La bella e la bestia - Biblioteca di Fossano

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La bella e la bestia - Biblioteca di Fossano
La bella e la bestia
IL BAULE VOLANTE
Regia Roberto Anglisani
Testo Roberto Anglisani e Liliana Letterese
Interpreti Liliana Letterese e Andrea Lugli
Musiche Vivaldi, Britten, Battiato, Mertens, Bach,
Shostakovich
Costumi Sartoria Equipe e Lorenzo Cutuli
Coreografie Caterina Tavolini
Per qualsiasi tipo di utilizzo e di riproduzione delle schede, è sempre necessario citare la fonte:
“a cura del Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte”
LA BELLA E LA BESTIA
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SCHEDA DIDATTICA
LA TRAMA
SOMMARIO
Un mercante, padre di tre figlie, si smarrisce nel bosco di ritorno
LA TRAMA
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LE TEMATICHE
PRINCIPALI
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LE TECNICHE E I
LINGUAGGI
UTILIZZATI
LE FONTI
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da uno sfortunato viaggio d'affari. Trova rifugio nel palazzo della
Bestia, un essere orribile, metà uomo e metà belva. Qui cerca di
rubare una rosa e per questo la Bestia lo minaccia di morte.
L'unica possibilità di salvezza è che sia una delle sue figlie a
morire al suo posto. La più bella delle tre figlie accetta il sacrificio
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e si reca al palazzo. Ma andrà incontro ad un altro destino.
LA CREAZIONE
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DELLO SPETTACOLO
I PROTAGONISTI
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GLI
APPROFONDIMENTI
POSSIBILI
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Attraverso la classica storia di un amore impossibile, di un amore
che supera ogni barriera, "La Bella e la Bestia" ci parla
UN TEATRO IN OGNI 8
CLASSE
INFO E SPORTELLO
LE TEMATICHE PRINCIPALI
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innanzitutto
del
tema
della
diversità
ed
in
particolare
dell'accettazione del diverso e dell' "altro da sé". La diversità
spesso si manifesta attraverso un particolare aspetto fisico: dal
colore della pelle all'essere troppo magri o troppo grassi, oppure
troppo lontani dai canoni di bellezza comuni. Eppure, in questa
storia il pubblico finisce per identificarsi proprio col personaggio
della Bestia, condividendone i dolori e i tormenti, provando per
esso una grande comprensione e un grande affetto, attraverso un
percorso emotivo che va dal rifiuto per questo essere mostruoso
e apparentemente cattivo fino al sentimento di condivisione della
condizione di "diverso": non si desidera più la sua morte ma la
sua felicità. È una storia che parla con delicatezza al nostro cuore
e ci induce a ricercare la bellezza delle cose e delle persone al di
là delle apparenze, a capire che spesso la bellezza si cela sotto
sembianze che ci possono sembrare sgradevoli: la vera bellezza è
una bellezza interiore e quindi più profonda. Questo obiettivo non
si ottiene immediatamente e senza fatica: il racconto rappresenta
in questo senso un lungo ed importante processo di crescita. Ed è
Bella a compiere questo percorso, che la porta dall'amore iniziale
per il
Padre (rapporto edipico) alla scelta di un amore più
LA BELLA E LA BESTIA
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maturo, più adulto e consapevole. Seguendo l'impostazione della
fiaba italiana di Calvino, il “passaggio” avviene in una prima fase
attraverso l'uso di un oggetto magico (l'anello) e nella seconda
grazie all'aiuto di un elemento naturale (l'albero). La fiaba aiuta il
bambino a stimolare l'immaginazione, a sviluppare l' intelletto, a
chiarire le emozioni, ad armonizzarsi con le sue ansie e
aspirazioni, a riconoscere appieno le sue difficoltà. Nel contempo
suggerisce soluzioni ai problemi che lo turbano e questo senza
mai sminuirne la gravità e l'importanza. Ha inoltre un tipo di
svolgimento che si conforma al modo in cui il bambino percepisce
il mondo. Problemi e suggerimenti sono posti in forma simbolica,
ma in modo chiaro e conciso, sono proposti come fenomeni
psicologici interiori, che permettono al bambino di afferrare i
problemi nella loro forma più essenziale. Il bambino comprende
con chiarezza che la fiaba non parla il linguaggio della realtà
concreta, ma gli suggerisce un viaggio nella mente, nel mondo
del fantastico. Capisce che, benché irreali, le fiabe non sono false
e che, sebbene quanto vi è narrato non avvenga nella realtà, si
tratta di un’ esperienza interiore tesa all'acquisizione di una
esistenza indipendente, più matura. Grazie all'identificazione con
l'eroe, il bambino immagina di sopportare da solo dure prove e
tribolazioni, e questo gli consente di conoscersi e di sviluppare la
propria personalità e di trovare le sue soluzioni ai problemi
esposti. La fiaba lascia infatti al bambino, di qualsiasi età, il
compito di prendere ogni decisione; sarà lui a cogliere a tempo
debito
i
significati
nascosti
che
possono
riferirsi
alla
sua
esperienza di vita e al suo presente stadio di sviluppo personale.
Al bambino che vive in empatia con l'eroe, la fiaba comunica una
comprensione intuitiva e subconscia della propria natura e di ciò
che il futuro può avere in serbo per lui se svilupperà le sue
potenzialità positive. Egli avverte, grazie alla fiaba, che la
condizione di essere umano in questo nostro mondo comporta
l'accettazione di ardue prove, ma anche il vissuto di meravigliose
avventure ed un finale sempre felice. Le fiabe gli insegnano che
lasciarsi trasportare dalla fantasia non è dannoso e che ogni suo
sforzo sarà premiato.
LA BELLA E LA BESTIA
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“Questa versione di “La Bella e la Bestia” si permette di
articolare un discorso più complesso del semplice racconto
di una storia basilare per l’immaginario collettivo e la
cultura occidentali. Parla d’amore, di ricerca dell’umanità,
di invidia e di rapporti familiari. Parla dei legami
sentimentali e di quelli di sangue, di coscienza individuale e
di senso di clan, di passaggio dall’adolescenza all’età
adulta.”
Pier Giorgio Nosari
LE TECNICHE E I LINGUAGGI UTILIZZATI
La compagnia lavora su tecniche narrative di grande impatto visivo
ed emozionale, alla ricerca continua di modalità sempre più capaci
di coinvolgere e affascinare il pubblico senza annoiarlo. Con il
supporto di pochi oggetti e scenografie essenziali, esplora le
possibilità degli strumenti più puri e semplici a disposizione del
"La strada era
intatta, sembrava un
narratore: la voce singola e il racconto a due voci, l’uso del corpo e
delle sue capacità espressive, in accompagnamento alla parola.
lungo strascico di
Grande importanza viene attribuita al gesto e al movimento, in una
abito da sposa,
forma tecnica ai limiti del teatro-danza. Si realizza un incontro tra
bianco e candido..."
corpo e parola, in un continuo scambio tra lo scorrere dei
sentimenti e quel vortice di emozioni che spinge il corpo ad agire e
reagire.
Con “La Bella e la Bestia” si assiste a uno spettacolo in cui i
significati nascosti affiorano attraverso la parola ed il movimento.
Uno spettacolo in cui a volte la parola si fonde con il movimento
espressivo, altre volte lascia completamente lo spazio a sequenze
di “gesti-sintesi”, affidando alla voce e al corpo tutta la loro forza
evocativa. Perché la parola, così raccontata, giocando tra una
bocca e l’altra, rimbalzando da un corpo all’altro, lascia emergere
tutti i significati della fiaba, senza alterare le possibilità creative e
immaginifiche del bambino. Attraverso il racconto le immagini
vengono create ed elaborate direttamente dalla mente e dalla
fantasia dello spettatore, senza mediazioni, in un contatto diretto
con il proprio io, con il proprio vissuto, il proprio immaginario.
“… uno spettacolo che porta il teatro di narrazione ben
al di là delle sue possibilità, utilizzando registri
recitativi diversi in un crescendo di emotività
veramente notevole. …. Si parte dalla pura
narrazione,doppiata dalla gestualità, per arrivare
LA BELLA E LA BESTIA
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attraverso l’uso di pochi oggetti di scena ad un teatro
essenzialmente realistico, a tratti epico, a tratti ironico,
che incontra sempre l’attenzione e l’emozione dei
piccoli spettatori.
… i due personaggi protagonisti della storia… tanto
diversi tra di loro ma tanto simili nel rifiuto di una
realtà stupida e opprimente, che non accetta più la
dolcezza e la diversità.” Mario Bianchi
La scena spoglia, la povertà degli oggetti di scena,
l’accorta alternanza tra narrazione, espressione
corporea, musica e danza enfatizzano la
dimensione mitologica della vicenda.
LE FONTI
“La Bella e la Bestia” di Madame Leprince de Beumont, "La corte di
"E come in una dolce
Mister Lyon" di Angela Carter, "Belinda e il mostro" dalle "Fiabe
metamorfosi, le ossa
italiane" di Italo Calvino, "La Bella e la Bestia", film di Jean
presero a essere
visibili sotto il pelo,
Cocteau. "La Bella e la Bestia", film di Walt Disney, "Il mondo
incantato" di Bruno Bettelheim.
gli occhi smisero di
essere freddi, i
LA CREAZIONE DELLO SPETTACOLO
muscoli del viso si
distesero e allora non
Le singole scene sono state caratterizzate a seconda del loro tratto
fu più una bestia tra
emozionale saliente (ad esempio: "l'abbandono"). Partendo da
le braccia di Bella,
queste prime idee sono state cercate musiche e gesti che
ma un uomo"
aiutassero gli attori a rivivere queste situazioni e a collegarle con il
proprio vissuto. Ciò che ne risultava è stato poi integrato in un
sistema drammaturgico e coreografico coerente.
I PROTAGONISTI
"Il Baule Volante" è il titolo di una fiaba di Hans Christian Andersen
e anche del primo spettacolo della compagnia omonima. Un nome
che esprime spazio e leggerezza allo stesso tempo. Sono ormai
otto anni che il baule si riempie di esperienze, per farle volare in
alto, leggere come l'aria.
Il Baule Volante si occupa esclusivamente di teatro ragazzi dal
1994. Gli spettacoli finora prodotti si rivolgono infatti a un pubblico
di età compresa tra i 3 e i 13 anni. Il teatro per i più piccoli offre
agli artisti la possibilità di sperimentare la loro padronanza di una
LA BELLA E LA BESTIA
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serie di tecniche e mezzi espressivi specifici, mettendosi a
confronto con un pubblico vivo ed esigente. Tuttavia il teatro non
ha confini di età, si può parlare contemporaneamente al cuore di
adulti e bambini . La compagnia opera nella convinzione che per
combattere il dilagare di immagini preconfezionate, che ottundono
la mente e oscurano la fantasia, nulla sia più attuale ed
insostituibile di una forma di comunicazione antica come il teatro. Il
rito eseguito dalle persone che si radunano attorno alle parole, ai
gesti e ai silenzi, assume una forza e un’ importanza al di là del
tempo.
GLI APPROFONDIMENTI POSSIBILI
La vicenda de “La Bella e la Bestia” vanta almeno duemila
anni di storia e quindici versioni diverse: da quella di Apuleio,
con “Amore e Psiche” a quella di Angela Carter, passando per
Basile, Perrault (sua la versione più nota) e i celebri fratelli
Grimm. Tutte queste versioni sono basate sul motivo della
“strana coppia”: una dolce fanciulla sacrificata per varie
ragioni dal padre a un mostro. Mostro che si rivela capace
d’amore, mentre la fanciulla - a sua volta – scopre il mondo
dei sentiment, a dispetto di una famiglia e di una società
spesso aride e prigioniere dei pregiudizi.
Per affrontare con i vostri ragazzi il tema della “diversità”
andate
a
visitare
il
sito
www.tolerance.kataweb.it,
troverete un manuale interattivo in progress, Accettare la
diversità –
nato da un’idea di Umberto Eco, di Furio
Colombo e di Jacques Le Goff, realizzato sotto l’egida
dell’Académie Universelle des Cultures, di cui i tre autori
sono membri.
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UN TEATRO IN OGNI CLASSE
Un teatro che non finisce: spinti dai recenti
incanti, sperimentate la gioia del momento
creativo e l’emozione di essere protagonisti del
teatro. Vi proponiamo…
INFO
WEB SITE:
www.
ilbaulevolante.it
MAIL:
ilbaulevolante@libero.
it
S P O R T ELLO
[email protected]
Potete inviare allo
sportello e-mail
del Progetto Teatro
Ragazzi e Giovani
Piemonte, realizzato in
collaborazione con
l’insegnamento Teatro
d’Animazione del Corso di
Laurea in DAMS (Facoltà
di Scienze della
Formazione)
dell’Università di Torino
le vostre domande e le
vostre osservazioni relative
alle varie tematiche del
rapporto tra teatro e
scuola. Riceverete una
risposta da esperti del
settore.
La classe forma un cerchio. A turno ciascun bambino mette
in evidenza una parte che giudica “brutta” del suo corpo, va
al centro del cerchio e fa un’azione per mostrare il rifiuto per
questa parte.
Nel secondo giro ogni bambino al centro mette in evidenza la
stessa parte e tutti gli altri, uno per volta, compiono un
gesto o dicono una frase che accolga e mostri affetto per
quel che il bambino giudica “mostruoso”. Subito dopo aver
ricevuto i “complimenti” il bambino al centro fa un piccolo
dialogo in forma teatrale con quella parte del corpo, come se
fosse un personaggio a sé stante. Quando il giro è finito tutti
si scatenano in una specie di danza avente per protagonista
quella parte del corpo (se per esempio a un bambino non
piacevano i suoi piedi li muoverà in tutti i modi possibili, per
terra e in aria). Durante questa danza è possibile interagire
con i compagni, purché non si dimentichi mai chi è
protagonista di quel momento.
Il gruppo classe si divide in due sottogruppi, che si
dispongono su due righe una di fronte all’altra ai lati più
distanti della stanza.
Ciascun bambino assume una forma “mostruosa” e inizia a
camminare allineato con i suoi compagni di squadra; quando
i due gruppi si incrociano ciascuno deve assumere le forme
che ha visto venirgli incontro (non importa se la forma che
risulterà sarà un mix preso da tanti bambini diversi) e
camminare sino al fondo della stanza. Ripetere l’esercizio più
volte trasformando le forme, in una evoluzione continua di
“mostruosità”; a un tratto bloccare tutti e indicare un
bambino: tutti gli altri bambini dovranno sforzarsi di trovare
in ogni difetto del “mostro” qualcosa di bello e utile;
interrompere velocemente e far camminare i bambini nelle
loro scomode posture fino a quando un nuovo bambino sarà
indicato e tutti gli altri giocheranno a mettere in luce i difetti,
sublimandoli. Provate a fare lo stesso esercizio partendo da
una situazione di “bellezza” e perfezione in cui ognuno dovrà
esaltare il bello già esistente: vedrete che ci sarà molto
meno da divertirsi!