RELAZIONI WINEZERO - Consorzio di tutela della Denominazione

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RELAZIONI WINEZERO - Consorzio di tutela della Denominazione
CONSULENZA AGRONOMICA AZIENDALE E TERRITORIALE - RICERCHE E
SPERIMENTAZIONI
Progetto Winezero
Relazione di sintesi dei risultati del
calcolo dell’impronta carbonica nelle Aziende pilota
Ita.Ca® è un calcolatore elaborato, aggiornato e gestito da Sata Studio Agronomico, conforme allo
standard internazionale IWCC e al protocollo GHGAP di OIV.
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Indice
1. Introduzione ......................................................................................................... 3
1.1.
Il progetto Winezero ...................................................................................................................... 3
1.2.
L’impronta carbonica, per essere sostenibili .............................................................................. 3
1.3.
Il calcolo dei sequestri di anidride carbonica in vigneto.......................................................... 4
1.4.
Obbiettivi di Winezero .................................................................................................................. 4
2. L’effetto serra ....................................................................................................... 5
2.1.
Cambiamento climatico ................................................................................................................ 5
2.2.
Rischi economici e sociali ............................................................................................................. 5
3. Quantificazione delle emissioni ...................................................................... 6
3.1.
Il metodo di lavoro ed il calcolatore Ita.Ca® ............................................................................. 6
3.2.
Vantaggi dell’utilizzo di un calcolatore ..................................................................................... 6
3.3.
La struttura e il funzionamento ................................................................................................... 7
4. L’impronta carbonica aziendale ....................................................................... 8
4.1.
Confini organizzativi e operativi ed esclusioni ......................................................................... 8
4.2.
Considerazioni preliminari all’analisi dei dati ......................................................................... 9
4.3.
Emissioni ......................................................................................................................................... 9
4.3.1.
Emissioni percentuali ............................................................................................... 10
4.3.2.
Emissioni in quantità per bottiglia venduta ............................................................... 12
5. Prospettive .......................................................................................................... 14
5.1.
Azioni territoriali ......................................................................................................................... 14
5.2.
Azioni aziendali ........................................................................................................................... 14
12. Bibliografia ......................................................................................................................................... 15
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1. Introduzione
1.1. Il progetto Winezero
Il Progetto Winezero, è stato fortemente voluto dalle Aziende Bosco del Merlo, Le Carline e
Perlage Wines, sostenuto dal Consorzio Vini Venezia e dal Consorzio Prosecco, con partner
l’Università di Padova e il CRA di Conegliano. Il progetto è stato finanziato nell’ambito della misura
124 del PSR della Regione Veneto.
L’obbiettivo era misurare l’impronta carbonica della filiera vitivinicola e dimostrare con misure
oggettive, che nell’ambito delle emissioni di gas ad effetto serra si può parlare di viticoltura
conservativa e sostenibile, se le scelte agronomiche sono ben ragionate e l’efficienza della filiera
produttiva è ottimizzata.
E’ necessario, soprattutto nei confronti del consumatore, che le affermazioni sulla sostenibilità
aziendale siano convalidate da misure oggettive e da progetti concreti di miglioramento.
Per questo è nato Winezero, la prima esperienza mondiale di contemporanea valutazione in una
stessa area geografica dell’impronta carbonica aziendale (emissioni) e del bilancio degli scambi
gassosi con il metodo della “Eddy Covariance”, che consente di quantificare oggettivamente la
CO2che un vigneto riesce a catturare sottraendola all’ambiente.
Nel progetto, il Prof. Andrea Pitacco della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova è
responsabile scientifico per la valutazione degli scambi di anidride carbonica (CO2) “dell’ambiente
vigneto”; il Centro di Ricerca di Conegliano ha curato la parte riguardante il sequestro del Carbonio
nella massa legnosa della vite (radici, fusto, tralci); gli Agronomi di Sata Studio Agronomico, forti di
una pluriennale esperienza nazionale, si sono impegnati nel calcolo dell’impronta carbonica (ossia
la stima delle emissioni di gas ad effetto serra) di tutta la filiera produttiva delle aziende.
1.2. L’impronta carbonica, per essere sostenibili
Troppo spesso si parla di “sostenibilità” senza riferimenti concreti a come valutarla. L’energia è un
bene prezioso perché sempre meno disponibile ed è una componente che assume un peso
esponenziale nel bilancio aziendale. Per queste ragioni è necessario essere consapevoli delle
proprie emissioni di GHG (GreenHouse Gases), meglio conosciuti come “gas serra” tra i quali è
netta la prevalenza dell’anidride carbonica (CO2), stimandole nei cicli produttivi, al fine di gestire
l’efficienza di filiera, l’impatto ambientale ed eventuali conseguenze sull'effetto serra. I calcolatori di
emissioni sono strumenti che rappresentano una misura della reale sostenibilità, poiché forniscono
una stima delle quantità di gas a effetto serra rilasciati in atmosfera durante un processo
produttivo.
L’impronta carbonica o carbon footprint è il dato di emissione totale dei GHG della filiera produttiva
di un’Azienda o un prodotto, espresso in unità equivalenti di anidride carbonica, il gas di riferimento
più noto per le sue relazioni con l’effetto serra.
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1.3. Il calcolo dei sequestri di anidride carbonica in vigneto
Per completare adeguatamente il computo dell’impronta carbonica aziendale, si deve considerare
che nel suolo del vigneto è stoccata un’enorme quantità di sostanza organica, costituita in gran
parte da carbonio. Anche se il ciclo del carbonio del suolo è complesso, il concetto di sequestro di
carbonio per mitigare il rilascio di gas a effetto serra è relativamente semplice. Il carbonio
immagazzinato nel suolo può essere rilasciato sotto forma di CO2 (anidride carbonica) o Metano in
atmosfera. Più carbonio viene rimosso dall’atmosfera per essere bloccato permanentemente nel
suolo sotto forma di sostanza organica (sequestrato), meno ne rimane in atmosfera sotto forma dei
due principali gas ad effetto serra.
In funzione del metodo di gestione del terreno, si può consumare quella sostanza organica
sotterranea, emettendo CO2, oppure favorire lo stoccaggio della sostanza organica nel suolo, con
un benefico effetto di diminuzione dell’anidride carbonica in atmosfera.
L’indagine del Prof. Pitacco nel progetto Winezero con il metodo della Eddy Covariance (EC), ha
permesso di approfondire le conoscenze in questo settore ed in particolare di ottenere dati specifici
per il contesto viticolo oggetto del monitoraggio con Ita.Ca®. Oltre che necessaria alla correttezza
del calcolo, questa informazione diventa importante per la migliore impostazione di metodi
agronomici sostenibili e per la valorizzazione del ruolo della viticoltura in una strategia di
comunicazione mirata.
1.4. Obbiettivi di Winezero
Realizzare il calcolo dell’impronta carbonica e degli scambi di CO2 del vigneto può essere utile per:
aumentare la sensibilità aziendale verso la tematica delle emissioni e della sostenibilità
ambientale;
permettere all’Azienda di formulare propositi e progetti di riduzione delle emissioni sulla
base dei risultati d’analisi;
migliorare l’efficienza e diminuire i costi del sistema produttivo, valutando attentamente i
passaggi di filiera e l’impatto delle singole voci analizzate;
permettere all’Azienda di acquisire informazioni utili per dimostrare la propria attenzione
alle tematiche ambientali e proporre quindi una comunicazione credibile.
fornire elementi utili a confrontare le emissioni negli anni a venire, in modo da consentire
all’Azienda un monitoraggio dell’andamento delle proprie emissioni e dei risultati di piani di
miglioramento;
analizzare ed esprimere le quantità percentuali delle emissioni nelle diverse installazioni
aziendali.
diminuire, a cascata, l’impatto ambientale dei fornitori di materiali e servizi: essi devono
infatti essere stimolati a fornire i dati dell’impronta carbonica dei loro prodotti, quindi a
migliorare i loro processi;
valorizzare la viticoltura come strumento di salvaguardia ambientale e favorire
l’applicazione di metodi di coltivazione idonei a garantire la sostenibilità;
adeguarsi a direttive attuali o future, che l’Italia potrebbe porsi a seguito della traccia
segnata da Nazioni più evolute in termini di tutela del proprio territorio, della qualità della
vita e solidità del proprio futuro.
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Monitorare il livello delle proprie emissioni è criterio di responsabilità, capacità imprenditoriale e
sensibilità etica e la risposta dell’Azienda a questa problematica deve consistere nella
programmazione di un processo virtuoso all’interno della propria struttura e delle superfici in
gestione.
2. L’effetto serra
L’effetto serra è un fenomeno naturale che ha permesso la vita sul pianeta Terra e che consente di
avere temperature idonee per la sopravvivenza della maggior parte degli esseri viventi.
L’atmosfera è lo strato gassoso attorno alla Terra che impedisce a gran parte delle radiazioni più
pericolose provenienti dal Sole di raggiungere la superficie terrestre; le radiazioni che penetrano
vengono captate dalle piante per svolgere la fotosintesi ed assorbite dalla Terra, per poi essere
rilasciate sottoforma di raggi infrarossi. Qui entra in gioco ancora una volta l’atmosfera che blocca
buona parte dei raggi infrarossi (che hanno potere calorifico)rifrangendoli verso la Terra
attenuando così il fenomeno di dispersione di calore verso l’Universo (per questo motivo definito
“effetto serra”).
I Gas riconosciuti da IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) come significativi per la
loro capacità di determinare l’effetto serra sono:
Anidride carbonica (CO2)
Metano (CH4)
Protossido di azoto (N2O)
Fluoro carburi (CFC, HFC, HCFC, PFC)
Esafluoruro di zolfo (SF6)
Inoltre, tra i componenti dell’Atmosfera che hanno un ruolo nell’effetto serra, vi sono anche:
il vapore acqueo (H2O)
l’Ozono della troposfera (O3)
che tuttavia, come previsto da IPCC, non vengono computati.
2.1. Cambiamento climatico
Da molti anni si parla di cambiamento climatico globale come una delle sfide più gravi e complesse
che l'uomo debba affrontare. Le variazioni del sistema climatico terrestre e in particolare il
riscaldamento globale sembrerebbero, secondo molti studiosi, collegate ad un aumento della
concentrazione dei GHG in atmosfera.
Le attuali concentrazioni di gas serra nell'atmosfera sono a livelli mai raggiunti negli ultimi 650.000
anni; il gas serra più importante è l'anidride carbonica (CO2), che costituisce circa il 77% delle
emissioni globali di GHG (IPCC, 2007; ISAC-CNR, 2009).
2.2. Rischi economici e sociali
Il benessere dell’uomo è supportato dalla tecnologia, ma anche da consumi energetici elevati; è
indubbio che le emissioni siano correlate ai consumi energetici, e poiché l’energia viene prodotta
soprattutto attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, le loro riserve naturalidiminuiscono
rapidamente determinando aumenti significativi dei costi di produzionee la mobilizzazione delle
riserve di Carbonio stipate nella profondità della Terra.
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Per queste ragioni è necessario essere consapevoli delle proprie emissioni di GHG, stimandole nei
cicli produttivi, al fine di gestire l’efficienza di filiera, l’impatto ambientale ed eventuali conseguenze
sull'effetto serra.
3. Quantificazione delle emissioni
3.1. Il metodo di lavoro ed il calcolatore Ita.Ca®
Per eseguire il calcolo dell’impronta carbonica è necessario raccogliere presso l’Azienda i dati di
tutte le attività aziendali che, direttamente o indirettamente, possono generare emissioni. I dati
primari (ottenuti ad esempio fatture e registri aziendali) sono stati raccolti nelle Aziende attraverso
un questionario e alcuni incontri. Allo stesso modo, si sono raccolti dati relativi ai fornitori di
materiali e servizi coinvolti nella filiera. Tutti i dati si sono raccolti secondo lo schema del
Greenhouse Gases Accounting Protocol (GHGAP, OIV 2011), documento guida predisposto da
OIV a partire dall’International Wine Carbon Protocol.
Il calcolo delle emissioni è stato effettuato attraverso il calcolatore Ita.Ca®, tramite la
moltiplicazione di ogni dato per un coefficiente o “Emission Factor” espresso in unità di CO 2equivalente per unità di prodotto. Tale moltiplicazione genera il valore di “emissioni totali” espresso
in t CO2-eq.Ita.Ca® (Italian Wine Carbon Calculator), è stato prodotto dall’aggiornamento ed
integrazione del calcolatore IWCC (International Wine Carbon Calculator) alla realtà italiana(FIVS,
2008; Battaglene et al., 2010a).Sata Studio Agronomico e WFA (Winemakers’ Federation of
Australia) si sono confrontati ed hanno collaborato per migliorare l’IWCC ed adattarlo alla realtà
produttiva italiana. Per la supervisione scientifica ci si è avvalsi della Facoltà di Agraria
dell’Università degli Studi di Milano (Donna et al., 2010; Tonni et al., 2010a; Tonni et al., 2010b; De
Simone et al., 2010).
La raccolta dei dati e la loro elaborazione hanno preso come riferimento anche altri diversi
documenti a cui IWCP si adegua e le norme internazionali ISO 14.044:2006; 14064 1-3:2006 e la
PAS 2050.
La decisione di trasformare tutti i gas ad effetto serra in CO2 equivalente è una convenzione
dovuta alla considerazione del grande impatto che l’Anidride carbonica ha sull’effetto serra (NGG,
2009)
3.2. Vantaggi dell’utilizzo di un calcolatore
Ita.Ca® si prefigge l’obiettivo di fornire all’utente il computo globale delle emissioni “Aziendali”, cioè
di tutte le emissioni che possono direttamente essere considerate di responsabilità delle attività
aziendali (Ambito 1), dell’energia utilizzata dall’Azienda (Ambito 2) e della produzione delle materie
prime utilizzate o dei rifiuti prodotti (Ambito 3).
In questo modo si ottiene una visione globale di filiera, dalla produzione dell’uva allo scarico dalla
giacenza finale, con identificazione dei confini in corrispondenza dei limiti operativi di competenza
aziendale.
Il rispetto delle indicazioni della norma ISO 14064 garantisce l’affidabilità del metodo di raccolta ed
elaborazione dei dati, mentre la conformità al protocollo OIV assicura anche la corrispondenza alle
indicazioni operative del massimo organismo mondiale del vino.
6
Ita.Ca® è costantemente aggiornato nella sua strutture e nei coefficienti utilizzati, in funzione delle
conoscenze scientifiche e dei dati disponibili, in modo da garantire la più alta qualità
dell’elaborazione.
L’obiettivo principale di questo strumento è la conoscenza delle emissioni di GHG a livello
di filiera come mezzo per ridurre l'impatto del processo di produzione sull'effetto serra e
migliorare l'immagine aziendale; una Ditta che utilizza questo strumento può affermare di
avere la consapevolezza delle proprie emissioni ed essere in grado di controllare il
processo di produzione e gestire l'impatto ambientale (Descotes et al., 2005).
3.3. La struttura e il funzionamento
La versione 1.0 dell’IWCC è stata sviluppata dalla fine del 2007. Lo sviluppo di un protocollo per il
bilancio del carbonio per l'industria internazionale del vino si è basato sulla metodologia descritta
dal World Resources Institute (WRI, 2004) e dal World Business Council per lo sviluppo sostenibile
nel documento per la contabilità dei GHG (WRI and WBCSD, 2004). Numerosi altri documenti
sono stati presi come riferimento, tra cui la norma internazionale ISO 14064 1-3:20061e la PAS
20502. Inoltre, è stata consultata e utilizzata l'International Standard for Life Cycle Assessment,
ISO 14044:2006, utile alla definizione dei confini di indagine. Il calcolatore, analogamente a quanto
indicato dal WRI e come già descritto da alcuni autori (Tonni et al., 2010a), individua le emissioni
provenienti da tre diversi ambiti della filiera, al fine di distinguere le responsabilità dirette ed
indirette e rendere più chiare misure ed interpretazioni.
L'impronta primaria, o in “ambito 1” o “scope 1” è una misura delle emissioni di
CO2direttamente emesse al seguito dell'uso di combustibili fossili, tra cui il consumo interno di
energia per il trasporto o per i lavori aziendali, oltre che delle emissioni dirette dal suolo o i GHG
“fuggitivi”, ossia emessi direttamente dall'Azienda per volontà (come la CO2 utilizzata in
vinificazione) o accidentalmente (come i gas rilasciati a seguito di rotture). Rientrano in questo
ambito anche gli smaltimenti di rifiuti gestiti in Azienda.
L'impronta secondaria o in “ambito 2” o “scope 2”è una misura delle emissioni indirette di gas
serra causate da energia acquistata da fornitori esterni.E’ una delle componenti principali (es. gas
serra prodotti per fabbricare l’energia acquistata per far funzionare impianti di riscaldamento o
refrigerazione).
L'impronta terziaria o in “ambito 3” o “scope 3” include le voci di produzione di gas serra
indirettamente determinate durante il ciclo produttivo. Riguarda prodotti e materiali che si
acquistano, si utilizzano e si smaltiscono fuori sede, ed il trasporto effettuato da terzi. Inoltre si
considerano le emissioni per la produzione delle attrezzature e strutture aziendali. Per quanto
Norma che ha lo scopo principale di apportare credibilità e garanzia (trust) ai processi di rendicontazione e monitoraggio dei GHG, in
relazione alle dichiarazioni di emissione da parte delle organizzazioni e dei progetti di riduzione delle stesse. Questa norma è suddivisa
in 3 parti: “Parte 1” dove vengono stabilite le basi ed i limiti della raccolta dei dati per la quantificazione dei GHG; “Parte 2” stabilisce i
requisiti e le basi per convalidare gli strumenti attuati per ridurre le emissioni; “Parte 3” descrive l’effettivo processo di validazione o
verifica. La norma può essere utilizzata da organizzazioni o da terze parti indipendenti. Ulteriori benefici: promuove la coerenza, la
trasparenza e la credibilità nel conteggio delle emissioni e promuove la loro sorveglianza; consente alle imprese di identificare e di
gestire i rischi e le responsabilità legate alla produzione dei GHG; facilita la commercializzazione dei permessi e dei crediti di emissione;
favorisce la progettazione, lo sviluppo e l’applicazione di iniziative e di programmi volti all’abbattimento degli inquinanti.
1
2Publicly
Available Specification (PAS), sviluppato secondo le linee guida del BSI (British Standards Institution), fornisce un metodo
pubblicamente accessibile per la valutazione del ciclo di vita di beni e servizi in termini di emissioni di Gas effetto serra (GHG). Tale
metodo consente di determinare l’ “Impronta carbonica” relativa ad ogni fase della filiera produttiva di un bene o servizio riferendosi
alla singola unità di quel prodotto.
7
riguarda le emissioni di alcuni processi di produzione dei materiali acquisiti dall’Azienda, purtroppo
non sempre sono disponibili dati sul suolo nazionale a causa di una forte arretratezza del nostro
Paese, come dell’Europa in genere, nell’approfondire i monitoraggi nelle diverse attività produttive.
Ad esempio, per i fitofarmaci mancano i dati per difetto di responsabilità o sensibilità delle ditte
produttrici. In questi casi, per ora, sono stati adottati valori stimati sulla base delle esperienze e
valutazioni condotte nelle aree a maggior sensibilità. Il ruolo di Sata Studio Agronomico, tuttavia,
prevede un continuo aggiornamento del calcolo sulla base di tutte le recenti e progressive
acquisizioni.
Ogni Azienda viene scorporata analizzando tre installazioni diverse: il vigneto; la cantina; e ciò che
riguarda la parte relativa al confezionamento, alla rappresentanza e alla distribuzione.
Tutte queste distinzioni vengono effettuate al fine di rendere più chiare misure ed interpretazioni.
Rappresentazione schematica degli ambiti di valutazione – World Resources Institute, 2004
4. L’impronta carbonica aziendale
4.1. Confini organizzativi e operativi ed esclusioni
Il metodo adottato corrisponde al controllo finanziario ed organizzativo che l’azienda esercita su
tutte le sue attività secondo le disposizioni del punto 4.1a della norma 14064.
In coerenza con il protocollo OIV ed in linea con le direttive ISO, sono state escluse le seguenti
voci:
I trasporti verso l’azienda dei prodotti acquistati.
I trasporti verso le zone di stoccaggio e lavorazione degli smaltimenti.
Le emissioni relative alla “Use phase” intesa come fase di utilizzo del prodotto da parte del
consumatore.
In ogni caso, non vengono computati ne’ processati gli scambi in CO2 che, in processi
naturali che rientrano nel ciclo del Carbonio, portino ad un bilancio nullo in un arco
temporale inferiore ai 100 anni (accumulo nelle strutture vegetali, fermentazione alcolica,
ecc.), come previsto dai protocolli internazionali.
Le emissioni relative ai mezzi di proprietà dei dipendenti.
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4.2. Considerazioni preliminari all’analisi dei dati
Effettuare il calcolo delle emissioni comporta realizzare un’analisi approfondita della filiera e dei
comportamenti aziendali.
Ogni Azienda possiede peculiarità strutturali, organizzative, operative, caratteristiche viticole,
nonché dinamiche di mercato per gli acquisti e le vendite, che la rendono unica e non confrontabile
con le altre.
Solo a titolo di esempio, ricordiamo che ci possono essere enormi differenze tra le Aziende, a
seconda di come si caratterizzano i seguenti aspetti:
Il modello viticolo: la posizione dei vigneti (giacitura, pendenza), la forma di allevamento, la
produttività per ettaro, le caratteristiche varietali (es. precocità)
Il modello enologico: vini bianchi, spumanti, rosati, rossi, da uve passite, ecc., nonché le
strategie enologiche (temperature, stabilizzazioni, ecc.)
Le strutture, infrastrutture, attrezzature: si pensi ad esempio alla presenza di pannelli
fotovoltaici, che contribuiscono ad abbattere le emissioni di ambito 2.
Le dinamiche di mercato: acquisti o vendite di uve, acquisti o vendite di mosti e vini sfusi,
rapporto tra mercato dello sfuso e dell’imbottigliato, quantità di bottiglie vendute nell’anno o
a cavallo di due anni solari diversi, ecc.
I mercati di riferimento: quanto vino viene venduto “al cancello” e quanto sui mercati locali,
nazionali o esteri, se la rete commerciale è completamente di proprietà e sotto controllo
diretto, oppure no
È facile intuire che tutte queste variabili generano dati estremamente differenziati, che
rispecchiano le più variegate realtà produttive e quindi non ha senso confrontare i dati tra Aziende,
poiché si rischia concretamente di giungere a conclusioni assolutamente fuorvianti. Per fare un
esempio concreto, poiché per ragioni tecniche di analisi dei dati i conferitori di uve afferiscono
all’ambito 3 (acquisti), la quota di responsabilità delle emissioni delle operazioni di vigneto di un
conferitore viene assegnata a tale ambito dell’Azienda acquirente, e non alla voce di gestione del
vigneto.
In questa relazione conclusiva, si riporta pertanto una elaborazione dei dati percentuali, così da
evidenziare quanto le varie porzioni di filierapesino sull’insieme delle emissioni totali nella media
delle tre Aziende analizzate e per i due anni di stima.
Seppur in considerazione di tutto quando suddetto, si ritiene che questo sia il modo migliore per
comprendere come le quote di responsabilità delle varie porzioni di filiera incidano sulle emissioni
complessive della media delle tre Aziende.
Si ricorda comunque che anche questo dato medio non può essere “confrontato” con eventuali
altre valutazioni effettuate in zone differenti, in altre Aziende, per vini diversi.
Viene riportata comunque anche un’analisi delle emissioni riassuntiva che considera il totale di
emissioni in percentuale per “installazione” aziendale, ossia per settore di filiera (campagna,
cantina e commerciale).
4.3. Emissioni
Sulle tre Aziende si è eseguito il calcolo negli anni solari 2012 e nel 2013.
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Riportiamo di seguito alcuni grafici riassuntivi, resi anonimi per riservatezza. In ciascun grafico il
colore dell’Azienda cambia.
4.3.1. Emissioni percentuali
Si noti che per l’Azienda blu le emissioni di ambito 2 (energia elettrica) sono solo lo 0,25% del
totale (impercettibili a grafico) poiché l’impianto fotovoltaico che possiede produce tutta l’energia
che l’Azienda consuma. Nell’ambito del ciclo di vita dei pannelli fotovoltaici è comunque prevista
un’emissione connessa alla produzione e smaltimento del bene, ma essa ricade in ambito 3.
L’azienda rossa ha una emissione percentualmente significativa in ambito 1, soprattutto dovuta
alle fertilizzazioni azotate, mentre l’Azienda verde ha un’elevata percentuale di ambito 3 per
l’acquisto di uve da terzi.
100,00%
90,00%
80,00%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
20,00%
10,00%
0,00%
Ambito 1
Ambito 2
Ambito 3
Nel prossimo grafico a torta, si riporta il dettaglio in percentuale delle voci di emissione medie del
biennioper le tre Aziende.
Si può ricordare che laddove le quote sono più elevate, ciò può essere dovuto all’acquisto di
energia elettrica (ambito 2), bottiglie e contenitori, emissioni dei fornitori (che a loro volta
comprendono le emissioni da gestione del suolo, nel caso di acquisto uve, o da gestione del
vigneto e della cantina, nel caso di acquisto mosti o vini), ed emissioni delle strutture (tutte queste
ultime, di ambito 3). In base alle indicazioni dei protocolli di calcolo condivisi, quest’ultima voce
comprende una sorta di ammortamento della costruzione delle strutture, solo nel caso queste
abbiano meno di 30 anni di età.
10
Totale
Ambito 3 Viaggi per
rappresentanza
0,6%
Ambito 3 Pallets
Ambito 3 0,3%
Ambito 1 Carburanti Calcolo sulla distanza
0,7%
Ambito 3 Spedizioni
commerciali
0,1%
Legno
0,1%
Ambito 3
Imballaggi in
carta e
cartone
Ambito 3
8,0%
Complementi
di imballaggio
0,3%
Ambito 3
Chiusure
3,1%
Ambito 1
Carburanti Calcolo sulla
quantità
1,6%
Ambito 1
Concimazione suolo
4,1%
Ambito 1
Carburanti per
impianti fissi
Ambito 1 Emissioni
1,5%
fuggitive
0,1% Ambito 1
Gasolio agricolo
7,3%
Ambito 3 Strutture
8,8%
Ambito 2 - Energia
acquistata
15,1%
Ambito 3 Bottiglie e
contenitori
21,4%
Ambito 3 Emissioni
conferitori
16,8%
Ambito 3 Bag in box
0,0%
Ambito 3
Attrezzature
3,5%
Ambito 3 Lavoro di
terzi
Ambito 3 Prodotti 0,0%
enologici
1,8%
Ambito 3
Emis. indir.
Carburanti e
impianti fissi
0,9%
Ambito 3 Emis.
indir. elettricità
1,3%
Ambito 3 Prodotti di
campagna
2,5%
11
4.3.2. Emissioni in quantità per bottiglia venduta
Nel prossimo grafico, si riportano le emissioni delle tre Aziende, suddivise per macro installazione
aziendale (ossia per ciascun settore di filiera).
Il calcolo è eseguito sulla base del numero di bottiglie vendute negli anni solari di riferimento.
La parola “lordo” sta ad indicare che si tratta della emissione totale aziendale, senza decurtazione
della quota di sequestro calcolata dalla sperimentazione di campo.
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
Media di kg co2-eq vigneto
lordo/vend
Media di kg co2-eq
conferitori lordo/vend
Media di kg co2-eq cantina
lordo/vend
Media di kg co2-eq
rapp/comm lordo/vend
12
Nel successivo istogramma si riporta il dettaglio delle emissioni medie biennali per bottiglia
venduta, suddivise per ciascuna Azienda.
Si noti come le ripartizioni siano molto diverse tra le Aziende. Ovviamente ogni Azienda potrà
effettuare le proprie considerazioni in merito al peso delle diverse porzioni di filiera, ma è
innegabile che le differenze siano tali e tante da non consentire valutazioni generali. Scendendo a
livello di dettaglio, per ogni Azienda si possono effettuare valutazioni specifiche mirate ad ogni
realtà, conoscendone ed analizzandone le peculiarità.
Ad esempio, per l’Azienda blu si notano emissioni elevate dovute all’acquisto di una parte di vini da
conferitori, mentre l’Azienda rossa evidenza un sostenuto consumo di carburanti ed emissioni di
ambito 1 dovute a fertilizzanti, oltre che una quota significativa di emissioni dovute all’energia
necessaria per bottiglie prodotta.
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
Ambito 1
Ambito 2
Viaggi per rappresentanza
Strutture
Spedizioni commerciali
Prodotti enologici
Prodotti di campagna
Pallets
Legno
Lavoro di terzi
Imballaggi in carta e cartone
Emissioni conferitori
Emis. indir. elettricità
Emis. indir. Carburanti e impianti fissi
Complementi di imballaggio
Chiusure
Bottiglie e contenitori
Bag in box
Attrezzature
Ambito 2 - Energia acquistata
Gasolio agricolo
Emissioni fuggitive
Concimazione suolo
Carburanti per impianti fissi
Carburanti - Calcolo sulla quantità
Carburanti - Calcolo sulla distanza
0
Ambito 3
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5. Prospettive
5.1. Azioni territoriali
Un progetto pilota come Winezero può avere un benefico effetto su territori molto vasti, se le
Aziende ne comprendono il valore come strumento di riduzione dell’impatto ambientale e di
valorizzazione della filiera vitivinicola.
In particolare,questo percorso virtuoso può aumentare la credibilità di tutte le Aziende che vogliono
migliorare il loro approccio alla produzione sostenibile, anche attraverso la diminuzione dei costi di
produzione.
La diffusione della consapevolezza dell’importanza di questa modalità operativa può essere
strumento chiave per ottenere rapidamente risultati significativi su numerose aziende di territori
vitivinicoli.
Progetti applicativi di più ampio respiro, anche sostenuti da azioni strategiche di Enti territoriali,
porterebbero in breve tempo risultati certamente interessanti e positivi su vasta scala, infatti
l’analisi dei dati aziendali può portare le singole Aziende a effettuare considerazioni approfondite in
merito alla gestione dei punti critici di filiera, e gli Enti territoriali, a seconda dei casi, a valorizzare
la viticoltura e la filiera di produzione del vino, o a ottenere informazioni utili alla programmazione
di azioni di sviluppo strategico.
5.2. Azioni aziendali
Le Azioni che si possono intraprendere a livello di azienda sono fondamentalmente su tre livelli:
Azioni immediate: sono le prime che si possono compiere, facilmente e senza necessità di
investimenti, finalizzate a un miglioramento repentino ed essenziale nell’operatività aziendale, ad
esempio per pratiche abitudinarie e che non necessitano di interventi particolari.
Azioni prioritarie: sono quelle che si possono compiere nel giro di poco tempo, che richiedono
investimenti minimi, ad esempio su attrezzature oppure formativi per pratiche operative che
necessitano di educazione del personale(.
Azioni strategiche: se vengono individuate soluzioni impegnative, ma che possono far conseguire
diminuzioni significative dell’impatto aziendale, si possono valutare interventi di tipo strutturale
oppure l’acquisizione di attrezzature per le quali valutare adeguatamente piani di ammortamento
anche impegnativi.
Dott. Agr. Marco Tonni
Dott. Agr. Pierluigi Donna
14
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