comune di belveglio prevenzione incendi segheria

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comune di belveglio prevenzione incendi segheria
COMUNE DI BELVEGLIO
PROVINCIA DI ASTI
PREVENZIONE INCENDI
SEGHERIA RATTI SNC
AMPLIAMENTO PER
ALLOGGIAMENTO LINEA
ASSEMBLAGGIO PALLETS
SEGHERIA RATTI S.N.C.
di RATTI ARMANDO & C.
VIA GARIBALDI, 9
14040 - BELVEGLIO (AT)
P.I. 00621700053
Pratica VVF n. 104382
RELAZIONE TECNICA
ANTINCENDIO
Segheria RATTI snc
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ATTIVITA' NON REGOLATA DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
(Decreto 4.5.1998 - All. I - Parte A)
INDICE
PREMESSA ........................................................................................................................................................................ 2
GENERALITÀ ..................................................................................................................................................................... 3
PARERI VV.F. e SCIA ESISTENTI ..................................................................................................................................... 3
A.2.1 INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO .................................................................................................. 3
A.2.1.1
DESTINAZIONE D’USO (GENERALE E PARTICOLARE) ........................................................................... 3
A.2.1.2
SOSTANZE PERICOLOSE E LORO STOCCAGGIO ................................................................................... 4
A.2.1.3
NUMERO DI LAVORATORI OCCUPATI ...................................................................................................... 4
A.2.1.4
CARICO DI INCENDIO NEI VARI COMPARTIMENTI .................................................................................. 4
A.2.1.5
LAVORAZIONI .............................................................................................................................................. 5
A.2.1.6
MOVIMENTAZIONI INTERNE ...................................................................................................................... 5
A.2.1.7
IMPIANTI TECNOLOGICI DI SERVIZIO ....................................................................................................... 6
A.2.1.8
AREE A RISCHIO SPECIFICO ..................................................................................................................... 6
A.2.2.1
DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI ..................................................................................... 6
A.2.2.2
CONDIZIONI DI ACCESSIBILITÀ E VIABILITÀ ............................................................................................ 6
A.2.2.3
CARATTERISTICHE DEGLI EDIFICI ........................................................................................................... 6
A.2.2.4
VIE DI ESODO .............................................................................................................................................. 7
A.2.2 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO..................................................................................................... 8
A.2.3.1
OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO .................................................................... 8
A.2.3.2
CRITERI PER PROCEDERE ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO ......................................... 8
A.2.3.3
IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO ........................................................................................ 8
A.2.3.4
IDENTIFICAZIONE DEI LAVORATORI ED ALTRI PRESENTI ESPOSTI A RISCHI DI INCENDIO............. 9
A.2.3.5
INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO.............................................................................................. 9
A.2.3.6
ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO ..................................................................... 9
A.2.3.7
ANALISI DEL RISCHIO ............................................................................................................................... 10
A.2.3 COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO (strategia antincendio)............................................................ 11
A.2.4.1
GENERALITÀ .............................................................................................................................................. 11
A.2.4.2
CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO E RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI......................... 11
A.2.4.3
IPOTESI DI SCENARI INCIDENTALI E SCHEMA DELLE PROCEDURE DI INTERVENTO ..................... 13
A.2.4.4
RESISTENZA AL FUOCO DEI FABBRICATI.............................................................................................. 14
A.2.4.5
COMPARTIMENTAZIONI ........................................................................................................................... 14
A.2.4.6
ATTREZZATURE MOBILI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI..................................................................... 14
A.2.4.7
IMPIANTI FISSI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI .................................................................................... 15
A.2.4.8
SEGNALETICA UTILIZZATA NEI LUOGHI DI LAVORO ............................................................................ 15
A.2.4 GESTIONE DELL’EMERGENZA ........................................................................................................................ 16
A.2.5.1
PIANIFICAZIONE PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO ........................................................................... 16
A.2.5.2
GESTIONE DELLA SICUREZZA ................................................................................................................ 16
A.2.5.3
PRESCRIZIONI DI ESERCIZIO .................................................................................................................. 17
A.2.5.4
CHIAMATA DEI SERVIZI DI SOCCORSO.................................................................................................. 17
A.2.5.5
INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE .............................................................................. 17
A.2.5.6
ISTRUZIONI DI SICUREZZA ...................................................................................................................... 17
A.2.5.7
PIANO DI SICUREZZA ANTINCENDIO ...................................................................................................... 17
A.2.5.8
REGISTRO DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO ...................................................................................... 18
1
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
RELAZIONE TECNICA
PREMESSA
Il presente progetto si riferisce alla attività principale di segheria con lavorazione e deposito di legname.
In particolare riguaderà lavori di realizzazione di un nuovo capannone, aperto su due lati, per l’alloggiamento di linea
assemblaggio pallets in legno.
La Segheria Ratti s.n.c. ha già attiva una SCIA antincendio per l’attività attualmente in corso.
La SCIA antincendio è stata protocollata presso il Comando provinciale VVF di Asti in data 05/12/2013
relativamente alle seguenti attività individuate dal D.P.R. 01.08.2011, n.151:
Attività principale
36.1.B
Depositi di legnami da costruzione e da lavorazione, di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di
fascine, di carbone vegetale e minerale, di carbonella, di sughero e di altri prodotti affini con quantitativi
in massa superiori a 50.000 kg con esclusione dei depositi all’aperto con distanze di sicurezza esterne
superiori a 100 m.
Attività secondarie
4.3.A.
Depositi di gas infiammabili in serbatoi fissi: disciolti o liquefatti per capacità geometrica complessiva
3
3
superiore o uguale a 0,3 m . Depositi di GPL fino a 5 m .
13.1.A
Impianti fissi di distribuzione carburanti per l’autotrazione, la nautica e l’aeronautica; contenitori –
distributori rimovibili di carburanti liquidi. Impianti di distribuzione carburanti liquidi. Contenitori
distributori rimovibili e non di carburanti liquidi fino a 9 mc con punto di infiammabilità superiore a 65
°C.
74.2.B
Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità
superiore a 116 kW.
La relazione tecnica evidenzia l’osservanza dei criteri generali di sicurezza antincendio, tramite l’individuazione dei
pericoli di incendio, la valutazione dei rischi connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione
antincendio da attuare per ridurre i rischi, per la sola attività che subirà modifiche di ampliamento.
Come già detto, trattasi di realizzazione di nuovo capannone aperto su due lati, per l’alloggiamento di linea
assemblaggio pallets in legno.
Quindi, la richiesta di parere è relativa alla attività:
36.1.B
Depositi di legnami da costruzione e da lavorazione, di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di
fascine, di carbone vegetale e minerale, di carbonella, di sughero e di altri prodotti affini con quantitativi
in massa superiori a 50.000 kg con esclusione dei depositi all’aperto con distanze di sicurezza esterne
superiori a 100 m.
Tutte le altre attività sopra menzionate rimangono inalterate, non subiranno modifiche, e non rientrano nella
richiesta di parere di conformità antincendio. Per completezza di trattazione saranno comunque individuate negli
elaborati grafici.
Nel proseguo della relazione saranno richiamate le varie zone lavorative e relative caratteristiche antincendio, mentre la
trattazione completa riguarderà l’area oggetto di nuova realizzazione.
2
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
GENERALITÀ
La presente relazione descrive i criteri di sicurezza antincendi da applicare per l’attività in esame allo scopo di tutelare
l’incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
Ditta:
SEGHERIA RATTI di RATTI ARMANDO & C. s.n.c.
Indirizzo:
via Garibaldi, 9 – 14040 BELVEGLIO (AT)
PARERI VV.F. e SCIA ESISTENTI
Pratica n. 104382
• PARERE Prot. 9171 del 05/10/2002
• PARERE Prot. 2875 del 15/03/2005
• PARERE Prot. 7079 del 16/08/2012
• SCIA in data 05/12/2013
TERMINI E DEFINIZIONI
Per quanto concerne i termini e le definizioni si rimanda al DM 30.11.1983.
NORMATIVA GENERALE DI RIFERIMENTO
- DPR n. 689 del 26.5.1959
Aziende e lavorazioni soggette al controllo dei Vigili del Fuoco
- Legge n. 966 del 26.7.1965
Disciplina dei servizi a pagamento dei Vigili del Fuoco
- D.P.R. 1.8.2011, n. 151 e successive modifiche
Attività soggette alle visite di prevenzione incendi
- DPR n. 577 del 29.7.1982
Regolamentazione dei servizi di prevenzione e vigilanza antincendi
- Legge n. 818 del 7.12.1984
Nulla osta provvisorio di prevenzione incendi
- DM 8.3.1985
Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi
- DM 16.5.1987
Norme antincendio per gli edifici civili
- DPR n. 37 del 12.1.1998
Disciplina dei procedimenti di prevenzione incendi
- DM 10.3.1998
Criteri generali di sicurezza antincendio
- DM 4.5.1998
Domande per l’avvio di procedimenti di prevenzione incendi
- DM 9.3.2007
Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni.
- DLgs 9.4.2008
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro.
- DM 22.1.2008
Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2
dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli
edifici.
- Norme CEI
Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano
- Norme UNI
Norme dell’Ente Italiano di Unificazione
- UNI EN 1992-1-2, procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di
conglomerato cementizio armato, normale e precompresso.
- UNI 9504, procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno.
A.2.1
INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO
Il presente punto A.2.1 della relazione contiene l’indicazione di elementi che permettono di individuare i pericoli presenti
nell’attività.
A.2.1.1 DESTINAZIONE D’USO (GENERALE E PARTICOLARE)
Il progetto riguarda la attività di segheria e realizzazione bancali in legno.
L’attività viene svolte su un’area complessiva di circa 20350 mq, all’interno della quale trovano collocazione alcuni
edifici per lo svolgimento dell’attività.
3
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
Id.
A
B
C
D
E
F
H
I
M
Edificio
Capannone taglio legname
Ufficio
Tettoia attrezzi
Cabina elettrica
Capannone produzione bancali
Essiccatoio tavole
Affilatura lame
Tettoia attrezzi
Capannone per alloggiamento linea
assemblaggio pallets
2
Superficie (m )
800
33
76
-615
57
107
115
esistente
esistente
esistente
esistente
esistente
esistente
esistente
esistente
640
NUOVO
A.2.1.2 SOSTANZE PERICOLOSE E LORO STOCCAGGIO
I materiali pericolosi ai fini dell’incendio sono elencati di seguito, differenziati tra combustibili e infiammabili:
Materiale Combustibile
Pallets (pedane) di legno
Legname in tavole
Quantità
16.000 kg
8.000 kg
Legname in tronchi
105.000 kg
Sostanza infiammabili
Deposito di gasolio per autotrazione
Quantità
200 lt
Modalità di stoccaggio
In area di spedizione all’aperto
Provvisorio in Capannone A in attesa di
trasporto verso Capannone E e M
In area all’aperto
Modalità di stoccaggio
Distributore omologato (L)
A.2.1.3 NUMERO DI LAVORATORI OCCUPATI
Il lavoro si svolge su 8 ore giornaliere per 6 giorni alla settimana.
Il numero dei lavoratori occupati è di n° 5 operatori (incluso il titolare) distinti in:
Reparto
Ufficio
Capannone taglio e produzine
N° addetti
n° 1 impiegati
n° 4 operatori
Il ciclo produttivo prevede che le attività lavorative siano svolte a pieno.
Pertanto, gli operatori sono coinvolti in tutte le fasi, e quindi il quantitativo di legno presente nei capannoni di lavorazione
e movimentato e quello strettamente necessario per la produzione giornaliera richiesta.
Nel seguente schema a flusso sono riportate le fasi lavorative.
La produzione media giornaliera di pedane/bancali è:
Tipologia pedana (mm)
800 x 1200
1000 x 1200
Quantità/giorno
1000
400
Totale giornaliero
Peso (kg)
8.000
6.400
14.400
corrispondete alla lavorazione giornaliera di circa 18.000 kg di legname in tronchi.
Dallo schema di flusso si evince che le lavorazioni sono eseguite in modo consequenziale. Ciò comporta che i lavoratori
si spostano nelle varie zone della segheria in base alle attività da svolgere e quindi in momenti diversi della giornata.
Per poter svolgere le attivià gli ingressi dei capannoni durante le attività lavorative rimangono sempre aperti.
A.2.1.4 CARICO DI INCENDIO NEI VARI COMPARTIMENTI
Il carico d’incendio dell’attività suddiviso in locali, zone e compartimenti è calcolato e ripotato in Allegato alla presente
relazione con riferimento alla nuova area produttiva, non essendo variate le condizioni delle zone di lavoro esistenti.
Per completezza comunque si riepilogano i risultati ottenuti anche per le zone esistenti e già in atti.
Il calcolo è stato eseguito per le seguenti aree chiuse:
• Capannone taglio (id. A – esistente);
• Capannone produzione bancali (id. E – esistente)
• Capannone produzione bancali (id. M – nuova realizzazione)
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Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
Anche se il nuovo capannone si presenta aperto su due lati, è stato comunque eseguito il calcolo del carico di incendio
al fine di valutare il grado di resistenza necessario per le strutture. C’è comunque da dire, a favor di sicurezza, che le
tavole di legno usate per la produzione dei pallets contengono un elevato tasso di umidità che allontana il rischio di
incendio, e comunque l’aver il capannone aperto da due lati facilita la dispersione del calore, allontanando di molto il
rischio di collasso strutturale per incendio.
I depositi di materia prima e prodotto finito sono in ampi spazi all’aperto.
Valutazione del carico d'incendio
La valutazione è eseguita in accordo con la seguente normativa:
Metodo generale: Decreto Ministeriale 9.3.2007.
Tubazioni intercettabili e depositi: CEI 64-2 (Ed.2001); CEI 64-8 (Ed.2007).
Definizioni: DM 30.11.1983, DM 26.6.1984 e DM 9.3.2007
Il Carico d’incendio specifico di progetto è il carico d’incendio riferito all’unità di superficie lorda (espresso in MJ/m²),
corretto in base ai parametri indicatori del rischio d’incendio del compartimento e dei fattori relativi alle misure di
protezione presenti.
Il valore del Carico d’incendio specifico di progetto è determinato con la seguente relazione:
[MJ/m²]
Dove δq1, δq2, δn, sono alcuni fattori definiti nella tabella 1 dell’Allegato al DM 9.3.2007 e qf è il valore nominale del carico
d’incendio specifico espresso in MJ/m².
Il valore nominale del carico d’incendio specifico, a sua volta, è determinato con la seguente relazione:
[MJ/m²]
dove:
gi
Hi
mi e ψi
A
è la massa dell’i-esimo materiale combustibile, espresso in kg;
è il potere calorifico inferiore dell’i-esimo materiale combustibile, espresso in MJ/kg;
sono alcuni fattori definiti nell’Allegato al DM 9.3.2007;
è la superficie in pianta lorda del compartimento.
Valutazione della Classe dell'edificio
Per i fabbricati vengono distinte le seguenti classi (numeri distintivi della classe):
Classe 15 – Classe 20 - Classe 30 – Classe 45 – Classe 60 – Classe 90 – Classe 120 – Classe 180 – Classe 240.
Il numero indicativo di ogni classe esprime il carico d'incendio specifico di progetto, espresso in MJ/m². Il numero
indicativo esprime anche in minuti primi la durata minima di resistenza al fuoco richiesta dalla struttura o dall'elemento
costruttivo in esame.
Locale
Capannone taglio legno
Capannone produzione bancali
Capannone produzione bancali
Id.
A
E
M
Classe dell’edificio
15
30
15
invariato
invariato
Nuova realizzazione
A.2.1.5 LAVORAZIONI
L’attività’ svolta nei fabbricati in oggetto comprende:
presenza di un ufficio amministrativo a servizio dell’azienda, situati al piano terra di un edificio autonomo;
n° 1 capannone esistente con strutture in acciaio per il taglio delle tavole e tamponamenti in mattoni di laterizio;
n° 1 capannone esistente, con strutture in c.a. prefabbricato e tamponamenti in in mattoni di laterizio, per il
confezionamento dei pallats;
n° 1 capannone da realizzare, aperto su due lati, con strutture in acciaio, che sarà posto in adiacenza al
capannone esistente già adibito al confezionamento dei pallets.
L’attività prevede operazioni di carico e scarico da autocarri (dotati di gru) parcheggiati all’esterno dei fabbricati a motore
spento.
Le operazioni di carico/scarico e movimentazione saranno eseguite con un carrello elevatore/trasportatore.
L’operatore del carrello provvede ad accatastare il legname secondo pile regolari, lasciando degli ampi corridoi di
manovra.
A.2.1.6 MOVIMENTAZIONI INTERNE
Nell’attività saranno effettuate minime movimentazioni interne.I carrelli trasporteranno i semilavorati o prodotti finiti dalle
aree di lavoro ai depositi esterni.
I carrelli viaggeranno a velocità non superiore a 10 km/h e disporranno di segnalazione acustica ed ottica, in funzione
durante il movimento.
5
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
A.2.1.7 IMPIANTI TECNOLOGICI DI SERVIZIO
Gli impianti tecnologici di servizio presenti saranno i seguenti:
- impianto per la produzione di aria compressa:
l’impianto non costituirà un pericolo di incendio;
- impianto elettrico:
impianto di illuminazione dei locali e di forza motrice per l’alimentazione ai macchinari produttivi.
A.2.1.8 AREE A RISCHIO SPECIFICO
Le aree a rischio specifico saranno le seguenti:
3
deposito di GPL da 5 m ;
centrale termica a GPL per l’essiccatoio.
distributore di gasolio per autotrazione: 200 litri
NESSUNA MODIFICA. Già in atti presso Comando VVF di Asti con relativa SCIA e documentazione a corredo.
A.2.2.1 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI
La parte A.2.2 della relazione contiene la descrizione delle condizioni ambientali nelle quali i pericoli sono inseriti, al fine
di consentire la valutazione del rischio connesso ai pericoli individuati.
A.2.2.2 CONDIZIONI DI ACCESSIBILITÀ E VIABILITÀ
Il complesso risulterà collocato in posizione periferica rispetto al centro abitato del comune di Belveglio (AT)
L’attività non è in prossimità di scuole, ospedali, locali pubblici.
È attraversata da linee elettriche MT a 20000 V.
L’attività è in vicinanza di un piccolo corso d’acqua: torrente Rio Tiglione.
L’azienda è facilmente raggiungibile attraverso la viabilità comunale (via Garibaldi).
La dimensione degli accessi all’area di proprietà consentirà un rapido e facile accesso dei mezzi di soccorso.
La viabilità interna permetterà di raggiungere tutti i fronti dei fabbricati ed il transito di automezzi di grandi dimensioni.
A.2.2.3 CARATTERISTICHE DEGLI EDIFICI
(Tipologia edilizia, geometria,
compartimentazione, ecc.)
volumetria,
superfici,
altezza,
articolazione
planivolumetrica,
Area produttiva – taglio legname (A) - ESISTENTE
Edificio su un piano unico fuori terra, a pianta rettangolare in cui saranno tagliati i tronchi di legno per ricavarne tavole.
Area uffici (B) - ESISTENTE
Parte di edificio a pianta rettangolare e adiacente a quello dell’area produttiva in cui saranno ubicati gli uffici tecnici e
commerciali relativi all’attività. Èubicato in palazzina autonoma che ospita anche l’abitazione del titolare.
Area produttiva – essiccazione legname (F) - ESISTENTE
Manufatto prefabbicati in pannelli coibentati di alluminio su un piano unico fuori terra, a pianta rettangolare in cui saranno
essiccate le tavole di legno. È dotato di generatore di aria calda alimentato a GPL installato all’esterno su una parete.
Area produttiva – produzione bancali (E) - ESISTENTE
Edificio su un piano unico fuori terra, a pianta rettangolare in cui saranno assemblate le tavole per la realizzazione di
bancali (pallet).
Area produttiva – produzione bancali (M) – DI NUOVA REALIZZAZIONE
Edificio su un piano unico fuori terra, a pianta rettangolare in cui saranno assemblate le tavole per la realizzazione di
bancali (pallet).
Tipologia edilizia - caratteristiche strutturali
Edificio
Strutture verticali
Area produttiva – taglio Struttura portante in acciaio zincato.
legname (A)
Tamponamento esterno con mattoni in
laterizio.
Nessuna modifica
Struttura portante prefabbricata con
pilastri in c.a. prefabbricati.
Tamponamento esterno con pannelli
prefabbricati e portoni in lamiera isolata.
Uffici
Struttura portante c.a. e muratura
Nessuna modifica
Tamponamento esterno in laterizio finitura
civile
Strutture orizzontali
Capriate e travi in acciaio zincato.
Copertura con pannelli coibentati di lamiera
grecata
Solai e copertura in c.a. Manto di copertura
con tegole in laterizio.
6
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
Essiccatoio tavole (F)
Nessuna modifica
Struttura portante in alluminio.
Tamponatura con pannelli coibentati di
alluminio
Area
produttiva
– Struttura portante prefabbricata con
produzione bancali (E)
pilastri in c.a. prefabbricati.
Tamponamento esterno con mattoni in
laterizio.
Nessuna modifica
Tettoie attrezzi
Struttura portante in legno
Nessuna modifica
Area
produttiva
– Struttura portante in acciaio.
produzione bancali (M)
Confinante da un lato con tamponamento
esterno con mattoni in laterizio del
capannone Id. E
Nuova realizzazione
Altro lato: pannello in cls prefabbricato cm
16,00 fino a mt. 2,50, poi fino alla quota
d'imposta pannello in lamiera grecata
coibentata 4 cm.
Copertura
alluminio
con
pannelli
coibentati
in
Copertura con pannelli in cemento armato
prefabbricato e precompresso.
Copertura con pannelli in lamiera.
Copertura con pannelli coibentati di 4 cm in
lamiera grecata, con interposte n. 3 strisce
di policarbonato di mt. 20 x 1.
Caratteristiche planimetriche e aerazione (ventilazione)
Uffici
L’aerazione degli ambienti di lavoro avverrà attraverso finestrature perimetrali ricavate sulle pareti.
In tutti gli ambienti dove sarà prevista la presenza continuativa di personale le aperture garantiranno una superficie di
aerazione con rapporto sf/sp > 1/8, (dove Sf è la superficie finestrata e Sp è la superficie in pianta del locale).
Area produttiva
L’aerazione dei reparti di lavorazione e del magazzino avverrà attraverso portoni e finestre alle pareti
Id.
Edificio
A
B
C
D
E
Capannone taglio legname
Ufficio
Tettoia attrezzi
Cabina elettrica
Capannone produzione
bancali
Essiccatoio tavole
F
H
I
M
Affilatura lame
Tettoia attrezzi
Capannone produzione
bancali
Superficie
2
(m )
800
33
76
-615
h media
(m)
5,425
2,7
3
Volume
3
(m )
4340
89,1
--
Sup. aeraz.
2
(m )
78
4,2
--
Rapporto
5,5
3382,5
62
1/10
57
3,4
193,8
--
107
115
640
3
3
6,5
----
Non
necessaria
--54
1/10
1/8
--
--1/12
Durante l’arario lavorativo le porte ad impacchettamento in pvc saranno tenute sempre aperte.
A.2.2.4 VIE DI ESODO
Per il proporzionamento delle uscite di sicurezza sussistono criteri specifici dettati da:
- dall’articolo 63 del DLgs n. 81 del 9.4.2008;
- Allegato III del DM 10.3.1998
Le uscite di sicurezza sono in numero superiore alle richieste delle norme, rispetto alla densità di persone presenti, per
motivi logistici e funzionali.
Le uscite e i percorsi d’esodo relativi all’area produttiva sono stati progettati in modo che:
- sia presente un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile ed in
funzione della capacità di deflusso;
- le uscite di sicurezza abbiano una larghezza minima di 1,20 m ed un’altezza libera di almeno 2,00 m;
- le porte sono sempre aperte per motivi logistici e funzionali.
- la capacità di deflusso massima è pari a 50 persone/modulo.
7
Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
Con riferimento alle zone individuate al punto A.2.2.3:
Zone
Capannone taglio legname
(A)
Ufficio (B)
Capannone
produzione
bancali (E)
Capannone
produzione
bancali (M)
Uscite
n°
Moduli
n°
Capacità di
deflusso per
modulo
Capacità di
deflusso totale
Massimo
affollamento
previsto
Verifica
2
14
50
700
2
positiva
2
2
2
14
50
50
100
700
2
2
positiva
positiva
2
4
50
200
2
positiva
La verifica è abbondantemente positiva per ogni zona considerata.
A.2.2
VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO
La parte A.2.3 della relazione contiene la valutazione qualitativa del livello di rischio, l’indicazione degli obiettivi di
sicurezza assunti e l’indicazione delle azioni messe in atto per perseguirli.
A.2.3.1 OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO
La valutazione dei rischi di incendio è svolta in modo da definire i provvedimenti effettivamente necessari per
salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti nel luogo di lavoro.
Questi provvedimenti comprendono:
- la prevenzione dei rischi;
- l'informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti;
- la formazione dei lavoratori;
- le misure tecnico-organizzative destinate a porre in atto i provvedimenti necessari.
La prevenzione dei rischi costituisce uno degli obiettivi primari della valutazione dei rischi. Nei casi in cui non è possibile
eliminare i rischi, essi sono diminuiti nel limite del possibile e sono tenuti sotto controllo i rischi residui.
La valutazione del rischio di incendio tiene conto:
a) del tipo di attività;
b) dei materiali immagazzinati e manipolati;
c) delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi;
d) delle caratteristiche costruttive dei luogo di lavoro compresi i materiali di rivestimento;
e) delle dimensioni e dell'articolazione dei luogo di lavoro;
f) del numero di persone presenti, siano esse lavoratori dipendenti o altre persone, e della loro prontezza ad
allontanarsi in caso di emergenza.
A.2.3.2 CRITERI PER PROCEDERE ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO
La valutazione dei rischi di incendio si articola nelle seguenti fasi:
a) individuazione di ogni pericolo di incendio (es. sostanze facilmente combustibili e/o infiammabili, sorgenti di innesco,
situazioni che possono determinare la facile propagazione dell'incendio);
b) individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischi di incendio;
c) eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio;
d) valutazione del rischio residuo di incendio;
e) individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui di
incendio.
A.2.3.3 IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO
Materiali combustibili e/o infiammabili
I materiali combustibili, se in quantità limitata, correttamente manipolati e depositati in sicurezza, possono non costituire
oggetto di particolare valutazione.
Alcuni materiali presenti nei luoghi di lavoro costituiscono pericolo potenziale poiché essi sono facilmente combustibili
e/o infiammabili, oppure possono facilitare il rapido sviluppo di un incendio.
A titolo esemplificativo i materiali combustibili e/o infiammabili sono:
- vernici e solventi infiammabili;
- adesivi infiammabili;
- gas infiammabili;
- grandi quantitativi di carta e materiali di imballaggio;
- materiali plastici, in particolare sotto forma di schiuma;
- grandi quantità di manufatti infiammabili;
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-
prodotti chimici che possono essere da soli infiammabili o che possono reagire con altre sostanze provocando un
incendio;
prodotti derivati dalla lavorazione del petrolio;
vaste superfici di pareti o solai rivestite con materiali facilmente combustibili.
Sorgenti di innesco
Nei luoghi di lavoro possono essere presenti anche sorgenti di innesco e fonti di calore che costituiscono cause
potenziali di incendio o che possono favorire la propagazione di un incendio. Tali fonti, in alcuni casi, possono essere di
immediata identificazione mentre, in altri casi, possono essere conseguenza di difetti meccanici od elettrici.
A titolo esemplificativo le sorgenti di innesco sono:
- presenza di fiamme o scintille dovute a processi di lavoro quali: taglio, affilatura, saldatura;
- presenza di sorgenti di calore causate da attriti;
- presenza di macchine ed apparecchiatura in cui si produce calore, che non siano installate ed utilizzate secondo le
norme di buona tecnica;
- uso di fiamme libere;
- presenza di attrezzature elettriche, che non siano installate ed utilizzate secondo le norme di buona tecnica.
A.2.3.4 IDENTIFICAZIONE DEI LAVORATORI ED ALTRI PRESENTI ESPOSTI A RISCHI DI INCENDIO
Nelle situazioni in cui nessuna persona sia particolarmente esposta a rischio, in particolare per i piccoli luoghi di lavoro,
si seguono solamente i criteri generali finalizzati a garantire per chiunque una adeguata sicurezza antincendio.
Si considerano attentamente i casi in cui una o più persone siano esposte a rischi particolari in caso di incendio, a causa
della loro specifica funzione o per il tipo di attività svolta nel luogo di lavoro.
A titolo di esempio si possono citare i casi in cui:
- siano previste aree di riposo;
- sia presente pubblico occasionale in numero tale da determinare situazione di affollamento;
- siano presenti persone la cui mobilità, udito o vista siano limitati;
- siano presenti persone che non hanno familiarità con i luoghi e con le relative vie di esodo;
- siano presenti lavoratori in aree a rischio specifico di incendio;
- siano presenti persone che possono essere incapaci di reagire prontamente in caso di incendio o possono essere
particolarmente ignare del pericolo causato da un incendio, poiché lavorano in aree isolate e le relative vie di esodo,
sono lunghe e di non facile praticabilità.
A.2.3.5 INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio presenti saranno vari:
- presenza di materiale depositato sotto le tettoie e all’interno dei capannoni;
- presenza negli uffici di arredi e di materiale combustibile;
- presenza di personale;
- presenza dell’impianto elettrico;
In relazione ai fattori di rischio sopra elencati si precisa che:
- all’interno dei capanoni il legname depositato è presente in quantità modesta, sarà disposto in modo regolare;
- nei due capannoni e sotto le tettoie, non esistono fonti di innesco particolarmente pericolose;
- in nessun caso in prossimità dei depositi sarà previsto l’impiego di attrezzature o impianti pericolosi, né il deposito e/o
uso di materiali infiammabili e/o esplosivi.
A.2.3.6 ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO
Per ciascun pericolo di incendio identificato, si valuterà se lo stesso possa essere:
- eliminato;
- ridotto;
- sostituito con alternative più sicure;
- separato o protetto dalle altre parti del luogo di lavoro, tenendo presente il livello globale di rischio per la vita delle
persone e le esigenze per la corretta conduzione dell'attività.
Le misure per ridurre i pericoli causati da materiali e sostanze infiammabili e/o combustibili potranno comportare
l'adozione di uno o più dei seguenti provvedimenti:
- rimozione o significativa riduzione dei materiali facilmente combustibili ed altamente infiammabili al quantitativo
richiesto per la normale conduzione dell'attività;
- miglioramento del controllo del luogo di lavoro e provvedimenti per l'eliminazione dei rifiuti e degli scarti.
Le misure per ridurre i pericoli causati da sorgenti di calore potranno comportare l'adozione di uno o più dei seguenti
provvedimenti:
- rimozione delle sorgenti di calore non necessarie;
- controllo della conformità degli impianti elettrici alle normative tecniche vigenti;
- controllo relativo alla corretta manutenzione di apparecchiature elettriche e meccaniche;
- riparazione o sostituzione delle apparecchiatura danneggiate;
- identificazione delle aree dove è proibito fumare e regolamentazione sul fumo nelle altre aree;
- divieto dell'uso di fiamme libere nelle aree ad alto rischio.
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A.2.3.7 ANALISI DEL RISCHIO
A seguito di un approfondito esame delle lavorazioni, dei materiali e delle strutture presenti nello stabilimento è stata
predisposta la seguente analisi del rischio:
Capannone taglio legnami (A)
Individuazione dei pericoli
Deposito di legnami.
Descrizione del tipo di pericolo
Il materiale lavorato è costituito da legna.
I materiali in oggetto sono combustibili ma non facilmente
infiammabili.
Il tipo di pericolo è l’incendio.
Sorgenti di innesco:
impianto elettrico;
eventuali lavori di manutenzione a caldo.
Non esistono fiamme libere ed è vietato fumare.
Valutazione del rischio
Il rischio di incendio è considerato basso solo per l’entità
dei materiali impiegati.
Non ci sono sostanze pericolose o che possono reagire tra
di loro, provocando fumo o calore.
Misure adottate
- pulizia periodica delle zone di deposito allo scopo di
evitare accumuli incontrollati;
- verifica e manutenzione dell’impianto elettrico secondo
norme CEI;
- divieto di fumare e usare fiamme libere;
- esecuzione delle eventuali operazioni di manutenzione a
caldo o a fiamma libera secondo procedura di sicurezza;
- impianto fisso di idranti antincendio;
- estintori.
Capannone preparazione pallet (E e M)
Individuazione dei pericoli
Descrizione del tipo di pericolo
Deposito di legnami.
Il materiale lavorato è costituito da legna.
I materiali in oggetto sono combustibili ma non facilmente
infiammabili.
Il tipo di pericolo è l’incendio.
Sorgenti di innesco:
impianto elettrico;
eventuali lavori di manutenzione a caldo.
Non esistono fiamme libere ed è vietato fumare.
Valutazione del rischio
Misure adottate
Il rischio di incendio è considerato basso solo per l’entità
dei materiali impiegati.
Non ci sono sostanze pericolose o che possono reagire tra
di loro, provocando fumo o calore.
- verifica e manutenzione dell’impianto elettrico secondo
norme CEI;
- divieto di fumare e usare fiamme libere;
- impianto fisso di idranti antincendio;
- estintori;
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Deposito legnami (cortile esterno)
Individuazione dei pericoli
Deposito di legnami.
Descrizione del tipo di pericolo
Il materiale lavorato è costituito da legna.
I materiali in oggetto sono combustibili ma non facilmente
infiammabili.
Il tipo di pericolo è l’incendio.
Sorgenti di innesco:
impianto elettrico;
eventuali lavori di manutenzione a caldo.
Non esistono fiamme libere ed è vietato fumare.
Valutazione del rischio
Il rischio di incendio è considerato medio solo per l’entità
dei materiali impiegati.
Non ci sono sostanze pericolose o che possono reagire tra
di loro, provocando fumo o calore.
Misure adottate
- divieto di fumare e usare fiamme libere;
- impianto fisso di idranti antincendio;
- estintori.
Classificazione del livello di rischio d’incendio
Sulla base della valutazione dei rischi e per confronto con le condizioni indicate nel paragrafo precedente classificato il
livello di rischio di incendio relativo all'intero luogo di lavoro.
L’intero luogo di lavoro si classifica a rischio d’incendio
BASSO
X
MEDIO
ELEVATO
L’attività, pur presentando singoli pericoli valutati di rischio basso, se valutata globalmente e considerando che
esistono attività soggette a controllo del Vigili del Fuoco viene considerata a rischio medio.
A.2.3
COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO (strategia antincendio)
La parte A.2.4 della relazione tecnica contiene la descrizione dei provvedimenti da adottare nei confronti dei pericoli,
delle condizioni ambientali, oltre alla descrizione delle misure preventive e protettive assunte, con particolare riguardo al
comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali ed ai presidi antincendio, avendo riguardo alle norme tecniche di
prodotto prese a riferimento.
A.2.4.1 GENERALITÀ
Nel presente capitolo sono riportati criteri per la definizione delle misure di prevenzione antincendio da adottare al fine di
ridurre la probabilità di insorgenza di un incendio. In base all'esito della valutazione dei rischi sono adottate una o più tra
le seguenti misure intese a ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi.
A)
-
Misure di tipo tecnico
realizzazione di impianti elettrici conformemente alle regole dell'arte;
messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche,
ventilazione degli ambienti per la presenza di polveri infiammabili;
B)
-
Misure di tipo organizzativo - gestionale
rispetto dell'ordine e della pulizia;
controlli sulle misure di sicurezza;
predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare;
informazione e formazione dei lavoratori.
A.2.4.2 CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO E RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI
Per adottare adeguate misure di sicurezza contro gli incendi, occorre individuare le cause ed i pericoli che possono
determinare l'insorgenza di un incendio e la sua propagazione ed adottare le misure di prevenzione incendi tese ad
eliminare o ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi.
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a) deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo non idoneo o loro manipolazione senza le dovute
cautele;
b) accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile che può essere incendiato accidentalmente o
deliberatamente;
c) negligenza relativa all'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;
d) inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiatura;
e) uso di impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti;
f) riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate;
g) presenza di apparecchiatura elettriche sotto tensione anche quando non sono utilizzate (salvo che siano progettate
per essere permanentemente in servizio);
i) ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di
ufficio;
j) presenza di fiamme libere in aree proibite, compreso il divieto di fumo o il mancato utilizzo di portacenere;
l) inadeguata formazione professionale del personale sull'uso di materiali od attrezzature pericolose ai fini antincendio.
Al fine di predisporre le necessarie misure per prevenire gli incendi, si riportano di seguito alcuni degli aspetti su cui deve
essere posta particolare attenzione:
Deposito ed utilizzo di materiali facilmente combustibili
Esempi di misure finalizzate a ridurre l’insorgenza degli incendi nelle zone di deposito ed utilizzo di materiali facilmente
combustibili:
- dove è possibile, occorre che il quantitativo dei materiali facilmente combustibili sia limitato a quello strettamente
necessario per la normale conduzione dell'attività e che lo stesso sia tenuto lontano dalle vie di esodo;
- i quantitativi in eccedenza devono essere depositati in appositi locali od aree destinate unicamente a tale scopo;
- i materiali di pulizia, se combustibili, devono essere tenuti in appositi ripostigli o locali.
Utilizzo di fonti di calore
Esempi di misure finalizzate a ridurre l’insorgenza degli incendi nelle zone di utilizzo di fonti di calore:
- i condotti di aspirazione devono essere tenuti puliti per evitare l'accumulo di polveri;
- i bruciatori dei generatori di calore devono essere utilizzati e mantenuti in efficienza secondo le istruzioni del
costruttore;
- la valvola di intercettazione di emergenza del combustibile, ove prevista, deve essere oggetto di manutenzione e
controlli regolari.
Impianti ed attrezzature elettriche
Esempi di misure finalizzate a ridurre l’insorgenza degli incendi negli impianti elettrici e nell’uso di attrezzature elettriche:
- i lavoratori devono ricevere istruzioni sul corretto uso delle attrezzature e degli impianti elettrici;
- nel caso si debba provvedere ad una alimentazione provvisoria di una apparecchiatura elettrica, il cavo elettrico deve
avere la lunghezza strettamente necessaria ed essere posizionato in modo da evitare possibili danneggiamenti;
- le riparazioni elettriche devono essere effettuate da personale competente e qualificato;
- i materiali facilmente combustibili ed infiammabili non devono essere ubicati in prossimità di apparecchi di
illuminazione.
Lavori di manutenzione e di ristrutturazione
A titolo esemplificativo si elencano alcune delle problematiche da prendere in considerazione in relazione alla presenza
di lavori di manutenzione e di ristrutturazione:
- accumulo di materiali combustibili;
- ostruzione delle vie di esodo;
- bloccaggio in apertura delle porte resistenti al fuoco;
Rifiuti e scarti di lavorazione combustibili
Esempi di misure finalizzate a ridurre l’insorgenza degli incendi in presenza di rifiuti e scarti di lavorazione:
- i rifiuti non devono essere depositati, neanche in via temporanea, lungo le vie di esodo o dove possano entrare in
contatto con sorgenti di ignizione;
- l'accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato ed ogni scarto o rifiuto, deve essere rimosso giornalmente e
depositato in un'area idonea, preferibilmente fuori dell'edificio.
Mantenimento delle misure antincendio
I lavoratori addetti alla prevenzione incendi devono effettuare regolari controlli sui luoghi di lavoro finalizzati ad accertare
l'efficienza delle misure di sicurezza antincendio.
Specifici controlli vanno effettuati al termine dell'orario di lavoro affinché il luogo stesso sia lasciato in condizioni di
sicurezza.
Tali operazioni, in via esemplificativa, possono essere le seguenti:
- controllare che le apparecchiatura elettriche, che non devono restare in servizio, siano messe fuori tensione;
- controllare che tutti i rifiuti e gli scarti combustibili siano stati rimossi;
- controllare che tutti i materiali infiammabili siano stati depositati in luoghi sicuri.
Tra le informazioni ai lavoratori si include quella che i lavoratori devono segnalare agli addetti alla prevenzione incendi
ogni situazione di potenziale pericolo di cui vengano a conoscenza.
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A.2.4.3 IPOTESI DI SCENARI INCIDENTALI E SCHEMA DELLE PROCEDURE DI INTERVENTO
Premessa:
Per consentire una lotta antincendio adeguata sarà predisposto in azienda un sistema di:
protezioni attive costituite da impianti fissi (idranti) e da impianti mobili (estintori) per ridurre gli effetti di un possibile
incendio.
Le condizioni di sicurezza all’interno dell’azienda verranno garantite attraverso una serie di verifiche e controlli periodici
finalizzate ad attestare la funzionalità delle attrezzature antincendio. Gli addetti alla lotta antincendio effettueranno i
controlli, le verifiche e le operazioni di manutenzione con una periodicità definita nel piano di manutenzione.
In base a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 e dal DM 10.03.98 sarà predisposto un “Piano di emergenza” aziendale
attraverso il quale risulta possibile conoscere tutti i comportamenti che il personale deve osservare durante le situazioni
di emergenza, incendio, infortunio o al limite di evacuazione.
Di seguito sono formulate alcune ipotesi di possibili scenari incidentali all’interno dell’azienda, evidenziando
schematicamente le procedure d’intervento.
INCENDIO DI MATERIALE COMBUSTIBILE (LEGNAMI).
SCENARIO 1:
All’interno dei luoghi di lavoro spesso si vengono a creare degli accumuli di materiale combustibile: in molti casi la
distrazione, la negligenza nell’uso di fiamme libere, l’inadeguata pulizia delle aree di lavoro, la scarsa manutenzione
delle apparecchiature e soprattutto il fumare in aree ove è proibito farlo può provocare dei principi d’incendio che
normalmente si possono estinguere con gli estintori portatili, ma che alcune volte richiedono l’intervento dei Vigili del
Fuoco.
Di seguito vengono illustrate le azioni da intraprendere nel caso in cui si dovesse fronteggiare un piccolo, medio o
grande focolaio.
Avvertire immediatamente il proprio superiore e gli addetti all’emergenza o attivare il sistema di allarme.
Piccolo focolaio - estinguibile con gli estintori portatili.
- intervenire immediatamente con un estintore portatile;
- soffocare eventualmente le fiamme con stracci, coperte ignifughe, sabbia, ecc.;
- allontanare il materiale combustibile che si trova nelle vicinanze;
- non usare acqua o liquidi schiumogeni prima di aver tolto l’elettricità;
- avvisare gli incaricati aziendali per la lotta antincendio;
- avvisare il proprio superiore.
Se dopo aver utilizzato 2 o 3 estintori la situazione non sarà sotto controllo, procedere come definito nel punto
successivo.
Medio focolaio - non estinguibile con gli estintori portatili.
- gli incaricati, prima di intervenire si accertano che i materiali coinvolti non producano fumi tossici; se i fumi possono
essere tossici o nocivi si adottano idonee precauzioni (p.e. autorespiratori)
- gli incaricati aziendali intervengono con altri estintori e con idranti, previa l’adozione delle precauzioni al fine di
limitare rischi maggiori, quale l’interruzione dell’alimentazione elettrica in tutta la zona di intervento;
- circoscrivono le fiamme;
- un incaricato aziona il segnale d’allarme;
- un incaricato avvisa i Vigili del Fuoco;
- gli incaricati si assicurano che gli impianti antincendio siano perfettamente funzionanti (alimentazione acquedotto,
gruppo di pompaggio, luci di emergenza).
Se la situazione è sotto controllo viene dato il cessato allarme.
Se entro 5 minuti la situazione non è sotto controllo, procedere come indicato nel punto successivo;
Grande focolaio - non estinguibile con gli estintori portatili o con gli idranti.
Dopo aver eseguito le procedure descritte precedentemente:
- il responsabile della sicurezza definisce l’evacuazione (segnalazione acustica o avvertimento a voce, coinvolgendo il
rappresentante dei lavoratori ed i vari responsabili di reparto);
- il personale abbandona il posto di lavoro;
- gli incaricati per l’emergenza sorvegliano la corretta evacuazione del personale, si accertano della funzionalità delle
uscite di emergenza, riuniscono il personale presso il punto di raccolta: a questo punto fanno l’appello;
- un incaricato procura una copia del piano di emergenza con le planimetrie: una planimetria sarà a disposizione dei
Vigili del Fuoco al loro arrivo;
- un incaricato si pone presso l’accesso stradale per attendere i Vigili del Fuoco, per indirizzarli al reparto interessato
ed informarli della situazione.
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SCENARIO 2:
INCENDIO DI QUADRO ELETTRICO.
Nel caso in cui un lavoratore generico dovesse fronteggiare un incendio di un quadro elettrico risulta fondamentale che
non intervenga impulsivamente, utilizzando acqua o liquidi schiumogeni (il liquido schiumogeno potrebbe essere
presente in uno degli estintori) che, funzionando da conduttori, potrebbero provocare folgorazione da corrente elettrica,
ma, previo avvertimento degli incaricati aziendali, togliendo tensione a monte del quadro stesso.
Nel caso in cui si dovesse verificare un principio d’incendio di un quadro ogni dipendente, che si viene a trovare nelle
vicinanze della zona interessata, ha il compito di avvertire immediatamente il proprio superiore e gli addetti
all’emergenza o attivare il sistema di allarme.
A questo punto gli interventi più importanti vengono presi dagli incaricati aziendali i quali:
- tolgono tensione al quadro agendo sull’interruttore generale a monte dello stesso;
- intervengono con estintori portatili idonei all’intervento su apparecchiature elettriche sotto tensione (per questa
situazione specifica saranno da preferirsi estintori a CO2 o a polvere) in funzione dell’entità dell’incendio: durante
l’intervento è possibile soffocare le fiamme anche con stracci, coperte o sabbia, allontanando eventualmente il
materiale combustibile presente nelle immediate vicinanze.
E’ di fondamentale importanza non intervenire con acqua o liquidi schiumogeni prima di aver tolto l’elettricità.
SCENARIO 3:
INCENDIO NEGLI UFFICI.
All’interno degli uffici normalmente la causa principale d’incendio è legata all’uso non corretto di fiamme libere in
prossimità di archivi, depositi di carta, tendaggi o al mancato utilizzo del portacenere da parte di coloro che fumano
(spesso, infatti, i mozziconi delle sigarette vengono inopportunamente gettati nei cestini utilizzati giornalmente per i rifiuti
di carta), oppure per surriscaldamento di apparecchiature elettriche (prese a spina, fotocopiatrici, ecc.) poste in vicinanza
di accumuli di carta.
Qualora dovesse verificarsi un incendio il lavoratore generico aziona il segnale di allarme, quindi interviene
immediatamente con un estintore portatile, con l’accortezza di allontanare il materiale combustibile che si trova nelle
vicinanze.
Vista la presenza di apparecchiature elettriche (computer, stampanti, fotocopiatrici, ecc.) è consigliabile inizialmente
togliere tensione, azionando l’interruttore elettrico generale degli uffici.
A.2.4.4 RESISTENZA AL FUOCO DEI FABBRICATI
Normativa di riferimento:
D.M. 9.3.2007;
Norma UNI EN 1992-1-2 del 2005.
I fabbricati avranno resistenza al fuoco R non inferiore alla classe dell’edificio calcolata in base al carico d’incendio.
Il numero indicativo di ogni classe esprime il carico d'incendio specifico di progetto, espresso in MJ/m². Il numero
indicativo esprime anche in minuti primi la durata minima di resistenza al fuoco richiesta dalla struttura o dall'elemento
costruttivo in esame.
Nella seguente tabella è indicata la resistenza al fuoco delle strutture in rapporto al carico d’incendio calcolato, con
riferimento alla nuova realizzazione.
Ed. n°
locale
carico d’incendio
specifico
[MJ/m²]
M
Capannone produzione
pallets
175,20
classe
C
Resistenza
delle
strutture
richiesta
15
R15
Capannone produzione bancali (M)
Il capannone è realizzato con struttura in acciaio.
Lo stabile risulta con caratteristiche minime delle strutture R 15.
A.2.4.5 COMPARTIMENTAZIONI
Compartimentazioni esterne
L’attività si svolgerà in vari stabili completamente isolati tra di loro.
Non sussisteranno compartimentazioni esterne.
Compartimentazioni interne
Non sussisteranno compartimentazioni interne.
A.2.4.6 ATTREZZATURE MOBILI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Gli estintori saranno approvati dal Ministero dell’Interno e conformi alla norma UNI 802-75.
In particolare saranno installati estintori del tipo a polvere con capacità estinguente 21A - 89BC.
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Gli estintori saranno appesi a muro mediante apposito gancio e corredati da cartello di segnalazione. Saranno installati
nelle posizioni indicate in planimetria e comunque in posizione ben visibile e di facile accesso.
Il tipo e la collocazione degli estintori saranno i seguenti (come da tavola n° 3)
A.2.4.7 IMPIANTI FISSI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Normativa di riferimento
UNI 10779
- Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio.
UNI EN 12845 - Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione
e manutenzione.
UNI EN 14339 - Idranti antincendio sottosuolo.
UNI EN 14384 - Idranti antincendio a colonna soprassuolo.
UNI EN 671-1 - Naspi antincendio con tubazioni semirigide.
UNI EN 671-2 - Idranti a muro con tubazioni flessibili.
Classificazione del livello di rischio
A seguito di analisi dei rischi l’attività è classificata:
ai sensi del DM 10.3.1998
: LIVELLO DI RISCHIO MEDIO;
ai sensi della UNI 10779
: LIVELLO DI RISCHIO 2.
In quanto:
DM 10.3.1998 – Allegato I - Punto 1.4.4. (lettera B):
- le sostanze ed i materiali possono favorire lo sviluppo di incendi;
- in caso di incendio la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.
UNI 10779 – Appendice B - Punto B.1.2:
- attività di lavorazione che non presentano accumuli particolari di merci combustibili;
- attività con trascurabile presenza di sostanze infiammabili.
Generalità
Rete antincendio ad idranti con collegamento acquedotto comunale.
Rete idranti (tavola n. 3) – INVARIATA (già in atti presso il Comando VVF con relativi certificati)
L’impianto fisso di estinzione è composto da un sistema di n. 3 idranti UNI 45 corredati di manichetta da 25 m e lancia
diametro 16 mm + n° 1 bocca d’attacco VV.F. UNI 70 installata sul fronte lungo la strada;
Ciascun idrante è corredato di cassetta munita di sportello in vetro trasparente, con larghezza ed altezza non inferiore,
rispettivamente a 0,35 e 0,55 m e con profondità che consenta di tenere, a sportello chiuso, manichette e lancia.
Tutte le bocche saranno dotate di segnale di idrante, conforme per dimensioni e colori al DLgs 81/08.
A.2.4.8 SEGNALETICA UTILIZZATA NEI LUOGHI DI LAVORO
I luoghi di lavoro saranno dotati di adeguata segnaletica finalizzata a segnalare i rischi di incendio, le modalità operative
per l’emergenza, la posizione dei presidi antincendio e le vie di fuga.
a) I cartelli utilizzati, che per dimensioni e colori devono essere conformi al DLgs n. 81 del 9.4.2008, saranno:
Cartelli di divieto
Fumare
Accesso a persone non autorizzate
Usare fiamme libere
Depositare sostanze combustibili
Usare acqua su apparecchiature elettriche
Ingombrare le vie di esodo
Cartelli di segnalazione
Estintori
Idranti
Interruttori generali
Valvole di intercettazione
Frecce di uscita (percorsi di esodo)
Porte di sicurezza
Cassetta di pronto soccorso o infermeria
b) Planimetria da esporre nei punti significativi dello stabilimento (almeno una planimetria ogni 1.000 m²) con indicato:
- le caratteristiche distributive dei luoghi, con particolare riferimento alla destinazione delle varie aree e le
compartimentazioni antincendio;
- i percorsi di esodo, le uscite ed il punto di raccolta in caso di evacuazione;
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-
il tipo, il numero e l’ubicazione delle attrezzature ed impianti di estinzione e del materiale di pronto soccorso;
l'ubicazione degli allarmi, della centrale di controllo e del posto telefonico per le chiamate di emergenza;
l'ubicazione dell'interruttore generale dell'alimentazione elettrica, delle valvole di intercettazione delle adduzioni
idriche, del gas e di fluidi combustibili.
c) Istruzioni da esporre vicino alle planimetrie contenenti le modalità di evacuazione.
d) Istruzioni da esporre vicino alla posizione di azionamento dell’allarme generale contenenti le modalità di
segnalazione dell’allarme.
e) Istruzioni da esporre vicino al punto telefonico verso l’esterno contenenti le modalità per la chiamata dei soccorsi.
A.2.4
GESTIONE DELL’EMERGENZA
Nel seguente punto A.2.5 della relazione sono indicati, in via generale, gli elementi strategici della pianificazione
dell’emergenza che dimostrino la perseguibilità dell’obiettivo della mitigazione del rischio residuo attraverso una
efficiente organizzazione e gestione aziendale.
A.2.5.1 PIANIFICAZIONE PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO
All’attività si applica il D.Lgs. 81/08, il DM 10.03.98 e successive modificazioni.
E’ stato organizzato il servizio di sicurezza antincendio alla luce di quanto previsto dal DLgs 81/08 e dal DM 10.03.98.
L’adozione delle misure indicate ai successivi punti a, b, c, d costituisce un efficace strumento per:
- ridurre la probabilità che possa insorgere un incendio;
- limitarne le conseguenze;
- consentire l’evacuazione dal luogo di lavoro in condizioni di sicurezza;
- garantire l’intervento dei soccorritori.
L’organizzazione e la gestione della sicurezza antincendio sarà perseguita attraverso:
a) attuazione delle misure di prevenzione di sicurezza antincendio;
b) controllo delle misure di sicurezza antincendio;
c) definizione delle procedure di emergenza e di evacuazione;
d) informazione e formazione del personale;
e) compilazione del registro dei controlli.
In relazione al punto a) le misure consistono in:
- limitazione delle quantità di materiali combustibili presenti nei locali a maggior rischio d’incendio, e comunque mai
oltre i limiti fissati che sono a base del calcolo del carico d’incendio di cui al presente progetto;
- assenza di sorgenti di ignizione;
In relazione al punto b) saranno attuate le seguenti misure:
- predisposizione di un piano di prevenzione da incendio;
- verifiche sull’efficienza degli impianti tecnologici;
- verifica della accessibilità delle uscite di sicurezza;
- controllo e manutenzione degli impianti elettrici;
- controllo e manutenzione dei presidi antincendio;
- esercitazioni antincendio (prove di evacuazione, addestramento e allenamento all’uso dei mezzi di soccorso di
allarme e chiamata di soccorso almeno due volte all’anno).
In relazione al punto c) saranno attuate le seguenti misure:
- predisposizione di un piano di prevenzione da incendio;
- predisposizione di un piano di azione in caso d’incendio;
- designazione degli addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio;
ed alla gestione delle emergenze.
In relazione al punto d) si provvederà a:
- installazione di cartelli di segnalazione;
- predisposizione di un piano di prevenzione da incendio;
- predisposizione di un piano d’azione in caso d’incendio;
- istruzione, formazione del personale e degli ospiti;
- esercitazioni antincendio.
In relazione al punto e) sarà predisposto un registro in cui saranno annotati:
- controlli ai fini della sicurezza antincendio
- anomalie e difetti
- riparazioni e sostituzioni
- data, firma e dati essenziali dell’esecutore dell’intervento.
A.2.5.2 GESTIONE DELLA SICUREZZA
Il titolare dell’attività, o persona da lui designata, provvederà affinché nel corso dell’esercizio dei locali non vengano
alterate le condizioni di sicurezza, ed in particolare:
- i sistemi di vie di uscita saranno tenuti costantemente sgombri da qualsiasi materiale che possa ostacolare l’esodo
delle persone e costituire pericolo di propagazione di un incendio;
- prima dell’inizio dell’orario di lavoro sarà controllata la funzionalità del sistema di vie di uscita, il corretto
funzionamento dei serramenti delle porte, degli impianti e delle attrezzature di sicurezza;
- saranno mantenuti efficienti i presidi antincendio, eseguendo prove periodiche;
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Ampliamento per alloggiamento linea di assemblaggio pallets - Valutazione progetto
Segheria RATTI snc
-
-
saranno mantenuti costantemente efficienti gli impianti elettrici, in conformità a quanto previsto dalle normative
vigenti;
saranno adottati opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali manutenzioni e
risistemazioni;
sarà fatto osservare il divieto di fumare negli ambienti ove tale divieto è previsto per motivi di sicurezza;
i materiali presenti nei depositi e nei laboratori, saranno disposti in modo da consentirne una agevole ispezione;
tutti gli impianti presenti nell'edificio saranno mantenuti costantemente in buono stato. Gli schemi aggiornati di detti
impianti e di tutte le condotte, fogne e opere idrauliche strettamente connesse al funzionamento dell'edificio saranno
conservati in apposito fascicolo. Per gli impianti elettrici sarà previsto che un addetto qualificato provveda, con la
periodicità stabilita dalle specifiche normative CEI, al loro controllo e manutenzione ed a segnalare al responsabile
dell'attività eventuali carenze e/o malfunzionamenti, al fine di adottare gli opportuni provvedimenti. Ogni modifica o
integrazione sarà annotata nel registro dei controlli ed inserita nei relativi schemi. Tutti gli impianti saranno sottoposti
a verifiche periodiche;
sarà previsto un servizio organizzato composto da un numero proporzionato di addetti qualificati, in base alle
dimensioni ed alle caratteristiche dell'attività svolta nell’edificio, esperti nell'uso dei mezzi antincendio installati;
per il personale addetto all'attività saranno eseguite periodiche riunioni di addestramento e di istruzione sull'uso dei
mezzi di soccorso e di allarme, nonché esercitazioni di sfollamento dell'attività.
A.2.5.3 PRESCRIZIONI DI ESERCIZIO
All’interno dell’attività:
- non circoleranno o sosteranno automezzi, se non quelli di volta in volta autorizzati ad accedere alle postazioni di
carico e scarico;
- saranno permanentemente autorizzati a circolare solo i carrelli elevatori ed i mezzi appositamente attrezzati;
- nelle zone a rischi di incendio non accederanno persone non autorizzate e sarà vietato fumare, usare fiamme libere,
introdurre materiali e apparecchi che possono causare scintille.
In caso di interventi per controlli e manutenzioni, saranno osservate tutte le precauzioni del caso.
Tutte le operazioni con uso di fiamma saranno coordinate dal responsabile del deposito o da persona delegata dal
responsabile che fisserà le modalità ed i tempi di esecuzione.
A.2.5.4 CHIAMATA DEI SERVIZI DI SOCCORSO
I servizi di soccorso saranno avvertiti in caso di necessità tramite rete telefonica.
La procedura di chiamata sarà chiaramente indicata a fianco di ciascun apparecchio telefonico, dal quale questa sia
possibile.
A.2.5.5 INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE
Tutto il personale dipendente sarà adeguatamente informato sui rischi prevedibili, sulle misure per prevenire gli incendi e
sul comportamento da adottare in caso di incendio.
Il responsabile curerà inoltre che alcuni dipendenti, addetti in modo permanente al servizio del locale siano in grado di
portare il più pronto ed efficace ausilio in caso di incendio o altro pericolo.
A.2.5.6 ISTRUZIONI DI SICUREZZA
In vari punti dello stabilimento, all’ingresso di ciascun piano, saranno collocate in vista le planimetrie dei locali, le
indicazioni dei percorsi da seguire per raggiungere le scale e le uscite.
All’ingresso del locale sarà disponibile una planimetria generale, per le squadre di soccorso, riportante l'ubicazione di:
- vie di uscita (corridoi, scale, uscite);
- mezzi ed impianti di estinzione;
- dispositivi di arresto degli impianti elettrici e dell’eventuale distribuzione di gas combustibile;
- ambienti di pertinenza con indicazione delle relative destinazioni d’uso.
A.2.5.7 PIANO DI SICUREZZA ANTINCENDIO
Tutti gli adempimenti necessari per una corretta gestione della sicurezza antincendio saranno pianificati in un apposito
documento, adeguato alle dimensioni e caratteristiche del locale, che specifichi in particolare:
- i controlli;
- gli accorgimenti per prevenire gli incendi;
- gli interventi di manutenzione;
- l’informazione e l’addestramento al personale;
- le procedure da attuare in caso di incendio;
- siano avvisati i presenti in pericolo evitando, per quanto possibile, situazioni di panico;
- sia eseguito tempestivamente lo sfollamento dei locali, con l'ausilio del personale addetto, secondo un piano
prestabilito;
- sia attivata la protezione del materiale bibliografico;
- sia richiesto l'intervento dei soccorsi (Vigili del Fuoco, Forze dell'ordine ecc.);
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Segheria RATTI snc
-
sia previsto un incaricato pronto ad accogliere i soccorritori con le informazioni del caso, riguardanti le caratteristiche
dell'edificio;
sia attivato, secondo predeterminate sequenze, il personale addetto ai provvedimenti del caso, quali interruzione
dell'energia elettrica e verifica dell'intervento degli impianti di emergenza, arresto delle installazioni di ventilazione e
condizionamento, azionamento dei sistemi di evacuazione dei fumi e dei mezzi di spegnimento e quanto altro
previsto nel piano di intervento.
A.2.5.8 REGISTRO DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO
Il responsabile dell’attività, o personale da lui indicato, registrerà i controlli e gli interventi di manutenzione sui seguenti
impianti ed attrezzature, finalizzati alla sicurezza antincendio:
- sistema di allarme ed impianti di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi;
- attrezzature ed impianti di spegnimento;
- sistema di evacuazione fumi e calore;
- impianti elettrici di sicurezza;
- porte ed elementi di chiusura per i quali è richiesto il requisito di resistenza al fuoco.
Sarà inoltre oggetto di registrazione l’addestramento antincendio fornito al personale.
Il registro sarà mantenuto aggiornato e reso disponibile in occasione dei controlli dell’autorità competente.
Li, 30/11/2015
I tecnici antincendio
Ing. Francesco Pantano
–
P.I. Enzo Dabormida
Avvertenza per il titolare dell’attività
I quantitativi dei materiali che saranno lavorati, riportati nella presente relazione, sono stati forniti
direttamente dalla SEGHERIA RATTI s.n.c.
Ogni variazione in eccesso può compromettere la sicurezza dell’attività e rendere insufficienti le
strategie adottate. A tale proposito il titolare dell’attività è stato informato sulle modalità di verifica
del carico d’incendio per un contenimento dello stesso nei limiti fissati dalla presente relazione.
Il titolare dell’attività
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Segheria RATTI snc
ALLEGATO
CALCOLO DEL CARICO D’INCENDIO
PER IL CAPANNONE DI NUOVA REALIZZAZIONE
SECONDO IL DECRETO MINISTERIALE 9 Marzo 2007
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Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: Nuovo capannone assemblaggio pallets - Segheria Ratti snc
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per attività
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n
[MJ/m²]
qf
Carico d'incendio specifico
=
250
[MJ/m²]
Legno, impianto di taglio
Tipologia di attività
Carico d'incendio specifico
200
Frattile 80%
1,25
Area compartimento
640
[MJ/m²]
[m²]
Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento
Superficie
[m²]
da 500 a 1000
δ q1
=
1,2
δ q2
=
0,8
δ n1
δ n2
δ n3
δ n4
δ n5
δ n6
δ n7
δ n8
δ n9
=
1,0
=
1,0
=
1,0
=
1,0
=
1,0
=
0,9
=
1,0
=
0,9
=
0,9
Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Classe di rischio
I
Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di
probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e
possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di
emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio
Rete idrica antincendio interna
Rete idrica antincendio interna e esterna
Percorsi protetti di accesso
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F.
Strutture in legno
qf
Area della supericie esposta
0
[m²]
Velocità di carbonizzazione
0,00
[mm/min]
q f,d =
250
.
1,2
.
0,8
.
0,73
=
=
0
[MJ/m²]
175,20
[MJ/m²]
Classe di riferimento per il livello di prestazione III
=
15
Classe minima per il livello di prestazione III
=
0
Il Professionista
CANELLI , 30/11/2015
Ing Francesco PANTANO
Ing. Francesco Pantano - viale Risorgimento 252 - CANELLI (AT)