La Calabria migliore abita a Germaneto

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La Calabria migliore abita a Germaneto
VITA DI RICERCATORE
Medicina e nanotecnologie
La Calabria migliore
abita a Germaneto
Un centro oncologico di avanguardia, con reparti
e laboratori. È da lì che Pierfrancesco Tassone
guiderà, grazie ai fondi del 5 per mille,
un progetto che coinvolge tutta l’Italia e un gran
numero di giovani ricercatori
a cura di NICLA PANCIERA
l gregge di pecore che attraversa la
carreggiata, diretto sulle colline
che incorniciano il panorama, non
infastidisce il viaggiatore, costretto
dalla strada alla bassa velocità. A
pochi metri, un imponente centro d’eccellenza, dotato di tecnologie d’avanguardia per lo studio, tra le altre cose, di nuovi
farmaci per sconfiggere
il cancro e per la creazione di nanovettori diretti contro le cellule
malate. Un contrasto
che riempie di orgoglio
Pierfrancesco Tassone,
ricercatore e clinico,
oncologo dell’Università degli studi
“Magna Græcia” di Catanzaro e direttore
dell’Unità operativa complessa di oncologia medica e terapie innovative della Fondazione Campanella. Siamo a pochi chilometri dal centro di Catanzaro, nel campus di Germaneto, intitolato a Salvatore
Venuta, oncologo, fondatore e primo rettore dell’ateneo catanzarese. A oltre vent’anni da quando Tassone lo accompagnò
fin qui per un sopralluogo, molto è cambiato e ora il campus è una realtà.
Da undici anni in forza all’Università
degli studi “Magna Græcia” di Catanzaro,
dove ha studiato, Tassone ha avuto la nomina di Adjunct Professor alla Temple
University di Filadelfia. Oggi, ai riconoscimenti per i suoi meriti scientifici, si è
I
aggiunto un nuovo motivo di soddisfazione. Infatti è responsabile di un ambizioso progetto di ricerca della durata di
cinque anni, finanziato da AIRC con i
proventi del 5 per mille, per un totale di
dieci milioni di euro, che coinvolge sette
unità di ricerca in tutta Italia e ottanta
persone. L’obiettivo è quello di sviluppare
terapie innovative per due neoplasie
ematologiche ancora
di difficile curabilità, il
mieloma multiplo e la
leucemia linfatica cronica. Tassone studia il
microambiente cellulare e uno dei meccanismi più importanti di
regolazione della proliferazione e della
sopravvivenza cellulare, i microRNA.
Dieci milioni
per finanziare
una ricerca
innovativa
Con biglietto di ritorno
È stato proprio grazie a una telefonata
dell’allora preside di facoltà Salvatore Venuta che Tassone, neolaureato e già impiegato come medico, decise di dedicarsi
alla ricerca. Nato a Serra San Bruno, un
paesino di mille abitanti, quarantasette
anni fa, fin dalle scuole medie sapeva che
avrebbe fatto il dottore.
“Le valigie degli emigranti poverissimi ancora oggi sono impresse nella mia
mente”, ricorda. È stata forse questa
immagine dolorosa a muoverlo alla ribellione nei confronti dei suggerimenti
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VITA DI RICERCATORE
dei genitori che lo spingevano a frequentare un ateneo nel Nord Italia. “Avevo un
forte desiderio di rivalsa. Ma anche rabbia
per la perdita di uomini e mezzi che la nostra terra ha sempre vissuto. Mi chiedevo
continuamente: perché andarsene? Perché non provare a rimanere?” Le sue scelte professionali lo dimostrano: la volontà
di costruire qualcosa di importante per la
sua Calabria ha sempre prevalso sulla tentazione di stabilirsi definitivamente all’estero. E le occasioni non sono certo mancate: è stato al Comprehensive Cancer
Center a San Diego (La Jolla), al New York
Medical College di Valhalla, al Dana Farber Cancer Institute e alla Harvard Medical School di Boston. Ogni volta in partenza ma con un biglietto di ritorno in tasca:
“Non ho mai pensato di rimanere all’estero, dove però un ricercatore trova le condizioni per dare il meglio di sé, dedicandosi interamente alla scienza senza doversi
occupare di altre questioni, come invece
accade qui in Italia”.
Un grande amore,
quello per la
sua terra,
c h e
con-
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divide con la moglie, Licia Pensabene, pediatra ricercatrice. Galeotti furono la cancellazione di un volo e un guasto all’automobile. Si sono così incontrati alla stazione di Lamezia Terme, entrambi in partenza, giunti in ritardo al binario. “Licia era
diretta al Children’s Hospital di Pittsburgh, dove lavorava; era bella e carica di
valigie. Ovviamente la aiutai a salire sul
treno. Non l’avevo mai vista, eppure avevamo frequentato la stessa facoltà. Le
chiesi l’indirizzo email; pochi mesi dopo,
diretto a San Diego, feci scalo per qualche
ora a Pittsburgh per rivederla” racconta
Tassone. Sono seguiti due anni di incontri
nei fine settimana liberi dal lavoro. “Le offerte delle compagnie aeree dettavano i
luoghi dei nostri incontri. Un venerdì sera
trovammo un’offerta last minute: lei
prese il volo, io partii immediatamente da
San Diego e guidai fino a Phoenix”.
Licia e Pierfrancesco si sono riuniti poi
a Boston, dove lei lavorava al Children’s
Hospital, ma “quando è venuto il momento di decidere se accettare un’offerta da
Chicago, non ci sono stati dubbi: la scelta
è ricaduta sulla Calabria”. E il grande campus pensato per Catanzaro e la Calabria
tutta è un progetto che entrambi sentono
come proprio, tanto che nelle foto del loro
matrimonio si riconosce tra i testimoni
proprio Salvatore Venuta, il padre nobile
In questo articolo:
nanotecnologie
microRNA
programma di Oncologia
clinica molecolare
dell’iniziativa. Oggi hanno un bel bambino, Marco, di due anni. Un bambino fortunato, i cui genitori non hanno intenzione
di fermarsi. La ricerca chiama e Licia è in
partenza per l’Inghilterra. Per Tassone, invece, “saranno comunque soggiorni brevi:
qui posso stare vicino alla mia prima figlia, Elisa, che ha undici anni, ma anche
occuparmi dell’ambizioso progetto sulle
neoplasie del sangue”.
L’essere umano
in primo piano
Da clinico, la sua attenzione è sempre rivolta al paziente, anche quando toglie il camice del medico per entrare in
laboratorio. Al New York Medical College, nel laboratorio dell’immunologo
Soldano Ferrone, Piefrancesco Tassone
si è occupato di produzione e caratterizzazione di anticorpi monoclonali da
usare come nuovi agenti terapeutici
nelle neoplasie del sangue.
Dopo un periodo all’Istituto tumori
Fondazione Pascale di Napoli e poi all’Istituto nazionale tumori di Milano, è tornato a Catanzaro. “A un certo punto” racconta “mi apparve chiaro che dovevo partire per approfondire le mie conoscenze
sui tumori ereditari, in un’ottica di personalizzazione dei trattamenti. Infatti, identificando le caratteristiche genetiche che
predispongono alla malattia è possibile
predire i diversi profili di risposta ai trattamenti”. Questo interesse nasce dalla
realtà calabrese, dove le patologie ereditarie sono più numerose che altrove.
Pierfrancesco Tassone si interessa
anche di microambiente cellulare. “Finora si sono puntati i riflettori sulla cellula
cancerosa; ora va analizzato il ruolo del
microambiente che la ospita, per capire
come questo la influenzi e in che
modo ne venga a
sua volta modificato. Scoprire questi
meccanismi ci aiuterebbe a scardinare
la complessa rete di
interazioni tra cellule sane e neoplastiche”. Un modello interessante, paradigmatico, è costituito dal mieloma multiplo, neoplasia del sangue caratterizzata da
un’infiltrazione del midollo osseo da
parte di plasmacellule monoclonali. Al
Dana Farber Cancer Center di New York
Tassone ha lavorato alla creazione e valutazione di modelli preclinici in vivo per lo
sviluppo di nuovi trattamenti. “Alcuni dei
farmaci sui quali abbiamo lavorato al
Dana Farber sono oggi in fase di sperimentazione clinica avanzata”.
di comunicazione tra la ricerca e la clinica e permettono un rapido trasferimento
di uomini e di conoscenze per il miglioramento della vita del paziente. In pochi
minuti, infatti, passiamo da un edificio
all’altro, attraverso questi corridoi a cielo
aperto: dai laboratori di biologia molecolare e dai moderni strumenti nanotecnologici, al day hospital e al reparto con i
degenti. Il clima che si respira è più che
cordiale, quasi fraterno. Il Tassone medico è un uomo generoso, motiva i suoi collaboratori e accudisce i suoi pazienti, che
gli dimostrano affetto e riconoscenza.
“Buongiorno dottore, mi devo complimentare con lei per la bravura e la professionalità di tutti i suoi colleghi. Bravi.
Bravi” sono le parole spontanee che ci accolgono in corsia.
I suoi colleghi
sono per lo più giovani e calabresi. “È
la Calabria giovane,
energica, che non si
scoraggia e vuole
reagire” dice commosso. Il suo centro è già polo di attrazione per i malati oncologici delle aree circostanti. “Abbiamo l’obbligo morale di fare
qualcosa per questa terra e per l’Italia intera. Ora abbiamo gli strumenti e, grazie
ad AIRC, guidiamo un progetto ambizioso. Intendiamo curare malattie gravi; vogliamo essere degni della fiducia che gli
italiani hanno riposto in noi, devolvendo
ad AIRC il loro 5 per mille”.
Il progetto sulla leucemia linfatica
acuta e sul mieloma multiplo coinvolge
anche gli atenei di Ferrara, Milano, Torino, Genova, Roma, Cosenza e Catanzaro e
vede uniti in un’impresa comune esperti
delle due patologie, di target tumorali, di
modelli preclinici e di microRNA. “Utilizzando le conoscenze già in nostro possesso e le avanzate strategie nanotecnologiche che abbiamo anche qui a Germaneto,
in cinque anni contiamo di arrivare alla
prima fase di sperimentazione di nuovi
farmaci molecolari per le due neoplasie
del sangue” spiega Tassone.
I microRNA sono dei frammenti di
RNA in grado di regolare la trasmissione
delle informazioni, combinandosi con
l’RNA messaggero da cui verrà sintetizzata la proteina specifica. Il loro ruolo nel
Un grande amore
per la sua terra
condiviso
con la moglie
Al letto del paziente
in pochi metri
Al campus di Germaneto, biologi molecolari, chimici, biotecnologi, oncologi,
medici e operatori sanitari lavorano in
stretta prossimità e ciò facilita l’integrazione dei saperi e la collaborazione tra figure dalle diverse competenze. L’architettura crea collegamenti per uno spazio
senza barriere che bene traduce l’idea
della ricerca traslazionale. Gli skywalk
tra gli edifici del campus, ponti sospesi
tra una struttura e l’altra, sono anche vie
“
IL FIORE
ALL’OCCHIELLO
DEL SUD
”
l campus Salvatore Venuta
dell’Università degli studi “Magna
Græcia” sorge alle porte di
Catanzaro, a pochi chilometri dal centro
cittadino, in località Germaneto, su
un’area di oltre 170 ettari, nella valle
del fiume Corace. Vi sono strutture
funzionali alle esigenze dell’intera
comunità accademica.
Gli edifici sono stati concepiti per
rendere immediato e continuo il flusso
di uomini e conoscenze. È sede di un
corso di laurea in medicina e chirurgia,
biotecnologia, ingegneria biomedica,
professioni sanitarie e farmacia, ma
anche di un policlinico universitario e
del centro oncologico d’eccellenza,
collegati mediante passerelle pedonali
che avvicinano ricerca di laboratorio,
didattica e assistenza clinica.
I
controllo e nel differenziamento cellulare li rende decisivi nella lotta al cancro.
“Oggi sappiamo che un’alterazione della
loro espressione è associata ad alcune
forme di cancro” continua Tassone. “Per
intervenire sui microRNA, e quindi agire
sui processi sregolati nel tumore (genesi
e morte cellulare), dobbiamo creare delle
nanoparticelle da spedire nel cuore della
cellula. A questo lavoreremo nei prossimi cinque anni. E i microRNA potrebbero avere applicazioni terapeutiche non
solo in oncologia”. I primi passi verso
questa rivoluzione si stanno compiendo,
anche grazie ad AIRC, qui nella Calabria
che funziona.