difficoltà del prossimo ma senza un’adeguata preparazione, si scoprono inermi, demotivati, insomma di certo non sono più in grado di proseguire un’esperienza che avrebbe avuto una doppia benefica valenza, per loro e per le persone aiutate. Ecco perché la formazione che proponiamo è di primaria importanza e presta particolare attenzione a coloro che vorrebbero avvicinarsi a situazioni difficili, per tentare di lenire un disagio sociale, economico o culturale, vissuto da chi attraversa un periodo di sofferenza. Questo percorso, già avviato con risultati molto soddisfacenti, è seguito in collaborazione con le suore di Maria Bambina, che sono parte della comunità locale. Inoltre, considerate le situa- Qui sopra, don Roberto Musa, responsabile della Caritas parrocchiale caravaggina; a sinistra, la zioni di disagio facili da ri- futura sede della “Casa della carità” a Caravaggio scontrare, i volontari saranVa da sé che, per fare tanto bene, tante devono essere le no seguiti in tutti i loro passi da personale esperto e qualifirisorse da spendere. Quelle materiali ci sono già. Ora vi è un cato, al quale potranno rivolgersi nei casi più difficili. Questo perché i servizi offerti comprendono sì la distribu- grande bisogno di risorse umane». Alcuni hanno già cominciato a far fruttare il loro desiderio zione, attraverso il centro coordinativo, di alimenti e vestiario, ma anche un doposcuola a cui potranno partecipare di mettersi in gioco. Si tratta di studenti delle scuole supebambini con difficoltà di tipo pedagogico o più semplicemen- riori o universitari. Ragazze e ragazzi che i più giovani fra i note di nazionalità straniera e magari non perfettamente inte- stri lettori conoscono e incontrano spesso. E se a qualcuno grati nella scuola e nella società a causa di difficoltà lingui- è venuta qualche curiosità sull’argomento, basterà chiamare in sede allo 0363 50769 il mercoledì dalle 9 alle 11, per sastiche e culturali. Per rendere efficace quest’ultimo servizio alla comunità, perne di più oppure – chi lo sa? – per intraprendere un camad esempio, abbiamo studiato delle piccole équipe in grado mino serio e proficuo. Per gli altri, ma anche per sé. Per paradi seguire ciascun ragazzo, così da costruire con lui un lavo- frasare (in meglio) un celebre motto: armiamoci e partiamo. ro continuativo, mai superficiale, che faccia nascere in lui o Michele Marchesi lei una forte motivazione a raggiungere obiettivi concreti. DON MAURIZIO: CATECHESI, PREGHIERA E CARITÀ. PER DIVENTARE PIÙ MISSIONARI FRA I GIOVANI «I giovani partecipino di più alla vita sociale e politica della città» Treviglio – Ecco la seconda e ultima parte (dopo Il Galileo di marzo) della nostra chiacchierata con don Maurizio Tremolada (foto) sulla Pastorale Giovanile per la Comunità Madonna delle lacrime di Treviglio. Che valori porta ai giovani la comunità pastorale giovanile? Anzitutto aiuta i giovani a crescere nella fede, educandoli anche a condividere, a stare insieme, a sentirsi parte di una comunità e anche carità, con il conseguente impegno di volontariato sociopolitico e caritativo. Tutti valori che la nostra fede chiede di manifestare concretamente. Durante l’anno quali sono le iniziative della comunità pastorale per i giovani? Sono diverse. Da quest’anno è stata riattivata la Consulta di pastorale giovanile che raccoglie dei giovani referenti di ogni parrocchia e referenti di gruppi e associazioni cristiani della città. Tre gli scopi: monitorare la realtà giovanile del territorio; proporre forme di incontro per quei giovani che generalmente non partecipano alla vita delle comunità cristiane; infine, favorire il coordinamento con le varie altre iniziative per i giovani, a scuola, sul lavoro o in famiglia. Quali percorsi di fede proponete? Tre i percorsi di quest’anno, già collaudati, per accrescere la fede nei giovani. La scuola della parola, con un incontro mensile a Casa Betania; sette incontri di catechesi, quest’anno sulla trasmissione della fede in famiglia; infine la “sera di Emmaus”, di adorazione e di preghiera, ogni mese in una parrocchia diversa della città. Ci sono poi iniziative collaterali di carità, chiamate “Giovani e servizio”: lo scorso no- IL Don Maurizio Tremolada, responsabile della Pastorale Giovanile per la Comunità Pastorale Madonna delle Lacrime di Treviglio vembre abbiamo aiutato il Banco alimentare a raccogliere cibo; a maggio raccoglieremo indumenti. E ancora: gli esercizi spirituali, con momenti intensi di preghiera; lo “Spazio aperto”, che in gennaio ha tenuto tre incontri per i giovani che generalmente non partecipano alla vita delle comunità parrocchiali, ma è aperto anche ai meno giovani. LICEO È CAMPIONE SCOLASTICO PROVINCIALE Basket, il “Galilei” surclassa il “Vittorio Emanuele” La squadra di basket del liceo “Galilei”, vincitrice del campionato scolastico provinciale. Fila in alto, da sinistra: Focchi, Tisani, Chigioni, Previtali, Almaqableh, Spinella, Grattieri; fila in basso, da sinistra: Regonesi, Castagna, Ghidotti, Andreol 25 Bergamo – È la prima volta nella trentennale storia del liceo “Galilei”. Undici ragazzi delle classi I e II hanno conquistato il 17 marzo scorso il titolo di campioni provinciali di basket nel campionato scolastico. Sembrava a tutti una meta lontanissima, ma è stata raggiunta con tantissima grinta e allegria. Tutto è cominciato a fine gennaio quando, allenati dall’infallibile professor Arnaldo Facheris, i nostri atleti si sono trovati per organizzare la squadra. Subito è nata una complicità che ha molto contribuito alle vittorie. Per le qualificazioni, i liceali caravaggini si sono sfidati con due scuole di Treviglio, i Salesiani e l’itc “Oberdan”, entrambe sconfitte con grande distacco di punti. Ecco quindi il turno di Gazzaniga, prima partita vinta fuori casa e ritorno pure vinto con largo vantaggio. Per il titolo provinciale, lunedì 17 marzo i nostri instancabili giocatori hanno raggiunto la palestra “Pesenti” di Bergamo per l’ultimo, decisivo incontro contro il temuto liceo “Vittorio Emanuele” di Bergamo. L’aria era tesa, i giocatori concentrati e il saggio coach li sosteneva e incoraggiava con il suo ammirevole ottimismo. Il ritmo della partita è stato da subito intenso e i canestri numerosi. L’unione e la determinazione della squadra di Caravaggio hanno messo in mostra già dai primi minuti preparazione, affiatamento e grinta maggiori degli avversari. Nel primo quarto si è aperto un notevole distacco di punti grazie ai canestri del lungo e altruista Andreol, del play e most valuable palyer (all’incirca il “migliore in campo” del calcio) Tisani e dell’infaticabile conquistato- Qual è stato il tema dello “Spazio aperto”? La relazione di coppia. Dei filmati hanno dato alla prima serata un taglio più sociologico; nella seconda si è discusso di costruire una relazione partendo da sé stessi; il terzo incontro ha affrontato la relazione attraverso canzoni d’autore, italiane e no. Buono il numero dei partecipanti alla tre serate, davvero apprezzate. Ci sono poi anche i laboratori, volti ad aggregare i giovani partendo da alcune loro sensibilità: il teatro, il disagio psichico, il carcere, la società e la politica. Qui nascono proposte ai coetanei o alla cittadinanza. E che cos’è la “Casa Betania”? È un appartamento della parrocchia di san Martino, ex casa degli obiettori, riaperto come luogo di vita in comune dei giovani. Nel corso dell’anno, gruppi di giovani ci convivono per tre o quattro giorni, pregando e partecipando a incontri con persone impegnate nel sociale. A Betania Gesù viveva con Maria, Marta e Lazzaro quando andava a Gerusalemme. Durante il giorno i giovani studiano o lavorano, la sera si ritrovano nella casa. È soddisfatto delle iniziative della comunità? Mi sembra un buon progetto. È utile che un giovane abbia diverse proposte. Dobbiamo lasciarci interpellare dai giovani, che spesso hanno sospeso il discorso sulla fede e su Dio. Mi piacerebbe rafforzare questo approccio missionario; serate aperte e volantini dovrebbero servire. Poi mi piacerebbe che i giovani partecipassero di più alla vita sociale e politica della città, anche perché c’è un buon rapporto con l’amministrazione. Ma oggi questo impegno è molto carente. Massimo Magni re di palloni Castagna. Numerosissimi i rimbalzi di Almaqableh, onnipresente sotto canestro. Nonostante il campo avverso, il folto pubblico degli alunni del “Pesenti” ha incoraggiato con cori e applausi la nostra squadra. Secondo quarto a ritmo regolare con ottimi canestri dell’armadio geneticamente portato al basket Regonesi, notevoli azioni dei grintosi Previtali e Chigioni che, sebbene più giovani, non hanno certo sfigurato. Spettacolare terzo quarto, illuminato da molte acrobatiche triple di Tisani che ne hanno dimostrato il valore; pronta collaborazione di Focchi e buoni passaggi di Ghidotti, Spinella, Grattieri. Gara è macchiata da un cattivo intervento dell’otto avversario, subito contestato dal professor Facheris, che ha chiesto più controllo agli arbitri. Rilassato ultimo quarto, vittoria meritata per 92 a 48 e titolo provinciale. Alla prima partita della fase regionale però, il 15 marzo, il “Galilei” è stato sconfitto dall’Itis di Gavirate (Va) per 87 a 64, nonostante il grandissimo impegno. Insuperabile ostacolo, sia in difesa che in attacco, il lungo sette varesino, titolare nella nazionale under 17: per lui ben 40 punti. Si conclude purtroppo qui l’avventura nel torneo studentesco. Alberto Ghidotti