via padova 80 - Short Latitudes

Transcript

via padova 80 - Short Latitudes
VIA PADOVA 80
(titolo provvisorio)
di
Chiara Boscaro, Carolina della Calle Casanova, Marco Di Stefano,
Valeria Nucera, Roberto Rustioni
SCENA 1
Milano. Febbraio. Tardo pomeriggio. Ai nostri giorni. L'interno di un negozio di lusso nel centro
storico. Dal buio la luce sale lentamente,ma nella penombra già ascoltiamo una voce parlare. E'
Tarek Ghitani, ambasciatore egiziano in Italia: è al telefono con Gamal Hussein, segretario
personale del Capo di Stato egiziano, e suo vecchio amico. Tarek è un uomo tra i 45 ed i 50
anni,elegante nel vestire e nei modi,laico,colto,un abile diplomatico a tutti gli effetti. L'attore che lo
impersonerà dovrà evitare in tutti i modi toni grotteschi o caricaturali,o peggio ancora,moralistici.
Non ci troviamo di fronte ad un rappresentante del Potere o al cattivo di turno,nell'attuazione non
ci deve essere alcun giudizio o presa di posizione ideologica. Al contrario e paradossalmente
forse,Tarek dovrebbe risultare simpatico ed umano. Sulla scena,alla sinistra dell'ambasciatore,si
trova un cubo nero-probabilmente di legno sopra cui troneggiano un paio di occhiali da sole. Per
tutta la durata della scena,mentre parla al telefono, Tarek ha a che fare con questi occhiali: li
osserva con attenzione, li indossa, ci gioca distrattamente. La conversazione avviene in egiziano.
AMBASCIATORE: ...Gamal...Gamal non ridere!non ridere va bene?! Oggi è una giornata
veramente infernale, non ti ci mettere anche tu d'accordo?!(..)Divertente?Vengo buttato giu' dal
letto nel cuore della notte come se ci fosse il terremoto,prendo il volo da Roma delle 7.15,è da
stamattina che giro per Milano come una trottola, adesso sono chiuso dentro il negozio
Dolce/Gabbana solo perchè un idiota di calciatore ha deciso di venire a rifarsi il guardaroba di
sabato pomeriggio in Via Montenapoleone! E tu lo trovi divertente?!..(..)Del Barcellona..(..)No
Messi!..Gamal ma che Messi!..se era Messi bloccavano direttamente la strada..(..) no è quello
olandese..o brasiliano credo..Maxelqualcosa.. come si chiama..boh,non so..comunque non gioca
titolare..(..)Ma cosa vuoi che faccia la gente!?..si accalca davanti alle vetrine,gli
autografi,fotografano con i cellulari..quelle cose li'..e allora han chiuso il negozio per un po'..con i
clienti dentro , per sicurezza..security!..Gamal..” la gente vuole sicurezza qui in Italia”,mi fa
stamattina il capo della Polizia...”anche in Egitto,dottore, è uguale dappertutto”,gli dico io.(..)Si,si
alla riunione d'emergenza c'erano tutti,il sindaco,prefetto,ministro degli interni..(..)..Ma cosa
vuoi..c'è molta tensione,ci son le elezioni tra poco..son tutti molto agitati,possono votare anche
alcuni dei nostri, per cui figurati.(..)Come chi?!Quelli con la cittadinanza ,cretino!(..)Si,si il ragazzo
aveva il permesso di soggiorno,grazie al cielo una grana in meno..(..)Ma.. si chiamava Ahmed ,20
anni piu' o meno, viveva in casa con la madre,ogni tanto faceva il muratore..ma chissà poi..
(..)No,non si capisce esattamente,l'hanno ammazzato ieri sera a quest'ora ad una fermata
dell'autobus..(..).dei sudamericani sembra..forse dominicani o Peru'..Ecuador..non si sa ,tanto è
uguale..(..)..No non li han presi,sembra che..scusa un secondo ..(Tarek si rivolge ad una inserviente
del negozio che gli sta passando accanto di corsa )...mi scusi signorina gentilmente, mi sa dire
quanto..??niente ,non ti ascoltano neanche,son tutti incasinati con questo calciatore ..(..)..eh?
no,niente stavo dando un'occhiata a degli occhiali da sole per me nell'attesa...volevo chiedere il
prezzo e...(..)Cosa vuol dire fai tu un'offerta Gamal?!Siamo da Dolce/Gabbana,non in un maledetto
suk dovo di solito ti vai a comprare i tuoi quattro stracci!.. Ma mi stai prendendo per i fondelli?!..
1
(..)E smettila di ridere,che se no mi vien da ridere anche...piuttosto senti, ricorda al nostro caro
Presidente -che mi sveglia alle tre del mattino solo perché il suo amichetto Capo del Governo
Italiano gli telefona dicendogli che a Milano è scoppiata la guerriglia urbana per colpa degli
egiziani-..allora ricordagli che la prossima volta ci manda i suoi compari dei Servizi a fare shopping
nelle Vie della Moda!(..)No la sai perfettamente di che parlo! I nuovi funzionari che avete mandato
giu' a Roma in ambasciata!Sembrano usciti da un film di spionaggio di serie b,cosa diavolo
dovrebbero controllare che non sanno neanche usare la fotocopiatrice,è meglio che il Presidente
butti un occhio ai Servizi prima che vada tutto a rotoli!(..)Lo so che il Presidente mi vuole
bene,anch'io vi voglio bene Gamal, solo che a starvi dietro nelle vostre grane..mi scoppia il cuore
prima o poi..(..)No ci vado domani,ora se riesco a uscire di qui ho appuntamento con un
rappresentante della Moschea..vado domattina in visita ufficiale nel quartiere,vediamo se riusciamo
a parlare con qualcuno della comunità con un po' di cervello e..(..)Dove hanno ucciso il ragazzo?
(..)Via Padova si chiama..(..)Si è una città italiana Padova,si sta vicino Venezia Gamal!Questa pero'
è via Padova !(..) Dev'essere un posto allucinante..periferia..tutti stranieri..(..)Ma non so che stan
combinando?!Sai come son fatti i nostri,..hanno ammazzato sto' ragazzo,non si sa niente,storie di
donne,regolamento di conti..boh?!C'è un morto e subito diventa un martire,produciamo martiri non
si capisce di cosa .(..)Ma che avranno fatto?Hanno attaccato qualche negozio,bruciato delle
macchine,spaccato delle vetrine...sai come son fatti i nostri no?! Gli va il sangue alla testa
subito,siam focosi e..ma ti ricordi gli scontri tra quegli invasati de l'Ahly e dello Zamalek?!No?!
Qualcuno accende un fumogeno,e subito escono i coltelli,i machete le pistole..altro che un morto!
(..)Ma certo ! Quella volta in coppa d'Africa è andata molto peggio,si !Solo che qui non sono ancora
abituati a questi livelli..si son spaventati..poi i giornalisti,le elezioni e..aspetta, scusa Gamal han
riaperto ora!(..)Si devo andare,recupero il vestito alla cassa e scappo se no non riesco a rispettare l'
agenda.
A partire da questo momento,Tarek si allontana ,con gli occhiali in mano,ed incomincia ad uscire
di scena:la luce cala lentamente,la parte finale di testo si dovrebbe sentire quasi al buio)
AMBASCIATORE: Si ho fatto fare la fattura non ti preoccupare,dai.(..)Cosa vuol dire sei sicuro?!
Certo che son sicuro,è tre bottoni grigio,perfetto..(..)E' una cinquanta ,è la sua taglia!(..)Ma no che
non l'ho provato,io ho una 48 scarsa,era inutile..andrà benissimo!(..)Ma non lo so cosa vuoi
dirgli?!..ah..Gamal lo sai che il Presidente è come un bambino capriccioso..digli..digli che è un
abito con uno stile mediterraneo classico..ecco mediterraneo si.. vedrai che gli piace!(..)Si ,si ti
richiamo dopo cena.(..)Beckham?!Ma no Beckham era il testimonial di Armani ! (..)Ma si!.. e in
ogni caso ora c'è Cristiano Ronaldo..(..)Si certo! Certo sempre per Armani!..
NOTE ALLA SCENA.
Maxwell è un calciatore brasiliano ma naturalizzato olandese credo,o sicuramente con doppio
passaporto,ha giocato nell Ajax,nell'Inter,nel Barcellona appunto,ed attualmente è al Paris Saint
Germain.
L'Ahly e lo Zamalek sono le due squadre di calcio del Cairo,i loro ultrà-si chiamano cosi' anche in
Egitto-ed in generale gli ultrà egiziani ( anche recentemente),si sono resi protagonisti di episodi di
violenza estrema.Molti di loro hanno partecipato ai disordini di Piazza Tahir.
2
SCENA 2
15 Febbraio 2010. Angolo viale Padova, via Giuseppe Giacosa. Marita Gori, 22 anni di bellezza
peruviana cammina alla svelta verso viale Padova. Porta con se la spesa, la borsa della palestra e
parla al cellulare. Salvo Sottile 1, seguito dal suo camera man, è un giornalista-report famoso
italiano, che dopo la pubblicazione di due libri, vuole seguire gli avvenimenti di Viale Padova in
diretta: sono le sette di sera e ancora non ha trovato nessuna informazione interessante. Fa freddo
e il camera man stufo si è acceso una sigaretta.
Marita: (parla al cellulare)
¿Qué te puedo decir? Para mí todo esto me deja de piedra. Mi hermano, piensa, salìa con esa
gente....
Salvo: Tutto il pomeriggio in questa via di merda, su e giù e l’unica cosa che abbiamo è gente che
ha paura, che dice che noi italiani siamo delle merde o che per dare due informazioni vuole dei
soldi! Mi sembra di stare a Palermo di nuovo!
Marita: Esta noche no salgo, no. Tengo que hacer las empanadillas para mañana y mi mamá no es
bièn. No me digas asì, hombre, que me pones ...
Salvo: Milano… Milano… Milano… Milano un cazzo! Alzati, Mario, alzati, che quella è la faccia
che ci vuole per noi!
Marita: Hasta mañana y ten cuidado mi amor. Te llamo cuando me fumo el cigarillo por la ventana
màs tarde…
Salvo: (fermando Marita al semaforo che è rosso)
Buonasera… Mi scusi, posso aiutarla?
Marita: Come?
Salvo: (prendendo le borse di plastica dell’Esselunga)
No dico, con tutte quelle borse…
Marita: No, grazie.
Salvo: Insisto. (Al camera man) Mario, alzati cazzo e accendi quella cazzo di…
Marita: (cercando di riprendere le sue borse della spesa)
No, no. Grazie.
Salvo: (senza mollare le borse)
Mi chiamo Sottile, Salvo Sottile. Lei guarda la televisione? (Al camera man) Ci sei Mario? Ok.
Il semaforo diventa verde.
Marita: (cercando di riprendere le sue borse, mentre attraversa la strada)
1
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2345&biografia=Salvo+Sottile
3
Grazie, grazie.
Salvo: Prego, prego. L’accompagno io. Con tutte queste rivolte per strada, i disordini in giro,
sicuramente non sarà facile vivere ogni giorno il quartiere. Lei conosceva Ahmed?
Marita: Chi?
Salvo: Ahmed Abdel Aziz e non so cosa, lo conosceva? Sa dirci cosa è successo in quell’autobus?
Marita: No, no, mi può dare le…
Salvo: Prego, prego. L’accompagno io. Capisco. Lei è confusa. Anch’io. Tutta l’Italia lo è. Perché
Ahmed è colpa di tutti noi. Non si sente un po’ in colpa anche lei? (Nessuna risposta) Come vive
questi scontri? (Nessuna risposta) Lei accetta la comunità egiziana?
Marita: Sì, sì…
Salvo: Allora lei non è razzista come il resto dei suoi compaesani?
Marita: Chi? Posso avere le…
Salvo: Prego, prego. L’accompagno io. Siete tutti nella stessa situazione di disagio eppure qui
l’Egitto e il Perù s’incontrano, lavorano fianco a fianco, lottano per sopravvivere e poi accade ciò
che nessuno vorrebbe far accadere. Lei cosa ne pensa?
Marita: La spesa.
Salvo: Prego, l’accompagno io.
Marita: Arrivata a casa mia, grazie.
Salvo: Prego, prego. Allora, lei sa quello che è successo ad Ahmed o vuole stare in silenzio come
tutti gli altri?
Marita: Io non voglio dire niente.
Marita tira dalle borse, apre il portone e scappa via di corsa.
Salvo: Hai ripreso Mario? Bene. Bene. Bene. Fai una panoramica della via di notte, riprendi quel
negozio e quella scritta nel muro. Prendiamo un albergo qui stasera.
4
SCENA 3
L'ispettore di Polizia Federico Brando, il vice questore Alberto Corelli.
L'ufficio del vice questore Corelli nel centro di Milano. Una grande scrivania di legno massello
laccata in scuro. Seduto dietro la scrivania il vice questore: uomo brizzolato sui 50 anni. Molto
curato nell'aspetto, ma leggermente sovrappeso. Indossa un abito scuro. Dietro di lui, sulla parete,
una foto del Presidente della Repubblica e un calendario della Polizia.
Di fronte alla scrivania, in piedi, l'ispettore Brando. 35 anni circa, capello corto, barba di
tre/quattro giorni. Fisico asciutto e scattante. Un figo. Indossa pantaloni neri, scarpe nere, una
maglietta scura attillata, una giacca di cuoio color marrone scuro. Fondina con la pistola sotto la
giacca. Quando la scena si apre il vice questore sta già parlando con tono arrabbiato.
CORELLI: ...questa volta no, Brando! Questa volta non provare a fare di testa tua! Mi hai stancato
con le tue solite stronzate. Questo caso deve filare liscio come l'olio, non voglio casini, non voglio
ossa rotte, non voglio problemi politici. Tra un anno ci sono le elezioni, ci manca solo che scoppi
un casino in Polizia. Io ti mando lì, faccio un bella conferenza stampa dove dichiaro che mando il
mio uomo più cazzuto per risolvere un caso importantissimo ecc ecc, che gli italiani hanno diritto
alla sicurezza ecc ecc che i peruviani non vanno tutti colpevolizzati, ma che i giovani immigrati
egiziani devono sentirsi al sicuro pur rispettando il contratto sociale ecc ecc, non si possono fare
giustizia da soli, ecc ecc quindi ci sarà tolleranza zero su chi brucia le macchine, spacca le vetrine,
fa guerriglia e cose simili. E che ringraziamo l'esercito per l'intervento... superfluo, ma gradito.
Diciamo così. Cazzo Brando, il solito minestrone bipartisan che dichiariamo sempre così nessuno
rompe le palle. Però, Brando, se fai una cazzata io stavolta non ti copro. Non è il caso Garavaglia
questo, se spezzi le gambe a un indiziato io ti mando dritto alla disciplinare. Per cui stavolta te ne
stai tranquillo. Considerati in vacanza... in via Padova. Lo so che è un posto di merda, però i
giornali e i politici sanno che sei lì e sono contenti. Se trovi qualcosa... per caso... bene. Altrimenti
non fare niente, capito? Non è importante risolvere il caso! Non è la priorità, ripeto, non è la
priorità! La priorità è uscirne puliti. Tutti. Io, te, la questura, Manganelli. Oggi il sindaco mi ha
chiamato tre volte: “ si ricordi, vice questore: si-cu-rez-za”. E non ti dico il questore, quel vecchio
rincoglionito, che mi lascia 'ste patate bollenti... Questa dimenticala... Anzi no, tanto lo pensi anche
tu che andrebbe internato quel subnormale. Se salta una poltrona stai sicuro che è la mia, Brando.
Però io ti giuro: fai una cazzata, una sola cazzata, e io ti trascino nel fango con me. Non è un
omicidio. È un incidente diplomatico su cui i politici hanno messo gli occhi, chiaro? Per cui tu vai
in vacanza in via Padova. Non fai domande, solo te ne vai in giro per il quartiere, fai due
chiacchiere – amichevoli!- coi commercianti, ti bevi un caffè con i militari, vai a trovare la madre
del morto e cose così. Non fare come nel caso Repetti! La prima effrazione notturna e ti mando a
indagare sulla 'ndrangheta di Corsico, e poi vediamo se fai ancora il giustiziere della notte, capito?
Silenzio.
CORELLI: Rispondimi: hai capito?
Silenzio
CORELLI: Brando, mi stai ascoltando o no?
BRANDO: Io ascolto solo una voce. (pausa) La voce della giustizia.
CORELLI: Sì, e il silenzio degli innocenti.
BRANDO: C'è un assassino là fuori.
5
CORELLI: E un cretino qua dentro. Ma lo vuoi capire che non è il periodo fare mattane?
BRANDO: Una madre sta piangendo. Un assassino ride nell'ombra. Corelli, lei un tempo era uno di
noi, un agente di strada. Lei un tempo era un uomo!
CORELLI: Senti, Brando, sono 25 anni che sento cazzate del genere. Ogni volta ce n'è uno che vuol
fare il duro e che regolarmente finisce morto ammazzato o a dirigere il traffico.
BRANDO: Io sono ancora qui.
CORELLI: Tu sei bravo, ma non così bravo da ribaltare le regole.
BRANDO: Bene. Allora vorrà dire che lavorerò “aldilà” delle regole.
Brando mette la mano nel taschino della giacca. Estrae il distintivo e lo butta sulla scrivania di
Corelli.
CORELLI: Ci mancava la scena madre... Riprenditi il distintivo.
BRANDO: Ho delle ferie in arretrato.
CORELLI: Brando, riprenditi il distintivo.
BRANDO: Ci vediamo tra una settimana, dottor Corelli. Arrivederci.
Brando va verso l'uscita.
CORELLI: Cosa cazzo vuoi fare?
BRANDO: Gliel'ho detto, ho delle ferie in arretrato. Voglio andare in vacanza. In via Padova.
Brando esce sbattendo la porta.
6
Scena 4
Personaggi
Madre di Ahmed (50 anni, ma sembrano di più)
Hernández, negoziante peruviano
Luogo
Pianerottolo davanti alla casa della madre di Ahmed
Tempo
Ora di cena
…
Il negoziante bussa da un po' alla porta della casa di Ahmed. È una casa di ringhiera, e il suo
bussare insistente sta attirando l'attenzione dei vicini. Da fuori, dalla strada, provengono rumori di
tumulti, rivolte e manifestazioni. Grida. Colpi. Rumori di metallo straziato.
HERNÁNDEZ: Signora!
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Apra la porta! Non le faccio niente!
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: I cinesi, qui... si sono già affacciati! Vuole far uscire tutto il palazzo?
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Li faccio venire qui, così guardano e non c'è pericolo che le faccio male.
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Signora! Devo parlare di una cosa importante. Li sente? (pausa) Li sente, là fuori,
in strada? È tutto il giorno che gridano. Stanno spaccando tutto. (pausa) Lo fanno per suo figlio.
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Io capisco. Hanno ucciso Ahmed. Parliamo un minuto e la lascio stare.
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Stanno spaccando tutto. Macchine. Vetrine. Mi distruggono il negozio e io cosa ho
fatto? Niente! Quelli che hanno ammazzato Ahmed sono peruviani ma i peruviani non sono tutti
assassini. È solo perché sono peruviano? Non bastavano gli italiani, adesso fate voi i razzisti?
Nessuna risposta.
7
HERNÁNDEZ: Solo lei li può fermare. Mi sente? Se lei parla con i carabinieri può spiegargli la
cosa della tomba e si risolve tutto. Glielo fanno sotterrare entro stanotte e voi siete a posto con Dio.
Non è quello, il problema?
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Lo so che è qui dentro. Apra la maledetta porta o la tiro giù.
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Mi basta sapere che si fermeranno. Non mi possono distruggere il negozio. È tutta
la mia vita. Ci mando i soldi in Perù, a mia sorella!
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Gli africani stanno facendo la guerra nel quartiere! Cosa vuole? Che si mettono ad
ammazzare i figli di altre madri?
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: Avremo la polizia in casa. Minacciano il coprifuoco. Controllano i documenti. Ci
rimandano tutti ai nostri Paesi!
Nessuna risposta.
HERNÁNDEZ: (abbassa la voce) Facciamo così. So delle cose su chi ha ucciso Ahmed.
La porta si apre di colpo. La madre di Ahmed rimane in silenzio.
HERNÁNDEZ: Dica loro basta.
La madre rimane in silenzio, immobile.
HERNÁNDEZ: Il mio negozio non si tocca.
La madre si volta e scompare nell'appartamento, lasciando la porta aperta. Il negoziante la segue.
8
SCENA 5
Hernández, negoziante peruviano.
Federico Brando, l'ispettore di Polizia.
Negozio del peruviano Hernández in via Padova, Milano.
E’ sera, il negozio è già chiuso, la serranda abbassata.
All’interno del locale, accanto all’entrata, una cassetta contenente delle bottiglie di vetro e degli
scatoloni aperti da cui spuntano alcune latte, scatolame, barattoli di vetro con salse speziate e altri
alimentari da sistemare.
Nella penombra, appoggiato al bancone in pvc nero, l’ispettore Federico Brando, introdottosi nel
locale illegalmente. Indossa i soliti pantaloni neri, scarpe nere, la solita maglietta scura attillata e
la giacca di cuoio color marrone scuro. Aspetta, serafico.
Entra in scena Hernández. Tira su la saracinesca, fa il suo ingresso nel negozio e dà un’occhiata
distratta agli scatoloni: è ora di riporre sugli scaffali la mercanzia, domani il locale aprirà presto.
Hernández si china sugli scatoloni, Brando lo afferra alle spalle, gli cinge un braccio intorno al
collo e lo trascina fino al bancone. Compie le azioni sempre con una certa calma di fondo.
Hernández grida spaventato e tenta di divincolarsi.
HERNÁNDEZ: Chi cazzo sei, tu?! Lasciami! Lasciami! Hijo de puta!
BRANDO: Datti una calmata e modera il linguaggio, ragazzo, o ti arresto per oltraggio a pubblico
ufficiale.
HERNÁNDEZ: Polizia? Chi ti ha chiamato? Come sei entrato, bastardo?!
Brando gli tira un cazzotto nello stomaco. Hernández si piega su se stesso.
BRANDO: Ti ho detto di moderare il linguaggio. Non mi sono spiegato bene? La capisci la mia
lingua? Qui le faccio io, le domande. Dammi del lei e chiamami Ispettore Brando, intesi?
Hernández non risponde. Brando stringe il braccio con più forza intorno al collo del negoziante.
BRANDO: Intesi?
HERNÁNDEZ: (quasi tossendo) Capito, capito, va bene, lasciami... Mi lasci, la prego.
Brando allenta di poco la presa, afferra la sedia accanto al bancone e ci sbatte sopra Hernández.
HERNÁNDEZ: Ma cosa vuole da me?
BRANDO: Ho detto che le domande qui le faccio io, Hernández. Tanto per incominciare, che cazzo
ci facevi a casa della madre della vittima, eh?
HERNÁNDEZ: Io? No, io non lo so nemmeno dove abita...
BRANDO: (sempre con estrema calma) No, Perù. Così proprio non ci siamo.
Brando si avvicina allo scatolone, afferra due barattoli di vetro e li scaglia con violenza a terra.
9
Hernández fa per alzarsi, ma l’ispettore lo afferra per i capelli e lo tira indietro sulla sedia.
HERNÁNDEZ: (quasi piagnucolando) Per favore, io quelle cose le pago, le devo vendere... Ci
mando i soldi in Perù a mia sorella... Mi stanno distruggendo già il negozio...
BRANDO: Allora non dirmi cazzate. (Pausa) Cosa ci facevi a casa della madre di Ahmed?
HERNÁNDEZ: Per il negozio, per il negozio! Gli africani spaccano tutto, mi rompono la vetrina,
rovinano il lavoro. La madre di Ahmed deve fare qualcosa, deve dire qualcosa! Per la pace...
BRANDO: Stronzate! (gli tira un calcio negli stinchi) NON MENTIRMI! (Poi, ironico) “Per la
pace...”. Finché non mi dici quello che sai non me ne vado di qui, sia chiaro.
HERNÁNDEZ: Ma io... io non so niente... Davvero. Davvero, veramente.
BRANDO: (ghigna) Ti sembro uno stupido, forse? Non mi prendere per il culo. Se non lo avessi
capito, con me non c’è da scherzare. Non cercare di fare il furbo, Hernández, perché io ti fotto e lo
faccio in un minuto, chiaro? Qui chiudiamo baracca, entiendes?
HERNÁNDEZ: Io veramente, veramente lo giuro... Io non conosco nessuno... Non so niente... Non
so niente e loro distruggono il mio negozio!
Brando si sta spazientendo. Lo fissa qualche secondo, poi si dirige verso la cassetta con le bottiglie
di vetro. Ne prende una, la spacca sul bancone e si avvicina minaccioso al collo di Hernández con i
vetri tagliati.
BRANDO: NON MI DEVI PRENDERE PER IL CULO, HO DETTO! Tu sai qualcosa. Sai
qualcosa e non vuoi dirmelo! Parla! E fallo immediatamente. Perché, credimi, non scherzo. Già
immagino i titoli dei giornali... Li vedi? “Un altro dramma in via Padova. Negoziante peruviano
ucciso da africani. La lotta tra immigrati continua”. Ci vuole un attimo, sai?
Hernández adesso è seriamente spaventato, è sull’orlo di piangere.
HERNANDEZ: E va bene, va bene... Dirò.
Brando sembra soddisfatto, ghigna. Lascia cadere la bottiglia rotta a terra.
HERNANDEZ: (A testa bassa. Visibilmente in difficoltà. Non sa cosa inventarsi.) Ahmed... Ahmed
spacciava... Spacciava eroina.
10
SCENA 6
Milano,aeroporto della Malpensa, primo pomeriggio;la telefonata si svolge il giorno successivo
alla prima. La luce si alza lentamente.
L'ambasciatore Tarek Ghitani è seduto sullo stesso cubo di legno della scena 1 posizionato
orizzontalmente stavolta,come se fosse la seduta del punto d'imbarco per i voli , e sta parlando al
telefono con sua moglie Amina,che si trova a Roma negli appartamenti dell'ambasciata egiziana.
Ai piedi di Tarek una valigetta o una ventiquattrore e un sacchetto di plastica;durante la telefonata
Tarek,almeno una volta,aprirà il sacchetto estrarrà un 'agenda nera di media
grandezza,controllerà lo scontrino,ect.
Particolare importante:il cellulare da cui parla Tarek non è lo stesso della prima scena.
Naturalmente la conversazione è in egiziano.
AMBASCIATORE: ...Amina cosa vuol dire che è un regalo ovvio!?(..)Ma certo che la puo' trovare
anche da lui a Londra!La puo' trovare al Cairo,a Pechino,a..dappertutto è una Moleskine!Però è pur
sempre un agenda elegante e può..(..)..lo so che siamo a febbraio inoltrato,avrà già ricevuto un
mucchio di altre agende ma..insomma sto qua in aereoporto,non ho tanto tempo,mi sto
imbarcando,mi viene voglia di fare un regalo a mio figlio e la cosa piu' sensata mi è sembrata la
Moleskine!(..)Non lo so!..Beh, da quando è in Gran Bretagna non lo vedo quasi mai..(..)Ma non è
vero che per me non è importante,lo sai..(..)Ascolta Amina... mi è venuto un pensiero ecco!(..)Ho
realizzato.(..)Che anche nostro figlio si chiama Amhed, come il ragazzo ammazzato qui.(..)Si
immagino che a te è venuto in mente subito,sei la madre..ma senti non so, ero qui al duty free 5
minuti fa,mi sono bloccato ed ho pensato questa cosa,lo so che è stupido.. il nome è molto comune
e..ma mi sentivo impaziente ed inutile e mi è venuta voglia di regalare qualcosa ad Amhed!(..)Bah..!
per un mediatore non è certo il massimo ..ma sarà semplicemente stanchezza,son due notti che non
dormo..(..)Non so,circolano voci che il ragazzo fosse dentro affari di droga, non abbiamo ancora
nulla di sicuro.(..)Ma il mio ruolo è il solito Amina,calmare le acque..”difendiamo gli interessi dei
nostri concittadini egiziani emigrati in Europa e nello stesso tempo siamo in prima linea contro
qualsiasi manifestazione di violenza portata avanti da nostri connazionali tesa a minare la pacifica
convivenza tra..ect.
ect. ect.”..solita storia..il Presidente pero' è molto preoccupato per l'altra questione..(..)Niente te lo
spiego stasera a Roma,meglio di no ora .(..)Come vuoi che sia andata in via Padova!?Ho stretto la
mano a qualche ristoratore,ho fatto il giro della zona con il direttore dell'associazione Italia-Egitto,e
ho rilasciato3/4 interviste.(..)Si era pieno di televisioni..(..)Non mi hai ancora visto?!!Bah prova
adesso su Sky o su Al Jazeera.(..)Ma chi esattamente?(..)Ah, avevano le bandiere nere con la sigla
FN?(..)Ah! era un presidio di neonazisti, si li ho visti,quattro gatti comunque..le camicie verdi
erano un po' di più se è per questo,sai le “guardie padane”..le han fatte vedere?(..)Ah si! il negozio
del tipo peruviano dove hanno ucciso..(..)Beh continuano a mandare in onda sempre la stessa
immagine della vetrina scheggiata giusto per gettare ancora un po' di benzina sul fuoco,cosi'
iniziano a scaldarsi anche gli ispanici!(..)Si la tensione è ancora alta,i nostri ogni tanto provocano i
sudamericani davanti ai loro bar..pero'mi è sembrato tutto abbastanza gestibile..certo han dovuto
mandare l'esercito in strada!(..)Chiaro che son spaventati,non son abituati qui a vedere i militari agli
angoli delle case..pensa invece al Cairo dove ultimamente decretano il coprifuoco un paio di volte
al mese..da noi la gente si è adattata..gli esseri umani si adattano a tutto alla fin fine..(..)Bene molto
bene,la cena è andata benissimo,c'era il sindaco,il sovrintendente alla Scala,alcuni cantanti,solo che
non ho staccato nemmeno al ristorante,ho lavorato tutto il tempo pure li'!(..)Ma lo sai quanto ci
tiene il Presidente a quel progetto!(..)Ma si!Grandi sorrisi,la cosa andrà avanti per forza con gli
sponsor e tutto pero' a me sembra una follia organizzare una versione dell'Aida all'aperto al
tramonto all'ombra delle Piramidi!(..)Ma perchè arriverà dal deserto qualche beduino fanatico a
mitragliare coppie di turisti tedeschi obesi e noi ci ritroveremo con una montagna di altri problemi
11
e..Amina stan sollecitando l'imbarco,scusa ti richiamo appena atterrato a Roma ciao,ciao!
Tarak si alza rapido e corre fuori scena. Buio improvviso.
12
SCENA 7
Personaggi
Marita Gori, 22 anni, bellissima ragazza peruviana
Anna Li, 30 anni, parrucchiera cinese amante del biondo e della piastra per lisciare i capelli
Amica 1, peruviana
Amica 2, peruviana
Luogo
Salone di bellezza Tempio di Giada
…
Marita entra nel salone di Anna Li parlando al cellulare. Fa un cenno ad Anna, si siede davanti
allo specchio e appoggia la borsetta rosa fluo sul banco. Appeso alla parete un televisore rimanda
immagini di programmi mattutini per casalinghe.
MARITA: No… Mi mamá no està bién. Hasta mañana… Te llamo…
Marita ripone il cellulare nella borsetta e lancia un gridolino verso Anna.
MARITA: Anna!
Si baciano.
ANNA: Hai deciso cosa vuoi fare? Ho una cosa nuova per te. Tu stai bene con tutto, ma questo
colore nuovo ti starebbe benissimo.
MARITA: Mmmh… Ciao ragazze!
AMICA 1: Hola!
AMICA 2: Marita, mi amor!
ANNA: Devi provarlo. Avevo quasi convinto la signora del negozio di call center, ma lei non si
fida. Sul bianco non prende, l’altra volta gli è rimasta la permanente azzurra per settimane.
Ridono. Anna prende il catalogo delle tinte per mostrarlo a Marita. Il televisore manda la sigla del
telegiornale.
MARITA: Va un po’ meglio con tu corazòn?
ANNA: Uff. Ho provato a chiamarlo, Marita, ma mi risponde sempre un cugino diverso e non me lo
passano.
MARITA: Lascialo perdere per un po’. E vedi che torna. Dov’è che sta adesso?
ANNA: Prato… ma ho anch’io parenti lì, lo controllo.
MARITA: Ma come fate a riconoscervi, che siete tutti gialli uguali!?
Ridono. Anna comincia a lavare i capelli a Marita.
MARITA: Alza. Alza. Ci sono io.
ANNA: Eh?
MARITA: La TV. Mi ha fermato ieri un giornalista, voleva sapere qualcosa sul ragazzo africano,
quel poveretto che è… aspetta, eccolo!
Marita indica il televisore, che sta trasmettendo il servizio di Sottile.
13
MARITA: Alza il volume!
Anna prende il telecomando e alza il volume.
SOTTILE: …con queste parole sbrigative e misteriose la ragazza, questa bellezza violenta e
innocente, si è congedata dall’occhio indiscreto delle nostre telecamere. Cosa si cela dietro quello
sguardo, dietro questo silenzio, dietro una comunità di cui ad oggi poco o nulla sappiamo, se non
che potrebbe nascondere un assassino?
ANNA: (ironica) Uhh… bellezza violenta e innocente…
AMICA 1: (ironica) Cosa si cela dietro quello sguardo?
Marita arrossisce e si schermisce.
MARITA: Io davvero non sapevo nulla. Non so neanche chi è, quello che cercano. È peruviano, ma
quanti peruviani ci sono a Milano? Non è che li conosco tutti!
ANNA: Lo dico sempre, tu puoi andare in televisione.
AMICA 1: Perché non fai uno di quei reality?
AMICA 2: Fai un provino!
ANNA: Tu sei alta, hai questi capelli stupendi, ne hai tanti, forti, tengono la piega… li hai pure
ricci, tu!
MARITA: Invidiosa?
ANNA: Da morire!
Ridono. Anna tinge i capelli di Marita.
AMICA 1: Sul serio, dovresti farlo.
ANNA: Così divento la parrucchiera delle dive.
AMICA 2: Io lo farei. Hai un corpo bellissimo.
AMICA 1: Non puoi invecchiare qui in via Padova, è uno spreco.
AMICA 2: Prima che le tette ti arrivino alle ginocchia!
AMICA 1: Hai bisogno dei vestiti giusti.
ANNA: C’era un servizio sul giornale…. Ecco! (sfoglia una rivista)
AMICA 2: Vedere!
MARITA: Cosa dice?
ANNA: Serve un vestitino. Una cosa leggera e fiorata d’estate.
MARITA: E d’inverno?
ANNA: Nero. Tutto nero. Misterioso.
AMICA 1: Come la misteriosa bellezza di via Padova.
Urletti.
MARITA: Ho deciso. Hai ragione. Lisciami i capelli.
ANNA: Sei sicura?
Pausa.
MARITA: Sì. È ora di diventare famosa.
14
Scena 8
Personaggi:
Madre egiziana di Ahmed.
Brando.
Luogo, orario:
Casa della madre di Ahmed in Viale Padova, Milano. Pomeriggio prima di cena.
Al buio si sentono rumori di cassetti che si aprono, roba che cade a terra e la voce di Brando; è
agitato e nervoso. Il suo cellulare suona di continuo durante tutto il dialogo.
Brando: (al buio) Signora, i figli sono figli! Anch’io ero figlio una volta! Siamo stati tutti figli,
signora! Però lei deve parlare. Per il suo bene e il bene di Ahmed! Mia madre non mi copriva mai le
spalle, e sa cosa penso ora che non c’è? Che faceva bene! Dove nascondeva la droga suo figlio?
Si aprono le luci sulla scena. Soggiorno della casa di Ahmed. Al centro un tavolo mezzo
apparecchiato per la cena, la televisione accesa senza audio, due sedie, un piccolo mobiletto in
legno anni 70’, dove appoggia una enorme fotografia di Ahmed con accanto una piccola candela.
La madre di Ahmed è seduta su una delle sedie, che guarda la foto, sul punto di piangere. Sul
pavimento un po’ di vestiti, tovaglie, oggetti vari. Brando ha in mano un cassetto; controlla che non
ci sia un nascondiglio da qualche parte.
Brando: Qui? In camera sua non c’era nulla… Ma è ovvio che non la nascondeva in camera sua,
troppo scontato. In bagno, forse? (Esce. Dal bagno arrivano rumori di cose che cadono) Signora, lo
sa che lei può andare in carcere se si viene a scoprire che era sua complice? (Rientrando) Se voglio
potrei smontarle anche il cesso, sa?
Madre: Vuole un bicchiere d’acqua?
Brando: Voglio sapere dove nascondeva la droga suo figlio, signora.
Madre: (Si alza) Io non so cosa parla.
Brando: Dove va?
Madre: Cucina. Acqua. (Esce dal lato opposto dell’uscita del bagno)
Brando: (inizia a raccogliere le cose che sono a terra nel tentativo di mettere a posto, poi si ferma
davanti alla foto di Ahmed) Signora, quanti anni è che vive in Italia? Ha i documenti in regola?
Madre: (da fuori) Tutto bene.
Brando: Tutto bene… Non direi, visto la fine che ha fatto la sua famiglia.
Madre: (rientrando con un bicchiere d’acqua in mano che appoggia sul tavolo) Fermi la lingua
signore, visto che le mani si muovono troppo. (Piange) Se mio figlio droga, io non so. Ma io
chiedere una cosa a lei.
Brando: (si siede e beve dal bicchiere) Sto cercando signora, sto cercando. Siete tutti così chiusi,
così nascosti che non si capisce nulla! Ma cosa è successo? (Passa il suo fazzoletto alla madre che
lo rifiuta) Suo figlio è morto perché guardava le tette di una ragazza in discoteca? Io non ci credo,
signora, non ci credo.
Madre: (asciugandosi le lacrime) Io parlare con la mia comunità se te mi fai vedere assassino di
mio figlio. Io voglio vedere in faccia assassino.
Brando: Parlare con la comunità? La devo accompagnare, signora.
Madre: No. Loro non fidano di voi. Io parlo con loro e fermo la violenza di via Padova…
Brando: Lei ferma la violenza? Questa sì che è bella…
Madre: Siamo stati tutti figli, signore.
15
Pausa.
Brando: Nessuna droga allora?
Madre: Ahmed beveva e io pregare per lui ogni volta. Sangue del padre, Ahmed non avere colpa.
Pausa.
Brando: Mi dispiace per il casino… E’ il mio lavoro…Io…
Madre: Lei lavora e trova assassino. Io aiuto lei e lei fa incontrare me assassino. Ho la sua parola?
Brando: Ha la mia parola.
Madre: (mette sul tavolo due piatti) Allora lei è mio ospite. E l’ospite è sacro. Piace falafel, signore?
16
SCENA 9
Redazione giornalistica. Salvo e Brando stanno discutendo.
SALVO: … e io cosa ci guadagno?
BRANDO: Guarda che è uno scoop.
SALVO: Sì, certo. Come la storia della cocaina nella piscia dei milanesi.
BRANDO: Eddai, basta con questa storia! Ho fatto un errore, capita!
SALVO: Brando, non mi porti una notizia decente da 5 anni. Che cosa ci faccio io con i buoni
sentimenti?
BRANDO: Ti salvi la coscienza, Salvo.
SALVO: Non avrei fatto il giornalista. O al massimo sarei andato a lavorare a Rai Tre con il
contratto da precario.
BRANDO: Salvo, per favore non fare il finto cinico con me.
SALVO: Io sono cinico.
BRANDO: No. Sei un brav'uomo che si trova nella situazione di merda di dover scendere a patti.
Ma questa volta possiamo unire le due cose. Questa volta la giustizia la salviamo, cazzo, e
tu riesci anche a fare un gran servizio.
Salvo riflette a lungo in silenzio.
SALVO: Va bene.
BRANDO: Lo sapevo. Non te ne pentirai, Salvo!
SALVO: No. Anche perché se il ragazzo si costituisce tu me lo fai intervistare in esclusiva.
BRANDO: Cosa?
SALVO: Hai capito bene. Tra una settimana inizio il nuovo programma in prima serata, ho bisogno
di roba forte.
BRANDO: No.
SALVO: L'assassino in esclusiva nella prima puntata, o non se ne fa niente.
BRANDO: Salvo, non so se posso...
SALVO: Puoi. Ogni indagine ti becchi una sospensione, mettiti l'anima in pace, anche stavolta
andrà così. Solo che lo fai per un amico.
BRANDO: Questo è un ricatto morale.
SALVO: Sono quelli che preferisci.
Pausa.
BRANDO: Lo giriamo domani.
SALVO: D'accordo.
BRANDO: E mi fai vedere il montato prima di mandarlo in onda.
SALVO: Se hai voglia di stare alzato fino a tardi... non c'è problema.
BRANDO: E non fai il mio nome.
SALVO: Figurati. Anzi, la spaccio per una mia idea.
BRANDO: Bene. Siamo intesi allora.
SALVO: Eh no. Chi lo fa questo appello?
BRANDO: La madre del ragazzo, te l'ho già detto.
SALVO: Non basta.
BRANDO: Ma come non basta? È una madre, Salvo, una madre che soffre e che dobbiamo aiutare.
SALVO: Senti, tu pensa a fare Callaghan, io penso a fare il giornalista. Trovami un peruviano.
BRANDO: Perché?
17
SALVO: Voglio macellarlo e mangiarlo fatto arrosto.
BRANDO: Non pensavo fossi razzista.
SALVO: Io non pensavo che fossi... lasciamo stare. Questa me la risparmio, altrimenti mi picchi
come l'anno scorso.
BRANDO: Bravo.
SALVO: Brando, ho bisogno della controparte. È chiaro che la madre voglia l'assassino, la gente ne
vede almeno 10 al giorno di madri in TV che cercano l'assassino del figlio! Ma non vede
mai due comunità che cercano di uscire dalla merda insieme, mi capisci?
BRANDO: No.
SALVO: Non importa. Ho bisogna di un portavoce peruviano che faccia l'appello con la madre.
BRANDO: Il proprietario del negozio.
SALVO: Meglio di no. È fin troppo chiaro che lo farebbe solo per salvarsi il culo.
BRANDO: Senti, io portavoce non ne ho visti.
SALVO: E allora abbiamo un problema.
Silenzio.
SALVO: Aspetta. Forse ce l'ho io una soluzione. (prende il telefono, compone un numero) Mandami
l'indirizzo preciso della figa peruviana del servizio di apertura di ieri. (pausa) Ma come non
lo sai, cretino, l'abbiamo ripresa mentre entrava nel portone, guarda il video e scoprilo
(pausa. Poi, urlando) Lo so che è via Padova, brutta di testa di cazzo, il numero, il numero
del portone cristo santo! (mette giù).
BRANDO: Quante storie per un indirizzo.
SALVO: Fidati. Se l'avessi vista capiresti
BRANDO: Ma cosa c'entra con il delitto?
SALVO: Niente. Però una peruviana così è meglio non lasciarsela scappare.
18