20_Notiziario Regionale, PA9, Dal Ri_Volano

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in argilla, dei forni, ma non è stato possibile
osservare nulla che possa essere interpretato
come traccia di un forno in situ.
Sul lato a monte deH'ampio piazzale aperto
dalle ruspe (i resti di attività fusoria sopra
descritti, furono infatti rinvenuti casualmente
presso i.l ponte nuovo, sulla strada ·che segue
il versante sinistro del Leno, durante lo sban­
camento di una conoide ghiaiosa), lo strato
D.erastro che contiene carboni, scorie, resti di
argilla cotta, etc., raggiunge i 70-80 cm. di
spessore e appare ancora del tutto intatto,
offrendo, a quanto pare, buone possibilità per
un eventuale futuro scavo, è tuttavia ricoperto
da un accumulo di ghiaia del tutto sterile
potente da uno a ,due metri, che dovrebbe es­
sere preventivamente rimossÒÌ
I reperti ceramici sono finora scarsi e
maldistinti (riferibili per lo più a frammenti
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di parete di recipienti troncoconici), tali da
non permettere una collocazione cronologica
precisa del complesso, tuttavia un frammento
di piccola tazza carenata, in ceramica rossa­
stra, chiaramente lavorata al tornio, con sulla
superficie esterna tracce di ingul?biatura bru­
no-scura, sembra riferibile alla seconda età del
ferro avanzata. Se questa ipotesi di datazione
corrispondesse a realtà, la fonderia di Val Re­
stela sarebbe la più recente delle fonderie per
minerah di rame, di cui si abbia notizia in
questa parte delle Alpi.
Oltre che uno scavo sul luogo, anche un
esame minuzioso dei dintorni porterebbe pro­
babilmente risultati interessanti, perchè ailtre
tracce di antichissima attività fusoria sono a
quanto pare, note in abbondanza su questo
versante della Valle del Leno.
LoRENZO DAL
RI
VOLANO
(Trentino)
Il circolo culturale di Volano (Trento) ha
organizzato di recente (agosto 1973) per lo
speciale e assai lodevole interessamento di
Marco Bonifazi, una esposizione dedicata alle·
origini del paese di Volano, che è stata ospi­
tata nella sacrestia della chiesetta di San
Rocco.
Tra i pregevoli pezzi esposti erano anche
alcuni reperti paletnologici di importanza non
trascur<!bile, per lo studio della preistoria della
valle atesina. Il materiale proviene da alcuni
dossi di roccia calcarea, coperti di un esile
strato di humus e di poca vegetazione, che si
elevano di qualche decina di metri sulla piana
di terreno alluvionale da cui sono circondati.
Essi furono in passato oggetto di diversi epi­
sodi di frequentazione umana. Tale tipo di
scelta ambientale ricorda da vicino l'analogo
caso del Doss de l'Oselera presso Grumo, inol­
tre del Thumburgbiihel e Kronbiihel presso
Vipiteno, anch'·essi popolati in epoche assai re-
mote (cfr. R. LuNz, Ur- und Friihgeschichte
Tirols, Bolzano, 1973, pag. 9).
Due di questi colli in particolare meritano
attenzione, si tratta del Doss Destor (o Doss
dei Marinei) e del Doss de la Staziom (o Doss
de Gorga).
Fig. l - Vodano. Al centro della foto il
Doss Destor. Veduta da Est.
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Sul versante del Destor (già noto per i
ritrovamenti di materiale di epoca barbarica e
romana (cfr. G. RoBERTI, Carta Archeologica,
Rovereto, in St. Tr. Se. St., 1962, p. 105),
fu rinvenuto da Pierino Drosser nel marzo
1969, a modesta profondità (circa cm. 60), un
esemplare di ascia in pietra (un'altra ascia di
'pietra ·levigata era già notai dai dintorni di
Volano).
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A) Profilo del tagliente doppio, lievemente
convesso, simmetrico; linea del tagliente (ori­
ginariamente convessa, simmetrica.
B) bordi convessi, ad assi convergenti verso il
tallone.
C) tallone a punta alquanto arrotondata.
D) notevole spessore trasversale.
E' verosimile una attribuzione al neolitico.
Analogie con l'ascia rinvenuta a Dardine in
Val di Non. Possibile tuttavia una perdumnza
di questo tipo nella pt'ima età del bronzo.
A poche decine di metri di distanza a sud
del Destor, già sul terreno della piana alluvio­
nale, nel corso dello scavo per le fondamenta
di un nuovo edificio, fu identificato, a note­
vole profondità, uno strato nerastro contenente
residui culturali (manufatti in pietra calcarea
e in ceramica, attrezzi di selce, ossa di ani­
mali, carboni). Un frammento di bordo mostra
un allineamento di foroi pervii praticati nello
impasto ancora tenero, tra il bordo e un cor­
done orizzontale parallelo al bordo stesso; il
:frammento è riferibile ad un grosso recipiente
troncoconico in argilla bruno chiara. Questa
:forma, fossile guida della cultura Polada, nel-
Fig. 2
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Volano. Ascia dal Destor.
n manufatto {in pietra verde) è di fattura
poco accurata, liscio e levigato solo in pros­
simità del taglio, mentre corpo e tallone sono
lasciati ruvidi. Le misure sono: lunghezza cm.
l l 11; larghezza massima cm. 4,6; spessore
ma.ss. cm. 2,2. n tagliente mostra molteplici
scheggiature accidentali lungo tutta la sua
estensione. Si possono fi,ssare le seguenti c·a­
ratteristiche tipologiche:
Fig. 3
Volano, Destor. Manufatti cera­
mici e liticìÌ. Nella prima riga in alto un orlo
a fori pervii ed un ansa a bastoncello. In basso
un frammento di tazza carenata (1/3 gr. nat.).
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la Val d'Adige è documentata g>Ia sia a Sud
(e precisamente nella valletta laterale di Lop­
pio, al Colombo di Mori) che a Nord (varie
località della conca di Trep.to, Termeno) di
Volano.
Una piccola ansa a bastoncello, dotata di
una piccola prominenza trasversale alla som­
mità (quasi una forma appena accennata di
appendice ad ascia) può, come la forma pre­
cedente, essere attribuita alla prima età del
bronzo.
Un frammento di carena di recipiente a
parete sottile (tazza?), in ceramica nero-lucida
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Fig. 4 - Reperti ceramici dal Doss Staziom.
In alto, ansa nastriforme del tipo ad ascia.
U[tima l'IÌga in basso bordi a tesa (orizzonte
Luco) (1/3 gr. nat.).
fine, come anche due frammenti di anse a na­
stro ancora saldate ad una piccola porzione di
parete, sembrerebbero invece appartenere ad
un orizzonte più recente (bronzo medio?).
Un manufatto in selce giallastra con ritoc­
co piatto bifacciale marginale (ogi"va foliata),
r·appresenta un tipo ben noto e documentato,
ad esempio tra i materiali della palafitta di
Ledro. Costituiscono invece una relativa no­
vità 2 manufatti· intagliati nella pietra calca­
rea (levigatoi?) con foro di sospensione.·
A poche centinaia di metri di distanza sul­
la sommità del Doss de la Staziom (o Doss
de Gorga), Marco Bonifazi rinvenne nel mag­
gio del 1972, resti ceramici discretamente nu­
merosi, che erano inclusi in un esile strato
di humus depositatosi sopra la roccia calcarea
del colle.
In questo minuscolo comples�o di reperti
si distinguono alcuni pezzi notevoli, tra cui
un frammento di ansa nastriforme con pro­
minenza, ad asc>ia, a contorni arrotondati, mo­
dellata in un'argilla di colore bruno opaco, e
con superficie piuttosto scabra. Questo tipo si
manifesta per la prima volta nelle nostre re­
gioni nel bronzo antico, perdura tuttavia sicu­
ramente nell'e!à successiva, senza oltrepassare
il bronzo medio.
Alcuni frammenti di bordo nettamente
esoverso (a tesa), in ceramica bruno chiaro­
rossastra, appartengono invece ad un tipo in­
quadrabile in una fase avanzata del bronzo
recente (orizzonte Luco). E' con ciò documen­
tato che anche il Doss dè la Staziom conobbe,
più fasi di frequenta:l'jione nel corso di un
lungo arco di tempo; data la notevole esiguità
dello strato antropozoico depositatosi, non sarà
invece il caso di parlare' di insediamento inin­
terrotto sul colle.
LoRENzo DAL R1