Do Pisa è n tutti sugli allori ica che si muove

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Do Pisa è n tutti sugli allori ica che si muove
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n tutti sugli allori
ica che si muove
Bruno Casini: spesi milioni per il Festival della Creatività: ma che fine ha fatto?
Un salone della musica indipendente incrementerebbe il turismo giovanile
di David Resoli
1 FIRENZE
Bruno Casini: la musica, lo
spettacoloe la cultura gli scorrono nelle vene. Dai primi anni
Ottanta, quando a Firenze fondò la rivista "Westuff" che dettava legge sulle tendenze e le
avanguardie in tutta Italia, non
si è mai fermato, e oggi è tra i
soci della Music Pool, una delle
associazioni più famose nell'organizzazione e nella promozione di eventi, ed è direttore arti stico di due importanti festival
toscani come l'On the road e il
Florence Queer. L'organizzare
eventi è ormai nel suo dna: ha
visto la Toscana della cultura
trasformarsi, e diventare quel
che è oggi: «latitante», dice subito.
Casini, da dove partire per
analizzare la scena culturale
toscanaoggi?
«Da una domanda che mi
faccio. Perchè in Toscana, ma
anche in Italia, non possiamo
vedere la mostra sul punk che
ha spopolato a Londra? O quella sui Pink Floyd che ha avuto
grande successo a Parigi? E se
arriva qualcosa, arriva a Milano. Firenze e la Toscana latitano, e avrebbero invece tutte le
carte in regola, e gli spazi, per
ospitare grandi eventi e incrementare il turismo giovanile
che, a detta dei nostri amministratori, è in netto calo. Bisognerebbe promuovere e inventarsi più rassegne come Lucca
Comics, per fare un esempio».
Ma i soldi ci sono?
«Bene, partiamo dagli investimenti. Possibile che a Firenze e in Toscana non ci siano
energie economiche per sponsorizzare eventi che facessero
della nostra regione un centro
culturale all'avanguardia? Perchè hanno speso milioni di euro per il Festival della Creativi tà? Quattro giorni soli, e adesso
non si sa che fine abbia fatto.
Non si potevano utilizzare quei
soldi per luoghi di sperimentazione, studi di registrazione,
per fare della Toscana e di Firenze un grande laboratorio
culturale fatto di eventi concreti e grandi?»
Ad esempio?
«Parliamo di musica. Un salone della musica indipendente incrementerebbe il turismo
giovanile. I festival che ci sono
sono piccoli oppure spariscono, come è successo al Moontale di Pistoia o al Blackout di Prato. Italia Wave celo ha scippato
la Puglia, anche se adesso ci sono voci non confermate di un
suo ritorno ad Arezzo. Insomma, in Toscana la maggior parte degli investimenti vanno alla
musica colta e si incentiva poco il rock, il jazz, il pop. Su questo versante, nonostante la Regione abbia attivato alcuni finanziamenti per festival come
il Pistoia Blues o il Siena Jazz, le
risorse sono minime. E pensare
che a Firenze c'è stata la prima
edizione dell'Indipendent Music Meeting, poi diventato Meeting delle Etichette Indipendenti e trasferito prima a Faenza e
ora a Bari. A Firenze ci sono
molte etichette indipendenti
validissime, come Pippola, Materiali Sonori, Black Candy, Fo-
rears. Negli anni Ottanta in città si fatturava il 60% della musica indipendente italiana: una
tradizione e un patrimonio che
a livello istituzionale vengono
ignorati. Manca ad esempio un
archivio sulla musica indie: potrebbe essere un progetto enorme, anche di diffusione in rete
della musica che lia fatto grande Firenze».
Parliamo degli spazi: è vero
che eventi e rassegne faticano
a trovarne?
«Le città toscane hanno un
patrimonio artistico e culturale
incredibile che non è utilizzato
come dovrebbe. Ci sono spazi
straordinari utilizzati male o
per niente, addirittura chiusi
per eterno restauro, o per man canza di personale. Officina
Giovani a Prato è il tipico esempio di uno spazio dalle grandi
potenzialità lasciato morire dalle istituzioni. Poteva essere un
grande luogo di produzione
culturale e avanguardia non solo a livello regionale, ma anche
nazionale e forse europeo. Sono allibito: l'hanno lasciata andare quasi del tutto, non ci va
quasi nessuno, non hanno potuto o voluto vederne le possibilità, bastava investirci bene,
in eventi e promozione, e i ri-
sultati sarebbero stati eccellenti".
C'è una città toscana che le
sembra la più viva culturalmente?
«Pisa. Città lanciata verso
molte esperienze autogestite,
come l'Ex Wide. Penso a Gipi e
al suo film "L'ultimo terrestre"
girato interamente a Pisa. Penso alla ristrutturazione del graffito di Keith Haring, l'unico in
Italia, visitatissimo, a conferma
che l'arte contemporanea porta turismo».
Lei è direttore artistico di
due festival importanti. Uno
compie dieci anni proprio nel
2012...
«E' il Florence Queer Festival, molto seguito: quindici
giorni di programmazione, la
gente viene da fuori Toscana. E
il Comune dà zero euro, idem
la Provincia. Viviamo grazie alla Regione, ma soprattutto grazie al fatto che siamo tutti volontari, e pieni di passione. Ma
la passione non è che può durare tutta la vita: io ho 59 anni, chi
verrà dopo di me avrà la stessa
pazienza e la stessa forza di volontà?».
O RI PRODUZI ONE RISERVATA
Bruno casini, organizzatore di eventi, direttore dei festiva 0n the road e Florence Queer (foto Roberto Mascaroni)
11 murale di Keith Haring a Pisa