[g-mmi - xviii] giorno/giornale/mil/60 26/03/14

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[g-mmi - xviii] giorno/giornale/mil/60 26/03/14
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XVIII LE NOSTRE INIZIATIVE
MERCOLEDÌ 26 MARZO 2014
Scuola Media Tiepolo - Milano
LA REDAZIONE- CLASSE 2^B: Andrea Bagnato, Beatrice Beretta,
Tommaso Bianchessi, Leonardo Bracchetti, Giovanni Brunetti,
Gianluca Casagrande, Giuseppe Casale, Edoardo D’Alessio, Sofia de
Conciliis, Maria Sole Di Capua, Andrea Esposito, Galieleo Gattuso,
Gabriele Ghelli, Sara Ginelli, Sofia Giulini, Federico Lopez, Edoardo
Penco, Margherita Picin, Carola Plebani, Eugenia Ramploud, Giano
Redaelli, Margherita Rugarli, Edoardo Siri, Blanca Tomasello,
Francesca Tortini, Vittoria Villani
DOCENTE: Silvia De Pol
Nello shopping degli abiti, il parere della mamma conta sempre meno
IL COMMENTO
Dimmi
a chi assomigli
e ti dirò chi sei
I GIOVANI, oggi, sono molto influenzati dalla moda, che
rappresenta un mezzo per comunicare e per essere accettati
dagli amici. Fino alle elementari si è ancora dei bambini e
non ci si occupa molto del proprio guardaroba: lo fanno i genitori. Poi arriva il momento,
verso le medie, in cui ogni ragazzo sente l’esigenza di vestirsi da solo.
QUALI SONO le molle che
spingono a volersi vestire alla
moda? Sicuramente il desiderio di sentirsi parte di un gruppo, della società che impone
modelli ben precisi, in particolare attraverso la pubblicità in
televisione e su internet. Gli
esempi sono molti: dai giocatori con le scarpe all’ultimo grido, ai ragazzi a torso nudo con
jeans di marca, fino alle stupende e magrissime top model.
I RAGAZZI sono bombardati da tutto ciò e vogliono assomigliare a questi modelli.
Peccato che il rischio sia quello
di prestare troppa attenzione
all’aspetto esteriore, perdendo
di vista la parte più importante: quella cioè che si trova ben
nascosta dentro i vestiti. Quella parte che non segue la moda
e che costituisce il nocciolo della personalità e del carattere.
IL CORPO, i vestiti, il bisogno di sentirsi come gli altri e allo stesso tempo
diversi e speciali: ma che rapporto hanno davvero i ragazzi delle medie con la
moda? Per scoprirlo abbiamo effettuato un piccolo, ma significativo sondaggio nella nostra scuola, la Media Tiepolo di Piazza Ascoli (zona Città Studi):
750 ragazzi circa, un campione insomma abbastanza significativo, pur se
concentrato in un’unica zona di Milano.
I RISULTATI sono stati piuttosto interessanti, anche se non del tutto inaspettati. Pochi, ad esempio, sono quelli che si fanno ancora aiutare da un
adulto per scegliere cosa indossare alla
mattina: meno del 10% dei ragazzi, e
quasi tutti di prima media; mentre
moltissimi sono già autonomi nelle
proprie scelte, il 60% dei ragazzi di prima e il 90% di quelli di seconda e terza.
Un passo compiuto, insomma.
Ma se questo appare scontato, e forse
addirittura auspicabile, meno ovvio è
che anche l’acquisto dei vestiti avvenga in piena autonomia e senza la presenza di un adulto: solo un misero
10% dei ragazzi di prima si lascia anco-
ra comprare i vestiti dalla mamma,
mentre il 13% lo fa già da solo, percentuale destinata naturalmente a crescere negli anni successivi fino ad arrivare al 40% dei ragazzi di terza. Quindi,
cari genitori, godetevi gli ultimi giretti
di shopping coi vostri figli, perché tra
poco alla vostra presenza preferiranno
quella di una semplice carta di credito.
E a questo punto sorge inevitabilmente la questione delle marche, dei vestiti
firmati, insomma, passione dei ragazzi
e tormento dei genitori. Questione che
però non sembra toccare la nostra scuola in modo significativo, visto che i ragazzi con un guardaroba ben fornito
di firme sono solo il 25% del totale. Anche se, a ben guardare, i ragazzi di prima dichiarano candidamente di possedere ben meno della metà dei vestiti
firmati, mentre questa percentuale tende a crescere parecchio negli anni successivi: quindi non sono poi così insensibili all’argomento.
Certo è che la marca sembra contare
molto poco al momento dell’acquisto:
di gran lunga meno del 10% dei ragazzi la usa come criterio determinante,
con una leggera impennata nel periodo della seconda media. Non per questo a farla da padrone è il costo, che a
sua volta sembra rilevante a meno del
10% dei ragazzi. Cosa vogliono allora i
ragazzi? Che i vestiti stiano loro bene
addosso. E questo è forse il dato più significativo emerso dalla nostra indagine: l’80% dei ragazzi di prima e seconda media e il 90% di quelli di terza ritiene di avere un gusto personale e una
capacità di valutazione del proprio
aspetto già abbastanza sviluppati da
guidarli con sicurezza nell’avventuroso percorso dello shopping modaiolo.
Piccoli buyer crescono, insomma. E,
sembra proprio il caso di dirlo, con
che classe!
NOSTRA INTERVISTA ELIO FIORUCCI, L’UOMO CHE HA CAMBIATO LA MODA GIOVANILE
Love Therapy: quando lo stile viene dal cuore
ELIO FIORUCCI, certamente il primo, e forse anche il più grande stilista
di moda giovanile italiano: abbiamo
avuto la fortuna di potergli rivolgere le
nostre domande e di stupirci di fronte
a un gigante che parlava con la semplicità di un ragazzino.
Cos’è per lei “la moda”?
«Innanzi tutto vorrei sdrammatizzare
la questione della moda: la moda è ciò
che la maggioranza delle persone sceglie di indossare. Qualcosa che comunque va adattato al proprio stile, alla pro-
pria personalità: ciascuno è, a suo modo, artefice della moda. Ad esempio, secondo me, la moda più intelligente è
quella dei giovani, perché è funzionale, adatta al movimento, libera».
Come ha iniziato la sua carriera?
«Da bambino abitavo in campagna e
volevo fare il contadino; poi però ho
cominciato lavorando in un negozio.
Questo mi ha dato il privilegio di incontrare le persone, di dialogare con loro, di capire ciò che desideravano».
Che cosa la ispira?
«Mi ispiro soprattutto alla natura e
amo fare cose semplici, come le t-shirt.
Faccio cose che innanzi tutto piacciono a me, e che di conseguenza penso
possano piacere anche agli altri. Amo
le linee giovanili perché è molto più facile stabilire un dialogo con i più giovani, che hanno ancora la mente aperta,
sono più liberi. E penso a cose che siano eleganti, ma anche comode; che tocchino il cuore, il desiderio di bello che
è in ciascuno di noi».
Ca
mpi
ona
t
o
2014
L’armadio è mio e lo gestisco io:
siamo alle medie e scegliamo da soli