2 - Dipartimento di Matematica
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Robutti, O. (2004). La Matematica per il cittadino: materiale UMI per la scuola superiore. In E. Gallo, L. Giacardi & O. Robutti (eds.): Conferenze e Seminari 2003-2004, Associazione Subalpina Mathesis, Torino, p. 301-313. La Matematica per il cittadino: materiale UMI per la scuola superiore Ornella Robutti Università di Torino L’articolo descrive il progetto curricolare promosso e realizzato dall’Unione Matematica Italiana, caratterizzato da continuità e verticalità, dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Prende in esame in particolare le caratteristiche di quello della scuola secondaria, soffermandosi sulla visione di una matematica sia strumentale che culturale, e sulle idee portanti che hanno condotto alla realizzazione di questo curricolo, contestualizzato in un dibattito internazionale. Introduzione La Conferenza generale dell’UNESCO nel 1997 approva all’unanimità una risoluzione, in cui compaiono le seguenti parole: “…considerata l’importanza centrale delle matematica e delle sue applicazioni nel mondo odierno nei riguardi della scienza, della tecnologia, delle comunicazioni, dell’economia e di numerosi altri campi; consapevole che la matematica ha profonde radici in molte culture e che i più importanti pensatori per migliaia di anni hanno portato contributi significativi al suo sviluppo, e che il linguaggio e i valori della matematica sono universali e in quanto tali ideali per incoraggiare e realizzare la cooperazione internazionale; si sottolinea il ruolo chiave dell’educazione matematica, in particolare al livello della scuola primaria e secondaria sia per la comprensione dei concetti matematici, sia per lo sviluppo del pensiero razionale”. In questa sfida all’inizio del nuovo millennio l’Italia non è restata indietro. Lo sforzo per dare competenze matematiche ai futuri cittadini viene fatto proprio dall’UMI con il progetto curricolare dalla scuola primaria alla secondaria, contando sull’entusiasmo e sullo sforzo che da sempre hanno mostrato molti insegnanti, nell’avvicinare gli studenti a questa disciplina con curiosità e fantasia. L’educazione matematica, infatti, contribuisce, con quella delle altre discipline, a formare un cittadino consapevole e dotato di strumenti interpretativi della realtà circostante, perché capace di utilizzare capacità critica nella partecipazione alla vita sociale. La matematica quindi concorre, insieme alle altre discipline da sempre considerate formative, come la storia o la lingua italiana, a fornire strumenti interpretativi della realtà, tramite il perseguimento di obiettivi e competenze come la gestione dell’informazione, la progettazione di modelli, la risoluzione di situazioni problematiche, la capacità di scegliere in situazioni di incertezza, e così via. La matematica, se insegnata non come bagaglio di nozioni astratte e di regole simboliche da ricordare a memoria, ma come insieme di modelli gradualmente acquisiti tramite attività in campi di esperienza, potrà fornire strumenti interpretativi della realtà, ma anche un esempio di sapere teorico. Nel documento UMI “Matematica 2003” si legge infatti: “La formazione del curricolo scolastico non può prescindere dal considerare sia la funzione strumentale, sia quella culturale della matematica: strumento essenziale per una comprensione quantitativa della realtà da un lato, e dall'altro un sapere logicamente coerente e sistematico, caratterizzato da una forte unità culturale. Entrambi gli aspetti sono essenziali per una formazione equilibrata degli studenti: priva del suo carattere strumentale, la matematica sarebbe un puro gioco di segni senza significato; senza una visione globale, essa diventerebbe una serie di ricette prive di metodo e di giustificazione. I due aspetti si intrecciano ed è necessario che l'insegnante li introduca entrambi in modo equilibrato lungo tutto il percorso di formazione. Dentro a competenze strumentali come eseguire calcoli, risolvere equazioni, leggere dati, misurare una grandezza, calcolare una probabilità, è, infatti, sempre presente un aspetto culturale, che collega tali competenze alla storia della nostra civiltà e alla complessa realtà in cui viviamo. D'altra parte, l'aspetto culturale, che fa riferimento a una serie di conoscenze teoriche, storiche ed epistemologiche, quali la padronanza delle idee fondamentali di una teoria, la capacità di situarle in un processo evolutivo, di riflettere sui principi e sui metodi impiegati, non ha senso senza i riferimenti ai calcoli, al gioco delle ipotesi, ai tentativi ed errori per validarle, alle diverse dimostrazioni che evidenziano i diversi significati di un enunciato matematico: essi costituiscono il terreno concreto e vivo da cui le conoscenze teoriche della matematica traggono alimento.” Dunque per tale motivo la matematica deve costituire il bagaglio di conoscenze del cittadino, acquisito tramite un percorso che si distende con progressività nel lungo termine, dall’inizio della scuola primaria alla fine della scuola secondaria. È la vita nella società stessa che richiede tale bagaglio, sia per poter interpretare correttamente le numerose informazioni che ci sono fornite dai mass-media, sia per poter effettuare scelte consapevoli in campo politico, economico, finanziario, nel mondo del lavoro, della sanità, della scuola, della previdenza, ecc. Ma anche in situazioni molto più semplici di vita quotidiana, come la spesa al supermercato o il pagamento delle tasse sugli immobili. La matematica permea la vita dei cittadini, e coloro, anche molto colti, che si vantano di non conoscerla o di non averla mai capita hanno certamente pochi strumenti per fare scelte consapevoli. Le idee portanti L’intreccio della funzione strumentale e di quella culturale della matematica può essere colto pienamente tramite scelte metodologiche opportune, centrate principalmente su tre temi portanti: a) l’individuazione di filoni (nuclei) caratterizzanti un percorso verticale attraverso tutti i livelli scolari (NCTM, 2000; CREM, 1999; UMI, 2001 e 2003); b) la metodologia di tipo laboratoriale, che favorisce un apprendimento percettivomotorio (Monk & Nemirovsky, 1994; Radford et al., 2003; Robutti, 2004); c) l’uso di strumenti, poveri o costosi, classici o tecnologici, che possano favorire l’apprendimento (Robutti & Ferrara, 2002; Artigue, 2001; Lagrange, 2003). Questi tre temi collocano l’Italia e il progetto proposto dall’UMI (e realizzato con la collaborazione della Mathesis e della Società Italiana di Statistica) in un contesto internazionale, che tiene conto non solo dello sviluppo di nodi epistemologici, ma anche e soprattutto delle metodologie didattiche e dei processi di apprendimento. Il primo tema si riferisce alla continuità curricolare dall’inizio alla fine del percorso scolastico, realizzata tramite nuclei che si sviluppano in verticale. Questa peculiarità caratterizza non solo il progetto italiano, ma prima di questo molti progetti stranieri. Il secondo mette l’accento sui tipi di apprendimento, cogliendo dalla psicologia le idee fondamentali su cui si basano. Infatti, apprendimento percettivo-motorio è un termine proveniente dall’ambito psicologico: Francesco Antinucci, dell’Istituto di Psicologia del CNR, descrive questo tipo di apprendimento nel suo libro “La scuola si è rotta”. Egli distingue tra due modalità di apprendimento: da una parte quello simbolicoricostruttivo, dall’altra quello percettivo-motorio. Il primo è basato sul decodificare simboli e ricostruire nella mente ciò a cui essi si riferiscono, il secondo avviene attraverso la percezione e l’azione motoria sulla realtà. Non si tratta di una distinzione legata al sapere che si apprende: teorico l’uno, pratico l’altro, bensì al processo di apprendimento, come dice l’autore (Antinucci, 2001): “In primo luogo, nell’apprendere simbolico-ricostruttivo il lavoro avviene totalmente all’interno della mente: senza alcuno scambio con l’esterno che non sia l’input di simboli linguistici. In secondo luogo, è un lavoro esplicito e cosciente: sono consapevole di tutti i passaggi che la mia mente compie. … L’apprendimento percettivo-motorio avviene invece in un continuo scambio di input (percettivi) e output (motori) con l’esterno. Esso è poi in larga misura inconscio. Naturalmente, sono cosciente delle azioni che faccio e di ciò che osservo, ma non dei passaggi che legano l’una all’altro, non delle motivazioni: la conoscenza emerge gradualmente soprattutto dalla ripetizione sempre più focalizzata. … Infine, vi è una differenza più sottile: una differenza di ritmo. Il processo simbolico-ricostruttivo ha una scansione lenta: a ogni passo devo fermarmi a riflettere; quello percettivomotorio ha una scansione veloce: le azioni si susseguono rapidamente”. Il terzo tema è profondamente intrecciato con il secondo e riguarda gli strumenti che si possono utilizzare per favorire un apprendimento percettivo-motorio: da quelli più semplici e tradizionali a quelli più complessi e tecnologici, essi favoriscono, come riportato da varie ricerche in Educazione Matematica, l’apprendimento della matematica, in quanto permettono interazioni, dinamiche e feedback. Un apprendimento percettivo-motorio realizzato tramite strumenti vari trova nel progetto dell’UMI sua piena realizzazione tramite il suggerimento di attività di laboratorio di matematica, che più che una vera e propria innovazione deve essere visto e pensato come un riconoscimento del valore di proposte didattiche che anche in Italia hanno una lunga tradizione. Esso costituisce una concreta proposta di attività che possano avere la funzione di creare una rete fra i vari argomenti e costituire un’indicazione di come trattare in modo organico e collegato i diversi argomenti. Il laboratorio non è quindi un luogo fisico dentro o fuori della scuola, ma un ambiente di insegnamento–apprendimento paragonabile alla bottega rinascimentale, dove si apprendeva facendo, osservando e imitando, interagendo e comunicando con i colleghi e con l’esperto. Un apprendimento percettivo-motorio non esclude quello simbolico-ricostruttivo, particolarmente importante a livello di scuola superiore sotto due aspetti fondamentali: quello teorico e quello storico-epistemologico. Ogni attività di laboratorio di matematica è comunque finalizzata a costruire un pezzo di teoria matematica, nel senso che deve essere progettata dall’insegnante con la finalità di condurre gli allievi a effettuare giustificazioni e dimostrazioni delle “scoperte” effettuate e delle congetture formulate. Un percorso graduale verso la matematica come scienze ipotetico-deduttiva, in cui spiegare perché un’affermazione è valida significa farla discendere deduttivamente da alcune premesse, è obiettivo fondamentale della scuola secondaria. Inoltre, il nesso profondo tra aspetti strumentali e culturali della matematica può essere colto dagli allievi attraverso opportune riflessioni storiche, anch’esse introdotte gradualmente. A questo proposito il progetto UMI suggerisce: “Essendo per sua natura di carattere critico, la riflessione storica dovrà attendere che i concetti relativi si siano consolidati, in modo da non generare confusione e quindi incertezza negli studenti. È, infatti, importante che non si operino delle forzature, o peggio si inventi una storia inesistente, per adattare le problematiche storiche alle conoscenze degli alunni: la narrazione storica potrà e dovrà essere semplificata, ma non falsata.” I nuclei Con riferimento alla funzione strumentale e culturale della matematica, i nuclei tematici su cui costruire le competenze matematiche a livello secondario proseguono quelli del livello primario: - Numeri e algoritmi; - Spazio e figure; - Relazioni e funzioni; - Dati e previsioni. Rispetto ai nuclei proposti per il ciclo primario, sono stati aggiunti alcuni temi particolarmente significativi: algoritmi e funzioni, che pure in forma intuitiva trovavano posto già negli anni precedenti. L'insegnante dovrà cercare di svilupparli unitamente agli altri argomenti in modo coordinato, cogliendo ogni occasione di collegamenti interni e con altre discipline. Completano il progetto curricolare tre nuclei trasversali, centrati sui processi mentali degli allievi, che continuano anch’essi il percorso iniziato fin dalla scuola primaria, con l’aggiunta della parola “dimostrazione”, attività chiave della matematica matura: - Argomentare, congetturare, dimostrare; - Misurare; - Risolvere e porsi problemi. Il primo, che in realtà è un nucleo misto, contiene anche alcuni contenuti di tipo logico e caratterizza le attività che favoriscono il passaggio dalle nozioni intuitive a forme di pensiero più rigoroso e sistematico, in particolare alla dimostrazione, cuore del pensiero matematico stesso. Il secondo consente un approccio esperienziale e teorico alle grandezze, in collegamento con le scienze, per ricavare relazioni tra le grandezze esperite e costruire modelli di fenomeni studiati. Il terzo offre occasioni importanti agli allievi per costruire nuovi concetti e abilità, per arricchire di significati concetti già appresi, per verificare l'operatività degli apprendimenti realizzati in precedenza e per giungere all'uso di modelli matematici in contesti vari. Completa il progetto il Laboratorio di matematica, che non costituisce né un nucleo di contenuto né uno di processo, ma si presenta come una serie di indicazioni metodologiche trasversali, basate sull’uso di strumenti, tecnologici e non, e finalizzate alla costruzione di significati matematici, di cui abbiamo già parlato precedentemente. Il curricolo proposto presenta la seguente scansione: - Primo biennio (classe prima e seconda); - Secondo biennio (classe terza e quarta) ed è completato da alcune indicazioni metodologiche. Oltre a contenere conoscenze e abilità, ogni nucleo è completato, nella attuale proposta, da indicazioni diverse raggruppate sotto le voci: osservazioni, si sconsiglia di, spunti storici. Si è ritenuto importante, infatti, fare delle precisazioni che possano chiarire meglio le scelte operate. Alcune indicazioni metodologiche sulla didattica e il livello di complessità a cui attenersi per le proposte di lavoro e le verifiche per gli studenti trovano un’ampia gamma di esemplificazioni nelle attività. Sarà possibile sviluppare intorno alle attività proposte percorsi didattici differenti adattandoli di volta in volta alle diverse situazioni di classe. Comunque le attività rappresentano un momento significativo nel processo di insegnamento-apprendimento a cui si riferisce il curricolo proposto: sottolineano l’importanza che ha il “fare”, mettono in evidenza il ruolo fondamentale che ha la scelta di un “buon problema”, significativo e motivante per lo studente, ricco di agganci per far partire una rete di collegamenti ad altri problemi e ad altre situazioni per l’insegnante. Esempi di attività Le attività sono presentate contestualmente a ciascun nucleo (nuclei) a cui si riferiscono, e contengono, oltre che indicazioni delle fasi di lavoro degli studenti, anche suggerimenti didattici per l’insegnante come il contesto in cui sono sviluppate, le metodologie, gli strumenti, esempi di protocolli ed esempi per le verifiche. Qui di seguito ne presento una a titolo di esempio: si riferisce al nucleo “Misurare” (UMI, 2003). La tabella iniziale presenta in forma sintetica le abilità e le conoscenze coinvolte, insieme con i nuclei interessati e i collegamenti esterni. I tre punti sono allineati? Livello scolare: 1° biennio Abilità Interessate Utilizzare in modo appropriato le funzioni di misura fornite dai software. Risolvere problemi in cui sono coinvolte le misure con particolare attenzione alle cifre significative. Conoscenze Collegamenti Nuclei Esterni coinvolti I numeri decimali e Misurare Disegno il calcolo tecnico approssimato. Numeri e algoritmi Rappresentazione dei numeri sulla Spazio e figure retta. Lunghezze. Relazioni e funzioni Il piano cartesiano: il metodo delle Argomentare, coordinate. congetturare, Distanza fra due dimostrare punti. Relazioni d’ordine. Risolvere e porsi problemi Contesto Il contesto è quello del piano cartesiano, con particolare attenzione al calcolo delle lunghezze dei segmenti. È importante che gli studenti che utilizzano le calcolatrici grafiche affrontino le questioni riguardanti il problema delle approssimazioni. Descrizione dell’attività Questa attività mette in evidenza le difficoltà che possono incontrare gli studenti che usano uno strumento tecnologico che consente loro di lavorare sia in modalità esatta sia in modalità approssimata. Si lavora sul piano cartesiano e si utilizza unicamente una funzione distanza costruita insieme agli studenti sfruttando le potenzialità di programmazione della calcolatrice. Prima fase L’insegnante propone agli studenti di rappresentare tre punti sul piano cartesiano utilizzando il foglio a quadretti del quaderno: A(−4, −2), B(2, 3), C(4, 5) e pone la seguente domanda: i tre punti sono allineati? Ricorda loro che tre punti A, B, C sono allineati (e B è compreso tra A e C) se dist(A, B) + dist(B, C) = dist(A, C) (*) Figura 1 Per dist(A, B) si intende la distanza tra i punti A e B calcolata con il Teorema di Pitagora nel piano cartesiano, facilmente implementabile su una calcolatrice grafico-simbolica. Gli studenti, che hanno a disposizione una calcolatrice grafico-simbolica, vengono divisi in due gruppi: al primo gruppo viene data la consegna di eseguire i calcoli in modalità esatta, il secondo gruppo dovrà invece approssimare ciascun risultato alla prima cifra decimale. A quel punto l’insegnante chiede ai due gruppi la risposta al quesito. I Gruppo Figura 2 II Gruppo Figura 3 I risultati sono chiaramente in contrasto e quindi è necessario approfondire la questione dell’allineamento, solo in apparenza semplice. Seconda fase • A questo punto l’insegnante interviene presentando le due seguenti figure, che sfruttano le diverse possibilità di rappresentazione dello strumento. Figura 4 Figura 5 Osservando la figura 5 gli studenti si convincono facilmente che i tre punti sono i vertici di un triangolo molto “schiacciato”. Quindi ha giocato un ruolo negativo l’approssimazione introdotta. • L’insegnante propone allora la stessa questione con un’altra terna di punti sicuramente allineati: A(−1, −1), B(2, 2), C(15, 15), precisando agli studenti che, quando lavorano in modalità approssimata, possono scegliere il numero di cifre decimali da utilizzare. A questo punto i risultati che si ottengono sono ancora differenti. Figura 6 Figura 7 Si invitano quindi gli studenti a riflettere sulla domanda “Quante sono le cifre decimali significative?”. Dopo aver dato spazio ai ragazzi, che dopo la prima fase si erano convinti che l’errore fosse dovuto al fatto che si era considerata una sola cifra decimale e che adesso, invece, hanno rivisto le loro convinzioni alla luce dell’ultimo risultato, l’insegnante potrà affermare in modo categorico che l’unica risposta veramente corretta è: “Dipende!”. Certamente questa proposta di lavoro non ha come obiettivo quella di confondere le idee agli studenti o di lasciare aperta la questione dell’allineamento di tre punti. Vuol essere, invece, il punto di partenza per due tipi di riflessione: una di carattere più prettamente matematico ed una di carattere più applicativo. In primo luogo occorre che gli studenti facciano riferimento al significato dell’allineamento, in quanto tre punti distinti sono allineati se uno di essi appartiene alla retta per gli altri due. Per verificare questo fatto si può scegliere come strumento matematico quello della distanza, secondo la relazione (*). In secondo luogo, volendo verificare questa relazione facendo uso di uno strumento di calcolo automatico, occorre prestare attenzione all’ambiente e alle modalità di lavoro in cui si opera. Come si è visto nella prima terna di punti (opportunamente scelta), in modalità esatta la relazione (*) non è soddisfatta, mentre lo è in modalità approssimata, invece nella seconda terna di punti la situazione è ribaltata. Queste attività dovrebbero indurre gli studenti a far sempre riferimento alla teoria che soggiace all’ambiente scelto e alla modalità di calcolo utilizzata, per poter essere sicuri dell’attendibilità dei risultati. Possibili sviluppi • Preparazione di un programma che permetta di lavorare sia nella modalità esatta sia nella modalità approssimata in modo da confrontare i risultati nelle diverse situazioni. • Affrontare la stessa situazione problematica nel piano cartesiano risolvendola con lo strumento teorico della pendenza di una retta per due punti. • Affrontare la stessa situazione problematica nel piano euclideo senza riferimento cartesiano e senza metrica. • Analisi di situazioni analoghe nello spazio (UMI, 2003). Un esempio recentissimo di analfabetismo matematico L’8 agosto 2004 sul quotidiano la Repubblica viene pubblicato un articolo che parla degli studi del matematico R. Matta, ha per titolo: Il mistero delle rette parallele, a firma Gabriele Romagnoli (da Beirut), e per occhiello: Un matematico libanese ha dedicato la vita a dimostrare il quinto postulato di Euclide. L’articolo (www.repubblica.it) inizia con queste parole: Questa è la storia di un'ossessione, di due rette parallele che non si incontrano mai, dei dieci (presunti) modi per dimostrarlo, ma soprattutto dei dieci anni e delle quindici ore al giorno che un uomo ha dedicato per riuscirci. Se diranno che ce l'avrà fatta otterrà un posto nella storia e avrà salvato, questo ritiene, l'edificio della geometria euclidea, la base della filosofia kantiana e il principio di una verità che, inesorabile come una retta, porta a Dio. Se diranno che i suoi studi non provano nulla, brucerà diecimila quaderni e ricomincerà daccapo, perché, di questo è certo, senza una geometria logica l'universo è caos, il cielo è vuoto e l'esistenza è priva di senso. Il titolo, l’occhiello e l’intero articolo sono pieni di “favole”, come sono state definite da qualche insegnante, completamente antiscientifiche, visto che il problema del quinto postulato di Euclide è stato da tempo risolto. I commenti su questo articolo sono stati numerosi nel mondo dei matematici, e ne riporto solo alcuni a titolo di esempio, in modo che ci facciano riflettere sull’importanza di una cultura matematica di base per tutti i cittadini (sono apparsi sulla lista di discussione Cabrinews e si tratta di lettere agli altri iscritti della lista o di lettere indirizzate al Direttore di Repubblica). Primo intervento: “[Il quotidiano] oggi ha dimostrato la solita superficialita' e ignoranza della matematica e della sua storia che caratterizza tutti i mezzi di comunicazione di massa italiani. L'articolo e' veramente inquietante.” Secondo intervento: “Sono dispiaciuto del fatto che un giornale come il vostro abbia ospitato un articolo come quello di oggi. Dall'articolo (una pagina intera, con addirittura stelloncino in prima pagina) si evince che l'autore è completamente all'oscuro di ciò di cui parla e delle più elementari problematiche della Geometria; anche se la Geometria Euclidea dovrebbe far parte del bagaglio culturale di una qualunque persona che abbia frequentato una scuola superiore, a maggior ragione di un giornalista. Ancora più grave è il fatto che questo articolo induce nel lettore idee sbagliate sia sulla Geometria sia sul metodo ipotetico deduttivo caratteristico di tutta la Matematica.” Terzo intervento: “Se l'articolo voleva raccontare una "favola" (però senza lieto fine) ben venga, anche se sarebbe stato opportuno spiegare, prima o poi, che si trattava di una favola. Se invece (come sospetto) voleva essere una cosa seria, i casi sono due: 1) o R. Matta ha preso in giro Romagnoli e quest'ultimo vi è ... cascato (si tratta forse di ignoranza in matematica? Prima di scrivere e pubblicare articoli di questo genere sarebbe opportuno consultare qualche esperto, fosse anche solo un laureato italiano in matematica): 2) o R. Matta racconta la "sua" verità e in tale caso mi chiedo dove si sia laureato in matematica (tra l'altro a soli 21 anni come si afferma nell'articolo) e se G. Romagnoli e il giornale abbiano fatto qualche verifica tecnica. Il problema presentato e legato al V Postulato di Euclide è stato risolto quanto meno da quando sono stati formulati i "modelli" di Klein (1849 1925) e di Poincaré (1854 - 1912) (e quindi da oltre un secolo!), modelli che presentano una geometria tale da soddisfare tutti gli assiomi di Euclide (nella formulazione data da David Hilbert) eccetto il postulato delle parallele. Si è così dimostrato che il postulato delle parallele è indipendente dagli altri assiomi (cioè che non può essere dimostrato come loro conseguenza), chiudendo definitivamente la questione aperta (probabilmente) fin dal 300 a. C., cioè dai tempi di Euclide. Da ultimo, trascurando altre (quanto meno) imprecisioni presenti nell'articolo, vorrei far notare che anche l'enunciato del Quinto Postulato di Euclide è presentato con un linguaggio impreciso (per non dire errato).” Quarto intervento: “Mi sono chiesto solo una cosa: ma non potevano consultare qualche persona competente prima di pubblicare un'intera pagina sull'argomento? Qui piu' che di singolo errore mi pare si tratti di una intera pagina di orrori (matematici).” Questo esempio di analfabetismo matematico denunciato dai quattro interventi riportati sopra rende più che mai impellente l’obiettivo, che ha la scuola, di dare competenze matematiche al cittadino. Il progetto dell’UMI va in questa direzione e ci auguriamo possa fornire suggerimenti e proposte utili al mondo della scuola. Bibliografia ANTINUCCI, F.: 2001. La scuola si è rotta, Laterza, Bari. ARTIGUE, M.: 2001. Learning mathematics in a CAS environment: the genesis of a reflection about instrumentation and the dialectics between technical and conceptual work. Paper presented at the 2° CAME Symposium, Utrecht, The Netherlands. CREM: 1995. Les mathématiques de la maternelle jusqu’à 18 ans. Essai d’élaboration d’un cadre global pour l’enseignement des mathématiques, Grugnetti, L & Villani, V (it. ed. 1999): La Matematica dalla scuola materna alla maturità, Pitagora Editrice, Bologna. LAGRANGE, J.B.: 2003. Analysing the impact of ICT on mathematics teaching practices. CERME 3, Bellaria, Italy, 28 Febbraio-3 Marzo 2003. MONK, S. & NEMIROVSKY, R.: 1994. The case of Dan: Student contruction of a functional situation through visual attributes, Research on Collegiate Mathematics Education 1, 139-168. NCTM: 2000. Standars 2000, www.nctm.org RADFORD, L., DEMERS, S., GUZMÁN, J. & CERULLI, M. : 2003. Calculators, graphs, gestures and the production of meaning. 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