Alta Marmilla

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Alta Marmilla
IL PROTOTIPO CONDIVISO DELL’ALTA MARMILLA PER LA NASCITA DI una comunità che auto organizzandosi si internazionalizza. PRELIMINARE DI STRATEGIA
SARDEGNA _ ALTA MARMILLA
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1. IDEA GUIDA, VISIONE, FILIERA E PRINCIPALI INTERVENTI.
Il prototipo condiviso dell’Alta Marmilla per la nascita di una comunità che auto organizzandosi
s’internazionalizza.
LA PREMESSA Dal 1951 a oggi la popolazione e il tessuto
produttivo dell’Alta Marmilla si sono ridotti di
quasi la metà. I venti presidi territoriali
rischiano di scomparire, come si evince dal
recente studio, del 2013, realizzato dalla
Regione Sardegna: “Comuni in estinzione _
Gli scenari dello spopolamento in Sardegna”.
Oggi la popolazione insediata è composta di
10.062 abitanti.
Sono attive circa 900 unità produttive con
preponderanza nel settore agropastorale.
Se si escludono i comuni di Ales, Gonnosnò e
Usellus che detengono, seppur con grande
sofferenza, una struttura economica più
complessa, gli altri presidi fondano il
sostentamento
delle
proprie
comunità
insediate sull’agricoltura e l’allevamento. Da un punto di vista storico e pure economico, l’area
di riferimento si articola in due sotto insiemi distinti
ma che, globalmente nella struttura sociale,
rispondono a requisiti di omogeneità. Tra la regione
nord - orientale che trae origine “giudicale” dalla
Curatoria di Valenza, costituita da sette presidi e
quella sud - occidentale che comprende le Curatorie
di Parte Uselis, parzialmente di Parte Montis e di
Marmilla, costituita dagli altri tredici presidi, esistono
delle differenze storiche rimarcate anche dalle
relazioni policentriche instauratesi nel corso dei
secoli. La prima regione ammette e stabilisce, con
più frequenza, relazioni esterne con Oristano,
capoluogo e nodo intermodale del più ampio
territorio provinciale; la seconda regione ha relazioni
interne con il centro di Ales. Le relazioni storiche
rappresentano quelle invarianti cognitive di difficile
modificazione. Si può giungere a un nuovo ordine
territoriale solo attraverso un processo intriso di
condivisione e non come il risultato di automatismi
amministrativi o politici. E ciò è avvenuto, nel tempo, nelle relazioni tra i presidi di Gonnoscodina,
Morgongiori e Simala con il centro di Ales, soppiantando quello di Mogoro, esterno all’area.
L’IDEA GUIDA
Il “paesaggio culturale” rappresenta l’unicità del territorio: è il prodotto delle risorse, delle attività
umane e delle trasformazioni dell’assetto sociale-relazionale. I paesaggi urbani, costituiti da venti
villaggi riqualificati, sono testimonianza unica e invariata del ripopolamento dopo l’anno mille del
territorio sardo. I paesaggi archeologici, fortemente identitari, possiedono nel proprio dominio il più
grande giacimento del Mediterraneo di ossidiana, il vetro vulcanico che spiega la nascita e lo sviluppo
della civiltà sarda dal V millennio a.C. a oggi. I paesaggi agrari sono vari, rugosi, intatti, ampi, biodiversi
e favoriscono, attraverso una valorizzazione concreta delle terre civiche, nuovi insediamenti. I paesaggi
naturali, di estremo valore, nel dominio del Monte Arci, delle Giare e del Grighini, rappresentano
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ecosistemi immutati. La coscienza del luogo è viva nella percezione collettiva e proprio perché
riconosciuto dalla popolazione insediata, il “paesaggio” è protetto: “è un museo fuori dai musei”. Ha
rappresentato, ma ancora è oggi fonte primaria di economia; è incontro sociale - festa - gioco; è
benessere - salute; è circolazione – cooperazione - reciprocità; è apprendimento collettivo.
Questo enorme giacimento culturale non ha però condotto a uno sviluppo territoriale perché le risorse
materiali e immateriali, dal forte potenziale per la loro peculiarità a livello regionale o nazionale, non
sono state al centro di processi di valorizzazione. L’interazione tra centri di competenza (istituzioni,
scuole, musei, biblioteche, archivi, centri di educazione ambientale, centri di aggregazione sociale,
centri dell’innovazione giovanile, centri di ricerca), abitanti e operatori economici non è infatti avvenuta
al punto da generare nuove opportunità di lavoro.
Le risorse latenti, la circolazione e l’organizzazione delle conoscenze possono fornire un nuovo menù
di opportunità lavorative valido principalmente per le giovani generazioni.
Con la Strategia Nazionale Aree Interne, il territorio vuol dare ai giovani la possibilità di studiare,
insieme agli abitanti del territorio, per valorizzare le potenzialità latenti del paesaggio culturale, che
sono rappresentate sia dalle materie prime e da quelle trasformate, sia da tutte quelle manifestazioni
materiali e immateriali leggibili, che possono rendere il territorio diverso dagli altri per processi
innovativi e rafforzamento del capitale intellettuale:
- Il patrimonio archeologico, diffuso in tutto il territorio e spesso all’interno dei fondi aziendali, non
trova eguali, nel panorama regionale, per densità e specificità dei monumenti presenti. E’ già oggi
oggetto di programmi culturali innovativi di contaminazione con le arti.
- Il patrimonio forestale e le terre civiche, il 40% della superficie dell’area, sono l’oro verde
dell’Alta Marmilla, sul quale sperimentare nuove attività lavorative o l’incremento delle storiche
agro-silvo-pastorali.
- L'ossidiana del Monte Arci è icona, è identità territoriale, è risorsa primaria capace di attrarre per
le sue qualità mineralogiche e i suoi legami con la tradizione artigianale di tutta la Sardegna.
Insieme alla perlite, il caolino, la trachite, l’argilla, il tufo e le marne può essere al centro dei
processi innovativi per l’apprendimento e il lavoro.
La scuola e la sanità devono diventare speciali e innovative, attraverso interventi programmati con
riferimento alle soluzioni individuate per il mercato e il lavoro.
Il capitale relazionale e intellettuale si rafforza; la ricerca applicata favorisce processi e prodotti
territoriali di eccellenza; l’innovazione valorizza le potenzialità latenti del paesaggio culturale (materie
prime, competenze/network dei soggetti rilevanti e patrimonio immobiliare) e l’alta qualità della vita
trattiene e attrae investitori - nuovi residenti.
L’Alta Marmilla, grazie alla SNAI costruisce un sistema territoriale, sotto la guida dell’Unione dei
Comuni, con una nuova identità consapevole delle opportunità presenti sul territorio, della necessità di
sfruttarle collettivamente e nel rispetto degli ecosistemi.
LA VISIONE.
PAESAGGIOCULTURALE RETId’APPRENDIMENTO + LAVORO
INNOVAZIONE-BENESSERE
L’Unione dei Comuni ha il compito di promuovere innanzitutto una nuova identità territoriale,
accompagnando il superamento dei particolarismi dei singoli presidi. Inoltre, dovrà guidare il processo
di riorganizzazione del sistema di apprendimento, di specializzazione dei servizi socio-sanitari
attraverso il Piano Locale Unitario di Servizi alla persona dedicato all’Alta Marmilla, di coordinamento
dei servizi alla mobilità da, entro e verso il territorio, di valorizzazione delle terre civiche e di
riorganizzazione fondiaria.
Il tessuto produttivo locale beneficia di un nuovo rapporto diretto con il sistema di apprendimento, con
la possibilità di attivare delle relazioni stabili con il sistema regionale della ricerca. Pertanto, è posto al
centro di un sistema territoriale aperto in cui non è praticabile l’autoreferenzialità, ma l’innovazione e la
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contaminazione con talenti e conoscenze attratte dall'attivazione e dal consolidamento dei network che
alcuni soggetti rilevanti metteranno nella disponibilità del territorio, sviluppando insieme ad esso il
potenziale fino ad ora inespresso. Le aziende diventano esse stesse, centro di competenza, di cultura e
risposta ai disagi sociali e talvolta sanitari.
La sperimentazione di un processo di partecipazione, condivisione e co-progettazione,
fondamentale per rafforzare l’identità territoriale, ha rinsaldato la consapevolezza da parte di tutti gli
attori della necessità di “fare sistema”, di condividere esperienze e conoscenze, concetto ribadito,
durante la presentazione della Strategia Nazionale Aree Interne, da parte dei circa 200 consiglieri
comunali riuniti in plenaria all’Unione dei Comuni.
Questa visione del territorio è emersa a seguito di un ben calibrato e diffuso processo che è stato svolto
nei mesi scorsi, che ha interessato circa 400 persone, tra soggetti rilevanti, cittadini e soggetti
rappresentativi. Processo che ha restituito approfondimenti e suggestioni rispetto alla bozza di
strategia, la cui approfondita analisi dei bisogni e delle possibili soluzioni, in questo documento
preliminare appare confermata in tutte le sue linee d’indirizzo. Gli approfondimenti, numerosi, si sono
susseguiti attraverso metodologie e strumenti partecipativi differenti.
Il risultato interessante di questo processo partecipato di condivisione per la costruzione del prototipo
dell’Alta Marmilla è che molte “visioni”, ad esempio, sui nuovi modelli scolastici (sia organizzativi, sia
didattici e di apprendimento) da attuare siano pervenute dagli approfondimenti fatti su sanità, mobilità e
sviluppo. E’ stato interessante vedere in questi mesi come il medico abbia affrontato il tema della scuola
e dello sviluppo, come la professoressa quello relativo la sanità e il mondo del lavoro, come la
cooperativa agricola si sia lasciata contagiare da questo procedere, solo apparentemente caotico per
l’interdipendenza dei temi, parlando di cure e di didattica con l’attività in azienda.
Altro elemento che è stato testato, attraverso l’azione di scouting e di condivisione, è che il territorio si
presenta con una forte progettualità di integrazione tra settori produttivi.
I progetti in corso e in parte terminati, come quelli presentati dal Consorzio Due Giare, dal Consorzio
Parco Monte Arci, dal Consorzio Sa Perda Idocca e dal Gal Marmilla, hanno evidenziato gli effetti
positivi della sperimentazione di nuove opzioni di diversificazione e multifattorialità, per le aziende
innovative nei settori economici presenti che, in pochi anni, sembrano aver migliorato nello scambio e
nell’apertura a nuove integrazioni.
Il processo di scouting e approfondimento si è svolto attraverso ventidue incontri con gli attori in grado
di dare gambe alla strategia.
LA FILIERA.
Il superamento della frammentarietà del territorio negli assetti sociali e relazionali, attraverso interventi
su scuola e su sanità per il mercato del lavoro, rappresenta il metodo e contiene la filiera cognitiva per
costruire il prototipo e dare attuazione alla strategia. Il metodo da utilizzare è quello per il quale
l’integrazione sinergica tra sistema di apprendimento, di cura e sistema produttivo avviene fuori dal
rispettivo presidio.
Si pensa così di realizzare un nuovo tipo di benessere, più responsabile, meno legato a pratiche
individualistiche, favorito dall’incontro tra tutti gli attori che si aprono alle nuove idee provenienti
dall’esterno.
Si tratta in sostanza di costruire una filiera della conoscenza, che per natura propria è continuamente
modificabile, ma di cui sono note le basi: le potenzialità latenti del paesaggio culturale dell’Alta
Marmilla. Queste potenzialità sono molteplici ma diverse rispetto a qualsiasi altro territorio e di volta
in volta possono essere utilizzate dalla scuola, dal sistema di cura e dal mercato del lavoro
sperimentando interventi capaci di creare sinergie e soprattutto nuove opportunità di lavoro e nuove
residenze.
Per creare nuovo lavoro e nuove residenze attraverso alcuni degli interventi sulla scuola e anche sul
sistema sanitario si è pensato a una rete di apprendimento sulla sana alimentazione. Le rilevazioni
qualitative alla base di questa scelta, sono mosse dalla chiara possibilità di potenziare il mercato del
settore primario. Ma i dati parlano pure di crescita, su base regionale, del numero di diabetici infantili e,
su base locale, di aumento dell’obesità rilevabile già dai primi anni della scuola primaria, spesso
collegata anche all’area allergologica. Non esiste nel panorama regionale un centro di eccellenza per i
disturbi da scorretti comportamenti alimentari. L’interesse al cibo sano è un trend in crescita anche nel
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territorio, rilevabile nei consumi di prodotti di prossimità attraverso la rete commerciale esistente o in
regime di autoconsumo e di baratto/dono.
Per aumentare le competenze e gli stimoli degli studenti si realizzano laboratori didattici in azienda, si
utilizzano gli stessi prodotti agricoli nelle mense scolastiche, limitando i disturbi da comportamento
alimentare dei giovani e riducendo le spese sanitarie connesse. Questo sistema facilita un aumento
delle produzioni, apre le aziende a scambi con il sistema scolastico, richiama nuove professionalità per
la gestione dei laboratori didattici e anche per il “connesso” centro per i disturbi del comportamento
alimentare, specializza il territorio e attrae nuove residenze.
Anche sul sistema produttivo l'azione si caratterizza per una forte spinta all'innovazione e per
l'attivazione e il rafforzamento delle reti territoriali, affinché le emergenze produttive tradizionali, quelle
culturali e creative diventino un fattore di attrattività e competitività del territorio, che lo rendano
identificabile all'esterno.
La creazione di spazi fisici e virtuali, come l'"Ecosistema di innovazione rurale" (RUraLAB), l'attivazione
di network che alimentano il circuito di conoscenze e competenze interno/esterno alla comunità, si
nutrono di un nuovo modo di esprimere la ruralità: la cross fertilisation tra le risorse materiali e
immateriali del territorio, agisce sullo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e per l'introduzione di
innovazione nei processi dei settori tradizionali.
Il consolidamento e la crescita competitiva delle imprese esistenti, insieme all'avvio di nuovi progetti di
impresa ad alto potenziale di innovazione e creatività, non solo garantiscono la diffusione della cultura,
dei servizi e dei prodotti "identitari", ma offrono anche nuove opportunità di occupazione e, quindi, di
sviluppo.
PRINCIPALI INTERVENTI
Per favorire l’attrattività del territorio e la nuova residenza, si prevedono due classi d’interventi con il
fine di potenziare:
 il capitale relazionale (reti, comunicazione e logistica)
 il capitale intellettuale (esperienza, conoscenza, formazione, ricerca, istruzione) SC) SCUOLA E FORMAZIONE: COMUNITA’ DI APPRENDIMENTO.
Il potenziamento del capitale relazionale e del capitale intellettuale determineranno la coesione e la
crescita di una comunità che apprende, sperimentando un processo di life long learning attraverso:
1. Una “buona scuola” in ogni ordine e grado;
2. Un indirizzo dell’istituto superiore più aderente alle specificità territoriali;
3. Un sistema formativo extra didattico diffuso nel territorio;
4. Una popolazione più colta e più consapevole.
La strategia e il ruolo assegnato alle politiche per l'istruzione e l’apprendimento, considerati centrali dal
territorio nell'ambito della lotta allo spopolamento, in un orizzonte temporale di medio termine, sono
stati ampiamente discussi e condivisi sia all’interno dell’assemblea dei sindaci dell’Unione dei Comuni,
sia all’interno degli organismi scolastici (collegio dei docenti) dell’istituto comprensivo di Ales.
Gli interventi individuati immaginano una scuola nuova, aperta, inclusiva, che non lasci nessuno
indietro, rinnovata nella didattica e negli spazi. La scuola diventa così un pilastro del territorio e si pone
al centro delle politiche innovative per la salute e il lavoro.
SC1) L’organizzazione della scuola negli spazi, nelle dotazioni, nella didattica.
Il territorio ha intenzione di riorganizzare i plessi scolastici della scuola primaria e secondaria di I grado
con un ulteriore accorpamento, ribadendo una maturità avanzata dal territorio che già nel 1998 ha
anticipato i piani di ridimensionamento scolastico di regola superiore, con un primo processo di
razionalizzazione.
La riorganizzazione avviene mantenendo il polo di Ales e realizzando un altro polo che recupera gli
spazi scolastici nel comune di Usellus, per favorire le relazioni e ridurre le distanze, con i rioni dell’Alta
Marmilla ultra periferici (Assolo, Asuni, Mogorella, Nureci, Ruinas, Senis e Villa Sant’Antonio).
Il plesso di Ales oggi ospita 300 allievi della primaria e secondaria provenienti da sette comuni (Ales,
Curcuris, Gonnoscodina, Morgongiori, Pau, Simala e Villa Verde) e, tramite il progetto regionale Iscol@
è beneficiario di risorse, per l’adeguamento degli spazi che diventano, così, in grado di accogliere le
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innovazioni sul piano pedagogico e della didattica.
Il plesso di Usellus, sul quale convergeranno gli altri 300 allievi dei rimanenti tredici comuni, necessita
di risorse per l'adeguamento delle strutture in linea con la filosofia di progettazione del modello Iscol@
Le strutture scolastiche verranno, dunque, ripensate alla luce dei nuovi modelli didattici, con spazi ampi
e flessibili, laboratori di istituto in un’ottica di rete e la realizzazione di un teatro. Si procederà alla
definizione di un protocollo d’intesa con l'Agenzia specializzata CasaClima della Provincia Autonoma di
Trento e Bolzano per certificare, con gli interventi previsti nell’adeguamento dei due plessi scolastici, le
prime due scuole sarde in classe GOLD e NATURE.
SC2) L’offerta formativa della nuova scuola.
La formazione degli allievi, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, sarà strutturata
attraverso l’utilizzo di una didattica innovativa, di un modello partecipativo, collaborativo, laboratoriale,
con particolare attenzione alla didattica nell'insegnamento delle materie dell'area linguistica e
matematico – scientifica per le competenze di base. Particolare interesse destano i modelli della
“Didattica Attiva - imparare facendo”; delle “Intelligenze multiple”; del “Tutoring”; dell'”Ascolto Attivo”;
“dell'Apprendimento collaborativo”. E’ stato effettuato un approfondimento sulle proposte della sezione
di Indire “Avanguardie Educative”, con interesse, da parte del collegio dei docenti, per alcune delle
progettualità contenute, che potrebbero essere inserite da subito, almeno in modalità sperimentale
(flipped classroom), all’interno del piano pedagogico dell’istituto comprensivo.
Istruzione secondaria di secondo grado
Se si analizzano le iscrizioni alla scuola secondaria superiore dei licenziati dell’istituto comprensivo,
diventa molto chiara l’inadeguatezza dell’indirizzo scolastico offerto dall’istituto d’istruzione secondaria
di secondo grado di Ales, l'Isituto Tecnico Industriale, che attrae solo sei giovani locali. Nell’anno
scolastico appena iniziato non ci sono allievi di genere femminile ed è sempre più frequente la
necessità del ricorso ai BES. L’anno scolastico in corso ha, di contro, registrato l’iscrizione
all’Agrario/Alberghiero di Oristano, capoluogo di provincia, di circa trenta ragazzi provenienti dai comuni
dell’Alta Marmilla che sarebbero stati sufficienti a costituire nell’istituto superiore di Ales due sezioni di
1^ classe.
Si sente, dunque, l'esigenza di un nuovo indirizzo formativo correlato al territorio e alle sue produzioni
storiche, che però permetta di generare nuove economie legate ai prodotti materiali del paesaggio
culturale dell’Alta Marmilla, assunto come archetipo di nuove contaminazioni e creatività.
L’ipotesi da svilupparsi con la tempistica legata al dimensionamento della rete scolastica prevede, per
l'Istituto Superiore di Ales, l'istituzione di un nuovo indirizzo, coerente con la strategia d'area, che vada
ad affiancare quello esistente, affidandone la Dirigenza all'Istituto Comprensivo di Ales. L’indirizzo
delineato è quello di un istituto agrario sperimentale super moderno, secondo i dettami dell’art. 28 della
legge 107/2015, che non esiste nel panorama formativo nazionale. Il biennio di base contempla
discipline come la botanica, la zootecnia, l’alimentazione, la biodiversità, la storia e la cultura del
territorio, ma anche il marketing, il packaging, il web design, la modellazione 3D. Il triennio sperimentale
prevede il collegamento diretto tra produzioni del paesaggio culturale e il design, con continui stage
all’esterno della scuola, per la contaminazione tra servizi formativi e processi produttivi. E’ un istituto in
cui la componente agro – silvo - pastorale diventa elemento centrale di studio, insieme al paesaggio e
ai processi di trasformazione, commercializzazione e promozione. La sinergia con il Living Lab (si veda
il paragrafo sullo sviluppo) diventa un altro elemento di forte innovazione per la possibilità di
accrescimento delle competenze degli studenti e per la creazione di nuova occupazione. La novità nel
panorama regionale di un’offerta formativa con queste caratteristiche, se ben promossa, sarebbe
motivo di attrazione soprattutto dall’esterno del territorio.
Centro di educazione permanente.
Un’ultima azione riconducibile al sistema di apprendimento dell’Alta Marmilla, emersa durante gli
approfondimenti, è la realizzazione di un centro di educazione permanente in presenza o telematica.
Il centro di educazione permanente è una risposta al basso livello d’istruzione della popolazione adulta
e alla necessità di una formazione continua dei lavoratori e del tessuto produttivo locale, vista la
distanza dai centri formativi non compatibile con i tempi lavorativi. Il Centro di educazione permanente
rivestirebbe, inoltre, un ruolo importante per il recupero sociale dei meno giovani dell’Alta Marmilla,
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considerati come soggetti portatori di esperienze e competenze.
Nel centro saranno attivati percorsi di recupero rivolti all’ottenimento del diploma di scuola secondaria
di primo grado, del biennio della secondaria di secondo grado, offrirà la possibilità di conseguire il
diploma di scuola secondaria di secondo grado e, più in generale ospiterà e coordinerà, uniformandosi
ai criteri FSE, azioni formative legate all’accrescimento delle competenze della forza lavoro per
l’inserimento o il reinserimento lavorativo, con percorsi relativi a competenze per l’innovazione delle
imprese, per la green e blue economy, per gli addetti a servizi socio-sanitari.
Con delibera del 30 settembre 2015, in sede di piano comunale di razionalizzazione degli edifici
scolastici e individuazione dei poli di erogazione, l’assemblea l’Unione individuava quale primo centro
per l’educazione permanente l’edificio messo a disposizione dal Comune di Asuni. Dal punto di vista
degli investimenti non risultano necessarie risorse per strutture, ma solo risorse per la riqualificazione
energetica, l’adeguamento alle norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche e le necessarie
dotazioni strumentali per l’organizzazione del servizio.
SC3) Formazione dei docenti
Un intervento d’innovazione profonda nel piano pedagogico dell’istituto comprensivo di Ales e nel
costituendo polo di Usellus, non può che passare anche attraverso la rivisitazione del rapporto tra
docenti e alunni, in un contesto didattico che entri maggiormente in sintonia con i ragazzi, le proprie
famiglie, il territorio, la realtà globale di un mondo in continuo cambiamento.
Si intende focalizzare l’aggiornamento e la formazione del corpo docente di ogni ordine e grado su:
nuovi metodi per l’apprendimento, lingue straniere, materie scientifiche, competenze digitali, anche
attraverso scuole estive e stage all’estero. La formazione e l'aggiornamento dovranno riguardare anche
il corpo docente che si occuperà della formazione della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64
anni.
Il percorso di formazione deve essere costruito in una prospettiva di un intero anno scolastico, deve
essere obbligatorio e incentivato, e allargato, almeno per alcuni temi, anche alla componente
genitoriale. Si pensa che questa azione potrà incidere positivamente sulla riduzione del fallimento
formativo e il miglioramento delle competenze chiave degli allievi, dunque sulla dispersione scolastica.
SC4) Il potenziamento degli organici e la permanenza dei docenti.
Si ritiene fondamentale il potenziamento dell’organico docente e A.T.A. (con particolare riferimento alle
attività di recupero - B.E.S. – Scuole aperte, organizzazione uffici). Il potenziamento deve tener conto
anche delle necessarie figure tecniche/specialistiche che si occupino dei laboratori, delle dotazioni
tecnologiche, del patrimonio librario e delle esperienze da svolgere nel sistema museale locale, anche
in collaborazione con gli enti locali. L’aumento dell’organico è direttamente collegato all’aumento del
tempo scuola e al potenziamento del curricolo.
L'intervento prevede la possibilità, anche attraverso la presenza di esperti esterni, di realizzare percorsi
progettuali attinenti alla strategia d'area, con l'obiettivo di migliorare le competenze degli studenti, di
incrementare il livello d’impegno, la partecipazione, il gradimento delle attività scolastiche e di rafforzare
il legame con il territorio in una ottica “g-locale”. Alcune delle attività laboratoriali, come sarà proposto
per le attività di formazione dei docenti, potrebbero essere proficuamente allargate anche alla
componente genitoriale.
L’obbligo normativo del rapporto minimo triennale dei docenti con gli istituti scolastici, solo in parte
supplisce al fenomeno dilagante di scarsa permanenza degli insegnanti in Alta Marmilla. Si ritiene che
la disponibilità di spazi abitativi, attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico in disuso, possa creare un
ulteriore incentivo, insieme ad altre forme d’incentivazione contrattuale.
L’opzione del tempo prolungato, direttamente collegata al potenziamento del personale docente e ATA,
consentirà, inoltre, l’attivazione di percorsi formativi e progetti didattici in azienda o all’aperto con
collaborazioni tra scuola e attività economiche interne ed esterne al territorio, nell’ottica di potenziare le
competenze specifiche sul territorio, diretto collegamento alla strategia d’area e alle politiche sul lavoro.
L’attenzione sarà rivolta anche a specifici percorsi di educazione alimentare e sulla dieta mediterranea.
Nell’ottica del potenziamento dell’organico, infine, si registra la necessità della costituzione di un ufficio
amministrativo idoneo, a supporto del dirigente, per governare i processi e le azioni che sono
individuate. Il supporto dovrà comprendere figure per le pratiche amministrativo-finanziarie, correlate
soprattutto alla formazione dei docenti e al programma di sperimentazione dei nuovi modelli didattici e
un ufficio di mediazione capace di regolare i conflitti scuola – famiglie.
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SC5) Orientamento e supporto ai disagi degli studenti.
L'utilizzo ricorrente ai BES, le frequenti manifestazioni di disturbi del comportamento, anche alimentare,
emersi durante la fase di scouting, hanno fatto emergere la necessità di insediare all’interno dei poli
scolastici un’equipe socio – psico – pedagogica. La presente azione punta a rendere presente, negli
Istituti, uno strumento a disposizione di insegnanti, famiglie, alunni, che risulti di immediata attivazione
e di “pronto intervento” in tutti quei casi nei quali emerga una situazione di forte disagio, individuale o di
classe, di fronte ai quali le dinamiche ordinarie scuola / famiglia non siano sufficienti ad individuare la
strategia per affrontare il problema.
L'equipe avrà anche il compito di costruire percorsi di orientamento (di lunga durata, e non limitata ai
due mesi precedenti le iscrizioni) che siano capaci di rendere meno aleatoria la scelta dell'indirizzo
della scuola secondaria di secondo grado da parte di quanti escono dalla terza classe del livello
inferiore (Orientando). L'equipe dovrebbe essere costituita da un sociologo, un pedagogista e un
psicologo.
Per la trasversalità tra cura o prevenzione alla cura dei disturbi del comportamento alimentare l‘equipe
avrà al suo interno anche un dietista, un nutrizionista e un esperto in attività motorie. L’obiettivo è quello
di ridurre il numero di bambini/ragazzi con disturbi del comportamento alimentare e a rischio di diabete
infantile e obesità.
Concretizza, insieme alla gestione delle mense scolastiche con produzioni locali e all’utilizzo delle
aziende agricole come centri didattici sul paesaggio, la filiera che collega la scuola con il lavoro e la
salute.
L’attivazione del servizio di mensa scolastica, in capo all’Unione dei Comuni da ormai un decennio, con
pasti che utilizzino produzioni agro – alimentari locali, ha sempre incontrato difficoltà da parte delle
imprese di gestione per inadeguatezza del mercato locale.
In realtà tale difficoltà è causata più dalla debolezza della rete commerciale locale e dalla discontinuità
delle forniture, piuttosto che dalla quantità di prodotto esistente nel mercato locale se riferito soprattutto
a verdure, olio, carni, formaggi, pasta, ravioli, pane, uova. Si ritiene che, attraverso l’istituzione di un
albo di produttori agroalimentari per la fornitura di qualità alla ristorazione scolastica, tali ostacoli
possano essere superati, ancor più se l’utilizzo di produzioni biologiche certificabili e una corretta
educazione alimentare diventano gli elementi che qualificano l’offerta in sede di appalto di gestione.
Tale azione rappresenta anche la chiave per rafforzare il tempo pieno e promuovere quelle azioni, già
descritte, volte al potenziamento del curriculo degli allievi.
SC6) L’indicatore di apatia.
Dagli approfondimenti è emerso che i dati sulla dispersione scolastica, non rilevanti in termini di
abbandono, divengono preoccupanti in termini d’insuccesso, di poco interesse e di scarso profitto degli
studenti. E’ stato inoltre rilevato chiaramente un disagio nella difficoltà di relazione tra coetanei e
intergenerazionale, anche con riferimento alla carenza nel territorio di luoghi per l’aggregazione, lo
scambio e il confronto giovanile. Il territorio ritiene promuovere con l’ausilio dell’organico del MIUR e
delle migliori professionalità del settore, un’azione-ricerca capace di definire un nuovo appropriato
indicatore di apatia, nei termini in cui lo studio sia in grado di definire, ante e post attuazione della
SNAI, il miglioramento nel profitto, la diminuzione di disturbi comportamentali e la capacità di relazione.
RISULTATI ATTESI
10.1.
Riduzione del
fallimento formativo
precoce e della
dispersione
scolastica formativa.
INDICATORE MONITORAGGIO
Numero di abbandoni in
percentuale sul totale degli
iscritti al primo anno delle scuole
secondarie superiori.
INTERVENTI - AZIONI
10.1.1. PRONTO SOCCORSO SCOLASTICO. Attivazione nell’unico
istituto superiore dell’Alta Marmilla di un intervento di sostegno per le
scienze e la matematica. Istituzione di unità socio-psico-pedagogica,
permanente per la prevenzione della fragilità, del disagio, tra cui anche
disabilità motorie per ogni ordine e grado formativo.
10.1.4. FORM(INNOV)AZIONE 1. Formazione di docenti e formatori,
incentivata e resa obbligatoria, anche su approcci innovativi che si rivolge
a modelli partecipativi, collaborativi, laboratoriali con particolare attenzione
all’area linguistica e matematico – scientifica.
10.1.5. FUORI_SCUOLA 1. Stage internazionali, laboratori e percorsi
migliorativi per le transizioni istruzione/formazione/lavoro nei campi della
biodiversità, della cittadinanza attiva, dei servizi alla persona e del
marketing e per l’apprendimento della lingua inglese.
10.1.6. ORIENTANDO. Istituzione di unità socio-psico-pedagogica,
permanente per l’orientamento ai percorsi formativi non limitato ai due
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10.2.
Miglioramento delle
competenze chiave
degli allievi
10.3.
Innalzamento del
livello di istruzione
della popolazione
adulta.
Numero di risposte corrette sul
totale delle risposte / Radice
quadrata della media aritmetica
dei quadrati delle differenze fra i
risultati degli alunni e la loro
media aritmetica
(Italiano e matematica) V
primaria, III secondaria di I
grado e II secondaria di II grado)
Popolazione 25-64 che
frequenta un corso di studio o di
formazione professionale in
percentuale sulla popolazione
della stessa classe di età.
10.4.
Accrescimento delle
competenze della
forza lavoro e
agevolazione
dell’inserimento
lavorativo.
Numero di disoccupati e inattivi
che partecipano ad iniziative
formative finalizzate
all’aggiornamento delle
competenze professionali
nonché all’acquisizione di
qualificazioni in % sul totale.
10.7.
Aumento della
propensione dei
giovani a permanere
nei contesti formativi
e miglioramento
della fruibilità degli
ambienti scolastici
N° medio di alunni per scuola
N° di classi con numerosità
inferiore a 15 sul numero totale
delle classi
N° di classi funzionanti a 40 h
sul tot.
(indicatore ogni ordine e grado)
Quota di docenti a tempo
determinato sul totale.
(indicatore ogni ordine e grado)
10.8.
Diffusione della
società della
conoscenza nel
mondo della scuola
e della formazione e
adozione di approcci
didattici innovativi.
Numero di alunni su numero di
nuove tecnologie.
mesi precedenti l’iscrizione ma senza soluzione di continuità durante il
ciclo scolastico.
10.1.7. DENTRO_SCUOLA 1. Attivazione di un nuovo indirizzo della
scuola secondaria superiore sulla biodiversità (botanica, zootecnia,
alimentazione, nutrizione e marketing) e azioni comunicative correlate.
10.1.8. APATIA. Azioni di monitoraggio e ricerca sull’abbandono
scolastico con riferimento ai contesti socio-culturali ed economici. Calcolo
dell’indicatore di apatia.
N.A.SC.2 A TAVOLA. Attivazione dei servizi mensa scolastica attraverso
la definizione di un albo dei fornitori locali e di un menù con produzioni di
prossimità.
10.2.1. FLIPPED. Azioni innovative e sperimentali nei modelli didattici
della scuola primaria e secondaria di Ales e Usellus.
10.2.2. CIVI(S)CUOLA 1. Realizzazione di azioni specifiche d’integrazione
e potenziamento nel ciclo primario e secondario delle discipline di base
(italiano, matematica, scienze e nuove tecnologie), attraverso esperienze
interattive con il sistema diffuso di centri culturali e di apprendimento
territoriale.
10.2.4. FUORI_SCUOLA 2. Realizzazione di un piano di esperienza
formativa post – superiore di studio o di studio/lavoro per i licenziati più
meritevoli.
10.2.5. CIVI(S)CUOLA 2.
Azioni di percorsi formativi in aziende
innovative, per attività pratiche, laboratoriali volte a migliorare le
competenze trasversali con particolare attenzione alla diffusione della
cultura d’impresa in biodiversità, paesaggio e marketing.
10.2.6. FORM(INNOV)AZIONE 2. Formazione docenti, personale ATA,
staff e formatori per l’innovazione, gli apprendimenti individualizzati e sulle
metodologie di valutazione, attraverso scuole estive e incentivi per stage
all’esterno (Paesi nordici, Francia e Germania).
10.3.5. FUORI_SCUOLA 3. Realizzazione centro per l’educazione
permanente, attraverso il riuso di sedi scolastiche in disuso per attività
didattiche in presenza o telematiche per tutti gli ordini della secondaria,
universitaria e professionale. Saranno privilegiati localizzazioni su aree
dove non sono presenti altri presidi scolastici e saranno privilegiati i temi
correlati alla biodiversità del territorio, ai sistemi agro pastorali e al
marketing. E’ prevista anche la formazione dei docenti e del personale di
supporto per l’innovazione dei metodi didattici e gli apprendimenti anche
individualizzati per la motivazione e il coinvolgimento.
10.4.1. FORM(INNOV)AZIONE 3. Interventi formativi (anche a domanda
individuale) strettamente collegate alle esigenze d’inserimento e
reinserimento lavorativo, propriamente indirizzati a target maggiormente
sensibili e alle iniziative di formazione specialistica (green e blue economy,
servizi alla persona, servizi socio-sanitari) e per l’imprenditorialità. Percorsi
formativi connessi al rilascio di qualificazioni e corredati dove appropriato
di orientamento.
10.7.1. ISCOLA 1. Interventi infrastrutturali per la riqualificazione degli
spazi e per l’innovazione tecnologica nel polo scolastico di Ales con
risorse provenienti dal programma regionale iscol@ e per i nuovi modelli
formativi, all’efficienza e certificazione energetica, all’attrattività,
all’accessibilità, all’innovatività negli elementi costruttivi e negli arredi.
10.7.1. ISCOLA 2. Interventi infrastrutturali per la riqualificazione degli
spazi e per l’innovazione tecnologica nel polo scolastico di Usellus con
riferimento alle risorse della SNAI e per i nuovi modelli formativi,
all’efficienza e certificazione energetica, all’attrattività, all’accessibilità,
all’innovatività negli elementi costruttivi e negli arredi.
10.7.2. ISCOLA 3. Certificazione in classe NATURE delle scuole di Ales e
Usellus attraverso il protocollo Casa clima dell’Agenzia per l’Energia
dell’Alto Adige.
N.A.SC. DENTRO_SCUOLA 2. Azioni di incentivazione alla permanenza
dei docenti attraverso incentivi economici di tipo contrattuale e vantaggi
sulla residenzialità in loco.
10.8.1. ISCOLA 4. Interventi infrastrutturali per l’innovazione tecnologica
nei due poli scolastici e nell’istituto di scuola secondaria superiore di Ales e
nelle scuole dell’infanzia anche per la formazione e l’autoformazione degli
insegnanti
9
SA). LA CURA CREATIVA: COMUNITA’ IN SALUTE
I dati sanitari sulla popolazione insediata sono buoni, soprattutto per il numero di ospedalizzazioni e
non superano quelli dei centri urbani. Questo avviene perché il territorio svolge ancora, attraverso le
relazioni sociali presenti, un ruolo importante nella cura delle fasce più deboli. Gli interventi
sull’organizzazione e sul sistema sanitario dell’Alta Marmilla trovano specialità proprio nella capacità del
territorio di rafforzare queste reti di cura che agiscono più sulla prevenzione e sul riconoscimento
sociale, prima che sanitario.
Gli interventi, limitati e puntuali, non riguardano l’organizzazione diffusa dei plessi erogatori dei servizi
ma potenziano il centro poliambulatoriale unitario di Ales, che dovrà essere supportato da un efficiente
sistema di mobilità. Questo approccio, coerente con le linee nazionali e regionali, che richiede però
autonomia ed efficienza nell’organizzazione dei servizi di cura, può risolvere tutte le problematiche
correlate ai casi che non richiedono interventi di tipo ospedaliero.
La realizzazione di reti informali di cura si interseca anche con la scuola e in genere con i centri di
educazione, per quanto riguarda le necessarie correlazioni con l’alimentazione. Le azioni sulla sanità
trasversali alla scuola sono anche il potenziamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie a favore
degli studenti e delle rispettive famiglie, con riferimento esplicito al personale a disposizione della
neuropsichiatria infantile, assolutamente inadeguato. L’azione sulla sanità trasversale al mercato del
lavoro, riguarda la formazione e la qualificazione di nuove figure per l’offerta dei servizi socio-sanitari
rivolti alle fasce più deboli della popolazione (bambini e anziani).
Si ritiene, infine, che attraverso la possibilità aperta, in sede di approfondimento tematico,
dall'Assessorato Regionale di un PLUS (Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona) dedicato per
l’Alta Marmilla, rafforzando la governance istituzione dell’Unione dei Comuni, si produrrebbero effetti
risolutivi nella permanenza di attività di rete trasversali tra sanità, scuola e lavoro, nel dominio
dell’agricoltura sociale e della prevenzione dei problemi legati alla mancanza di educazione alimentare
e per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare.
Gli interventi previsti che tengono conto degli assetti organizzativi e della potenzialità di questa
dimensione sociale territoriale si suddividono in due categorie:
SA1) I diritti di cittadinanza per la salute.
Durante gli approfondimenti sul sistema sanitario territoriale si è ribadita la necessità di potenziare il
centro poliambulatoriale di Ales per la realizzazione di una Struttura Socio-Sanitaria Integrata,
accrescendo l’immagine di un polo sanitario unitario e rendendo attraente la permanenza e la nuova
residenza. Per la realizzazione della suddetta struttura è necessario chiarire che nel poliambulatorio di
Ales sono già presenti: i medici di base, le guardie mediche, gli specialisti convenzionati (allergologia,
cardiologia, diabetologia, endocrinologia, fisiatria, ginecologia, neurologia, neuropsichiatria,
odontoiatria, oculistica, otorinolaringoiatria, pediatria, radiologia, reumatologia) e gli operatori del 118,
per cui l’intervento riguarderebbe esclusivamente il potenziamento degli specialisti con riferimento alle
patologie senili, anche per la geriatria, per un centro dialisi e per le cure palliative, in coerenza con
la filiera cognitiva che gli anziani e i disagiati diventano risorse per il lavoro.
Anche per la dotazione di 20 posti letto, per il trattamento delle post acuzie non trattabili a domicilio,
non sono necessarie nuove dotazioni infrastrutturali, ma una semplice riorganizzazione e adeguamento
degli spazi già presenti nella disponibilità del poliambulatorio.1 Dai dati rilevati in altre regioni, il costo di
dei posti letto nella Struttura Socio-Sanitaria Integrata è pari a 75€, contro i 135€ della Residenza
Sanitaria Assistita e contro i 600€ dell’ospedale, nettamente inferiore a quello dell’ospedale al quale gli
utenti sono obbligati a fare spesso ricorso, anche nei casi in cui potrebbero invece essere assistiti dal
cosiddetto “ospedale degli infermieri”, con un risparmio notevole per il sistema sanitario regionale. Le
dotazioni sarebbero ancora una volta riconducibili a risorse umane: infermieri e OSS favorendo la
permanenza di nuove competenze nel territorio e nuova residenza.
1
Il poliambulatorio ospita anche la medicina del lavoro e l’unità veterinaria e una palestra purtroppo adibita a magazzino, mentre il
centro di salute mentale è localizzato in un altro stabile angusto e privo dei principali requisiti igienico sanitari, nella direttrice viaria
principale del centro di Ales. Sono inoltre nella proprietà della ASL, ma abbandonati, altri due edifici distaccati dal complesso
poliambulatoriale: l’ex casa famiglia (spazi per circa 400 mq. completamente arredati)e gli ex uffici amministrativi - Casa Scema (edificio
storico anche con decorazioni murali dei primi del secolo con spazi per circa 500 mq. ampi giardini esterni). 10
In virtù delle dotazioni esistenti, oltre a una rivisitazione generale in termini di adeguamento dei requisiti
generali delle infrastrutture dedicate, si ritiene necessaria una ridefinizione delle funzioni sanitarie o ad
esse similari. Gli spazi per la geriatria, l’equipe specialistica per le cure palliative il centro dialisi e i 20
posti letto sarebbero spazi ricavabili nell’attuale poliambulatorio, spostando le funzioni di veterinaria e
medicina del lavoro nell’edifico che ospita il Centro di Salute Mentale ubicato nella via centrale del
tessuto urbano. Il CSM troverebbe spazi nell’ex casa famiglia, in zona periurbana prospiciente il polo
scolastico e la sede dell’Unione dei Comuni.
Saranno attivate nella definizione della nuova Struttura socio-sanitaria Integrata azioni sperimentali di
telemedicina, da approfondire sulla base delle best practices realizzate in altre regioni italiane e
calibrate per le effettive esigenze territoriali. Il ruolo strategico delle nuove tecnologie in termini di
miglioramento, ad esempio, del rapporto medico, paziente, struttura ospedaliera - anche a distanza –
attraverso la sperimentazione di sistemi di health care, domotica salute e mobile healt, potrebbe
generare nuove opportunità di formazione e lavoro soprattutto per le nuove generazioni direttamente
collegate al sistema di apprendimento.
RISULTATI ATTESI
9.3.
Aumento e
qualificazione dei
servizi di cura socioeducativi e rivolti a
persone con
limitazioni
dell’autonomia e
potenziamento della
rete infrastrutturale e
dell’offerta di servizi.
INDICATORE MONITORAGGIO
% di anziani trattati in assistenza
domiciliare in % sul totale della
popolazione.
N. di prestazioni specialistiche
ambulatoriali.
% dei cittadini che hanno
usufruito di servizi di
telemedicina.
N. di cittadini che usufruiscono
in loco di terapie di dialisi.
INTERVENTI - AZIONI
9.3.7. Formazione nuove figure professionali per l’offerta dei servizi
socio-sanitari da rivolgere alle fasce più deboli di popolazione.
9.3.8./1 Trasformazione del poliambulatorio di Ales in Struttura
Socio-Sanitaria Integrata. Nel piano sarà garantita l’implementazione
di nuove tecnologie per la telemedicina, la riorganizzazione del
welfare di accesso e lo sviluppo di reti tra servizi e risorse del
territorio per favorire la non istituzionalizzazione della cura con
particolare riferimento a ritardare l’insorgenza di patologie senili, al ai
disturbi del comportamento alimentare e ai disagi mentali e sociali.
SA2) Le reti di cura per la sana alimentazione e l’innovazione.
Il parlamento italiano il 15 luglio 2014 approva la legge sull’agricoltura sociale estendendo alle aziende
un ruolo finalizzato a servizi sociali, socio–sanitari, educativi e d’inserimento socio-lavorativo. In Alta
Marmilla tali valori sono stati riscoperti e sperimentati con la costituzione di una rete territoriale di scopo
tra aziende, agenzie regionali per l’assistenza in agricoltura, Asl e Unione dei Comuni, attraverso un
finanziamento proveniente dai fondi FEASR 2007-2013 nell’ambito dell’approccio Leader, gestito dal
GAL Marmilla. L’intervento ha visto venti utenti del centro di salute mentale di Ales occuparsi anche di
pratiche aziendali innovative come la produzione di oli essenziali di elicriso, la costituzione di un orto
sinergico e di un orto dinamico, attivando confronti innovativi sulle produzioni anche con le aziende
ospitanti. Il risultato è stato che alcuni utenti hanno sospeso la cura farmacologica e che le aziende
hanno ritenuto estremamente positivo il percorso attivato, visto l’interesse per i processi innovativi. In
acuto la farmacologia ancora oggi pare l’unico rimedio, ma nei casi meno gravi l’esposizione lavorativa
in azienda agricola del paziente produce effetti rigeneranti sulla salute.
Il progetto è oggi in fase evolutiva attraverso la definizione di un prodotto correlato al cultivar storico
dell’olivo. Il gruppo di pazienti del Centro di salute Mentale di Ales infatti, coordinati dai tutor aziendali,
sono impegnati nella raccolta di adesioni da parte dei comuni e dei privati dell’Alta Marmilla, per la
concessione di alberi di ulivo. Si ritiene che il potenziamento di questa rete di agri-cura, potrebbe dare
una risposta anche in ambito di altre patologie, quali i disturbi del comportamento alimentare, sia della
fascia di popolazione in età scolastica (riducendo le possibilità d’insorgenza di diabete infantile e
obesità), sia della popolazione adulta. L’Alta Marmilla diviene territorio, centro di eccellenza, per il
trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e dei problemi di comportamento della
popolazione e, in particolare, dell'età evolutiva.
 Durante la fase di scouting sono infatti emerse: problematiche legate ai disturbi
comportamentali e relazionali dei giovani;
 Aumento dei casi di diabete, sovrappeso, obesità infantile e costanza dei casi in età evoluta;
 Disturbi gravi (anoressia, bulimia) trattati in centri nazionali, per la mancanza di un centro
specialistico sul territorio regionale, che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno
condotto a guarigioni permanenti.
11
Se la specializzazione del territorio nella costituzione di reti per la cura, ben organizzate e permanenti,
può definire un’immagine attraente dell’Alta Marmilla anche fuori dai confini nazionali, la realizzazione
di un Centro di eccellenza per i disturbi del comportamento alimentare è in grado di generare reti e
scambi con altri centri urbani sardi, favorendo interazioni anche con il nuovo modello di sviluppo. Si
ritiene che una specializzazione territoriale nella prevenzione e nella cura dei disturbi del
comportamento alimentare, attraverso la costituzione di un centro specialistico, com’è avvenuto in altre
regioni italiane, possa favorire l'attivazione di nuove semi residenze.
RISULTATI ATTESI
9.3.
Aumento e qualificazione dei servizi
di cura socio-educativi e dei servizi di
cura rivolti a persone con limitazioni
dell’autonomia e potenziamento della
rete infrastrutturale e dell’offerta.
INDICATORE MONITORAGGIO
% di pazienti trattati in percorsi
di agricoltura sociale in % sul
totale della popolazione.
% dei cittadini che hanno
usufruito di servizi del centro.
INTERVENTI - AZIONI
9.3.8./3 Attivazione di una rete permanente per
servizi socio-educativi e di cura nel dominio
dell’agricoltura sociale.
9.3.8./4 Realizzazione di un Centro di eccellenza per
i disturbi del comportamento alimentare da ubicare in
strutture in disuso in dotazione alla ASL.
AC). COMUNITA’ ACCESSIBILE.
Il territorio non possiede rete ferroviaria e tutto il trasporto avviene su gomma su un tessuto viario
principale di tipo provinciale e statale, spesso privo dei principali requisiti di sicurezza.
La struttura viaria principale è rappresentata da una dorsale, la SS442, che collega la SS 131 in
direzione ovest - est sino al territorio comunale di Asuni e la SP 46, trasversale rispetto alla prima, che
invece da Ales prosegue in direzione nord-sud sino al territorio comunale di Gonnoscodina.
AC.1. La gestione della mobilità.
La gestione del trasporto interno e verso/dai centri intermodali esterni al territorio, in virtù
dell’organizzazione centralizzata del sistema socio-sanitario e del nuovo modello di apprendimento e
d’istruzione, richiede una puntuale organizzazione e un coordinamento delle forme di mobilità presenti.
I servizi di trasporto attualmente esistenti, eserciti dall’azienda regionale ARST Spa, dovranno essere
rivisitati e riorganizzati in considerazione della nuova organizzazione dei plessi scolastici e della
Struttura Socio-Sanitaria Integrata di Ales. Essi saranno dimensionati funzionalmente alle mutate
esigenze di mobilità del territorio, attraverso l’individuazione di orari, frequenze e percorsi in grado di
garantire l’accessibilità ai servizi offerti. La riorganizzazione del sistema di trasporto dovrà considerare
anche un utilizzo più razionale dei mezzi a disposizione per la realizzazione dei servizi, che dovranno
avere una dimensione adeguata all’utenza trasportata. In particolare, con riferimento ai trasporti interni,
i comuni dell’Unione “Alta Marmilla” hanno a disposizione una flotta di n.8 mezzi per il trasporto
scolastico, finanziati con i fondi FEASR 2007-2013, che si vorrebbero dotati di dispositivi di
comunicazione per la cittadinanza attiva, la consapevolezza nei consumi, le manifestazioni ludiche e
ricreative, le informazioni sul lavoro e sulle opportunità rivolte al territorio, la sana alimentazione,
programmate in remoto. I contenuti riferiti a queste dotazioni e dispositivi di comunicazione, potranno
determinare occasioni di lavoro per le imprese culturali e creative.
Si ritiene fondamentale che sia garantita la mobilità anche di tipo orizzontale, tra i plessi e tra i diversi
centri dell’Istituto, non solo per garantire ai ragazzi la possibilità di raggiungere le scuole ma anche per
favorire percorsi di continuità tra una scuola e l’altra, e di fruizione, conoscenza e valorizzazione del
territorio di appartenenza, al fine di rafforzare il senso di identità.
L'azione prevede anche la possibilità di consentire a ciascuno studente che frequenta le scuole del
secondo ciclo a Oristano, di raggiungere il capoluogo in 45 – 50 min., attraverso l'utilizzo di mezzi più
piccoli che facciano poche soste e garantiscano maggiore agilità. Allo stesso tempo, l'Istituto
Secondario di II grado di Ales dovrà poter essere raggiunto da tutti i Comuni dell'Unione, in tempi
congrui (max. 25 – 30 min.).
In coerenza con l’idea guida e la filiera cognitiva, si ritiene necessario intervenire nell’organizzazione di
un sistema di mobilità interna che favorisca le relazioni tra i presidi per favorire il rafforzamento del
capitale relazionale e per connettere anche fisicamente i luoghi della formazione. L’azione prevede
l’istituzione di una figura di mobility manager d’area che funga da coordinamento per l’indivuduazione
delle soluzioni di mobilità più adatte alle esigenze di mobilità del territorio. Il mobility manager potrà
12
costituire il riferimento sia per la pianificazione degli spostamenti sistematici per motivi di studio e lavoro
(organizzazione del trasporto per gli studenti e per i dipendenti di enti pubblici e aziende, prevedendo
ad esempio iniziative di car pooling), e sia per la gestione degli spostamenti non sistematici e per altri
motivi (accessibilità ai servizi sanitari e agli altri servizi sociali offerti dalla comunità).
Al fine di soddisfare al meglio la domanda di mobilità che interessa i servizi socio-sanitari, che per sua
natura è caratterizzata da flessibilità in termini di dimensione e di orari di fruizione dei servizi, potrà
essere prevista l’organizzazione di un sistema di trasporto a chiamata, che include servizi attivati previa
prenotazione telefonica dell’utente. Tale tipologia di trasporto prevede l’organizzazione di una centrale
operativa per la gestione delle prenotazioni e per la costruzione degli itinerari, adeguatamente
attrezzata con gli strumenti informatici per la pianificazione dei servizi (hardware e software
specialistici)
Tutte le misure dovranno essere considerate in stretto coordinamento con le azioni previste
dall’Assessorato regionale dei Trasporti nel quadro della riorganizzazione del sistema di trasporto
pubblico locale in atto.
RISULTATI ATTESI
Miglioramento
della mobilità da,
per e entro, al fine
di rendere più
accessibili i servizi
sul territorio.
INDICATORE MONITORAGGIO
Grado di soddisfazione dei
passeggeri per tipologia di
mezzo di trasporto.
Tasso di utilizzo dei servizi
innovativi
(car pooling e a chiamata)
INTERVENTI - AZIONI
MOBILITY1 Formazione di una figura tecnica, individuata per
competenze tra i dipendenti dell'Unione dei Comuni o dei Comuni
dell'Unione, ai fini dell'istituzione del mobility manager, per la
realizzazione di un sistema di trasporto pubblico-privato, costituito da
mezzi a basso impatto ambientale attraverso un’analisi d’integrazione
modale tra mezzi individuali e collettivi per i presidi per la salute, per
l’apprendimento scolastico, per il lavoro e per l’aggregazione sociale.
MOBILITY2 Acquisizione dei supporti tecnologici necessari al mobility
manager per l'organizzazione e la gestione del nuovo sistema di
mobilità.
MOBILITY3 Acquisizione di dispositivi di comunicazione in dotazione ai
mezzi di trasporto per la mobilità interna.
LA). IL PAESAGGIO CULTURALE: COMUNITA’ AL LAVORO.
Attraverso la Strategia Nazionale Aree Interne, il territorio intende promuovere un modello di sviluppo
innovativo che, partendo dall’agricoltura e dall’artigianato, settori economici rilevanti, favorisca nuove
opportunità lavorative.
Il tessuto produttivo dell’Alta Marmilla, infatti, ha bisogno di riallinearsi con i mercati del lavoro in termini
d’innovazione e ricerca e, al contempo, ha bisogno di una politica di sviluppo capace di ampliare la
base produttiva per sfruttare meglio le proprie “diversità” e potenzialità latenti. Oggi la base produttiva
non è sostenibile se l’obiettivo è invertire il trend demografico.
Le potenzialità latenti che più di tutte rappresentano l’unicità dell’area sono le materie prime
rappresentate dalle risorse minerali, da quelle ambientali e da quelle archeologiche.
L’attività mineraria nel territorio risale a circa 8.000 anni fa, quando l’ossidiana del Monte Arci era
oggetto di scambio/commercio con le popolazioni primitive toscane, liguri, piemontesi, francesi e anche
spagnole. L’attività di semilavorati per gioiellerie, attiva dal 2000 al 2007, è stata sospesa, ma
l’attenzione registrata nell’ultimo periodo, anche grazie agli eventi correlati alla gestione del museo
dell’ossidiana, potrebbe favorirne la ripresa.
Le rocce effusive del Monte Arci e del Grighini, quali perliti e argille di Morgongiori, le trachiti tufacee
gialle e rosse di Asuni e Ruinas come pietre da costruzione, ancora oggi estratte dalle cave a cielo
aperto, sono solo alcuni dei minerali che, visti gli utilizzi correlati nel campo dell’industria, dell’edilizia e
dell’agricoltura, possono favorire filiere produttive locali nella trasformazione della materia prima. Sono
noti gli utilizzi della perlite nella produzione di carta, plastica e gomme, di pannelli isolanti, d’intonaci e
malte, di abrasivi. Altrettanto noto è l’utilizzo nel vivaismo, nell’orticultura, nella floricultura e nella
frutticultura.
13
Le risorse ambientali pubbliche, caratterizzate da una superficie boschiva di 10 mila ettari, da pascoli
ricchi di erbe spontanee, da ecosistemi fluviali, non sono interessati da processi produttivi, né da
particolari azioni di tutela, anche se l’interesse di alcune aziende locali è oggi rivolto allo sfruttamento
della forestazione di conifere presente per pellet e biomassa.
Non vi è dubbio che l’Alta Marmilla possegga elementi di unicità degli attrattori costituenti il paesaggio
archeologico in tutte le manifestazioni umane degli ultimi 8.000 anni, rappresentate dal più grande
atelier di lavorazione dell’ossidiana nel bacino del Mediterraneo, da necropoli funerarie, tempi ipogei
dedicati al culto dell’acqua, imponenti ed estesi villaggi nuragici, ville e abitati romani, chiese campestri,
castelli.
Trasversale a tutte le iniziative che consentiranno l’attuazione della strategia è il patrimonio pubblico
non utilizzato. Sono numerosi gli interventi e le politiche locali che si sono susseguiti negli ultimi quindici
anni che hanno condotto sì, a recuperi di edifici ascrivibili alla tradizione costruttiva locale della
residenza, valorizzando il paesaggio urbano, ma che non sono stati restituiti idoneamente ai bisogni
locali, sia per assenza, sia per errati modelli e contenuti per la gestione.
Complessivamente tra immobili recuperati e non utilizzati, edifici scolastici resisi disponibili a seguito
della riduzione dei plessi e strutture in disuso per l’avvenuta centralizzazione dei servizi pubblici
dell’ultimo decennio, sono presenti, con totale diffusione nei presidi territoriali, circa cinquanta unità
immobiliari. La strategia interviene attraverso la riappropriazione del paesaggio urbano dell’Alta
Marmilla rifunzionalizzandolo e mettendolo a disposizione della formazione extra didattica, della
ricerca, della salute, della rete di trasformazione/vendita delle produzioni di qualità, rendendo così gli
spazi inutilizzati centri per la valorizzazione delle risorse latenti attraverso l’innovazione, per la
creatività, per l’arte, per il lavoro e per la residenza.
Questa dotazione immobiliare deve poter soddisfare le necessità residenziali o semi-residenziali che
nasceranno correlate al sistema di apprendimento rinnovato, alle nuove dotazioni per il sistema sociosanitario territoriale, al rafforzato sistema di governance istituzionale dell’Unione dei Comuni, ai nuovi
spazi innovativi per il lavoro, al settore produttivo primario per la commercializzazione e la
trasformazione, alle imprese culturali e creative e nuovi spazi di accoglienza.
Le azioni da attivare per rafforzare il mercato del lavoro in coerenza con l’idea guida e la filiera
riguardano:
1. La creazione di un "Ecosistema di innovazione rurale" (RuralLab);
2. La sperimentazione di un "Sistema" per la valorizzazione e la gestione degli attrattori culturali;
3. L'implementazione e il potenziamento di una rete di imprese che operano nel settore
dell’agricoltura sociale;
4. La costituzione di una rete commerciale delle produzioni di qualità;
5. La valorizzazione delle risorse agro forestali del territorio in chiave produttiva, attraverso la
creazione di nuovi modelli di gestione delle terre civiche.
Sarà necessario riflettere sull’opportunità di promuovere politiche d’integrazione per favorire
l’inserimento di nuovi lavoratori immigrati, previa verifica di titoli e competenze, nei processi produttivi
che la Strategia intende potenziare ed innovare nel territorio.
LA.1. Creazione di un "Ecosistema di innovazione rurale": il RuralLab. La biodiversità del territorio dell'Alta Marmilla caratterizza in modo del tutto peculiare le sue produzioni
tipiche, sia quelle legate all'agroalimentare, dolci e mieli, formaggi, vino, pasta fresca, olio, carni
ovicaprine e bovine, sia quelle riguardanti materie prime come l'ossidiana e la trachite, quelle
trasformate come i legni artistici, le ceramiche, i tessuti, le erbe officinali per le lavorazioni mediche e
cosmetiche, i materiali di scarto per la bioedilizia. Tra le emergenze produttive che possono
rappresentare un'occasione di sviluppo per il territorio, ci sono anche delle sperimentazioni avviate in
alcuni settori attraverso le nuove tecnologie, per esempio le lavorazioni artigianali che diventano oggetti
di design, tessuti per la moda, o ancora le produzioni video, la digitalizzazione di immagini e musica
che possono andare ad innovare una rappresentazione teatrale, di danza o cinema.
14
Tale potenziale, tuttavia, risulta inespresso sia per quanto concerne il processo produttivo, sia dal lato
del marketing. Questo non consente di avere prodotti le cui qualità siano certificate, che siano
immediatamente riconoscibili e identificabili con il territorio e, dunque, sui quali risulta estremamente
difficile costruire un percorso di commercializzazione e promozione, non solo necessario per il mercato
interno, ma determinante per aggredire i mercati internazionali di riferimento.
In un "nuovo contesto locale" che la Strategia vuole caratterizzato da una forte vocazione
all'innovazione sul fronte dei servizi e dell'istruzione, il sistema produttivo verrà dinamizzato e
modernizzato attraverso la creazione un "Ecosistema di innovazione rurale" denominato RUraLAB, che
diversamente dagli spazi di innovazione già esistenti, in ambito nazionale e regionale, ha come
elemento caratterizzante e proattivo la ruralità, che si esprime attraverso i materiali e la comunità.
Per "Ecosistema di innovazione rurale" si intende uno modello organizzativo che si applica ad uno
spazio fisico (tecnologicamente attrezzato e con servizi dedicati) e digitale (piattaforma web), che
consente di mettere in rete e valorizzare le risorse materiali e immateriali del territorio, per attivare la
cross fertilisation tra i settori produttivi locali, tradizionali e innovativi.
E' un luogo dinamico in cui gli spazi fisici e virtuali sono modulari e trasformabili, così da favorire lo
scambio di idee, conoscenze e competenze, tra soggetti privati e pubblici, locali e non, per la creazione
e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e per l'introduzione di innovazione nei processi dei settori
tradizionali, al fine di rendere competitive le imprese esistenti e favorire la nascita, l'incubazione e la
crescita di nuova imprenditorialità ad alto potenziale di innovazione e creatività, sopratutto giovanile.
E' ambizione del RUraLAB attivare relazioni con altri network per alimentare lo scambio internoesterno, così da stimolare il tessuto produttivo e insieme l'apertura della comunità locale, andando a
creare e sviluppare dei modelli di impresa che non solo garantiranno ritorni economici diretti dalla
vendita di prodotti e di servizi, ma anche valore sociale. Saranno soddisfati bisogni reali delle persone e
sarà garantita la sostenibilità economica ed ambientale.
Lo spazio sarà aperto e animato, la location e i servizi saranno economicamente accessibili, ma tali da
garantire la sostenibilità nel tempo del RUraLAB. Ci sarà una programmazione di eventi attrattivi come
workshop e seminari, sarà garantita l'attività di tutoring formazione e networking, sia attraverso lo
spazio fisico, sia mediante la piattaforma, ma anche performance culturali e creative, in cui coinvolgere
il "Sistema" di valorizzazione degli attrattori culturali e anche le scuole, affinché l'intero contesto
territoriale benefici degli effetti dell'innovazione che il RUraLAB saprà creare.
L'individuazione dello spazio per la realizzazione del RUraLAB avverrà nell'ambito delle strutture
esistenti, ascrivibili al patrimonio pubblico, in grado di consentire, attraverso la realizzazione di piccoli
interventi infrastrutturali, gli allestimenti e le dotazioni tecnologiche necessarie, l'organizzazione dei
servizi, la piena operatività della struttura.
Per quanto riguarda l'organizzazione degli spazi e la gestione dei servizi, si richiederà l'attivazione di
strumenti e competenze nell'ambito del sistema regione.
L'innovazione, la dinamicità e l'apertura del contesto territoriale rappresenta non solo una scommessa
della Strategia, ma una reale possibilità di sviluppo, perché può facilitare l'attrazione di investimenti, la
nascita di nuove imprese e, dunque, anche nuova residenza.
RISULTATI ATTESI
INDICATORE MONITORAGGIO
1.3
Promozione di nuovi mercati
per l'innovazione
Progetti in modalità living labs
finanziati
3.3
Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei sistemi
produttivi territoriali
3.4
Incremento del livello di
internazionalizzazione dei
sistemi produttivi
Imprese che ricevono un
sostegno
Imprese sostenute per introdurre
nuovi prodotti che costituiscono
una novità per il mercato
INTERVENTI - AZIONI
Creazione dell'Ecosistema di innovazione rurale (RUraLAB)
Sostegno alla competitività del sistema produttivo locale,
all'attrazione di investimenti e alla promozione dell'export
Sostegno per la creazione e lo sviluppo di startup ad alto
potenziale di innovazione e creatività. Per il settore culturale e
creativo sono comprese le attività professionali, le associazioni
e le fondazioni che agiscono in regime di impresa (iscritte al
REA)
15
L.A.2. Sperimentazione di un "Sistema" per la valorizzazione e la gestione degli attrattori
culturali
Il percorso di scouting effettuato, ha messo in luce una serie di soggetti attivi nella gestione e nella
valorizzazione di beni culturali e di beni archeologici, un'altra potenzialità latente, unica nel
panorama italiano, che attraverso processi innovativi di fruizione e di servizi, è in grado di contaminare
la classica fruizione dei beni identitari con forme artistiche legate alla musica, alla pittura, alla scultura,
all’immagine.
Questi progetti sporadici, portati avanti da associazioni e imprese culturali, rappresentano per il
territorio la base per un accrescimento collettivo, ma anche per sperimentare nuove attività lavorative
integrate con altri settori produttivi, e comunque capaci di migliorare il tessuto socio-culturale locale e
avere risultati di “audience development”.
Affinché questi elementi si trasformino in un fattore di attrattività e competitività del territorio, che lo
rendano identificabile all'esterno, si sperimenterà la costruzione di un "Sistema" per la valorizzazione e
la gestione degli attrattori culturali e si lavorerà alla definizione di un Piano di Valorizzazione audience
development oriented. Si procederà con l'identificazione dei beni e delle attività che più sono in grado di
sostenere una strategia di valorizzazione (non elenchi di beni, bensì nodi della rete da valorizzare), si
individueranno i soggetti titolari e gestori delle strutture, delle attività culturali e dei servizi connessi, si
cercheranno dei partner, si definirà il modello organizzativo: gestionale e finanziario, di animazione e di
mobilitazione del tessuto produttivo.
Il Piano andrà ad individuare gli obiettivi di sviluppo, le strategie di valorizzazione e messa in rete dei
beni e delle attività culturali, insieme ai servizi connessi, in coerenza con gli strumenti di pianificazione
e programmazione regionali, territoriali e di settore. Inoltre, saranno definite le operazioni di
valorizzazione, al fine di migliorare la qualità dell’offerta culturale e dei servizi per la fruizione, anche in
relazione ai livelli di innovazione tecnologica introdotti. Saranno interventi tesi a garantire l'accessibilità
fisica e virtuale, l'innovazione nella produzione, nella comunicazione e nell'erogazione dei servizi
culturali e di rete.
In questo contesto può trovare realizzazione l'idea del dentro/fuori scuola, che consentirà alle scuole di
essere parte del "Sistema", di essere un nodo della rete, organizzare delle attività presso i propri spazi
aprendosi alla partecipazione della comunità locale e all'esterno, così come di partecipare alla
realizzazione di attività con i soggetti che animano i nuovi spazi e i servizi per l'innovazione. L'auspicio
è che questo percorso intervenga positivamente sulla motivazione degli studenti, sia verso i nuovi
percorsi formativi, sia per le diverse opportunità occupazionali che la Strategia andrà a realizzare.
Insieme a questa organizzazione e gestione innovativa dei servizi "di base", la creazione nel territorio di
un "Ecosistema di innovazione rurale", per il funzionamento del quale è possibile attivare il supporto
regionale relativamente a strumenti e alte professionalità, servizi di accompagnamento e di
innovazione, consentirà non solo la circolazione delle conoscenze e lo sviluppo di nuove competenze,
ma sopratutto il consolidamento e la crescita competitiva delle imprese esistenti, insieme all'avvio di
nuovi progetti di impresa, sia dal lato delle produzioni culturali e creative, sia dei servizi innovativi.
E' un processo che permetterà, non solo di garantire che il settore culturale prosegua nella sua opera di
diffusione dei valori e dei contenuti identitari della comunità, ma di offrire anche nuove opportunità di
occupazione, che non si limiteranno ad interessare chi già vive nell'area.
Un contesto cosi fortemente orientato all'innovazione rappresenta una reale possibilità di sviluppo,
perché diventa in grado di attrarre investimenti e nuova imprenditorialità dall'esterno, che potrebbe
trasformarsi anche in nuova residenza.
RISULTATI ATTESI
6.7
Miglioramento delle
condizioni e degli
standard di offerta e
fruizione del patrimonio
culturale, nelle aree di
attrazione
INDICATORE MONITORAGGIO
Crescita del numero atteso di
visite a siti del patrimonio culturale
e naturale e a luoghi di attrazione
che ricevono un sostegno
Progettazione e realizzazione di
servizi
INTERVENTI - AZIONI
Costituzione del "Sistema" e definizione del Piano di
Valorizzazione audience development oriented
Realizzazione di interventi per l'accessibilità fisica e virtuale dei
beni e delle attività individuate nel Piano di Valorizzazione
16
3.3
Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei
sistemi produttivi
territoriali
Imprese che ricevono un sostegno
Imprese sostenute per introdurre
nuovi prodotti che costituiscono
una novità per il mercato
Rafforzamento della competitività delle imprese culturali e
creative, e dei servizi connessi, ad alto potenziale di
innovazione e di crescita
Sostegno per la creazione e lo sviluppo di micro, piccole e
medie imprese nel settore della cultura e della creatività,
dell'innovazione sociale e dei servizi connessi. Sono comprese
le attività professionali, le associazioni e le fondazioni che
agiscono in regime di impresa (iscritte al REA).
LA.3. L’Agricoltura
Gli approfondimenti statistici e le attività sul campo hanno messo in evidenza il valore delle produzioni
agri-zootecniche del territorio, nonché una buona dotazione di risorse forestali, anche gravate da uso
civico, suscettibili di valorizzazione in chiave produttiva2.
L’attivazione di interventi di sviluppo nel settore agro – silvo – zootecnico costituisce una notevole
opportunità per il territorio dell’Alta Marmilla; infatti oltre a rappresentare una opportunità dal punto di
vista economico-produttivo, consenti altresì il superamento delle pratiche individualistiche tipiche delle
aziende locali e l’occasione per attivare nuove reti di collaborazione e cooperazione tra le aziende.
Gli obiettivi per il settore primario si possono sintetizzare nel modo seguente:
1. Creare nuove opportunità di lavoro: attraverso l’implementazione e il potenziamento di una rete
di imprese che operano nel settore dell’agricoltura sociale;
2. Creare nuove opportunità di commercializzazione dei prodotti del territorio: attraverso la
creazione di una rete commerciale delle produzioni di qualità;
3. Valorizzare le risorse agro forestali del territorio in chiave produttiva: attraverso la creazione di
nuovi modelli di gestione delle terre civiche.
1. L’Agricoltura sociale: nuove imprese e reti di imprese
L’agricoltura sociale rappresenta una buona prassi di sviluppo locale sostenibile socialmente,
economicamente ed ecologicamente. Legata in maniera inscindibile al concetto di multi funzionalità
delle aziende agricole, l’agricoltura sociale è suscettibile di offrire sia i servizi essenziali ai cittadini
residenti - e quindi rispondere agli specifici bisogni – sia creare nuove e concrete opportunità di lavoro.
Come evidenziato nella sezione del presente documento dedicata ai servizi sanitari, il territorio intende
proseguire nella sperimentazione realizzata, a partire dal 2015, dall’Unione dei Comuni insieme al
Centro di Salute Mentale di Ales e ai servizi sociali dei comuni.
Il progetto sta entrando in una nuova fase3 dettata dalle spinte degli attori principali: gli utenti del CSM.
Si è in procinto di procedere a un accordo tra ASL n.5, Enti Morali, Diocesi, comuni e privati per la
cessione di fondi agricoli a una rete di aziende e educatori, che affiancheranno gli utenti del CSM e altri
soggetti svantaggiati, rispondendo a un’esigenza locale di carenza di manodopera. La costituenda rete
d’imprese prevede la presenza di un frantoio oleario dotato di sistema d’imbottigliamento e di
etichettatura.
Il territorio intende sostenere e fortificare il progetto di base attraverso l’attivazione delle seguenti
azioni:
 Supporto alla creazione di nuove aziende agricole o alla nascita di cooperative sociali
agricole, con particolare attenzione al’insediamento di giovani in agricoltura, che operano
in collaborazione con i responsabili dei servizi territoriali, con i comuni e con il mondo della
cooperazione, in cui la componente produttiva diventi rilevante in termine economici e
organizzativi;
2
Si specifica che nell’Inventario Regionale delle Terre Civiche, istituito in base all’art. 6della L.R.12/94, sono riportati i dati relativi a soli
9 comune su 20. Per i seguenti comuni non è stato ancora espletato il provvedimento di accertamento: Asuni, Baressa, Gonnoscodina,
Gonnosnò, Mogorella, Nureci, Ruinas, Senis, Simala, Villa Sant’Antonio, Villaverde.
3
Il progetto, continuazione della sperimentazione di “Alta Marmilla…Ritorno alla Terra” si chiama OllumaKKU e riguarda la
concessione per tre/cinque anni (rinegoziabile) degli oliveti degli enti e dei privati per la produzione di olio biologico da immettere nel
mercato nazionale e internazionale. Il progetto riguarda la cura delle piante e del verde pubblico annesso, la raccolta dei frutti, la
trasformazione e la vendita dell’olio.
17
 Costituzione di una cooperativa sociale agricola, sul modello di “Fuori di Zucca” di Caserta
simile al modello di agricoltura sociale in corso di sperimentazione in Alta Marmilla 4 (sia per la
localizzazione urbana dell’azienda e l’utilizzo di edifici pubblici in disuso, sia per le produzioni
biologiche), che diviene il punto di riferimento per le aziende/cooperative di agricoltura sociale
nate/esistenti nel territorio, per tutte le attività di assistenza tecnica per le produzioni (in maniera
prevalente olio, vino, miele e produzioni zootecniche), trasformazione, packaging comune (ivi
compreso il marchio unico) e individuazione dei canali di commercializzazione.
Le due azioni sono, evidentemente, legate in maniera sinergica e complementare dal momento che il
sistema permanente che sarà costruito tra le aziende, la cooperativa sociale e la popolazione insediata
disagiata non sarà finalizzato solo allo svolgimento di attività per il recupero socio-terapeutico, ma
dovrà attivare un percorso virtuoso che, partendo dalle produzioni realizzate, consenta di creare fonti di
reddito. Il territorio ritiene che l’agricoltura sociale possa fungere da traino per accrescere la capacità
produttiva delle aziende agricole, stimolando l’entrata di nuovi soggetti nel circuito produttivo nonché
favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura.
2. La rete commerciale delle produzioni di qualità
Il territorio produce olio, vino, miele, dolci, pasta fresca, prodotti da forno, formaggi, frutta (ciliegie, pere,
mele, susine), salumi, carne ovina, caprina e bovina. Le produzioni non possiedono, se non in alcuni
casi, certificazione di prodotto ma riscuotono apprezzamento nei mercati locali, nazionali e in alcuni
casi esteri, tanto che la domanda supera di gran lunga l’offerta dei piccoli produttori locali. La poca
propensione all’aggregazione dei produttori e la quasi assenza di promozione e marketing correlata ai
prodotti, non ne favorisce un incremento.
Il territorio ritiene che attraverso la costituzione di una rete di vendita e di promozione tale
incremento possa generare nuovi occupati, soprattutto se le forme partenariali che si individueranno tra
produttori, istituzioni, enti di ricerca e servizi di assistenza tecnica e formazione assicureranno il
mantenimento del patrimonio di biodiversità locale. In taluni altri casi il rapporto diretto con Coldiretti ha
sperimentato forme di commercializzazione e promozione delle produzioni locali attraverso l’evento a
diffusione regionale denominato “campagna amica” a cui alcuni operatori economici hanno aderito.
Allo stato attuale esistono esperienze sporadiche locali che sono ascrivibili a mercati dei produttori,
come il mercato contadino di Albagiara e alcune altre sono in procinto di attivarsi: il mercato contadino
di Senis e di Simala, il laboratorio e la fattoria sociale di Assolo, il Biostore di Baradili, il centro della
Mandorla di Baressa, l’ex frantoio di Villa Verde.
Il territorio intende realizzare una organizzazione di rete territoriale che dovrà maturare attraverso
l’accompagnamento alla costituzione di gruppi di acquisto, di vendita on-line e di consegna diretta
dei prodotti. La rete territoriale, ad oggi proposta solo come idea e che verrà definita nel dettaglio nella
successiva fase di elaborazione della strategia e delle schede progettuali, avrà anche il compito di
commercializzare le produzioni del sistema di agricoltura sociale delineato al punto precedente.
3. Le terre civiche
Le terre civiche e comunali dell’Alta Marmilla rappresentano una risorsa latente che ammonta a una
superficie di circa 6.000 ettari, distribuita in nove comuni. Sono localizzate principalmente nei giacimenti
ambientali del Monte Arci e della Giara e sono caratterizzate da ampie superfici boschive autoctone,
da forestazioni produttive, da pascoli cespugliati, da frutteti e anche da vigne e uliveti.
Numerosi edifici pubblici in disuso5, localizzati in queste aree e nati per potenziare il settore turistico,
4
Il progetto “Alta Marmilla…Ritorno alla Terra” prevedeva che a seguito della buona riuscita dell’inserimento aziendale
dei soggetti svantaggiati si potesse con gli stessi utenti favorire tre produzioni locali: l’olio (OllumaKKU), il vino
(BIomaKKU), il miele (MEbimaKKU).
5
Sono presenti nell’area SIC della Giara edifici nei comuni di Albagiara (centro ambientale), Assolo (centro ippico), Gonnosnò
(ristorante); nel Parco del Monte Arci, edifici nei comuni di Ales (maneggio, eliporto, ristorante con alloggi, numerosi rifugi), Morgongiori
(centro ippico, numerosi rifugi), Pau (campeggio montano, sala convegni, ristorante, rifugi), Villa Verde (maneggio, affittacamere). 18
rappresentano punti di percezione paesaggistica di estrema bellezza, elevandosi su tutto il territorio
circostante.
L’interesse da parte delle amministrazioni locali alla valorizzazione delle terre civiche e delle dotazioni
immobiliari annesse, sino a oggi, si è limitata a studi di ipotetico utilizzo, ai quali non sono seguiti
progetti di gestione e concessione coerenti con i piani di valorizzazione delle terre civiche6 nonché ai
singoli regolamenti comunali di gestione dei terreni ad uso civico7.
Nel territorio sono già presenti alcune esperienze di gestione di tipo cooperativo per la manutenzione
delle superfici boscate autoctone (Ales e Villa Verde), di concessione ad aziende non localizzate nel
territorio dell’Alta Marmilla per la produzione di cippato (Ales e Villa Verde), di manifestazioni collettive
organizzate da comitati spontanei in vari comuni (Albagiara, Ales, Usellus, Villa Verde), che negli anni
hanno favorito la riproduzione di essenze storiche di mele e di pere.
Di recente alcune proposte di concessione di terreni comunali da parte di giovani locali per attività
legate all’allevamento (Ales) e per la concessione di comparti di forestazione produttiva da parte di
aziende locali (Ales, Morgongiori, Villa Verde), convincono sulla necessità di procedere alla
valorizzazione delle terre ad uso civico, fermi restando i diritti e le prerogative dei Cives.
Attualmente l’idea di valorizzazione delle terre civiche risulta essere ancora ad un livello embrionale
che verrà meglio articolato e definito nella fase di progettazione esecutiva. Ad oggi dal territorio
proviene la richiesta di un’azione di coordinamento di valorizzazione delle terre comunali per un
intervento che coniughi la corretta gestione delle stesse (nel rispetto dei diritti dei cives) con il riutilizzo
degli edifici pubblici, con i tradizionali agli usi civici di “raccolta”8 nonchè con gli usi non tradizionali9.
L’opportunità di mettere a sistema questo enorme patrimonio per la diversificazione delle produzioni
agricole nel rispetto della biodiversità, di intraprendere attività produttive correlate al patrimonio
boschivo e al comparto orto frutticolo e flovivaistico richiede la definizione di un modello
gestionale da realizzare in collaborazione con la Regione Sardegna, l’Ente Foreste, i centri di ricerca, i
produttori agricoli che gravitano in prossimità alle terre civiche (30), le aziende silvicole che vi operano
(5), gli artigiani disposti all’innovazione (10).
L’obiettivo si sostanzia nella sperimentazione sulle terre pubbliche gravate da uso civico modelli e
modalità di utilizzo innovative capaci di favorire la nascita di cooperative giovanili, anche con progetti
di agricoltura sociale, capaci anche di coniugare le produzioni di qualità con un turismo
ambientale/enogastronomico.
RISULTATI ATTESI
3.3.
Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei
sistemi produttivi
territoriali.
3.5.
Nascita delle
Micro, Piccole e
Medie imprese
INDICATORE MONITORAGGIO
Numero di imprese che ricevono
un sostegno
Rapporto tra n. di
giornate di lavoro
agricolo, per 1000
abitanti e la
corrispondente quota
nazionale
Numero di imprese che ricevono
il sostegno
Rapporto % tra i conduttori
agricoli con età sino a 39 anni e
il totale.
INTERVENTI - AZIONI
Le terre civiche: valorizzazione delle terre civiche del territorio per usi
tradizionali e non tradizionali, ivi compreso il riutilizzo dei beni immobili in
disuso (focus area 3.a)
La rete commerciale delle produzioni di qualità: Sostegno a processi
di aggregazione e integrazione tra imprese (reti di imprese) finalizzate
alla commercializzazione dei prodotti del territorio
Agricoltura sociale: creazione di nuove imprese agro-silvo zootecniche,
anche in forma cooperativa (FEASR)
Agricoltura sociale: ricambio generazionale in agricoltura (FEASR).
6
L.R. 12/94 e ss.mm, art. 8 “1. Sulla base dell'inventario generale dei terreni soggetto ad uso civico i Comuni singoli o consorziati …
predispongono i piani di valorizzazione e di recupero delle terre ad uso civico ricadenti nelle rispettive circoscrizioni, finalizzati allo
sviluppo sociale ed economico delle comunità interessate. I piani devono rispondere ai fini di pubblico interesse, non devono
compromettere l'esistenza degli usi civici e non devono pregiudicare i diritti delle collettività utenti. 2. I piani possono prevedere per i
terreni una destinazione diversa da quella cui questi sono soggetti qualora la destinazione comporti, per la collettività interessata, un
reale notevole vantaggio. A tal fine i terreni possono essere concessi ad amministrazioni, enti società , cittadini singoli o associati.
7
L.R. 12/94 e ss.mm, art. 12 “I Comuni nella cui circoscrizione esistono terreni ad uso civico … devono emanare, se ne sono sprovvisti,
il regolamento per la gestione di detti terreni, ovvero, se necessario, adattare quello esistente alle disposizioni della presente legge”.
8
Ghiandatico, legnatico e pascolo
9
L.R. 12/94 art. 13 comma 2
19
3.7
Diffusione e
rafforzamento delle
attività
economiche a
contenuto sociale
Numero di addetti delle UL delle
imprese che svolgono attività a
contenuto sociale
numero di addetti e lavoratori
esterni delle UL delle istituzioni
non profit sulla popolazione
residente (per mille abitanti)
Agricoltura sociale: Nuova cooperativa agricola intesa quale punto di
riferimento per le aziende/cooperative di agricoltura sociale nate/esistenti
nel territorio
2. TERRITORIO INTERESSATO E ASSOCIAZIONISMO DEI COMUNI
L’area-progetto di riferimento s’identifica nel territorio definito Alta Marmilla, porzione sud orientale della
provincia di Oristano. Si compone di 20 comuni tutti ricompresi nell’Unione dei Comuni “Alta Marmilla”:
Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Mogorella,
Morgongiori, Nureci, Pau, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. La
superficie totale dei comuni adenti all’Unione dei Comuni “Alta Marmilla” ammonta complessivamente a
35.000 ha, pari a circa il 10,00% dell’intera superficie provinciale, mentre le aree destinate ad aree
protette (Monte Arci e Giara) rappresentano circa il 20% dell’intero ambito di riferimento. Il sistema
viario ammonta a 580 Km di strade, di cui 103 Km interne e 477 Km esterne, vale a dire circa il 10,00%
dell’intero sistema viario della Provincia. Gli agglomerati urbani distano dal capoluogo di provincia tra i
32 Km. di Mogorella ai 50 Km. di Asuni e Nureci. Gli assi viari principali sono costituiti dalla SS 442
(Uras – Laconi) e da numerose direttrici provinciali che attraversano tutti i nuclei urbani consolidati.
Il territorio, confina con le province di Nuoro e del Medio Campidano, si caratterizza per un alto grado di
“ruralità” basato anche sulla presenza di un forte senso di appartenenza delle comunità locali a tale
dimensione e sul riconoscimento dell’appartenenza a comuni valori identitari, sociali ed economici, che
rappresentano il perno sul quale sono state costruite e maggiormente oggi possono essere costruite e
attivate dinamiche di sviluppo integrato incentrate sulla valorizzazione delle risorse e delle competenze.
Un territorio molto interessante dal punto di vista naturalistico, con la presenza di diversi siti
rappresentativi che si distinguono per la loro specificità geologica, paleontologica, morfologicopaesaggistica, ambientale e naturalistica. La particolare conformazione geomorfologica del territorio, ha
determinato nel corso della storia un isolamento naturale che ha reso possibile la presenza di un
ricchissimo e particolare patrimonio floro-faunistico. Circondata infatti dai versanti orientali dal Monte
Arci e dall’altra dagli altipiani basaltici della Giara di Gesturi e di Siddi che, con la loro mole sovrastano i
suoi dolci rilievi, l’Alta Marmilla con particolare riguardo ai suggestivi paesaggi fluviali del Grighini a
settentrione, custodisce una notevole ricchezza ambientale, caratterizzata da una vegetazione varia
composta da boschi di leccio e sughera, da macchia mediterranea (corbezzolo, erica, lentisco, mirto) e
da una varietà notevole di erbe che testimoniano un territorio ricco di biodiversità. A
connotare
l’Alta
Marmilla
inoltre
un
significativo e identitario
patrimonio archeologico e
alcune specificità rare,
preziose, tra cui si cita
l’ossidiana, pietra nera
vetrosa,
diffusa
e
dispersa
in
tutto
il
territorio ed elemento
contaminante tutti i siti
archeologici del territorio.
L’area nel suo complesso si caratterizza, per una notevole omogeneità del sistema insediativo
riconducibile a un fitto reticolo di centri urbani di piccole o piccolissime dimensioni con un importante
patrimonio edilizio, retaggio di un’antica tradizione contadina. Appartiene al territorio di riferimento il
paese di Baradili, il comune più piccolo della Sardegna.
20
Il settore agricolo locale paga ancora una condizione di arretratezza strutturale dovuta alla ridotta
dimensione aziendale e alla polverizzazione delle proprietà che impediscono un’organizzazione
aziendale efficiente e redditiva, al fattore generazionale che ostacola le innovazioni aziendali e le
dinamiche associazionistiche, all’isolamento del territorio rispetto alle vie di comunicazione e ai mercati
regionali, ma anche alla carenza di logiche di pianificazione strategica integrata in grado di incidere
sulla creazione di nuove occasioni di competitività del sistema produttivo locale.
Il territorio dell’Alta Marmilla è stato caratterizzato dal punto di vista storico-culturale dall’isolamento
rispetto ai percorsi di comunicazione e di sviluppo di livello regionale, abbastanza “lontano” dal sistema
dei servizi posti nel polo di Oristano. In quest’area si avverte la carenza di funzioni di servizio di livello
intermedio, necessarie per definire standard minimi di organizzazione residenziale, e di articolazione fra
le modeste dimensioni dei centri urbani posti al suo interno ed i servizi di scala regionale posti
all’esterno dell’area, sia con riferimento al polo urbano di Oristano che al sistema di funzioni di livello
regionale che si va attestando lungo il “corridoio stradale” costituito della S.S. 131 Carlo Felice.
MOTIVAZIONE DI SCELTE DI CONDIVISIONE DI FUNZIONI E SERVIZI.
Dapprima con le convenzioni, i consorzi, la comunità montana e dal 2007 con l’Unione dei Comuni il
territorio ha impostato un modello associazionismo di livello istituzionale che interessa numerosi servizi:
 Servizio trasporto studenti
per 20 comuni
 Servizio mensa studenti
per 20 comuni
 Sportello Unico Attività produttive (5 comuni fuori area SNAI10)
per 25 comuni
 Servizio d’istruttoria e rilascio pareri Paesaggistici edilizia privata
per 20 comuni
 Servizio Ambientale e protezione incendi
per 20 comuni
 Servizio raccolta RR.SS.UU.
per 20 comuni
 Servizio raccolta oli esausti
per 20 comuni
 Servizio Raccolta indumenti e tessuti
per 20 comuni
 Nucleo di valutazione
per 16 comuni
tutti risalenti pressoché alla costituzione dell’Unione.
Il ruolo dell’Unione esce rafforzato in virtù del percorso e delle profonde riflessioni attivate nell’ambito
del Processo SNAI. L’Unione dei Comuni “Alta Marmilla” è ente eletto a “luogo delle decisioni”, a
essa è demandata l’attuazione della strategia. L’Unione dei Comuni è il centro decisionale per
l’attuazione, la gestione e il monitoraggio civico della strategia e dei singoli interventi.
L’Unione si avvarrà, per l’attuazione della strategia, della struttura propria e delle altre strutture presenti
e messe a disposizione dal territorio, con particolare riferimento al Gal Marmilla e all’Agenzia di
Sviluppo Due Giare, operanti sul territorio da oltre un decennio e con un’esperienza pregressa notevole
nel potenziamento del tessuto economico locale, anche e soprattutto in chiave innovativa. L’Unione
integrerà le professionalità necessarie ricorrendo per quanto possibile al personale delle agenzie di
ricerca regionali o provvedendo al reclutamento delle mancanti.
Al fine di concretizzare il raggiungimento del prerequisito generale associativo che imponeva di
perseguire prima della sottoscrizione dell’APQ, l’obiettivo dell’avvio in gestione associata di almeno due
funzioni fra quelle indicate dall’art. 19, comma 1, DL 95/2012 convertito in Legge 135/2012,
l'Assemblea dei Sindaci dell'Unione nella seduta del 28 maggio 2015 ha deliberato di individuare quale
obiettivo da perseguire l'associazione delle seguenti funzioni:
1. Le attività, in ambito comunale, di Pianificazione di protezione civile.
2. Catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente.
3. Scolastica, compresa l’edilizia fatta eccezione per quella di competenza della Provincia.
La protezione civile interviene in ambiti sensibili a eventi eccezionali, principalmente alluvioni e incendi.
Il riferimento è alla valorizzazione dell’inestimabile potenzialità nello sviluppo del territorio nella tutela e
nella valorizzazione del patrimonio boschivo e delle pratiche agricole, nella disponibilità generale di un
10
Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Pompu e Siris 21
35% di boschivo rispetto alla complessiva superficie territoriale.
L’autorganizzazione del territorio nelle pratiche catastali rappresenta la premessa per la risoluzione di
uno dei maggiori problemi connessi alla polverizzazione del comparto agrario, alla circolazione
extraurbana, all’interessante concetto della proprietà disgiunta.
Con la condivisione della funzione scolastica, il ruolo di governance dell’Unione dei Comuni Alta
Marmilla è rafforzato, andando oltre i pre-requisiti indicati per la firma dell’APQ e rispettando, anche
nelle funzioni associate, la filiera e la centralità del sistema di apprendimento nella costruzione del
prototipo SNAI.
Si ritiene infine che la centralizzazione del polo sanitario, dei due plessi di erogazione dei servizi
scolastici, del centro di educazione adulti e della scuola post – diploma determini la necessità di un
coordinamento da parte dell’Unione nella gestione dei sistemi di trasporto attraverso un centro di
mobility management.
Anche la centralizzazione dei presidi di cura e la necessità richiamata di un Piano Locale Unitario dei
Servizi alla persona dedicato all’Alta Marmilla, nell’ambito dei servizi socio –sanitari, richiama a una
condivisione e un coordinamento della funzione (g) progettazione e gestione del sistema locale dei
servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini da parte dell’Unione dei Comuni,
che potrà essere attivata durante la scrittura della strategia e prima della sottoscrizione dell’APQ a
seguito dei necessari approfondimenti con l’assessorato regionale competente per la riorganizzazione
territoriale e la condivisione delle esigenze segnalate nel documento.
3. DESCRIZIONE DEGLI ATTORI RILEVANTI
I cittadini, i centri di competenza, il tessuto produttivo e i soggetti rappresentativi hanno
partecipato con attiva frequentazione ai lavori di scouting e di approfondimento della bozza di strategia,
ben condotti dal team dei progettisti del CNAI. La partecipazione del governo centrale a processi di riorientamento socio-economico dell’Alta Marmilla, il territorio lo aveva ritenuto necessario già dal 2008:
nel passaggio dalla XVII Comunità Montana all’Unione dei Comuni Alta Marmilla. In sette anni la visione
di sviluppo territoriale ha progredito soprattutto grazie all’intensificarsi della governance istituzionale
sfociata, durante il processo di partecipazione e condivisione della SNAI, in un consiglio comunale
congiunto svoltosi agli inizi di luglio che ha visto la partecipazione di circa 200 rappresentanti dei
cittadini, riuniti nella sede dell’Unione Alta Marmilla. I duecento consiglieri comunali rappresentano il
2% della popolazione; sono cittadini e soggetti rilevanti che, con grande entusiasmo hanno
continuamente sollecitato analisi, di fattori e invarianti locali.
A essi si aggiungono, quali centri capaci di intervenire sull’attuazione della strategia, i soggetti
consortili: il Consorzio Monte Arci e quello delle Due Giare che, vantando un’esperienza
pluridecennale rispettivamente nel coordinamento delle politiche ambientali e di quelle turistiche,
facilitano e accompagnano la governance istituzionale dell’Unione; l’Agenzia di Sviluppo Due Giare è
l‘unico modello operativo esistente in Sardegna (già dal 2004) destinato al supporto dei percorsi di
creazione d’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego ed è attualmente impegnata nella
realizzazione di interventi per lo sviluppo di politiche attive del lavoro, del sostegno al comparto
imprenditoriale e di assistenza e diffusione dell’auto imprenditorialità; il GAL Marmilla ha sperimentato
nell’ultimo quinquennio progetti di integrazione scuola-lavoro, di agricoltura sociale e didattica, ha
favorito il confronto tra le eccellenze del territorio, ma soprattutto ha accompagnato, dalla fase
progettuale al collaudo, 150 operatori privati e 60 interventi pubblici11, attraverso una continua
animazione e monitoraggio degli interventi. Ha mantenuto reti extra territoriali.
Tra i protagonisti che possono dare gambe alla strategia, gli attori istituzionali della formazione
dell’Alta Marmilla: dirigenti, insegnanti, allievi e genitori che con entusiasmo e fervida partecipazione, si
sono applicati nella metodologia world cafè che, in un chiaro processo di propagazione di conoscenze
11
In circa 48 mesi la spesa degli operatori pubblici e privati andata a collaudo è stata pari a circa 15 milioni di euro. 22
diverse per struttura e ruolo, ha registrato indicazioni e approfondimenti, visioni, conflitti in atto e
comunque rapporti SCUOLA – SALUTE - LAVORO. E’ da subito apparso determinante il ruolo della
dirigente scolastica dell’istituto comprensivo dell’Alta Marmilla che motivata nel guidare un difficile,
ambizioso, ma stimolante processo di valorizzazione del sistema formativo rinnovato, è insieme a un
folto gruppo di docenti della scuola primaria e secondaria, attore certo nell’attuazione del prototipo,
soprattutto per aver condiviso, durante gli approfondimenti le possibili e necessarie interazioni con il
sistema sanitario e con le potenzialità del nuovo lavoro.
Esiste poi un variegato mondo, del distretto locale della ASL, in cui la consuetudine a trattare disagi, a
confrontarsi con povertà culturali ed economiche, di alcuni dirigenti e operatori socio-sanitari ha
messo in luce processi d’innovazione e di rapporto SALUTE – SCUOLA - LAVORO, da approfondire
per interventi e metodi condotti. Ci si riferisce ai progetti attuati di agricoltura sociale e al rapporto
storico tra lavoro della terra e cura dei disagi, ovvero della sana alimentazione. E’ la chiave di volta del
processo di approfondimento che attraverso un circuito virtuoso scuola/sanità/lavoro guida alla
costruzione della filiera cognitiva e apre alla specializzazione del territorio recuperando la solidarietà e
la cooperazione del mondo contadino pre-moderno: il Centro di Salute Mentale, l’ASL, il GAL, L’Unione
dei Comuni, le fattorie sociali e didattiche, i Comuni, le agenzie regionali insieme.
Altre cooperative e imprese culturali che sperimentano sistemi di apprendimento per un consumo
responsabile, per l’educazione alla tutela del territorio in collaborazione con le scuole (CEAS Monte
Arci), sono tra gli altri attori che potranno contribuire all’attuazione della strategia nella definizione di un
rapporto permanente tra territorio e sistema di apprendimento.
Gli imprenditori agricoli, alcuni giovani e innovativi, sono soggetti rilevanti che possono dare gambe
alla strategia, avendo già sperimentano rapporti LAVORO – SALUTE - SCUOLA. Esistono operatori
che hanno trasformato la propria azienda in centro culturale, trasmettendo alle giovani woofer,
provenienti da tutto il mondo, concetti come la biodiversità, i consumi consapevoli, il cibo del territorio. I
network internazionali sperimentati ormai da sei anni sul territorio sono la base per temporanee
residenze e pure permanenti se sarà potenziato il sistema diffuso di accoglienza.
Sono poi presenti una serie di soggetti ecclettici, portatori di conoscenze plurime, che hanno storie
da raccontare, approfondite in temi di marketing, di processi innovativi, di ossidazioni culturali e di
biodiversità, di design, che reggono e vivono relazioni interne e internazionali e che sono pronti a
metterle a disposizione del territorio attraverso l’attuazione della strategia, consci della necessità di un
processo di apprendimento collettivo della popolazione, per le relazioni con L’ESTERNO, nel
convincimento che gli standard debbano essere di assoluta qualità.
Le archeologhe che guidano il Museo dell’Ossidiana di Pau, sono soggetti rilevanti in grado di dare
attuazione alla strategia per la capacità di contaminare, con il potere evocativo del vetro vulcanico del
Monte Arci, le altre manifestazioni identitarie del paesaggio, attraverso percorsi didattici rivolti alle
scuole, ma pure ludico-ricreativi sui temi del cibo, delle arti, della biodiversità, della cittadinanza. Da
alcuni anni si creano, attraverso l’ossidiana e le sue caratteristiche, relazioni, reti interne ed esterne al
territorio, tra presidi formativi esterni alla scuola e sistema didattico esperienziale. Infatti a partire dal
territorio boschivo del Monte Arci, che rispetto al bene ossidiana, possiede grande valenza
archeologica e geologica, è nata l’esigenza di determinare un rapporto costante tra il dentro e il fuori,
tra il Museo e il massiccio vulcanico, lì dove l’ossidiana si è formata e dove ancora è possibile
apprezzarla sia nei suoi contesti di giacitura originaria che negli ambiti di sua lavorazione.
I grafici e gli operatori culturali che gestiscono il museo dell’immigrazione di Asuni potranno
attraverso il processo in atto progredire nella creazione di un polo dinamico regionale collegato al
concetto di permanenza e di network internazionale esistente con i sardi nel mondo.
Altrettanto numerosi sono gli esperimenti di contaminazione tra gli attrattori culturali di tipo archeologico
e le produzioni culturali, gestiti e promossi da associazioni e movimenti di artisti attivi. Queste
esperienze capaci di coniugare beni identitari, come quelli nel dominio dell’archeologia, e produzioni
artistiche legate alla musica, alla pittura, alla scultura, alla ceramica, al legno e alle arti visive
rappresentano un punto valido di partenza per il potenziamento del settore economico correlato alla
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cultura e alle risorse del territorio.
Il designer che, dopo anni in giro per l’Europa, ha deciso di risiedere nell’Alta Marmilla, già utilizza i
materiali del paesaggio, i tessuti storici di Morgongiori, anticipando le visioni delle politiche industriali o
manifatturiere a Firenze, Trento, Anversa, Parigi, contribuendo al posizionamento delle aziende e
facendo ricerca progettuale sull’innovazione e sulla creatività, sperimentando il rapporto tra le identità
materiali e immateriali del territorio e la moda/design. Potrà attraverso il percorso di
apprendimento/lavoro scelto dal territorio, essere attore per internazionalizzare la comunità dell’Alta
Marmilla. L’utilizzo dei network internazionali in dotazione ai soggetti rilevanti sono la chiave per riuscire
a diffondere, a tutto il tessuto imprenditoriale, l’innovazione delle idee.
Tutti rappresentano gambe e a volte potranno fornire guida per un processo di apprendimento
collettivo della comunità insediata che diventa attraente e attira nuovi residenti.
N.
1
2
ENTE
Regione Sardegna.
Unione dei Comuni.
3
Comuni.
SEGMENTO
Consorzio Parco
“Monte Arci”.
Consorzio turistico
“Due Giare”.
Agenzia di Sviluppo
“Due Giare”.
Ambiente e
paesaggio
Ambiente e
paesaggio
Sviluppo e
lavoro
7
Gruppo di Azione
Locale “Marmilla”.
Sviluppo e
lavoro
8
ASL n.5 Oristano.
Salute
4
5
6
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Distretto sanitario
Ales – Terralba.
Istituto Scolastico
Ales.
Coldiretti
Associazione
Culturale Menabò.
Associazione
Culturale Boghes.
Biblioteca
Gramsciana Onlus.
AntiDesignStudio
s.r.l.
Nautilux s.n.c.
Cooperativa il Sole.
Associazioni
culturali (musica,
arte, ecc.)
Associazioni di
volontariato (AVIS,
Auser, ecc).
RUOLO/MOTIVAZIONE
Attuazione e coordinamento.
Attuazione e coordinamento.
Salute
Istruzione
Agricoltura
Attuazione politiche locali sinergiche alla strategia con sperimentazione su terre civiche
e attività culturali.
Accompagnamento al coordinamento dell’Unione nei settori dell’ambiente e del
paesaggio.
Accompagnamento al coordinamento dell’Unione nei settori dell’ambiente e del
paesaggio.
Accompagnamento all’attuazione delle politiche sul lavoro. Innovazione, animazione e
monitoraggio.
Accompagnamento all’attuazione delle politiche sul lavoro. Animazione e
monitoraggio. Promozione e accompagnamento alla costituzione di reti di operatori
economici legati alla produzione, alla trasformazione, alla vendita e
all’internazionalizzazione delle produzioni agricole.
Gestione dei servizi alla salute e sperimentazione delle pratiche innovative di
teleassistenza e telemedicina
Gestione dei servizi alla salute e sperimentazione delle pratiche innovative di
teleassistenza, di telemedicina, di agricoltura sociale e per l’educazione alimentare.
Gestione, organizzazione e attuazione del nuovo sistema di apprendimento dell’Alta
Marmilla.
Promozione e accompagnamento alla costituzione di reti di operatori economici legati
alla produzione, alla trasformazione, alla vendita e all’internazionalizzazione delle
produzioni agricole.
Beni culturali
Gestione di beni culturali, promozione e rafforzamento delle attività artistiche.
Beni culturali
Gestione di beni culturali, promozione e rafforzamento delle attività artistiche.
Moda e
Design
Società
Istruzione
Accompagnamento all’aggregazione sociale e culturale, promozione e rafforzamento
delle attività artistiche.
Accompagnamento all’attuazione delle politiche sul lavoro per le imprese innovative e
creative nei settori economici esistenti e potenziamento dei medesimi.
Creazione di una rete regionale legata all’emigrazione.
Educazione ambientale e alimentare.
Società e
giovani
Accompagnamento all’aggregazione sociale e culturale, promozione e rafforzamento
delle attività artistiche.
Salute
Accompagnamento e rafforzamento delle reti informali di cura legate alle patologie
senili e promozione delle pratiche innovative di teleassistenza e telemedicina.
Beni culturali
20
Consulte giovanili.
Società e
giovani
21
Cooperative e
aziende agricole.
Agricoltura
22
Aziende artigiane.
Artigianato
23
Aziende di trasporti.
Mobilità
Accompagnamento all’aggregazione sociale e culturale, promozione e rafforzamento
delle attività artistiche.
Agricoltura sociale, innovazione nei processi, ricerca nelle produzioni, aumento
dell’occupazione.
Agricoltura sociale, innovazione nei processi, ricerca nelle produzioni, aumento
dell’occupazione.
Gestione e attivazione di trasporto innovativo e flessibile. 4. REQUISITI NECESSARI, REGIONALI E NAZIONALI, PER L’EFFICACIA DELLA STRATEGIA
Il superamento del digital divide è una condizione necessaria per l'efficacia della Strategia che, per innovare
il sistema dei servizi scolastici e socio-sanitari, della mobilità interna/esterna e per rafforzare il capitale
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intellettuale e relazione, intende utilizzare tutte le opportunità disponibili nel campo delle nuove tecnologie.
La Regione Sardegna ha utilizzato risorse FEASR 2007-2013 per l'attuazione di un piano per la diffusione
della banda ultra larga nelle aree rurali, che ha previsto una priorità per le aree interessate dalla SNAI. La
gara per l'esecuzione è stata assegnata e i lavori sono già partiti.
5. QUADRO FINANZIARIO E INDIVIDUAZIONE DELLE FONTI.
L’approccio regionale si basa sul coordinamento operativo dei fondi SIE, assicurato dalla Programmazione
Unitaria, che garantisce la complementarietà degli interventi attivati a valere sui differenti fondi, la
concentrazione delle risorse su base territoriale e la massimizzazione dei risultati finalizzati a invertire il
circolo: spopolamento/riduzione delle opportunità di lavoro/decremento dei servizi alla popolazione. Il
contributo dei POR e degli Obiettivi Tematici (OT) per la realizzazione della SNAI riguarda la tutela della
sicurezza degli abitanti (OT9), la promozione della specificità naturale, culturale e del paesaggio (OT6), il
rilancio dello sviluppo ed il lavoro (OT8 FSE, OT 9 FESR e FSE, OT10 FSE) attraverso l’uso di risorse
potenziali non utilizzate (OT3 e OT4 sia FESR che FEASR), la realizzazione di un miglioramento nei livelli di
erogazione dei servizi fondamentali quali la scuola, la salute e la mobilità (OT2 e OT9).
In considerazione del fatto che la RAS può esercitare la sua Specialità Statutaria nei settori chiave
d’intervento della SNAI, ovvero le precondizioni per lo sviluppo come istruzione e sanità, consente di avere
ulteriori risorse su questi temi. Come sopra ricordato, si tratta di risorse gestite nell’ambito della
Programmazione Unitaria. Oltre ai POR ci sono risorse regionali e nazionali (diverse da quelle dedicate alla
SNAI). Questo consente di avere un ambito d’azione, sui diversi temi, molto più ampio e integrato, il che
rappresenta una garanzia ulteriore in termini di efficacia della Strategia. Queste risorse vanno considerate
addizionali e sono trasversali a tutti i settori che intervengono nell’attuazione della strategia.
Le possibili fonti di finanziamento derivano principalmente da: POR FESR 2014/2020, POR FSE 2014/2020,
PSR FEASR 2014/2020 (Misura M19 _CLLD/Leader) e Legge di stabilità.
Oltre a queste opportunità, l’Alta Marmilla attraverso il Gal, i Consorzi o la stessa Unione dei Comuni potrà
partecipare a Programmi Europei a gestione diretta per trovare sinergia agli interventi previsti nella Strategia:
Programma ENI, Programma Europa Creativa, Programma Cosme, Programma Horizon 2020, Interreg Italia
– Francia.
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