Inconscio di Sigmund Freud
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Inconscio di Sigmund Freud
Inconscio di Sigmund Freud Con il termine inconscio Freud intendeva un complesso di processi, contenuti ed impulsi che non affiorano alla coscienza del soggetto e non sono quindi controllabili razionalmente. Egli riferì il termine dapprima ad una parte della mente in cui si trovano i contenuti psichici rimossi, per poi passare ad indicare i contenuti stessi che possono riaffiorare nei sogni in forma simbolica, o manifestarsi come atti mancati, come i lapsus e le distrazioni. In sintesi nella nostra psiche esiste una dimensione inconscia e irrazionale, in cui si annidano una serie di istinti e desideri il cui contenuto non si manifesta a livello cosciente, ma la cui soddisfazione è necessaria, pena il manifestarsi di disturbi del comportamento più o meno gravi. Il fatto che ritenesse i contenuti inconsci per lo più di natura sessuale va collegato alla morale dell'epoca e delle precedenti, e particolarmente alla repressione della sessualità, essendo oggi dimostrata la validità dell'intuizione generale: l'inconscio è sede di ogni processo psichico che debba restare inaccessibile al pensiero cosciente e comprende una parte di quelli attinenti alla sfera sessuale. L'interiorità umana, quella che tradizionalmente era definita anima o psiche ed era ritenuta indistintamente la sede della razionalità, della volontà e delle emozioni, venne perciò indagata come un complesso di luoghi diversi, ciascuno dotato di una sua forza e di una sua autonomia. Era così possibile conoscere particolari aspetti della personalità soltanto percorrendo vie molto tortuose. Poteva essere quindi necessario analizzare i sogni dei pazienti o le loro manifestazioni di ansia, oppure prestare attenzione ad alcuni gesti quotidiani, od a espressioni e modi di dire apparentemente insignificanti. L'inconscio in sostanza era una ragione, che trascendeva quella dell'Io, e che comunicava attraverso le sintomatologie la verità non consapevole. Più avanti, Sigmund Freud nell'illustrare il nuovo statuto dell'Io, introdusse la nuova istanza dell'Es, che descrisse come la forza ignota e incontrollabile da cui veniamo vissuti. Freud riteneva che il sogno fosse una manifestazione psichica, onirica, mirata alla realizzazione di un desiderio pulsionale non realizzato nella realtà, che attingeva i propri contenuti latenti dall'inconscio. I lapsus, le forme d'amnesia momentanea ed i falsi ricordi non sono casuali. Con la "strutturazione" Sigmund Freud ci indica che la psiche è strutturata in: Io - Es - Super-io. L'Es rappresenta l'istinto, la pulsione, completamente mutuate dall'inconscio. Il Super-Io è il "precipitato" degli insegnamenti morali, sociali ed educativi, ed esita tra contenuti consci e inconsci. L'Io è il mediatore tra l'Es ed il Superio (tra istanze pulsionali e morali). 1 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina Test di Livello I Test di Livello sono test psicologici a forte base psicometrica, che vengono utilizzati per valutare il livello e la tipologia di capacità cognitive e di "livello intellettivo" (da cui il nome) del soggetto. I principali test di livello sono internamente costituiti da vari "subsets" di item (domande), che valutano differenti tipi di capacità cognitive (logiche, linguistiche, numeriche, spaziali, etc.). Vengono usati soprattutto nella valutazione attitudinale, nell'ambito selettivo ed educativo, ed occasionalmente in ambito clinico, soprattutto nella clinica dei disturbi cognitivi. I più noti sono la WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale), le Matrici di Raven e la WISC-R. Test di Personalità proiettivi I test proiettivi di personalità sono una tipologia di test di personalità che si basa su meccanismi di tipo "proiettivo", attraverso la proposizione di materiale non strutturato o scarsamente strutturato al soggetto, e minori vincoli nella produzione di risposte da parte sua. Nonostante l'apparente "destrutturazione" degli stessi, sono solitamente accompagnati da modalità ben definite e standardizzate di codifica ed analisi delle risposte fornite (siglatura), e da specifici criteri di valutazione, basati su ricerche empiriche. Sono utilizzati soprattutto in contesto psicodinamico, per valutazioni globali di personalità (o l'approfondimento di specifiche tematiche personologiche, relazionali e/o psicopatologiche). Tra i più noti ed utilizzati test proiettivi vi sono il Test di Rorschach, il Thematic Apperception Test (TAT) ed il Children Apperception Test (CAT). Tecniche per lo studio dei Costrutti personali Le tecniche diagnostiche dei costrutti personali sono tecniche di ambito teorico costruttivista, finalizzate all'elicitazione e studio della struttura del sistema dei costrutti personali del paziente. L'analisi dei sistemi di costrutti personali permette la comprensione del sistema di significati con cui il soggetto costruisce le proprie rappresentazioni valoriali, conative e relazionali. Le varie tecniche costruttiviste, pur avendo una marcata enfasi semantica e qualitativa, prevedono specifici criteri standardizzati di somministrazione ed interpretazione clinica. Le tre tecniche più usate in quest'ambito sono: la Griglia di Repertorio (Repgrid), che, essendo basata su una matrice di correlazione, fornisce un risultato di tipo quantitativo; l' Autocaratterizzazione, una tecnica di tipo narrativo che fornisce un risultato di tipo qualitativo; le Piramidi di Landfield, che forniscono una rappresentazione gerarchica categoriale dei costrutti personali. 2 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina Il quoziente d'intelligenza o QI è un punteggio ottenuto tramite uno dei molti test standardizzati con lo scopo di misurare l'intelligenza. Tali test sono usati per predire lo sviluppo intellettuale dell'individuo. Persone con QI basso sono a volte inserite in speciali progetti di educazione. Il QI è usato anche dai sociologi: essi studiano in particolare la distribuzione del QI nelle popolazioni e le relazioni tra il QI ed altre variabili. Il quoziente intellettivo è correlato con le prestazioni sul lavoro, oltre che con le condizioni sociali dei genitori. Sull'ereditarietà del QI rimangono delle controversie legate a quanto esso sia ereditabile e ai meccanismi relativi, la componente ereditabile del QI diventa più significativa con l'avanzare dell'età. Il QI medio per molte popolazioni aumentava con una velocità media di 3 punti ogni decennio durante il XX secolo, prevalentemente nella parte bassa della scala del QI: un fenomeno chiamato Effetto Flynn. È importante notare che i test del QI non riportano una misura dell'intelligenza come se fosse la misura dell'altezza con il righello (scala assoluta), ma offrono un risultato che va letto su una scala relativa al proprio gruppo di appartenenza (sesso, età). È stato confermato scientificamente che il QI è correlato con i risultati accademici, le prestazioni lavorative, lo status socioeconomico e le cosiddette "patologie sociali". Però il QI non è un sinonimo di intelligenza a 360 gradi, ma ne rappresenta solo un certo tipo. Difatti sono molteplici i concetti di intelligenza con prospettive e teorie più o meno ampie e quindi è diverso anche il riferimento al QI. La formula originaria era quindi: I test del QI assumono varie forme: alcuni ad esempio utilizzano un solo tipo di elementi o domande, mentre altri sono divisi in più parti. La maggior parte di essi danno un punteggio totale ed un punteggio relativo alle singole parti del test. Un test del QI richiede di risolvere un certo numero di problemi in un tempo prestabilito sotto supervisione. La maggior parte dei test è costituito da domande di vario argomento, come memoria a breve termine, conoscenza lessicale, visualizzazione spaziale e velocità di percezione. Alcuni hanno un tempo limite totale, altri ne hanno uno per ogni gruppo di problemi, e ve ne sono alcuni senza limiti di tempo e senza supervisione, adatti a misurare valori di QI elevati. Il test standardizzato maggiormente in uso per determinare il QI è la terza edizione della WAIS. La WAIS-III consiste di 14 gruppi di problemi: • • 7 verbali (Informazione, Comprensione, Ragionamento aritmetico, Analogie, Vocabolario, Memoria di cifre e Ordinamento di numeri e lettere) e 7 di abilità (Codificazione di cifre e simboli, Completamento di immagini, Block Design, Matrici di Raven, Riordinamento di storie figurate, Ricerca di simboli e Assemblaggio di oggetti). 3 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina Per standardizzare un test del QI lo si prova su un campione rappresentativo della popolazione, calibrandolo in modo da ottenere una distribuzione normale, o curva gaussiana. Comunque ogni test è studiato e valido solo per un certo intervallo di valori del QI; poiché i soggetti che ottengono punteggi molto alti o molto bassi sono pochi, i test non sono in grado di misurare accuratamente quei valori di QI. Alcuni QI utilizzano deviazioni standard diverse da altri: per questo motivo relativamente ad un certo punteggio di QI bisognerebbe specificare anche la deviazione standard. A seconda del test, il punteggio conseguito può anche cambiare nel corso della vita dell'individuo. I moderni test del QI producono dei punteggi per diversi gruppi di problemi (fluidità di linguaggio, pensiero tridimensionale, etc.), e il punteggio riassuntivo viene calcolato a partire da questi risultati parziali. Il punteggio medio, come si evince dalla gaussiana, è 100. I punteggi parziali di ogni gruppo di problemi tendono ad essere collegati gli uni con gli altri, anche quando sembra che gli argomenti sui quali si concentrano siano i più disparati. Un'analisi matematica dei punteggi parziali di un singolo test del QI, o sui punteggi provenienti da una varietà di test differenti dimostra che essi possono essere descritti matematicamente come la misura di un singolo fattore comune e di vari altri fattori specifici per ogni test. Questo tipo di analisi fattoriale ha portato alla teoria che ad unificare i più disparati obbiettivi che i vari test si prefiggono sia un singolo fattore, chiamato fattore di intelligenza generale, che corrisponde al concetto popolare di intelligenza. Normalmente, g e il QI sono per il 90% circa correlati tra loro, e spesso vengono usati interscambiabilmente. I test differiscono tra loro su quanto essi riflettano g nel loro punteggio, piuttosto che un'abilità specifica o un "fattore di gruppo" (come abilità verbali, visualizzazione spaziale, o ragionamento matematico). La maggior parte dei test del QI deriva la propria validità prevalentemente o interamente da quanto essi coincidano con la misura del fattore g. Il ruolo dei geni e dei fattori ambientali (naturali e relativi all'educazione) nel determinare il QI è stato rivisto. Fino a poco tempo fa l'ereditarietà era per lo più studiata sui bambini. Vari studi dimostrano che l'indice di ereditarietà del QI varia tra 0,4 e 0,8 negli Stati Uniti; il che significa che, stando agli studi, una parte che varia da poco meno di metà a sostanzialmente più di metà della variazione del QI calcolato per i bambini presi in considerazione era dovuto a differenze nei loro geni. Il resto era dunque imputabile a variazioni nei fattori ambientali e a margini di errore. Un indice di ereditarietà nell'intervallo da 0,4 a 0,8 significa che il QI è "sostanzialmente" ereditabile. Il QI dei bambini adottati non è correlato con eventuali psicopatologie dei genitori. La porzione di varianza del QI attribuibile ai geni e ai fattori ambientali dipende dallo status socioeconomico. Essi provarono che nelle famiglie poco abbienti il 60% della varianza del QI è rappresentata dai fattori ambientali condivisi, mentre il contributo dei geni è quasi zero. È ragionevole aspettarsi che le influenze genetiche in caratteristiche come il QI diventino meno significative quando l'individuo acquisisca esperienza con l'età. Sorprendentemente, accade l'opposto. L'indice di ereditarietà nell'infanzia è meno di 0,2, circa 0,4 nell'adolescenza e 0,8 nell'età adulta. Da uno studio americano si concluse che nella popolazione di pelle chiara l'ereditarietà del 4 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina QI è "circa 0,75". Si stabilì che circa il 70% della varianza del QI deve essere associata a differenze genetiche. Alcune delle correlazioni tra i QI di gemelli potrebbero essere il risultato del periodo prima della nascita passato nel grembo materno, facendo luce sul perché i QI di reared-apart twins sono così strettamente legati tra loro. Vi sono alcuni punti da considerare per interpretare l'indice di ereditarietà: • • • • Un'alta ereditarietà non implica che l'ambiente non abbia influenza sullo sviluppo di un certo tratto, o che l'apprendimento non sia importante. L'ampiezza del proprio vocabolario, ad esempio, ha un alto indice di ereditarietà (e altamente correlata con l'intelligenza di carattere generale), anche se ogni vocabolo che un individuo conosce lo ha in realtà imparato. In una società nella quale l'abbondanza di parole è a disposizione di tutti, specialmente per coloro che hanno voglia di cercare, il numero di parole che un individuo realmente impara dipende dal limite delle sue predisposizioni genetiche. L'ereditarietà non implica l'immutabilità. Infatti i tratti ereditabili possono dipendere dall'apprendimento o possono essere soggetti ad altri fattori ambientali. Il valore dell'ereditarietà può cambiare se la distribuzione dei fattori ambientali (o dei geni) nella popolazione viene alterata. Ad esempio, un contesto di povertà e soppressione può impedire lo sviluppo di un certo tratto, e dunque restringere le possibilità di variazioni individuali. Ci possono effettivamente essere dei cambiamenti ambientali che non modificano affatto l'ereditarietà. Anche nelle nazioni sviluppate, un alto indice di ereditarietà per un certo tratto all'interno di un gruppo di individui non è necessariamente la causa di differenze con un altro gruppo. I fattori ambientali hanno una loro influenza nel determinare il QI in situazioni estreme. Un'adeguata nutrizione durante l'infanzia diventa un fattore critico per lo sviluppo cognitivo; uno stato di malnutrizione può abbassare il QI di un individuo, l'esposizione prenatale alle tossine, la durata dell'allattamento al seno, e deficienze di fattori micronutrienti possono influire sul QI. È possibile aumentare il QI con l'allenamento, ad esempio risolvendo regolarmente dei puzzle, o giocando a giochi di strategia come gli scacchi. Anche l'ascoltare la musica durante l'infanzia contribuisce ad aumentare il QI, come l'allenamento della memoria. Ci sono alcune influenze di origine familiare sul QI dei bambini, che ammontano a circa un quarto della varianza. Comunque, con l'età adulta questa correlazione sparisce, così come due fratelli adottivi non hanno i QI più simili tra loro rispetto a due estranei, mentre due fratelli di sangue mostrano una correlazione pari a circa 0,6. Un ambiente familiare molto carente o negligente ha effetti negativi su un gran numero di aspetti dello sviluppo, inclusi quelli intellettuali. Oltre un certo livello minimo di questo contesto, l'influenza che ha l'esperienza familiare sul ragazzo è al centro di numerose dispute. Alcune variabili come le risorse della propria casa o il linguaggio usato dai genitori siano correlati con i punteggi del QI dei bambini, ma queste correlazioni potrebbero essere mediate dalla genetica così come fattori ambientali. Dickens e Flynn affermano che gli argomenti che riguardano la scomparsa di un contesto familiare condiviso nella vita dei bambini dovrebbe poter applicarsi ugualmente a gruppi di individui separati nel tempo. Questo è invece contraddetto dall'effetto Flynn. I cambiamenti in questo caso sono avvenuti troppo velocemente per poter essere spiegati da un adattamento dell'ereditarietà genetica. Questo paradosso può essere spiegato osservando che la misura dell'ereditarietà include sia un 5 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina effetto diretto del genotipo sul QI, e sia un effetto indiretto nel quale il genotipo cambia l'ambiente, che a sua volta influisce sul QI. Cioè, coloro che hanno un alto QI tendono a ricercare un contesto stimolante che possa aumentare ancora di più il loro quoziente intellettivo. L'effetto diretto può inizialmente essere molto limitato, ma gli effetti di ritorno possono produrre molte variazioni sul QI. Quindi uno stimolo ambientale può avere un effetto importante sul QI, anche sugli adulti, ma questo effetto decade nel tempo a meno che lo stimolo non persiste. L'effetto Flynn può essere spiegato da un ambiente generalmente stimolante per tutti gli individui. I programmi che mirano a incrementare il QI riuscirebbero a produrre aumenti a lungo termine del QI se insegnassero ai bambini come replicare fuori dal programma quel tipo di esperienze di richieste conoscitive che aumentano il QI, e li motivassero a persistere in questa riproposizione per molto tempo dopo la fine del programma. Da una risonanza magnetica per ottenere immagini strutturali del cervello di 47 uomini che avevano sostenuto il test del QI. Gli studi dimostrarono che l'intelligenza umana generale risulta essere basata sul volume e la dislocazione del tessuto di materia grigia nel cervello. La distribuzione della materia grigia nel cervello umano è altamente ereditaria. Gli studi mostrano inoltre che solo il 6% della materia grigia sembra essere collegata al quoziente intellettivo. Diverse fonti di informazioni sono convergenti sull'idea che il lobi frontali siano di fondamentale importanza per l'intelligenza fluida. I pazienti con danni al lobo frontale rispondono in misura ridotta nei test di intelligenza fluida. Il volume di materia grigia frontale e della sostanza bianca sono stati anche associati con intelligenza generale. Inoltre, recenti studi hanno osservato questa associazione con la tecnica del neuroimaging per la corteccia prefrontale laterale. Mediante tomografia ad emissione di positroni che la soluzione di problemi sono i compiti più altamente correlati con QI attivandosi la corteccia prefrontale laterale. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), per dimostrare che le persone che erano più abili nel resistere alle distrazioni su un impegnativo compito di memoria avevano un QI superiore e una maggiore attività prefrontale. Significative lesioni isolate ad un lato del cervello, anche a quelli che si verificano in giovane età, non possono incidere in maniera significativa il IQ. Studi in conflitto raggiungere conclusioni per quanto riguarda la controversa idea che il cervello è correlato positivamente con la dimensione IQ. Uno studio del 1993 sostiene che non esiste una correlazione diretta e non patologica dei soggetti. Un approccio alternativo è cercato di collegare le differenze di plasticità neurale con intelligenza e questo punto di vista ha recentemente ricevuto qualche sostegno empirico. 6 Mirko Colloca – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Messina