INTRODUZIONE COS`È UN PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO

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INTRODUZIONE COS`È UN PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO
INTRODUZIONE
COS’È UN PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO E A COSA
SERVE?
Il Progetto Educativo di Gruppo (P.E.G.) è lo strumento che
ispirandosi ai principi dello scoutismo, individua le sfide in cui un
Gruppo è chiamato ad impegnarsi per un determinato arco di tempo.
Il P.E.G. è elaborato dalla Comunità Capi, la quale, sulla base di
quanto emerso dalla verifica del precedente P.E.G. analizza come
sono cambiate le realtà dei ragazzi e del territorio per individuare
punti di attenzione per il suo intervento educativo futuro.
L’azione educativa di ogni staff (insieme dei capi che seguono
l’unità) si inserisce nella più ampia educazione che il ragazzo
sperimenta nei diversi ambiti educativi, in cui gioca un ruolo
predominante la famiglia; coscienti di ciò, siamo convinti che tra noi
e le famiglie sia necessaria una condivisione degli obiettivi e una
conseguente collaborazione.
Il P.E.G. serve per assicurare l’unitarietà e la continuità della
proposta educativa di un Gruppo all’interno delle diverse unità
(Branco, Reparto, Noviziato e Clan) e il suo adattamento alla realtà
locale. Per questo motivo è necessario che sia uno strumento
dinamico e che sia verificato periodicamente.
Il P.E.G. ha anche la funzione di rendere l’azione educativa di ogni
capo e di ogni staff più incisiva: il programma specifico di ogni unità
discende, infatti, direttamente dalle Sfide Educative individuate nel
P.E.G. che vengono adattate secondo il metodo specifico di ogni
branca
A COSA EDUCHIAMO
Noi capi educatori scout, seguendo l’idea originale di Baden Powell1,
basiamo la nostra intenzionalità educativa su quattro punti
fondamentali, che mirano a non tralasciare alcun aspetto di uno
sviluppo armonico della persona, con una progressione adatta
all’età.
I quattro punti di Baden Powell sono:
1) Formazione del carattere;
2) Salute e forza fisica;
3) Abilità manuale;
4) Servizio al prossimo.
Per Formazione del Carattere si intende uno sviluppo della
personalità che porti l’individuo ad avere una relazione positiva con
se stesso, tale da consentirgli la capacità di fare quelle scelte che lo
porteranno a scoprire chi vuole e chi può essere, decidendo
autonomamente i modi e i tempi per giungervi, con responsabilità,
nella condivisione di essere unico ed irrepetibile, cosciente
dell’esistenza di un progetto che Dio ha su di lui.
Per Salute e Forza Fisica si intende una conoscenza ed un
rapporto positivo con il proprio corpo quale dono di Dio e fonte di
relazione con gli altri e con l’ambiente; avere cura del proprio corpo,
ricercare una alimentazione sana, riposarsi correttamente, ricercare
1
Fonti: Scoutismo per ragazzi, Il manuale dei Lupetti, La strada verso il
successo, Taccuino, e le altre Sue opere. Statuto dell'Associazione, Patto
Associativo, Regolamento Metodologico (consultabili sul sito www.agesci.org sezione Download)
ritmi naturali di vita, esprimersi, vivere correttamente e
serenamente la propria sessualità, saper affrontare la fatica, la
sofferenza, la malattia, la morte.
Per Abilità Manuale si intende una relazione creativa con le cose.
Educare alla manualità permette all’educando di sviluppare una
progettualità pratica, un’autonoma capacità di realizzare cose,
partendo da mezzi poveri. La dimensione concreta del realizzare,
oltre a capire l’importanza del concretizzare, permette al ragazzo di
scontrarsi con i suoi limiti accettandoli e cercando di superarli,
scoprendo che dopo la fatica, viene la gioia della realizzazione.
Per Servizio al Prossimo si intende l’educazione all’amore per gli
altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ricchezza della
diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un
mondo più giusto, a rendersi utili in qualunque momento ciò sia
richiesto, mettendo a disposizione le proprie energie e capacità.
Trasversalmente è da considerarsi la formazione spirituale che ci
consente di legare con naturalezza le quattro “dimensioni personali”
sopra citate, avendo come riferimento la figura di Gesù quale
compagno di questo cammino di crescita e di cambiamento.
L’idea che ci prefiggiamo è quella di accompagnare il cammino dei
ragazzi verso una scelta per essere Uomo/Donna della Partenza, che
in estrema sintesi si traduce in una persona che:
•
sappia leggere ciò che attorno gli succede e le relazioni che
intreccia con gli altri
•
sia capace di interpretare le sue trasformazioni interiori
•
sappia ascoltare le altrui esigenze
•
sia in grado di cambiare concretamente il mondo in cui vive,
lasciando una traccia: la traccia del buon cittadino del
mondo.
REALTÀ ESTERNA
ANALISI DEL TERRITORIO
Il territorio in cui opera il Gruppo Scout MI30 è compreso tra il
Parco Forlanini, la Tangenziale Est, l’agglomerato di Monluè,
l’Ortomercato, via Bonfadini e piazza Ovidio. Corrisponde al
territorio della ex zona 13, oggi parte della 4 del decentramento
cittadino.
La zona, che si è costituita nel primo dopoguerra tranne il nucleo
storico di Monluè (presente dal 1600), vede quartieri con case
costruite con il sistema delle cooperative, ormai tutte riscattate,
quartieri di edilizia popolare in affitto, edilizia privata e una zona
commerciale tra via Mecenate e via Salomone costituita da
capannoni industriali centri sportivi e studi televisivi. Il processo di
riprogettazione delle aree periferiche è particolarmente presente
nella nostra zona: la riqualificazione del quartiere ponte lambro, le
nuove edificazioni intorno alla parrocchia di San Galdino, il
quartiere Santa Giulia sono una realtà tangibile che portano con se
nuovi residenti e nuove necessità di servizi tra i quali quello
educativo.
Il gruppo ha sede nella parrocchia di San Galdino attorno alla quale
sono presenti le case popolari dell’Aler, i condomini di nuova
edificazione e alcuni capannoni commerciali.
AMBITI DI AZIONE DEL GRUPPO
Il territorio da cui provengono i ragazzi e le ragazze del gruppo si è
diversificato e notevolmente ampliato rispetto all'area in cui il
gruppo presta opera.
Partendo da questa considerazione la comunità capi si interroga
quindi sulla relazione che il gruppo ha nei confronti del territorio
che lo ospita.
Per questo motivo si ritiene di stabilire un programma di impegni ed
azioni concrete a breve e a lungo termine al fine di definire l'azione
del gruppo nei confronti della realtà esterna:
A breve termine:
1. Il nostro ruolo nella Chiesa locale e nei confronti delle associazioni
del territorio.
- Nell'ambito delle trasformazioni che le cinque parrocchie stanno
portando avanti, la comunità capi individua la necessità di
relazionarsi in maniera più partecipativa con l'Unità Pastorale
Forlanini.
- Nei confronti delle associazioni del territorio si è sviluppato un
particolare rapporto di collaborazione con l'associazione Centesimus
Annus con sede in Via Monluè 65 Milano, la quale si occupa di
offrire accoglienza a immigrati lavoratori con permesso di soggiorno
affittando stanze indipendenti. Nell'inverno 2008-2009 è stata una
delle sedi designate dal comune per ospitare i senza tetto e dar loro
un pasto caldo, all'interno del programma “paino freddo”. Il nostro
gruppo scout ha identificato la collaborazione all'interno di questo
programma come un'occasione di servizio e di conoscenza della
realtà sociale a cui partecipare come capi e da proporre ai ragazzi del
clan. Da quest'occasione è iniziata una collaborazione fattiva che
vede concretamente impegnati capi e ragazzi non solo nella
realizzazione di alcune attività ma anche nella gestione di alcuni
ambiti dell'associazione stessa.
- Sono poi presenti sul territorio molte associazioni con le quali il
gruppo ha attivamente collaborato e verso le quali ci piacerebbe
poter individuare dei percorsi comuni di collaborazione partendo da
alcuni temi per noi cari come la possibilità per i nostri ragazzi di
svolgere un servizio o l'approfondimento e la conoscenza attraverso
il confronto su tematiche comuni. Ad oggi siamo anche consapevoli
che le nostre forze interne non ci consentono di essere presenti in
troppi contesti non per questo ci tiriamo indietro di fronte a
occasioni di reale positiva collaborazione
2. La comunità capi ritiene importante per ogni branca definire delle
occasioni per testimoniare e raccontare la propria identità e la
propria attività:
- proponendo degli eventi aperti, come la giornata aperta di branco e
la veglia rover del clan, che possano progressivamente diventare
patrimonio pubblico della comunità che vive nel territorio stesso.
- defindendo i termini della partecipazione da parte del gruppo ad
alcuni eventi già consolidati, in relazione alla loro valenza educativa,
come ad esempio la festa della pace.
A lungo termine:
3. La sede. Frutto del percorso maturato nel passato Progetto
Educativo di Gruppo è il riconoscimento della valenza educativa di
una piena proposta di vita all'aria aperta. Espressione di questo
percorso sono gli investimenti educativi che il branco ha fatto sul
parco di Monlué, luogo ormai riconoscibile dai bambini ed
educativamente irrinunciabile, mentre il reparto inizia un percorso
di maggior presenza all'interno del parco Galli. Nell'ambito di tale
riflessione trova spazio la necessità sempre più importante di offrire
al gruppo una sede accogliente e utilizzabile che risolva le
problematiche delle ridotte dimensioni della sede di san Galdino e
dell'assenza di un posto caldo e chiuso a Monlué per il branco.
4.La valenza della sede quale luogo educativo, unita alla necessità di
avere a disposizione degli spazi all'aria aperta, implica
inevitabilmente delle riflessioni sul nostro modo di stare nel
territorio rispetto alle sue zone di vuoto educativo, alle parrocchie
esistenti e alle diverse agenzie educative (centri di aggregazione
giovanile, scuole).
5. La necessità di creare un'occasione di approfondimento aperta al
territorio su di una tematica di interesse educativo e sociale. Tale
esigenza nasce dalla presa di coscienza dell' A.G.E.S.C.I. in quanto
agenzia educativa e per questo chiamata a testimoniare una sua
posizione in merito a tematiche sia che riguardano i nostri ragazzi
che vivono nella società di oggi sia rispetto a questioni con cui il
gruppo, nell'ambito delle sue diverse attività, viene a contatto.
REALTÀ INTERNA
Branco della Stella polare (età 8-12 anni)
Il branco della stella polare è composto da 30 bambini, di cui sette
nuovi, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. La staff è composta da 3
capi,2 uomini e una donna, e da due scolte in servizio. Le nostre
attività ( le cacce) sono solitamente svolte all'interno del parco di
Monluè. I bimbi provengono per la maggior parte dal quartiere
Forlanini,tra i tre ponti e viale Ungheria. Sono Tutti, o quasi,bambini
estremamente impegnati e spesso passano fuori casa gran parte del
giorno (di solito fanno diversi sport, corsi di musica,...). Quasi
tutti hanno alle spalle un' educazione familiare cristiana che li porta
a frequentare il catechismo e la parrocchia attivamente.
E' un branco che, avendo fatto tesoro dell'esperienza positiva degli
scorsi anni, si sta dimostrando capace di avvertire la novità
dell'inserimento dei cuccioli e si sente stimolato dalla possibilità di
conoscerli e di accoglierli nel migliore dei modi che conosce un
bimbo: giocando. Il tutto in un clima di profonda e
autentica serenità che ha fatto sì che i cuccioli iniziassero ad
avvertire un clima di Famiglia Felice.
Durante gli scorsi anni si è avviato un importante percorso che
poneva l'accento sulla progettualità e sull' irriducibile singolarità del
bimbo. I risultati si vedono quotidianamente. I bimbi, specialmente i
più grandi, iniziano a comprendere l'importanza e la bellezza della
scelta, anche nelle piccole cose, e sperimentano l'importantanza del
rendersi
protagonisti
della
loro
crescita
progettandosi
quotidianamente con il gioco delle prede o con le specialità. E' un
branco che gioca e cresce traendo spunto dal percorso del singolo,
dai suoi interessi,dalle sue inclinazioni, dai suo carismi. Riteniamo
che il branco sia pronto all'avvio di un nuovo percorso ( che si
incastra naturalmente su quello degli anni scorsi) sulla
responsabilità che possa permettere loro di raccontarsi alla
comunità e di “ aprire le ali” rendendosi sempre più partecipi e
protagonisti nella decisione delle sorti del branco.
Reparto Topi di Campagna (età 12 – 16 anni)
Il Reparto “Topi di Campagna” è attualmente composto da 5 guide
(Sq.Volpi) e 12 esploratori (Sq. Phoenix e Sq. Squali) nella gran parte
provenienti dall’area residenziale nelle imminenti vicinanze della
nostra sede (fanno eccezione 3 ragazzi). I ragazzi hanno alle spalle
condizioni familiari per lo più molto solide che sostengono la loro
scelta associativa; pochi praticano attività sportive o formative
(musica, teatro) al di fuori delle occasioni offerte nel contesto
scolastico; circa la metà svolge costantemente attività oratoriale.
Il percorso intrapreso con il passato Progetto Educativo ha permesso
al Reparto di acquisire una conformazione stabile che va
solidificandosi intorno al modello di lavoro offerto dalla Squadriglia
e dalla progettazione in piccoli gruppi di porzioni crescenti della vita
di Unità. Molto positiva la risposta dei grandi (Consiglio Capi) assai
gelosi del loro ruolo di direzione del Reparto e pronti a cogliere la
sfida di responsabilità che questo comporta.
Il Reparto si riconosce oggi intorno ad una modalità di relazione fra i
suoi membri, Capi compresi, assai semplice e diretta, che fa
dell’ironia, del gioco, della libertà di espressione e di un certo tono
da “caciara” i suoi tratti più evidenti, senza con ciò venir meno alla
fratellanza e al rispetto fra tutti; questo forte spirito di gruppo non
impedisce l’accoglienza dei nuovi piccoli, immediatamente fatti
parte di questo gioco, e favorisce il superamento della oggettiva
condizione di minorità numerica in cui si trovano le ragazze.
Clan Kiowa e Noviziato Sirio (età 16 – 20 anni)
Fanno parte della comunità Rover e Scolte (R/S), che comprende
clan e noviziato, 7 ragazze e 2 ragazzi, complessivamente di età
compresa tra 16 e 20 anni. Di questi, 2 provengono da fuori Milano.
Per quanto concerne la loro occupazione, la maggior parte è
studente, di scuola superiore (7) o università (2), la restante parte (1)
lavora. Quasi nessuno vive costantemente e autonomamente una
relazione con la Chiesa locale; ciò fa sì che l’esperienza scout
rappresenti, per essi, l’unica occasione di crescita e maturazione in
merito alla scelta di fede e al confronto con la proposta del Vangelo.
Una sola ragazza ha iniziato il percorso di discernimento verso la
Partenza. Negli ultimi 10 anni, 15 ragazzi del clan hanno preso la
Partenza; di questi, 11 hanno scelto di prestare servizio in Comunità
Capi. Dei medesimi, 4 sono usciti.
La comunità R/S da molti anni si sostiene su un numero piccolo di
ragazzi. Ciò ha spesso reso difficile portare avanti in maniera
concreta e con il contributo di tutti un progetto. Le assenze, che
spesso risultano del tutto compatibili e coerenti con gli impegni
scolastici e lavorativi dei ragazzi, a volte limitano le forze e
rallentano i meccanismi decisionali della comunità, a scapito della
tensione positiva che anima il percorso che auspichiamo per il
gruppo.
Lo stile e la configurazione attuale della comunità R/S è il frutto di
un percorso iniziato 6 anni fa e partito dalla constatazione della
scarsa aderenza della proposta di scoutismo fatta ai ragazzi,
soprattutto in merito alle disattese modalità e peculiarità del metodo
scout. Grazie al corresponsabile supporto della Comunità Capi, i capi
clan hanno saputo ridare vita e significato alla proposta di roverismo
tipica della branca. Tale giro di vite ha implicato anche la scelta, da
parte di alcuni dei ragazzi che componevano la comunità di allora, di
lasciare lo scoutismo. Questa è una legittima ed attuale possibilità
che, se pensata in maniera matura e consapevole, riteniamo
educativa.
Da allora, il cuore dell’attività R/S è sulla strada. Le occasioni in cui
camminiamo insieme, tra Alpi e pellegrinaggi, rappresentano il
contenitore in cui avvengono e sono celebrati i momenti di scelta del
singolo e della comunità.
L’ultimo periodo ha visto anche esso la fuoriuscita di alcuni membri
della comunità; dal nocciolo che si è venuto a formare è scaturita –
pare – la convinzione che fare insieme concretamente sia esigenza e
motivo per continuare a far parte della comunità.
Il passo – grande bello impegnativo – che attende la comunità R/S e
i suoi capi si chiama mattone. Rappresenta l’intenzione concreta di
trasformare le esperienze e i pensieri fatti in passato (Scampia e
legalità, Centesimus Annus e immigrazione, Assisi e la figura del
pellegrino) in impegno.
LE SFIDE EDUCATIVE
"L'uomo e la donna della partenza, buoni cittadini del mondo",
questa è l'idea verso la quale ci proponiamo di accompagnare i
ragazzi nella nostra proposta/azione educativa. Persone importanti
per la loro unicità, in grado di scegliere, conoscersi, farsi conoscere,
vivere con gli altri e capaci di darsi da fare per gli altri nella
consapevolezza di essere creature di Dio, chiamati a scoprire e vivere
attivamente il suo Progetto.
Dall'Art.22 dello Statuto Agesci2:
Il Progetto educativo del Gruppo, ispirandosi ai principi dello
scoutismo ed al Patto associativo, individua le Aree di Impegno
Prioritario per il Gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti
dall’analisi dell’ambiente in cui il Gruppo opera e indica i
conseguenti obiettivi e percorsi educativi.
Partendo dal presupposto che le Aree di Impegno Prioritario sono lo
strumento necessario per rendere la proposta educativa del nostro
gruppo coerente e continuativa oggi più di ieri abbiamo la necessità
di impegnarci individuando delle vere e proprie sfide educative.
Sulla base delle Sfide Educative vengono periodicamente elaborate
(condivise e verificate insieme con gli altri appartenenti alla
2
http://www.agesci.org/risorse/downloads/archivio/home/Documenti_Ufficiali/Statuto_Agesc
i_2009.pdf
Comunità Capi e i genitori) le Attenzioni Educative proprie di ogni
progetto di unità.
L'Attenzione Educativa precisa il comportamento e la linea che
l'educatore tiene durante lo svolgimento delle attività e nelle altre
occasioni d'incontro con i ragazzi per favorire la crescita e la
formazione del singolo. Non si tratta di stabilire cosa i ragazzi
devono fare o devono diventare, l'Attenzione Educativa riguarda
l'adulto come soggetto dell'educazione e il bambino/ragazzo come
fruitore attivo di questa educazione.
La definizione di un progetto per Attenzioni Educative nasce dalla
convinzione che il cambiamento nei ragazzi sia frutto di diversi
fattori tra i quali, per citare quelli che per noi sono più importanti:
9 La possibilità di fare insieme le cose
9 Il clima caldo e accogliente che si instaura nell'ambiente
educativo (del quale sono responsabili gli educatori)
9 La ritualità dei comportamenti e delle proposte
9 L'esempio concreto dei capi-educatori
LA NOSTRA SFIDA EDUCATIVA: LA RESPONSABILITÀ
Nella nostra esperienza di Capi Scout con bimbe e bimbi, ragazze e
ragazzi, e giovani abbiamo osservato, rispetto al loro cammino per
diventare persone pienamente responsabili, sia dei limiti che delle
risorse su cui costruire la nostra proposta educativa:
−
Il limite consiste nella difficoltà a decodificare le situazioni
in cui si trovano, così da essere in grado di elaborare e sostenere
una propria strategia di azione rispetto ad esse. I ragazzi hanno
difficoltà a trovare delle proprie interpretazioni che non si
riducano a raccogliere e ripetere acriticamente quelle facili e
scontate già confezionate.
−
Le risorse si concentrano in un loro inappagato desiderio di
autenticità in ciò che fanno, che sono e che dicono di essere.
Questo desiderio è voglia di originalità, di essere pienamente
se stessi e di venire riconosciuti come tali nella propria personale
unicità.
Riteniamo quindi di dover rispondere a questo desiderio aiutando i
nostri bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze, e giovani a costruire
un'identità vera, autentica e dotata di senso, che si sviluppi
nel costante confronto con il mondo, garantendosi così di non
risultare astratta-alienata rispetto ad esso. Riconosciamo in Cristo e
nel suo modello di vita narrato nei Vangeli il termine di confronto
privilegiato per stimolare, attraverso l'esperienza e la preghiera, ad
una risposta che scopra ed accolga la chiamata a fare la propria parte
nella edificazione del Regno.
Troviamo che la piena concretizzazione di un'identità di questo tipo
si traduca in una persona che abbia la voglia e il coraggio di
puntare in alto e liberare i propri sogni, tanto nelle scelte con
cui costruisce se stessa quanto nelle azioni con cui interviene sulla
realtà, rendendo sempre più profondi, critici e radicati tanto la
propria visione del mondo quanto la consapevolezza della propria
vocazione, ed, in essa, del proprio ruolo politico all'interno del
mondo stesso. Un'identità che, così fatta, giudichiamo
responsabile.
ITINERARI PEGAGOGICI
Per aiutare bimbi, ragazzi e giovani nella costruzione di un'identità
responsabile riteniamo di doverli accompagnare nell'identificare,
concretizzare e condividere le proprie scelte:
•
identificare: scoprire gli interessi che orientano le proprie
scelte e che conferiscono una posizione personale rispetto al
mondo. Relazionarsi col mondo e sapersi far provocare da
esso, individuando con sempre più chiarezza i propri
possibili spazi d'azione. Cogliere di ogni esperienza la
dimensione problematica che esige e motiva un progetto di
risposta. Accogliere il rivelarsi della propria vocazione
rispetto al disegno di Dio nella vita personale, nella relazione
con gli altri e nel proprio ruolo all'interno del mondo.
•
concretizzare: progettarsi per concretizzare le scelte. Cogliere
la necessità di scandire i progetti in fasi determinate da
obbiettivi chiari, concreti e verificabili.
•
condividere: raccontarsi testimoniando spontaneamente le
proprie scelte. La scelta è viva e reale solo quando è
apertamente testimoniata, non quando viene nascosta.
ATTENZIONI EDUCATIVE INTERBRANCA
Le passate esperienze condivise in Comunità Capi ci permettono di
suggerire ad ogni Staff di Unità che utili strumenti per favorire i
processi sopra indicati sono:
1. offrire ai bimbi e ai ragazzi occasioni di incontro con persone e
situazioni significative;
2. offrire contesti di rilettura cristiana della propria esperienza e
quindi di incontro con la fede;
3. costruire con i diretti interessati la scansione in tappe per la
realizzazione del progetto prescelto;
4. raccontare e motivare le nostre scelte per poter poi attendere da
loro lo stesso;
5. non considerare opzionale il momento di condivisione e
testimonianza di una scelta personale o collettiva.
AMBITI DEL PROGRAMMA DI
COMUNITÁ CAPI (A.A. 2009/2010)
FORMAZIONE
DELLA
- La partenza: educare alla scelta in Branco, Reparto e NoviziatoClan.
- Educare al cambiamento, crescere nella discontinuità.
- Tempi, occasioni e strumenti per favorire la scoperta di sé, della
Branca, degli altri, di Cristo.
- Strumenti di Branca per la Progressione Personale Unitaria.
- Spazi di gestione della vita di Branca da lasciare a bimbi e
ragazzi.
- Relazione singolo-comunità nella definizione e verifica delle
scelte.
- Il Progetto Unitario di Catechesi (PUC). Scoutismo, comunità
cristiane e Chiesa.
INDICATORI DI VERIFICA
Verifica sui ragazzi e la vita di Branca
Identificazione della scelta:
Come hanno risposto bimbi e ragazzi di fronte alla
proposta del nuovo? Quanto hanno colto insolite ed
impegnative sfide? Come rendere ciò più accattivante
per loro?
Concretizzazione della scelta:
Quali e quanti spazi della vita di Branca sono gestiti
da bimbi e ragazzi? Quali passi per estenderli?
Quanto la Progressione Personale Unitaria è l’asse
portante dell’intera vita di Branca? Quali spazi
potrebbero ancora aprirsi?
Condivisione della scelta:
Qual è il livello di consapevolezza che ciascuno
possiede del proprio percorso, di quello degli altri, del
cammino dell’intera comunità? Come alzare questo
livello?
Verifica sull’azione dei Capi
Identificazione della scelta:
Quali e quante occasioni abbiamo offerto per favorire
la scoperta di sé, dell’altro, della Branca, di Cristo?
Quali e quante per permettere di non fermarsi a idee
e scelte di vecchia data? Ve ne sono di nuove da
introdurre? Di vecchie da migliorare? Quali attenzioni
tenere?
Concretizzazione della scelta:
Quali strumenti abbiamo offerto per chiarire le scelte
e la loro progettazione? Con quanta frequenza li
abbiamo richiamati? Cosa potrebbe aiutarci?
Condivisione della scelta:
Come abbiamo favorito la condivisione di scelte e
percorsi? Quali spazi abbiamo lasciato o creato per
questo uso? Con quale attenzione li abbiamo gestiti?
PATTO ASSOCIATIVO
Il Patto associativo è la sintesi delle idee e delle esperienze maturate
nell'ASCI e nell'AGI, accolte e sviluppate nell'AGESCI.
E' il legame che esprime le scelte fatte dai Capi e dagli Assistenti
ecclesiastici dell'Associazione, l'identità, l'impegno e le speranze che
tutti condividono. E' il punto di riferimento per ogni successivo
arricchimento.
Ci impegniamo a rispettarlo perché riconosciamo nei suoi contenuti
il fondamento del nostro servizio educativo e uno stimolo per il
cammino di formazione personale.
Il Patto associativo è rivolto anche alle famiglie dei ragazzi e a tutti
coloro che sono interessati ai problemi dell'educazione, perché
possano
comprendere
quali
siano
le
caratteristiche
dell'Associazione.
L'ASSOCIAZIONE
L'Associazione accoglie e riunisce Capi e ragazzi.
I Capi, donne e uomini impegnati volontariamente e gratuitamente
nel servizio educativo, offrono alle ragazze e ai ragazzi i mezzi e le
occasioni per una maturazione personale e testimoniano le scelte
fatte liberamente e vissute con coerenza.
L'Associazione adotta i principi e il metodo della democrazia. Affida
gli incarichi educativi e di governo, a una donna e a un uomo
congiuntamente, con pari dignità e responsabilità.
Lo scopo dell'Associazione è contribuire, secondo il principio
dell'autoeducazione, alla crescita dei ragazzi come persone
significative e felici.
Ci rivolgiamo ai giovani come a persone capaci di rispondere
liberamente alla chiamata di Dio e di percorrere la strada che porta
all'incontro ed alla comunione con Cristo.
Offriamo loro la possibilità di esprimere le proprie intuizioni
originali e di crescere così nella libertà inventando nuove risposte
alla vita con l'inesauribile fantasia dell'amore.
La nostra azione educativa si realizza attraverso esperienze di vita
comunitaria, nell'impegno e nella partecipazione alla vita sociale ed
ecclesiale. Operiamo per la pace, che è rispetto della vita e della
dignità di ogni persona; fiducia nel bene che abita in ciascuno;
volontà di vedere l'altro come fratello; impegno per la giustizia.
La nostra azione educativa cerca di rendere liberi, nel pensare e
nell'agire, da quei modelli culturali, economici e politici che
condizionano ed opprimono, da ogni accettazione passiva di
proposte e di ideologie e da ogni ostacolo che all'interno della
persona ne impedisca la crescita. La proposta educativa è vissuta
localmente dal Gruppo scout, momento principale della dimensione
associativa, di radicamento nel territorio e di appartenenza alla
chiesa locale.
La Comunità Capi, custode dell'appartenenza associativa, è luogo di
formazione permanente per i Capi e di sintesi della proposta
educativa. Cura l'attuazione del Progetto educativo, l'unitarietà della
proposta scout e il dialogo con le famiglie, principali responsabili
dell'educazione dei ragazzi. Si pone anche come osservatorio dei
bisogni educativi del territorio, in collaborazione critica e positiva
con tutti coloro che operano nel mondo dell'educazione.
Per attuare questo programma profondamente umano, pensiamo
che solo Cristo è la verità che ci fa pienamente liberi; questa fede è lo
spirito che dà vita alle cose che facciamo.
LA SCELTA SCOUT
I Capi testimoniano l'adesione personale alla Legge e alla Promessa
scout.
Svolgono il loro servizio secondo il metodo e i valori educativi
dell'Associazione, che si desumono dagli scritti e dalle realizzazioni
pedagogiche di Baden-Powell, dalla Legge e dalla Promessa.
Il metodo scout attribuisce importanza a tutte le componenti
essenziali della persona, sforzandosi di aiutarla a svilupparle e a
crescere in armonia, secondo un cammino attento alla progressione
personale di ciascuno.
Il metodo è fondato sui quattro punti di B.-P.: formazione del
carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo.
Intendiamo valorizzare e far crescere i doni di ciascuno, al di là delle
differenze e a partire dalla ricchezza che la persona è ed ha. Il
metodo si evolve ed arricchisce nel corso della storia associativa e si
caratterizza per:
L'autoeducazione
Il ragazzo è protagonista, anche se non l'unico responsabile, della
propria crescita, secondo la sua maturazione psicologica e la sua età.
Il Capo, con intenzionalità educativa, fornisce mezzi e occasioni di
scelta in un clima di reciproca fiducia e di serena testimonianza che
evita ogni imposizione.
L'esperienza e l'interdipendenza tra pensiero e azione
Lo scautismo è un metodo attivo: si realizza attraverso attività
concrete. Il ragazzo è aiutato dal Capo a riflettere su tali esperienze
per conoscere se stesso e la realtà, così da poter giungere
gradualmente a libere valutazioni critiche e a conseguenti scelte
autonome.
La vita di gruppo e la dimensione comunitaria
La persona sviluppa le proprie potenzialità vivendo con gli altri in un
indispensabile rapporto di età e di generazione, che fa crescere Capi
e ragazzi. In questo modo è possibile sperimentare una forma di vita
fondata sull'accoglienza delle reciproche diversità e sulla fraternità,
dove ciascuno è impegnato a mettersi a servizio degli altri. Nella
comunità si vivono le possibili dinamiche politiche che si incontrano
nel quotidiano. Il piccolo gruppo è laboratorio e palestra che,
aiutando a costruire strumenti interpretativi della realtà e a
sperimentare modalità di partecipazione, educa a una cittadinanza
responsabile.
La coeducazione
Le Capo e i Capi dell'AGESCI condividono la responsabilità
educativa e testimoniano l'arricchimento che viene dalle reciproche
diversità. Nel rispetto delle situazioni concrete delle realtà locali e
personali e dei diversi ritmi di crescita e di maturazione, offrono alle
ragazze e ai ragazzi di vivere esperienze educative comuni, al di là di
ogni ruolo imposto o artificiosamente costituito. Crescere insieme
aiuta a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e
a riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé
nell'amore. La coeducazione apre e fonda l'educazione
all'accoglienza dell'altro.
La vita all'aperto
Giocare, vivere l'avventura e camminare nella natura insegna il
senso dell'essenziale e della semplicità, permette di essere persone
autentiche che colgono i propri limiti e la necessità di aiuto e rispetto
reciproco tra noi e con tutto il creato. Capi e ragazzi sperimentano il
legame tra l'uomo e la natura come espressione di un unico disegno
di Dio Creatore, che ci ha posti come custodi attivi e responsabili del
suo giardino.
Il gioco
Il gioco è un momento educativo in cui, attraverso l'avventura,
l'impegno e la scoperta, il ragazzo sviluppa creativamente tutte le
proprie doti, cogliendo meglio limiti e capacità personali, impara a
riconoscere le regole e a rispettarle con lealtà.
E' una costante e progressiva esperienza della comune aspirazione
alla gioia, dispone all'entusiasmo, al senso del gratuito, all'apertura
al nuovo, alla ripresa fiduciosa dopo ogni insuccesso, all'accettazione
e al completamento reciproco.
Il servizio
Il valore educativo del servizio tende a portare l'uomo a realizzarsi
nel "fare la felicità degli altri". E' impegno graduale, concreto,
disinteressato e costante ad accorgersi degli altri, a mettersi al passo
di chi fa più fatica ed a condividere i doni che ciascuno porta. La
conoscenza della realtà e delle sue contraddizioni mostra come e
dove operare, nello spirito di Cristo, per il bene comune dei fratelli e
per il cambiamento di tutto ciò che lo ostacola.
La fraternità internazionale
Lo scautismo si incarna in modi diversi nei vari Paesi, vivendo i
propri valori nella specificità delle differenti culture. Capi e ragazzi
dell'AGESCI, nel legame coi loro fratelli nel mondo, vivono la
dimensione della fraternità internazionale, che supera
le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere
cittadini del mondo e operatori di pace.
LA SCELTA CRISTIANA
I Capi accolgono il messaggio di salvezza di Cristo e, in forza della
loro vocazione battesimale, scelgono di farlo proprio nell'annuncio e
nella testimonianza, secondo la fede che è loro donata da Dio.
Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di Dio e perciò stesso
l'unica verità capace di salvare l'uomo.
Questa salvezza, che si manifesta nella resurrezione di Cristo, ci dà la
speranzacertezza che ogni partecipazione alla sofferenza e alla morte
di Gesù, nei suoi e nostri fratelli, è garanzia di quella vita che Egli ci
è venuto a portare con pienezza.
Siamo così uniti dall'amore di Dio con tutti coloro che hanno questa
stessa speranza e ci sentiamo responsabili, da laici e con il nostro
carisma e mandato di educatori, di partecipare alla crescita di questo
corpo che è la Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia.
Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e
in spirito di collaborazione con chi si impegna nell'evangelizzazione
e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche
partecipando alla programmazione pastorale.
Per vivere questa esperienza di fede, che deve sempre crescere e
rinnovarsi nell'ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita
sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro
momento privilegiato nella celebrazione dell'Eucaristia e che si
sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come
espressione concreta della carità.
La Comunità Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il
metodo e la spiritualità che caratterizzano lo scautismo, l'annuncio
di Cristo, perché anch'essi si sentano personalmente interpellati da
Dio e gli rispondano secondo coscienza. Per questo impegno la
Comunità Capi sostiene la crescita spirituale dei suoi Capi.
L'AGESCI si propone come associazione di frontiera, che spesso
rappresenta per molti ragazzi l'unica occasione di ricevere un
annuncio di fede.
In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di
crescita reciproca l'accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di
altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di
altre religioni, nell'arricchimento del confronto interreligioso. E' un
dono che interroga l'Associazione su come coniugare accoglienza e
fedeltà all'annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in
Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il
loro pieno significato.
LA SCELTA POLITICA
La scelta di azione politica è impegno irrinunciabile che ci qualifica
in quanto cittadini, inseriti in un contesto sociale che richiede una
partecipazione attiva e responsabile alla gestione del bene comune.
Il Progetto educativo, elaborato dalla Comunità Capi sulla base del
confronto con la realtà e vissuto nelle Unità, è strumento per
un'azione educativa che abbia valenza politica.
La proposta scout educa i ragazzi e le ragazze ad essere cittadini
attivi attraverso l'assunzione personale e comunitaria delle
responsabilità che la realtà ci presenta.
L'educazione politica si realizza non solo attraverso la presa di
coscienza, ma richiede, nel rispetto delle età dei ragazzi e del livello
di maturazione del gruppo, un impegno concreto della comunità,
svolto con spirito critico ed attento a formulare proposte per la
prevenzione e la soluzione dei problemi.
La diversità di opinioni presenti nell'Associazione è ricchezza e
stimolo all'approfondimento delle nostre analisi; tuttavia non deve
impedirci di prendere posizione in quelle scelte politiche che
riteniamo irrinunciabili per la promozione umana.
Ci impegniamo pertanto a qualificare la nostra scelta educativa in
senso alternativo a quei modelli di comportamento della società
attuale che avviliscono e strumentalizzano la persona, come il
prevalere dell'immagine sulla sostanza, le spinte al consumismo, il
mito del successo ad ogni costo, che si traduce spesso in
competitività esasperata.
Ci impegniamo ad educare al discernimento e alla scelta, perché una
coscienza formata è capace di autentica libertà.
Ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici
storiche e delle scelte democratiche e antifasciste espresse nella
Costituzione del nostro Paese, tutte le forme di violenza, palesi ed
occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare
l'autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli, di imporre il diritto
del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali.
Ci impegniamo a spenderci particolarmente là dove esistono
situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la
dignità della persona, e a promuovere una cultura della legalità e del
rispetto delle regole della democrazia.
Ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace,
in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il
confronto con ciò che è diverso da noi diventi forza promotrice di
fratellanza universale.
Ci impegniamo a promuovere la cultura, le politiche ed i
comportamenti volti a tutelare i diritti dell'infanzia.
Ci impegniamo a vivere e promuovere una cultura di responsabilità
verso la natura e l'ambiente, coscienti che i beni e le risorse sono di
tutti, non sono illimitati ed appartengono anche alle generazioni
future.
Ci impegniamo a sostenere nella quotidianità e a promuovere
nell'azione educativa iniziative di equa ridistribuzione delle risorse e
scelte di economia etica.
A livello individuale il Capo vive la realtà concreta del suo oggi ed
esercita la propria cittadinanza attiva in coerenza con i valori
dell'Associazione.
L'AGESCI, consapevole di essere una realtà nel mondo giovanile,
sente la responsabilità di dare voce a chi non ha voce e di intervenire
su tematiche educative e politiche giovanili sia con giudizi pubblici
che con azioni concrete.
Collabora con tutti coloro che mostrano di concordare sugli scopi da
perseguire e sui mezzi da usare relativamente alla situazione in
esame, in vista della possibilità di produrre cambiamento culturale
nella società e per "lasciare il mondo un po' migliore di come
l'abbiamo trovato".