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Città di Piombino - Consiglio comunale – Seduta straordinaria del 5 Ottobre 2015 - Mattino
RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
CITTA' DI PIOMBINO
VERBALE
Consiglio comunale
Seduta straordinaria monotematica
5 OTTOBRE 2015
ORE 09.00
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene; buongiorno, passo la parola al Segretario Generale per fare l'appello.
Segretario Generale – Dott.ssa Maria Luisa Massai
Effettuato l'appello nominale dei consiglieri, al momento i presenti risultano 20.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Buongiorno a tutti, prendo atto del numero legale per questo Consiglio monotematico di
oggi 5 ottobre 2015 e andremo a discutere sul tema:
“Dinamiche politico e istituzionali e sociali
nell'ambito del processo di
reindustrializzazione della Citta' di Piombino”.
Diciamo in Conferenza Capigruppo abbiamo fatto una scaletta, abbiamo condiviso e
questa mattina diciamo con tutti i vari gruppi e sia con le associazioni sindacali e le
associazioni Restiamo Umani, Ruggero Toffolutti, Lavoro, Salute e Dignita' e LegAmbiente
– spero di non essermi dimenticato nessuno – rispetto alla scaletta abbiamo deciso di fare
una piccola inversione di marcia e la piccola inversione di marcia e' la seguente:
parleranno il Sindaco Massimo Giuliani fara' la sua introduzione, parleranno prima le
associazioni e avevamo scritto una per tutti in realta' parleranno due membri delle
associazioni, il signor Gianardi Paolo che vedo gia' qui seduto, e il signor Bruschi. Per
quanto riguarda le associazioni sindacali parlera' il signor Fagioli ed il signor Gabrielli. Poi
mi dicono le associazioni che probabilmente oggi pomeriggio qualcuno dovra' andare
anche verso Firenze. Bene. Io credo di non avere altro da dire. Ecco ho qui una
prenotazione del Presidente Callaioli e le lascio subito la parola Presidente.
Fabrizio Callaioli - Presidente Rifondazione Comunista
Si', buongiorno a tutti (…). siccome ho saputo che ci sono diversi lavoratori che vorrebbero
rappresentare il loro pensiero, alternativo e diverso da quello che verra' proposto stamani
dai rappresentanti sindacali e quindi mi sembrava opportuno offrire una voce anche alla
parte della citta' che ha intenzione di proporre un pensiero diverso. Quindi propongo la
mozione d'ordine per accogliere nel Consiglio un rappresentante di questi lavoratori e
concedergli 5' (cinque minuti) per proporci il loro pensiero.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene (…) Presidente Callaioli, pero' guardi diciamo come (…) noi abbiamo fatto anche
una Conferenza Capigruppo, se...
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Fabrizio Callaioli - Presidente Rifondazione Comunista
(fuori microfono)
(…)
Presidente del Consiglio Comuale Angelo Trotta
Si'! No, ma non e' questo, non e' questo il punto. Se l'avessimo saputo probabilmente si
sarebbe organizzato meglio. A questo punto io chiedo al Consiglio di esprimersi in merito
all'accoglimento di questa proposta. Prego, si prenoti.
Interventi sovrapposti
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene! Lei aveva gia' alzato la mano, benissimo pero' ora... benissimo, o.k. Allora, se
qualcuno sia della maggioranza, della minoranza ha qualcosa da dire lo dica altrimenti
metto subito in votazione la richiesta del Presidente Callaioli. Bene, allora c'e' qualcuno
che ha la necessita' di dire qualcosa rispetto alla proposta del Presidente Callaioli?
Carla Bezzini – Presidente Un'Altra Piombino
Io velocemente.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Si prenoti, si prenoti pure. (…).
Carla Bezzini – Presidente Un'Altra Piombino
Si'; velocemente. (…) non sottraggano niente di importante allo svolgimento del Consiglio
comunale, quindi io inviterei tutti ad accogliere questa richiesta.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie Bezzini. Vedo che io non ho altre prenotazioni, metto in votazione la mozione
d'ordine fatta dal Presidente Ca...
Interventi sovrapposti
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Decidiamo noi eventualmente. Comunque, bene! Allora, metto in votazione la mozione
d'ordine fatta dal Presidente Callaioli.
Favorevoli affinche' uno parli delle associazioni? Favorevoli? Allora, favorevoli: Partito
Democratico, - favorevole... non vedo Sinistra per Piombino; favorevole? Filacanapa lei e'
favorevole? Favorevole, benissimo – Forza Italia Ferrari Sindaco favorevole, Gelichi
favorevole, Movimento 5 Stelle favorevole, Rifondazione Comunista favorevole e Ascolta
Piombino e Un'Altra Piombino, si', l'ho detto, un attimo di carburo. Allora, mi sembra ci sia
l'unanimita' a far parlare.
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Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Ora decidiamo, datemi 2” (due secondi) per decidere come inserire diciamo l'ingresso. Io
direi di fare...
Interventi sovrapposti
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene! Allora, chi e' diciamo il delegato a parlare... che poi vorrei sapere un nome...
Callaioli, mi dica questa associazione chi e' chi non e', facciamo parlare subito, si', 5'
(cinque minuti).
Fabrizio Callaioli - Presidente Rifondazione Comunista
Signor Presidente, mi dicono che dovrebbe parlare Gentili Claudio.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Perfetto! Allora (…) Signor Gentili Claudio (…) di accomodarsi in questa posizione, venga.
Bene, parla Gentili; lei per conto di chi parla?
Claudio Gentili
Io parlo per conto del gruppo di lavoratori e lavoratrici che insieme a Minoranza sindacale
hanno dato vita ad una serie di iniziative, l'ultima e' quella denominata “Campeggio CIG”
davanti al...
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene, prego, a lei la parola grazie.
Claudio Gentili
Sindaco, signori consiglieri, signori tutti. Vi ringrazio per l'opportunita' che mi e' concessa
di parlare a nome dei miei compagni e amici. Vogliamo presentare la testimonianza di due
lavoratori che fanno parte del gruppo di "minoranza sindacale ed altri lavoratori e
lavoratrici Carnping CIG". Gruppo di lavoratori che ha sempre avuto, voluto e dimostrato
un atteggiamento attivo e critico nei confronti di una vicenda che li riguarda direttamente.
"Sono un lavoratore in cassa integrazione, monoreddito. Intervengo in rappresentanza di
molti lavoratori nelle mie stesse condizioni. La nostra situazione di cassintegrati è
drammatica, siamo passati da una condizione dignitosa e serena, a ritrovarci con una
retribuzione dimezzata, senza nessuna certezza per il futuro per noi e le nostre famiglie.
Attualmente percepiamo circa 800 euro al mese. Con tale somma una famiglia
monoreddito con a carico figli piccoli, in età scolare, all'università o già grandi ma
purtroppo disoccupati anch'essi non può sopravvivere. Non può pagare le tasse comunali,
provinciali, regionali, IRPEF, T.A.S.I. e T.A.R.I. (che non tengono conto della progressività
del reddito) le salatissime bollette di acqua, luce e riscaldamento, per non parlare poi di
chi ha anche un affitto mensile, un mutuo, un prestito. E poi deve anche mangiare. io mi
faccio portavoce della richiesta a chi ci rappresenta, di adottare misure per alleviare gli
immani sacrifici delle famiglie. Senza fare dell'assistenzialismo, che sarebbe lesivo della
nostra dignità di lavoratori. Al Consiglio comunale, alla Giunta, al Sindaco chiediamo di
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attivarsi con urgenza e con ogni mezzo, presso il Ministero dell'Ambiente affinché non
siano i lavoratori a pagare per i disastri ambientali; quindi far autorizzare il Commissario
Governativo della Ex Lucchini e Ex Lucchini Servizi ad erogare ai lavoratori in CIG, il TFR
e le altre spettanze. Vi chiediamo inoltre di attivarvi per individuare soluzioni di
supplementi salariali ai lavoratori in CIG con famiglie in difficoltà.
lo sono un operaio dell'indotto ex Lucchini. Nel 2013 e nel 2014 sono stato in CIG a 800
Euro. In quei giorni abbiamo sentito un silenzio assordante, nessuno ha voluto capire la
gravità di quanto stava succedendo. Oggi sono licenziato. Forse usufruirò di una
disoccupazione da fame nei prossimi due anni. Poi più nulla. Ho 64 anni, e non ce li vedo
decine di imprenditori che fanno la fila per assumermi in virtù del Job Act. E non potrò
neanche andare in pensione. Quello che ho detto non vuole suscitare pietà. È
semplicemente la condizione, più o meno simile, in cui si trovano centinaia e centinaia di
lavoratori. E con loro le famiglie. Per quelli come me, per i cassintegrati, per gli artigiani ed
i professionisti che hanno perso la loro principale se non unica fonte di reddito, a nome di
tutti loro chiedo ai sindacati ed all'istituzione locale che vengano prese misure concrete di
sostegno al reddito. Non nei termini di una assistenza individuale, ma attraverso una
politica concreta di occupazione temporanea attraverso il meccanismo dei lavori
socialmente utili. Non mi dite che non ci sono i soldi. Se la Presidenza del Consiglio li
trova per andare a vedere una partita di tennis, allora ci DEVONO trovare per mantenere
le migliaia di famiglie in sofferenza nel nostro territorio. Ho parlato di occupazione
temporanea. Nell'immediato. Per sopravvivere. Ma il vero problema è lo sviluppo del
territorio.
lo non credo più alle promesse di un padrone che compare all'ultimo minuto, spara
promesse rocambolesche, non presenta uno straccio di piano degno di questo nome,
cambia idea continuamente (vedi altoforno sì, altoforno no), non ha ancora fatto nulla e da
oggi scopriamo che rischia – da notizie di stampa - pure la galera, come riportato dalla
stampa, se venissero confermate le accuse di aver truffato il suo paese; ma anche a
volergli dare fiducia i tempi di realizzazione si allungano di molto, per sua stessa
ammissione.
E non crediamo neanche a promesse che poi spariscono nel nulla. Dalla strada per il
porto allo smantellamento delle navi militari, passando per Città Futura, il Corex ed il
Minimill, la Concordia solo Per citare le più significative, quelle su cui si sono fondate
intere carriere politiche. Ed ora l'ultima: il modello Piombino. I lavoratori sono stati spinti ad
approvare tagli consistenti della retribuzione e rinuncia ai diritti acquisiti in oltre trenta anni
di lotta. Tutto questo con la promessa che entro 18 mesi saremmo tornati o produrre
acciaio e saremmo rientrati nella peggiore delle ipotesi entro il mese di novembre 2016.
Ma, come è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, anche queste promesse si
rivelano ogni giorno di più aria fritta. Allora il problema diventa che non ci sarà sviluppo nel
nostro territorio fino a quando Cevital non avrà almeno messo dei punti fermi e non avra'
iniziato alcune realizzazioni. Solo allora chi intende investire potrà farlo contando sulle
sinergie che potrà avere con il polo fondamentale, altrimenti sono chiacchiere. Sindacati e
istituzioni locali si facciano interpreti di questa realtà e non si contentino più di fumose
promesse, inchiodino Cevital alle sue responsabilità, obblighino il Governo a farsene
carico e a rivedere le sue posizioni. Signor Sindaco Lei è oggi è il rappresentante di una
città essenzialmente operaia che nella suo molteplicità sociale è comunque largamente
dipendente dalla classe dei lavoratori. Una città che non si è mai fatta mettere i piedi sul
collo, che ha reagito, ha lottato con enorme dignità, con orgoglio. Una città medaglia d'oro
della Resistenza. Si faccia interprete di questo orgoglio, non si faccia rispondere con un
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no o con dei cavilli, chiami la città alla mobilitazione fino ad ottenere ciò di cui noi ed il
territorio tutto abbiamo bisogno. Vi ringrazio per l'attenzione.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene, ringrazio il signor Gentili per la sua esposizione, anche per essere stato nei tempi, e
ora passo la parola al Sindaco di Piombino Massimo Giuliani.
Massimo Giuliani - Sindaco
Allora, buongiorno a tutti e ringrazio per la presenza ringrazio il lavoratore che in questo
momento ha con poche parole evidenziato la crisi che la nostra citta' sta vivendo ormai da
diversi anni e particolarmente in maniera crudele negli ultimi mesi. Il lavoratore e' quasi
sicuramente anche uno dei rappresentanti delle ditte dell'indotto di cui parleremo dopo.
Tutti i lavoratori, quelli della grande industria, quella delle piccole imprese, delle ditte
dell'indotto che lavoravano per la grande manifattura industriale, sicuramente sono in
questo momento in crisi, cio' non toglie che dobbiamo andare a cercare di
contestualizzare questa crisi, questo disagio per potere esaminare un problema a 360° e
cercare di porci davanti degli obiettivi e incamminarci, come gia' stiamo facendo penso,
verso questi obiettivi. In questa sala utilizzo delle slide ma non e' un sistema copiato da
nessuno, perche' il mio intervento vuole essere un intervento soprattutto di messa a
conoscenza di una base condivisa di dati di informazione e di considerazioni che abbiamo
fatto come Amministrazione – e molte volte anche in questo Consiglio, perche' voglio
ricordare che questo e' il primo Consiglio tematico ed e' molto importante, ma nei mesi
scorsi, nell'anno e mezzo passato, per non dire poi quello della precedente
Amministrazione, di questi problemi questo Consiglio ha discusso decine e decine di volte.
Quindi, diciamo c'e' tutto un portato di considerazioni e di informazioni che ci fanno
arrivare ad oggi, ma a mio avviso – velocemente e poi ora scompaio perche' mi e' piu' utile
stare, ma tanto mi vedete lo stesso , seduto per riuscire a controllare il power point – ma io
penso che sia utile condividere delle informazioni. Sicuramente tanti di noi e tanti di voi
gia' queste cose le sanno ma il percorso e i molteplici aspetti tecnici, industriali, sociali,
politici, vanno evidenziati e vanno messi a base comune di conoscenza. E' per questo che
abbiamo preparato questa cosa, che spero anche che renda questi 30' (trenta minuti)
circa... - anzi facciamo partire, l'hai gia' fatto partire tu, il... - Allora, sicuramente la nostra e'
una crisi complessa, e' inutile dire, ci troviamo in questa crisi da qualche anno ma da cosa
deriva? E' una crisi che quando si dice crisi... bene! Intanto crisi significa una cosa ben
particolare nei sistemi. La crisi e' il momento in cui il sistema va e in qualche maniera si
ferma in attesa di ripartire in un altro modo; la crisi economica e' una cosa che riguarda gli
investimenti e il movimento, il movimento di patrimoni e questo ha investito appunto il
mercato mondiale, la crisi finanziaria riguarda invece la parte corrente, cioe' quelli che
sono i flussi di moneta all'interno degli stati e nel mondo, questa e' generata dalla crisi
produttiva, crisi del lavoro ed ecco crisi sociale. Cosa e' nella nostra nazione la crisi del
lavoro? Ci sono circa 180 tavoli di crisi industriale accesi al mese a Roma, circa 700.000
lavoratori coinvolti, oltre 500.000 lavoratori in cassa integrazione di cui almeno 180.000
della meccanica che sono molte delle persone che sono qui stamani venute, 75.000 nel
commercio e 60.00 nell'edilizia. Questa cosa costa allo Stato 6 miliardi di Euro, purtroppo,
in stipendi o agevolazione che eroga lo Stato stesso. Sul nostro territorio la grande... la
crisi del lavoro ha riguardato, in una spirale sempre piu' vorticosa, la grande industria, ha
riguardato quindi la Lucchini, la Magona, la Dalmine che gia' avevano dei problemi anche
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per conto proprio! L'indotto, i cui lavoratori hanno sofferto per primi la crisi, di qui il
commercio e l'artigianato. Quindi la crisi che, come abbiamo capito dalle parole del
lavoratore che mi ha preceduto, investe ogni campo della nostra vita e della nostra citta',
ma noi abbiamo pensato di studiare un sistema – e qui oggi stiamo parlando grande di
tanti di questi... delle cose di cui parleremo riguardano soprattutto la reindustrializzazione
del nostro territorio e quindi del sito di Piombino. Voglio fra le altre cose ringraziare qui tutti
gli uffici del Comune, in particolar modo la struttura che poi vi presentero' con l'Assessore
Chiarei e con altri funzionari che si sono messi ad aiutarmi a fare questa slide. Allora, la
reindustrializzazione sicuramente nel nostro sito non c'e' dubbio che sia determinata da
tutta una serie di concause, ma la prima considerazione da fare e' sicuramente che questo
e' un periodo in cui il nostro territorio sta compiendo la sua transizione da una
monocultura industriale a una pur marcata diversificazione produttiva. Nel nuovo e piu'
complesso scenario – si vede qui tutto il nostro territorio - c'e' la necessita' di mettere in
campo un impegno quotidiano di tutti i livelli istituzionali di imprese e parti sociali per
coniugare lavoro, sviluppo e ambiente, l'aria di crisi di Piombino dalla definizione dell'aria
di crisi si e' giunti alla sottoscrizione da parte delle istituzioni, come sappiamo, ad un
famoso Accordo di Programma del 24.04.2014. L'Accordo di Programma del 24.04.2014
e' in pratica ha generato altri due accordi di programma che sono il progetto di
riqualificazione e reindustrializzazione e l'Accordo ex art. 252 bis. La reindustrializzazione
rappresenta, questo e' un progetto, una novita' in quanto per la prima volta si e' pensato di
riprogettare lo sviluppo partendo da tutte le potenzialita' del territorio dal mondo industriale
e dalle imprese, con gli obiettivi principali che sono questi: uno sviluppo duraturo e
continuo; una diversificazione economica e un miglioramento drastico delle condizioni
ambientali, questo sta alla base del progetto di reindustrializzazione del sito di Piombino.
Da qui l'Accordo di Programma. Ecco, qui cerchero' di fare velocissimo in modo che si
vedono le varie azioni che sono sulla sinistra, che sono alle previsioni dell'Accordo, e le
azioni che sono in corso, cioe' lo stato dell'arte in cui ci si trova azione per azione. Quindi il
progetto di riconversione ed efficientamento energetico vede dall'altra parte come azione,
e' in corso la progettazione e la messa in sicurezza del sito; effettivamente e' stato
presentato un progetto che dovra' essere approvato. Il progetto integrato di messa in
sicurezza e industrializzazione e' affidato ad un (…) da parte della Regione Toscana e
appunto la Regione Toscana deve fare la progettazione e la realizzazione del progetto di
bonifica della falda. Il potenziamento dell'infrastruttura di area per il porto se n'e' parlato
prima, la Regione Toscana ha promosso iniziative nei confronti del Governo per il
finanziamento (…) struttura e opera riconosciuta come prioritaria ai fini dell'evoluzione del
porto. Sappiamo che negli ultimi giorni ci son stati dei contatti tra il Ministro alle
Infrastrutture e il Presidente Rossi in cui si e' parlato proprio anche di questa famosa 398,
la strada tanto importante per il nostro territorio e stiamo aspettando una progettazione
definitiva per l'intero tratto. Per quanto riguarda l'azione, l'asse 2, l'azione 2, il
potenziamento produttivo delle attivita' industriali, portuali, volte allo smantellamento
sappiamo e' una delle attivita' di cui si sta occupando direttamente l'attivita' portuale, e
praticamente siamo nella fase in cui potranno essere nel giro di poche settimane si potra'
andare a bando di gara. L'asse 2 azione 3, gli interventi di rafforzamento produttivo
dell'area di crisi industriale e' stato approvato il PRRI di cui parleremo dopo e sono in
corso tutte le misure di attuazione di questo progetto. Vado veloce perche' di questo
sicuramente potremo vedere qualcosa dopo. Per quanto riguarda l'asse 2 azione 4, che e'
la razionalizzazione delle infrastrutture energetiche, e' in corso la definizione da parte del
Comitato Esecutivo dell'Accordo della destinazione delle risorse specifiche che sono 20
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milioni di Euro e di questo si parlera' anche nel prossimo confronto dell'8 di ottobre. L'asse
3 azione 1, la riqualificazione del personale interessato della crisi industriale dell'area;
sono stati coinvolti da parte di Lucchini Amministrazione Straordinaria alcuni corsi di
formazione, io so che almeno 900 operai sono stati informati per intraprendere ed essere
reimpiegati in mansioni diverse dal loro attuale lavoro; e' stata attivata dalla Regione
Toscana la gabina di regia territoriale a cui partecipano anche le associazioni di categoria
dei lavoratori. Per quanto riguarda l'asse 3 azione 2, (…) impiego anche in progetti di
riconversione. Ecco, il tema sara' ed e' uno dei temi di cui dibatteremo appunto l'8 di
ottobre. Invece l'altra cosa di cui si deve parlare e' l'accordo siglato il 30 di giugno, che e'
l'accordo 252 bis, e sono quello che deve fare l'azienda dopo che ha acquisito appunto il
primo di luglio la fabbrica. Quindi, la presentazione da parte di Aferpi delle linee guida,
vedete, in pratica noi siamo in attesa delle linee per le dismissioni previste dall'accordo e
si sta elaborando appunto i singoli progetti di dismissione da poter sottoporre agli enti
competenti (gli enti competenti saranno essenzialmente la Regione). C'e' la presentazione
da parte di Aferpi del progetto operativo di messa in sicurezza del sito, la cosiddetta MISE
e anche qui c'e' un progetto presentato gia' nell'aprile/maggio scorso e di cui si sta
discutendo per le ultime rifiniture. C'e' la presentazione da parte di Aferpi del nuovo piano
industriale e qui daro' delle notizie piu' dettagliate, e ovviamente c'e la bonifica delle aree
del SIN, cioe' questa azienda dovra' bonificare le aree ad essa concesse in seguito
appunto all'acquisto della fabbrica. Il Piano Industriale di Cevital/Aferpi: ormai sappiamo
qual e' questo piano industriale; si svolge su tre settori, e non mi staro' nemmeno a
dilungare molto su questo. C'e'
pero' da evidenziare che il processo di
reindustrializzazione prevede un graduale spostamento del comparto siderurgico, vedete
dalla parte prossima alla citta', alla parte invece un pochino piu' lontana dalla citta' (Ischia
di Crociano) e porta con se ovviamente quel tema di cui abbiamo parlato cioe' il tema
dedicato delle bonifiche. Questo processo si intreccia ovviamente con tutte le altre
situazioni di cui abbiamo parlato. Quindi io non staro' a ridire o a rinominare o a ricordare
quelli che sono i piani di Aferpi. Noi chiediamo con forza di sapere ed avere
documentazione idonea nel piu' breve tempo possibile, e questo speriamo che avvenga
gia' nella riunione che avverra' giovedi' prossimo, che deve riguardare in definitiva i piani
definitivi di progettazione che serviranno al Comune per fare varianti o comunque
concedere autorizzazioni; di sapere il piano delle demolizioni. Ora su questo poi entrero'
piu' in dettaglio; le bonifiche come avverranno, con che metodologia; i piani di acquisizione
degli impianti, qui vorremmo sapere, anzi vogliamo sapere, la tipologia, la tecnologia degli
impianti acquisiti e i tempi di implementazione, cioe' i tempi in cui vengono costruiti, messi
in opera e messi in funzione; il rispetto delle tempistiche contenute negli accordi con i
sindacati. Perche' noi ci siamo impegnati con istituzioni a seguire l'accordo tra i sindacati e
l'azienda. E' una cosa suppletiva, noi la possiamo dire che ce la sentiamo
deontologicamente sicuramente ce la sentiamo come istituzione ma in questo accordo tra i
sindacati e l'azienda, le istituzioni, a partire dal Ministero del Lavoro, la Regione e lo
stesso Comune, si sono fatti interpreti dell'esigenza di controllare che tutto avvenga come
e' stato definito. Quindi da ultimo il rispetto della filosofia dell'Accordo di Programma cioe' il
reimpiego di lavoratori che si trovano in cassa integrazione o in mobilita' nell'intera area di
crisi complessa di Piombino. Allora, noi abbiamo chiesto all'azienda delle informazioni per
questo Consiglio. Sostanzialmente riteniamo che queste siano le azioni di riassumere in
questa azioni quelle che saranno le azioni nelle prossime quattro settimane, quindi non in
tempi lunghissimi c'e' stato detto, delle quattro settimane da parte dell'azienda, che sono: il
primo vettore riguarda le manutenzioni ordinarie e straordinarie e la messa in sicurezza
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dei lavoratori; le garanzie di approvvigionamento per mantenere attivi i treni di laminazione
ai fini del recupero delle posizioni di mercato; lo stato di avanzamento dei lavoratori per la
definizione delle attivita' di smantellamento dell'area a caldo, e lo stato di avanzamento dei
lavori per la definizione degli investimenti di cui abbiamo parlato prima, cioe' riguardo alla
nuova acciaieria elettrica. Queste sono le cose che l'azienda dice di cui si occupera',
quindi tematiche e azioni di cui si occuperanno nelle prossime quattro settimane. Quindi,
nel primo vettore c'e' stato detto che in un accordo con i sindacati sono stati fatti dei team
composti da tecnici e responsabili del reparto Aferpi ma anche rappresentanti dei
lavoratori, per analizzare le problematiche della messa in sicurezza del sito. Per quanto
riguarda l'approvvigionamento per mantenere attivi i treni di laminazione ai fini del
recupero delle posizioni di mercato, ci e' stato detto che il trimestre luglio/settembre ha
visto un sensibile l'incremento (…) laminato, in particolare nella produzione delle rotaie a
vergella. Il (...) per sua natura ci dicono dedicato ai mercati piu' di nicchia, ha sofferto
maggiormente sia per il perpetrarsi della profonda crisi di mercato in settori particolari
come quello dell'automotive lo sappiamo; l'automotive in tutta Italia e sopratutto anche in
Toscana, purtroppo, non tira piu', e sia per le maggiori difficolta' di reperimento di semi
prodotti e di alta gamma da dedicare a quegli stessi mercati. In futuro di breve termine,
prevede – quindi questo ottobre – un ottobre abbastanza buono, limitatamente alle
turnistiche attuali, per le barre ed in bimestre ottobre/novembre a pieno ritmo sempre nel
limite dei turni attuali per le rotaie. - Queste sono informazioni che provengono dalla
azienda e che io ho riassunto, non sono mie. - Per quanto riguarda il terzo vettore di
azioni, lo stato di avanzamento di lavori per definizione dell'attivita' di smantellamento e
dell'area a caldo, qui e' stato fatto effettivamente il grandissimo lavoro, un lavoro di
conoscenza, io ho visto delle tabelle formative in cui sono state fatte oltre 200 riunioni di
sopralluogo per prendere visione delle cose, con almeno dieci gruppi nazionali e
internazionali, quindi un grande lavoro di informative e di presa di conoscenza, e a questo
punto questo si deve tradurre nelle azioni rivolte appunto allo smantellamento di quella
che e' la fabbrica come la conosciamo. Quindi, c'e' una richiesta da parte loro di non
perdere tempo ma questa Amministrazione abbiamo sollecitato piu' volte questo fatto.
Tutto parte da un progetto, cioe' a cosa dobbiamo arrivare e quindi cominciare subito a
demolire secondo le metodiche consentite. L'ultima cosa e' lo stato di avanzamento lavori
per definizione degli investimenti, riguardo alla acciaieria elettrica; anche li' e' stato
compiuto un grande lavoro e pensiamo che gia' il giorno 8 di ottobre ci venga data spero
l'indicazione o la decisione definitiva per il tipo di tecnologia, il forno, dove viene comprato,
quando viene ordinato, quando verra' posto in essere, ma l'ho detto, e quando verra' fatto
marciare. E' chiaro che questa e' una decisione, non e' come comprare una bicicletta per
andare a giro domenica insomma, da questa decisione, dal tipo di tecnologia, dipendera'
l'azienda nei prossimi venti anni, e questa e' una delle cose piu' importanti su cui
dobbiamo porre l'attenzione e su cui sicuramente l'azienda deve dare delle risposte
concrete. La falda. Solo la bonifica e' quella che riguarda, come sapete, la parte pubblica;
questa parte, e' in corso la definizione da parte della Regione Toscana delle modalita' di
affidamento a (…) dell'incarico e i finanziamenti come sapete sono stanziati per
l'intervento e sono 50 milioni di Euro. Andiamo alle questioni del PRRI, che tanti forse non
conoscono, anche se se ne e' parlato a volte sui giornali, e sono quelle appunto del
progetto di riconversione e riqualificazione industriale. Ecco, questa e' una cosa su cui noi
puntiamo molto, perche' e' la cosiddetta diversificazione economica,. Questo progetto e'
partito dalle potenzialita' del territorio e ha come obiettivi tre obiettivi importanti, che sono
quelli che vedete, cioe' il rafforzamento del tessuto produttivo esistente, la sua
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diversificazione in settori alternativi a quello dell'indotto siderurgico, il potenziamento della
logistica, il ricollocamento lavorativo del personale appartenente allo specifico bacino di
riferimento. Diciamo questi erano i tre obiettivi del progetto di riconversione e
riqualificazione industriale. Le risorse sono praticamente messe a disposizione delle
imprese, sono incentivi agli investimenti produttivi e alla ricerca, politiche attive del lavoro,
finanziamento per le infrastrutture di aree produttive al fine di incrementare l'offerta
localizzativa. Sono stati stanziati dal Ministero... nell'Accordo di Programma e quindi nel
PRRI, ci sono 53,4 milioni di Euro, di cui 20 milioni del MISE, del Ministero dello Sviluppo
Economico; 33,4 da parte della Regione Toscana di cui 32,2 per incentivi alle imprese e
1,2 per la formazione. Le azioni che sono in corso – vado un po' veloce – saranno le
azioni... stiamo intanto aspettando, in attesa dell'emissione da parte del MISE della
circolare applicativa e quindi della L. 181/89 che e' quella che gestira' i 20 milioni di Euro
dello Stato. Per quanto riguarda invece i finanziamenti regionali ci sono (…) gia' attive gia'
da ora in Regione e si aspetta la delibera della Giunta Regionale con cui queste risorse
vengono ripartite tra le diverse linee di finanziamento. Guardate, qui voglio fare anche un
plauso a tutti gli uffici comunali e regionali perche' il lavoro e' molto molto pressante ma a
Piombino, penso a Piombino, e' stato fissato il 26 ottobre prossimo un evento istituzionale
in cui la Regione e le istituzioni esploreranno appunto e comunicheranno al territorio
l'avvio dell'intervento di riqualificazione, cioe' di come tutti questi soldi vengono spesi. E
c'e' tutto un lavoro su cui io glisso leggermente ma che e' sostanzialmente – scusatemi
volevo farvele vedere ma non c'e' tempo - la tempistica data da Invitalia per queste cose,
comunque per la partenza dei bandi, quindi stiamo parlando intorno a dicembre/gennaio.
Tutto quello che viene fatto da Invitalia dalla Regione Toscana e le azioni del Comune;
quello che fa il Comune con un infopoint attivato per due giorni su orario, con l'orario e il
terzo giorno su chiamata con appuntamento. Il Comune ha anche fatto una newsletter
molto importante, che praticamente parete ogni 15 giorni e viene rivolta a tutte le imprese
non solo toscane ma in tutta la nazione, in cui si evidenziano le opportunita' che il nostro
territorio da' in questo momento ad eventuali investimenti. Questo e' un lavoro metodico
come vedete, molto preciso che il Comune ha intrapreso tramite una struttura di cui il
Comune si e' dotato particolarmente, ci sono circa 20 tra impiegati, dirigenti del Comune
che si occupano praticamente tutti i giorni di queste problematiche. Questa e' una struttura
temporanea di coordinamento presieduta dall'Assessore Chiarei, e che cerca di
mantenere allineate le decine, guardate, di unioni a livello locale, nazionale e regionale
che questo accordo prevede e che questo accordo genera. Velocemente vado ai campi di
azione delle istituzioni locali; li avete visti prima, sono quelli di appunto stare accanto al
nucleo, di comporre il nucleo di coordinamento regionale, quindi c'e' una struttura
operativa presso la Regione Toscana per seguire gli accordi appunto del SIN; un Comitato
esecutivo che e' insediato presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma e un
Comitato di Coordinamento e Controllo per l'attuazione del PRRI. Andiamo velocemente
alle azioni sul Bilancio. Ora, noi avevamo gia' fatto – l'ho spiegato, cosa che forse tanti non
avevano rilevato, tutte azioni che invece sono gia' ed erano gia' state previste nel Bilancio
2015; una serie di azioni che riguardavano il riadeguamento delle tariffe dei servizi e delle
aliquote relative ai tributi locali. Queste sono le uniche azioni che un ente locale puo' fare,
oggi forse non e' il momento non so se poi nelle repliche, vedremo, di approfondire quanto
puo' spingersi un Bilancio di un Comune, di un Ente locale come il nostro, ma
chiaramente noi lo possiamo fare nei limiti del pareggio di Bilancio, che e' gia' di per se
stesso un obiettivo spesse volte difficile da raggiungere. L'idea comunque che si e' messa
alla base della proposta e' quella di permettere, per quanto ci e' stato possibile,
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l'abbassamento della pressione fiscale nei confronti delle fasce di reddito medio/basse.
Ebbene, lo so qualcuno ci puo' accedere, qualcuno non ci puo' accedere, noi siamo ai
limiti, non so quanti Comuni possono dire di aver messo € 612.000,00 nell'abbassamento
delle tariffe... scusatemi in questo caso dei tributi locali per gli stati di disagio, stati sociali
gravi o redditi bassi. Come vedete abbiamo – vado veloce - € 140.000,00 sulla T.A.R.I., €
92.000,00 sulla T.A.S.I. E € 380.000,00 che ha comportato l'innalzamento da 15 a €
20.000,00 lordi dello stipendio, quindi in questo caso sono € 380.000,00 di gettito in meno,
per ben € 612.000,00. Le azioni ne abbiamo fatte tantissime, queste invece sono le
prestazioni sociali agevolate; chiaramente, guardate, ci entriamo forse dopo... vado
veloce, vado molto veloce, ma per farvi vedere quante cose il Comune insieme alla
Regione riesce a mettere in piedi per quello di cui stiamo parlando oggi, e sia per il
sostegno dell'abitare, che e' la cosa piu' importante in questi giorni, le fate presente anche
voi. Abbiamo situazioni in cui si perde la casa, non si riesce a pagare il mutuo, non si
riesce a pagare l'affitto, bene, il Comune spende gran parte delle risorse sue e della
Regione nelle politiche dell'abitare, per stare vicini alle famiglie che hanno questo
problema. Poi abbiamo il sostegno alla famiglia nelle varie azioni, quindi il sostegno alle
spese famigliari, il sostegno alla maternita', il sostegno alle famiglie numerose, il sostegno
all'handicap – perche' purtroppo ci sono anche questi sostegni a cui il Comune deve
continuare a dare risposta – e da ultimo il sostegno all'istruzione. Bene, togliendo questa
cifra che e' 2,401 milioni di Euro, che e' falsata, togliamo da questo 1,376 milioni che sono
i servizi sociali quelli normali, quindi quelli che sono i trasferimenti pro-capite, € 40,00 procapite ad abitante che il Comune trasferisce ad A.S.L. per i servizi sociali e quindi per il
sostegno alle famiglie durante le malattie dei degenti, per gli anziani per i portatori di
handicap ecc., togliendo questo come vedete il Comune eroga verso gli (…) e redditi bassi
circa 1,025 milioni di Euro a cui vanno aggiunti € 612.000,00 degli stanziamenti di Bilancio
sui tributi locali. Sono state fatte azioni – vado veloce perche' so che ci siamo molto
probabilmente gia' - altre azioni che abbiamo fatto; voi sapete che sono state fatte azioni
per quanto riguarda ASA. ASA ha preso in considerazione nostre proposte per abbassare,
poi chiaramente l'ha trasferito a tutta la Provincia, a tutti gli enti che fanno parte di ASA,
ma ci sono delle agevolazioni per quanto riguarda appunto l'erogazione dell'acqua. Ad
esempio posso dire, vado a memoria, mi sembra sono gia' 23 le famiglie che non
potevano avere l'acqua e che grazie a queste agevolazioni l'hanno avuta. Abbiamo fatto
delle azioni nei confronti delle banche e vogliamo convintamente andare avanti su
questa... avremo un incontro con le banche nei prossimi giorni, (…). Ebbene, abbiamo
seguito i tavoli di crisi dell'indotto e dell'industria. Con tanti di noi ci siamo visti io penso
anche qualche decina di volte; abbiamo instaurato in Comune, questo non so quanto, altri
comuni o altre istituzioni possano dire di aver fatto, un modo di operare che e' quello di...
si va, giustamente, a cercare il Sindaco o la Giunta e si va a esporre i nostri problemi.
Questo noi abbiamo cercato di mantenere un contatto pressoche' dico quotidiano con
centinaia di lavoratori che sono venuti singolarmente a gruppi insieme ai sindacati,
insieme alle aziende, noi abbiamo cercato di stare insieme a loro, di vedere quali erano i
problemi da affrontare e come potevano essere risolti. Quindi abbiamo affrontato
praticamente decine di milioni sulle aziende dell'indotto, quindi numerosi incontri di unioni
con i lavoratori, le imprese, i sindacati con cui sono state affrontate tra le altre le cose di
cui discutevamo prima, sono state affrontate e dobbiamo trovare ancora alcune risposte le
questioni dei possibili ampliamenti dei termini per usufruire degli ammortizzatori sociali,
abbiamo parlato di questo; dell'erogazione del TFR, del coinvolgimento dell'indotto nelle
demolizioni dell'area a caldo; della prosecuzione del rapporto di lavoro con le ditte che
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avevano appalti con l'ex Lucchini e dell'inserimento di una clausola di salvaguardia sociale
per consentire ai lavoratori. Abbiamo fatto l'ultima riunione con Simoncini proprio la scorsa
settimana per questo tema, per questi temi; quindi, coinvolgimento della Regione, incontri
dal Prefetto con aziende, lavoratori e sindacati; riunioni al Ministero del Lavoro e questioni
poste nei vari ambiti che vi ho detto prima, cioe' quelli dell'Accordo di Programma e nella
gabina di regia territoriale. Abbiamo affrontato i temi delle aziende di produzione
dell'energia per quello che riguarda Elettra ed Edison, e sono stati fatti anche qui incontri
con i lavoratori, incontri con i sindacati, e incontri in sede nazionale, regionale e locale. Ed
e' stato posto ad Aferpi il tema dell'utilizzo di tali aziende nella fornitura dell'energia. Siamo
in attesa di risposte ma abbiamo fatto anche tavoli di lavoro con la SOL e abbiamo
affrontato e risolto il problema della cassa integrazione per i lavoratori, questione aperta,
permanenza nel futuro con forno elettrico. Siamo intervenuti con l'azienda Redi affrontato
il problema di una sua rilocalizzazione ed e' stata rimandata di un anno almeno la scelta
che era gia' stata fatta; abbiamo affrontato i problemi – e questo, guardate, non era nei
problemi di nessuno – purtroppo l'Azienda 3Emme e' stata una delle piu' colpite per prima,
perche' qui l'azienda aveva anche degli imprenditori che non si erano fatti carico di dare ai
lavoratori il giusto, quello che i lavoratori per legge potevano... gli spettava per legge e
insieme ai sindacati, guardate e' stato un lavoro duro questo, siamo andati due/tre volte
dal Prefetto, si e' fatto non so quante riunioni in Comune, siamo andati in Regione. Bene,
questo e' un lavoro che e' difficile trasmettervi ma vi garantisco e' un lavoro che c'e' stato.
Io qui mi fermerei perche' si sta sbagliando su una cosa; prima e' stato... io non lo so
Piombino il metodo modello, perche' io lo definisco un metodo e' perche' il modello e' una
cosa che viene ricalcata ma sapete il metodo invece e' una cosa che puo' essere utilizzata
in vari ambiti. Guardate, io non e' che sto a dire: “E' un metodo perche' si e' fatto questo
anziche' quello”, no! No! Guardate, il metodo e' solo proprio nel come si affronta una
questione. Il metodo di Piombino e' che e' partito dal basso con la forza operaia dei
lavoratori e dei sindacati, che e' stato raccolto subito dalle istituzioni, c'e' stato uno studio –
che e' quello che vi ho fatto vedere prima – che e' un vero e proprio progetto di ripresa, c'e'
stato uno studio fatto da tutti quanti non solo dalle aziende, dal Ministero e dalle istituzioni
ma con l'apporto dei sindacati. E' un lavoro di assieme, che e' stato fatto poi e quello di cui
ci siamo fatti noi carico nell'ultimo anno e mezzo, per la sua implementazione. Quindi noi
ribadiamo questo a proposito di queste terminologie di metodi, modelli ecc. L'unico
modello che varra' sara' quello che ci fara' riassumere tutti i lavoratori e che ci condurra' a
uno sviluppo duraturo per i nostri territori. Io finisco qua perche' penso, ho delle
conclusioni ma che trarremo oggi; il mio intervento non era entrare dentro il merito delle
questioni dove ora sicuramente entreranno i gruppi consiliari e le associazioni e i
sindacati, ma era di dare uno sguardo a 360° su queste questioni che sono delicate, molto
complesse. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Bene, grazie Sindaco. Di discussioni sicuramente ce ne saranno molte. Signor Gianardi,
prego, si accomodi qua, a lei la parola.
Gianardi Paolo - “Restiamo Umani”
Si'. Bene, grazie innanzitutto di questa opportunita' offerta alle quattro associazioni.
Abbiamo scelto di presentavi le nostre posizioni in due, dopo di me proseguira' la
presentazione delle proposte delle quattro associazioni Adriano Bruschi, e proprio per
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segnalare, modestamente, il carattere di piccola rete solidale di queste nostre associazioni
che si sono trovate sotto anche la domanda di lavoratori e lavoratrici a cercare di
occuparsi con un po' piu' di profondita' e di precisione di questioni che in buona misura
non stanno nemmeno al centro delle storie che ciascuna associazione esprime. Mi
permetto di fare una proposta, ma probabilmente scopro l'acqua calda e sfondo una porta
aperta, queste diapositive sul sito del Comune di Piombino e comunque a disposizione
perche' sono un elemento di conoscenza interessante. Ringrazio innanzitutto il Presidente,
il Sindaco, i capigruppo di questa opportunita', in particolare anche i consiglieri che hanno
con la loro firma contribuito a spingere nel senso della convocazione di questo momento.
Noi ci siamo permessi di proporre nel rispetto del ruolo istituzionale del Consiglio
comunale, le associazioni Restiamo Umani, Ruggero Toffolutti contro le morti sul lavoro,
Lavoro, Salute e Dignita' e Legambiente, proporre al Consiglio medesimo di assumere per
una discussione e approvazione l'autonomia dei tempi del Consiglio, il documento che
cercheremo di illustrarvi e che abbiamo gia' depositato presso l'Ufficio della Presidenza del
Consiglio stesso come il Presidente Trotta sa bene. Ci siamo permessi di redigerlo in
forma di un atto politico, atto politico amministrativo del Consiglio stesso. Ora cercheremo
di illustrarvelo, in parte lo faro' io, in parte lo fara', ripeto, Adriano Bruschi. Sappiamo che le
cose che diremo, le richieste, le proposte che avanziamo sono impegnative e sono
costose. E' stato richiamato da Gentili prima, dal Sindaco poi questo significativo
problema. Ci permettiamo sommessamente di ricordare che a proposito di costi, a
proposito di un respiro politico grande che spetta a questo Consiglio nel contesto della
citta' ma anche nel contesto della nazione, la Repubblica Italiana spende 72 milioni di
Euro al giorno per spese militare secondo l'Istituto di Studi per la Pace di Stoccolma.
“Con l'acquisizione dello stabilimento da parte di Cevital-Aferpi, non è superata la
necessità di una politica industriale: come fanno altri paesi europei, lo Stato deve
comunque dotarsi di strumenti, per governare i territori indirizzando e controllando
l'operato delle aziende private e l'evoluzione dell'economia. Purtroppo, siamo partiti con
grandi enunciazioni sulla necessità di una politica industriale del governo, con un tavolo
nazionale della siderurgia; e si è finiti alla competizione fra aziende dello stesso settore o,
peggio, fra territori, senza un progetto comune, Brescia e Piombino contrapposte.
Abbiamo assistito a suo tempo al declino del deludente modello di partecipazioni statali,
vigente fino alla privatizzazione a vantaggio del gruppo Lucchini; poi abbiamo al subentro
e al successivo fallimento e abbandono da parte di Severstal. Oggi, se vogliamo che la
produzione di acciaio a Piombino riprenda e abbia una prospettiva credibile e duratura,
occorre che se ne creino le condizioni. Una volta Piero Nardi ha affermato: "Una fabbrica
può funzionare solo all'interno di una strategia almeno nazionale se non europea, con
sinergie con altre aziende della filiera produttiva, con i fornitori delle materie prime, con gli
utilizzatori dei prodotti, con i fornitori dei servizi collegati, con altre aziende siderurgiche.
Ormai le aziende scollegate da tutto il resto non possono sopravvivere. Occorre produrre
con delle strategie basate su una conoscenza raffinata e globale". - Questo il pensiero di
Nardi - Se i problemi continuano ad essere affrontati separatamente - Piombino, Taranto,
Terni, Brescia... , le centinaia di piccole e medie aziende, le varie catene dei trasformatori,
dei fornitori di servizi -, tutti questi modelli diversi rischiano di fallire, modello Piombino
incluso. Il piano presentato da Cevital brilla per l'incompletezza di tutte le componenti
necessarie a valutarlo, è una semplice carta d'intenti. Mancano studi di mercato, prezzi,
costi, prospettive negli anni a venire, management, eventuali accordi con aziende
utilizzatrici, di servizi e di commercializzazione. Non è stato presentato neppure un
brogliaccio in cui si definisca il collocamento degli impianti, le necessità logistiche, il vero
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RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
fabbisogno delle aree. A proposito delle materie prime, dopo tante chiacchiere
sull'innovativo preridotto, nel cosiddetto piano industriale non c'è scritto nulla sull'ipotesi di
produrlo realmente, in Algeria o altrove,
Efficientamento significa miglioramento dell'efficienza. Il miglioramento produttivo si
ottiene migliorando la professionalità delle persone, attraverso l'esperienza lavorativa,
eventuali corsi specifici. Sicuramente lo si consegue nel saper svolgere bene una
mansione, anziché tante mansioni alla meno peggio. Quindi, l'efficientamento non si crea
con la riduzione del personale (far fare a persone più mansioni contemporaneamente), ma
creando più professionalità nello svolgimento delle mansioni stesse. E, soprattutto, non
essere sotto organico rende l'ambiente lavorativo molto più sicuro e sulla sicurezza non
bisogna mai abbassare la guardia. Mai e poi mai si dovrebbero mettere i lavoratori in una
situazione di non sicurezza lavorativa; e tutto ciò — è matematico - non si ottiene con
riduzione del personale e abbassamento dei costi”.
La parola a Adriano. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie a lei. Bruschi.
Bruschi Adriano - “Legambiente”
Vado a continuare spiegando quelle che sono le nostre proposte e gli impegni che noi
chiediamo al Sindaco, alla Giunta, ai sindacati, alla politica tutta. Chiediamo che si faccia
di tutto, che si impegni il Governo soprattutto a una politica industriale convinta e
convincente, per fare in modo che si leghino le varie parti della siderurgia italiana, almeno
le filiere dei vari comparti, con accordi societari su cui si individuino degli interessi comuni
che fanno crescere tutti. Per questo necessita il finanziamento di interventi volti a
strutturare sul territorio italiano relazioni di cooperazione fra imprese: relazioni finalizzate a
innalzare la produttività e la competitività dei sistemi industriali; per esempio, reti di
impresa che ricostruiscono le filiere produttive, dalla materia prima, alla
commercializzazione e servizi collegati, con investimenti comuni in ricerca e innovazione;
interventi sul mercato delle materie prime, l'energia, i servizi, la sicurezza, la qualità e
continuità produttiva, l'allargamento dei mercati. - Sempre al Governo chiediamo che
solleciti un urgente e vero e piano dettagliato da parte di Aferpi, non solo di Aferpi, ma
anche di Agroindustria e Azienda di logistica portuale. I piani presentati non sono piani,
mancano sostanzialmente tutti gli elementi per valutare se questi investimenti promessi
stanno in piedi o no. Quindi il rischio è grosso e io sono fortemente preoccupato. Occorre Un rigoroso controllo pubblico sull'ambiente e la salute dei lavoratori e popolazione, al fine
di evitare che si riproducano disastri come a Taranto. - Istituire un protocollo tra Azienda,
Consorzio e imprese che interverranno, istituzioni (Regione, Comune, A.S.L., Arpat,
Ispettorato del Lavoro, Inail, Rls, sindacati e se è possibile un/a delegato/a delle 4
associazioni) per il monitoraggio costante dei lavori di bonifica ambientale e di attivazione
dei tre blocchi economici annunciati nel piano Cevital (acciaio, agroindustria e porto).
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Un attimo Bruschi! Chiedo ai (…) un po'... Bruschi ha la voce molto bassa e non si sente e
fuori c'e' un po' di brusio. Prego Bruschi.
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RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
Bruschi Adriano - “Legambiente”
Nel protocollo si dovrà stabilire la periodicità dei controlli e la diffusione pubblica dei loro
risultati. Una specifica azione di vigilanza dovrà riguardare i tentativi di camuffamento di
eventuali infortuni con la malattia. Tali manovre, da qualche anno e soprattutto nell'ultimo
periodo, hanno consentito di nascondere numerosi casi di infortunio, allo scopo di esibire
una facciata aziendale più pulita e risparmiare sulla polizza Inail. Del settore
agroindustriale Cevital non si sa praticamente niente, il piano industriale non dice quali
impianti saranno costruiti a Piombino; solo nelle relazioni del Commissario Nardi leggiamo
di un'ipotesi di un'industria della distillazione di prodotti vegetali per produrre biodiesel e
bioalcool, certamente un'industria impattante sul territorio e con scarse prospettive
occupazionali. Allora occorre approfondire anche questo aspetto affinché non passi
ancora una volta in secondo piano l'indispensabile riconversione ecologica della nostra
industria, accompagnata dalle bonifiche, a salvaguardia sia del posto di lavoro che della
salute di tutti. Il fumo non è più pane (se mai lo è stato); scambiare posti di lavoro con
l'inquinamento ambientale significa illudersi che quei posti di lavoro abbiano un futuro,
mentre intanto di sicuro si mina la salute dei lavoratori e delle popolazioni con costi umani,
sociali ed economici insostenibili (vedi amianto), e si contraddice radicalmente ogni
auspicabile diversificazione economica (non solo turistica).
Allora, poi c'è un altro capitolo. Affinché un tale più degno futuro si apra, è indispensabile
però fronteggiare energicamente il presente, fatto di disagio sociale esteso e crescente.
Esso colpisce i dipendenti diretti ex Lucchini, i lavoratori e le lavoratrici dell'indotto e di
conseguenza le categorie economiche del lavoro autonomo e professionale, l'intero
territorio. Non dobbiamo dimenticare che il nostro territorio conta anche altre Aziende dal
futuro incerto — Arcelor Mittal che oggi sopravvive solo grazie agli ammortizzatori sociali,
i quali non possono essere visti come una soluzione, ma solo come un modo per
tamponare e rinviare il problema. Nel momento in cui lo stesso cronoprogramma CevitalAferpi risulta dilatato fino a 4-5 anni prima di avere in marcia l'insieme delle attività
preannunciate, s'impone dunque, per quanto impegnativo esso sia, un piano straordinario
a sostegno di tutti i lavoratori in difficoltà, e voglio richiamare - il Sindaco ha illustrato tutte
le azioni che giustamente e doverosamente è stato fatto, anzi è stato fatto un lavoro
grosso da parte del Comune di ricerca di fondi di destinazione per sostegno ai lavoratori,
ma noi chiediamo che sia fatta un'azione da parte di tutti per chiedere al Governo
finanziamenti straordinari per un'area fortemente in crisi che gia' ora è segnata da molte
famiglie in grossa difficolta', ma che in un prossimo futuro credo si aggravi -. E quindi noi
abbiamo fatto anche noi un elenco delle cose che devono essere fatte: 1. la immediata
restituzione della piena disponibilità del proprio TFR ai lavoratori che ne sono titolari,
chiedendo al governo che i problemi di contenzioso ambientale non siano pagati dai
lavoratori – e quindi una soluzione che eviti ancora di fermare queste somme senza
bloccare i giusti contenziosi ambientali - 2. la riduzione delle tasse e delle tariffe, in modo
sostanziale e non simbolico (TARI, IMU, TASI, Consorzio Toscana Costa, ecc..); 3. l'
applicazione di pagamenti rateizzati a lungo termine per utenze e servizi; 4. l'erogazione
sollecita di agevolazioni e contributi (contributi per affitto, canoni di locazione ecc..); 5. lo
studio di nuove modalità per rinegoziare scadenze e tassi di interesse per mutui e prestiti,
nonché per sospenderne il pagamento delle rate; 6. il reperimento di fondi comunitari,
magari a fondo perduto, da distribuire sul territorio in varie forme per affrontare la
mancanza di liquidità per tutte le imprese, oltre a quanto messo in campo dalla Regione
Toscana; 7. la riduzione delle tasse scolastiche, dei costi di trasporto per i ragazzi e dei
costi per l'acquisto dei libri scolastici; 8. la creazione e/o il miglioramento degli interventi a
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sostegno dei lavoratori e dei componenti della società più fragili (anziani, disabili, malati);
9. la possibilità di accedere ai fondi pensionistici integrativi contrattuali; 10. l'istituzione di
un fondo di solidarietà tra chi sta lavorando a favore dei colleghi disoccupati o in cassa
integrazione; 11. per le prossime assunzioni da parte di Cevital-Aferpi, il rientro in fabbrica
prioritariamente dei lavoratori e delle lavoratrici monoreddito, con figli a carico, con mutuo
o prestiti da onorare; - cioe' dei criteri... - 12. il ripristino del contributo regionale del 15% che è stato promesso, ma ancora non ci sono gli atti - 13. Più importante di tutti gli aiuti
per i lavoratori in difficoltà economica, è operare perché questi ritrovino il lavoro anche il
lavoro che non deriva direttamente dalla fabbricazione di nuovi posti, ma che e' fatto da
lavori socialmente utili. - Quindi la richiesta da parte di tutti di una modifica legislativa e
finanziamenti straordinari per integrare i lavori socialmente utili in numero molto piu'
grande di quelli fissati finora che riescano a dare almeno un'integrazione il 20 %, della
busta paga e quindi riuscire a far fare a questi lavoratori un compito di creazione di
ricchezza su questo territorio, la creazione e la possibilita' di fare una manutenzione
straordinaria a questo territorio che ne ha fortemente bisogno anche per la sua
diversificazione, e sto pensando alla Costa Est, sto pensando al Promontorio di Piombino,
sto pensando alla citta' e ai parchi pubblici, sto pensando a tutto il territorio collinare che ci
circonda. C'è la necessita' e la possibilita' secondo me, secondo noi, di fare una serie di
interventi su questo territorio che ridiano bellezza, attrattività a questo territorio con costi
molto bassi. Finisco - per il riconoscimento dei benefici descritti in favore di lavoratori
dipendenti e autonomi in difficoltà, la base deve essere il reddito dell'anno corrente,
presumibile attraverso opportuni e tempestivi accertamenti fiscali. Tali agevolazioni
dovranno infatti decorrere immediatamente e per il tempo necessario che permetta di
giungere alla ripresa della piena attività lavorativa di tutti: dipendenti Aferpi, Lucchini,
ArcelorMittal Piombino, Sol, Dalmine, aziende dell'indotto, commercianti, artigiani,
professionisti... - cioe' il riconoscimento dei benefici deve avvenire per tutti. Ultima cosa La trasparenza e la partecipazione dell'intera comunità al processo di rinascita economica
ambientale sociale e culturale del territorio sono valori imprescindibili, per questo occorre
che ogni 2-3 mesi le istituzioni organizzino un confronto pubblico per fare il punto della
situazione. Ed aggiungo a questo anche la trasparenza sugli atti finora fatti, ancora non si
conosce di preciso quali sono le condizioni in cui Cevital ha acquistato questa industria.
Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie Bruschi. Chiamo a parlare Fagioli Fausto FIM, CISL.
Fagioli Fausto – FIM – CISL
Mah, (…) FIM, FIOM e UILM perche' come sindacato abbiamo sempre agito in questi anni
insieme a volevo fare anche alcune dichiarazioni perche' noi staremo qui in Consiglio
comunale fino all'una e poi dovremo andare a Firenze, perche' siamo stati convocati dal
governatore Rossi, comunque rimarra' per noi Vincenzo Renda che sara' pronto alle
repliche e altri sindacalisti che rimarranno insieme a lui. Mah, io in questi primi interventi
credo che sia indispensabile dire una cosa, noi non facciamo politica come sindacato, eh!
Non facciamo politica perche' mi sembra che le implicazioni che vengono sono tante di
natura politica e siccome oggi siamo abituati in questo nostro paese che siamo sempre in
conflitto in una perenne lotta di posizioni che a noi veramente non ci appassiona, e
guardate se oggi siamo ancora qui a parlare di Piombino, e' perche' non abbiamo mai
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RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
ceduto alle pressioni di nessuno, eh. Noi siamo andati contro le istituzioni quando c'era da
andare contro le istituzioni, siamo andati contro il Governo quando c'era da andare contro
il Governo e ci siamo alleati con le istituzioni e Governo quando c'erano da fare alcune
cose, perche' poi si puo' dire tutto e di piu' di tutto pero' quello che e' importante sono i
fatti, i fatti concreti che sono stati fatti dalle organizzazioni sindacali e che sono sempre
state oggetto di confronto all'interno delle fabbriche con i lavoratori, ecco perche' in questo
ruolo mi ci sento un po' largo diciamo, perche' poi noi siamo abituati a parlare in fabbrica
non nei consigli comunali e questo non vuol dire che non abbiamo a che fare con la
politica, con le istituzioni, ma noi dobbiamo cercare di avere un certo grado di autonomia
dalla politica, perche' all'interno delle nostre organizzazioni ci sono delle persone che la
pensano in modo diverso, e questo insomma deve essere rispettato da parte nostra. E
credo che i fatti siano li'! Noi abbiamo iniziato questi sette anni disastrosi dove non
possiamo far finta che nel mondo non sia successo nulla. Abbiamo assistito ad uno
tsunami di tipo economico/finanziario che e' intervenuto sul lavoro e che Piombino non
era rimasto immune da questi tipi di situazione. Noi oggi stiamo assistendo in alcune parti
della nostra Provincia, specialmente Livorno dove ci sono 33.000 disoccupati! 33.000! noi
abbiamo fatto lo stradello dal Prefetto per dire di intervenire sugli ammortizzatori sociali,
ma guardate, dico alcune cose perche' sono state oggetto di confronto con il Ministero e
con la Regione. Quando siamo stati al Ministero siamo sempre intervenuti su queste
problematiche, perche' lo scopo del sindacato non e' mica avere la cassa integrazione, la
cassa integrazione si richiede perché' si crede in un progetto, perche' si richiede un
riallaccio delle condizioni economiche e lavorative che possono riprendere, quindi la CIG
per noi e' una difesa. E siamo intervenuti anche, con quello che diceva prima Bruschi ma
anche Giannoni, al Ministero...
Interventi sovrapposti
Fagioli Fausto – FIM – CISL
Scusa, Gianardi, ho sbagliato, ho fatto confusione. Al Ministero tante volte siamo
intervenuti sugli ammortizzatori sociali di intervenire in un'area di crisi complessa come
quella di Piombino ma anche come quella di Livorno, siamo interventi sempre su queste
posizioni! Addirittura siamo intervenuti dal primo dicendo di avere un occhio di riguardo per
quanto riguarda coloro che potevano essere accompagnati in pensione con la vecchia
riforma, non con la Fornero; siamo intervenuti per dirgli di intervenire la' dove ai lavoratori
gli era stato concesso l'1,25 dell'amianto di portarlo in queste aree di crisi complessa
all'1,50, visto che poi esiste anche un provvedimento governativo che prevede questo ai
lavoratori che sono in mobilita' di andare su questo fatto. E sul TFR noi non e' che ci siamo
addormentati e non capiamo le situazioni; noi abbiamo fatto un altro tipo di percorso che
abbiamo portato anche davanti ai lavoratori nelle assemblee. Noi crediamo che il TFR, no
come e' stato fatto a Trieste, deve essere dato a tutti i lavoratori, anche quelli che oggi
sono in cassa integrazione, ma questo e' un problema in piu', eh, per noi. Noi non
vogliamo dividere i lavoratori! E, scusami Gentili, non ho apprezzato quando hai parlato
“Siamo alternativi al sindacati”, magari non la pensate come il sindacato pero' poi non puoi
venire a chiedere: “Chiediamo al sindacato di intervenire”, alternativi al sindacato mi
sembra... Faccio questa parentesi perche' per noi lo scopo...
Intervento non identificato
(Fuori microfono)
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RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
(…)
Fagioli Fausto – FIM – CISL
No, scusami, fammi parlare poi... hai parlato. Io credo... Eh, ma chi e' intervenuto ha detto
“Siamo alternativi”. Io credo che oggi noi il nostro scopo e' di tenere insieme tutti i
lavoratori, nessuno e' escluso, perche' se non si riesce a tenere tutti i lavoratori si cade in
populismi che non servono a nessuno. A noi non serve la spettacolarizzazione degli
eventi, gli egocentrismi patologici, non interessano questi tipi di discussioni, noi vogliamo
un confronto continuo, uno stimolo continuo, anche le critiche perche' ci servono le critiche
per andare avanti e fare la nostra azione, ma certamente non vogliamo dividere i
lavoratori. E per noi parlano i fatti. Quando Mordashov nel 2009 ci salutava e quando gli
chiedevamo se prevedeva un qualcosa di intervento su Piombino ci diceva: “Speriamo
nella Madonna”, noi partivamo da queste situazioni! Avevamo la Tenaris /Dalmine che
quando andiamo a Bergamo nelle slides era prevista la chiusura! E poi siamo passati,
qualcuno ha la mente corta ma bisogna ricordarglielo; siamo passati a una netta
contrapposizione verso le banche, perche' i poteri forti erano intervenuti poi sulla Lucchini
- e aveva preso il posto di Mordashov – andando contro Beltrame e il suo compagno di
viaggio non mi ricordo mai chi e' Beltrame e... va be' insomma c'era Beltrame e...
Interventi sovrapposti
Fagioli Fausto – FIM – CISL
No! No! No! No! Gozzi ci parlo dopo; Beltrame che... no! No! Insomma c'era Beltrame che
voleva acquisire la Lucchini che anche Beltrame voi sapete che era in una condizione
paurosa dal punto di vista finanziario, aveva dei grossi problemi finanziari. Nel 2013 siamo
passati a Clash e Duferco e gli abbiamo detto di no! Abbiamo detto di no perche' voleva
fare lo spezzatino all'interno della Lucchini; ci siamo contrapposti a questo! E in questo
frangente siamo andati nel tempio della finanza! Siamo andati in Piazzetta Cuccia a fare
una manifestazione perche' c'era la riorganizzazione del debito e in quel frangente noi
abbiamo avuto 2 milioni da MedioBanca, grazie alla nostra azione, ed era il primo
sindacato che andava a manifestare in Piazzetta Cuccia! Siamo andati alla Rothschild e gli
abbiamo detto che non era piu' possibile proseguire con l'amministrazione delle banche,
perche' vendevano la polpa del Gruppo Lucchini (Ascometal, Bari) e poi siamo passati alle
amministrazioni straordinarie. Ma non possiamo far finta che l'amministrazione
straordinaria comunque e' un fallimento a tutti gli effetti, eh! Noi siamo passati a una
amministrazione straordinaria dove e' stato possibile fare questo (…) perche' avevamo
una popolazione lavorativa di piu' di 500 persone, la Legge Marzano prevede questo, ma
la TRV a Livorno non si e' salvata, eh! La Mtm a Livorno non si e' salvata! Oggi quei
lavoratori gridano vendetta su queste posizioni che oggi noi abbiamo e son d'accordo che
il Governo dovrebbe intervenire, ma il Governo non interviene mai se non a livello
generale e quindi le (…) devono esser fatte, io son d'accordo con chi l'ha detto, devono
essere continuamente fatte! Ma noi ci troviamo in una situazione dove qualcuno vuol
togliere di mezzo anche il sindacato a livello governativo, non c'e' piu' la concertazione,
c'e' rimasta la contrattazione, che e' il mestiere che sappiamo fare meglio! Ma se qualcuno
pensa che il sindacato non sia stato attaccato in questi anni anche dai governi che si son
succeduti, penso che viva in un altro mondo, eh! La concertazione e' sparita! Ce ne siamo
accorti o no? E allora quello che vogliamo fare come sindacato e' di parlare non di politica,
a noi interessa discutere di lavoro, di organizzazione del lavoro, di politiche industriali, di
sicurezza, della sostenibilita' ambientale, delle catene (…) economia nell'interdipendenza
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e di come si rappresenta un mondo che e' sempre piu' frammentato e globalizzato! Qui
siamo di fronte a un agire individuale! E' finito l'agire collettivo! Non si guarda piu' in la' del
nostro naso! E allora cosa abbiamo fatto noi in questi anni? Abbiamo cercato di difendere
quello che ci pareva piu' opportuno, il lavoro! E in tanti casi non ci siamo nemmeno riusciti;
perche' il lavoro e' la cosa principale di una persona! La dignita' di un lavoratore, il
rapporto con la famiglia! Le aspettative sul futuro, sul proprio benessere, questo abbiamo
cercato di fare! Ed e' lo scopo con cui abbiamo fatto rinnovare in un'azienda in
amministrazione straordinaria 160 contratti a termine! Li abbiamo tutti fatti riprendere a
tempo indeterminato! Perche' il nostro scopo e' difendere il lavoro! E cosi' come abbiamo
fatto anche con Cevital, perche' qualcuno se ne scorda, ma 400 persone erano rimaste
fuori, e non era il nostro compito andare a vedere chi era rimasto fuori, era comunque dare
una prospettiva a tutti (…) riagganciare all'economia e a chi si potesse riagganciare alla
produzione, questo e' stato il nostro scopo con mille difficolta'! - chi e' intervenuto prima di
me le ha messe bene in evidenza – Certo ci son difficolta', non ci nascondiamo mica dietro
un filo d'erba, le difficolta' ci sono, sono tutte li' in campo, devono essere risolte! Ma
guardate, oggi dopo quello che ci era stato prospettato dopo la gara che era stata fatta
dall'amministrazione straordinaria, pochi mesi fa c'era Jindal e Jindal avrebbe preso 700
lavoratori e gli altri li avrebbe messi in un angolino; non si sapeva se voleva fare il Corex o
non Corex, questo non si sapeva, ma tanti di quei lavoratori sarebbero rimasti fuori, tanti
di quei lavoratori sarebbero rimasti fuori! Oggi c'e' un progetto diverso, condivisibile, non
condivisibile ma un progetto di respiro nell'economia della nostra Val di Cornia. Ed e' un
progetto che prevede un'industria che non sara' piu' come prima, questo dobbiamo dircelo,
non sara' piu' come prima, non ci sara' piu' un indotto come era prima, perche' comunque
quando e' stato chiuso l'altoforno, quando i lavoratori che facevano le pratiche di
spegnimento piangevano e noi eravamo li' con il patema d'animo, magari altri poi
brindavano perche' era stato chiuso l'altoforno, noi eravamo li' collaboratori a consolarli
perche' cercavamo di dargli una prospettiva. Questo e' quello che e' stato fatto. Allora, il
Progetto Cevital fa una diversificazione del territorio che come progetto industriale a noi ci
piace, ci piace perche' sappiamo che l'industria non sara' piu' quella di prima, e' inutile
negarcela, la siderurgia a Piombino non sara' piu' quella di prima, addirittura si parla di
1.400 lavoratori solo in siderurgia e gli altri devono essere ricollocati in altri settori
(agroalimentare e logistica) e sperando che al momento che parte Cevital ci possono
essere tutta una serie di attivita' industriali che ripartono, perche', guardate quelli che
soffrono di piu' oggi sono quelli dell'indotto, i lavoratori dell'indotto, eh! I lavoratori
dell'indotto dove non siamo riusciti alle aziende a fargli dare l'anticipo della cassa
integrazione rispetto a quello della Lucchini, Lucchini Servizi, con mille difficolta' perche'
con € 800,00 al mese non si campa eh, non e' quello il problema. Ma anche fra lavoratori
poi che hanno la cassa integrazione poi ci sono delle disparita', e questo non e' possibile
in uno Stato come il nostro, dovremmo avere la possibilita' tutti di accedere a un anticipo
della cassa integrazione, io lo capisco, a tutti dovrebbe essere data la risposta. E
guardate, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, siamo intervenuti tante volte
perche' sugli ammortizzatori sociali, sulla cassa integrazione c'e' una ritenuta IRPEF
enorme per un lavoratore che e' in difficolta' di lavoro; quante volte al Governo e anche
alla Regione abbiamo chiesto che fosse levata l'IRPEF sugli ammortizzatori sociali! E
continueremo a farlo, non ci fermiamo! Continueremo a farlo! Perche' una cosa e' €
800,00, una cosa e' dare € 800,00 piu' l'IRPEF che levano, piu' tutte quelle tasse che ci
sono dietro che non sto qui a discutere senno' si farebbe notte. Ma, voglio dire, non e' che
abbiamo scoperto oggi che con il Comune siamo intervenuti per diminuire le tasse ai
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lavoratori, son tre anni che lo facciamo; sui lavori socialmente utili – non so Capuano e' qui
– quante volte ci siamo visti per cercare di avere un qualcosa dove desse un po' di sfogo,
di spazio, che (…) non solo economica ma anche io parlo dal punto di vista della dignita'
della persona che viene impiegato! Perche', guardate, stare a casa oggi un lavoratore gia'
senza una prospettiva e' tremendo, ma veramente e' un qualcosa che fa impazzire, e
allora noi stiamo cercando di fare il meglio possibile su queste situazioni, il meglio
possibile! Non ci siamo mai fermati, mai fermati! Noi a volte non appaiamo sui giornali ma
sul TFR per esempio, ci ritorno, abbiamo fatto gia' due o tre incontri con la direttrice
dell'INPS, gli abbiamo consegnato una lettera scritta, ma, guardate, noi non vogliamo
seguire la strada, come dicevo prima, di Trieste, perche' a Trieste hanno preso solamente i
lavoratori che sono passati a Arvedi, noi vorremmo che prima di tutto sia dato il TFR ai
lavoratori oggi in cassa integrazione perche' sono quelli che ne necessitano di piu'.
Ricordatevi, che noi abbiamo fatto dare, poca cosa, a luglio il fermo di produzione ai
lavoratori in cassa integrazione, il premio di produzione, siamo stati criticati da tanti per
quello, eh, siamo stati criticati da tanti per quello, alcuni anche perche' si dice che stiamo
erodendo i soldi dei creditori, ma i lavoratori pochissimo non servono per andare avanti ma
qualcosina abbiamo fatto, e siamo qui per continuare a farlo, con l'onesta' che c'e' sempre
stata diciamo data da tutti, perche' guardate essere ancora in piedi oggi a Piombino e'
difficile eh, e le scelte sono state individuate tutte, sono state individuate tutte dal
sindacato. Io non ho nessun tipo di ripensamento su quello che e' stato fatto da FIM FIOM
e UILM in questo territorio. E il modello Piombino che continuamente qualcuno cerca di
mettere e rimettere in risalto e di criticarlo, io dico che non ha niente di politico, eh, il
modello Piombino; il modello Piombino e' nato nel 2009 quando i lavoratori della Dalmine
erano tutti licenziati – ci s'ha la memoria corta senno', eh! - e nelle slides che guardavamo
a Bergamo Piombino era chiuso! Siamo riusciti a dare un'impostazione diversa dove il
modello Piombino e' fatto non solo dal sindacato che ha proposto questo tipo di
atteggiamento, ma e' stato fatto dall'insieme delle imprese! E' stato fatto dalle istituzioni! E'
stato fatto da una citta' intera che aveva come obiettivo comunque di non far chiudere
Piombino! Vi ricordate? “Piombino non deve chiudere!”, questo era il nostro slogan! Quello
e' il modello Piombino! Non c'e' niente di politico! Perche' noi non facciamo politica, lo
ripeto, non vogliamo fare politica! La politica lasciamo a chi la sa fa' bene, la nostra e' la
contrattazione, poi dobbiamo avere a che fare anche con la politica e con le istituzioni; e
siamo venuti anche in questi banchi – e concludo – a proporre dei documenti che sono
passati maggioranza, eh! Io me lo ricordo, eh! C'ho la memoria buona purtroppo! Siamo
venuti in questi banchi, magari c'era un'altra... c'era un'altra, forse Trotta me lo ricordo
perche' c'era, abbiamo proposto dei documenti che sono passati all'unanimita' sulle
posizioni del sindacato insieme alle istituzioni e a tutta la politica e a tutta la citta', questa
e' stata la nostra forza! E non vogliamo che questa forza venga messa in discussione.
Ecco, queste sono le cose che abbiamo fatto come sindacato, continueremo a batterci
perche' a Piombino ci sia sicuramente uno sviluppo, siamo in ritardo, e' vero chi lo diceva,
ma noi vogliamo che questo progetto non sia buttato a mare, noi vogliamo accompagnare
Cevital a fare gli investimenti che ha detto, perche' solamente se Cevital inizia a fare gli
investimenti si inizia lo smantellamento delle aree, ci sara' lavoro per tutti, altrimenti
alternative oggi non ce ne sono.
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Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie davvero. Allora, prima di chiamare Gabrielli della FIOM CGIL; mi sono dimenticato
di nominare gli scrutatori; nomino Barsotti e Pietrini per la maggioranza, Gelichi per la
minoranza. Grazie. Prego, Gabrielli.
Gabrielli Luciano – FIOM CGIL
Mah, io credo che in questo Consiglio comunale sia importante essere chiari su tutte le
questioni, perche' giustamente quando Callaioli ha presentato il documento dei lavoratori,
ha parlato di un documento alternativo al sindacato e quindi bisogna chiedergli alcune
cose. Io partirei da questo, partirei dal fatto che se siamo qui , come diceva Fausto, a
discutere ancora di Piombino e dei suoi progetti, e' grazie alle lotte dei lavoratori, alle lotte
di un'intera citta'. Io credo non sia giusto oggi dividere i lavoratori, perche' comunque
avremo bisogno di quelli in cassa integrazione e di quelli al lavoro se vogliamo
raggiungere il 100% degli obiettivi. Io pero', mi perdonerete, farei un passaggio dall'inizio,
poi diro' anche qual e' il pensiero del sindacato sul futuro. La crisi inizia nel 2008;: il
27.09.2010 c'e' Beltrame e il Fondo Apollo che vogliono comprare la Lucchini e solo con
un articolo che esce del sindacato in cui rifiuta l'idea del forno elettrico e crede
nell'altoforno, permette di respingere questo attacco a Piombino, al fatto che si voglia
chiudere l'altoforno. Ci sono varie vicende; “Il Tirreno” dice: “Flop” la manifestazione fatta
alle 02.30 del pomeriggio del sindacato in cui si sale sul silos per evidenziare che c'e' un
problema serio a Piombino, che c'e' una fabbrica che sta chiudendo. Si intitola “Flop” la
manifestazione, c'era poca gente, poi verra', le persone verranno in seguito . Si va poi con
le banche che comunque vogliono cercare una soluzione e bruciano risorse ma, l'ha gia'
raccontato Fausto non sto qui a ripeterlo, comunque la discussione delle banche si
presenta Clash e altri soggetti. Il 21.12.2012, dopo una grande manifestazione fatta in
Piazza Verdi, di sera, si va verso il commissariamento e viene il Commissario. Questa e'
una scelta che fa il sindacato sapendo che e' una parte dolorosa perche' vuol dire
fallimento, ma era l'unica possibile perche' le banche non ci avrebbero dato prospettiva,.
Si presenta ancora Beltrame, Duferco e Clash; tutti pensano di chiudere l'altoforno,
nessuno da' speranze al ciclo integrale a Piombino, si parla di Corex, si va a convegni per
provare a trovare soluzioni future ma nessuno ci da' la possibilita' di mantenere l'altoforno
in piedi. L'altoforno viene fermato da Chindemi e il Commissario lo fa ripartire con un
esborso molto, molto oneroso. Il 12.02.2014 c'e' ancora Clash e arriva Khaled c'e'
Duferco, Khaled si vede che da ultimo sara' un falso imprenditore ma ci consente di
mantenere l'altoforno in piedi fino al 24.04.2014, giorno della data poi dell'Accordo di
Programma, eravamo sulla strada. Il 26.04.2014 si parla che Piombino potrebbe avere
un'altra economia perche' ormai la siderurgia e' finita. Dico queste cose perche' sono
importanti nella nostra storia, c'e' Jindal e da ultimo appare Cevital fuori tempo. Il
Commissario che va in India, perche' Jindal nel frattempo e' sparita, dice che non e'
sufficiente la proposta Jindal, questo permette a Cevital di entrare nella gara; questo e'
importante perche' nel frattempo c'e' anche un convegno al Perticale dove il Sindaco
aveva preso l'impegno a fare il Consiglio comunale aperto, in cui tutti sono contrari alla
ripartenza dell'altoforno, tutti! Anche chi ha parlato qui delle associazioni; e tutti sappiamo
che senza altoforno ci sara' due o tre anni in cui bisogna soffrire. Cassa integrazione;
abbiamo chiesto a tutte le imprese al momento della ferma dell'altoforno di non licenziare
nessun lavoratore delle imprese e fare la cassa integrazione per credere in un progetto, ci
hanno dato ascolto le imprese poi da ultimo non abbiamo retto piu', perche' i tempi sono
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allungati e molti lavoratori sono gia' in naspi. Qui ho visto tutte le imprese manca un pezzo
dell'indotto, che sono i lavoratori delle imprese metalmeccaniche, che sono gia' molti in
naspi, qualcuno piu' fortunato in mobilita'. Ci siamo inventati cose incredibili per provare di
mandarli in naspi, dalla 3Emme alla CMT, alla Harsco, alla Pmi e altre, pero' siamo in
quella situazione. Oggi dove siamo? Mah, intanto io parlerei e direi che oggi mi aspetto un
documento da questo Consiglio comunale in cui si dica intanto che noi abbiamo delle
fabbriche che si chiamano: Dalmine, Magona, Lucchini e Imprese dell'Indotto. Abbiamo un
problema sull'energia che riguarda non solo le imprese chiaramente Elettra, Edison, ma
riguarda anche la Magona al costo di energia, riguarda anche la Lucchini il costo
dell'energia, perche' non credo che a € 75,00 si faccia forni elettrici, il costo dell'energia, e
quindi io credo ci sia un problema che noi bisogna ricordare sia le istituzioni nazionali, e
quindi al Governo, sia a livello locale il fatto che dobbiamo avere un accordo sull'energia
nel nostro territorio che riguardi la Magona, la Lucchini, la Dalmine e le imprese, perche'
senza abbassare il costo dell'energia se la Magona continua a pagare € 138,00 di energia,
io vedo un rischio. Noi ci siamo battuti. Qualcuno ricordava la Magona ha il contratto di
solidarieta' al 60%, c'erano 300 esuberi che abbiamo recuperati nel contratto di
solidarieta', e' ripartito il tandem che e' il laminatoio di Magona, cosa molto importante. E
noi rischiamo se non c'e' una risposta sull'energia che ce lo richiudano. Allora, oggi
abbiamo la possibilita' e l'abbiamo riaperto, vogliamo che nel futuro venga mantenuto
aperto e ci possa fare anche magari lo sviluppo di aprire anche il decapaggio, ma credo
che noi dovremmo dare una risposta su questo: FIM, FIOM e UILM. FIM; FIOM e UILM
organizzeranno su questo, nei primi giorni di novembre vedremo come, comunque una
manifestazione o comunque un movimento e da questo punto di vista vedremo come lo
faremo perche' ci stiamo sempre ragionando, ma lo faremo sul fatto dell'energia e degli
ammortizzatori! Perche', come diceva Fausto, il problema noi l'abbiamo soprattutto
sull'indotto. Perche' e' vero, c'e' una difficolta' poi spieghero' cosa pensiamo, sul fatto del
salario degli ammortizzatori ma abbiamo un problema. Sulla Lucchini abbiamo fatto un
accordo, a proposito la data sugli organici e' 30.04.2015, quando si discute che tutti
saranno assunti, questa e' la data 30.04.2015: 1080 subito, 1080 entro e non oltre il
06.11.2016, questa e' la data: 30.04.2015. E rispetto a questo chiaramente c'e' un
problema: perche' abbiamo fatto questo scelta? Senno' ci si dimentica dei pezzi. Perche' il
contratto di solidarieta' per la Lucchini... per Aferpi per l'esattezza, non per la Lucchini per
Aferpi, dura fino a giugno 2019. se avessimo fatto un discorso di assunzione subito, dopo
due anni, come qualcuno diceva, sarebbero stati tutti licenziati i lavoratori; oggi non e'
cosi', quindi questa posizione e' sparita dalle testate giornalistiche, dalla discussione, non
e' piu' cosi' perche' c'e' questa possibilita'. Quindi un sindacato deve ragionare su che
cosa? Sul fatto che io oggi prepari i lavoratori, anche se ci possono essere dei ritardi, al
fatto che domani li possa inserire in quel pezzo, tutti i lavoratori possibilmente potrei
inserire in quel pezzo, perche' questo dev'esse' il ragionamento! Che io abbia questa
condizione, prepararli, fare la formazione quindi ai lavoratori, a tutti i lavoratori, a 1080 per
poter, se avro' difficolta' in futuro, inserirli in quel pezzo, perche' il 6 novembre 2016 non ci
sono scusanti, saranno tutti in Aferpi, saranno tutti in Aferpi e quindi quei lavoratori hanno
quella condizione, ma io ho il problema di quelli dell'indotti, quelli che sono in naspi da
maggio, dal 5 maggio i primi quelli della TrEmme, hanno solo, hanno solo due anni di
naspi di copertura, quelli piu' fortunati perche' la cassa integrazione e' neutra, altre cose
non sono neutre, qualcuno ha meno di due anni quindi. Quindi ci occorre il tempo; ma se
io mettero' in formazione quelli della Lucchini, potro' avere la condizione che quelli delle
imprese facciano le bonifiche! Facciano le bonifiche, ma un momento! Io debbo sapere
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oggi cosa faranno i lavoratori delle imprese domani, perche' le bonifiche si' e' un lavoro ma
e' un momento di passaggio, e quando il sindacato ha detto nella data al Perticale nella
prima riunione che era l'unico sindacato – scrive ancora i giornali “Il sindacato fa il tifo per
l'altoforno”, ma perche' 'un siamo mica scemi, eh! - e' chiaro che con l'altoforno in marcia
avevi il lavoro, eh, senza il lavoro non hai il lavoro! E quindi io mi meraviglio che si legga
dei documenti di questo genere su chi ha professato la chiusura dell'altoforno e quindi non
sia d'accordo sulla loro ripartenza. Poi e' Cevital che ha scelto di non farlo ripartire, ma
tutta la citta', o una parte della citta' e' piu' corretto dire, era contro questa ipotesi, e debbo
dire che quindi se ho copertura per i lavoratori di Lucchini devo trovare le condizioni per
cui i lavoratori delle imprese lavorino ed e' chiaro che dovro' fare formazione, perche'
serviranno nuove iniziative, come (…) e lo smontaggio delle navi, devo preparare i
lavoratori delle imprese per quelle attivita', questo deve essere il nostro compito. Quindi
oggi. Io credo che bisogna pero' essere onesti fino in fondo. Il 5 di novembre 2015 Nardi
scade, Nardi scade! 5 novembre 2015! gli puo' essere dato un anno di proroga e va al
2016, o puo' essere nominato un liquidatore; non cambia la condizione della cassa
integrazione perche' ha ancora un anno, quindi si arriva a novembre 2016 comunque ma
cambia la condizione, cambia totalmente la condizione perche' diventerebbe liquidatore,
non gli cambia la condizione. Io credo che noi dobbiamo difendere con le unghie e con i
denti il progetto Cevital. Dobbiamo sostenerlo e bisogna chiedere ad Aferpi che creda
l'E.N.E.L. Progetto e dia i segnali giusti del progetto che deve portare avanti! Deve dare
Cevital il sostegno chiaramente al suo progetto. Ci diranno i tempi? Penso sia importante
che ci diano i tempi; penso sia anche importante che si ordini pero' un forno elettrico di
nuova generazione perche' sarebbe imperdonabile che l'investimento fosse fatto magari
per risparmiare su un'altra cosa. Qualcuno diceva il documento di “Il Tirreno” che e' uscito,
era gia' uscito su un giornale algerino, il fatto che Rebrab e' stato accusato da un Ministro
in Conferenza Stampa di questo Ministro, del fatto che ha aumentato la fatturazione, da
2,7 milioni a 5,7 milioni. Mah, io l'ho presa che, chiaramente e' un rischio, si' e' un rischio,
puo' essere un rischio. Credo che lui ha risposto – perche' io ho letto anche la risposta di
Rebrab e credo che sara' un confronto che dovranno fare – non credo che incidano sul
discorso degli investimenti a Piombino, ci son soldi fermi in Algeria per gli investimenti di
Piombino e quindi e' chiaro che lo sforzo si e' fatto perche' devono essere chiaramente
portati avanti. Quindi io mi aspetto oggi da questo Consiglio un documento in cui si dica
che c'e' un problema che riguarda l'energia nel nostro territorio, e quindi dobbiamo
spingere su questo, che riguarda tutti i soggetti, da Magona, Dalmine e Lucchini, un
problema di energia sul nostro territorio, e mi aspetto che si faccia un documento in cui si
dica che Cevital deve dare delle risposte ma il progetto deve andare avanti, non c'e'
alternative a Cevital! Oggi non c'e'! Oggi non c'e'! E non c'e' nemmeno lo Stato, lo
vedremo a Taranto, se non si sblocca un po' i soldi di Riva vedremo cosa succedera' a
Taranto rispetto alle situazioni. Comunque e' una fabbrica che deve essere chiaramente
diciamo cosi' “pulita” per far posto a un altro imprenditore magari Mittal o magari a un altro,
ma che chiaramente non si prendera' la responsabilita' delle bonifiche e quant'altro. Debbo
anche dire per onor del vero, che i soldi pubblici sono stati spesi, chiaramente sul porto
che fa da volano all'economia, ma Cevital non ha assunto i lavoratori con il job act, non ha
gli sgravi fiascali del job act, non ha quindi da questo punto di vista agevolazioni, deve
spendere chiaramente nei terreni assegnati le bonifiche che deve fare lei; giustamente,
sulla sicurezza e' iniziato un buon lavoro dopo lo sciopero fatto da FIM, FIOM e UILM,
sullo sciopero sulla sicurezza, quindi si puo' scioperare, non si puo' chiedere aumenti
contrattuali finche' non si cola l'acciaio ma si puo' scioperare; si puo' scioperare per la
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sicurezza, si puo' scioperare perche' se il progetto magari non arriva o per altre cose,
perche' l'accordo lo prevede lo sciopero, ma e' chiaro che noi il nostro compito e' quello
che Cevital dia un segnale chiaro che il progetto va avanti, perche' per risolvere il
problema di tutti i lavoratori - e debbo ricordare sempre li' al Perticale il sindacato aveva
garantito tre o quattro cose, non saremmo tornati... l'accordo sarebbe stato fatto: sugli
scatti di anzianita' mantenuti ai lavoratori, sulla mensa – perche' i lavoratori dovevano
avere la mensa e quindi garantire non solo il fatto che (…) da mangiare ma anche delle
lavoratrici, chiaramente che la mensa sia aperta, non che si torni al vecchio panino - la
casa mutua integrativa e i livelli di inquadramento. Perche' se 1.450 persone dovrebbe
essere la stima che sta in siderurgia, gli altri che andranno alla logistica o
all'agroindustriale manterranno il proprio livello di inquadramento e quello se lo portano
dietro; avranno da fare a volano un futuro? Si'! Perche' magari se verra' assunto un
giovane lavoratore nell'agroindustriale avra' un contratto agroindustriale, trovera' quello
che avra' chiaramente una storia che s'e' portato dietro piu' alta e puo' fare da volano per
migliorare le condizioni di questi lavoratori. Dicevo, sulla sicurezza e' nata questa
Commissione cui ci sono le RSU, le RLS della Lucchini e vediamo se l'azienda
rispondera', e' stato fatto uno studio, vediamo se l'azienda ci mettera' i soldini per risolvere
alcune situazioni, pero' io credo che questo in questo momento noi dobbiamo privilegiare
l'unita' di intenti, perche' il percorso e' ancora difficile e complicato. Il progetto e' ambizioso
di difficile realizzazione ma noi abbiamo di fronte il problema di Aferpi che deve andare
avanti, abbiamo il problema della Magona che se non glielo risolviamo ci troveremo ad
aprile 2016, o forse prima, con grosse difficolta'; abbiamo il problema della Dalmine che
sta facendo ristrutturazione la Dalmine perche' pensa e ha studiato che il petrolio per i
prossimi quattro anni non aumentera' piu' e quindi sta facendo ristrutturazione, in cui
mettono in discussione o possono mettere in discussione anche il fatto del porto come
volano per il discorso Dalmine, quindi la faccenda e' complicata, mettendoci dentro anche
l'indotto. Dobbiamo avere sicuramente la preoccupazione e nono dormirci la notte su
queste cose qui, ma dobbiamo ragionare di giorno e capire qual e' la strada giusta da
percorrere per trovare le soluzioni. Quindi FIM, FIOM e UILM si muoveranno per iniziative,
energia e ammortizzatori, perche' chiaramente i lavoratori delle imprese sono quelli piu' in
difficolta' e dobbiamo tutelarli fino in fondo, piu' grave a Livorno che a Piombino ma e'
chiaro bisogna ragionare su questo; l'altro, e' chiedere a Cevital di accelerare il piano e di
fare accordi che possano pensare che se c'e' un ritardo dobbiamo tutelare i lavoratori
mettendoli dentro un meccanismo che gli consenta di avere la dignita' di lavoro e di
salario. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
A questo punto invito i gruppi consiliari a prenotarsi per il dibattito consiliare. Vedo tutti i
gruppi: Callaioli a lei la parola.
Fabrizio Callaioli - Presidente Rifondazione Comunista
Bene; di nuovo buongiorno a tutti. Mi voglio, prima di iniziare il mio intervento soffermare
immediatamente su una circostanza che a mio avviso non e' stata adeguatamente
stigmatizzata fino ad adesso, ossia l'assenza di Aferpi in questo Consiglio.
Aferpi era stata invitata a confrontarsi con la citta', perche' questa e' la citta', il Consiglio
comunale e' il luogo in cui si rappresentano i cittadini, in cui si rappresenta tutta la
comunita', e i problemi di cui stiamo palando sono quelli che riguardano il futuro di una
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comunita' e direi non solo piombinese ma di tutta la Val di Cornia per chissa' quanti anni o
forse decenni. Aferpi viene qua, compra qualcosa che equivale praticamente a tutte le
sinergie economiche di questo territorio e non sente il bisogno di rispondere all'invito della
citta' per confrontarsi sui contenuti che piu' ci preoccupano: non mi sembra un buon inizio!
E mi esprimo in maniera edulcorata, perche' e' una cosa che mi preoccupa ma non solo
perche' credo che non sia riguardoso nei nostri confronti, e quando dico nostri non dico
solo del Consiglio comunale ma della comunita' piombinese, non e' solo poco riguardoso
di questo e' preoccupante perche' ho paura che Aferpi non abbia qualcosa di veramente
rassicurante da dirci, perche' se avessero avuto qualcosa di propositivo, qualcosa di
sicuro, qualcosa di buono da dirci sarebbero venuti! Detto questo, prima di proseguire ci
terrei a leggere due righe scritte dai compagni del Circolo Lavoro del PRC. “Vogliamo
esprimere il pensiero di chi sta vivendo sulla propria pelle il malessere e l'umiliazione di
non poter lavorare, oltre al problema economico, e di chi pur lavorando ha la sensazione
di operare in una fabbrica che non c'e'. noi vogliamo esprimere alle istituzioni e all'azienda
che non e' presente in questa sede, il disagio che hanno gli operai, ripetiamo, tutti! Da
quelli in CIG a quelli che lavorano. I lavoratori stanno facendo e hanno fatto la loro parte;
hanno firmato un accordo dove hanno rinunciato a buona parte dei loro diritti e ad una
buona fetta di salario, e adesso vogliono tornare al lavoro nei tempi prestabiliti dal
industriale. Il primo luglio era la data che doveva portare il cambiamento di Piombino ma
questo non sta avvenendo. Capiamo che nessuno ha la bacchetta magica ma il tempo sta
passando e le notizie che abbiamo non sono confortanti: tavoli, riunioni, capine di regia,
accordi di programma, ad oggi non hanno portato a niente. Nessuno sta mettendo fretta a
Rebrab, ma si continua a chiedere di aspettare e di comprendere. Chi pensa di continuare
a coccolare una multinazionale, sbaglia! Perche' se Cevital ha comprato deve rispettare gli
accordi stipulati e il Piano Industriale nei tempi stabiliti e non presentarsi qui per
informare i cittadini, e il non presentarsi qui per informare i cittadini dimostra che non
merita la nostra comprensione. Quindi le istituzioni locali, regionali e nazionali devono
stringere il cerchio, noi siano pronti ad una grande mobilitazione insieme a tutti i cittadini,
altro che coccole. Circolo Lavoro PRC.”
Allora, proviamo ad affrontare questa discussione ricapitolando un po' come siamo arrivati
a questo punto, perche' intanto non posso mancare di rivendicare un percorso dialettico in
cui noi, come Rifondazione Comunista insieme a pochi altri, abbiamo sempre parlato di
intervento dello Stato, ma non solo perche' una comunita' di 60.000 abitanti come quella
della Val di Cornia, non puo' essere abbandonata al mercato e alle regole selvagge del
mercato, ma anche perche' riteniamo l'acciaio un settore strategico per tutto l'interesse
nazionale, produrre acciaio non e' come produrre sedie, frigoriferi o impianti hi-fi, produrre
acciaio significa fornire a una nazione il semi prodotto base per renderla industrialmente
indipendente. Vi immaginate il giorno in cui dipendessimo dalla Romania o dall'India per
l'acciaio? Gia' l'Italia dipende per il petrolio da qualcun altro, e questo e' stato in passato
dimostrazione di grossi problemi, di certo noi non possiamo pensare di lasciare al mercato
tutte le decisioni, per questo abbiamo sempre chiesto l'intervento dello Stato se non
attraverso l'appropriazione, come riteniamo, quanto meno attraverso delle partnership, o
attraverso comunque una programmazione industriale seria! In Italia sono vent'anni e piu'
che non si fa programmazione industriale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Eravamo
la quinta potenza industriale del globo e adesso perdiamo un milione di posti di lavoro
all'anno! Allora, evidentemente noi abbiamo bisogno di programmazione e di intervento
dello Stato, pero' siamo sempre statti soli a chiedere questo. Il Governo ha dimostrato di
credere in qualcosa di diverso, l'ha dimostrato anche di recente quando ha firmato i patti di
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partenariato transatlantico, per chi non lo sapesse, sono i patti con cui una nazione si
impegna a non difendere i propri prodotti, si impegna a non difendere il proprio tessuto
industriale, anzi accetta di essere chiamata a rispondere in maniera risarcitoria ove si
azzardasse a emanare norme che difendono le imprese italiane. Questo vuol dire stare
dalla parte delle multinazionali; questa e' una scelta politica! E decidere di non chiedere
l'intervento dello Stato e' una scelta politica, uno sceglie da che parte stare. Perche'
guardate che questo concetto se venisse chiesto e fosse stato chiesto da molti e non solo
da noi, sarebbe servito a spostare il consenso, la politica si fa spostando il consenso,
almeno in democrazia, cio' significando che probabilmente avremmo potuto ottenere di
piu'! Cio' significando che forse chi rappresenta i lavoratori, avrebbe potuto godere di una
posizione contrattuale piu' forte nella trattativa con Cevital. In politica si sposta tutto in
pochi giorni, la politica e' l'arte della variabilita', ma se si fa una scelta e si sceglie di
seguire il Governo dicendo che non si parla di intervento dello Stato, non si puo'! E' un
mantra! E' scritto sulla Bibbia che non si puo' parlare dello Stato, allora si fa una scelta
politica! E il Governo cosa fa? Manda a Piombino il Commissario Nardi, il Dr. Piero Nardi,
che gia' ha condotto questa fabbrica in passato in tempi diversi e che evidentemente
conosce benissimo, e e' stato protagonista di una trattativa che non ci soddisfa, perche'
dopo vari soggetti, come Kaled che sono venuti qua a prenderci in giro, ha venduto il
secondo impianto industriale piu' grande d'Italia ad una multinazionale algerina per tre
palanche. Perche' io nei mesi passati ho chiesto spesso di conoscere i termini di quel
contratto? Perche' io dai termini di quel contratto riesco a capire la serieta' dell'impegno:
chi spende molti soldi, chi investe molto evidentemente se non vuol buttarli via, ha
intenzione seriamente di impegnarsi nella produzione di acciaio, perche' la Cevital
purtroppo non ha una storia un core business, come si dice oggi, tale da rassicurarci sul
piano dell'acciaio, non l'ha mai fatto, la Cevital fa altre cose. E cosa ha comprato la
Cevital? E cosa ha venduto Nardi in questa trattativa? Ha venduto molto di piu' che una
fabbrica. Perche' ricordiamoci che l'acquisto di questa fabbrica era il veicolo, la strada o la
porta di ingresso, se vogliamo, per accedere a beni di altro e rilevante interesse: il porto
prima di tutto! Piombino quando saranno ultimati questi lavori sara' l'unico porto fra
Genova e Napoli ad avere fondali di 20 mt. ne' Livorno, ne' Civitavecchia, ne' i porti piu'
piccoli che non sto ad elencare, hanno possibilita' di questo genere, questo significa poter
ospitare le super navi! E questo significa per chi gode di questi attracchi di fare lauti
guadagni sui trasporti, perche' io raddoppio la merce trasportata e quindi dimezzo i costi.
Vi rendete conto della ricchezza che rappresenta il Porto di Piombino? Ma Cevital non ha
preso solo questo! Cevital ha preso aree industriali di grandissimo interesse, perche'
guardate che i siti dedicati alle grandi industrie pesanti non sono come quelli di Campo alla
Croce a Venturina, non sono quelli che si gestiscono semplicemente con il piano
urbanistico del Comune di Campiglia che dice: “Qui si fa un'area industriale e chi vi
accede aprira' un'impresa per costruire scarpe, cappelli, borse o quant'altro”. Questi siti
sono una cosa diversa! Sono siti di alto interesse nazionale contingentati a livello
nazionale! Per fare un esempio, se l'E.N.E.L. va a Grosseto nell'area urbanistica dedicata
all'industria e dice di aprire una centrale, non lo puo' fare, perche' una centrale e' un
impianto di alto interesse nazionale ad alto impatto ambientale che deve essere
contingentata a livello nazionale. Quindi, vi rendete conto della ricchezza che
rappresentano le aree che sono qui a Piombino? Queste sono aree per industria pesante,
non viene a fare agroalimentare intendendo confetture, inscatolamento di prodotti
alimentari eh, Cevital ha intenzione se lo fara', di produrre biodiesel e cose di queste
genere, quindi impianti ad alto impatto che si possono costruire solo su aree di alto
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interesse nazionale, questo e' quello che e' stato venduto a Cevital. Allora, Cevital ha
comprato il piu' grande impianto industriale italiano dopo Taranto, per la somma di €
5.849.493,15. Il costo di una villa, se qualcuno va su internet vedra' che in Via Amendola
c'e' una villa che costa 5 milioni! Allora e' stato venduto il secondo impianto industriale
d'Italia per 5 milioni! Hanno comprato un'infinita' di spazi e di aree, questo qui e' il
riassunto di tutte le particelle - sono 30 pagine mi pare, no 23 pagine! - immobiliari,
perche' non e' tutto demaniale, eh, ci sono anche aree di proprieta', oltre agli immobili
della direzione, delle portinerie, tutto questo popo' di ben di Dio per neanche 6 milioni, solo
l'impianto del treno a vergella costa di piu'! Solo l'impianto di un treno di laminazione costa
di piu'! Per la cronaca, la Vertec e' stata venduta per € 15.000,00; la Lucchini Servizi e'
stata venduta per € 10.000,00!
Allora, tempo addietro ho avuto modo di esaminare il parco macchine della Lucchini
Servizi, e' composto da decine di camion, motopale, ruspe, benne, gru! E tutto questo e'
stato venduto per il prezzo di una panda aziendale, perche' gia' con l'aria condizionata
costa di piu', perdonatemi il sarcasmo! Allora io mi chiedo: cosa mi devo aspettare da
un'azienda che oggi non viene a confrontarsi con questa citta'? Cosa mi devo aspettare da
chi ha comprato per tre palanche il secondo impianto industriale d'Italia? Cosa mi devo
aspettare da chi, rappresentando una multinazionale enorme in un paese come l'Algeria
che non e' la Francia, non e' la Germania, la' il potere e' veramente il potere! Uno come
Rebrab che viene indagato per aver gestito in maniera poco trasparente dei capitali. Io
spero veramente che non ci ritroviamo di fronte a un altro che ci prende in giro, perche' io
in questa citta' ci abito, ci lavoro, c'ho dei digli da crescere e veramente spero che queste
mie preoccupazioni siano sgombrate da un'azione seria, ma questa azione seria noi la
dobbiamo chiedere smettendo di balbettare e di coccolare l'imprenditore, perche' fino ad
adesso non si e' mosso niente! Siamo sempre a discutere dei progetti che devono far
partire le bonifiche, ora viene presentato questo, fra due settimane ci diranno quest'altro,
pero' fatti parlano chiaro! E' tutto fermo e nessuno ci dice niente! Allora in questo c'e'
bisogno che la citta' si svegli! C'e' bisogno di una grande mobilitazione per spostare il
consenso, perche' solo spostando il consenso costringeremo il Governo a prendere
l'iniziativa e a tutelare gli interessi di Piombino e per questo sarebbe anche bene smettere
di trattare da gufi quelli che hanno il coraggio di manifestare queste preoccupazioni,
perche' questa storia dei gufi – concettualmente anche un po' volgare, perche' in politica
ci si attacca anche in maniera feroce, e' la politica, pero' si usano i contenuti non ci si
mette a parlare di gufi. Quello che divide i lavoratori non e' aver detto che c'e' un pensiero
alternativo a quello della dirigenza sindacale, poi chi e' interessato lo dira' se e' un
pensiero alternativo o meno; quello che ha diviso i lavoratori e' che la' ci siano mille
persone che sono rientrate secondo la logica del “Te si'! E te no!”. Io conosco molti
lavoratori il cui posto di lavoro esiste ancora! Perche' chi era all'altoforno, e' comprensibile,
gliel'hanno chiuso!
Ma chi lavorava ai treni ed e' rimasto a casa non si spiega il perche' il suo posto di lavoro
esista ancora, ma lui e' rimasto fuori, questo divide i lavoratori! E magari anche inventare
scuse veramente impercorribili come andare a raccontare in giro, poi qualcuno l'ha fatto
poi qualcuno mi dira' chi pero' qualcuno l'ha fatto, per dire che il sottoscritto era
responsabile del mancato pagamento dei TFR perche' aveva fatto una causa per il TFR
contro la Lucchini. A parte che e' una bugia perche' non ho fatto alcuna causa per il TFR
contro la Lucchini, ma anche se l'avessi fatta, non esiste una regola tecnica, giuridica o
politica per cui una causa possa bloccare il percorso di pagamento dei TFR, prima di dire
queste sciocchezze anche offensive, soprattutto anche sul piano personale, bisognerebbe
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pensarci! I lavoratori si dividono quando non si difendono! Cosi' si dividono i lavoratori, a
non difenderli! E invito tutta la citta' ad una mobilitazione seria e vera, perche' altrimenti ci
seppelliranno! Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Pasquinelli, a lei la parola.
Daniele Pasquinelli - Presidente Movimento 5 Stelle
Grazie Presidente. Mi scuserete se oggi il mio intervento sara' un po' confusionario, ma mi
ero fatto mentalmente una scaletta, pero' gli interventi sopraggiunti fino ad ora sono
interessanti e meritano di essere approfonditi. Alcuni spunti mi sono venuti dagli interventi
che hanno fatto le organizzazioni sindacali poco prima: Fagioli qui diceva e rivendicava
con orgoglio il fatto che loro non fanno politica, pero' signori miei qui siamo in un Consiglio
comunale, qui si fa politica, mi piacerebbe che si facesse “Politica” questo e' il nostro
compito e uno dei problemi principali di questo paese e' che politica non si fa piu'. Cosa
intendo io per politica? Politica e' programmare, avere visioni di lungo termine. E la prova
di quanto sto dicendo me l'ha data Luciano Gabrielli durante il suo intervento quando ha
detto una cosa che forse e' passata in secondo piano pero' mi ha colpito molto, cioe' la
presenza di Kaled, imprenditore poi rivelatosi fasullo – mi pare tu abbia utilizzato questi
termini – e' stata funzionale al mantenimento in marcia dell'altoforno fino a maggio.
Signori, allora chiudiamo i consigli comunali, chiudiamo Palazzo Chigi, andiamo tutti a
casa e commissariamo l'Italia! Cioe', la presenza di un imprenditore poi rivelatosi un
delinquente di fama internazionale, e' stato quello che ha permesso il mantenimento
dell'altoforno in marcia per ulteriori mesi? Questa e' la morte della politica.
Oggi devo ammettere che mi sono presentato in questo Consiglio con un senso di
disillusione, perche', come e' gia' stato detto in precedenza da Fabrizio, anche io ritenevo
che la mancanza dell'interlocutore principale, cioe' l'unico che avrebbe potuto portare degli
elementi innovativi al dibattito, alla discussione, era Aferpi. Tuttavia pero' vedendo la
partecipazione che c'e' stamani a questo Consiglio, un po' di speranza in piu' che stia
nascendo un po' di visione critica su quanto sta accadendo nel nostro territorio, (…), anzi
vi invito poi a non limitare la vostra presenza nei consigli comunali solo a quando si
discute di Aferpi o quando si parla di reindustrializzazione ma per noi tutti penso,
trasversalmente e' uno stimolo quindi se potete partecipate nei consigli comunali. Dico
questo perche'? Oltre a essere quello che io ritengo uno sgarbo istituzionale, cioe' la
mancata presenza oggi nella rappresentanza Aferpi, e' il sintomo chiaro della chiusura al
dialogo. Oggi un Consiglio comunale e' la rappresentanza di tutta la citta', maggioranza,
opposizione, ognuno rappresenta una fetta ma qui nel complesso e' rappresentata tutta la
Citta' di Piombino, e dire: “No, io non vengo”, tra l'altro poi - mi correggera' il Presidente
del Consiglio se sbaglio, dicendo: “Questa non e' la sede opportuna, ci saranno altri
luoghi, altri momenti in cui saremo disposti a confrontarci”. Ecco, io credo che fin da ora
vada messo in tavola un rapporto fra azienda e citta' che sia paritetico; loro non vengono
qui a fare beneficenza, vengono qui a fare impresa, per fare impresa sono presenti sul
nostro territorio, mi auguro che sfrutteranno la manodopera e i lavoratori presenti sul
territorio, usufruiranno delle nostre infrastrutture. Quindi non c'e' da avere rapporto di
sudditanza, anche perche' quando si parla di modello Piombino - e questo faccio i
complimenti al Sindaco per l'onesta' intellettuale dimostrata in piu' di occasioni, dicendo
che secondo lui quel che sta accadendo a Piombino non e' un modello, non tanti hanno
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avuto il coraggio di ammettere questa cosa e rinnovo i complimenti – anch'io ho
l'impressione che qui si stia parlando di un film gia' visto piu' volte a Piombino, il salvatore
della patria, l'imprenditore che viene qua e sistema tutti i problemi occupazionali del
territorio. E' successo nel '93 con Lucchini, e' successo in seguito con Severstal e sta
riaccadendo un'altra volta perche', insisto, la politica non fa il suo mestiere. Partiamo dalle
certezze. E' stato presentato un Piano Industriale, generico, ancor piu' generico quasi
inesistente nella parte che forse probabilmente e' quella che interessa di piu' ad Aferpi, la
logistica e l'agroindustriale; non molto esaustivo per quanto riguarda la parte siderurgica,
concreto e certo in un unico punto il cronoprogramma. Quel Piano Industriale non me lo
sono inventato io, e' stato richiesto trasversalmente da tutti, da istituzioni, da forze
politiche, da organizzazioni sindacali; e' stato presentato al Ministero dello Sviluppo
Economico, quindi le piu' alte forme di amministrazione di questo paese sono a
conoscenza di quanto presentato, quel Piano Industriale prevedeva che dal primo di
settembre qui avremmo visto cantieri montati in tutta la superficie dello stabilimento, quindi
demolizioni e costruzione della nuova acciaieria elettrica – se ve l'andate a prendere e'
scritto nero su bianco, c'e' una bella tabella mese per mese, il primo di luglio iniziativa... io
in base a cosa loro dicono questo... perche' poi nel frattempo documenti sono stati prodotti
– Abbiamo la proposta di messa in sicurezza operativa, quello che viene erroneamente
piano della bonifiche, che Aferpi stessa ha presentato al Ministero dello Sviluppo
Economico, e anche li' si vede che ci dicono che conclusa la parte di iter autorizzativo,
ovvero occorre un Piano Operativo che deve essere adottato dal Comune come Variante
Urbanistica, serve un'AIA serve... tante cose! Quindi ci vorranno ancora diversi mesi
perche' quella parte li' sara' conclusa, la parte autorizzativa, si partira' con le bonifiche e ci
vorranno trenta mesi prima di aver liberato l'area in cui dovra' sorgere la nuova acciaieria
elettrica, piu' io do per valido quel che e' stato detto fino ad ora, 18 mesi di tempo per la
costruzione del primo forno elettrico; si va ben oltre i 50 mesi, come vedete benissimo. E
quando Aferpi si e' presentato, sia con il Piano Industriale ma anche prima, di cose ne
sono state dette tante; abbiamo sentito dire che in sei mesi gli impianti sarebbero stati
demoliti e portati a quota zero; abbiamo sentito dire che in 18 mesi la produzione di
acciaio a Piombino sarebbe ripartita, ecco, qualche domanda mi pare legittimo farsela
sulla volonta' o sulla capacita' che in questo momento Aferpi abbia di portare in fondo
quanto promesso, questo per quanto riguarda il cronoprogramma. Poi, a proposito di
responsabilita' politiche coglietemi l'occasione per, visto che oggi le nostre rappresentanze
sindacali saranno in Regione a parlare con il Presidente Rossi e mi piacerebbe, sempre
nell'ottica di assenza dalla politica dai problemi territoriali, ricordargli – anch'io ho un po' di
memoria storica, Luciano, c'ero spesso e volentieri – quando a settembre del 2013 in
Piazza Bovio c'erano i tre rappresentanti, i tre segretari di tutte e tre le sigle sindacali
confederali, e in quell'occasione il Presidente Rossi aveva le visioni, vedeva le navi militari
che sarebbero entrate all'interno dello stabilimento per essere demolite, questo e'
documentato, trovatevi i filmati da tutte le parti. Il primo maggio del 2014 in Piazza Verdi lo
stesso Presidente Rossi addirittura ci rimetteva il suo mandato, diceva: “Se a Piombino
non sara' risolta entro breve la situazione io ci rimetto il mio mandato”, si e' ricandidato,
evidentemente e' stato creduto perche' poi ha anche rivinto le elezioni. Le organizzazioni
sindacali potranno ricordarsi, perche' poi alla fine l'abbiamo saputo da loro, delle
rassicurazioni di Letta e Napolitano alla Conferenza dell'Anci a Firenze. Mi ricordo delle
rassicurazioni di Renzi ai boy-scout: “A Piombino, tutto e' sistemato”. Pero' quello che mi
ha dato sinceramente piu' fastidio e quella che io ritengo forse la piu' irritante, passatemi
questo termine, l'invito del Presidente Rossi a Martin Schulz a venire a Piombino per
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vedere come tutto e' sistemato e come tutto e' a posto. Quindi se avrete la volonta' di farvi
portavoce da parte mia di questo mio malessere oggi verso il Presidente Enrico Rossi,
l'apprezzerei moltissimo. In realta' mi piacerebbe analizzare poi nel concreto quelli che
sono i fatti e che mi portano a dire che senza un intervento serio della politica, del
Governo, la situazione qua e' destinata a precipitare in tempi brevissimi. 398,
un'infrastruttura definita da tutti e trasversalmente fondamentale, ma al di la' del fatto che
ancora ad oggi non si sanno le fonti di finanziamento con cui quest'opera verra' realizzata,
ancora non c'e' neanche un progetto; fra quanto si puo' dire che Piombino avra' un
collegamento con la 398 fino al porto? Cinque anni? Sei? Porto. Il porto sicuramente, e
anche questo e' un modo laico e trasversale, e' riconosciuto da tutti come il volano della
rinascita di Piombino. Ecco, ora ad aprile verra' fatta l'ultima parte di dragaggio,
aprile/maggio insomma data certa non c'e', in primavera; non verranno finite di riempire
neanche le vasche dove si presume – e anche li' non si sa fra quanto si dovra' insediare la
General Electric, poi i soldi per il Porto di Piombino sono finiti, e questa e' un'altra
domanda che vorrei fare alla politica: fra quanto sara' il Porto di Piombino un volano per
l'economia? Cinque anni? Sei? Nessuno in questo momento ci puo' dare questa risposta.
E questa e' una citta' che non ha tutto questo tempo da aspettare! La testimonianza dei
lavoratori, che ha aperto questo Consiglio comunale e' stata chiara, questa citta' non ha
tempo a disposizione per stare a vedere cosa accadra', ci sono gia' ora famiglie che
rischiano di andare in mezzo ad una strada, perche' non riescono a pagare l'affitto, che si
vedono staccate le utenze, questo e' un caso di agosto di quest'anno delle famiglie al
Poggetto che si sono viste staccare, chiudere l'acqua. Quindi, io questo e' l'appello che
voglio fare a chi ci governa. Non credo che la voce del Consiglio comunale, specialmente
di un Consigliere di opposizione riuscira' ad arrivare cosi' in alto, ma ci voglio provare. Se
non c'e' un intervento diretto ed immediato del Governo questa citta' rischia davvero di
arrivare alla fame quella vera! Gli stessi due accordi di programma che sono derivati
dall'Accordo di Programma del 2014 che il Sindaco ci ha presentato in apertura, il PRRI
soprattutto, ma il Piano anche 252 bis insomma quello per le bonifiche; al di la' dei tempi
ancora incerti per arrivare a vedere dei posti di lavoro derivanti da questo Accordo di
Programma. Si denota la mancanza ancora una volta della visione di insieme; questo
territorio deve rincominciare a ripartire non perche' c'e' un intervento a pioggia oppure c'e'
il salvatore della patria, l'imprenditore che viene e riprende in mano fino a che avra' voglia
di starci, le chiavi dell'occupazione a Piombino, ma peche' si fanno interventi strutturali per
cui si crea valore aggiunto in questo territorio, che vuol dire infrastrutture! Vuol dire una
politica per l'energia, vuol dire tante cose che in questo momento dovrebbe fare la politica!
Io insisto! Questo e' il compito di chi fa politica, programmare, avere una visione, non
prendere i risultati che vengono da fattori esterni. E infine, lasciatemi dire, e anche qui e'
gia' stato detto da chi e' intervenuto prima di me, uno degli aspetti fondamentali che poi
permette a cittadinanze e a politica di valutare quanto Aferpi sta facendo in questo
momenti, e' la trasparenza! Quanto e' stato pagato lo stabilimento di Piombino, anche
questo era diventato il terzo segreto di Fatima; abbiamo addirittura, chi ha seguito la
vicenda, presentato un atto di sindacato in Senato con cui chiedevamo delle risposte, sia
per quanto riguarda il costo dello stabilimento che per le politiche che il Governo sta
tentando di mettere in campo per sbloccare questa assurda situazione del TFR, ma sono
passati quattro mesi e ancora nessuno si degna di darci una risposta. Puo' sembrare un
fatto marginale ma in realta' quanto e' stato pagato questo stabilimento e' importante per
capire quante liquidita' ci sono nelle casse della Lucchini Amministrazione Straordinaria.
Questo e' un aspetto che io non sono... cioe', qui non si sta parlando nemmeno piu' di
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ammortizzatori sociali e nemmeno di assistenza o assistenzialismo come qualcuno poi lo
vuol dipingere, qui si sta parlando di riuscire a far godere ai lavoratori un diritto acquisito. Il
TFR, le ferie residue sono un diritto acquisito e per molti lavoratori, vista la prospettiva che
c'e' di stare, non si sa a questo punto piu' quanto perche' fra quattro anni anche passando
poi sotto Aferpi gli ammortizzatori sociali sono finiti, quanto meno un polmone che
permetta di fare una vita dignitosa, perche' non si fanno grandi cose ma quanto meno di
riuscire per i prossimi anni a pagare le bollette, a mandare i figli a scuola, mi sembra che
su questa cosa ci debba essere un atteggiamento laico e trasversale e tutti i
rappresentanti di questo Consiglio dovrebbero essere uniti nel chiedere al Ministero
dell'Ambiente quantomeno di recedere da questa posizione che secondo me e' assurda. Io
non sono un Avvocato, non sono un giurista pero' mi insegnano che difficilmente la Corte
di Cassazione, a meno che non ci siano errori procedurali o non luogo a procedere,
disattenda una sentenza di un altro Giudice, una sentenza di I grado, quindi io non capisco
questa ostinazione nel voler far pagare ai lavoratori il costo finale, anche perche' chi ha
presente il principio su cui il Decreto Ronchi e' basato, e' quello di “C hi inquina, paga”. Alla
fine io non credo proprio che i lavoratori per loro volonta' abbiano stratificato 150 anni di
inquinamento su questo territorio, quindi sara' bene che il Ministero dell'Ambiente si renda
conto che alla fine gli unici a pagare sono i lavoratori. Non ho altro da aggiungere
Presidente, grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Presidente Bezzini.
Carla Bezzini – Presidente Un'Altra Piombino
Buongiorno a tutti. Volevo prima di tutto ringraziare il Sindaco per avere accolto la richiesta
di questo Consiglio comunale. Volevo ringraziarlo anche del tono sommesso con cui ha
aperto questo Consiglio. Io personalmente ho colto anche elementi di difficolta' (…) di
questa onesta' intellettuale. Cosi' come voglio ribadire anche io e sottolineare il rifiuto di
Aferpi di essere presente. E' stato uno sgarbo istituzionale rilevante a mio parere perche',
come e' stato detto, lui ha comprato un territorio, ha comprato il futuro di una intera
comunita' e ha rifiutato, sta rifiutando il confronto che gli viene richiesto. Niente, stamani
questo Consiglio comunale doveva dare delle certezze, doveva dare delle risposte e nei
limiti della competenza del Consiglio comunale, pero' fino a questo momento abbiamo
assistito ancora a auspici, rivendicazione magari di quanto e' stato fatto e di nuovo
promesse. Anche Cevital ha fatto tante promesse e sono state tutte allettanti, i due forni
elettrici, il revamping degli impianti, il reintegro di tutti i lavoratori di Lucchini e Lucchini
Servizi, la diversificazione produttiva e questa promesse sono state subito accolte come la
tanto desiderata uscita dal tunnel, tanto che in un primo momento ci sono stati anche
ringraziamenti diffusi per tutta la citta' e anche altri progetti piuttosto fantasiosi. Sono stati
firmati degli accordi: dall'Accordo di Programma 2014, al Piano Industriale per la rinascita
del sito di Piombino. Ora, per quanto riguarda i cronoprogrammi in gran parte sono saltati
e questo e' sotto gli occhi di tutti, come pure anche alcuni dei finanziamenti che sono stati
citati sono superati. E piu' in generale e' chiaro che non ne abbiamo di pronto un vero e
proprio Piano Industriale, bensi' soltanto delle linee di sviluppo, delle indicazioni di
massima e degli impegni. In particolare per quanto riguarda le stime temporali, e' evidente
ormai che sono state tutte contraddette, si doveva realizzare il primo forno elettrico in 18
mesi e invece siamo ancora in attesa dell'ordine, stamani e' stata confermata questa cosa.
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Le bonifiche non sono ancora partite e non sappiamo ancora niente di preciso in merito,
invece sappiamo bene che la questione dei tempi non e' di poco conto, anzi e'
importantissima, dato che migliaia di famiglie vivono nell'incertezza e con livelli di reddito
troppo bassi. Siamo qui proprio perche' appunto il Sindaco ha colto l'appello delle
associazioni dei lavoratori per i quali l'incertezza si sta trasformando in angoscia e le
difficoltà in disperazione e che vogliono giustamente capire cosa e' vero e cosa e' invece
frutto della personale interpretazione di qualche politico e lo chiedono alle istituzioni a loro
piu' vicine: ai sindaci, ai consigli comunali che hanno un dovere preciso, quello di rendere
trasparenti i documenti ufficiali, di dare indicazioni precise in un momento in cui in gioco
c'e' il futuro di questo comprensorio per molti anni a venire. Noi ci rendiamo conto che le
istituzioni locali sono in difficolta', sia per quanto riguarda la capacita' di incidere sui
progetti industriali di una multinazionale, sia per quanto attiene al welfare territoriale.
Sappiamo che le politiche governative hanno ridotto i trasferimenti statali e che parte delle
risorse comunali vengono drenate dallo Stato e quindi e' doveroso sottolineare che le
forze politiche che governano le istituzioni locali, sono le stesse che governano lo Stato e
che condividono le politiche governative in ambito sia industriale che finanziario.
Comunque quello che oggi chiediamo e' certezza di informazioni e di pronunciamenti;
sappiamo che sara' determinante l'incontro di giovedi' 8 ottobre al Mise, con il Governo, la
Regione e i sindacati e ci auguriamo che in quella sede Aferpi risponda in modo concreto
e dettagliato all'urgenza di certezze soprattutto sui tempi, anche se personalmente ho
qualche dubbio. Dopo le dimissioni di Zambon, c'e' stato un solo pronunciamento da parte
di Aferpi e del suo Amministratore Unico; un pronunciamento teso a tranquillizzare la
cittadinanza e le istituzioni, nel quale si rinnovano – un modo al quanto generico e
nebuloso – gli impegni assunti: si accenna a percentuali di produzione per i prodotti di
laminazione, di stime di crescita produttiva previsto nel giro di pochi mesi, – l'abbiamo
visto anche nelle slides – si accenna all'opera di smantellamento degli impianti dismessi
per il quale sarebbero all'osservazione alcuni gruppi di aziende altamente specializzate e
in grado di diventare operative nel giro di alcune settimane per concludere i lavori entro un
anno. Si parla di studi non ancora completati per il forno elettrico, per la nuova acciaieria, il
nuovo laminatoio e gli impianti ausiliari, insomma sono ancora dichiarazioni di intenti,
ancora cifre da verificare in determinatezza e impegni vaghi, e si conclude tutto dicendo
che l'informazione piu' precisa verra' diffusa entro i primi mesi del 2016. Niente a che
vedere con le tempistiche dell'Accordo di Programma in cui si prevedeva di aprire i
cantieri e di far partire l'ordine del forno a luglio 2015. E anche sugli aumenti di volume
delle laminazioni e sulle previsioni di crescita produttiva, ci riserviamo di avanzare molte
perplessita' dal momento che sappiamo che i treni di laminazione non stanno lavorando al
massimo delle loro potenzialita' e che al momento solo 1/3 dei lavoratori sono
effettivamente operativi. Cevital aveva assunto nell'immediato due impegni precisi: far
lavorare appunto i laminatoi esistenti al massimo e iniziare in tempi stretti il revamping
degli impianti, come si evince dal cronoprogramma dell'accordo siglato, nessuna delle
due. I laminatoi non stanno lavorando a pieno regime, mentre per le ristrutturazioni tutto
tace. E allora noi chiediamo perche'? Corrono anche voci su difficolta' di
approvvigionamento di qualita' delle materie prime; e' vero? E se e' vero perche'? Perche'
ancora tutto e' fermo? C'e' un solo modo per dissipare le paure e smentire le voci che
creano allarme in un momento tanto delicato, ed e' quello dell'informazione corretta e della
massima trasparenza. E questa domande le facciamo qui perche' questa deve essere la
sede in cui vengono dissipate le date risposte chiare, la gente ha il diritto di sapere cosa si
decide della loro vita dietro le porte chiuse, perche' dietro gli accordi e le parole c'e' la loro
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Città di Piombino - Consiglio comunale – Seduta straordinaria del 5 Ottobre 2015 - Mattino
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vita e quella dei loro figli, ognuno deve assumersi le sue responsabilita' di fronte alla
cittadinanza, tutte le parti interessate nessuna esclusa; e' finito il tempo delle parole! A che
punto siamo con i progetti delle bonifiche? Aferpi doveva presentate due mesi dopo la
firma dell'Accordo, il progetto operativo di messa in sicurezza delle aree interessate, e
doveva presentare anche il relativo Piano Finanziario, poi dopo l'espletamento del lungo e
complicato iter burocratico, il progetto attuativo doveva approvare sul tavolo del Ministero.
Esiste un progetto attuativo? Se esiste a che punto e' nei passaggi tra i vari uffici? Chi e' in
grado di dare risposte certe ai lavoratori? E poi c'e' il capitolo delle dismissioni dei vecchi
impianti con le relative autorizzazioni e piani di intervento conseguenti e poi in fine il
progetto definitivo per il quale serviranno nuove autorizzazioni con i relativi iter burocratici
e i tempi conseguenti. Pero' nel cronoprogramma del Piano Industriale per la rinascita del
sito di Piombino si parlava di completamento dell'iter autorizzativo a settembre 2015 e
l'inizio dei lavori a settembre, nonche' del loro termine a dicembre 2016, con l'assunzione
di tutti i lavoratori a novembre. Secondo il Piano Industriale avrebbe dovuto esserci gia' nel
settembre 2015 un lieve incremento degli occupati in Aferpi. Ora, ci potremmo chiedere e
ci siamo chiesti su quale base si sia dato credito alle tempistiche previste, quando
un'attenta valutazione fa emergere evidenti contraddizioni, sia tra gli accordi stessi, sia tra
le promesse e gli iter da compiere. Occorre chiarezza si e' detto, trasparenza per un
territorio che e' gia' in sofferenza. Da troppo tempo stiamo assistendo a un balletto di
promesse disattese. Allora, qui entrano in causa precise responsabilita' della politica e
delle istituzioni il cui primo impegno avrebbe dovuto vertere su una accelerazione delle
procedure burocratiche. Si pongono alcune questioni con grande urgenza: la meta' dei
lavoratori in forza in Lucchini sono stati assunti da Aferpi dal primo luglio e sappiamo – fino
a che qualcuno non ci smentisce – che a luglio 2017 viene meno l'obbligo per Aferpi di
mantenerli in forza, tutti gli altri sono in cassa integrazione e per le modifiche introdotte
con il job act renziano, che peggiorano gravemente le norme sulla cassa integrazione e
sui contratti di solidarieta', sappiamo che la cassa integrazione non potra' protrarsi oltre 24
mesi. Aferpi si e' impegnata a reintegrare tutti i lavoratori, Lucchini e Lucchini Servizi, entro
novembre 2016 a scaglioni successivi in base all'avanzamento della produzione. Ma in
assenza di piani attuativi e di investimenti non resta che incertezza. A giugno e' stato
firmato un accordo per i contratti di solidarieta' valido per 48 mesi a partire da luglio per i
1080 di Aferpi, ma per il job act il periodo e' stato ridotto da 48 a 36 mesi, cosi' come e'
stata cancellata l'agevolazione contributiva prevista per le aziende che ricorrono ai
contratti di solidarieta'. Ci risulta anche che la quota non viene applicata, che si rimane al
di sotto del 60%. C'e' poi, come e' gia' stato detto, il grande capitolo dei circa 1.200
lavoratori dell'indotto per i quali la situazione e' difficilissima; alcuni hanno gia' esaurito gli
ammortizzatori, gli altri non hanno chi anticipa la cassa integrazione e aspettano mesi in
attesa che l'I.N.P.S. eroghi il sussidio. Questi lavoratori non hanno le stesse garanzie della
ex Lucchini ed il loro futuro dipende anche dalle bonifiche e dai corsi di formazione ancora
in via di definizione. Il TFR e' bloccato. La Regione: la Regione ha sospeso l'integrazione
del 15% al reddito di solidarieta' da agosto, ma ci rientrano anche gli accordi sottoscritti
alla fine del 2014. c'e' la situazione di Arcelor/Mittal e' gia' stato detto, quindi oltre al grosso
problema del costo energetico, sappiamo che a marzo 2016 scade la solidarieta' e ci sono
poi molte altre piccole realta' produttive dell'edilizia e del commercio che hanno chiuso,
determinando un forte incremento della disoccupazione locale. I dati provinciali rilevavano
gia' nel 2014 piu' di 10.000 disoccupati senza contare quelli che non sono iscritti. Questi
lavoratori sono al di fuori di ogni tutela. Allora la risposta e' una sola e non sta ovvio nel
prolungamento degli ammortizzatori sociali o non solo, deve ripartire il lavoro e al di la' dei
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tanti proclami e dei toni enfatici non supportati dai fatti, occorrono date e tempi certi. Renzi
direbbe che siamo gufi, noi pensiamo di essere realisti. Per esempio avremmo apprezzato
molto che € 200 milioni per l'aereo presidenziale con camera matrimoniale avessero avuto
una destinazione diversa, Avremmo avuto un motivo per essere ottimisti. Cevital ha
ottenuto la concessione delle aree demaniali ma non sappiamo niente dei suoi
investimenti sulla logistica portuale che invece, come gia' e' stato detto, sara' centrale nei
suoi progetti. Cosi' come non si hanno progetti dettagliati per l'agroindustriale. Si sta
parlando non di fare zucchero o succhi di frutta ma di fare biodiesel, una lavorazione tra
l'altro sporca, inquinante e sembra anche a basso impatto occupazionale e comunque ai
conti che noi possiamo fare sembra che non se ne parli fino al 2020. Tra l'altro, per inciso,
ci chiediamo anche quale possa essere l'impatto sul mercato dell'acciaio
sovradimensionato, con un significativo squilibrio tra le capacita' produttive installate e la
capacita' di assorbimento del mercato. E qui la responsabilita' prima e' da imputare alla
mancanza di un serio Piano Industriale da parte di un Governo che sta operando nella
direzione diametralmente opposta, quella di svendere anziche' tutelare il patrimonio
nazionale alle varie multinazionali, preoccupandosi unicamente di abbassare il costo del
lavoro e di renderlo precario al massimo e privo di tutele per facilitarle il piu' possibile. I
silenzi e le dichiarazioni vaghe ci inducono preoccupazioni legittime, per questo chiediamo
un impegno da parte delle istituzioni a partire dal governatore Rossi che anziche'
adeguarsi al modello renziano della fiducia e dell'ottimismo, si faccia garante di fronte alla
cittadinanza di tempi certi, di progetti esecutivi da far rispettare con date e monitoraggio
costante; intanto che ripristini l'istituto della solidarieta' e che per esempio destini ai
lavoratori il contributo di € 200.000,00 deliberato dalla Giunta Regionale a favore della
Diocesi di Firenze per la visita del Papa. E' poco? Sarebbe molto in termini sia concreti
che simbolici; in una situazione tanto critica per i territori da lui amministrati, crediamo che
ci siano ben altre priorita'. Chiediamo l'impegno serio da parte delle istituzioni centrali, che
vada oltre gli incontri ai tavoli e le dichiarazioni di propagando, ma che si concretizzi in una
politica industriale per la siderurgia, in cui si inserisca la produzione di Piombino. Perche'
solo una politica governativa, che manca da anni, puo' fare la differenza nei mutamenti
dello scenario internazionale. Chiediamo la possibilita' di utilizzare il TFR e infine la politica
locale. Noi non vogliamo disconoscere il lavoro che e' stato fatto e l'impegno dell'attuale
Amministrazione, e prendiamo atto delle difficolta' che le istituzioni locali incontrano nella
gestione di una situazione tanto complessa, ma occorre un passo ulteriore: le istituzioni
locali devono farsi garanti di fronte alla cittadinanza di portare queste istanze a livello
regionale e centrale. Chiediamo un tavolo locale aperto per l'individuazione di misure di
sostegno concrete e non simboliche, in una reale pianificazione di misure integrative.
Prendiamo atto di quanto e' stato fatto ma crediamo che sia fondamentale un intervento,
nei confronti dello Stato e della Regione, per ottenere dei finanziamenti finalizzati per
esempio, come gia' e' stato detto, ad opera di manutenzione straordinaria del territorio che
rappresenterebbero anche uno sblocco occupazionale. Noi crediamo anche e pensiamo
che si possa fare, che i 20 milioni stanziati dalla Regione per la realizzazione della 398, e'
un'infrastruttura indispensabile per il porto e per il territorio, questi 20 milioni che per il
momento sono la sola cifra certa, siano resi immediatamente disponibili per l'inizio dei
lavori; che si provveda ad un progetto definitivo per l'intera bretella e che si intervengo
presso i ministeri competenti per avere risorse certe. La storia recente di questo territorio
ci ha insegnato che il successo delle politiche sta nella loro concreta attuazione, nei
dettagli da precisare, nei tempi da rispettare e che non basta annunciare obiettivi ma
occorre monitorare continuamente cio' che accade per risponderne alla cittadinanza.
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Chiediamo che questo Consiglio comunale aperto sia solo l'inizio di un confronto pubblico
che permetta alla cittadinanza di seguire l'evolversi degli eventi. Io per quanto mi riguarda
ho finito pero' vorrei usare ancora i due minuti che credo di avere, per leggere la lettera
che un gruppo di lavoratrici dell'indotto mi ha chiesto di leggere. “Il mio nome e' Cristina,
Paola, Lucia, una mamma, una moglie, una persona mono reddito, spesso un
capofamiglia. Sono una lavoratrice dell'indotto, la mia e' una storia semplice. Sono entrata
a lavorare in fabbrica a poco piu' di vent'anni con un diploma in tasca, perche' quel posto
di lavoro dove si durava fatica a fare le pulizie o a cucinare, era un posto sicuro. Ho
sposato un operaio come me oppure sono separata e vivo da sola; soddisfatta della mia
vita con un piccolo stipendio, piano piano ho potuto con sacrificio vivere serenamente, mai
ho pensato di lasciare Piombino che ho sempre ritenuto bella, c'e' anche il mare. Oggi a
distanza di venti anni, dopo aver vissuto varie crisi, essere passata da un appalto all'altro,
aver subito continue riduzioni di orari e di stipendio, spero solo di mantenere quel posto di
lavoro diventato via via meno sicuro. Ogni giorno che passa la paura di diventare una
disoccupata e' sempre piu' vicina; tutti i sacrifici fatti e le speranze per una pensione
minima ma dignitosa stanno svanendo, perche' a cinquant'anni nessuno mi assumera'
piu', specialmente in questo territorio dove la monocoltura dell'acciaio non ha mai dato
spazio a (…) diverso. Guardo i miei figli adolescenti, o mi guardo allo specchio da sola e
non sono come spiegargli, o spiegarmi, che tra poco potro' perdere il lavoro, che tutto
diventera' sempre piu' difficile, che i sacrifici da affrontare saranno ancora maggiori e che
sara' impossibile pensare all'universita' dei ragazzi o a un futuro a Piombino che
purtroppo sembra non offrire piu' nulla. Nonostante le varie denunce e lotte, l'ultima
proprio davanti a questo palazzo dove con il mio collega abbiamo nuovamente
rappresentato il nostro dramma, la nostra matricola non e' stata inserita nell'elenco
allegato al Nuovo Piano di Reindustrializzazione di Piombino e siamo quindi destinate, se
avremo requisiti, alla Naspi, vista addirittura come unica ed ultima risorsa e poi licenziate.
Per ora andiamo avanti con il semplice e piu' modesto stipendio di mio marito o con l'aiuto
dei miei genitori (…) molto anziani o con i soldi che il mio ex a stento riesce ad inviarci
ogni mese oppure io da sola, capofamiglia, sopravvivo con poche centinaia di euro al
mese e con tante paure e incertezze. Oggi vi chiedo, dopo tante promesse e discorsi, di
smettere di recitare il solito copione fatto di “Ora vedremo, forse, se si presentera'
l'occasione” e farci tornare al lavoro al piu' presto restituendoci la dignita' di lavoratrici,
non vogliamo vivere di sussidi. Vi chiedo anche di suggerirmi cosa dire ad un figlio al
quale non posso offrire piu' nulla, neanche la speranza di un futuro, e di suggerire alle mie
colleghe che sono sole, che cosa dovrebbero fare senza una prospettiva di lavoro e quindi
di vita. Grazie”.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie a lei Bezzini. Presidente Ferrari, a lei la parola.
Francesco Ferrari - Presidente Ferrari Sindaco-Forza Italia
Buongiorno a tutti e grazie, grazie a tutte le persone che questa mattina sono presenti in
aula consiliare. Confesso che non e' frequente vedere quest'aula, questa stanza cosi'
piena di persone, e confesso anche che per me, credo per tutti i consiglieri
dell'opposizione, sia un grande piacere perche' finalmente ci fate, almeno una volta ogni
tanto voi cittadini, illudere del fatto che possiamo anche noi delle opposizione incidere su
certe scelte delle amministrazioni e sul bene dei cittadini. Ci fate illudere dico perche', non
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RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
so se sara' sufficiente questo Consiglio comunale, non so se sara' sufficiente la lotta e la
battaglia delle forze di opposizione a risolvere il problema perche' il problema e'
sicuramente un problema sia politico che di rapporti con un'azienda privata. E a questo
proposito faccio riferimento un po' ai discorsi che sono stati fatti prima: il ruolo dei
sindacati. Io sono convinto, convintissimo anzi, che la politica sindacale – non me ne
voglia Gabrielli – che giustamente un sindacato deve fare, sia stata fatta e anche ora
venga fatta dai sindacati nel miglior modo possibile e soprattutto nell'interesse di tutti i
lavoratori, non lo metto in dubbio, poi sara' il futuro a dirci se certe scelte dei sindacati
sono state positive o negative ma sicuramente le vostre scelte, le scelte degli organi
sindacali oggi sono scelte responsabili e cariche di responsabilita', questo senza ombra di
dubbio. E poi mettiamo ovviamente mettiamo in conto che ci siano anche persone che fra i
lavoratori quelle scelte non le condividono o non le condividono a pieno. L'oggetto del mio
intervento pero' sara' sostanzialmente il ruolo della politica nel vero senso della parola,
“politica” o come sono solito chiamarla io, con la “p” minuscola, che a livello nazionale e
poi a scendere a pioggia a livello nazionale e poi a scendere a pioggia a livello ragionale e
locale, ha un ruolo, ha avuto e avra' un ruolo importante nelle fabbrica e nel futuro di
Piombino, perche' ricordo a me stesso che qua si sta parlando di Lucchini ma si sta
parlando anche di tutte le altre aziende, si sta parlando dell'indotto e si sta parlando di
tutta la citta', perche' con la morte della fabbrica muore anche qualsiasi attivita'
commerciale, qualsiasi attivita' professionale, qualsiasi famiglia, muore una citta'. Io
rivendico, ma non lo rivendico per accaparrarmi la simpatia politica di qualche persona,
ma rivendico perche' credo che questo abbia un senso per consentire di partire nel mio
ragionamento, rivendico il fatto che questo Consiglio comunale oggi non e' stato indetto
dalla forza di maggioranza o dall'Amministrazione, ma e' stato richiesto formalmente dalle
forze di opposizione; con cio' non voglio dire che il Sindaco si sia mai sottratto alle nostre
richieste di intervento! Ogni qualvolta anche in Consiglio comunale e' stata fatta una
richiesta per avere delle delucidazioni dal Sindaco in merito ad Aferpi, il Sindaco si e'
sempre con responsabilita' alzato e ha sempre risposto. Io contesto al Sindaco ma
contesto all'Amministrazione locale, all'Amministrazione
Regionale e al Governo
Nazionale una cosa leggermente diversa: io contesto il fatto che si dica semplicemente
quello che i cittadini vogliono sentirsi dire! Cioe' l'idea non e' quella di descrivere una
situazione si essa ottimista o drammatica, l'idea e' quella di cercare di far credere che tutto
sommato la prospettiva futura non sara' poi male, questo purtroppo e' la responsabilita'
anche del nostro Capo del Governo! Perche' la politica ormai e' fatta di proclami, e' fatta di
proclami! Quella politica con la “P”, e' diventata ancora piu' di quello che era prima, l'arte
del proclamo. Cioe', non conta tanto cosa si dice e cosa si fa, ma conta dirlo bene, dirlo in
maniera convincente, e purtroppo questo approccio e' stato preso anche a pioggia, ripeto,
dal nostro Governatore regionale e in parte anche dall'Amministrazione Comunale.
Perche', a me poco importa, e credo neppure a voi, che il Sindaco venga – come ha fatto
stamani – a farci vedere delle slides dove si riassume cio' che Aferpi si e' impegnato a fare
con non so quali garanzie tra l'altro l'impegno – e mi riallaccio poi a quello che e' stato
detto anche da Callaioli e dagli altri consiglieri comunali e capigruppo – a me non
interessa che il Sindaco, come ha fatto anche in passato tante volte – mi venga a dire:
“Signori, queste sono persone serie, sicuramente faranno quel che faranno,
l'agroalimentare – che poi non e' agroalimentare e' agroindustriale e chissa' quanti posti di
lavoro dara' non si sa – sara' una risorsa per Piombino, state tranquilli che il problema e'
risolto”. A me interessa che l'Amministrazione abbia un atteggiamento nei confronti dei
cittadini non nei miei confronti ma nei confronti dei piombinesi, un atteggiamento sincero!
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Città di Piombino - Consiglio comunale – Seduta straordinaria del 5 Ottobre 2015 - Mattino
RESOCONTO INTEGRALE INTERVENTI
Perche' i cittadini poi certe valutazioni le devono fare. Evidentemente l'Amministrazione
sta cercando di sopperire a quella crisi economica che sta colpendo in modo particolare
tante, troppe famiglie di piombinesi, pero' non bastano gli aiuti, serve una prospettiva
lavorativa. E allora l'Amministrazione Comunale dovrebbe riferire non quello che puo'
benissimo essere letto sui giornali, cioe' le dichiarazioni di Cevital oppure le prese di
posizioni giuste dei sindacati, le trattative dei sindacati. Io chiedo dalla politica, esigo dalla
politica un atteggiamento diverso, un atteggiamento volto non a rassicurare ma a mettere
in chiaro quella che e' la situazione anche se difficile o drammatica, di modo che poi la
cittadinanza possa fare delle proprie scelte, anche di protesta nei confronti dei governi
regionali o nazionali che siano, e invece passa sempre e costantemente quel modello
Piombino che non e' – voglio far riferimento - in quel modello Piombino nato anni fa, e' un
modello Piombino, secondo il mio punto di vista, che ormai chi ci governa vuol far passare
come la soluzione di ogni male! Come se addirittura Cevital avesse comprato la Lucchini,
per due lire e ce lo hanno detto prima, perche' l'Amministrazione e' stata brava a
vendergliela, non e' cosi'! E allora passa invece quel concetto di modello Piombino dove
tutto e' risolto, dove andremo verso una strada in discesa, dove ci vorra' un po' di pazienza
ma i problemi si risolveranno. Io credo che oggi come oggi il modello Piombino purtroppo,
e mi dispiace dirlo, e' qualcosa di completamente diverso. Modello Piombino oggi vuol
dire che sono stati riassunti solo la meta' dei dipendenti Lucchini con un “Te si'” te no!” che
non e' chiaro e mai lo potra' essere; modello Piombino vuol dire poi che le prospettive di
tempi di riassunzione sono un'incognita purtroppo, perche' se da un lato c'e' un impegno
temporale che e' del novembre 2016 a riassumere gli altri 1080 lavoratori, io
mi vado a guardare come ho fatto la proposta di strategia di intervento per la messa in
sicurezza operativa, si chiama cosi', scritta da Aferpi, quindi non scritta da un terzo
soggetto ma scritta da Aferpi, e poi leggo delle cose inquietanti; leggo che la ripresa della
produzione dell'acciaio avverra' sicuramente non prima di trenta mesi! A cui
verosimilmente si aggiungeranno i ritardi, perche' gia' lo siamo in ritardo, e si
aggiungeranno i tempi per la messa in opera, per le bonifiche, per la riparazione dei suoli!
Quindi io credo che Enrico Rossi quando venne a dire: “Non vi preoccupate fra 18 mesi la
Lucchini riprodurra' acciaio” o diceva una bugia, o diceva una bugia! Come disse una
bugia quando disse che la Concordia sarebbe arrivata, e addirittura senza ritegno, mise il
carico da 90 e disse: “Non vi preoccupate se non viene ci rimetto io di faccia mia1 e
smetto di fare politica smetto di fare il Governatore Regionale!”. Allora il mio timore e'
questo! Che la politica continui a muoversi secondo questi schemi, dove vale quello che si
dice oggi, per tranquillizzare non vale poi quella che e' la realta'! Io preferisco se devo
morire domani, preferisco saperlo, perche' almeno mi vado a fare le ultime cose che mi
sono rimaste da fare, e credo che un piombinese o un lavoratore se sa che c'e' un alto
rischio che la fabbrica chiuda definitivamente, lo voglia sapere, ma non per fare le ultime
cose o spendere gli ultimi due spiccioli, purtroppo pochi, che gli sono rimasti in tasca, ma
per fare una protesta! Per andare a protestare, a fare una battaglia convinto, ciascuno di
noi e ciascuno di voi che quella battaglia possa servire! Perche' io non credo che se ci
fosse stato un Governo di centro/destra a livello nazionale, non c'e' colore politico in quel
discorso che stiamo facendo questa mattina. Ma io credo vivamente che se ci fosse stato
un Governo di centro/destra giustamente ci sarebbe stata una protesta dal primo giorno, e
allora la politica non deve essere uno strumento per i politici, ma deve essere uno
strumento per i cittadini! Perche' dico questo? Perche' a prescindere dalla simpatia o
antipatia del colore politico che ci rappresenta, noi dobbiamo guardare a come quello che
ci rappresenta fa politica! Se la fa bene, lo rivotiamo, se la fa male non lo rivotiamo e se fa
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qualcosa o non fa qualcosa per i nostri interessi, andiamo a pretendere che lo faccia.
Dicevo modello Piombino; il vero modello Piombino vuol dire che ci deve essere in futuro
uno smantellamento degli impianti dismessi e le bonifiche poi, ma non sappiamo
assolutamente i tempi e soprattutto sappiamo come verranno probabilmente fatte queste
bonifiche, dico purtroppo lo sappiamo! Perche' bonifica vorra' dire, sempre a leggere la
proposta di strategia di Aferpi, realizzazione di pavimentazioni e piantumazioni di alberi, il
cosiddetto fitorisanamento. E poi modello Piombino vuol dire agroindustriale, pero' non
sappiamo quanti posti di lavoro dara' e comunque non per ripetersi ma non e' produrre
come prima di chiunque altro ha fatto notare il Consigliere Gelichi qualche mese fa, non e'
produrre marmellata o yogurt, quindi con una problematica anche di natura di
inquinamento ambientale che non deve essere ostativa ovviamente a fare quella che
Aferpi puo' fare ma comunque ci deve far preoccupare, il modello Piombino vuol dire
anche logistica portuale e qua, purtroppo il discorso si complica, perche' io sono
fermamente convinto che la logistica e i lavori che sono stati fatti al porto, sono
sicuramente stati il volano, come qualcuno ha detto in precedenza, per convincere Cevital
a interessarsi prima e ad acquistare poi la Lucchini, ma questo puo' essere oggi anche un
timore, perche' vedete noi non abbiamo grosse garanzie, siamo cosi' sicuri che Cevital
voglia produrre acciaio, oppure forse gli e' interessato il porto e poi dell'altoforno non gli e'
interessato niente, del forno elettrico non gli interessera' niente. E allora la politica deve
chiedere delle garanzie! Le doveva chiedere in passato delle garanzie, senza invece
andare a fare comunicati rassicuranti: “Signori questi di Cevital sono brave persone”; no!
Si doveva chiedere agli organi competenti (ai ministeri, al Governo nazionali) delle
garanzie, perche' Cevital non facesse questa operazione solo ed esclusivamente per il
porto ma per tutelare l'aspetto industriale di Piombino con tutto quello che ne consegue da
un punto di vista occupazionale, e cosi' non e' stato purtroppo. Chiamatemi “gufo”! Io
rinnego questo termine e rinnego il ruolo di portatore di sventura. Io credo che le persone
debbono porsi il problema della fattibilita' di un aspetto o di un progetto e credo che sia
frutto di intelligenza porsi dei limiti e frutto invece di mancanza di intelligenza non porseli.
Poi, gufi, iettatori di sfiga, quel che vogliono loro, a me poco interessa. E allora concludo
dicendo che noi non vogliamo, i cittadini piombinesi non vogliono un aiuto su una
diminuzione della T.A.S.I. o della T.A.R.I., per carita', quello puo' essere anche utile se
fosse in misura economica tale da incidere pesantemente e dubito che lo sia, ma vogliamo
una prospettiva lavorativa, perche' senno' il problema fra un anno, due anni o tre anni si
ripropone! Vogliamo una prospettiva lavorativa che ci deve dare il Governo Nazionale se
Cevital non mantiene le promesse date! E allora ritorno al discorso iniziale, che senza
voler guardare il colore politico di chi ci amministra, guardiamo se chi ci amministra ci
amministra bene, e se invece riteniamo che il Governo Nazionale non ci abbia tutelato,
l'Amministrazione Regionale non ci abbia tutelato, urliamolo! Protestiamo! Perche' solo
con la protesta possiamo avere la speranza che il Governo Nazionale e Regionale possa
davvero interessarsi al problema di Piombino e della fabbrica. Vedete, concludo davvero;
c'e' un problema che e' quello della fabbrica e di Lucchini, ma ce ne sono tanti altri
sicuramente per voi minori e probabilmente anche per me minori, lo confesso, ma e'
all'Ordine del Giorno anche una problematica legata alla sanita'. E io quello che contesto
all'Amministrazione Comunale non e' di aver preso la mazzata sul collo di un Assessore
regionale che viene a Piombino che dice: “Signori, qua a Piombino si deve tagliare”,
financo a prevedere una probabile chiusura del punto nascite, ma e' il principio che mi da'
fastidio, dove un Assessore Regionale viene a dire che ci sono dei tagli alla sanita' e
nessuno dell'Amministrazione Comunale alza la voce o fa una protesta! E questo e' lo
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stesso principio! In Lucchini, in fabbrica, in Magona, in Dalmine, nell'indotto non deve
passare lo stesso principio! Cioe', se non ci sono garanzie chi ci amministra le deve far
rispettare, le deve chiedere, perche' chi ci amministra e' li' con il voto dei cittadini non con il
voto di un Assessore Regionale o di Enrico Rossi, e allora le battaglie si fanno a
prescindere, ripeto, dal colore politico o dall'orientamento politico, si possono anche
perdere ma vanno fatte e vanno combattute. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
(…) Presidente Gelichi.
Riccardo Gelichi – Presidente Ascolta Piombino
Buongiorno a tutti. Io vorrei provare in questo tempo che mi e' concesso, un approccio
rispetto a questo problema cerchero' che sia il piu' oggettivo possibile, la storia e' lunga
della vicenda Lucchini e credo che non si possa prescindere da fare quantomeno una
rapida analisi di quello che e' il passato, di quello che e' successo in passato rispetto alle
vicende che si sono succedute sostanzialmente. C'e' sempre stato, e questo noi lo
abbiamo in qualche modo stigmatizzato anche nella precedente legislatura, un problema
di portare all'interno delle istituzioni la questione Lucchini. Sono stati pochissimi i consigli
comunali tematici su un argomento di questa portata e quelli che sono stati fatti comunque
hanno prodotto indirizzi di natura del tutto generica. Le commissioni, che sono quelle
deputate a lavorare in maniera cogente sugli aspetti piu' di dettaglio, su questi temi non si
sono praticamente quasi mai convocate, non sono mai state convocate ma soprattutto non
siamo mai riusciti a sapere ad esempio cosa pensasse Nardi da un punto di vista proprio
di consulenza tecnica, sulla questione Lucchini, non siamo riusciti a saperlo nel
precedente consigliatura, non riusciamo a saperlo nemmeno oggi. Questo pone un
problema comunque di natura di chiarezza e anche di rapporti istituzionali che non puo'
essere non preso in considerazione. Tutta la vicenda della Lucchini si e' dipanata rispetto
ad un susseguirsi di comunicati e notizie dove sostanzialmente io dico ho sempre pensato
che la risposta che ha dato il Governo rispetto alle richieste del territorio, e' sempre stata
una risposta puntuale. Cioe' non c'e' mai stato un problema rispetto ad un Governo od una
Regione che non rispondeva alle esigenze del territorio, l'unica cosa magari che non e'
stata possibile attuare e' la statalizzazione della fabbrica ma perche' in sostanza non era
fisicamente possibile; qualcuno lo aveva auspicato quando si chiese l'ingresso di Nardi,
perche' sembrava che Nardi arrivasse a fare le grandi statalizzazioni ma in realta' poi si
capi' che questa roba non era possibile farla, si sapeva gia' prima comunque che non era
possibile farla. Quindi tutte le fasi che si sono succedute, dalla vendita all'inserimento delle
banche, le ricapitalizzazioni, la richiesta della nomina di un CdA, la poi delegittimazione
del CdA successiva, l'arrivo del Commissario, il Commissario che in un primo tempo era
salutato come un salvatore poi ci fu stato un periodo dove il Commissario faceva un po'
meno perche' sembrava che avesse rapporti con Gozzi insomma con le acciaierie... poi
dopo invece e' ritornato... e' ristato accettato come salvatore della situazione. Poi si e'
inserita la questione del Corex; il Corex comunque ha inserito 30 milioni dentro l'Accordo
di Programma che oggi non ci sono piu', quindi anche questa questione e' stata una
questione fuorviante in qualche modo. Il rifiuto di Clash che era stato disegnato come uno
squalo, io sinceramente non conoscevo bene l'azienda poi mi sono un po' informato, e'
stata sempre disegnata come uno squalo, un approfittatore, uno che insomma prendeva
l'industria (...) e poi le rivendeva e poi si scopre che invece fa le billette, ci fornisce le
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billette attualmente per i laminatoi della Lucchini. Qui c'e' stata la fase della grande ipotesi
della rottamazione navale quando si sapeva, bastava leggere un po' le cronache, che la
rottamazione navale non era cosa europea ma era cosa di altri lidi, quelli indiani, quelli se
va bene turchi e quindi era lontana dalla realta'. C'e' stata la questione della Concordia e
non mi dilungo, alcune cose le hanno dette i colleghi. Poi e' arrivato l'aspetto Cevital. Dico
questo per sottolineare il fatto che in qualche modo le richieste del territorio sono state
accolte tutte,. Anche l'Accordo di Programma e' stato siglato su richieste del territorio. Il
problema e' capire se queste richieste erano richieste corrette oppure no! Cioe', se non si
fa questa riflessione e non si assume questa consapevolezza, oggi non e' possibile
pensare di fare un cambio di passo rispetto all'attuale situazione che e' mutata
profondamente. Il sindacato ha fatto il suo lavoro; cioe', voglio dire, non c'e' un problema
sindacale rispetto a questa situazione, il problema e' che e' mancata la politica, e' mancata
la visione lunga della politica sostanzialmente, cioe' una visione politica che non si
occupasse solo ed esclusivamente dei lavoratori della Lucchini, perche' c'e' il sindacato
giustamente, ma che si occupasse dello sviluppo di questo territorio, cioe' di ridare a
questo territorio una visione di sviluppo che fosse non necessariamente identica alla
precedente, questo spettava alla politica, non si e' nemmeno aperta una discussione, mai
aperta una discussione di questo tipo. E' stato dato per scontato che l'altoforno doveva
rimanere aperto fino alla fine, ha bruciato una marea di milioni nessuno ha posto nel
frattempo qualsiasi ipotesi di rilancio di qualsiasi tipo di progetto industriale che poteva
mettere al riparo parte di quei soldi bruciati e rilanciare un altro tipo di modello siderurgico
e come riutilizzare quei territori, tant'e' che siamo arrivati alla soluzione Cevital dove
sostanzialmente noi abbiamo dato 4.885.366 di metri quadrati di territori ad un unico
soggetto, 4,800 milioni di metri quadrati di aree in proprieta' e in concessione. Nessuno ha
pensato ad esempio di poter riutilizzare, sostanzialmente di ripercorrere quello che e' stato
fatto in Germania, che e' il progetto della RUHR, dove aree simili alle nostre sono state
convertite, sono state convertite attraverso finanziamenti europei, progetti e finanziamenti
europei in aree di attrattivita' turistica. La RUR in questo momento macina 17 milioni di
presenze turistiche e a Pompei si superano di poco i 2 milioni, ha rioccupato 20.000 posti
di lavoro, e' chiaro le dimensioni non sono le stesse pero' anche questo aspetto nessuno
lo ha preso in considerazione, cioe' si poteva aprire anche una stagione o un dibattito
politico dove si poteva dire: ”Be', ci sono alternative credibili ad una siderurgia che
probabilmente sara' comunque ridimensionata anche con Cevital che possano dare un
respiro diverso a questo territorio.”. C'e' il Progetto Cvital dell'Agroindustriale. Ad oggi non
sappiamo sostanzialmente quali sono i perimetri di interesse Cevital rispetto alle attivita'
agroindustriale; quello che mi preoccupa e' che fino ad agosto e non dico dove e non dico
chi ma in un dibattito di natura politica sulla siderurgia eminenti esponenti parlavano
ancora di zuccherificio e imbottigliamento di succhi di frutta. Questo mi spaventa! Perche'
nell'ultimo Accordo di Programma per le bonifiche c'e' un documento Aferpi – Aferpi,
questo l'ha scritto Aferpi! - dove dice sostanzialmente che “agroalimentare si intende
preveda la creazione in una porzione delle aree dismesse del sito - non indica quali -: A)
un complesso di triturazioni di semi oleosi; B) un complesso di trasformazioni di cereali in
bioetanolo”. Quindi non basta! Io non accettero' piu' nessuno che si alzi e dica che si fa lo
zuccherificio! E mi preoccupa questa cosa che ancora qualcuno vada a dire che si tratta di
roba alimentare l'agroalimentare e' questo! Ma ha anche una sul logica, perche' nel
sudicio ci puo' sta' il sudicio non e' che chiaramente si puo' fare altre cose, ma ce l'aveva
anche prima! Cioe' il dubbio dell'agroalimentare... cioe' che l'agroalimentare fosse un
qualcosa di bello e di immaginifico ci doveva essere anche prima pensando a dove
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doveva essere collocato, poi magari uno dice: “Mah, sicuramente quei siti vengono
completamente bonificati, viene rimosso i suoli, vengono rinnovati...” no! Non e' cosi'! Se
andate a vedere il documento e l'approccio rispetto al tipo di bonifica e' un approccio molto
diverso da quello che ci si immagina, basta leggere i documenti ufficiali. Quindi
sostanzialmente la questione del Piano Industriale che e' stata in qualche modo anche
diciamo evocata piu' volte, e' praticamente citata dal Ministro De Vincenti – siamo a marzo
del 2015 attraverso un comunicato ministeriale, un comunicato stampa dove ci dice “Sollecitato Cevital a presentare in tempi stretti articolazione e tempistica del Piano
Industriale accompagnato da un Piano Finanziario in grado di sostenerlo dopo aver
premesso appunto che comincia a delinearsi il futuro delle ex Acciaierie Lucchini di
Piombino cosi' come lo ha definito la nuova proprietaria di Cevital”. Cioe', sostanzialmente
il Ministero sollecita un Piano Industriale e un Piano Finanziario. Che cosa si evince? Che
attualmente non c'e' un Piano Industriale e un Piano Finanziario sostenibile rispetto ai
progetti industriali, lo dice il Ministero. “Si rimanda - sempre nel comunicato – ribadita da
tutte le parti in causa – dice sempre il comunicato - la volonta' di mantenere gli impegni
assunti il 9 dicembre scorso, al momento della stipula avvenuto a Palazzo Chigi del
preliminare di vendita”, sarebbe utile capire cosa c'era all'interno del preliminare di vendita,
nessuno sa cosa contenesse. Quindi ci sono... quindi questa prospettiva che ha un suo
senso, cioe' agroindustriale, siderurgia rinnovata con il forno elettrico, il porto nella sua
fase di sviluppo, ha sicuramente un senso e quindi la piena rioccupazione, ha un elemento
debole, debolissimo che e' tutto affidato ad un unico soggetto, Cevital; cioe', questo noi lo
abbiamo detto piu' volte e continuiamo a dirlo, e' questo l'elemento debole di tutta la
catena. I ritardi che sono evidenti rispetto a quello che si sta prefigurando, evidenziano
ancora di piu' questa debolezza, dell'Accordo di Programma che trattasi delle bonifiche e
della reindustrializzazione del territorio, quindi ha prodotto il PRRI, un pezzo, 30 milioni
quelli del Corex sono usciti poi non so se c'e' la volonta' di riutilizzarli in qualche altro modo
ma insomma non ci sono piu', ci sono i 50 milioni delle bonifiche, ma anche queste
bonifiche hanno dei problemi seri, perche' attualmente dovevano partire prima del
settembre del 2014, poi nel febbraio del 2015 e poi ancora subito dopo la firma
dell'acquisto della Lucchini avvenuta il 30 giugno del 2015, pero' non sono ancora partiti e
sappiamo che sono state evidenziate grosse criticita' sulle bonifiche, proprio sulle
bonifiche e i progetti preliminari non vanno bene, devono essere rivisti e questo portera'
probabilmente ulteriori ritardi. Noi su questa roba abbiamo chiesto una IV Commissione,
cioe' noi abbiamo chiesto che queste Commissione fossero cadenzate in maniera perche'
comunque fossimo sempre edotti rispetto all'andamento delle questioni. Piu' volte c'e'
stato detto che non ci sono novita', poi dall'altra parte ci dicono che fervono incontri
continui su questa roba, quindi insomma anche li' bisogna mettersi d'accordo se fervono
incontri pero' per quale motivo non ci sono le novita', quindi anche su questa cosa io
sollecito tutto il Consiglio comunale a riprendere, ho visto che mi e' arrivato un messaggio
e ripartono per fortuna le commissioni, ad una serrata produzione di commissioni tecniche
che in qualche modo possono cercare anche di approfondire il tema e possibilmente di
dare anche un contributo oggettivo. Sulla questione della 398 io non vorrei dilungarmi
molto rispetto agli annunci che sono stati fatti sostanzialmente da dicembre del 2007 si
susseguono annunci su annunci, fino a terminare alle ultime dichiarazioni dell'Assessore
Chiarei che ci dice che solo nel lotto da Montegemoli al Gagno il progetto va riquadrato nel
senso che vanno fatti i conti. Quindi anche su questa questione non ci sono certezze. Qual
e' a nostro giudizio la possibilita'? E' quella di imporre un cambio di passo ma per fare
questo serve consapevolezza e serve anche un certo approccio critico rispetto a quello
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che la politica ha espresso nel passato e non continuare a ripetere questi errori,
riconoscere che l'Accordo di Programma attuale ha dei limiti perche' ad esempio non
prevede all'interno la 398 non ci fu messa, perche' all'epoca era legata al Progetto S.A.T.
Io credo ci sia la necessita' di fare due cose, anzi tre, sicuramente tre: la prima e' quella di
rimodulare l'Accordo di Programma, perche' anche rispetto agli attuali piani Cevital e
anche alle attuali tempistiche, e' un Accordo obsoleto. Io voglio citare rapidissimamente
anche i tempi previsti da Cevital rispetto alle bonifiche e sono: settore siderurgico, Area
Macro Nord trenta mesi per la realizzazione delle (…) previste dal Piano Industriale ai
quali si aggiungono dodici mesi – sono quarantadue mesi - per il completamento degli
interventi di (…), a questi bisogna aggiungere i permessi e le dismissioni, sono altri diciotto
mesi, se va bene. Il settore agroalimentare, Macro Area Sud, tre anni dal completamento
delle dismissioni, delle strutture presenti ai quali si aggiungono dodici mesi per il
completamento degli interventi di MISE dei suoli, sono quarantotto mesi, piu' ci si devono
mettere i tempi di dismissione piu' i permessi ministeriali. Settore logistica Macro Area
Sud, due anni dal completamento – qui si fa un po' prima eh – delle dismissioni delle
strutture presenti ai quali si aggiungono due mesi, comunque sono trentasei mesi al quale
si aggiungono dismissioni e i permessi ministeriali. Questi sono i tempi dettati da Cevital,
dal programma, dalla proposta di strategia di intervento per le messa in sicurezza
operativa redatto da Cevital, lo dice Cevital questo non lo dice Gelichi. Questo documento
e' all'attenzione di tutti. Termino sostanzialmente dicendo che quale secondo il nostro
punto di vista, l'approccio che dovremmo avere, quindi uno l'ho gia' detto, rimodulazione
dell'Accordo di Programma con l'inserimento della 398; riformulare il gruppo di lavoro
sull'Accordo di Programma ponendo alla guida un consulente di comprovata esperienza
nel settore, anche questo e' fondamentale, io taglio il formaggio, non mi porrei mai alla
guida di una roba di questo tipo, faccio altre cose di mestiere, poi provo anche a fa'
politica; e accelerazione di tutte quelle azioni necessarie per rilanciare l'economia
comprensoriale in accordo con la Regione Toscana, e qui si parla di sviluppo alternativo,
per cui si dovrebbe aprire un capitolo a parte, di quello che potrebbe fare attraverso le
varianti urbanistiche questo territorio oggi per far ripartire alcuni tipi di economie, questa e'
la proposta che fa la Lista Civica Ascolta Piombino. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie Presidente Gelichi; la parola a Filacanapa.
Sergio Filacanapa - Presidente Spirito Libero
La lista civica che ho il piacere di rappresentare, e' nata per fare e non per dire, pertanto
mi permetto di leggere un documento con il quale noi intendiamo e vediamo con favore il
modo di governare il cambiamento. “Anzitutto permettetemi di ringraziare il Sindaco
Massimo Giuliani che ha risposto positivamente a questa richiesta di Consiglio comunale
Aperto, per fare il punto sulla situazione ex Lucchini; ringrazio anche il Presidente del
Consiglio Angelo Trotta per aver condiviso con tutti noi Capogruppo gli Ordine del Giorno
e ringrazio naturalmente le associazioni che hanno chiesto con forza questo Consiglio
comunale. Infine, permettetemi di ringraziare davvero con fortissima convinzione i
sindacati locali di FIOM, FIM e UILM, le loro segreterie e i loro delegati e i loro iscritti.
Senza di loro, senza il loro buon senso, la loro capacita' di essere rappresentati dei
lavoratori ma al contempo forza di Governo del territorio, sarebbe stato impossibile
raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto senza subire i problemi anche di ordine
pubblico che altre realta' purtroppo hanno dovuto subire. Perche'? Lo dico subito; oggi
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siamo qui a parlare dei problemi di una fase difficile di transizione ma non di una fase
drammatica senza sbocchi o prospettive. Il tema oggi e' ottimizzare questa fase non
doverla costruire, e lo dico a chi invoca un modello Taranto, laggiu' loro non hanno
prospettive, sono nella fase in cui non trovano nessuno che vuole investire e anche
l'intervento statale non potra' che essere a tempo, Piombino e' un modello, non certo
Taranto. Spirito Libero per Piombino che, ripeto, ho onore di rappresentare, ha una
formazione politica civica laica e riformista e come tale si e' sempre posta di fronte ai
problemi con la massima apertura mentale, volonta' di confronto e disponibilita' alla
discussione. Con questi presupposti abbiamo partecipato all'incontro che queste
associazioni tempo fa avevano promosso, ribadendo con forza, le nostre idee anche
quando queste non collimavano minimamente con le loro. Piombino e' in una difficile fase
di trasformazione ed e' proprio in questa fasi che occorre avere la testa sulle spalle per
gestirla al meglio, ma anche essere aperti al dialogo, alla discussione, al confronto,
entriamo dunque nel merito delle questioni che dividerei in tre: la prima e' la questione
siderurgia, la seconda la questione smantellamenti e dismissioni indotto; la terza
questione sviluppo. Con questi termini si intrecciano poi quelli delle bonifiche in attuazione
dell'Accordo di Programma dell'aprile 2014 e da questo derivato, ossia il 252 bis e si
intrecciano poi i temi piu' generali dello sviluppo portuale, dei progetti sulla nautica e delle
prospettive delle piccole e medie imprese nei vari settori in primis sul turismo. Le
dimissioni di Zambon non sono un bel segnale, perche' al di la' delle motivazioni ufficiali e
delle legittime scelte di organizzazione interna che ogni azienda ha il diritto di fare,
inevitabilmente rallentano le tappe perche' comunque in questa fase - e non sappiamo per
quanto altro tempo ancora, manca una guida che conosca il settore siderurgico. Noi non
siamo tra coloro che volevano mettere la sveglia sul collo di Zambon per acquistare
velocemente il forno elettrico, perche' sappiamo bene che non viene comperato ne' un
ventilatore ne' un microonde; inoltre chi li costruisce si trova in paesi dove il costa
dell'energia e' nettamente piu' basso, per cui chi costruisce dovra' riadattare il processo
produttivo per situazioni come quelle italiane dove invece i costi sono alti. Percio' non
chiediamo che si faccia presto ma che ci faccia bene, si valutino le migliori tecnologie, le
migliori offerte che ci auguriamo siano molte e si decida, se lo si riesce a fare velocemente
non a scapito di questi elementi, e' ovviamente meglio. Deve essere chiaro a tutti pero'
che anche lo Stabilimento di Piombino non sara' autosufficiente nella produzione di (…),
sara' sempre in scacco di competitors e soprattutto non riuscira' ad essere competitivo sul
piano del costi. Gli stessi strumenti per la riduzione del costo dell'energia che l'Accordo di
Programma 2014 mette in campo, ribaditi dall'ex art. 252 bis, potranno essere attivati solo
con i forni elettrici funzionanti, per cui vi sara' la necessita' per l'azienda di stringere la
cinghia solo con i forni elettrici per poter competere con i propri avversari. Questo non
sara' indolore. Sul fronte delle dismissioni dei vecchi impianti per far posto a una nuova
organizzazione siderurgica e ai nuovi settori dell'agroindustriale e della logistica
industriale, occorre invece far presto e bene. Non e' facile comporre il quadro completo
degli interventi, perche' si tratta indubbiamente di rimmaginare e riprogettare ettari e ettari
di terreno industriale, un'operazione mai vista al mondo, perche' quando si parla di (…) e
di altre realta' ex siderurgiche si parla appunto di riconversione non di continuazione
produttiva con addirittura diversificazione. Per cui se Cevital riuscira' davvero a fare quello
che dice di voler fare, come tutti ci auguriamo, sara' Piombino un caso da studiare;
occorre pero' far presto perche' dalle dismissioni e dalle demolizione possono derivare i
lavori per i lavoratori in cassa integrazione. Da Lucchini in Amministrazione Straordinaria e
per le aziende dell'indotto che sono rimaste e vogliono continuare a lavorare. Occorre far
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presto perche' in questo modo anche la (…) messa in piedi dalla Regione insieme al
Comune puo' provare a gestire questa fase favorendo l'incontro tra la domanda di lavoro
da parte di Cevital e l'offerta di lavoro da parte dei lavoratori delle imprese. Occorre far
presto infine perche' prima si dismette, prima si ricostruisce e partono quindi
l'agroindustriale e la logistica. Senza voler pressare indebitamente Cevital, credo che
proprio in sintonia con la filosofia di fondo dell'Accordo di Programma 2014 occorre che
siano coinvolte in primo luogo le aziende dell'indotto ex Lucchini in questi lavori; trovino
delle forme di aggregazione, (…) che le inutili contrapposizioni e si presentino uniti al
confronto forti delle rispettive competenze e professionalita'. (…) Rebrab ne tenga di conto
perche' queste imprese sono quelle che hanno permesso all'Amministrazione
Straordinaria di sopravvivere facendogli da banca e a lui di poter acquistare in fine la
questione dello sviluppo. Spirito Libero lo dice da tempo, alle volte non ha ascoltato
neppure in propri alleati; Piombino deve creare sviluppo, deve creare le migliori condizioni
perche' i privati investano da noi e noi come forze di Governo dobbiamo immaginare un
futuro anche al netto Cevital e dei suoi progetti, perche' abbiamo un territorio che ce lo
permette, perche' sono stati fatti investimenti importanti, per esempio sul porto, che
possono garantire sviluppo e occupazione, perche' altri investimenti privati possono venire
sul fronte delle piccole/medie imprese, infrastrutturando presto e bene le aree di Colmata,
Comune e del Gagno, Autorita' Portuale, perche' sul fronte della nautica si puo' far ripartire
cio' che in ballo c'e' e superare cio' che non parte guardando le soluzioni di facile e rapida
attuazione, perche' sul fronte del turismo si possono fare quelle varianti urbanistiche che
consentono in tempi rapidi nuove strutture ricettive per quei privati che bussano alla porta
per investire e creare occupazione. Piombino non e' piu' solo acciaio, Piombino deve
avere quel Piano B che purtroppo negli anni passati non ha avuto o ha avuto in modo
poco convinto. Non vorrei che l'arrivo di Cevital avesse fatto dimenticare che la
monocultura industriale ci portava alla rovina perche' chiusa la fabbrica non c'era altro di
sostanzioso. Oggi Cevital c'e', la diversificazione in parte la fara' lei e dobbiamo sostenerla
con convinzione e non pone continui problemi ma dobbiamo aggiungere a quello che fara'
l'altro che da sempre e' a portata di mano, perche' se per mille ragioni quei progetti non
potessero avverarsi o si avverassero solo in parte, noi saremmo nuovamente nel baratro.
Ecco perche' e' fondamentale per esempio che la cabina di regia abbia sotto mano tutti i
progetti pubblici e privati di Cevital e di altri e costruiscano (…) mappa degli interventi
possibili delle tempistiche e delle relative necessita' di formazione professionale. Non deve
diventare un'agenzia di collocamento, ma deve avere sott'occhio e indirizzare e
velocizzare i progetti che portano occupazione in tempi rapidi cosi' che si possano gestire
le emergenze sociali e i problemi dei cassintegrati, dei senza lavoro e dei commercianti e
artigiani in difficolta'. Costruiamo allora un nostro futuro aprendo Piombino a un nuovo
sviluppo e alla creazione di ricchezza e di occupazione ma sul serio non solo a parole,
sapendo che qualcuno scontenteremo anche tra i nostri riferimenti sociali e culturali
classici, ma sapendo che accontenteremo una citta' che vuole cambiare e crescere; siamo
sempre nel mezzo di una forte perturbazione, la nostra barca ce la puo' fare ad uscirne
indenne, basta remare tutti assieme verso lo stesso traguardo e Piombino riuscira' a
vincere la sua battaglia. Grazie”
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie a lei Filacanapa. Presidente Mosci.
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Marco Mosci - Presidente Sinistra Per Piombino
Cerchero' di essere (…) attenzione sia ormai come la mia, mi rendo conto delle difficolta'.
Allora, chiaramente condivido piu' o meno quello che e' stato detto fino ad adesso, cioe' il
concetto che qui non verra' fatta la marmellata ma probabilmente il biodiesel pero'
partiamo da un concetto di fondo: si', e' vero che probabilmente Rebrab portera' il
biodiesel ma la marmellata non la facevamo neanche fino a ieri! Cioe', non e' che fino ad
ieri facevamo un tipo di prodotto per il quale noi avevamo un inquinamento praticamente
uguale a quello delle Galapagos, noi eravamo in una situazione freddamente di sito
inquinato, probabilmente installare oggi un biodiesel non sara' certo come installare una
acciaieria negli anni '80, cioe' probabilmente avremmo una diminuzione di inquinamento
rispetto a quello che era. Poi e' chiaro che preferirei la marmellata al biodiesel pero' non
posso neanche oggi dire: “No al biodiesel” sulle spalle dei lavoratori; troveremmo le
soluzioni come politica di intervenire affinche' il biodiesel venga fatto tutelando anche i
lavoratori, anche i residenti della Val di Cornia. Dico Val di Cornia perche' ringrazio
fortemente il Sindaco di Suvereto che qui presente si rende conto che non e' soltanto
Piombino interessato a questa cosa, ma ci sono anche altre persone, altre citta' che
gravitano intorno a questa crisi siderurgica. Quindi, sono contento della presenza anche
degli altri sindaci, ma andiamo un attimo a cosa siamo e che cosa possiamo fare. Io ho
sentito molto “Ci piacerebbe, ci piacerebbe, ci piacerebbe”, io sono qui! Cioe' io sono un
Consigliere Comunale di questa citta', cioe' questo e' il mio spazio, io so che cosa posso
fare, per questo sono contento che il mio Sindaco abbia messo tra le slides anche quel
poco che puo' fare una Amministrazione Comunale nel suo Bilancio per venire incontro a
chi perde il lavoro; sono contento che questa Amministrazione sia un'Amministrazione di
sinistra che si rende conto dei problemi e che abbassa il valore del reddito sotto il quale
non si paga la spazzatura o sotto il quale ci sono delle esenzioni IMU. Cioe', e' normale
che un'Amministrazione Comunale non puo' dire: “Do io la cassa integrazione, gli do €
1.500,00 al mese a tutti”, non lo possiamo fare! Cioe', potrei anche fare una campagna
elettorale in cui vi dico: “Lo faremo! Lo faremo! Lo faremo!” ma non lo possiamo fare! Noi
possiamo con la stretta di Bilancio che e' nelle nostre mani intervenire in quelle cose del
Comune; possiamo abbassare le aliquote a chi e' in difficolta', possiamo mettere due
spiccioli in piu' su chi viene sfrattato dalle case a scapito di altre cose, a scapito di altre
cose! E' chiaro che probabilmente ci piacerebbe tanto fare grossi progetti e essere
ricordati come l'Amministrazione che ha fatto grandi cose, pero' se ci sono delle famiglie
che vengono buttate fuori di casa, noi siamo presenti in queste cose. Vorremmo dirvi che
saremmo in grado di darvi il lavoro, ma sarebbe una bugia; sarebbe una bugia! Noi
possiamo sostenere economicamente chi e' in difficolta', questo lo possiamo e lo
dobbiamo fare, per il lavoro dobbiamo andare a uno scalino successivo. E' per questo che
mi piace anche quello che ha fatto la Regione; cosa poteva fare la Regione? Il porto
probabilmente Kebab lo sfruttera', probabilmente il porto sara' un volano per, pero' la
Regione doveva e poteva sotto la spinta nostra fare qualcosa, e questo qualcosa in questo
momento era il porto; cioe' dare la possibilita' a questa citta' di avere uno sviluppo sia dal
punto di vista della logistica, sia dal punto di vista dell'industria e questo sviluppo avveniva
solo e soltanto se davamo una possibilita', la Regione ha fatto la sua parte, ha fatto la sua
parte! Cercando di fare quello che poteva! Ha fatto la sua parte rendendo competitivo il
Porto di Piombino e appetibile quegli ettari che ci sono dietro altrimenti non lo erano. Poi
se abbiamo uno Stato che si preoccupa del job act che fa la scuola, che fa la riforma del
Senato, che si preoccupa di che cosa fa Verdini se va bene o non va bene per la
maggioranza, sinceramente io da qui non lo posso fare, e nemmeno potete pensare che io
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litighi con il Sindaco che ha fatto queste cose, perche' ha una tessera di un partito che a
livello nazionale fa qualcos'altro! Quindi, mettiamoci anche nella condizione di capire cosa
possiamo fare; cosa possiamo fare? Mi va bene quando il Consigliere Ferrari parla di …
uniamoci e scendiamo in piazza nuovamente se e' questo quello che dobbiamo fare, ci
mancherebbe altro! Aspettiamo le notizie dell'incontro che sara' a breve, se le notizie sono
notizie frastagliate, sommarie o un ulteriore rimando, io vengo! Vengo come Marco Mosci,
vengo come Consigliere, cioe' non e' che vengo con i soldi dello Stato che vi da' lavoro,
vengo a dare la mia mano di cittadino, come la sta dando – dicevo prima – il Sindaco di un
altro paese che e' venuto a dimostrare l'interesse per questa cosa, di piu' non si puo' fare!
Cioe', noi si puo' fare anche una giornata in cui io ascolto i sindacati e i loro pensieri e me
li ricordo e so che cosa vogliono, pero' poi alla fine ricordiamoci di che cosa posso davvero
fare come Consigliere, perche' noi abbiamo a che fare con un'azienda in cui un
proprietario – perche' poi bisogna veramente guardare in faccia la realta' – e' una persona
di settantanni i cui figli hanno dichiaratamente detto che non gliene frega nulla! Cioe', noi
siamo gia' al Piano B, non dobbiamo inventarci un Piano B! Se domattina Kebab non si
alza dal letto...
Se domattina Rebrab non si alza dal letto, tutto quello di cui noi stiamo parlando fino ad
adesso, rimane nel mondo delle idee di Platone, non verra' fatto assolutamente niente 99
su 100! se domattina Kebrab ci...
Oh allora! Si vede, si vede che a me, si vede che a me piace piu' il Kebab del Rebrab... Se
domattina si sveglia e ci porta a conoscenza di una cosa che sappiamo tutti, cioe' che lui
non puo' portare via dall'Algeria dei finanziamenti che non sono per la logistica, lui
semplicemente domani mattina ci comunica: “Ragazzi, io avrei fatto mari e monti pero'
l'Algeria mi ha ricordato una cosa che gia' sapevate e cioe' che non posso per legge
nazionale fare investimenti in uno Stato estero se non sulla logistica”, noi stiamo
ragionando del niente! Cioe', noi siamo ben oltre il Piano B, perche' noi ci possiamo
svegliare domani mattina che cambia tutto quello di cui abbiamo parlato! Quindi, non vi
tediero' con una cosa lunga, pero' vi ricordo che noi stiamo lottando, perche' io sono con
voi in questa lotta, contro qualcuno che fondamentalmente potrebbe esse' l'unico
interessato a, perche' ha le spalle coperte da uno Stato che, come ho detto, potrebbe
dirgli: “Domani digli che scherzavi perche' tanto non ti faccio uscire i soldi da qui”. Abbiamo
a che fare diciamo con un background familiare per il quale abbiamo gia' ben chiaro che
gli eredi non hanno assolutamente nessun tipo di interesse a investire qui; di contro, mi
pare che non ci sia interesse da parte dello Stato di gestire questa cosa – e lo ricordava il
Presidente Callaioli degli accordi internazionali firmati in cui gli stati non devono
assolutamente intervenire e lai abbiamo firmati – chiaramente siamo nelle mani di noi
stessi. Quindi, quello che vi dico e', se gli accordi che verranno presi nelle prossime
giornate sono vantaggiosi bene, altrimenti piu' che venire in piazza con voi, visto quello
che abbiamo fatto e che possiamo, non posso. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Rosalba, a lei la parola.
Ettore Rosalba - Consigliere Partito Democratico
Si'; credo che arrivati a quest'ora il modo di approcciarsi debba essere un po' piu' concreto
e per prima cosa vorrei ringraziare il Sindaco che nella sua esposizione ha ben spiegato di
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che si parla, di cosa si sta ragionando e che ha preso ad occasione questo Consiglio
aperto richiesto da alcune associazioni; per altro gia' avevo annunciato che avremmo fatto
un tipo di passaggio come questo. La data fondamentale che a questo punto assume
diciamo un aspetto primario, e' quella dell'8 ottobre al Mise dove molte o alcune delle
questioni poste oggi in questo contesto, potranno iniziare ad avere delle risposte. Io credo
che quando ci si pone ad ascoltare lavoratori che ci raccontano come vivono questo
momento, lettere che sono state lette, lo si deve fare con serieta', ascoltando e provando a
dare delle risposte senza farsi prendere dalla voglia di far vincere demagogia o populismo
ma bisogna essere molto concreti e stare sul pezzo. C'e' un po' di preoccupazione, e'
inutile negarlo, c'e' un po' di preoccupazione perche' ci sono alcuni ritardi; a ragion del
vero se si guarda dall'inizio diciamo il primo motivo principale del ritardo e' che il Piano
Industriale che ha presentato Cevital con il cronoprogramma di aprile, poi ha scontato
giustamente alcuni mesi fino ad arrivare all'Accordo Sindacale del 30 giugno. E io in
questo luogo, lo voglio fare pubblicamente a nome del mio partito, voglio rivendicare il
ruolo che ha avuto il sindacato di grandissima responsabilita' in un momento come quello,
in un momento che a proposito di coccolare i padroni, un proprietario e' venuto qua,
un'azienda e' venuta qua, si e' comprata dal Commissario Straordinario una fabbrica o
un'azienda storica fondamentale per questo territorio, fallita, e si e' posta al tavolo con i
sindacati da proprietario non garantendo l'occupazione a tutti i lavoratori. I sindacati si
sono presi tutto il tempo necessario per arrivare a un Accordo Sindacale firmato, non carta
straccia, non chiacchiere! Dove punto per punto vengono presi alcuni impegni e quegli
impegni vanno mantenuti, chiaramente, non e' che si scherza! Cioe', ci sono scritte varie
cose; quindi il ritardo principale e' che da aprile a fine giugno son passati circa tre mesi,
quindi un po' di tempo e' gia' slittato. C'e' preoccupazione, ora e' il momento di andare l'8
ottobre e avere delle risposte piu' concrete! Ci sono preoccupazioni legate a varie cose
che sono state poste anche qui dentro questa mattina; diciamo un fermento che c'e' stato
ai vertici di un'azienda che comunque e' un'azienda privata – parlo di Zambon - nello
stesso tempo pero' vedo un aspetto positivo, l'assunzione di Villa, una figura che doveva
rilanciare l'aspetto commerciale dell'azienda, e questo e' un settore importante, perche' se
un'azienda non ha voglia di investire, non investe soldi e persone su quel settore che e'
fondamentale. C'e' stata questa storia di questo problema diciamo personale di Rebrab in
Algeria, che e' una storia che va vista bene e chiaramente si parla rispetto alle cifre che
girano, di una cifra per noi importante ma nel contesto molto piccola, quindi capiamo cosa
sta succedendo e quindi con il giusto equilibrio e con attenzione. Hanno fatto bene prima i
sindacati a ricordare da dove partivamo, perche' quando poi si arriva in certi momenti ci si
dimentica da dove si partiva, ma qui noi stavamo sul baratro. Noi ci siamo ritrovati due
anni fa ad aspettare offerte che non arrivavano oppure arrivavano ma per piccoli segmenti
dell'azienda e hanno fatto bene l'elenco prima, Duferco... la stessa Jindal che quando gli e'
stato chiesto di rilanciare non ha rilanciato ed e' sparita. Quindi e' arrivato Cevital che non
e' un benefattore, e' un imprenditore che viene qua per fare profitto, questo lo sappiamo;
viene qua perche' probabilmente ha trovato delle infrastrutture, delle situazioni adatte ad
un programma che lui ha chiaro, scritto, per ora scritto diciamo ma molto chiaro, quindi
diversificare una produzione su questo territorio. Pero' fatemelo dire, io ho sentito parlare
anche stamattina di porto, di volano, e' vero e' quello, probabilmente se non ci fosse stato
il Porto di Piombino con le prospettive che ha, Rebrab non sarebbe venuto, probabilmente
staremmo qui ad affrontare davvero il dramma di come non poter nemmeno guardare a un
briciolo di speranza per il futuro. Pero' se questo porto e' stato fatto, se questa
infrastruttura fondamentale per questo territorio oggi e' li' che sta per essere completata, lo
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si deve ad un territorio che ha combattuto, che ha proposto idee, che ha insieme ai vari
livelli istituzionali, programmato qualcosa che puo' diventare volano, e troppo spesso
questa azione ci ha visto soli, diciamolo, perche' poi quando c'e' da alzare le mani nelle
varie sedi istituzionali, che sia un Consiglio comunale o che sia il Governo, poi siamo
sempre noi e basta che si vota, dopodiche' ci accorgiamo che il porto e' un volano e che
Rebrab probabilmente e' venuto per quello. E' venuto per quello ma per rilanciare una
storia industriale. Io mi ricordo... per fare un po' di chiarezza, quando Rossi il 1° Maggio in
piazza disse quelle cose, le disse non per la Concordia come e' stato detto, ma disse che
se Piombino non tornava a produrre acciaio lui ci avrebbe lasciato la testa, questo disse;
quindi noi ci siamo in questo processo e ci saremo. Mi ricordo anche che in quel periodo
qualcuno venne a Piombino, il leader del secondo partito italiano, a dire che qui andava
chiuso tutto, che la siderurgia faceva schifo, che eravamo una banda di cialtroni, mi
ricordo anche questo per la precisione e quindi e' bene ricordarselo, ci si aveva la peste
rossa, la siderurgia era morta, chiudete tutto, perche' mi ricordo anche questo, e' bene
ricordarsele le cose. Detto questo, noi dobbiamo continuare a insistere, insomma a
lavorare. Ho sentito parlare di Modello Piombino; il Modello Piombino cosa e' il Modello
Piombino? E' una sinergia, e' un lavoro sinergico che e' stato fatto tra lavoratori, tra
sindacati, tra tutti i livelli istituzionali che insieme hanno provato a portare istanze in un
momento complicato, drammatico nel nostro territorio a giro per l'Italia, in Europa, e il
territorio e' riuscito a portare a casa alcune istanze, con l'aiuto dei lavoratori, con il grande
senso di responsabilita' di lavoratori che si approcciavano ad affrontare questa situazione
non sapendo cosa facevano il giorno dopo. Non e' finita quella partita e io lo capisco e
capisco il dramma e l'incertezza di vivere un momento ancora complicato. Pero' non
facciamo confusione, non confondiamo le chiacchiere tra le cose scritte, tra gli accordi
firmati, tra le cose che vanno fatte. Quindi, noi siamo a disposizione di un percorso,
dobbiamo continuare a lavorare, il Sindaco che giornalmente gira l'Italia per lavorare a
pancia a terra a risolvere i problemi; nel nostro piccolo proviamo ad inserire elementi che
possano alleviare in qualche modo una situazione che e' difficile, l'abbiamo ricordato
prima, i lavori socialmente utili, abbiamo provato a mettere in campo nel nostro Bilancio
alcune azioni che dovrebbero alleviare in parte la situazione. Detto questo dobbiamo
aspettare; Rebrab, lo dicevo prima, e' un imprenditore che va trattato da imprenditore e i
sindacati sanno come si fa, io mi fido del sindacato! Mi fido di gente che e' anni che lavora
per questo territorio, che ci mette la faccia, e guardate li' dentro in quello stabilimento mi
immagino che non sia stato semplice mantenere unita', mantenere l'attenzione alta e
provare a sperare che questo territorio si rilanci. Il percorso non e' finito, non siamo
neanche all'inizio! Il tempo e' poco, e' vero, ma l'unica cosa che possiamo fare noi e'
continuare a fare cio' che abbiamo fatto e cioe' incalzare, lavorare, andare a riunioni a giro
per Ministeri, Regioni e a giro per l'Italia, mettere nero su bianco alcune cose. E badate
leggeteli, probabilmente li avete letti ma non li sottovalutate! Quando si firmano gli accordi
e c'e' scritto che nel novembre 2016 i lavoratori verranno riassunti, dobbiamo crederci,
perche' non si sta parlando di un foglio di carta firmato in un bar, ma si sta parlando di
accordi seri, fatti con l'autorevolezza e la serieta' di elementi in campo che sanno dove
vogliono andare. Quindi, noi dobbiamo stare qui a vigilare, supportare chi in questo
momento ha un ruolo difficile ma che lo sta portando avanti con forza e con energia, che e'
il nostro Sindaco, stringere e andare a farsi sentire quando si inceppano alcuni
meccanismi - sto pensando a livello regionale e al problema che abbiamo sul 15% dobbiamo farci sentire e lo faremo! E Massimo Giuliani quando va alle riunioni non e' uno
che sta zitto ma e' uno che si fa sentire; dobbiamo accelerare sulle bonifiche, quindi noi
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dobbiamo ben dividere quello che noi possiamo fare con quello che un soggetto privato
che si deve muovere dentro una cornice che abbiamo contribuito a racchiudere, ma e'
comunque un soggetto privato. Se Rebrab manda via Zambon, ci puo' dispiacere perche'
era un bravo siderurgico, ma che ci si puo' fare? Che ci possono fare i sindacati?
Dobbiamo incalzare e dire: “O', metticene un altro altrettanto bravo! Potenzia la parte
commerciale! Muoviti!”. Quindi, questo e' il senso del mio intervento. Credo che il percorso
ai ancora lungo. L'8 sara' un appuntamento importante e speriamo che qualcosa di piu'
concreto venga al Mise e se noi faremo questo, se qualcosa l'8 verra' intanto portato a
casa, i ritardi che ci sono strutturali, tanto tutto slittato di tre mesi, possono iniziare a
diminuire e credo che qualche risposta positiva per i lavoratori che in questo momento
vivono questa situazione con delicatezza e con difficolta' possano avere delle risposte
serie. Non si va da punte parti se ci andiamo divisi e spappolati. Bene hanno fatto i
sindacati a ricordare che l'unita' in battaglie di questo tipo in un territorio come il nostro e'
fondamentale; noi, come abbiamo sempre fatto, la responsabilita' di prendere anche
decisioni, anche in solitaria come spesso c'e' capitato, ce la prenderemo come ce la siamo
sempre presa, perche' poi alla fine se non c'e' qualcuno che se le prende le responsabilita'
non... e d'altronde e' anche giusto quando uno governa le responsabilita' se le prenda e
quando uno fa l'opposizione puo' fare in maniera diversa. Quindi, noi ce le prenderemo, ci
auguriamo che l'8 le cose inizino ad andare bene con la convinzione che la serieta' e il
lavoro alla fine potranno portarci a una pagina positiva per questo territorio. Grazie.
Presidente del Consiglio comunale Angelo Trotta
Grazie a lei. Allora, avviso il Consiglio che riprendiamo alle 3 per le varie repliche.
Ringrazio al momento tutti i convenuti, buon pranzo e alle ore 15.00.
(La seduta termina alle ore 13.15)
Legenda:
(...) parole o frasi incomprensibili.
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