Rendimento delle fustaie irregolari
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Rendimento delle fustaie irregolari
Pubblichiamo la traduzione di questo articolo, proposto da EUFORMAG, perché crediamo che il ragionamento ecologico-finanziario che viene proposto sia interessante e sicuramente poco diffuso in Italia. Gli Autori ci mostrano che per fustaie a prevalenza di latifoglie il trattamento che prevede struttura irregolare e criteri prossimi alla natura è sostenibile non solo dal punto di vista ecologico e ambientale, ma anche da quello finanziario. Nel testo vengono riportati esempi di foreste francesi, descritti metodi di gestione del bosco ed indicatori di valutazione economica che in molti casi non hanno un corrispondente né nella lingua né nella consuetudine forestale italiana. Per le definizioni terminologiche abbiamo provveduto noi, con delle note esplicative; per l’applicazione di certi approcci gestionali …confidiamo nel vostro spirito di iniziativa! Silvia Bruschini gestione forestale Rendimento delle fustaie irregolari di Max Bruciamacchie Brice De Turckheim Il trattamento delle fustaie permanenti, a struttura irregolare e gestite con criteri prossimi alla natura, s’ispira al funzionamento delle foreste vergini (non influenzate dall’attività antropica) anche se modificato profondamente tramite l'eliminazione delle fasi di invecchiamento e di conclusione del ciclo naturale. Questo metodo selvicolturale cerca infatti di massimizzare la produzione di legname di pregio ad un livello decisamente superiore rispetto a quello prodotto dal bosco ad evoluzione naturale, nel quale le dinamiche sono basate sulla competizione tra individui e sul caso. I due principi fondamentali della selvicoltura prossima alla natura sono i seguenti: • Garantire a lungo termine la funzionalità dell’ecosistema. Ciò impone qualche limite al prelievo (conservazione di grossi alberi, di legno morto, di alberi con cavità, ricerca di un equilibrio silvo-faunistico adatto, …) ma permette anche alcune libertà rispetto alle dinamiche naturali, modificando l’importanza relativa dei differenti stadi di silvogenesi, favorendo per esempio le specie pioniere o post-pioniere, o (1) Questa esigenza è presente soprattutto nei paesi del nord Europa dove, a seguito dell’ultima glaciazione, non si è ancora ricomposta un’adeguata variabilità specifica nella componente arborea (N.d.T). anche introducendo, con estrema prudenza, specie estranee alla stazione(1). • Trattare gli alberi individualmente, secondo la loro “funzionalità” che caratterizza la loro capacità di rispondere agli obiettivi del proprietario, della società e dell’economia. Questo principio si traduce nella selezione continua in favore degli individui “migliori”, nell’eliminazione dei loro principali concorrenti e nella loro utilizzazione nel momento più opportuno. Questi principi (B ruciamacchie e D e Turckheim 2005) possono essere tradotti in termini economici. Con riferimento a un determinato periodo di tempo, il risultato economico di una proprietà o di un popolamento è formato da tre componenti: • le entrate, risultanti dal prodotto dei prezzi unitari per i volumi; 9 Sherwood n .159 D icembre 2009-G ennaio 2010 C onteggi economici Le entrate e le spese fisse delle proprietà forestali sono più o meno indipendenti delle modalità di gestione selvicolturale. box 1 - La futaie jadinée (N.d.T.) è un caso particolare di fustaia irregolare, in cui si interviene nella struttura della foresta in modo da assicurare una produzione regolare e continua di beni e di servizi. Si cerca inoltre di ottenere una foresta con alberi di età differenti vicini tra loro, con una densità tale da assicurare la rinnovazione e la crescita regolare degli alberi. Il fine ultimo è quello di raggiungere uno stato di equilibrio, dove il numero di alberi è pressoché costante, cioè il numero degli individui raccolti e morti naturalmente è uguale al numero delle giovani pertiche in grado di raggiungere il piano dominante. Questo sistema di gestione permette di ottenere dei redditi regolari nel tempo, ottimizzando il potenziale di ogni albero. Il raggiungimento e il mantenimento dello stato di equilibrio della futaie jadinée richiedono interventi leggeri, diffusi ovunque sia necessario e frequenti. Si tratta dunque di una gestione che necessita di controllo costante e abilità tecnica. Si tratta di: licenze di caccia(4), affitti per attività legate al tempo libero; tasse, contributi, assicurazioni, spese per la gestione generale, per la manutenzione degli edifici, dei confini di particella e di proprietà… Le entrate variabili provengono essenzialmente, se non esclusivamente, dalla vendita del legname. Se il selvicoltore, nell’ambito del volume prodotto, riesce ad aumentare la percentuale di legname di valore, con un impegno poco maggiore riuscirà ad aumentare significativamente i ricavi. In un popolamento, in cui gli individui sono soggetti di una selezione qualitativa continua e sono utilizzati al raggiungimento delle dimensioni ottimali, la percentuale di legname di pregio e quindi di grande valore, è la più elevata possibile. Vi sono delle foreste di latifoglie dove la percentuale di legname da opera rappresenta il 60-65% dell’utilizzazione totale, cioè 5-6 m³/ha/anno su una produzione di 9 m³/ha/anno, comprendenti anche i volume delle chiome e delle piante dominate diradate. A livello di spese il cercare di sfruttare al massimo i processi Foto King Coyote - flikr.com - CC license • le spese; • l'evoluzione del capitale bosco(2). In accordo con gli obiettivi fissati dai proprietari, chi gestisce le foreste agisce essenzialmente sulle entrate, cercando di aumentare il prezzo unitario degli alberi venduti (3). Per questo bisogna intervenire sulla composizione specifica, diminuire la quantità di alberi storti o biforcati, concentrare l’accrescimento sugli alberi con le migliori caratteristiche allo scopo di incrementare le entrate nel corso del tempo. È necessario tenere conto anche dei rischi che sono legati principalmente alla variazione del mercato o alla comparsa di avversità, mantenendo un adeguato livello di naturalità e puntando sulla diversificazione delle specie presenti. Con lo stesso scopo, il gestore cerca di utilizzare quanto più possibile le dinamiche naturali al fine di limitare le spese. Spesso non considerata, l’evoluzione del capitale bosco è tuttavia una componente importante del bilancio economico. Essa permette di sottolineare la differenza essenziale tra reddito e capitale. La ricerca della mescolanza di specie, della strutturazione verticale e orizzontale porta ad ottenere popolamenti relativamente radi, dove in nessuna parte è urgente tagliare, ma dove si può tagliare ovunque. Va comunque cercato un adeguato equilibrio tra i volumi degli alberi grossi, medi e piccoli. Il volume degli alberi in piedi deve variare leggermente (più o meno del 10-15%) attorno a una media. Tale media è individuata per tentativi, come compromesso tra la massimizzazione della produzione, caratterizzata da un volume elevato di legname e un adeguato livello di rinnovazione che, necessitando di più luce, ha bisogno di volumi minori. Questa condizione ideale è molto simile alla nozione di stato "normale" o "ben distribuito" utilizzata nel jardinage (Box 1). Assicura una certa flessibilità di gestione e prevede anche un rendimento finanziario interessante. Quando lo stato di equilibrio sarà raggiunto, i tagli, frequenti e prudenti, preleveranno approssimativamente l'incremento, che sarà concentrato principalmente in alberi di elevate dimensioni e qualità. Il diametro di recidibilità degli alberi è fissato in funzione della stazione, della specie e degli assortimenti che si vogliono ottenere (ma non è vincolante ai fini dell’utilizzazione N.d.T.). 10 Sherwood n .159 D icembre 2009-G ennaio 2010 naturali permette di limitare gli interventi per la rinnovazione e per la selezione della qualità. Un carico di lavoro forestale che va da 0,2 a 0,5 h/ha/anno è generalmente sufficiente nelle fustaie di latifoglie; nettamente inferiori, in alcuni casi proprio inesistenti, i tempi necessari per gli interventi nelle fustaie di conifere curate con il metodo del jardinage e situate in buone stazioni. È la combinazione di questi due fattori, aumento delle entrate e diminuzione delle spese, che fa migliorare sensibilmente il bilancio economico delle utilizzazioni forestali. La messa a punto di un piano contabile è indispensabile per la gestione dei flussi finanziari, ma è anche uno strumento di lavoro importante per le verifiche a posteriori che permette. Valutazione dei rischi Questo è un elemento importante di redditività nel lungo periodo. Il rischio più frequente per i proprietari è determinato dalle variazioni del mercato del legno. La flessibilità della struttura dei popolamenti permette, tranne che nel caso di catastrofiche avversità naturali, di adattare i prelievi alla domanda del mercato o ad improvvise necessità economiche del proprietario. Gli altri rischi sono quelli (2) Con questa espressione gli Autori intendono indicare la dinamica, indotta dagli interventi selvicolturali, che porta a modificare il volume in piedi, la distribuzione di tale volume nelle varie fasi evolutive del bosco contemporaneamente presenti in superfici quanto più limitate possibile, la composizione specifica e il valore delle piante che potrebbero potenzialmente essere utilizzate immediatamente, ma che per motivi colturali e finanziari è bene utilizzare secondo un “ciclo” di rivoluzione da stabilire caso per caso (N.d.T.). (3) In una data stazione, con una densità media sufficiente, la produzione in termini di volume è relativamente fissa e dipende solo in minima parte dal trattamento. Al contrario, il prezzo in piedi del metro cubo di legname può variare molto, in una proporzione da 1 a 100 o anche più. (4) In Francia la fauna selvatica che transita o risiede in una proprietà forestale appartiene al proprietario o al gestore e per questo può essere fonte diretta di reddito, mentre in Italia la fauna è “patrimonio indisponibile dello Stato” (N.d.T.) richiami sugli indicatori economici Il Bénéfice Actualisé sur la Séquence Infinie (BASI)(I) che potremmo tradurre come valore attualizzato della differenza di entrate e uscite per un periodo infinito, è l'indicatore che da alcuni anni è utilizzato nelle fustaie coetanee per ricercare la o le selvicolture ottimali. Esso sostituisce vantaggiosamente il criterio del Saggio di Rendimento Interno(II) (SRI) che ha come inconveniente quello di non potere essere usato per confrontare progetti di durata troppo diversa. Per il calcolo del BASI è necessario conoscere l'insieme delle spese fisse o variabili così come le entrate per un periodo abbastanza lungo che corrisponde all'età di utilizzazione ritenuta adeguata. La necessità di tenere in considerazione le avversità che possono perturbare il ciclo produttivo, porta a introdurre una nozione abbastanza vicina che è quella del Bénéfice Actualisé sur une Grande Durée (BAGD) ovvero il valore attualizzato della differenza di entrate e uscite per un periodo molto lungo(III) . Questi calcoli economici basati sull'utilizzazione degli interessi composti hanno finito per accorciare il periodo di ritorno. Nella fustaia permanente, a struttura irregolare e gestita con criteri prossimi alla natura, i processi produttivi e di rinnovazione sono continui, senza principio né fine. L'indicatore considerato è il reddito netto al quale si aggiunge l'evoluzione del capitale in valore potenziale(IV) , è chiamato Reddito Netto in Valore Potenziale (RNEVP) e si esprime in €/ha/anno. Per "spese" s’intende la somma dei costi fissi e variabili. RNEVP=ΣVM + ΣVP - Σ spese RNEVP=ΣVMj + Σ Guadagno j - Σ spese θ Il valore di mercato (VM) è uguale al prezzo d’acquisto del legno. VM=PU x V dove PU è il prezzo unitario e V è il volume ottenuto a partire da una tavola di cubatura. Nel caso di un fusto da cui è possibile ricavare assortimenti di più classi di qualità, il suo valore di mercato corrisponde alla somma dei valori di ciascun tronco. Il guadagno annuo traduce l'incremento annuo in valore dell'albero. Riassume in sè l’accrescimento in volume dell’albero (che dipende dal suo incremento di diametro) e l'aumento del prezzo unitario che ne consegue. Guadagno = dPrezzo = V x dPU + PU x dV dt dt dt (I) Nella formula sottostante “Ei” “Ui” corrispondono alle Entrate e alle Uscite dell’anno “i”, “r” al saggio di sconto, e “n” alla durata del progetto. n BASI = Σ i=0 Ei - Ui i n (1+r) n (1+r) ((1+r) -1) Sviluppando la formula, questa diviene Guadagno = Prezzo x dD/dt x (dPU/PU + dV/V)/dD Dove: dD/dt corrisponde all’accrescimento in diametro; dPU/PU corrisponde alla variazione relativa del prezzo unitario; dV/V corrisponde alla variazione relativa del volume. Il tasso di funzionamento è il rapporto tra il guadagno annuo e il valore di mercato Tasso = Guadagno/Prezzo Il valore futuro (VF): questo indicatore ha come origine il fatto che in generale i giovani alberi hanno un valore superiore al loro valore di mercato. Questo valore futuro è calcolato tradizionalmente o a partire da un costo, o scontando una entrata futura per riportarla a un dato istante. Nel caso delle strutture irregolari, può essere attuato solo lo sconto. Il valore futuro è dunque un capitale ottenuto scontando una entrata futura. Il metodo che proponiamo per stimare questo capitale è leggermente differente. Per evitare ogni confusione col metodo tradizionale, lo chiameremo valore potenziale. Il valore potenziale (VP) è ottenuto dividendo il guadagno per un tasso di attualizzazione prefissata θ cioè VP = Guadagno/θ. Esso corrisponde al capitale che, depositato in banca con un tasso θ, fornisce un reddito corrispondente all'incremento in valore (guadagno). Esso è ugualmente equivalente al capitale ottenuto sommando un'infinità di guadagni annui uguali e attualizzati. Il RNEVP può essere calcolato per un dato anno o come media di un periodo di cui la durata è, per i popolamenti vicini al loro equilibrio, dello stesso ordine di grandezza del tempo di rotazione dei tagli. Questo indicatore può essere espresso in modo relativo dividendolo per il valore di mercato per ottenere un tasso di investimento. L'inverso di questo tasso corrisponde al periodo di ritorno dell'investimento in valore. Un altro indicatore meno efficace può altrimenti essere utilizzato per confrontare diverse scelte di gestione: il Reddito Netto in Valore di Mercato (RNEVM). Esso corrisponde alla somma delle entrate ottenute dai tagli a cui si sottrae l’insieme delle spese e si aggiunge l’incremento del valore di mercato degli alberi rimasti. (III) Rispetto alla formula del BASI, il parametro “k” sarà scelto in modo che i flussi finanziari intervenuti dopo “kn” anni siano trascurabili (vedere formula). kn Ei - Ui i=0 (1+r)i BAGD = Σ (IV) Il valore potenziale è un concetto equivalente a quello del valeur d’avenir (Bruciamacchie et al. 2008). Esso si calcola come il rapporto tra l’incremento in valore e il tasso d’attualizzazione. Può essere calcolato per un albero oppure per un popolamento. (II) Il SRI corrisponde al tasso che, per la durata del progetto, rende uguali entrate e uscite attualizzate. legati a condizioni climatiche estreme e/o a problemi fitosanitari. In caso di tempeste, le perdite finanziarie possono essere fortemente ridotte a seconda del tipo di gestione e trattamento. Infatti, la tempesta Lothar del 1999 ha evidenziato che nei popolamenti a struttura irregolare, i danni sono stati più sotto forma di sradicamenti che di stroncamenti, ciò da un punto di vista finanziario significa un maggiore valore del materiale recuperabile. L'assenza di tagli a raso è un fattore di stabilità, infatti gli esempi di foreste dove i crolli si sono verificati contigui a tagliate recenti sono diffusi e noti. In occasione di forti tempeste, a parità di altitudine e di caratteristiche del suolo, la struttura dei popolamenti, la forma degli alberi, le dimensioni della loro chioma, la mescolanza specifica, sono elementi di stabilità molto più importanti dell'altezza degli alberi, del volume globale in piedi, o anche della regolarità della copertura. Non sono rari gli esempi che mostrano ciò, mentre non siamo a conoscenza di situazioni in cui, in occasione di una tempesta, un popolamento disetaneiforme sarebbe crollato accanto a soprassuoli coetanei e regolari che invece avrebbero resistito. La capacità dei popolamenti di ricostituirsi da soli dopo una catastrofe (resilienza) influisce molto sul rendimento di un bosco perché permette di risparmiare sugli interventi necessari per la rinnovazione. Nella foresta demaniale di Pfalzgrafenweiler, nella Foresta Nera, Lothar ha abbattuto circa 1.000 ettari di boschi misti di abete bianco e rosso coetaneiformi, ma in conversione verso strutture irregolari. La presenza di un piano di rinnovazione continuo sotto la copertura, attentamente salvaguardato durante le operazioni di recupero degli schianti e l’abbandono in loco del legname 11 Sherwood n .159 D icembre 2009-G ennaio 2010 Grafico 1 - Risultati economici globali di 22 aree sperimentali AFI (Bruciamacchie e Tomasini 2005). di valore mediocre, ha permesso di evitare le spese di piantagione per la ricostituzione del soprassuolo. Considerando un costo di 3.000 euro all’ettaro (comprendente anche ripulitura (preventiva N.d.T.), piantagione e manutenzione) lo Stato, che è il proprietario, ha risparmiato circa 3 milioni di euro! Analogamente la conservazione di un certo livello di naturalità costituisce una specie di assicurazione per il miglioramento della stabilità del ciclo di produzione, anche se i benefici di questa scelta non sono facilmente quantificabili. Riassumendo I vantaggi economici del trattamento delle fustaia irregolari, permanenti e prossime alla natura sono: • l’aumento del fatturato, dovuto alla concentrazione, anno dopo anno, dell'incremento legnoso sugli alberi di maggior pregio; • la diminuzione delle spese di rinnovazione e di “educazione” dei popolamenti; • il miglioramento della stabilità e della resilienza dei popolamenti, • la flessibilità e l’adattabilità della gestione alle variazioni dei mercati o alle esigenze amministrative del proprietario che si traduce in una maggiore libertà responsabile dei gestori. Questi aspetti sono oggetto di riflessioni e di continui miglioramenti nel quadro della concezione selvicolturale precedentemente esposta. Il miglioramento del rendimento o del tasso di investimento del capitale immobilizzato può essere eventualmente ottenuto riducendo la massa in piedi, ma si deve fare attenzione poiché ciò può provocare un aumento delle spese selvicolturali a causa della riduzione della funzionalità biologica, o un abbassamento significativo del valore della produzione: assortimenti di buona forma e di grandi dimensioni si ottengono solamente da alberi belli e grandi! La redditività può anche essere temporaneamente aumentata dalla costituzione di riserve finanziarie(5) rapidamente convertibili in denaro liquido in caso di necessità. Questa misura, non è specifica né per la selvicoltura naturalistica, né per le attività forestali in generale: è infatti una strategia di prudenza comune a tutte le attività imprenditoriali! Alcuni Risultati ottenuti dalla rete AFI Il Grafico 1 è tratto dal bilancio economico della rete di foreste gestite dell’Associazione Fustaia Irregolare (AFI)(6). In ascissa sono riportati i nomi delle 22 particelle sperimentali caratterizzate da popolamenti a predominanza di latifoglie; in ordinata invece è riportato il reddito netto (= sommatoria dell’entrate – sommatoria delle uscite) e l'evoluzione del capitale bosco espressi in €/ha/anno. I rettangoli in viola corrispondono ai redditi netti, quelli in verde all'incremento del valore di mercato (VM). Il tratto giallo corrisponde alla somma dei due (reddito netto al quale si aggiunge l'incremento del valore di mercato – RNEVM) mentre il tratto arancio indica le prospettive delle entrate future stimate sommando al reddito netto l'incremento del capitale in valore potenziale (RNEVP). Per 12 Sherwood n .159 esempi D icembre 2009-G ennaio 2010 le prime sette foreste il valore di mercato è diminuito durante il periodo considerato, tra esse le prime tre vedono le loro prospettive di ricavi futuri inferiori al RNEVM passati (il tratto rosso è sotto quello verde). Queste tre foreste hanno subìto danni in seguito alla tempesta del 1999. Nelle altre quattro, la perdita di valore del capitale bosco è stata scongiurata dal tipo di gestione. (5) In questo caso gli Autori fanno riferimento ad un volume in piedi potenzialmente utilizzabile, ma non utilizzato con lo scopo di trasformarlo rapidamente in ricavi in caso di necessità finanziarie da parte del proprietario (N.d.T.). (6) È un’associazione che ha come obiettivo la promozione del trattamento in fustaia irregolare attraverso una rete di circa 80 “foreste dimostrative” che si trovano in condizioni ecologiche molto varie. (7) Il periodo di ritorno del capitale è un parametro utilizzato in Francia per valutare, in foreste a struttura irregolare gestite con criteri vicini alla natura, in quanto tempo la foresta è in grado di produrre il volume o il valore degli assortimenti commerciali (insieme dei tronchi di maggior volume e/o di maggior valore). A titolo di esempio se una foresta avesse una provvigione di 250 m 3 /ha e un volume di grossi tronchi di 150 m 3 /ha, con un tempo di ritorno di 15 anni, significa che si possono prelevare, in media circa 10 m 3 /ha/anno senza che il “capitale bosco” perda valore o che il volume commerciale rischi di ridursi. Con tale intensità di prelievo, dopo 15 anni si sarà raccolto tutto il volume commerciale (150 m 3 /ha), ma nel frattempo altre piante in fase di crescita (perticaia e giovane fustaia) avranno preso il posto di quelle utilizzate producendo un volume commercializzabile pari a circa 150 m 3 /ha. Se invece la foresta avesse un tempo di ritorno di 30 anni, indipendentemente dagli interventi colturali, il prelievo di volume praticato sui grossi tronchi non dovrebbe superare i 5 m 3 /ha/anno. In questo modo quindi si misura la produttività e si calibra l’intensità di prelievo per mantenere il volume di equilibrio desiderato (N.d.T.) Diametro 1,30 (cm) Faggeta disetanea (%) Faggeta coetanea (%) Tronchi piccoli 8 - 35 22 41 Tronchi medi 35 - 52 27 45 Tronchi grandi 53 - 90 51 14 283 CHF/ha/anno 80 CHF/ha/anno Reddito finanziario (calcolato in franchi svizzeri) Tabella 1 – Faggete disetaneiformi della Turingia. Volume totale Tronchi grandi > 52 cm Di cui tronchi grandi di quercia 1983 129 1993 163 45 27 2003 206 60 39 Tabella 2 – Cedui sottofustaia della Thiérache. Volume in piedi, espresso in m³/ha misurato attraverso inventari successivi su aree permanenti. Prelievi m3/ha/anno % legname da opera 1985/89 6,2 24 1990/94 5,7 28 1995/99 4,9 35 2000/04 4,5 45 Qui infatti la selvicoltura si è concentrata sugli alberi che hanno il migliore potenziale di accrescimento in valore, così le prospettive delle entrate future risultano superiori al bilancio passato (il tratto rosso è infatti al di sopra il tratto verde). Da evidenziare che la foresta di Quiquengrogne, è molto vicina ad una situazione ideale. Nelle altre 15 aree considerate, il valore di mercato è aumentato durante il periodo considerato. La figura mostra che il reddito netto può rappresentare solamente una minima parte del RNEVP. Tra queste aree, le prime sette sono caratterizzate da uno storico deficit di diradamenti, in particolare Faggete disetaneiformi della Turingia La produzione totale delle faggete disetaneiformi ( jardinée), studiate da Schütz (1997), non si differenzia da quella delle faggete coetanee. Ma la distribuzione diametrica degli alberi abbattuti non è la stessa come si vede dalla Tabella 1. Erltal, piccola foresta del Piémont-est dei Vosgi, su ottima stazione Tabella 3 – Cedui sotto fustaia della Thiérache. Caratteristiche quantitative e qualitative dei prelievi. Grafico 2 - Incremento del valore di mercato in €/ha per l'area sperimentale di Gergy. con un incremento medio annuo di 12 m³ all’ettaro. Nella fustaia coetanea, ogni anno è stato utilizzato e messo in rinnovazione un ettaro e sono stati praticati diradamenti ogni 5 anni a partire dall'età di 20 anni. La densità di piantagione era molto elevata e non corrispondente alle pratiche attuali, ma fondamentalmente la tendenza non è cambiata. Le utilizzazioni annue sono di 1.430 m³, per un totale di 10.200 fusti raccolti su una superficie di 21 ha circa. Nella fustaia jardinée, lo stesso volume di legname è prodotto da 1.430 (o anche meno) fusti raccolti su 12 ha circa. Il risparmio di lavoro è evidente, e questo si aggiunge al risparmio relativo alla rinnovazione che in parte è artificiale nella fustaia coetanea mentre è totalmente naturale in quella jardinée. nei boschi di quercia, deficit che attualmente si sta cercando di correggere. Nelle rimanenti otto foreste le prospettive di ricavi futuri risultano superiori agli attuali bilanci. Alcune di queste aree AFI sono state oggetto, nel 2008, di un quarto monitoraggio che ha rilevato in tutte un incremento positivo del valore di mercato. Nel Grafico 2 si riporta l’esempio dell’area di Gergy. In 15 anni, l'incremento del capitale bosco in euro a cui va aggiunto l’insieme di tutti i redditi netti ottenibili è dello stesso ordine di grandezza del valore di mercato iniziale. Il periodo di ritorno(7) del capitale è dunque dell'ordine di 15 anni, alcune foreste monitorate hanno anche periodi di ritorno inferiori. Seguire con attenzione l’andamento della rinnovazione, così come l’andamento dell'incremento di diametro, per specie e classe diametrica, e contemporaneamente analizzare il capitale in valore di mercato o potenziale, permette di ottimizzare le scelte degli individui al momento degli interventi selvicolturali. Fustaie jardinée dell'Emmenthal In Svizzera, nella regione dell'Emmenthal, è stato paragonato da Ammon (1937) il rendimento di una fustaia a struttura coetanea con quello di una fustaia disetaneiforme (jardinée), su due aree di 120 ha di abete rosso, In questa foresta, dal 1939 al 2006 sono stati eseguiti otto cavallettamenti totali, da cui emerge che, durante tale periodo, il volume totale è mediamente rimasto costante tra 280 e 310 m³/ha. Per quanto riguarda la composizione il 50% del volume è essenzialmente abete bianco, il rimanente è ripartito tra querce, faggio, acero e frassino. Dal 1939, la distribuzione del volume nelle classi dimensionali ha subìto la seguente evoluzione: tronchi piccoli da 24 a 12%, tronchi medi da 44 a 34%, tronchi grandi (diametro > 52 cm) da 32 al 54%. Con l'ultimo taglio del 2006 (periodo di “curazione” di 7 anni) si sono prelevati 57 m³/ha, legna da ardere compresa, con una guadagno netto di 3.200 €/ha, quindi 460 €/ha all’anno. Il valore del soprassuolo è di circa 10.000 €/ha al quale si deve aggiungere il valore del fondo (2.000 €/ha). Il rendimento netto è circa del 3,8% annuo. Cedui sotto fustaia della Thiérache In questa regione 2.500 ha di ceduo sotto fustaia situato su ottime stazioni sono stati fortemente sfruttati e degradati durante la prima guerra mondiale (1914-18); di seguito è cominciata una lenta ricostituzione. Il trattamento della foresta è stato caratterizzato durante il periodo 1963-1983 da arricchimento di conifere, successivamente la foresta è stata trattata come fustaia a strut- 13 Sherwood n .159 D icembre 2009-G ennaio 2010 tura irregolare. In Tabella 2 e 3 si possono osservare rispettivamente i dati del volume in piedi e dei volumi prelevati e la loro evoluzione durante il periodo di trattamento come fustaia a struttura irregolare. L'incremento di volume è di 9-10 m³/ha/anno, ossia in termini di volume commerciale tra 7-8 m³, circa il 4,5-4,6% del volume in piedi, con una rotazione del capitale in termini di volume di circa 22 anni. La rotazione del capitale in valore è nettamente inferiore a 20 anni, poiché il legno raccolto ha un valore superiore a quello degli individui che stanno crescendo. Il valore del metro cubo del legno raccolto è in forte aumento grazie al miglioramento della qualità, risultato della continua selezione. Presto i grossi alberi saranno alberi di elevata qualità e di grande valore. Foresta di Zittersheim-Bassi Vosgi Gréseuses Si tratta di una fustaia mista di circa 460 ha che è stata trattata prevalentemente come fustaia regolare fino a circa il 1980, e poi prevalentemente a fustaia irregolare. Tra il 1986 e il 2002 questa foresta è stata monitorata attraverso tre inventari basati su aree di saggio permanenti. In questo periodo, e malgrado un grosso crollo dovuto a Lothar nel 1999, la massa in piedi è aumentata da 299 a 326 m³/ha. Il volume degli alberi che possono essere considerati nelle classi qualitative A e B è aumentato (chiome comprese) da 224 a 279 m³/ha. I tagli hanno prelevato 7,25 m³/ha all’anno di cui 5 m³ di tagli "normali" e 2,25 m³/ha di recupero dei crolli. Il periodo di ritorno del volume è circa di 32 anni, mentre quello in denaro si trova intorno a 25 anni. È interessante anche notare che i crolli hanno riguardato per l’11% tronchi piccoli, per il 50% tronchi medi e per il 37% grossi e che rispetto alla massa in piedi è stato colpito 11-12% dell'esistente in tutte le classi dimensionali. Questa constatazione invalida, ancora una volta, l'opinione abbastanza diffusa che gli individui più grossi e alti sono quelli più soggetti a crollo. Conclusioni Gli esempi presentati sono tutti costituiti da foreste produttive, cioè che hanno come obiettivo principale la produzione di redditi duraturi per il proprietario. Tali redditi sono ottenuti rispettando due semplici principi che sono: lo sfruttamento massimo delle dinamiche naturali e la concentrazione dell'incremento sugli alberi di qualità. Il trattamento in fustaia irregolare offre anche una certa elasticità di gestione che per- mette di tamponare le variazioni del mercato, ma anche di rispondere agli eventuali bisogni monetari del proprietario, calamità climatiche o fitosanitarie. Non bisogna però dimenticare che la ricerca di un certo livello di naturalità, quale assicurazione di una maggiore stabilità di produzione sul lungo periodo, va anche nel senso della domanda sociale nei confronti del bosco. Bibliografia Ammon 1937 - Das Plenterprinzip in der schweizerischen Forstwirtschaft. Paul Haupt, Bern et Leipzig (4e édition en 1995). Bruciamacchie M., Bailly M., Schneider J.B. 2008 - La valeur potentielle comme outil d’aide à la gestion des peuplements irréguliers. Forêt Wallonne n° 82: 35-43. Bruciamacchie M., Tomasini J. 2005 - Gestions des peuplements irréguliers: suivi économique, compte d’exploitation. Edité par AFI. 29 pp. Bruciamacchie M., Turckheim de B. 2005 - La Futaie irrégulière, Édisud, 288 pp. Schutz J.-P. 1997 - Sylviculture 2. La gestion des forêts irrégulières et mélangées. Presses Universitaires romandes. 178 pp. i n f o . a rt i c o l o Autori: Bruciamacchie Max e De Turckheim Brice Articolo originale: La rentabilité en futaie irrégulière. (Nel dossier: Calculs économiques et gestion forestière). Forêt-entreprise n. 187 Juillet 2009, 29-34. Selezionato dalla Redazione di Sherwood tra gli articoli proposti in EUFORMAG (European network of Forestry Magazines) www.euformag.eu Traduzione di Silvia Bruschini Note al testo di Paolo Mori Parole chiave: Gestione forestale, fustaia irregolare, selvicoltura naturalistica, periodo di ritorno, legname di pregio, Francia. Abstract: The productivity of irregular high forests. The aim of this article is to highlight the opportunities, including the economic ones, related to a “near to nature” management for high forests, in order to obtain irregular and continuous forests. The income is highly increased by this type of management, that takes advantage of the natural dynamics, minimizing the costs, and that enlarge the profits by focusing the efforts on the increments of the best plants. Si ringrazia Daria Maso per il prezioso supporto alla traduzione dei termini economici e delle loro definizioni.