Programma ed Abstract del corso - ECM

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Programma ed Abstract del corso - ECM
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Viale A.Moro trav. IX n°15 - cap 89129 – Reggio Calabria
Tel/Fax 096552035 Email [email protected]
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Stunkard, il primo grande studioso dell’obesità, giunse a questa frustrante conclusione agli inizi
degli anni sessanta dopo un’accurata revisione di tutti gli studi pubblicati fino ad allora.
La sua conclusione, a tutt’oggi inoppugnabile, rappresenta la sfida che occorre affrontare e vincere.
Per migliorare gli effetti a lungo termine di qualunque strategia atta alla riduzione dell’eccesso
ponderale è necessario un approccio che integri interventi psico-comportamentali, dietetici e
farmacologici.
Solo in pochissimi, selezionatissimi casi potrà essere indicato un approccio chirurgico.
Negli ultimi trent’anni l’incidenza di obesità ha assunto proporzioni tali da indurre l’Organizzazione
Mondiale della Sanità a parlare di “XQ¶HSLGHPLDJOREDOH´.
Secondo un’indagine recente del Ministero della Salute, in materia di obesità, ci si trova a fare i
conti con dati preoccupanti.
In Italia il 33,1 per cento della popolazione è in soprappeso (41 per cento degli uomini e 25,7 per
cento delle donne).
L’obesità riduce l’aspettativa di vita di 17 anni ed è seconda causa di morte dopo il fumo. Inoltre
incide anche in maniera cospicua sulla spesa sanitaria per costi diretti e indiretti.
Fattori genetico-costituzionali, socio-economici, culturali e ambientali concorrono in vario modo e
in varia misura a favorire l’insorgenza di un eccesso ponderale. Il ruolo relativo di ciascuno resta
ancora da definire.
I meccanismi che controllano il metabolismo energetico e il comportamento alimentare sono tanto
complessi quanto affascinanti ed hanno rappresentato una sfida stimolante per la ricerca scientifica
che ha ottenuto negli ultimi anni risultati di rilevante interesse antropologico, evoluzionistico,
biologico e clinico.
La sfida rimane sempre aperta.
Dieta e attività fisica restano i cardini di ogni approccio al problema, ma negli ultimi anni è apparso
chiaro che tale approccio può essere coronato da successo solo seguendo modelli terapeutici
integrati e multidimensionali.
Ciò rende indispensabile ricorrere a team pluri-specialistici che comprendano, accanto alle
“classiche” figure dell’internista, del nutrizionista e del dietista, competenze di tipo psichiatrico,
psicologico e magari medico-sportive.
La somministrazione di farmaci nel trattamento dell’obesità è stata inizialmente considerata la “via
comoda” per perdere peso senza assoggettarsi a privazioni, ma l’abuso, il cattivo uso e l’uso
improprio che ne è stato fatto ha prodotto una progressiva generale demonizzazione dei farmaci
anti-obesità.
L’offerta della farmacopea ufficiale, si è recentemente arricchita di nuovi prodotti in grado di
coniugare efficacia e sicurezza.
Il MMG, per la conoscenza che ha della persona e della sua famiglia, ha sufficienti strumenti per
affrontare insieme al paziente il problema obesità, iniziando un’opera di responsabilizzazione della
persona obesa:
• Intervenendo con una corretta informazione sanitaria;
• Responsabilizzando il paziente sull’importanza della prevenzione delle patologie correlate
più frequenti;
• Attraverso un approccio comunicativo meno “estraneo” a lui e alla sua famiglia.
La medicina generale assume un ruolo ancor maggiore di fronte a problemi di salute di questo tipo,
proprio per una maggiore possibilità di intervento nel tempo su quella che è la “cronicità” del
problema.
Ma è soprattutto importante, una volta raggiunto l’obiettivo possibile, conoscere e porre attenzione
alla difficoltà per il paziente di mantenere il peso raggiunto, dopo terapie dietologiche efficaci. Ne
deriva la necessità quindi di un supporto costante al paziente.
Tutto questo, passa naturalmente, dalla necessità di fornire al MMG una preparazione specifica in
tal senso e favorire il dialogo con lo specialista di riferimento.
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Scopo del corso è quello di promuovere un confronto tra specialisti e MMG in merito al problema e
fornire al MMG le informazioni e le indicazioni necessarie atte a migliorare la gestione del paziente
obeso.
In particolare il corso vuole fornire al MMG:
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Nozioni su obesità e sovrappeso che rappresentano quadri clinici diversi
Nozioni per calcolare il B.M.I. e la circonferenza addominale
Nozioni sui vari tipi di obesità
Nozioni sui fattori di rischio associati
Nozioni di terapia medica e chirurgica
Obiettivi clinici, psicologici e sociali
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Alla fine del corso i partecipanti saranno in grado di:
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Calcolare il B.M.I. e la circonferenza addominale
Riconoscere i vari tipi di obesità
Riconoscere i soggetti ad alto rischio
Riconoscere i fattori di rischio associati all’obesità
Indirizzare il paziente verso consulenze specialistiche mirate
Migliorare la qualità di vita del paziente
Prescrivere una terapia farmacologica mirata
Incidere sul risparmio della spesa sanitaria
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• Il corso è previsto per 80 MMG
• Sarà presieduto dal 3URI $JRVWLQR*QDVVR
• Avrà la durata di RUHH¶FRPSOHVVLYH
• Sabato 22 Giugno 2002 dalle ore 09.00 alle ore 13.30
• I docenti e i discenti si avvarranno di supporti multimedialig
• I discenti alla fine del corso dovranno compilare un questionario per la verifica
dell’apprendimento raggiunto.
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L’obesità ed il sovrappeso rappresentano una condizione estremamente frequente nei Paesi
industrializzati e cominciano a diventare un importante problema sanitario anche in quelli in via di
sviluppo. Ciò nonostante ancora oggi l’inquadramento diagnostico e le misure terapeutiche sono
spesso inadeguati. Le alterazioni metaboliche si accompagnano quasi costantemente all’aumento
del peso corporeo e concorrono allo sviluppo delle complicanze d’organo. Si pensi all’insulinoresistenza del soggetto obeso, anche in assenza di alterazioni evidenti della glicemia, che può
persistere per anni determinando gravi danni a livello vascolare. O alle alterazioni del metabolismo
lipidico, con frequenti aumenti della trigliceridemia e della colesterolemia, a loro volta responsabili
dell’aggravamento del danno vascolare. Ancora, le alterazioni dei valori pressori e della stessa
dinamica cardiaca costituiscono un grave problema dal punto di vista clinico. A fronte di una
condizione, l’obesità, gravata da tante complicanze ci si aspetterebbe un armamentario terapeutico
rilevante. Purtroppo invece i risultati della terapia dell’obesità sono spesso frustranti e la
percentuale di insuccessi rilevante. Le modificazioni dello stile di vita rivestono sempre un ruolo
centrale, anche se la richiesta di un intervento farmacologico diventa sempre più pressante. Per una
terapia, quindi, che vede spesso il paziente unico protagonista, il supporto psicologico è spesso di
importanza fondamentale per cercare di migliorare la compliance alle modificazioni dello stile di
vita ed ottenere risultati duraturi.
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L’obesità, per definizione, è caratterizzata da uno sviluppo sproporzionato del tessuto adiposo, che
conduce ad un aumento del peso corporeo superiore del 20% rispetto a quello ideale L’obesità è da
considerarsi una realtà molto frequente nelle società industrializzate e la sua causa principe è
l’accumulo continuo di calorie immesse con il cibo e non consumate.
Oggi l'obesità viene combattuta dal Medico di Medicina Generale non soltanto perché nella società
moderna è considerata un inestetismo, ma anche e soprattutto perché è una "patologia" che se non
adeguatamente corretta procura alle arterie (soprattutto a quelle cerebrali), danni al cuore, al fegato,
alle articolazioni, al sistema endocrino. Fino a poco tempo fa nessuno ardiva dire che esistono obesi
che non riescono a dimagrire quanto dovrebbero nonostante una dieta - ma oggi tale realtà è
dichiarata. Se, infatti, la causa dell'obesità è una riduzione relativa del consumo calorico, un
soggetto che non sia in grado di consumare in quantità sufficiente non può notare riduzione di peso,
nonostante una drastica restrizione nell'alimentazione. Molto aiuta l'attività fisica, ma alcuni obesi
non possono praticarla, almeno all'inizio. Ancora di più condiziona la familiarità: un codice
genetico particolare può predisporre all'obesità in modo talmente dominante che solo un
attentissimo regime dietetico e comportamentale può consentire di mantenere il peso "forma" in
quanto, una volta rotti gli "argini", non si riesce a rientrare in pista.
E allora?
E’ aperta la discussione
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L’obesità è una condizione clinica nella quale è presente uno smisurato aumento dei grassi di
deposito dell’organismo con conseguente aumento del peso corporeo rispetto ai valori definiti nella
norma. Le ricerche più avanzate ritengono tale condizione morbosa non riconducibile ad una
sindrome unitaria, ma viene considerata di origine multifattoriale.
Tra i fattori etiopatogenetici dell’obesità sempre maggiore importanza viene data alla componente
psicologica e sebbene gli attuali criteri diagnostici a disposizione degli psichiatri (DSM-IV e ICD10) non contemplano l’obesità come un disturbo psichiatrico primario, in molte occasioni questi
pazienti giungono all’osservazione dello specialista per sintomi “psichiatrici” secondari quali la
riduzione del tono dell’umore, l’ansia e l’irritabilità. Attualmente la tendenza è quella di iniziare a
considerare questo disturbo all’interno dello spettro dei Disturbi del comportamento alimentare.
Inoltre negli ultimi anni sono stati utilizzati diversi modelli interpretativi. Il modello psicosomatico
collega questa patologia ad elementi conflittuali plurideterminati che, tramite la mediazione del
sistema cortico-ipotalamico, provocherebbero una regolazione dei meccanismi fisiologici
dell’alimentazione.
L’obesità è considerata in un’ottica psicodinamica, una modalità compulsiva di tipo nevrotico:
sarebbe fondamentale la relazione con la figura materna iperprotettiva che porterebbe il figlio ad
essere insicuro e a trovare nell’iperalimentazione soddisfazione e benessere. Probabilmente però
sarebbero riscontrabili anche caratteristiche premorbose di personalità: conflitti di identità,
alterazioni nei legami oggettuali, scarsa tolleranza alle frustrazioni, povertà di espressione simbolica
e di modalità comunicative, scarsa stima di sé.
Le ripercussioni psicologiche dell’obesità sono importanti per l’influenza del peso sulla propria
immagine e sullo schema corporale. Alcune conseguenze dell’obesità sono la diminuzione dei
rapporti interpersonali, l’emarginazione ed il rifiuto, o l’indebolimento dell’autostima. Inoltre i
soggetti molto grassi subiscono un tratto di minore rispetto così come minore attenzione da parte
dei medici.
Il trattamento della componente psicogena dell’obesità prevede un intervento integrato nel quale si
associano attività fisica, rieducazione alimentare, diete ipocaloriche, nonché terapie farmacologiche,
in particolare SSRI ed inibitori delle MAO. In associazione a questi interventi si propongono forme
di supporto psicologico individuale o di gruppo per supportare il riadattamento alle modificazioni
corporee che eventualmente si prospettano.
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L’associazione fra diabete ed obesità è evidente.Il 70 per cento dei pazienti diabetici di tipo 2
presenta eccedenza ponderale (BMI >25) che in quasi la metà dei casi è una franca obesità (BMI
>30). In molti casi l’obesità precede di anni l’insorgenza delle manifestazioni cliniche del diabete.
L’associazione con la malattia diabetica di tipo 2 avviene particolarmente con l’obesità di tipo
centrale ad elevata componente viscerale.
Gli adipociti del grasso viscerale liberano glicerolo,FFA e lattato direttamente nel sistema portale
incrementando a livello epatico la neoglucogenesi anche attraverso il ciclo di Randle.Studi recenti
hanno in’oltre evidenziato un’azione più complessa degli FFA sul metabolismo glucidico.
L’obesita rappresenta una componente tipica della sindrome da insulino- resistenza nella quale si
trova quasi sempre associata ad ipertensione ,dislipidemia,diabete ed altre alterazioni metaboliche.
La identificazione di una famiglia di recettori nucleari denominati PPAR, implicati nella
regolazione di numerose attività biologiche fra cui importanti funzioni del metabolismo glucidico e
lipidico, aprono nuovi ed importanti prospettive nella conoscenza della fisiopatologia e nella terapia
della sindrome da insulino resistenza.
Segue presentazione di caso clinico.
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Il costante aumento del numero di soggetti affetti conferisce all’obesità caratteristiche di prevalenza
e incidenza proprie di un’epidemia esplosiva.
L’obesità è considerata il 2° fattore di rischio cardiovascolare prevenibile nel mondo occidentale; le
alterazioni strutturali e funzionali a carico del miocardio, nonché le alterazioni metaboliche, del
bilancio elettrolitico e della coagulazione, esercitano un ruolo di rilievo nell’ aumento di morbilità e
mortalità degli individui obesi, soprattutto per eventi cardiovascolari.
Curare l’obesità significa anche prevenire l’insorgenza di altre condizioni patologiche ad essa
invariabilmente associate (ipertensione, diabete, dislipidemie), che rappresentano altrettanti fattori
di rischio cardiovascolare.
I dati epidemiologici più rilevanti sono concordi nell’indicare che:
la mortalità totale e per malattie cardiovascolari è più elevata quando il rapporto vita/fianchi
(WHR) ricade nei quartili maggiori; in particolare, l’incidenza di malattie coronariche aumenta
all’aumentare del WHR.
Tramite metodica ecocardiografica è stato possibile individuare precocemente un’apprezzabile
percentuale di soggetti obesi con ipertrofia ventricolare sinistra.
E’ stato altresì dimostrato che l’eccesso ponderale, quando associato ad ipertensione arteriosa,
raddoppia la prevalenza di ipertrofia ventricolare sinistra determinata dalla sola ipertensione.
La disfunzione ventricolare sinistra nei soggetti obesi si associa anche ad alterazioni del bilancio
sodico e a una tendenza all’ipercoagulazione e all’ipofibrinolisi.
I soggetti obesi presentano elevati livelli plasmatici di endotelina e di selectina E, associati a
compromissioni morfofunzionali cardiache di vario grado.
La riduzione del peso corporeo è in grado di normalizzare i parametri strutturali e funzionali del
ventricolo sinistro.
L’alterazione della funzione diastolica negli obesi viene prontamente corretta da un calo ponderale
anche modesto, prima che compaiono i benefici sulla funzione sistolica.
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Recenti studi hanno dimostrato che la distribuzione regionale del tessuto adiposo svolge un ruolo
fondamentale nella valutazione del paziente obeso. Infatti, l’eccesso di tessuto adiposo nella parte
centrale del corpo (addominale viscerale) rispetto alle regioni periferiche (gluteo-femorale) è
associato a una serie di alterazioni metaboliche quali elevati livelli plasmatici di glucosio e di
insulinemia, iperlipidemia, riduzione del colesterolo HDL. Queste alterazioni, variamente associate
tra loro e in concomitanza con resistenza insulinica, costituiscono il quadro della cosiddetta
sindrome plurimetabolica e rappresentano un “cluster” di fattori di rischio per la malattia
aterosclerotica cardiovascolare.
Nel corso dell’ultima decade, si sono registrati notevoli progressi sulle conoscenze dei meccanismi
eziopatogenetici dell’obesità. E’ noto infatti che la componente genetica svolge un ruolo
fondamentale nella distribuzione del grasso. Almeno il 50% della variabilità fenotipica dei soggetti
obesi è influenzata da un notevole numero di geni, distribuiti su diversi cromosomi. E’, inoltre, stato
delucidato il ruolo di ormoni quali testosterone, gicocorticoidi, estrogeni, GH sulla distribuzione del
tessuto adiposo. E’ emerso anche il concetto che il tessuto adiposo può comportarsi come organo
endocrino capace di secernere una varietà di sostanze peptidiche e non peptidiche con effetto di tipo
autocrino/paracrino, capaci di regolare i processi proliferativi e differenziativi degli adipociti.
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L’obesità è una patologia cronica ad eziologia in gran parte sconosciuta e a patogenesi
multifattoriale. Come in tutte le patologie croniche, il trattamento è volto al controllo della malattia
e deve essere mantenuto per tutta la vitai, ii. Il medico dovrebbe, quindi, seguire il paziente nel corso
degli anni attuando tutte le modalità terapeutiche che, di volta in volta, permettano al paziente di
controllare il peso corporeo.
Ruolo del farmaco nella terapia integrata dell’obesità
Nel corso degli anni è risultato sempre più evidente che la restrizione calorica, associata o meno a
tecniche cognitivo-comportamentali, non è in grado di garantire, nella assoluta maggioranza dei
casi, un calo ponderale adeguato e il mantenimento, nel lungo periodo, dei risultati raggiuntiiii.
Come emerge dalle più attuali ricerche di biologia molecolare, in molti individui lo stato di obesità
poggia su variazioni genetiche che comportano un’alterazione dei segnali che controllano i centri
dell’alimentazione. Oltre a ciò è da ricordare che, anche in soggetti che riescono a perdere peso, la
selezione evolutiva mette in opera una serie di meccanismi di compenso che si oppongono al calo
ponderale. In individui predisposti, è quindi probabilmente più difficile modificare il proprio stile
alimentare e ciò può essere alla base dell’alto numero di insuccessi terapeutici riportato in
letteratura. Vi è generale accordo nell’affermare che è necessario utilizzare differenti modalità
terapeutiche (dietologica, comportamentale, farmacologia e chirurgica) in modo integrato.
Associare farmaci alla terapia del comportamento induce un aumento della perdita di peso rispetto a
quella ottenuta con il solo trattamento comportamentaleiv. Nella maggior parte degli studi il calo
ponderale avviene nei primi sei mesi, nei successivi sei mesi si osserva una stabilizzazione del peso
raggiunto a cui segue, nella maggior parte dei soggetti, un recupero ponderale. Anche con l’ausilio
farmacologico si assiste a un calo ponderale nei primi sei mesi e alla stabilizzazione del peso nel
successivo periodo. Alla sospensione del farmaco il peso viene, generalmente, recuperato. Come in
tutte le patologie croniche anche per l’obesità non esiste alcun farmaco che permetta di guarire dalla
malattia. D’altra parte l’uso di farmaci che permettano un miglior controllo delle affezioni croniche,
come il diabete e l’ipertensione arteriosa,
è patrimonio comune della scienza medica.
Analogamente, anche nell’obesità, è ragionevole ipotizzare l’impiego di adeguate terapie
farmacologiche per lunghi periodi di tempo laddove sia possibile e necessario. In questo contesto, la
terapia farmacologica ha lo scopo, non tanto di aumentare il calo ponderale, ma di permettere a un
maggior numero di soggetti obesi di raggiungere e mantenere gli obbiettivi prefissati.
Quando utilizzare il farmaco
Come detto, il ruolo del farmaco nell’obesità è di supportare gli altri presidi terapeutici ed è
codificato dalle linee guida: secondo il National Institute of Health, i farmaci anti-obesità sono
indicati come parte di un programma globale che includa la dieta e l’attività fisica, in soggetti con
un Indice di Massa Corporea (BMI) ≥ 30 oppure in soggetti con BMI ≥ 27 e presenza di altri fattori
di rischio o altre patologie correlate all’obesitàv. In particolare, i farmaci ad azione centrale che
agiscono riducendo l’assunzione di cibo, dovrebbero essere utilizzati quando gli altri presidi non
farmacologici si siano dimostrati insufficienti nel determinare un adeguato calo ponderale iniziale o
nel garantire il mantenimento del peso raggiunto con la sola dietavi.
Una importante questione da considerare è se lo schema di trattamento farmacologico debba essere
continuativo o ciclico. Nei pochi studi condotti, la terapia ciclica (a mesi alternati in genere) ha
fornito risultati sostanzialmente sovrapponibili a quella continuativavii. Inoltre il concetto di ciclo
terapeutico può essere considerato nel lungo termine. Ad esempio negli anni successivi ad un calo
ponderale soddisfacente, possono comunque intervenire delle difficoltà per il paziente, nonostante,
un ottimo risultato precedentemente ottenuto. In questo caso è probabilmente utile riconsiderare la
possibilità di effettuare un nuovo ciclo di terapia farmacologica.
Quando la terapia non e’ efficace ?
A fronte dei molteplici eventi patogenetici dell’obesità anche la sensibilità dei pazienti alla terapia
farmacologica presenta notevoli variazioni. Esiste infatti una quota di soggetti “non responder”.
Secondo l’Agenzia Europea del Farmaco bisogna considerare non responder quei pazienti che dopo
i primi tre mesi di trattamento non abbiano ottenuto un calo ponderale pari o superiore al 5% del
peso corporeo iniziale. L’obiettivo clinico è una riduzione di peso, ad un anno, di almeno il 10%,
ma anche cali ponderali compresi tra il 5 % ed il 10% permettono significativi risultati per quanto
riguarda le morbilità correlate all’obesità.
Fattori prognostici dell’efficacia della terapia farmacologica
Nella maggior parte degli studi la perdita di peso iniziale predice la risposta a lungo termine al
farmaco. Se il calo ponderale è inferiore a 2 Kg nel primo mese, ad esempio, è probabile che il
paziente non avrà beneficio della terapia in attoviii. Negli studi più recenti, per verificare l’efficacia
di un farmaco nel trattamento dell’obesità, vengono esclusi, dopo il periodo di “run-in” che dura in
genere 4 settimane, quei pazienti che non hanno ottenuto un calo ponderale superiore ai 2 kg.
Indicazioni contraddittorie sono invece emerse nel passato dalla determinazione dei livelli ematici
del farmaco somministrato. In alcuni studi, che utilizzavano dexfenfluramina, il rilievo di elevati
livelli di concentrazione ematica del farmaco sembrava essere correlato ad un maggiore calo
ponderale, mentre tale correlazione non sembrava essere presente quando erano utilizzati farmaci
noradrenergici come la fenterminaix.
I farmaci impiegati nel trattamento dell’obesità
I farmaci attualmente impiegati nel trattamento dell’obesità si possono suddividere in tre categorie:
Farmaci che riducono l’assunzione di cibo
Farmaci che riducono l’assorbimento dei nutrienti
Farmaci che aumentano il dispendio energetico
Mantenimento del peso e supporto farmacologico
Il mantenimento dei risultati ottenuti dopo un calo ponderale rappresenta uno degli aspetti più
controversi e deludenti del trattamento del soggetto obeso; ciò a causa della elevatissima frequenza
di recidive a cui va incontro il paziente. Questo avviene indipendentemente dal tipo di approccio
terapeutico utilizzato sia esso dietologico, comportamentale, farmacologico o chirurgico.
Possibili approcci terapeutici del prossimo futuro
E’ sempre più evidente che la fisiologia della regolazione dell’appetito sia sotto il controllo di
numerosi peptidi ed ormoni in grado di inibire o stimolare l’assunzione di cibo. E’ per questo
motivo che accanto ai farmaci antiobesità esistenti sta emergendo una serie di nuove molecole. E’
stato ad esempio dimostrato che l’ormone colecistochinina è in grado di ridurre l’assunzione di cibo
in soggetti sia normopeso che obesi, anche se a oggi solo pochi studi sono stati pubblicati sui suoi
effetti a lungo terminex. Anche farmaci antagonisti del neuropeptideY, un potente stimolante
dell’assunzione di cibo, potrebbero rappresentare una valida strategia farmacologica anti-obesità.
Sono inoltre oggetto di studio farmaci in grado di antagonizzare l’azione del peptide agouti
(AGRP), un peptide che, a livello ipotalamico, blocca l’azione anoressante dell’ormone alfa-MSH
agendo a livello del recettore melanocortina 4 (MCR4). Infine, sono in corso studi con sostanze
leptino-agoniste, in grado di superare la barriera ematoencefalica e “scavalcare” la leptinoresistenza che sembra avere un importante ruolo nella genesi dell’obesità50.
Conclusioni
L’obesità è una affezione cronica multifattoriale ad elevato rischio di morbilità e mortalità,
socialmente stigmatizzata e difficilmente curabile.Infatti , malgrado le conoscenze attuali ,
soprattutto etiopatogenetiche e fisiopatologiche, vedono importanti sviluppi quali l’identificazione
della leptina e di altri neuropeptidi coinvolti nella regolazione del bilancio energetico, il trattamento
dell’eccesso ponderale non ha segnato altrettanti successi, anzi risulta gravato da pesanti
delusioni.Le motivazioni dei fallimenti terapeutici è materia di grandi discussioni; la
consapevolezza che l’obesità non è facilmente curabile solo con gli attuali approcci terapeutici (
dieta , esercizio fisico, comportamento ) , ha rinnovato l’interesse per l’uso dei farmaci. Anche se in
passato l’uso dei farmaci nella terapia dell’obesità è sempre stato oggetto di controversie, vi è ora
ragionevole evidenza che essi possono essere di grande utilità nei programmi di trattamento
integrato.
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La chirurgia dell’obesità è l’ultima risorsa a disposizione per far fronte ad una obesità grave.
L’obesità è considerata grave quando il B M I ( Body Mass Indix ) ( Kg di peso / quadrato
dell’altezza in metri) è superiore a 40 oppure superiore a 35 in presenza di patologie concomitanti.
La chirurgia dell’obesità si divide in chirurgia restrittiva e chirurgia malassorbitiva. La prima mira a
diminuire la capacità gastrica ad accumulare cibo come nei casi del pallone intragastrico, bendaggio
gastrico e la gastroplastica verticale. La seconda mira a diminuire la capacità di assorbimento delle
sostanze nutritive da parte dell’intestino tenue come avviene nella derivazione bilio pancreatica,
bypass bilio intestinale e baypass digiuno ileale.
La selezione dei pazienti è importante per la riuscita del trattamento chirurgico ed è basata
sull’esclusione dalla chirurgia restrittiva dei pazienti con gravi disturbi del comportamento
alimentare come i binge eaters, sweet eaters e nibbling.
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2UH±,VFUL]LRQHHDFFUHGLWDPHQWRFRQYHQXWL
2UH±2EHVLWj³XQDPDODWWLD´
5HOD]LRQHLQWURGXWWLYD
Prof. Agostino Gnasso
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Dott. Salvatore Vita
2UH±$VSHWWLSVLFRORJLFLGHOO¶REHVLWj
Prof.ssa Cristina Segura Garcia
2UH±2EHVLWjHGLDEHWH
Dott. Celestino Giovannini
2UH±2EHVLWjHULVFKLRFDUGLRYDVFRODUH
Dott. Rocco Polimeni
2UH±$OWHUD]LRQLRUPRQDOLQHOO¶REHVLWj
Dott. Giuseppe Costante
2UH±/DWHUDSLDPHGLFDGHOO¶REHVLWj
Dott. Fabrizio Muratori
2UH±/DWHUDSLDFKLUXUJLFDGHOO¶REHVLWj
Dott. Mohammad Alkilani
2UH±',6&866,21(
2UH±7(679(5,),&$$335(1',0(172
&855,&2/$5(/$725,
5(63216$%,/('(/&25623URI$JRVWLQR*QDVVR
1RPH:
Agostino Gnasso
1DVFLWD:
17.11.1956
&LWWDGLQDQ]D:
Italiana
6WDWRFLYLOH:
Coniugato
'RPLFLOLR:
via Armando Diaz 74 - 81031 Aversa (CE)
&DUULHUD8QLYHUVLWDULD:
1981: Laurea in Medicina e Chirurgia (110/110 e lode) presso l'Università Federico II di
Napoli
1981: Abilitazione in Medicina e Chirurgia
1984: 6SHFLDOL]]D]LRQHLQ'LDEHWRORJLDH0DODWWLHGHO5LFDPELR(50/50 e lode) presso
l'Università Federico II di Napoli
1990: 6SHFLDOL]]D]LRQHLQ0HGLFLQD,QWHUQD (70/70 e lode) presso l'Università Federico II
di Napoli
5 Novembre 1991: 5LFHUFDWRUH presso l'Università di Reggio Calabria - Facoltà di
Medicina di Catanzaro (dal 5 Novembre 1994 con la qualifica di Ricercatore confermato)
5 Novembre 2000: 3URIHVVRUH $VVRFLDWR presso l'Università degli Studi di Catanzaro.
Facoltà di Medicina e Chirurgia
$WWLYLWj&OLQLFD:
- Dal Luglio 1981 al Dicembre 1981: Assistente volontario presso l'Istituto di Semeiotica
Medica della II Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli (Dir. Prof. Mario
Mancini)
- Dal Gennaio 1982 al Giugno 1985: Attività assistenziale presso la corsia metabolica e
l'ambulatorio per le iperlipidemie della Medizinische Klinik dell'Università di Heidelberg
(Dir. Prof. Gotthard Schettler)
- Dal Luglio 1985 al Novembre 1991: Medico interno con compiti assistenziali presso la
Clinica Medica II dell'Università Federico II di Napoli (Dir. Prof. Mario Mancini)
- Dal Novembre 1991 ad oggi: Attività assistenziale presso il Dipartimento di
Medicina Sperimentale e Clinica di Catanzaro - Dal Luglio 1992 con mansioni
superiori di Aiuto
- Dal Novembre 2001 Direttore dell’U.O. di Patologia Dismetabolica.
$WWLYLWj6FLHQWLILFD:
1981: Studio sugli effetti della plasmaferesi e del plasma-exchange sui parametri lipidici di
soggetti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote, presso l'Istituto di Semeiotica
Medica dell'Università degli Studi di Napoli.
1982-85: Postdoctoral fellow presso l'Institut fur Herzinfarktforschung della Medizinische
Klinik dell'Università di Heidelberg. Durante tale periodo ha condotto varie ricerche sul
metabolismo lipoproteico e sull'influenza di vari fattori e/o trattamenti su tale metabolismo.
1985-1990: Vincitore di Borsa di Studio per la Scuola di Specializzazione in Medicina
Interna presso la Clinica Medica II dell'Università Federico II di Napoli. Durante tale
periodo si è interessato assiduamente degli effetti emodinamici ed emoreologici
determinati dalle alterazioni del metabolismo lipidico. Si è anche interessato alla
interazione tra fattori genetici (polimorfismi di restrizione) e metabolismo lipidico.
1991-ad oggi: Ha continuato le ricerche precedenti ed ha partecipato alla organizzazione e
realizzazione di varie ricerche epidemiologiche sulla prevalenza della malattia
aterosclerotica e dei fattori di rischio per cardiopatia ischemica in alcune popolazioni
calabresi. In particolare si è interessato al rapporto esistente tra fattori emoreologici,
emodinamici ed ispessimento della parete arteriosa a livello carotideo.
Nel 1994 ha ricevuto un contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche per lo
svolgimento del programma: “Influenza del trattamento ipolipidemizzante sul flusso
arterioso in soggetti affetti da iperlipidemia”.
Responsabile scientifico di Unità di Ricerca nell'ambito del Programma di Ricerca dal titolo
"Studio genetico-molecolare e clinico delle ipoalfa- ed iperalfa-lipoproteinemie primitive",
ammesso al cofinanziamento del MURST per l'anno 1998.
Responsabile scientifico di Unità di Ricerca nell'ambito del Programma di Ricerca dal titolo
"Il ruolo della dieta nella eziologia delle malattie cronico-degenerative: modelli alimentari e
determinanti di rischio cardiovascolare", ammesso al cofinanziamento del MURST per
l'anno 2001.
6RFLHWjVFLHQWLILFKHGLDSSDUWHQHQ]D:
- European Atherosclerosis Society
- Società Italiana per lo Studio dell'Arteriosclerosi
$WWLYLWj'LGDWWLFD:
Fin dall'anno accademico 1991-1992 ha collaborato alla preparazione ed allo svolgimento
di lezioni, seminari ed esercitazioni e partecipato alle Commissioni degli esami di profitto
nei corsi ufficiali di Medicina Interna e Metodologia Clinica nella Facoltà di Medicina e
Chirurgia, con sede in Catanzaro, dell'Università degli Studi di Reggio Calabria. In
particolare ha svolto: Attività Didattica Integrativa per l'Insegnamento di Clinica e Terapia
(Docente Prof. Pier Luigi Mattioli) del I Anno della Scuola di Specializzazione in Medicina
Interna; Attività Didattica Integrativa per l'Insegnamento di Metodologia Clinica (Docente
Prof. Pier Luigi Mattioli) del II Anno della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna;
Attività Didattica Integrativa per l'Insegnamento di Terapia Medica (Docente Prof. Pier
Luigi Mattioli) del III Anno della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna.
Dall'anno accademico 1994-95 ha ricevuto l'affidamento ufficiale dell’insegnamento di
Metodologia Clinica per il I° Anno della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna.
Pubblicazioni:
,Q H[WHQVR: oltre 110
$EVWUDFWV: oltre 80
5(/$725,
'RWWVVD&ULVWLQD6HJXUD*DUFuD
La Dott.ssa Cristina Segura García è nata a Zamora (Spagna) il 14.04.65, attualmente risiede a
Catanzaro in via Michele Torcia 4 (Catanzaro- Italia).
Diploma di Scuola Secondaria Superiore nel 1983.
Dall’anno accademico 1986/87 al 1988/89 Allievo Interno presso la Cattedra di Psicologia Medica
e Psichiatria della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cordoba (Spagna) dir.
Prof.A.Medina Leon.
Borsa di Studio A.I.E.M. Dipartimento di Medicina Interna Ospital Kossevo Facoltà di Medicina di
Sarajevo (Yugoslavia).Luglio 1988.
Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Cordoba (Spagna)
nel 1989.
Tesina de Licenciatura 23.07.1990. “Religión y valores de vida: una aproximación antropológica al
origen de la noogénesis”. Voto: Sobresaliente.
Borsa di Studio A.I.E.M. Cattedra di Psichiatria, Facoltà di Medicina e Chirurgia in Catanzaro,
Università degli Studi di Reggio Calabria. Settembre 1990.
Profesor Colaborador con compiti di docenza presso:
Unidades Docentes de Psicologia Medica y Psiquiatria, Facoltà di Medicina Università di Cordoba (
a.a. 89/90, 90/91, 91/92)
Instituto di Criminologia. Sección Delegada de la Universidad Complutense de Madrid (a.a 89/90)
Instituto de Medicina del Deporte. Universidad de Córdoba (a.a 90/91, 92/93, 93/94)
Il 31.01.92 vincitrice del concorso per titoli per l’incarico di Profesor Ayudante de Escuela
Universitaria presso la Cattedra di Psichiatria e Psicologia Medica dell’Università di Cordoba.
Incarico svolto fino al 26.04.96.
Dottorato di Ricerca in Psichiatria e Psicologia medica conseguito presso la Facoltà di Medicina
dell’Università di Cordoba (Spagna) il 26.09.95 “Noesis y cáncer. Intelección antropológica de un
pensar específico”. Voto: Apto cum laude.
Dal 27.04.96 al 31.12.2001 Profesor Ayudante de Universidad Area di Psichiatria, presso la
Cattedra di Psichiatria e Psicologia Medica dell’Università di Cordoba.
Dall’aprile 1994 a tutt’oggi ha trascorso ripetuti periodi di soggiorno di studio e di ricerca in qualità
di “visiting fellow” presso la Cattedra di Psichiatria di Catanzaro, nell’ambito della cooperazione
didattico scientifica con la corrispondente struttura dell’Università di Cordoba.
Il 30.07.97 Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria per
omologazione del titolo conseguito in Spagna, con discussione della Tesi di Laurea “La diagnosi di
Disturbo Schizofreniforme in un campione di psichiatri italiani e spagnoli” relatore Prof. A. Amati,
voto 110/110 e lode.
Il 13.12.01 Specializzazione in Psichiatria presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria
dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, con discussione della Tesi “Fattori
predittivi di decorso in soggetti con Disturbi del Comportamento Alimentare” relatore Prof.
A.Amati, voto 50/50 e lode.
ATTIVITA’ DIDATTICA
Profesor Colaborador con compiti di docenza presso:
Unidades Docentes de Psicologia Medica y Psiquiatria, Facoltà di Medicina Università di Cordoba (
a.a. 89/90, 90/91, 91/92)
Instituto di Criminologia. Sección Delegada de la Universidad Complutense de Madrid (a.a 89/90)
Instituto de Medicina del Deporte. Universidad de Córdoba (a.a 90/91, 92/93, 93/94)
Profesor Ayudante de Escuela Universitaria presso la Cattedra di Psichiatria e Psicologia Medica
dell’Università di Cordoba. Incarico svolto dal 31.01.92 al 26.04.96.
Profesor Ayudante de Universidad Area di Psichiatria, presso la Cattedra di Psichiatria e Psicologia
Medica dell’Università di Cordoba. Incarico svolto dal 27.04.96 al 31.12.2001
Attività didattica integrativa:
Corso Integrato di Psichiatria e Psicologia Clinica (V anno Laurea in Medicina e Chirurgia, 199495, 1995-96, 1996-97, 1997-98,1998-99, 1999-2000,2000-2001, 2001-2002)
Corso Integrato di Psicologia (I anno Diploma Universitario Audiometrista, 1997-98)
Corso Integrato di Psicologia (I anno Diploma Universitario Audioprotesista, 1997-98)
Corso Integrato di Psicologia e Pedagogia (I anno Diploma Universitario Anatomo-Fisiologia
Speciale del Sistema Nervoso, 1997-98)
Corso Integrato di Psicologia e Pedagogia (I anno Diploma Universitario Igienista Dentale, 199798)
Corso Integrato di Infermieristica Generale e Teoria del Nursing (I Anno Diploma Universitario
Infermiere, 1997-98)
Corso Integrato di Scienze Umane Fondamentali (Antropologia, Psicologia Generale e Pedagogia)
(II anno Diploma Universitario di Scienze Infermieristiche, 1997-98)
Corso Integrato di Psicologia, Sociologia ed Igiene Mentale (III anno Diploma Universitario di
Scienze Infermieristiche, 1997-98)
Corso Integrato di Psichiatria ed Igiene Mentale (III anno Diploma Universitario di Scienze
Infermieristiche, 1997-98)
Corso Integrato di Linguistica I (I anno Diploma Universitario Logopedista, 1997-98)
Corso Integrato di Psicologia Medica (I anno di corso Diploma Universitario Assistente di
Oftalmologia 1997-98)
Corso Integrato di Scienze Umane Fondamentali (Antropologia, Psicologia Generale, Pedagogia e
Scienze della Comunicazione) (II anno Diploma Universitario Ostetrica, 1997-98)
Corso Integrato di Medicina d’Urgenza e del Paziente Critico (III anno di corso del Diploma
Universitario di Scienze Infermieristiche 1994-95,1995-96, 1996-97, 1997-98)
Corso Integrato di Infermieristica Clinica e Igiene Mentale (IV anno di corso del Diploma
Universitario di Scienze Infermieristiche (1994-95,1995-96, 1996-97, 1997-98)
Scuole di Specializzazione post-laurea di Geriatria, Oncologia, Malattie Infettive, Neurologia,
Medicina Interna, Medicina Legale, Igiene, Medicina Fisica e Riabilitazione (1994-95,1995-96,
1996-97, 1997-98)
PUBBLICAZIONI
E’ autrice e coautrice di oltre 50 pubblicazioni a livello nazionale ed internazionale.
PREMI
Premio al X Congreso de la Sociedad Andaluza de Psiquiatría, Sevilla, Noviembre 1998 per il
poster "Historia Filosófica del concepto de calidad en Medicina". C.Segura, I.Medina, N.Espejo.
V Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria, "La mente il suo cervello tra ordine,
disordine e intervento terapeutico" Roma, Marzo 2000 con il
poster "Depressione e
disfunzionamento cognitivo in pazienti geriatrici" (P. De Fazio, C. Segura García, R.Nicoletta,
S.Scalise, A. Grassi, R.Mattace, A.Amati).
VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria, Roma, Febbraio 2001 con il poster
"L'impulso alla magrezza come fattore di rischio per disturbi dell'alimentazione." (C.Segura García;
MF. Pantusa ; R.Ferrari; R.Nicoletta; P. De Fazio e A. Amati)
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• Nel 1980 Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Universita di Messina con 110 e lode.
• Nel 1983 Specializzazione in Diabetologia e Malattie del Ricambio presso l’Università di
Messina con lode.
• Dal 1985 Specialista Ambulatoriale Diabetologo presso A.S.L. 11 Reggio Calabria.
• Dal 1999 responsabile Servizio Territoriale di Diabetologia polo sanitario nord A.S.L. 11 R.C..
• Da Diversi anni Partecipazione in qualità di relatore ai programmi di aggiornamento per Medici
di M.G. corsi per Infermiere./i ed alla scuola per Ostetriche.
• Partecipazione a numerosi corsi di aggiornamento e perfezionamento professionale.
• Formatore AMD.
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Nato a Reggio Calabria il 12/8/51.
Specialista in Cardiologia e Geriatria.
Primario reparto di cardiologia Ospedale Civile Polistena dal 1993.
Autore di numerose pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali.
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Luogo e data di nascita: Reggio Calabria il 14 febbraio 1956
Laurea: con lode e dignità di stampa, 26/7/1979 - Università di Messina
Abilitazione all'esercizio della professione: novembre 1979
Specializzazione in Endocrinologia - Università di Catania, 17/11/1984 con lode
Carriera universitaria Medico Interno Istituto Pluridisciplinare di Clinica Medica Università di
Messina (1979-1990); Tecnico laureato (1990-2000) - Ricercatore confermato in Endocrinologia
(2000-presente) - Facoltà di Medicina - Catanzaro;
Posizione attuale: Ricercatore confermato in Endocrinologia, Facoltà di Medicina - Catanzaro
BORSE DI STUDIO
- Ministère de l'Education Nationale et de la Culture Française (Belgio), tramite il Ministero
Italiano degli Affari Esteri, 1982
- Assessorato alla Sanità Regione Siciliana, 1987
PREMI
- Società Italiana di Endocrinologia - Premio Sandoz, 1990
- American Thyroid Association - travel grant, 1993
SOGGIORNI ALL’ESTERO
Dal gennaio 1982 al febbraio 1986, il dott. Costante ha lavorato presso l'Hôpital Universitaire
Saint-Pierre - Université Libre de Bruxelles - Belgio, dove ha svolto attività clinica presso i
Dipartimenti di Medicina Interna (Endocrinologia) e di Pediatria (Endocrinologia pediatrica) e
attività di ricerca presso il laboratorio del Service des Radioisotopes.
Dal giugno 1992 al marzo 1994 ha svolto attività di ricerca in qualità di "Visiting Scientist"
presso il Thyroid Molecular Biology Laboratory, Veteran Administration Hospital - University
of California, San Francisco - California - USA.
SOCIETA’ SCIENTIFICHE
Il dott. Costante è Socio ordinario della:
Società Italiana di Endocrinologia
European Thyroid Association
'U)DEUL]LR0XUDWRUL
Nato a Genova il 02-05-1955, residente a Varese in Via G.B.Vico n 7
Maturità Liceo Classico 1973 presso Scuola Europea di Varese
Iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano nell’Anno Accademico 19731974.
Allievo interno della Divisione di Medicina ed Endocrinologia dell’Ospedale Niguarda di Milano ,
diretta dal Prof . G. F. Silvestrini negli Anni Accademici 1978-1979 e 1980, anno della laurea nel
mese di marzo.
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1) Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano il 20 marzo 1980 con
tesi sperimentale di argomento endocrinologico dal titolo : “ Neurotrasmettitori e regolazione della
secrezione di ACTH : implicazioni fisiopatologiche e terapeutiche”. Votazione conseguita 108/110.
2) Abilitazione all’esercizio della professione di Medico-Chirurgo nell’aprile 1980. Iscritto all’Albo
dell’Ordine dei Medici della Provincia di Varese dal 10-06-1980.
6SHFLDOL]]D]LRQHLQ(QGRFULQRORJLDFRQ/RGHSUHVVRO¶8QLYHUVLWjGHJOL6WXGLGL3DYLDLO
4) Specializzazione in Diabetologia e Malattie del Ricambio , con il massimo dei voti, presso
l’Università degli Studi di Genova il 21-10-1988
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1) Dal giorno della laurea al 15-11-1982 ha proseguito l’attività di medico presso la Divisione di
Endocrinologia dell’ospedale Niguarda di Milano sia come medico tirocinante ai sensi della legge
28-10-1975 , sia in qualità di borsista.
2) Dal 01-12-1980 al 15-11-1982 ha prestato , inoltre, servizio in attività convenzionale in qualità
di titolare di Guardia medica presso l’USSL N5 della Regione Lombardia.
3) Dal 16-11-1982 al 15-05-1984 ha prestato servizio in qualità di Assistente Medico presso
l’USSL n5 della Regione Lombardia.
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5) Dal 11-10 1993 è assunto di ruolo come endocrinologo presso la Divisione di Endocrinologia
dell’Ospedale Niguarda di Milano con la qualifica attuale di Dirigente di Primo Livello.
$WWLYLWj6FLHQWLILFDH'LGDWWLFD
1)
Oltre ad avere sempre lavorato in modo attivo alle varie attività di reparto costante è stata
l’attività di ricerca nel campo endocrinologico e metabolico come dimostrato dalle pubblicazioni e
dalla partecipazione ai Congressi e Convegni riportate in appositi elenchi.
In particolare l’attività di ricerca si è concretizzata con la pubblicazione di 184 lavori originali
pubblicati su libri e riviste nazionali ed internazionali , di cui in circa 70 è il primo autore
Il campo di interesse si è rivolto nel corso degli anni ad abbracciare numerosi campi della
fisiopatologia endocrina : particolare riguardo è stato dato allo studio dei tumori endocrini ( tumori
della tiroide, e sindromi endocrine multiple con collaborazione con altri colleghi di sedi diverse , tra
cui maggiormente spicca il lavoro compiuto con l’Università di Napoli per la ricerca del gene RET
nella patologia endocrina multipla ); inoltre motivo di studio e ricerca sono stati anche la
fisiopatologia della secrezione di ormoni ipofisari, e negli ultimi anni lo studio della patologia e
terapia dell’obesità.
2)
Nell’ambito dell’attività di ricerca ha partecipato a Convegni, Congressi nazionali ed esteri
, il più delle volte in modo attivo, presentando comunicazioni orali o comunicazioni scritte ( vedasi
elenco specifico ) . Fino ad oggi sono stati 136 i Corsi, convegni , seminari , congressi a cui ha
partecipato : in circa 51 casi ha presentato comunicazioni orali o scritte .In altre occasioni è stato
chiamato in qualità di docente a corsi specialistici indirizzati alla classe medica o in qualità di
relatore a congressi o corsi di Società scientifiche a livello nazionale ( vedi elenco specifico ). Del
tutto recentemente ( anni 2000 e 2001 ) è stato più volte chiamato come docente o relatore a corsi
specifici nel campo della fisiopatologia e della terapia dell’obesità. E’ stato invitato come relatore
al XXIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia nel settembre del 2001 e
sempre nel novembre 2001 è stato invitato come relatore al Congresso Nazionale dell’Associazione
di Dietetica e Nutrizione Clinica su argomenti concernenti la terapia farmacologica dell’obesità.
Nel 1990 ha tenuto un ciclo di conferenze presso l’Università degli Studi di Pavia nell’ambito della
Scuola di Specializzazione in Clinica Dermosifilopatica.
3)
E’ stato il ricercatore responsabile , per la Divisione di endocrinologia dell’Ospedale
Niguarda di Milano, dello studio sulla valutazione dell’effetto della sibutramina sulla perdita di
peso, sul suo mantenimento e sulla qualità della vita nei pazienti obesi.Tale studio è stato
commissionato dalla Ditta farmaceutica Knoll, con autorizzazione del Ministero della Sanità, e
corrisponde alla fase clinica IIIb.
4)
E’ socio dal 1991 della Società italiana di Endocrinologia ( SIE )
E’ socio dal 1998 della Società Italiana per lo Studio dell’Obesità , recentemente ( Bologna 2000 )
modificata in Società Italiana Obesità ( SIO )
E’ socio dal 2001 della Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ( A. D. I. ) .
'U0RKDPPDG$ONLODQL
Nato ad Amman Giordania il 3/9/1951;
1969 Diploma di maturità classica, Giordania
1978 Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Catania;
1985 Diploma di specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università di Messina;
1990 Corso di perfezionamento in Chirurgia Laparoscopica in Canada;
1996 Diploma in Chirurgia Laparoscopica, Università di Strasburgo (Francia);
Vari stage in ospedali universitari in Francia e Inghilterra;
1978 – 1995 Assistente Reparto di Chirurgia Generale Casa di Cura Accreditata Villa Aurora –
Reggio Calabria;
Primario Reparto di Chirurgia Generale Casa di cura Villa S. Anna Reggio Calabria dal 1995 al
1999;
2000 Idoneità al Corso di perfezionamento in Gestione ed Economia Sanitaria presso l’Università di
Roma Tor Vergata;
Primario Reparto di Chirurgia Generale II, Casa di cura Villa Aurora Reggio Calabria dal 1999;
Pubblicazioni su riviste scientifiche italiane e straniere in argomenti di chirurgia generale,
Oncologia e Chirurgia dell’obesità;
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DATI
ANAGRAFICI
&RJQRPHH1RPH VITA SALVATORE
1D]LRQDOLWj ITALIANA
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09.10.1949
/XRJRREGGIO di CALABRIA
5HVLGHQ]D REGGIO di CALABRIA
9LD LORETO TRV. PRIV. 18
&RGLFH)LVFDOH
VTISVT49R09H224J
TITOLI
ACCADEMICI
Laurea
Università
Data
MEDICINA E CHIRURGIA
CATANIA
Abilitazione all’esercizio prof.
Iscrizione all’Ordine dei Medici
Numero di Iscrizione
Specializzazione
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1RYHPEUH
1976
2836
ANESTESIOLOGIA E RIANIMAZIONE
CATANIA
1979
FISIOPATOLOGIA E FISIOKINESITERAPIA
RESPIRATORIA
MESSINA
1982
ESPERIENZE
PROFESSIONALI
7,52&,1,235$7,&2263('$/,(52$%,/,7$17(,1$1(67(6,$(
5,$1,0$=,21(
MEDICO DI MEDICINA GENERALE DAL 1976
*,$¶',5(7725(6$1,7$5,2(35,0$5,2'(/6(59,=,2',$1(67(6,$
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