Untitled - Gruppo Carige
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CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:37 Pagina 14 CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:37 Pagina 15 Arte e Cultura Mazzini. Vita, avventure e pensiero di un italiano europeo di Raffaella Ponte Le Celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità nazionale, che hanno visto la realizzazione di una consistente produzione di pubblicazioni, convegni e mostre dedicate a ripercorrere e approfondire le vicende e i protagonisti più significativi del Risorgimento, non sono terminate con il 2011... ma hanno avuto un seguito, nell’anno appena trascorso, anche grazie alla significativa e forse all’inizio inattesa partecipazione popolare. A dimostrazione di ciò l’uscita del volume promosso da Carige, intitolato Mazzini. Vita, avventure e pensiero di un italiano europeo, degno suggello delle celebrazioni dedicato al grande politico democratico, uno dei protagonisti più insigni del Risorgimento italiano nonché “profeta di una nuova Europa”*. Si tratta di un’opera interessante e riccamente illustrata, realizzata con l’obiettivo espressamente dichiarato dai Curatori - lo storico Giuseppe Monsagrati e la storica dell’arte Anna Villari –, di rievocare la vicenda umana, intellettuale e politica di Giuseppe Mazzini nella sua interezza e complessità, e di evidenziarne la grande modernità e attualità del pensiero. Il filo rosso della narrazione si dipana lungo quattro sezioni – i luoghi della vita, la cultura, la politica e l’Europa –, riuscendo a illustrare la ricchezza, varietà e vastità degli interessi intellettuali, politici e personali di Mazzini attraverso un nutrito numero di saggi affidati a specialisti di discipline differenti e di generazioni diverse, che sostieA fronte Luigi Calamatta, Giuseppe Mazzini, incisione a bulino e acquaforte. Roma, Museo Centrale del Risorgimento. In alto Targa commemorativa presso la casa di Londra dove visse Mazzini (oggi North Gower Street NW1). ne il lettore in un crescendo di curiosità ed interesse. La prima sezione è dedicata ai “luoghi” teatro della vita, intesi non come semplici tappe di una vita da esule, ma come spazi geografici e comunità umane che hanno contribuito a formare e connotare la personalità, il pensiero e le azioni del grande Genovese. In apertura Giovanni Assereto offre al lettore un magistrale “affresco” di Genova, in un arco temporale coincidente con la vita stessa di Giuseppe Mazzini (1805-1872) durante il quale la città subì profonde trasformazioni, sia dal punto di vista politico-istituzionale sia da quello urbanistico. Con Genova Mazzini mantenne per tutta la vita un legame profondo, nonostante l’avesse abbandonata nel 1831 per ritornarvi poi soltanto per brevi incursioni da clandestino, grazie al rapporto saldissimo e costante con la madre, con gli amici e i seguaci genovesi, mantenuto in vita grazie a una fittissima corrispondenza, attraverso la quale nulla gli sfuggiva di quanto accadeva “sotto la lanterna”. La Marsiglia della Giovine Italia è, invece, tratteggiata dalla penna dello storico francese Jean-Yves Frétigné, che mette in luce come il Mazzini patriota diventi “professionista” rivoluzionario in terra francese, e come tale entri nella Storia. Lasciata la Francia profondamente amareggiato per la direzione presa dalla politica francese e afflitto sul piano personale, Mazzini prese la via della Svizzera, le 15 CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:37 Pagina 16 cui città e cantoni dapprima – come rileva nel suo saggio Elisa Signori – rappresentarono un luogo di transito per poi diventare un polo di riferimento per la sua attività politica e, in parte, un modello politico-istituzionale repubblicano, nonostante le critiche mai taciute alla neutralità elvetica nelle relazioni internazionali e all’ordinamento federale, giudicato fonte di sterili particolarismi. Se in Svizzera la visione politica di Mazzini si fece più chiara, fu poi a Londra che acquisì forza e profondità, nonostante le forti difficoltà iniziali, innanzitutto quelle ambientali, dovute alle asprezze del clima atmosferico e al costo della vita, altissimo in rapporto alle magre sostanze di un esule. Il Mazzini “londinese” è narrato da Giuseppe Monsagrati, che riesce a trasmettere al lettore le impressioni provate dal Genovese in quella che doveva essergli apparsa come una città sterminata, piena delle contraddizioni di una società fortemente classista e in piena espansione demografica, economica e produttiva, ma nella quale, tuttavia, poteva godere dei beni più preziosi, la libertà di opinione, di coscienza e di stampa. A Londra Mazzini trovò anche estimatori ed amici, che lo sostennero fino alla fine, anche nelle fasi discenIn alto George Washington Wilson, Il Tamigi ripreso da Bankside, circa 1860. Firenze, Raccolte Museali Fratelli Alinari. Emilie Ashurst, Giuseppe Mazzini, 1846. Genova, Istituto Mazziniano, Museo del Risorgimento. A fronte WIlliam Parrot, Veduta di Genova, 1854. Firenze, Raccolte Museali Fratelli Alinari. 16 Arte e Cultura CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:19 Pagina 17 denti della parabola di rivoluzionario e di uomo. E furono proprio degli “anglo- mazziniani”, i Nathan, per metà italiani – come scrive nel suo saggio su Pisa Pietro Finelli –, coloro i quali accompagnarono Mazzini nell’ultimo tratto di vita, rivestendo un ruolo cruciale insieme con altri nella costruzione e sacralizzazione della memoria mazziniana. In questo excursus attraverso il “luoghi” non potevano mancare Milano e Roma. La prima abilmente tratteggiata da Arianna Arisi Rota, nella sua natura di “luogo solo virtuale nella geografia esistenziale di Mazzini […] protagonista nella sua geografia politica”, in quanto centro di irradiamento della propaganda mazziniana, che tuttavia lo vedrà presente solo nella primavera del 1848, all’indomani delle inebrianti Cinque Giornate. Giuseppe Monsagrati accompagna il lettore a Roma, città sempre al centro del pensiero mazziniano, ma che, paradossalmente l’Esule nel corso della vita vide solo due volte, nel 1849 (dal 5 marzo al 12 luglio), triumviro della Repubblica Romana, e nell’ottobre del 1870, quando vi si fermò solo una notte con “l’anima a bruno” nel viaggio di ritorno dalla prigione di Gaeta, dopo essere stato amnistiato contro la sua volontà. Giuseppe Monsagrati firma anche il saggio centrale intitolato “Giuseppe Mazzini: vita di un italiano europeo”, nel quale viene ripercorsa tutta la vita di Mazzini, con una scansione cronologica segnata dai principali avvenimenti e progetti di vita, politica e personale; le pagine del saggio, contrassegnate da un colore che le differenzia dal resto del volume, si trovano esattamente al centro del volume, quasi a ribadire la centralità delle esperienze umane e culturali di Mazzini nella determinazione della sua crescita personale di politico e pensatore italiano europeo. La sezione dedicata alla cultura è aperta dal contributo di Anna Villari, intitolato “Giuseppe Mazzini e le arti figurative tra Italia e Inghilterra”, dal quale traspare l’originalità di pensie- Arte e Cultura ro e di gusti del Genovese, nei quali convivono i pittori neoclassici con Hayez e i preraffaelliti inglesi, a ribadire una vasta gamma di studi e una cultura non fine a sé stessa. L’originalità del pensiero mazziniano si ritrova anche nel saggio intitolato “La Chitarra e la Filosofia della musica” di Stefano Ragni, che rivela uno degli aspetti forse meno conosciuti di Mazzini, ovvero la sua passione per la musica, da lui stesso praticata e sulla quale ha finemente discettato nella “Filosofia della musica”, pubblicata a Parigi nel 1836. Attento conoscitore del repertorio di Settecento e Ottocento, dedicò particolare attenzione ai canti popolari, considerati l’espressione più genuina dell’animo umano. Nei saggi successivi emergono in tutta la loro chiarezza e attualità i grandi temi della riflessione mazziniana, soprattutto alla luce delle vicende politiche e sociali che stiamo vivendo – come sottolineato anche dai Presidenti di Banca Carige, Giovanni Berneschi, di Fondazione Carige Flavio Repetto in occasione della presentazione a Palazzo Ducale nel dicembre scorso –, quali l’educazione, la priorità dei doveri sui diritti, la libertà politica e lo sviluppo della vita sociale come unica prospettiva per il progresso dell’umanità, l’emancipazione femminile, l’idea di patria e di nazione come capacità di superamento dei nazionalismi. Questi temi sono affrontati nei contributi di Michele Finelli, intitolato “Mazzini educatore”, e di Andrea Panerini, intitolato “Il Dio di Giuseppe Mazzini”, e nella sezione dedicata alla politica, che si apre con il saggio di Roberto Balzani su “Mazzini e i Giovani”, nel quale viene tra l’altro evidenziato come Mazzini abbia offerto ai giovani contemporanei, stretti ancora tra le gabbie culturali e sociali dell’ancien régime, una possibile via di fuga – la cospirazione nazionale della Giovine Italia – come alternativa alla fuga dell’emigrante o a quella romantica, più mentale e intellettuale, riservata in genere a una ristretta élite. Nel saggio inti- 17 CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:19 Pagina 18 tolato “Giuseppe Mazzini e l’emancipazionismo femminile” Anna Maria Isastia mette in luce la particolare attenzione dedicata dall’Esule all’universo femminile, con il quale ha intessuto rapporti assai moderni, condividendo impegno, programmi, amicizia e affetti. A partire dagli anni giovanili Mazzini denunciò costantemente lo stato di inferiorità cui erano costrette le donne, non tralasciando occasione per ribadire l’alta considerazione che aveva per esse, efficacemente sintetizzata ne i Doveri dell’uomo (1860), dove gli uomini venivano esortati a rispettarle e amarle, cancellando dalla mente ogni idea di superiorità. A Roland Sarti il compito di tratteggiare “il disegno unitario”, espressione che dà il titolo al saggio stesso, che nella visione mazziniana era strettamente connesso sia alla questione nazionale, la più urgente, sia alla questione sociale, che non avrebbe tardato a manifestarsi. La questione nazionale, infatti, per Mazzini andava affrontata proprio attraverso il coinvolgimento di tutti gli strati della popolazione, associando le classi al fine di ottenere unità nazionale e giustizia sociale. Quest’ultimo argomento è ripreso e approfondito nel saggio di Sauro Mattarelli intitolato “L’associazionismo”, che mette in luce come il “governo sociale” – espressione che Mazzini preferiva rispetto al termine democrazia – da lui propugnato non potesse prescindere da una dimen- 18 sione europea, anche al fine di superare l’egoismo insito nel concetto di nazione. La sezione dedicata all’Europa si apre significativamente con il testo di Monsagrati intitolato “La letteratura”, nel quale è ribadito come le riflessioni mazziniane in proposito, muovendosi sul terreno concreto del pensiero che doveva farsi azione, abbiano sempre contenuto un manifesto disinteresse per la costruzione di un canone estetico e per le differenze nazionali e individuali. Temi questi strettamente connessi a quelli di Europa e democrazia, affrontati da Anna Maria Lazzarino Del Grosso, il cui saggio intitolato “Giuseppe Mazzini. Dentro la democrazia europea” evidenzia come già nei suoi primi articoli giornalistici di argomento letterario traspaia una profonda conoscenza delle opere prodotte negli ambienti più innovativi della cultura europea, con i quali entrerà direttamente in contatto quando arriverà esule in Inghilterra, riuscendo ad inserirsi autorevolmente nei circoli culturali e nel dibattito Joseph Danhauser, Franz Listz al pianoforte circondato da Alexandre Dumas, Victor Hugo, George Sand, Niccolò Paganini, Gioacchino Rossini e la contessa Marie d’Agoult, 1840. Berlino, Nationalgalerie. A fronte Giulio Guiggi, Busto di Giuseppe Mazzini, 1952. Pisa, Memoriale Mazzini, Domus Mazziniana. Photo credits: Ottavio Celestino. Documento CASANA 14-19:Layout 1 18-04-2013 11:19 Pagina 19 politico promosso dagli agitatori democratici presenti nella capitale inglese. Fino alla fine dei suoi giorni Mazzini operò instancabilmente affinché il suo progetto di democrazia europea potesse essere realizzato, sempre fermamente convinto che una delle precondizioni indispensabili fosse che in Italia si instaurasse finalmente un regime repubblicano. Il saggio di Arturo Colombo, intitolato “Per una nuova Europa”, illustra i significati differenti e complementari che l’Europa ha avuto per Mazzini, a partire dallo spazio geografico nel quale ha agito, che ha finito per assumere il ruolo di cornice ideale del suo progetto politico, dal quale – viene ricordato – fu assente il concetto di cosmopolitismo, e ciò in considerazione del ruolo determinante attribuito alle nazioni, solidali e strette in un patto di fratellanza. Le idee del Mazzini instancabile propugnatore dell’europeismo democratico furono alla base della Costituzione della Repubblica Romana, promulgata il 3 luglio del 1849, negli articoli della quale è chiaramente affermato quale fine ultimo di una repubblica democratica quello di promuovere il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini e gli eguali diritti, temi che non a caso si ritroveranno parimenti nella Costituzione della Repubblica Italiana promulgata il 1° gennaio del 1948, come emerge nel contributo di Mario Di Napoli intitolato “Costituente e Costituzione”. La ricca e variegata iconografia – frutto dell’accurata ricerca condotta da Anna Villari e Matteo Ventricelli –, completa la narrazione storica e, al contempo, fornisce un importante contributo alla valorizzazione del ricco patrimonio storico genovese, in particolare di quello civico conservato nel Museo del Risorgimento, al quale è dedicato il saggio intitolato “L’Istituto Mazziniano di Genova e i musei mazziniani in Italia” di Raffaella Ponte. In esso l’autrice, curatrice museale, tratteggia una breve storia delle collezioni risorgimentali genovesi, dalla quale si evince come anche in ambito museale Genova abbia rappresentato un’eccezione, realizzando nella casa natale di Giuseppe Mazzini un piccolo museo-sacrario dedicato all’illustre concittadino già pochi anni dopo la sua morte, in netta controtendenza con quanto stava Documento avvenendo sul territorio nazionale, dove si assistette a una vera e propria rimozione di tutto ciò che rappresentava il risorgimento repubblicano e alla marginalizzazione della figura di Mazzini, il grande assente nei primi allestimenti museali storici di Ottocento e primo Novecento. Il volume si chiude con una interessante antologia di giudizi su Mazzini, curata da Francesca Di Giuseppe, che riporta le dichiarazioni di detrattori e sostenitori, contemporanei e non. Al lettore il volume consegna un ritratto a tutto tondo di Mazzini uomo, scrittore, politico, italiano-europeo ante litteram, che ci si augura possa contribuire alla definitiva dissoluzione dell’immagine di austero apostolo del Risorgimento lontano nel tempo e a diffonderne, invece, la conoscenza alle nuove generazioni come di uno dei grandi teorici dell’emancipazione dei popoli e della democrazia. * Cfr.G.O.Griffith, Mazzini Prophet of Modern Europe, Londra1932. 19