il colloquio di lavoro

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il colloquio di lavoro
2012-2013
CFP ENAIP Tione di Trento
Docente Marco Panizza
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[IL COLLOQUIO DI LAVORO]
… la prima impressione conta
IL COLLOQUIO DI LAVORO
… la prima impressione conta
Tutte le persone che affrontano un colloquio credono di sapere tutto in merito, e si presentano senza essersi
preparate adeguatamente. Nonostante esistano veri e propri trattati sul colloquio di lavoro, la maggior parte dei
candidati arriva all’appuntamento senza conoscere le strategie migliori.
Non bisognerebbe sprecare tante occasioni prima di superare un colloquio. La tecnica migliore è andarci preparato,
presentarti in modo chiaro e sintetico, saper comunicare le tue capacità.
Il selezionatore ha il difficile compito di stabilire se sei candidato giusto per quel lavoro, deve cioè essere in grado di
formulare un giudizio abbastanza preciso su di te, ecco perché devi fornire un’ immagine chiara di te.
Per valutarti il selezionatore deve poter rispondere a dubbi relativi alla tua professionalità, motivazione, impegno,
capacità di inserirti nell’azienda e con i colleghi, fedeltà all’azienda.
Se il selezionatore ha fatto bene il proprio lavoro e siete chiamati per un colloquio, è molto probabile che i dati
forniti nel vostro curriculum siano corrispondenti al 90% dei requisiti richiesti, dunque dovete giocarvi al meglio il
primo colloquio. Ricordate che statisticamente in un breve incontro tra due persone estranee, ognuno giudica ed è
influenzato sulla base dei seguenti parametri dell'interlocutore:
51% dalla figura estetica
33% dalla postura
16% dalle sue parole
Ricordatevi di questa statistica, poiché la prima impressione non può essere fatta per la seconda volta e questo è
soprattutto vero con i selezionatori. Ricordatevi anche che ognuno giudica sulla base dei dati che ha, quindi sta a voi
fornire i migliori dati possibili, ovvero il migliore aspetto, la migliore postura e le migliori parole.
Per trovare risposta a questi dubbi il selezionatore ti formulerà una serie più o meno ampia di domande. Tu devi
rispondere in modo: chiaro, preciso, esauriente
Nel corso del colloquio devi:
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Mostrare una motivazione genuina alla posizione offerta
Presentare la tua persona e la tua professionalità
Mettere in risalto i tuoi punti di forza che ti rendono adatto alla posizione
Suscitare l’interesse del selezionatore affinché prenda in seria considerazione la tua candidatura.
Abbiamo detto che la strategia migliore per affrontare un colloquio è andare preparati, ma cosa vuol dire esattamente
prepararsi ad affrontare un colloquio?
Ecco alcuni passi fondamentali:
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Raccogli tutte le informazioni possibili sull’azienda e sulla mansione, in modo da dimostrarti informato. Più
sarai informato, più impressionerai il selezionatore dimostrando interesse, curiosità, competenza e spirito di
iniziativa
Preparati a rispondere alle domande del selezionatore. Le domande che ti verranno rivolte sono prevedibili:
preparati le risposte e allenati ad esporle in modo chiaro e sintetico
Prepara una lista di domande che vorresti porre al selezionatore. Il colloquio è uno scambio di informazioni
in cui anche il candidato ha il diritto e il dovere di porre domande sull’azienda, sul mercato, sulle
caratteristiche del profilo da ricoprire. La qualità delle tue domande è un altro elemento di valutazione per il
selezionatore
Prepara il materiale da portare al colloquio: tutti i documenti che possono supportare la tua candidatura:
curriculum, pubblicazioni, ricerche.
Identifica la sede del colloquio per evitare di perdere del tempo alla ricerca delle sede. Giungere in ritardo
spesso vuol dire giocarsi l’occasione. Fai un sopralluogo, usa una mappa, parti in largo anticipo, ma arriva
puntuale
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Decidi cosa indossare. La prima impressione è fondamentale, il tuo look avrà un impatto molto forte. Non ci
sono regole generali se non quello di indossare abiti sobri e adatti alla società e al ruolo: l’eccentricità non è
apprezzata.
L’ATTEGGIAMENTO
No al “qualsiasi cosa purché mi facciate lavorare”.
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Ricordati che tu sei lì per offrire qualcosa in cambio dello stipendio e non per elemosinare un lavoro
Attenzione ai primi momenti: danno l’impronta a tutto il colloquio successivo.
Alla classica domanda di apertura: ”mi parli di lei” o “come mai qui”, che hanno lo scopo di metterti a tu
agio e contemporaneamente di farti scoprire, rispondi brevemente e chiaramente, parlando per non più di
due minuti
Non lasciare mai cadere il silenzio: rivolgiti gentilmente ma senza timore al tuo interlocutore, serve ad
allentare la tensione di entrambi.
Hai illustrato brevemente chi sei e cosa ti spetti dal lavoro e dal quel posto particolare, chiedi pure se la
persona davanti a te è d'accordo o se quell'impiego ha determinate caratteristiche.
In generale
 Non criticare mai ex datori di lavoro, clienti, fornitori, colleghi: lo farai un giorno anche con il selezionatore?
 Cerca di esporre il lato positivo dei tuoi difetti. Esempio: Se sei ipercritico: ”Amo il lavoro fatto bene fino in
fondo e a volte sono un po’ troppo esigente”
 Parla di soldi solo se se sei molto informato su quanto prevedono i contratti o quella azienda e solo dopo
aver sentito la possibilità di assunzione
NON MENTIRE MAI
Un periodo di disoccupazione, una difficoltà in famiglia o negli studi può essere spiegato (senza giustificarti) in
maniera matura, senza farne difetti o colpe che riguardano solo te e il tuo passato
LINGUAGGIO NON VERBALE
Tutti manuali fanno riferimento all’atteggiamento non verbale, a come si gesticola, come si incrociano le braccia, se si
accavallano le gambe.
Saper intervenire sul proprio atteggiamento non verbale richiede tempo e attenzione, nessuno ti chiede di saper
intervenire sul tuo modo di essere o sviluppare doti di grande attore. Sii naturale, siamo quello che siamo, evita
atteggiamenti artefatti.
Il colloquio di lavoro è una conversazione tra due persone con l’obiettivo di scoprire se le reciproche aspettative
possono incontrarsi. Essere emozionati e tesi è naturale, un buon selezionatore lo sa.
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LE DOMANDE TIPICHE
Come rispondere alle domande
Il selezionatore deve scoprire che tipo di persona e di lavoratore sei in un dato tempo da lui prestabilito. Le domande
che potrebbero farti, se hai fatto una buona autovalutazione ti sono chiare.
Il tuo obiettivo deve essere quello di aiutare il tuo interlocutore a capire chi sei e perché sei la persona giusta. È
impossibile prepararsi a tutte le domande, ma è vero che seppure in modo diverso le domande puntano a
raccogliere lo stesso tipo di informazioni.
Riprendi il percorso di autovalutazione, preparati un repertorio dei tuoi punti di forza: conoscenze, capacità, qualità
personali con esempi concreti che ne dimostrino il possesso e allenati a comunicarli in modo chiaro e preciso.
Questo lavoro ti aiuterà a rispondere alle domande più imprevedibili.
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Mi parli di lei
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Il selezionatore vuole sapere chi sei, non solo nell’ambito lavorativo, ma come persona.
Scopri se hai qualcosa in comune con il selezionatore, se vivete nella stessa zone, se avete parenti che si conoscono, se
avete gli stessi interessi. Ecco una sintesi degli argomenti da toccare: hai già sentito parlare di lui: se hai visto o
incontrato chi ti seleziona, amici in comune, se hai già parlato con lui grazie ad un contatto, citalo.
 Hobby e interessi: soprattutto se collegati all’attività lavorativa: volontariato, bricolage
 Stabilità personale: cita qualche fatto che mostri il tuo essere degno di fiducia
 Parenti e sposi: parla brevemente dei tuoi parenti descrivendo qualcosa di importante e positivo sulla
loro vita e lavoro
 Quindi parla delle tue capacità
 Interessi ed esperienze collegate al lavoro per il quale ti stai proponendo
 Esperienze di lavoro passate
 I tuoi studi
 Il tuo interesse e la tua attrazione per il lavoro in questione

Ha già fatto questo tipo di lavoro?
Mai rispondere no, se in qualche modo qualcosa di simile hai fatto. E’ vero che è impossibile che tu abbia fatto
quel lavoro, perché ogni volta che si cambia lavoro bisogna fare i conti con nuovi ambienti, nuovi valori
organizzativi anche se i lavori hanno lo stesso nome.
Quello che vuole sapere il tuo selezionatore è quanto velocemente sarai in grado di impadronirti del nuovo
mestiere. Di conseguenza parla di tutte le esperienze che fanno di te una persona motivata, che impara
velocemente e a si rende operativa.
Se ti proponi per lavorare in un particolare reparto dell’azienda e tu non hai proprio lavorato in quel reparto,
spiega come tale attività faceva parte del tuo impegno sin dai tempi della scuola e che imparerai velocemente i
dettagli di questo lavoro.

Perché da noi ?
Vogliono indagare la tua motivazione. Elenca i punti di contatto tra te l’azienda:
 Quello che sai di loro
 Reputazione dell’azienda di cui sei a conoscenza
 Che l’azienda ha la possibilità di farti lavorare in un ruolo che ti si addice
 Altre informazioni che spieghino perché l’azienda ti piace e ti attira e ti rende un lavoratore motivato
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Punti di forza
Elencali con degli esempi.
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Lati deboli sul lavoro - difetti
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Il datore vuole sapere se hai la maturità di ammettere i tuoi lati deboli, ovvero se sei una persona degna di
fiducia che ha un minimo di conoscenza di se stessa e un grado sufficiente di umiltà. Per inquadrarti meglio come
persona. Tutti abbiamo dei difetti ma non è il caso di elencarli, soprattutto se sono difetti privati.
Un buon modo di rispondere è affermare che i tuoi difetti non sono difetti che ti rendono un cattivo dipendente
e in ogni caso cerca di essere il meno distruttivo possibile.
Ecco alcuni suggerimenti. Agli aggettivi a sinistra puoi sostituire delle spiegazioni, meno negative, come abbiamo
fatto noi.
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Ansioso: tendo a preoccuparmi
Depresso: giù di tono
Insicuro
Pigro
Nervoso
Emotivo: sono molto sensibile
Stressato
Ignorante
Impulsivo
tendo a fare molta attenzione
alla ricerca di stimoli
ho bisogno dei miei tempi per entrare in azione
a volte sono troppo riflessivo
energico
non nascondo i miei sentimenti
impegnato
poco informato
a volte sono troppo energico
È sposato, ha figli?
Si vuole saper se i tuoi impegni familiari possono essere un problema.
Se sei sposato o hai una famiglia fai notare che raramente chi è sposato cambia o lascia il lavoro. Puoi fare
straordinari e viaggiare per lavoro perché il tuo partner accetta capisce l’importanza del tuo lavoro. Sei organizzato
per avere cura dei figli nel caso si ammalino. Hai chiari quali sono i tuoi obiettivi di lavoro e i figli non costituiranno
un problema tale da compromettere i tuoi impegni professionali.
Se non vuoi avere figli non spiegare le tue ragioni morali, religiose o private ma legale al lavoro.
Se sei single: puoi viaggiare e lavorare molto in quanto no hai problemi. Sei degno di fiducia anche se non hai una
famiglia, hai amici, parenti, conoscenti che ti tengono legato. Se ti sposassi non ti muoveresti.

Quali sono i tuoi obiettivi, che tipo di lavoro pensa farà tra cinque anni, quanto tempo pensa lavorerà da noi?
Tradotto: stai cercando un lavoro qualsiasi?

Perché ha lasciato il lavoro, vuole cambiare lavoro?
Il selezionatore vuole sapere che tipo di difficoltà incontri nell’ambiente di lavoro e se si ripeteranno nella sua
azienda. Le tipiche ragioni che causano l’interruzione di un rapporto di lavoro:
 calo di produzione aziendale, è fallita o è stata assorbita da un’altra,
 si trattava di una lavoro stagionale o di un lavoro a termine, o di un lavoro a obiettivi: raggiunti gli
obiettivi ti trovi a cercare un altro lavoro ed eccoti li
 era solo un lavoro per quando studiavi
 ti sei trasferito, ti stai trasferendo per motivi familiari
 cerchi un lavoro per cui sei maggiormente qualificato e interessato
Mai dire mi hanno licenziato. Se si tratta di una crisi aziendale il problema non è solo tuo, se invece ha riguardato
solo te parlane in maniera positiva: avevi una preparazione per un lavoro diverso, o per uno stipendio diverso, o
per un tipo di azienda diverso ma non citare i problemi personali. Non parlare negativamente delle persone con
cui lavoravi.

Che stipendio si aspetta?
Cerca di non parlare di cifre fino a quando il selezionatore non avrà deciso di assumere te e te l’abbia proposto.
Tu sei disposto a lavorare per lo stipendio che lui considera adeguato per una persona delle tua capacità e secondo
quanto prevede l’azienda per le persone in quella posizione
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Perché dovremmo assumere lei ?
Se esiti o fornisci pochi motivi avrà gli stessi pochi motivi per preferire qualcun altro.
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Esempi: Sono una persona che va d’accordo con gli altri nell’ambiente di lavoro, ho una buona esperienza, sono
efficiente, coscienzioso, non devo essere seguito, faccio il mio lavoro correttamente e velocemente, dalle
informazioni che ho cercato su questa azienda mi piacerebbe lavorarci, sono affidabile, ho molte esperienze e
capacità oltre a quelle che servirebbero per questo lavoro e possono essere utili, non ho problemi a lavorare di più
pur di rispettare le scadenze.

Dove vede se stesso tra cinque anni?”
Cosa fare: è bene cercare di apparire ambiziosi pur mantenendo un atteggiamento di
realismo. Si può citare il desiderio di crescere professionalmente, oppure sottolineare il
desiderio continuo di apprendere.
Cosa non fare: focalizzarsi su un obiettivo eccessivamente elevato o che realisticamente
non sarà conseguibile in 5 anni. Evitare anche sogni e desideri più o meno suggestivi.
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GLI ERRORI
Secondo uno studio condotto intervistando 2.500 manager di aziende, alcuni atteggiamenti del candidato sarebbero
decisivi dell'eliminazione dello stesso dalla rosa dei pretendenti. Vediamo dunque quali i principali errori da non
commettere durante un colloquio di lavoro, ordinati per importanza:
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Tenere lo sguardo abbassato e non guardare il proprio interlocutore negli occhi
Vestirsi in maniera non adeguata
Non sorridere e tenere sempre un'espressione seria
Mostrare disinteresse
Essere arroganti
Parlare negativamente del precedente datore di lavoro
Agitarsi e giocherellare nervosamente con qualcosa
Rispondere al cellulare
Non rispondere a domande specifiche
Tenere una cattiva postura sulla sedia
Dare una stretta di mano molliccia
Tenere le braccia incrociate sul petto
Giocherellare con i capelli
Toccarsi ripetutamente il viso
Gesticolare troppo con le mani
Andare solo per curiosità
Arrivare in ritardo
Cercare un lavoro qualsiasi
Essere reticente di fonte alle domande
Mendicare il lavoro
Non essere informato sulla posizione
Non mostrare fiducia in se stessi
Non ricordarsi le date del proprio curriculum
Presentarsi in modo trasandato
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