20_Notiziario Regionale, PA9, Dal Ri_Volano
Transcript
20_Notiziario Regionale, PA9, Dal Ri_Volano
- 255 in argilla, dei forni, ma non è stato possibile osservare nulla che possa essere interpretato come traccia di un forno in situ. Sul lato a monte deH'ampio piazzale aperto dalle ruspe (i resti di attività fusoria sopra descritti, furono infatti rinvenuti casualmente presso i.l ponte nuovo, sulla strada ·che segue il versante sinistro del Leno, durante lo sban camento di una conoide ghiaiosa), lo strato D.erastro che contiene carboni, scorie, resti di argilla cotta, etc., raggiunge i 70-80 cm. di spessore e appare ancora del tutto intatto, offrendo, a quanto pare, buone possibilità per un eventuale futuro scavo, è tuttavia ricoperto da un accumulo di ghiaia del tutto sterile potente da uno a ,due metri, che dovrebbe es sere preventivamente rimossÒÌ I reperti ceramici sono finora scarsi e maldistinti (riferibili per lo più a frammenti - di parete di recipienti troncoconici), tali da non permettere una collocazione cronologica precisa del complesso, tuttavia un frammento di piccola tazza carenata, in ceramica rossa stra, chiaramente lavorata al tornio, con sulla superficie esterna tracce di ingul?biatura bru no-scura, sembra riferibile alla seconda età del ferro avanzata. Se questa ipotesi di datazione corrispondesse a realtà, la fonderia di Val Re stela sarebbe la più recente delle fonderie per minerah di rame, di cui si abbia notizia in questa parte delle Alpi. Oltre che uno scavo sul luogo, anche un esame minuzioso dei dintorni porterebbe pro babilmente risultati interessanti, perchè ailtre tracce di antichissima attività fusoria sono a quanto pare, note in abbondanza su questo versante della Valle del Leno. LoRENZO DAL RI VOLANO (Trentino) Il circolo culturale di Volano (Trento) ha organizzato di recente (agosto 1973) per lo speciale e assai lodevole interessamento di Marco Bonifazi, una esposizione dedicata alle· origini del paese di Volano, che è stata ospi tata nella sacrestia della chiesetta di San Rocco. Tra i pregevoli pezzi esposti erano anche alcuni reperti paletnologici di importanza non trascur<!bile, per lo studio della preistoria della valle atesina. Il materiale proviene da alcuni dossi di roccia calcarea, coperti di un esile strato di humus e di poca vegetazione, che si elevano di qualche decina di metri sulla piana di terreno alluvionale da cui sono circondati. Essi furono in passato oggetto di diversi epi sodi di frequentazione umana. Tale tipo di scelta ambientale ricorda da vicino l'analogo caso del Doss de l'Oselera presso Grumo, inol tre del Thumburgbiihel e Kronbiihel presso Vipiteno, anch'·essi popolati in epoche assai re- mote (cfr. R. LuNz, Ur- und Friihgeschichte Tirols, Bolzano, 1973, pag. 9). Due di questi colli in particolare meritano attenzione, si tratta del Doss Destor (o Doss dei Marinei) e del Doss de la Staziom (o Doss de Gorga). Fig. l - Vodano. Al centro della foto il Doss Destor. Veduta da Est. - 256 Sul versante del Destor (già noto per i ritrovamenti di materiale di epoca barbarica e romana (cfr. G. RoBERTI, Carta Archeologica, Rovereto, in St. Tr. Se. St., 1962, p. 105), fu rinvenuto da Pierino Drosser nel marzo 1969, a modesta profondità (circa cm. 60), un esemplare di ascia in pietra (un'altra ascia di 'pietra ·levigata era già notai dai dintorni di Volano). - A) Profilo del tagliente doppio, lievemente convesso, simmetrico; linea del tagliente (ori ginariamente convessa, simmetrica. B) bordi convessi, ad assi convergenti verso il tallone. C) tallone a punta alquanto arrotondata. D) notevole spessore trasversale. E' verosimile una attribuzione al neolitico. Analogie con l'ascia rinvenuta a Dardine in Val di Non. Possibile tuttavia una perdumnza di questo tipo nella pt'ima età del bronzo. A poche decine di metri di distanza a sud del Destor, già sul terreno della piana alluvio nale, nel corso dello scavo per le fondamenta di un nuovo edificio, fu identificato, a note vole profondità, uno strato nerastro contenente residui culturali (manufatti in pietra calcarea e in ceramica, attrezzi di selce, ossa di ani mali, carboni). Un frammento di bordo mostra un allineamento di foroi pervii praticati nello impasto ancora tenero, tra il bordo e un cor done orizzontale parallelo al bordo stesso; il :frammento è riferibile ad un grosso recipiente troncoconico in argilla bruno chiara. Questa :forma, fossile guida della cultura Polada, nel- Fig. 2 - Volano. Ascia dal Destor. n manufatto {in pietra verde) è di fattura poco accurata, liscio e levigato solo in pros simità del taglio, mentre corpo e tallone sono lasciati ruvidi. Le misure sono: lunghezza cm. l l 11; larghezza massima cm. 4,6; spessore ma.ss. cm. 2,2. n tagliente mostra molteplici scheggiature accidentali lungo tutta la sua estensione. Si possono fi,ssare le seguenti c·a ratteristiche tipologiche: Fig. 3 Volano, Destor. Manufatti cera mici e liticìÌ. Nella prima riga in alto un orlo a fori pervii ed un ansa a bastoncello. In basso un frammento di tazza carenata (1/3 gr. nat.). - -257- la Val d'Adige è documentata g>Ia sia a Sud (e precisamente nella valletta laterale di Lop pio, al Colombo di Mori) che a Nord (varie località della conca di Trep.to, Termeno) di Volano. Una piccola ansa a bastoncello, dotata di una piccola prominenza trasversale alla som mità (quasi una forma appena accennata di appendice ad ascia) può, come la forma pre cedente, essere attribuita alla prima età del bronzo. Un frammento di carena di recipiente a parete sottile (tazza?), in ceramica nero-lucida tl-iììJ f:JI (( lP Fig. 4 - Reperti ceramici dal Doss Staziom. In alto, ansa nastriforme del tipo ad ascia. U[tima l'IÌga in basso bordi a tesa (orizzonte Luco) (1/3 gr. nat.). fine, come anche due frammenti di anse a na stro ancora saldate ad una piccola porzione di parete, sembrerebbero invece appartenere ad un orizzonte più recente (bronzo medio?). Un manufatto in selce giallastra con ritoc co piatto bifacciale marginale (ogi"va foliata), r·appresenta un tipo ben noto e documentato, ad esempio tra i materiali della palafitta di Ledro. Costituiscono invece una relativa no vità 2 manufatti· intagliati nella pietra calca rea (levigatoi?) con foro di sospensione.· A poche centinaia di metri di distanza sul la sommità del Doss de la Staziom (o Doss de Gorga), Marco Bonifazi rinvenne nel mag gio del 1972, resti ceramici discretamente nu merosi, che erano inclusi in un esile strato di humus depositatosi sopra la roccia calcarea del colle. In questo minuscolo comples�o di reperti si distinguono alcuni pezzi notevoli, tra cui un frammento di ansa nastriforme con pro minenza, ad asc>ia, a contorni arrotondati, mo dellata in un'argilla di colore bruno opaco, e con superficie piuttosto scabra. Questo tipo si manifesta per la prima volta nelle nostre re gioni nel bronzo antico, perdura tuttavia sicu ramente nell'e!à successiva, senza oltrepassare il bronzo medio. Alcuni frammenti di bordo nettamente esoverso (a tesa), in ceramica bruno chiaro rossastra, appartengono invece ad un tipo in quadrabile in una fase avanzata del bronzo recente (orizzonte Luco). E' con ciò documen tato che anche il Doss dè la Staziom conobbe, più fasi di frequenta:l'jione nel corso di un lungo arco di tempo; data la notevole esiguità dello strato antropozoico depositatosi, non sarà invece il caso di parlare' di insediamento inin terrotto sul colle. LoRENzo DAL R1