Il magico viaggio nel mondo della frutta
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Il magico viaggio nel mondo della frutta
EATBPE SW CI AG GU FR TC UO C N C I CI F SL AG SX C AO AO CI GY VE PO FRU TTA NE AOER ARNEL AO GM OT AG O Q KSMDJQ HU MD BA BA VICLWBE PE SX PE EA OI EA TW P R A L C RF VI PR PE TE TB IL MAGICO VT P MP G A NFV CQAB VIAGGIO IS DEL LA VA R AH AE MONDO I M D W I EA ABWI FC AB EAXM W OI IL MAGICO VIAGGIO NEL MONDO DELLA FRUTTA Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Partendo dall’incipit di Guido Quarzo e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Direzione Didattica di Futani (SA) - classe IV Istituto Comprensivo di Ponte In Valtellina (SO) – classe III I.C. “Castaldi-Rodari” Plesso Pellegrini - Boscoreale (NA) - classi IIIA/B Istituto Comprensivo Vigolo Vattaro - Scuola Primaria di Bosentino (TN) – classe III D.D. di Pellezzano – Plesso Via Amendola, Capezzano di Pellezzano (SA) – classe III Istituto Comprensivo di Montemiletto (AV) - classe III D. D. Terzo Circolo di Aversa (CE) – classi IIIA/B (Gescal) Scuola Statale “F. Sclopis” plesso Pachiotti di Torino - classe III Istituto Comprensivo “ D. Cimarosa – IV Circolo” di Aversa (CE) – classe IVD S.P. “Nino Costa” - Istituto Comprensivo di Lanzo Torinese (TO) – classe VA Editing a cura di: Isabella Carena Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali Ente Formatore per docenti accreditato MIUR Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani Staffetta Bimed/Exposcuola 2013 La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti “La Scrittura Strumento indispensabile di evoluzione e civiltà” II livello. Il Percorso di Formazione è promosso dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il Personale Scolastico Ufficio VI e si organizza in interazione con l’Istituto Comprensivo “A. De Caro” di Lancusi/Fisciano (SA) Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Monitoraggio dell’azione e delle attività formative collegate Maurizio Ugo Parascandolo Responsabili di Area per le comunicazioni, il coordinamento didattico, l’organizzazione degli Stages, le procedure e l’interazione con le scuole, le istituzioni e i fruitori del Percorso di Formazione collegato alla Staffetta 2013 Linda Garofano Marisa Coraggio Andrea Iovino Area Nord Area Centro Area Sud Segreteria di Redazione e Responsabile delle procedure Giovanna Tufano Staff di Direzione e gestione delle procedure Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Responsabile per l’impianto editoriale Isabella Carena Grafica di copertina: Valentina Caffaro Rore, Elisa Costanza Giuseppina Camurati, Iulia Dimboiu, Giulia Maschio, Giulio Mosca, Raffaella Petrucci, Dajana Stano, Angelica Vanni - Studenti del Corso di Grafica dell’Istituto Europeo di Design di Torino, Docente Sandra Raffini Impaginazione Bimed Edizioni Relazioni Istituzionali Nicoletta Antoniello Piattaforma BIMEDESCRIBA Gennaro Coppola Amministrazione Rosanna Crupi I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2013 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dai Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2013 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Cetara, Pinerolo, Moncalieri, Susa, SaintVincent, Castellamonte, Torre Pellice, Castelletto Monferrato, Forno Canavese, Rivara, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese. Si ringrazia, inoltre, il Consorzio di Solidarierà Sociale “Oscar Romero” di Reggio Emilia, Casa Angelo Custode di Alessandria, Società Istituto Valdisavoia s.r.l. di Catania, Associazione Culturale “Il Contastorie” di Alessandria, Fondazione Banca del Monte di Rovigo. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2013 dai Comuni di Bellosguardo, Moncalieri, Ivrea, Salerno, Pinerolo, Saint Vincent, Procida e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2013 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2013 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo Prot. SCA/GN/0776-8 del 24/09/2012. Partner Tecnico Staffetta 2013 Si ringraziano per l’impagabile apporto fornito alla Staffetta 2013: i Partner tecnici UNISA – Salerno, Dip. di Informatica; Istituto Europeo di Design - Torino; Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly Company; ADD e EDT Edizioni - Torino; il partner Must Certipass, Ente Internazionale Erogatore delle Certificazioni Informatiche EIPASS By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2013 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2012/2013 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. PRESENTAZIONE dedicato alle maestre e ai maestri … ai professori e alle professoresse, insomma, a quell’esercito di oltre mille uomini e donne che anno dopo anno ci affiancano in questo esercizio straordinario che è la Staffetta, per il sottoscritto, un miracolo che annualmente si ripete. In un tempo in cui non si ha la consapevolezza necessaria a comprendere che dietro un qualunque prodotto vi è il fare dell’essere che è, poi, connotativo della qualità di un’esistenza, la Staffetta è una esemplarità su cui riflettere. Forse, la linea di demarcazione che divide i nativi digitali dalle generazioni precedenti non è nel fatto che da una parte vi sono quelli capaci di sentire la rete come un’opportunità e dall’altra quelli che no. Forse, la differenza è nel fatto che il contesto digitale che sempre di più attraversa i nostri giovani porta gli individui, tutti, a ottenere delle risposte senza la necessità di porsi delle domande. Così, però, è tutto scontato, basta uno schermo a risolvere i nostri bisogni… Nel contempo, riflettere sul senso della nostra esistenza è sempre meno un bisogno e il soddisfacimento dei bisogni ci appare come il senso. Non è così, per l’uomo, l’essere, non può essere così. Ritengo l’innovazione una delle più rilevanti chiavi per il futuro e, ovviamente, non sono contrario alle LIM, a internet e ai contesti digitali in generale, sono per me un motore straordinario e funzionale anche per la relazione tra conoscenza e nuove generazioni, ma la conoscenza è altro, non è mai e in nessun caso l’arrivo, l’appagamento del bisogno… La conoscenza è nella capacità di guardare l’orizzonte con la curiosità, il piacere e la voglia di conquistarlo, questo è! Con la staffetta il corpo docente di questo Paese prova a rideterminare una relazione con l’orizzonte, con quel divenire che accomuna e unisce gli uomini e le donne in un afflato di cui è parte integrante il compagno di banco ma, pure, il coetaneo che a mille chilometri di distanza accoglie la tua storia, la fa sua e continua il racconto della vita insieme a te… In una visione di globalizzazione positiva. Tutto questo ci emoziona anche perché è in questo modo che al bisogno proprio (l’egoismo patologico del nostro tempo), si sostituisce il sogno di una comunità che attraverso la scrittura, insieme, evolve, cresce, si migliora. E se è vero come è vero che appartiene alla nostra natura l’essere parte di una comunità, la grande scommessa su cui ci stiamo impegnando è proprio nel rideterminare con la Staffetta una proficua interazione formativa tra l’innovazione e la cultura tipica dei tanti che nell’insegnare hanno trovato… il senso. Dedico questo breve scritto ai docenti ma vorrei che fossero i genitori e gli studenti, gli amministratori e le imprese, la comunità e l’attorno, a prendere consapevolezza del fatto che è proprio ri/partendo dalla Scuola che potremo determinare l’evoluzione e la qualificazione del nostro tempo e dello spazio in cui viviamo. Diamoci una mano, entriamo nello spirito della Staffetta, non dividiamo più i primi dagli ultimi, i sud dai nord, i potenti dai non abbienti… La Staffetta è, si, un esercizio di scrittura che attraversando l’intero impianto curriculare qualifica il contesto formativo interno alla Scuola e, pure, l’insieme che dall’esterno ha relazione organica e continuativa con il fare Scuola, ma la Staffetta è, innanzitutto, un nuovo modo di esprimersi che enuclea nella possibilità di rendere protagonisti quanti sono in grado di esaltare il proprio se nel confronto, nel rispetto e nella comunanza con l’altro. Andrea Iovino L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana. Quando Bimed ci ha proposto di operare in partnership in questa importante avventura non ho potuto far a meno di pensare a quale straordinaria opportunità avessimo per sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti ancora sconosciuto, tema di “innovazione e cultura digitale”. Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia, di Rete e di 2.0, ma cosa sono in realtà e quali sono le opportunità, i vantaggi e anche i pericoli che dal loro utilizzo possono derivare? La Società sta cambiando e la Scuola non può restare ferma di fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie ha portato anche nella didattica: cambia il metodo di apprendimento e quello di insegnamento non è che una conseguenza naturale e necessaria per preparare gli “adulti di domani”. Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo svi- luppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che viviamo quotidianamente. L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo. Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la re- lazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality, Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society II- Springer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione… I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica, i giovani a inventarsi un pezzo di una storia che poi vivono e condividono grazie al web con tanti altri studenti che altrimenti, molto probabilmente, non avrebbero mai incontrato e, dulcis in fundo, le pubblicazioni… Il libro che avrete tra le mani quando leggerete questo scritto è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT GUIDO QUARZO Piero stava lì, seduto a tavola, davanti a un piatto fumante di spinaci, e si domandava perché mai avrebbe dovuto mangiare quella roba verde dall’aspetto molliccio. Se lo domandava da almeno dieci minuti. Intanto gli altri erano arrivati alla frutta. Piero non aveva nessuna intenzione di cedere, anche se questa volta sua madre era stata particolarmente decisa. «Non ti alzi da tavola e non mangi niente di diverso finché non avrai finito quegli spinaci!» Certo, erano solo due forchettate, ma lui gli spinaci non li aveva mai, mai mangiati, nonostante tutte quelle storie con Braccio di Ferro e Olivia e compagnia bella. E non avrebbe certo incominciato adesso. Perciò se ne stava lì, con il naso sul piatto, tutto imbronciato. “Vediamo chi si stanca prima...” pensava. 14 Però, a forza di fissare quel mucchietto di foglie verdi, a un certo punto a Piero venne da pensare che somigliava un poco a un prato. E mentre pensava questo, ecco che davvero il verde incominciò a uscire dal bordo del piatto e ad allargarsi sulla tovaglia. Piero alzò gli occhi e davanti a lui c’era un prato. Dietro di sé sentì la voce di sua madre. «Oh, guarda! Le albicocche di quand’ero bambina». In mezzo al prato c’era un piccolo albero; Piero si avvicinò. Il tronco saliva dritto fino alle sue spalle, poi si apriva con una forcella di due robusti rami, sulla quale, volendo, si poteva stare comodamente seduti. L’alberello era pieno di albicocche e bastava sollevare un braccio per poterle raccogliere. Le uniche albicocche che Piero avesse mai mangiato erano quelle trasformate in marmellata e messe dentro a qualche merendina industriale. Ma ora sentiva un forte desiderio di assaggiare uno di quei frutti dorati, dal profumo irresistibile. 15 Anche il prato però aveva un aspetto attraente. Piero si sorprese a pensare che gli sarebbe piaciuto fare una corsa e attraversarlo per tutta la lunghezza: possibile che da un piatto di spinaci potesse nascere una tale meraviglia? «Dai» disse la mamma alle sue spalle «assaggiamone una». Piero allungò un braccio e staccò un’albicocca: la superficie era vellutata, tutta cosparsa di puntini più scuri. Divise in due il frutto lasciando cadere il nocciolo fra i piedi. Piero mangiò la mezza albicocca. «È buonissima!» esclamò. Ma quando si voltò per dare alla mamma l’altra metà del frutto, si accorse di essere solo: la mamma era seduta a tavola, un poco più in là, e con lei c’erano il papà e Gianni, il suo fratellino. Guardò il piatto con gli spinaci che non aveva mangiato e la fruttiera, piena di albicocche. Era come se lui li guardasse da dietro una finestra. «Ehi, amico!» disse una voce che sembrava arrivare dalle sue scarpe «L’hai capita adesso? È incominciato il 16 tuo viaggio nel mondo della frutta! Mangiati quell’altra mezza albicocca e poi vai avanti finché non incontrerai il melo. Lui ti dirà che cosa fare». Piero guardò in basso: lì c’era solo il nocciolo dell’albicocca. Era stato lui a parlare? Comunque Piero lo raccolse, se lo mise in tasca e si avviò, diritto davanti a sé, lungo il prato di spinaci. 17 CAPITOLO PRIMO Piero e il melo ritrovato Piero incominciò ad attraversare il prato e notò un bel gruppo di farfalle variopinte che volavano intorno a delicati fiori viola. “Che strani fiori” pensò “non ne ho mai visti di simili”. Stava ammirando quei bellissimi fiori, quando gli tornarono in mente le parole del nocciolo di albicocca: doveva assolutamente trovare il melo! Ma in quel magnifico prato verde del melo non c’era neanche una pallida ombra. Come fare? Mentre era assorto nei suoi pensieri e cercava di ricordare dove ne avesse visto uno, all’improvviso, la voce forte e decisa del nocciolo esordì: «Un viaggio dobbiamo fare tante difficoltà affrontare! Il mondo della frutta dobbiamo scoprire perché l’obesità dobbiamo abolire! Se gli uomini frutta mangeranno il loro corpo cureranno 18 Piero e il melo ritrovato e di buona salute godranno. Ma svelti dobbiamo essere per non perdere definitivamente il benessere!» Era ancora lì, fermo e pensieroso, dubbioso su dove andare, quando sentì un’altra voce, questa volta dolce e delicata, che gli disse: «Sono il fiore dello zafferano, vengo da molto lontano! Son nel prato per aiutarti e la strada indicarti! Il tuo non è un melo qualunque, non si trova ovunque! Ti devi recare in un posto speciale, un Parco Nazionale! Se vai nel Cilento, di frutti ne troverai più di milleottocento! Piante autoctone scoverai mille nuovi gusti assaggerai! Nella terra della biodiversità troverai anche un po’ di tranquillità!» Capitolo primo 19 Erano i fiori viola che cantavano questa filastrocca. Bene, adesso sapeva dove cercare il melo. La voce della mamma lo riportò al piatto di spinaci: «Sbrigati a finire, c’è da decidere dove vogliamo andare per il fine settimana di Ognissanti!» «Certo, mamma» disse Piero «finisco in un attimo... a proposito, che ne diresti di andare nel Cilento?» «E perché proprio il Cilento?» «Ma... sai... abbiamo fatto una ricerca a scuola... mi sembra un posto davvero bello!» Insomma, con un po’ di insistenza la mamma si convinse: «E va bene! Il viaggio è un po’ lungo, ma in fondo è una terra tutta da scoprire!» Il viaggio fu davvero lungo e anche un poco noioso, ma dopo qualche ora la nebbia di Milano era già un ricordo e Piero si addormentò. Non si accorse nemmeno che erano arrivati a Futani e che il papà l’aveva portato di peso nel letto. Al suo risveglio, un caldo sole illuminava la stanza. Sentì le voci dei bambini che giocavano in strada. Saltò giù dal letto e si affacciò al balcone. 20 Piero e il melo ritrovato Nella piazza un gruppo di bambini giocava allegramente a pallone. Il più piccolo lo vide ed esclamò: «Ciao! vuoi giocare con noi?» «Certo» rispose Piero, e si precipitò in strada. Finita la partita di pallone, Nino, il suo nuovo amico, gli disse che nel pomeriggio sarebbero andati tutti insieme in montagna a raccogliere le castagne. «Ci sarà anche Ciuchino, l’asino della fattoria ai piedi della montagna di Eremiti!» «Che bello» disse Piero «mi piacerebbe tanto venire con voi, ma devo chiedere il permesso ai miei!» Il permesso fu accordato e quel pomeriggio Piero, emozionato e felice, raggiunse la comitiva in piazzetta. C’era il signor Marco ad aspettarli per accompagnarli alla fattoria. Si incamminarono verso la montagna insieme a Ciuchino. Sulla sella dell’asino c’erano alcuni sacchi di iuta e i tipici panieri di canna e salici. Durante il percorso i bambini di Futani poterono conoscere meglio il loro nuovo amico milanese. Poi, all’improvviso, dietro il versante della montagna apparve il castagneto: Piero vide gli Capitolo primo 21 stessi fiori che l’avevano incantato sul prato di spinaci. «E quelli?» domandò «Che fiori sono?» «I fiori dello zafferano» disse il signor Marco. «Ma... sono fiori parlanti?» chiese ancora Piero. «Non mi pare» rise il signor Marco «forse sono un po’ magici, chissà...» Era molto bello raccogliere le castagne e ammirare dall’alto la costa e il mare di Capo Palinuro. Tutto intorno c’era un panorama incredibile! Si vedevano montagne lontane e colline vicine, gialle e verdi, qualche casina sparsa qua e là nella campagna sottostante, distese di argentei ulivi pisciottani. E in alto risplendeva il cielo cilentano, di un azzurro intenso e brillante. Piero ebbe qualche leggera difficoltà con i ricci, particolarmente pungenti, ma il resto della comitiva era molto veloce nella raccolta e in men che non si dica i sacchi da posizionare sulla sella di Ciuchino e i panieri erano colmi. Dopo la raccolta, andarono a far merenda alla fontana dell’Acqua ri lu milo. Piero, incuriosito, chiese spiegazioni. 22 Piero e il melo ritrovato «È un posto fantastico!» gli disse Nino «È un’antica fontana di pietra costruita dai pastori, circondata da una grande quantità di meli! E c’è pure un melo speciale, il Melo Secolare, la pianta più grande della zona… Sei proprio fortunato perché in questo periodo dell’anno le sue mele sono mature, di un colore giallo, intenso e dorato; la loro croccante polpa bianca è zuccherina e leggermente acidula! Pensa che questo melo è l’ultima pianta della sua specie, dalle mele speciali: la mela limoncella!» Era forse questo il melo che Piero doveva incontrare? Capitolo primo 23 CAPITOLO SECONDO Il ritorno di Piero nel mondo della frutta Mentre Piero e i suoi nuovi amici facevano merenda, Nino propose di giocare a nascondino. Piero si avvicinò al Melo Secolare, che spiccava maestoso in mezzo al frutteto ed era carico di grossi frutti, di un bel giallo brillante come il sole che splendeva in cielo. Il bambino si arrampicò per nascondersi tra le foglie dell’albero e, attratto dal profumo dolce e delicato delle mele, allungò una mano per mangiarne una. Si accomodò poi su un ramo e, mentre cercava una posizione sicura per gustarsi la mela, ebbe la strana sensazione che la pianta si stesse muovendo. Era così stanco che, cullato dai movimenti dell’albero, pian piano si addormentò. All’improvviso si svegliò, sentendo un forte dolore alla schiena: era caduto a terra e una voce vicina a lui bisbigliava qualcosa, ma il bambino, assonnato e dolorante, non riusciva a capire bene di chi fosse e che cosa stesse dicendo. 24 Il ritorno di Piero nel mondo della frutta «Scusa se ti ho fatto male, ma mi stavi schiacciando la corteccia e così ho dovuto buttarti a terra!» «Ma chi ha parlato?» disse Piero guardandosi intorno. «Sono io, il Melo Secolare! Bentornato nel mondo della frutta! Qui potrai trovare tutti i tipi di frutta della Terra e potrai assaggiare tutto ciò che desideri». Piero, stupito, volse lo sguardo intorno: i suoi amici sembravano svaniti nel nulla e al posto del meleto c’erano alberi carichi di frutta di ogni tipo. Colori sfavillanti brillavano al sole: il blu scuro dell’uva e dei mirtilli, l’arancio acceso dei mandarini, il rosso vermiglio delle ciliegie, dei ribes e delle fragole, il giallo luminoso delle banane, dei limoni e dei meloni e il marrone scuro delle noci, delle nocciole e delle nespole. Profumi deliziosi ingolosivano il bambino così tanto che non sapeva più cosa assaggiare per prima. Piero si buttò sui frutti e ne mangiò fin quasi a scoppiare. Finalmente sazio, si ricordò dei suoi amici e della sua famiglia, allora tornò dal Melo e, con le lacrime agli occhi, gli chiese come poteva fare per tornare da loro. 25 Capitolo secondo Il Melo rispose: «Io ti aiuterò a tornare a casa se tu troverai per me quattro semi di frutti che nel mio regno stanno ormai scomparendo». Piero rispose: «Quali semi devo cercare e dove posso trovarli?» Il Melo Secolare spiegò che una volta, in quel luogo, c’erano moltissimi frutti, più di quelli che il bambino aveva potuto vedere e assaggiare, ma purtroppo alcune varietà, ormai rarissime, si trovavano solo in pochi posti molto lontani e lui era troppo vecchio per potersi mettere in viaggio per cercarle. I preziosi semi da trovare erano quelli della melagrana, delle more, dell’uva spina e del mango. Piero, impaurito e scoraggiato all’idea di partire da solo, chiese all’albero come raggiungere quei luoghi così distanti. Il Melo rispose che tutto ciò di cui aveva bisogno era nella sua tasca. Il bambino sorpreso e incuriosito frugò, ma trovò soltanto un fazzoletto, una scatola vuota di mentine e una caramella appiccicosa che, imbarazzato, rimise subito dove 26 Il ritorno di Piero nel mondo della frutta aveva trovato. Ritentò ancora e questa volta si ritrovò fra le mani un nocciolo di albicocca che, chissà come mai, gli faceva venire in mente un piatto di spinaci; lo stava per buttare lontano quando il Melo lo fermò dicendo: «Conservalo perché sarà proprio lui ad aiutarti». Piero rispose: «Se lo dici tu, mi fido! Devo solo capire quale direzione prendere». Subito dopo partì, seguendo la strada indicata dall’amico, ma d’un tratto si trovò davanti a un incrocio e non sapeva più dove andare. Si ricordò del nocciolo e provò a chiedere aiuto a lui: lo scosse, lo mise vicino all’orecchio, provò perfino a bussare sul guscio, ma niente, non succedeva proprio nulla. Il bambino decise allora di prendere il sentiero dei lamponi, che avrebbe assaggiato volentieri; dopo pochi passi, però, sentì una voce che proveniva dalla sua tasca: «Torna indietro, devi seguire la via delle angurie». Piero, pieno di paure, prese il nocciolo e, osservandolo bene da vicino, gli chiese se fosse stato lui a parlare, ma nessuno rispose. 27 Capitolo secondo Si incamminò quindi, passando vicino a piante di angurie di dimensioni smisurate: avevano foglie enormi che potevano fare da ombrello e frutti così grandi che sembravano uova di dinosauro. Piero scavò un’anguria e ne mangiò un pezzettino, conservò alcuni semi e se li mise in tasca. “Chissà, potrebbero sempre servire!” pensò. A quel punto si accorse che il sole stava tramontando e così si rannicchiò sopra una foglia, ne usò un’altra come coperta e, stanco morto, finalmente si addormentò. Dopo una notte di pace e tranquillità, il bambino si svegliò. Seduto di fianco a lui c’era un buffo personaggio dalla pelle color albicocca che indossava abiti color nocciola scuro. Si presentò a Piero come Lino e, dopo aver ascoltato la storia del bambino, disse di volerlo aiutare nella ricerca dei semi. I due allora ripresero insieme il cammino, lasciandosi alle spalle il campo di angurie. Lungo la strada trovarono distese di alberi di banane, 28 Il ritorno di Piero nel mondo della frutta meloni e fichi d’India; addirittura a un certo punto videro un albero multicolore carico di frutti di ogni specie. Camminarono per molte ore fino a quando si ritrovarono davanti a un cespuglio di more così fitto e aggrovigliato da non permettere loro di continuare. Piero si ricordò del nocciolo, mise la mano in tasca, ma era sparito; allora pensò di averlo perso. Disperato, guardò il suo compagno di viaggio e gli chiese se avesse visto un nocciolo di albicocca. Lino rispose: «Certo che l’ho visto! È proprio di fronte a te!» «Ma davanti a me ci sei solo tu!» disse il bambino. «Infatti sono proprio io!» rispose Lino. A quel punto Piero, meravigliato, chiese aiuto all’amico che, immediatamente, scavò una buca nel terreno e vi entrò. Rapidamente spuntò una piantina che in pochi istanti diventò talmente alta che Piero, se vi si fosse arrampicato, avrebbe potuto vedere oltre i rovi. 29 Capitolo secondo CAPITOLO TERZO La missione di Piero «E ora cosa faremo?» chiese Piero a Lino «La pianta è così alta che sbarra il nostro cammino e non ci permette di guardare oltre». «È vero» rispose Lino «Ma tu sei stato scelto perché potessi salvare le varietà di frutti ormai rari, cercandone i semi. A te la scelta: tornare indietro e dire al Melo che non sei il bambino coraggioso che lui crede o arrampicarti su in cima per guardare oltre e proseguire questa avventura...» Piero pensò intensamente ai suoi cari che non vedeva da un po’ e desiderò così tanto essere con loro che, all’improvviso, sentì la voce del papà che lo invitava a prepararsi per la cena. La proprietaria della pensione, nella quale Piero alloggiava con la sua famiglia, era una simpatica e giovane donna, che, felice di poter fare assaggiare ai suoi ospiti qualche succulenta pietanza meridionale, aveva preparato un’enorme e fumante frittata di spinaci. Piero, come ipnotizzato da quel verde, ne assaggiò subito un 30 La missione di Piero pezzetto, ritrovandosi fulmineamente con Lino, certo ormai di quanto avrebbe fatto. Veloce, iniziò a salire sui rami della pianta, che, nonostante apparissero sottili e deboli, erano forti e robusti, capaci persino di resistere all’ascia di un taglialegna. In men che non si dica arrivò ai rami inferiori, poi con un’altra spinta si portò ancora più su, al ramo successivo, e così sempre più avanti, fino in cima, da dove Lino gli apparve simile ad un puntino. Quello che vide lo lasciò stupefatto. Ridiscese quanto più in fretta poté. Quando fu a terra, senza rivelare nulla al compagno di viaggio, invitò Lino a scavare una nuova buca, che potesse portarli al di là del cespuglio. Fatta la buca, rapidi vi entrarono e ne uscirono pieni di terriccio. Davanti a loro, si apriva un sentiero lungo e stretto, costeggiato da rovi di more, che essi percorsero, piluccando di tanto in tanto i frutti dolcissimi. Piero, che ricordava ciò che gli era stato chiesto dal Melo, chiuse alcuni piccoli semi nella scatoletta di alluminio delle mentine e se la rimise in tasca. 31 Capitolo terzo Intanto era giunta l’ora del tramonto e nel cielo le nuvole si tingevano di rosso e arancio, quando Piero si rese conto di essere giunto al centro di una pianura, ricoperta in parte da un magnifico frutteto. Il silenzio che regnava in esso era profondo e magico. Piero ne rimase incantato, ma l’ora tarda gli incuteva una certa paura. Un tremore cominciò a scuoterlo e la sua mente ritornò ai genitori e al fratellino Gianni, che di sicuro, in quel momento, dormiva e sognava tranquillo. D’improvviso il rumore di un calpestio giunse alle loro orecchie; attenti scrutarono i rovi intorno ai quali, sull’umido terreno, apparivano le impronte di minuscoli passi. «Quale essere può mai lasciare un segno di così piccole dimensioni?» si chiesero. Dimenticando per un attimo la paura e il desiderio di non essere lì da solo con Lino, ma in compagnia della sua mamma così rassicurante, Piero iniziò a smuovere i rovi, convinto che quell’esserino misterioso prima o poi sarebbe saltato fuori. Mentre erano intenti nel cercare, udirono il rumore di una chiave che girava in una serratura e il cigolio di una 32 La missione di Piero porta che si apriva. Si girarono entrambi di botto ed ecco che prese forma davanti a loro un albero dal tronco enorme e dalla spessa corteccia rugosa. Tra le sue nodose radici si era aperta una porticina, tenuta spalancata da un piccolo elfo, ai piedi del quale spiccavano due minuscole scarpette sporche di terra umida. Il piccolo elfo con fare gentile invitò i due a seguirlo oltre la porta. Per entrare Piero dovette abbassarsi parecchio e poi proseguì, sempre piegato, giù per una galleria sotterranea illuminata da candele di cera d’api appese alle pareti. Il piccolo, anzi minuscolo elfo li guidava quasi correndo. Dopo un bel po’ giunsero in una alta e grande sala, al centro della quale sedeva, su di un trono fatto di rami e foglie dalle diverse tonalità di verde, una donna dal magnifico aspetto. Il piccolo elfo saltò sulla spalla di Piero sussurrandogli all’orecchio: «Davanti ai tuoi occhi c’è la regina del mondo della frutta, che, purtroppo, è gravemente ammalata». «Sii il benvenuto, Piero, il tuo arrivo mi è stato annunciato dal Melo Secolare, mio suddito e fidato amico!» 33 Capitolo terzo disse la regina «Siedi, sarai molto stanco, mangia e bevi a sazietà, potrai riposare e poi ascoltare ciò che ho da chiederti. Intanto Lino ti terrà compagnia». Una gran tavola fu imbandita davanti a loro: bevande di erbe aromatiche e succhi di bacche e frutta, serviti in boccali di legno, spiccavano per i loro colori e profumi, mentre pezzi di frutta addolciti da miele erano adagiati su lucide foglie. La regina aspettò che i due si fossero rifocillati e riposati e solo allora parlò a Piero. «Sono molto stanca e ammalata: gli uomini continuano a rovinare tutto ciò che è loro intorno: l’aria che respiriamo, la terra e l’acqua che sono il nostro sostentamento. Alcune delle nostre specie stanno scomparendo e io ho posto la mia unica speranza in te, perché solo un bambino potrà convincere tutti a ridare vigore e vita, in particolare, a noi alberi da frutta. Inoltre sono molto triste da quando la mia figlioletta è scomparsa. Se accetterai di continuare il tuo viaggio dovrai portare con te ancora un compagno, Camillo, il piccolo elfo». Piero, a quel punto, mostrò alla regina i semi di mora che 34 La missione di Piero gelosamente conservava in tasca. E il suo pensiero andò ai suoi genitori, che di sicuro si erano accorti che non era ancora rientrato dalla raccolta delle castagne, e capì che doveva prendere subito una decisione. Gli bastò un istante: non poteva fare altro che proseguire. Ora finalmente sapeva cosa fare. Il suo compito era salvare il mondo della frutta, riportando i quattro semi al Melo Secolare, con Lino e il piccolo elfo Camillo. La regina, a quel punto, chiese a Piero di stringere il pugno e subito dopo riaprirlo. Piero obbedì e dal palmo volò uno sciame d’api che si fermò dinanzi a lui. «Grande potere ti daranno, ti proteggeranno e la tua volontà e le tue decisioni guideranno». 35 Capitolo terzo CAPITOLO QUARTO Uno strano fiume Piero s’incamminò con i suoi due compagni, contento per aver accettato un compito così importante, ma nello stesso tempo preoccupato perché per lunghissimo tempo non avrebbe potuto rivedere la sua famiglia. La strada era ripida, stretta e tortuosa e coperta di pozzanghere, piene di acqua melmosa portata dall’acquazzone del giorno precedente. Dopo un lungo e faticoso cammino, i tre arrivarono in cima a una collina ed ebbero una brutta sorpresa: in basso, un fiume larghissimo, con le acque molto agitate e di cui non si vedeva la fine, sbarrava loro la strada. Allora Lino disse con voce tremante: «Come faremo ad attraversare quel fiume con le acque così agitate? Se proviamo a entrarci, di sicuro ci spazzeranno via come piume!» Piero rispose: «Proviamo ad avvicinarci di più, forse l’attraversamento sarà più facile di quello che sembra». Così corsero velocemente giù dalla collina e arrivarono 36 Uno strano fiume con un grosso fiatone sulle rive del fiume, che, da vicino, era ancora più spaventoso: la sua corrente era così forte che riusciva a spostare i sassi e farli scontrare tra di loro, causando dei forti boati. Era anche molto strano: il colore delle sue acque era rosso chiaro. Camillo spaventato chiese: «Perché le acque del fiume non sono azzurre ma rosse? Cosa sarà successo? Vi avranno versato dentro qualcosa?» Piero si avvicinò al fiume e aggiunse: «Ma sentite anche voi questo buon profumino dolce? Mi ricorda qualcosa, ma non riesco ad identificarlo...» «Anche noi lo sentiamo» risposero Lino e Camillo «chissà cosa sarà!» Pensarono e ripensarono a come attraversare quell’immenso mare d’acqua rossa e profumata. Si ricordarono allora del dono della regina e provarono a chiamare lo sciame di api: «Api apine indicateci le stradine il fiume non riusciamo ad attraversare Capitolo quarto 37 mostrateci come fare: i semi dobbiamo trovare perché la regina vogliamo salvare!» Dal nulla comparve una nuvola ronzante che li sollevò e li trasportò sull’altra sponda. Arrivati dall’altra parte, i tre ringraziarono le api, che furono molto contente e precisarono: «State attenti, perché potete chiamarci ancora soltanto per due volte, quindi chiedete il nostro aiuto solo in caso di estrema necessità». E scomparvero. Nel frattempo, stava giungendo la sera e i tre amici, visto che erano molto stanchi, decisero di accamparsi lì, non lontano dal fiume: raccolsero rami e foglie e costruirono un riparo per la notte. Prima di andare a dormire, Piero si allontanò per fare pipì e, dietro a un cespuglio, trovò delle foglie giganti e vellutate: subito gli venne un’idea. Le prese, le portò al loro riparo di rami e disse ai suoi compagni: «Potremmo proteggerci dal freddo e usarle come coperte, che ne dite?» 38 Uno strano fiume Camillo rispose: «È proprio una splendida idea, quelle foglie sembrano proprio delle calde e comode coperte». Così si rifugiarono sotto la loro tenda improvvisata e si addormentarono come sassi. Il mattino seguente, quando si svegliarono, trovarono del miele su una fogliolina e il loro pensiero andò subito alle apine che il giorno prima li avevano aiutati. Mentre gustavano quella prelibatezza, un raggio di sole illuminò un cespuglio in un modo strano. Lino disse: «Perché quel cespuglio è così illuminato? Andiamo a controllare». I tre si avvicinarono e videro un alberello carico di strani frutti color giallo, verde, rosso e marroncino. Incuriositi, provarono a coglierne uno e, subito, si sentì una voce fortissima che strillò: «Ahi, chi è stato a farmi male?» Dallo spavento Piero, Camillo e Lino fecero un balzo all’indietro e balbettarono in coro: «Ma chi è stato a parlare?» Capitolo quarto 39 Una voce rispose: «Sono stato io, l’albero del melograno, a parlare. Perché mi avete fatto del male?» «Scusaci tanto» risposero «non era nostra intenzione, volevamo solo prendere uno dei tuoi frutti per assaggiarlo». «Va bene» affermò il melograno «però potete prenderne solamente uno, perché sono l’ultimo della mia specie e quindi i miei frutti sono molto rari e anche speciali: danno molta forza e intelligenza». Allora Camillo allungò il braccio, prese uno di quei frutti e disse: «Che strano frutto, la sua buccia è così consistente e dura, non ne ho mai visti di simili! Come si farà ad aprirlo e mangiarlo?» L’albero di melograno consigliò di usare un sassolino appuntito per tagliare il frutto. Provarono ad aprirlo e subito ne uscì un profumino dolcissimo e squisito. Piero si mise la mano sulla fronte e disse: «Ecco cos’è quel dolce profumino vicino al fiume: il succo della melagrana. Proviamo ad assaggiarlo?» Così presero una fogliolina, la piegarono a forma di bicchiere, la immersero nelle acque del fiume e lo assaggiarono. 40 Uno strano fiume «È delizioso» disse Lino. «È buonissimo» aggiunse Piero «aveva proprio ragione la mia mamma quando mi diceva che tutta la frutta è buonissima e dà tanta energia!! Mi sento proprio un vero leone!» «È vero. Fa proprio sentire di buonumore!» continuò Camillo «Proviamo ad assaggiare anche il frutto, chissà se sarà buono come il suo succo». Aprirono il frutto e videro una distesa di lucidi chicchi rosso brillante, ne presero uno ciascuno, lo assaporarono e dissero in coro: «Sono buonissimi, proprio come il succo». Allora avvolsero i chicchi rimasti in una foglia e Piero li pose delicatamente in tasca, accanto ai semi di anguria e alla scatoletta con i semi di mora. L’abile elfo intagliò nel legno delle specie di borracce che riempì di quello squisito succo dissetante, come scorta per il viaggio, e le chiuse per bene con delle foglie. Salutarono il melograno, ringraziandolo per la sua gentilezza e per aver fatto scoprire loro un frutto così buono e dalle caratteristiche così preziose. Ripresero quindi allegramente il loro cammino. Capitolo quarto 41 42 Uno strano fiume CAPITOLO QUINTO Importanti rivelazioni L’elfo Camillo saltellava lungo il sentiero, canticchiando fra gli alberi di un fitto bosco, Piero e Lino lo seguivano a passo lento, pensierosi. Piero, in particolare, aveva tanti pensieri che gli ronzavano in testa e non gli davano pace, impedendogli di godere della bellezza del paesaggio. Più ci pensava e più diventava inquieto: “Come mai alberi come il melograno, capaci di produrre frutti non solo delicati e gustosi ma anche benefici per l’uomo, si stanno estinguendo? Se producono frutti prelibati e succulenti perché mai stanno sparendo? E come farò a trovare gli altri semi rari? L’uva spina e il mango… che forma avranno?” Troppe domande gli facevano girare la testa. Si fermò ai piedi di una grande quercia e propose ai compagni di viaggio di riposare alla sua ombra. Bevvero un po’ del succo del frutto di melograno che avevano nelle borracce e il ricordo dell’albero solitario rese ancora 44 Importanti rivelazioni più urgente il bisogno di trovare risposte alle domande di Piero. «Lino, tu sai perché il melograno è l’ultimo della sua specie? Perché gli altri melograni non ci sono più?» Lino guardò il suo amico tristemente: «Non lo so, so solo che tanti alberi si ammalano e si indeboliscono sempre più, fino a seccare». «Seccano? Così, senza motivo?» L’elfo Camillo saltò su agitato e a voce alta esplose: «Io non conosco il motivo, ma so che seccano in tanti… e questo non mi piace! La regina del mondo della frutta ha iniziato a star male insieme agli alberi e questo mi piace anche di meno!» «Uh-hu,Uh-hu,Uh-hu…» Uno strano verso interruppe lo sfogo del piccolo elfo che guardò in alto, verso il ramo da dove proveniva quel suono un po’ inquietante. Un vecchio gufo dalle piume bianche li guardava con grandi occhi spalancati. «Cosa avete da urlare? Vi sembra il caso di svegliare in questo modo un povero vecchio che è stato sveglio Capitolo quinto 45 tutta la notte per cacciare e ha il sacrosanto diritto di dormire di giorno?» «Scusami!» disse Camillo, dispiaciuto «Mi sono arrabbiato per le cose strane che stanno accadendo nel nostro mondo. Non volevo urlare ma sono triste e preoccupato». Il gufo continuava a guardarli. «Chi siete?» chiese. «Io sono Camillo, uno degli elfi della regina del mondo della frutta. Lei ha scelto Piero per una delicata missione: deve trovare alcuni semi rari, da portare al Melo Secolare. Solo Piero, col mio aiuto e quello di Lino, il magico nocciolo di albicocca, potrà salvare il nostro mondo. Ma non sappiamo dove trovare gli altri semi né perché gli alberi di quelle specie stiano scomparendo». Piero timidamente prese la parola: «Ci scusi, signora civetta, non volevamo svegliarla». «Civetta a me? Ma ci vedi bene? Una civetta, io? Io sono un gufo» sbraitò il vecchio uccello arruffando le piume «Per la precisione, sono Gufo Felice. Sono vecchio, ma nessuno mi aveva mai preso per una civetta. 46 Importanti rivelazioni Uh-hu,Uh-hu,Uh-hu». «Su, non te la prendere» intervenne Lino «Piero vive in una grande città, non appartiene al nostro mondo e non conosce bene i suoi abitanti. Sono sicuro che d’ora in poi riconoscerà un gufo fra mille civette». Gufo Felice guardò Piero a lungo, poi parlò: «Vorrei ben vedere. Certamente nessuna civetta conosce tutto ciò che io so. Io posso testimoniare di quando gli alberi stavano benissimo e tutti i bambini mangiavano senza fare storie frutta dolce e profumata, anche più volte al giorno. Io c’ero e, se vorrete ascoltarmi, vi racconterò quel che è successo». I tre amici si guardarono l’un l’altro e si sedettero sull’erba mentre il vecchio e saggio gufo volava sul ramo più basso della quercia. «Tanti anni fa, il regno della frutta era un posto felice: sciami di api ronzavano gioiose tutto il giorno da un fiore all’altro, trasportando il prezioso polline. Profumate e invitanti mele, arance e ciliegie comparivano sulle tavole di tutti e le mamme preparavano gustose marmellate e dolci golosi con ogni tipo di frutta e perfino con Capitolo quinto 47 diversi ortaggi: zucca, zucchine, carote... Il profumo di questi dolci rallegrava grandi e piccini e…» «Cos’hai detto?» saltò su Piero incredulo «Ortaggi e verdura nei dolci? Ma se sono mollicci, viscidi, disgustosi!» Rabbrividì nel ricordare quel mucchietto di foglie verdi nel piatto: gli spinaci che la sua mamma gli aveva imposto di mangiare Gufo Felice, infastidito dall’interruzione, borbottò: «Non c’è più rispetto per gli anziani. Dov’ero rimasto? Ah, sì... i dolci preparati in casa. Un giorno comparve un uomo che, sorridendo dai cartelloni pubblicitari e dalla televisione, invitò tutti ad assaggiare i suoi dolci. Disse che erano squisiti, preparati con gli ottimi ingredienti di sempre e già pronti in fette, sempre disponibili in ogni supermercato. E all’inizio fu così davvero e le mamme furono felici: avevano più tempo per stare con i loro bambini. Negli zaini di scuola le nuove merendine confezionate presero il posto delle fette di ciambella casalinga. Ma Walt Sugar, questo è il nome dell’uomo, ben presto iniziò a mettere nelle sue preparazioni poca frutta e tanti aromi, che sono solo un ricordo dell’invitante profumo. 48 Importanti rivelazioni Nelle pubblicità i prodotti WS venivano sempre presentati come genuini e salutari ma non era vero e ben presto i bambini iniziarono a dimenticare anche il nome dei frutti che non mangiavano più. Gli alberi e i cespugli che li producevano, dimenticati, iniziarono a seccare. E con loro iniziarono a sparire i benefici del mangiare genuino». Piero conosceva quell’uomo: il suo faccione interrompeva più volte i programmi di cartoni animati presentando le Giricoccole, le Succhiapizzole e i Cingottini, le ultime novità in tema di merendine, che, a pensarci bene, erano fin troppo dolci e non ricordavano affatto la frutta vera. «Piero, dovrai stare molto attento, Walt Sugar ha degli alleati in questo mondo che cercheranno di impedirti di trovare i semi che cerchi. Devi sapere che Sugar ha un sogno: rendere tutti i bambini simili a lui, grassi e tristi. Per far questo deve impedir loro di mangiare sano». Detto questo, il gufo spiegò le ali e tornò sul ramo in alto. «Ora andate e lasciate riposare un povero vecchio. Ma tenete gli occhi aperti e guardatevi intorno, i nemici sono vicini». Capitolo quinto 49 I tre amici si guardarono, insicuri. Piero, indispettito e preoccupato, non salutò nemmeno il gufo, raccolse la borraccia e si avviò lungo il sentiero, seguito dai compagni. 50 Importanti rivelazioni CAPITOLO SESTO I misteri della fabbrica di Walt Sugar Camminando lungo il sentiero che diventava sempre più stretto, i tre amici si trovarono in un grande villaggio. Sul cartello c’era scritto Hosmed il paese delle delizie. Si guardarono intorno e si accorsero che era un posto davvero strano. In quel villaggio la gente era obesa, anche i bambini avevano difficoltà a muoversi perché erano in sovrappeso, facevano fatica ad andare in bicicletta e a correre, ma tutti gustavano con avidità e con soddisfazione qualche deliziosa merendina. Le mamme non cucinavano per i figli ma davano loro cibi precotti e confezionati. In quel paese sembrava tutto finto, non c’erano né fiori veri, né farfalle e nemmeno un albero di frutta. Anzi uno c’era, se ne intravedeva la chioma dall’alto muro di un giardino, quasi al centro del paese. Era il muro di cinta dell’enorme fabbrica di Walt Sugar, dipinta di colori vivaci e abbellita da numerosi cartelloni e luci. Si avvicinarono. A Piero non sembrava vero di essere ar- 52 I misteri della fabbrica di Walt Sugar rivato proprio nella fabbrica delle merendine più famose del mondo. Era uno spettacolo avvincente. Piero, l’elfo Camillo e Lino furono incuriositi e riuscirono a entrare nella fabbrica attraverso una porticina socchiusa. Una visione meravigliosa si presentava ai loro occhi: un intero universo colorato di dolci a portata di mano. Si trovarono in un mondo che ricordava in maniera inquietante quello della pubblicità, dove le merendine, gli snack, i biscotti e le caramelle hanno qualche effetto magico: rendono luminosa la giornata, caricano di energia, aiutano gli amici a superare le difficoltà. Si avvicinò loro una signora piccola e tarchiata dai capelli rossi e dallo sguardo inquietante: era Mielandia, alleata di Walt Sugar, che sorridendo invitò i tre ad assaggiare qualsiasi cosa volessero. C’erano scaffali pieni di dolci, i più deliziosi che si potessero immaginare, blocchi di torrone cremoso, quadretti rosa lucenti coperti di glassa di cocco, centinaia di diversi tipi di cioccolato, c’era un barile di gelatine Tuttigusti, palline di sorbetto lievitante, le Frizzole di cui parlava sempre Walt Sugar alla televisione. 53 Capitolo sesto Piero e i suoi amici visitarono tutta la fabbrica e Lino fece notare loro che gli operai che vi lavorano erano uomini molto tristi, che con indifferenza mescolavano strani alimenti in polvere, che prendevano da sacchi e da scatoloni colorati. Lino disse: «Avete visto amici, qui non usano la frutta per preparare le merendine ma solo aromi, coloranti, conservanti, dolcificanti, destrosio, addensanti e ingredienti sofisticati». A Lino infatti non piaceva quel posto. Lui, che era un nocciolo di albicocca, voleva andare subito via da lì. Ma per Piero e l’elfo Camillo era una sensazione così piacevole starsene lì a dar fondo a tutto quel ben di dio di dolci e gelatine, che si dimenticarono della missione da compiere. Riempirono anche una borsa con tutto ciò che riuscirono a raccogliere dagli scaffali. Infatti, condividere con gli altri merendine e dolci delle migliori marche produce sempre strabilianti effetti magici, che fanno sentire più importanti e danno una sensazione di ricchezza e di potere gratificante. Piero e Camillo mangiarono, allora, così tante merendine che dopo un 54 I misteri della fabbrica di Walt Sugar po’ cominciarono ad avere mal di pancia e i loro denti diventarono neri: si sentivano molto male. Lino spiegò loro: «Ma sì che lo sapete che le merendine, subito, ti danno una sensazione piacevole, ma in verità fanno più male che bene alla salute!» Piero, sentendo le parole di Lino, si ricordò delle raccomandazioni della sua mamma che gli diceva sempre che è più sano e nutriente mangiare frutta e verdura che una merendina. Piero si ricordò anche delle parole della regina del mondo della frutta e del suo compito di recuperare i semi degli alberi che stavano scomparendo. Cercò quindi di uscire dalla fabbrica, ma le porte erano bloccate: ormai erano prigionieri di Melandia e di Walt Sugar. Mentre tentavano di uscire dalla porta attraverso cui erano entrati, furono assediati dalle cinque guardie armate di Walt Sugar: erano Gelato, Biscotto, Torta Girella , Superpallagomma e il Serpente di Caramello. Piero e i suoi amici, spaventati, si ricordarono di chiamare in loro aiuto le api che subito arrivarono e chiesero: «Cosa volete amici?» 55 Capitolo sesto Piero rispose: «Dateci qualcosa per vincere le guardie! Da soli non ce la facciamo a uscire di qui!» Così le api volarono velocemente nel bosco e portarono a Piero gelatine di lampone appiccicose, un filtro di succo di melograno scivolante e una banana sparafrutta. Piero prese gli oggetti e li usò contro tutte e cinque le guardie. Per sconfiggere Biscotto e Gelato usò la gelatina e all’improvviso i due si trasformarono in frutti. Contro Torta e Superpallagomma usarono la banana sparafrutta e anche loro furono trasformati in frutti. Poi Piero fece scivolare il Serpente di Caramello sul succo di melograno cosi anche lui diventò un frutto. I soldati del mondo delle merendine, allora, sconfitti e inseguiti da Piero con Lino e Camillo, andarono nel giardino dove c’era l’unico grande albero del paese. Lì i tre amici videro un omone grosso, pelato, con gli occhialini rotondi. Era proprio Walt Sugar in persona, che si riposava beato su un’amaca all’ombra dell’albero. Quando si accorse della presenza minacciosa dei tre intrusi chiamò le sue guardie, ma nessuno rispose. 56 I misteri della fabbrica di Walt Sugar All’improvviso comparve Gufo Felice, che si posò sull’albero e disse: «Questo è il grande albero di mango dai frutti pregiati!» Allora Piero decise di attaccare Walt Sugar per cercare di cogliere un altro frutto magico e disse: «Amici, coraggio! Sconfiggiamo quest’uomo e prendiamo il seme di mango!» Aiutato dall’elfo Camillo e da Lino, che si trasformò di nuovo in nocciolo, Piero lo colpì molte volte, con la borsa piena di leccornie, che si spiaccicavano sul loro produttore. Walt Sugar alla fine, esausto, si arrese. Piero così poté salire sull’albero e riuscì a prendere un frutto di mango, che subito assaggiò e trovò molto saporito. Prese il seme e lo avvolse nel fazzoletto che teneva in tasca. 57 Capitolo sesto CAPITOLO SETTIMO Il ritrovamento dell’uva spina Dopo aver sconfitto Walt Sugar, Piero e i suoi amici si incamminarono in tutta fretta alla ricerca dell’ultimo seme richiesto dal Melo Secolare. All’improvviso Piero si bloccò e chiese perplesso a Lino e al piccolo elfo Camillo: «Che cos’è l’uva spina? Non l’ho mai vista!» Lino rispose: «È l’uva con le spine!» «Davvero! Sono proprio curioso di trovarla e assaggiarla!» Mentre Piero e i suoi amici proseguivano il loro viaggio, inciamparono in un qualcosa di duro, nascosto sotto l’erba: era uno specchio. Tentarono di rialzarsi, ma lo specchio, con una specie di forza magnetica, li risucchiò come un vortice in arrestabile in una galleria buia e fredda. Piero cadde a terra esausto e svenne. In sogno sentiva la voce della mamma che lo cercava ovunque: «Piero, dove sei? Perché non rispondi?» Piero era tentato di tornare alla realtà, per tranquillizzarla, ma non poteva abbandonare una missione così 58 Il ritrovamento dell’uva spina importante per la Terra stessa. Si risvegliò allora, aprì gli occhi e vide che lui e i suoi compagni si trovavano in un bosco, attraversato da un fiume impetuoso. Si guardarono, non sapendo cosa fare e dove andare; a un tratto dalle acque del fiume uscì qualcosa che assomigliava a un pesce dalla forme incredibili: come testa aveva un kiwi, due pomodori al posto degli occhi, una carota per il corpo e due banane al posto delle pinne. Piero incredulo si spaventò, ma quello che sembrava un pesce lo rassicurò: «Non vi spaventate, sono il pesce-frutta e mi chiamo Luigi: posso fare qualcosa per voi?» L’elfo Camillo, rincuorato, rispose: «Abbiamo una missione da compiere, siamo alla ricerca di un seme molto raro: il seme dell’uva spina ma non sappiamo dove trovarlo, ci puoi dare delle indicazioni?» Allora Luigi il pesce-frutta disse loro: «Seguite questo fiume, vi porterà alla cascata di frutta alla cui base si apre il prato degli antichi sapori con tutti i frutti, anche quelli che ormai sono diventati una rarità, perché gli uomini non hanno saputo apprezzarli e hanno rovinato 59 Capitolo settimo l’ambiente in cui essi potevano crescere, l’aria, la terra e l’acqua, distruggendo così il mondo vegetale». I tre amici ringraziarono Luigi per le indicazioni e, dopo averlo salutato, cercarono un modo per navigare sul fiume. Lino vide un’enorme zucca vuota e disse: «Prendiamo quella zucca e usiamola come canoa con l’aiuto di due rami come remi». Così i tre amici trascinarono la zucca sul fiume, vi entrarono, stretti come sardine, e si avventurarono lungo quelle acque sconosciute. La zucca scorreva veloce tra le acque impetuose del fiume e a Piero sembrava di essere selle montagne russe del luna park, ma questa volta non si divertiva: aveva davvero paura. All’improvviso la zucca urtò contro uno scoglio e andò in frantumi. Piero, Lino e Camillo si ritrovarono allora su un piccolo isolotto circondato dal fiume. Nella caduta, alcuni semi di anguria uscirono dalla tasca di Piero, caddero in acqua e, come per magia, si trasformarono in grossi sassi che affioravano fuori dall’acqua. Così i tre riuscirono ad attraversare il fiume saltando sui sassi e a arrivare sulla riva, dove si sentiva un forte rumore indistinto. 60 Il ritrovamento dell’uva spina Lino disse: «Ma cos’è questo fragore?» I tre guadarono poco più avanti e videro che il fiume sfociava in un’immensa cascata, tra le acque della quale cadeva un’infinità di frutti dai colori intensi e variopinti. Era uno spettacolo sublime! Ai piedi della cascata si apriva un prato di un verde intenso, tutti intorno aleggiava un meraviglioso profumo naturale: una grande distesa di alberi ricolmi di frutti di tutti i tipi. Tra questi, all’improvviso, Piero, Lino e l’elfo Camillo notarono un grosso arbusto spinoso ricco di frutti rossi che non avevano mai visto prima. Si chiesero cosa fosse quella frutta che sembrava cosi appetitosa ma non seppero darsi una riposta. A un certo punto, dall’altro lato del prato, comparve una strada figura, che si diresse verso di loro: aveva in testa un cappello di paglia con la tesa molta larga e strappata, dei pantaloni sbrindellati sui quali, invece della cintura, portava una cordicella .Ma la cosa veramente strana era la sua camicia: era tutta sporca di terra e dai suoi taschini usciva una quantità incredibile di foglietti. L’uomo teneva in una mano un grosso fascio di 61 Capitolo settimo fogli, mentre con l’altra reggeva una zappa e sull’orecchio aveva una penna. Appena l’uomo fu vicino disse: «Ciao ragazzi, sono Gioacchino, poeta contadino, e il mio compito è quello di coltivare questo campo, ma quello che veramente mi piace fare è scrivere poesie. Ne scrivo al mattino appena sveglio, a mezzogiorno mentre mangio e la sera prima di andare al dormire, e le mie poesie sono veramente fenomenali. Ne volete ascoltare una?» E facendo cenno all’arbusto della frutta sconosciuta incominciò: «Uva, uva spina ti mangio la mattina. Sei dolce e zuccherata ed è buona la tua marmellata. Oggi sei sconosciuta, ma un tempo la tua dolcezza risaputa. Se gli antichi sapori ritroveremo sempre felici saremo». Il contadino poi proseguì: «Vi piace questa poesia? Eh già, sono un poeta veramente eccezionale!» 62 Il ritrovamento dell’uva spina Piero e i suoi amici, divertiti dallo strano personaggio, si abbracciarono felici gridando: «Evviva! Evviva! Abbiamo trovato il seme che mancava!» Piero si chinò a terra, svuotò le sue tasche, ancora inzuppate, su una larga foglia, e riuscì a recuperare un seme di anguria, che era rimasto incastrato in un angolino della tasca, e la fogliolina, fradicia, che racchiudeva i chicchi di melograno. Anche il fazzoletto con il nocciolo del mango era tutto inzuppato, mentre la scatoletta di mentine aveva conservato integri i semi di mora, così Piero decise di riporre al suo interno anche gli altri semi da riportare al Melo Secolare. 63 Capitolo settimo CAPITOLO OTTAVO Il ritorno di Walt Sugar Messa al sicuro la scatoletta di mentine, i tre amici continuavano a festeggiare il ritrovamento dell’ultimo seme. Gioacchino li osservava stupito: perché tanta allegria per un solo seme di uva spina? Lì intorno era pieno di frutti e semi... Piero si accorse che Gioacchino aveva un’aria perplessa e gli raccontò la missione che dovevano compiere e le loro avventure. Il contadino alla fine esclamò: «Per mille zucchine! Non credevo che raccogliere quattro semi fosse così difficile!» «Questi semi sono solo quattro, ma hanno un valore inestimabile!» «Hai ragione, vorrei poter partecipare anch’io a questa missione così importante, ma devo restare qui per coltivare il prato degli antichi sapori. Farò però la mia parte...» E tirò fuori dalla sua sacca un annaffiatoio. 64 Il ritorno di Walt Sugar «Sapete quanto sia importante l’acqua per le piante, vero? Questo è un annaffiatoio speciale, usatelo!» I tre amici ringraziarono e salutarono Gioacchino: era arrivato il momento di tornare indietro e portare i quattro semi al Melo Secolare. Per non perdersi, decisero di percorrere a ritroso la strada dell’andata e attraversarono il fiume con un tronco che Luigi il pesce-frutta aveva lasciato loro sull’isoletta. Camminarono a lungo e si ritrovarono vicino alla fabbrica di Walt Sugar, scherzando e ricordando come lo avessero sconfitto. «Ricordate che faccia ha fatto quando ha visto la banana sparafrutta?» «E le sue guardie? Siamo stati davvero grand...» Non fecero in tempo a finire la frase, che dall’alto cadde sulle loro teste una rete di gelatina appiccicosa che li immobilizzò. «Ecco» disse Lino «abbiamo parlato troppo presto!» Infatti comparvero davanti a loro cinque guardie minacciose. Li legarono con una stringa di liquirizia e li trasci- 65 Capitolo ottavo 66 narono dentro la fabbrica, ma non prima di aver rubato la scatoletta di mentine con i preziosi semi. Piero cercò di difendersi, ma non ci fu nulla da fare. Si dimenava cercando di liberarsi dal laccio di liquirizia, ma era inutile: era resistentissimo e così furono gettati tutti in una gabbia formata da fili di gomma da masticare. Non capivano bene cosa stesse accadendo. Che Walt Sugar fosse tornato a fare danni dopo la loro lezione? Dopo un primo momento di agitazione si fermarono a ragionare ed escogitarono un piano per fuggire. Osservando la stanza in cui erano rinchiusi, notarono che l’unica nota di colore su quelle pareti grigiastre erano dei quadri che rappresentavano scene di vita familiare: bambini felici che si rincorrevano nei prati, vecchie zie che preparavano merende, trisavoli che curavano frutteti... In un quadro si vedeva addirittura un piccolo Walt Sugar che tentava di raccogliere un’albicocca da un ramo. Chi l’avrebbe mai detto? In un angolo c’era anche una scrivania con matite e penne colorate. Il ritorno di Walt Sugar «Questa corda è troppo dura! Non basta la nostra forza, dobbiamo usare il cervello!» gridò Lino. «Io mi trasformerò in nocciolo, così la corda si allenterà e potremo liberarci!» «Sei un genio!» esclamarono gli amici. «Mi farete passare tra le sbarre e, aiutandomi con quelle matite, vi farò uscire» Lino contò fino a tre e PUF si trasformò in nocciolo di albicocca. Camillo, liberatosi dalla liquirizia, lo raccolse e lo lanciò fuori dalla gabbia. Si sentì solo un tonfo e la voce di Lino che si lamentava: «Ahi! Che botta! La mia povera testa! Non potevi fare più attenzione?» «Scusa, non pensavo di averti lanciato così forte!» «Meno male che ho la testa dura!» ridacchiò Lino. Ma Piero li richiamò: «Basta chiacchiere! Concentriamoci sulla missione!» Allora Lino prese due matite dalla scrivania e le usò per allargare le sbarre di chewing-gum liberando così i suoi amici. 67 Capitolo ottavo 68 «Dobbiamo scoprire subito che fine hanno fatto i nostri semi!» e uscirono correndo dalla stanza, diretti verso una sala illuminata. Si trovarono davanti Walt Sugar che, proprio in quel momento, per liberarsi dei semi, li lanciava nella spazzatura. «I nostri semi!» gridarono disperati. Walt si girò di scatto: «Siete stati davvero bravi a liberarvi, ma ormai è troppo tardi» disse con un ghigno. «Perché l’hai fatto?» chiese Piero. Sugar non si fece pregare e spiegò il suo malefico piano: «Come siete ingenui... possibile che ancora non abbiate capito? Se vi lascio portare a termine la missione e salvare il regno della frutta, chi mangerà le mie merendine artificiali? La mia fabbrica andrebbe in rovina...» Camillo non voleva darsi per vinto e si mise a frugare nella spazzatura per cercare di recuperare i preziosi semi. «Eccoli!» Li raccolse, ma purtroppo erano tutti sporchi e rovinati. «Ve l’avevo detto!» ridacchiò Walt «Ormai i vostri semi sono inutilizzabili, lasciate perdere!» Il ritorno di Walt Sugar Piero ebbe un’idea: «Potremmo provare a lavarli con l’acqua dell’annaffiatoio di Gioacchino!» Tentò di annaffiarli, ma dal beccuccio non usciva neanche una goccia d’acqua. Provò allora a scuoterlo e, con grande sorpresa di tutti, iniziarono a uscire parole colorate che avvolsero i semi dando vita ad una poesia: «La Natura ha bisogno di cura! In un passato non molto lontano Tutti i bambini si davan la mano. Frutti succosi dai rami coglievano e una sana merenda insieme facevano. Che gusto! Che bontà! Era cibo di qualità! C’era un bambino carino e magrolino che adorava la frutta e la mangiava tutta tutta. Ora è crudele, ma dovrà ragionare perché la Natura si deve rispettare». I semi si illuminarono, ritornando puliti, e le parole colorate, prima di svanire, fecero un giro intorno a Walt Sugar. 69 Capitolo ottavo Rimasero tutti a bocca aperta davanti all’incantesimo, ma ancor più ascoltando Walt: «Non ho mai sentito una poesia più dolce di questa. Le sue parole sono più zuccherose dello zucchero filato. Mi ricordo di quando ero piccolo e mangiavo le torte alla frutta che preparava nonna Melina. Com’ero felice...» Incredibile, Walt Sugar, si era commosso: la poesia aveva sfiorato il suo cuore risvegliando i suoi ricordi. «Grazie ragazzi per avermi ricordato le cose importanti. Avete ragione, la frutta e la verdura sono fondamentali per l’alimentazione di tutti e anche per la mia. Tornerò a produrre merendine appetitose ma sane, ricche di gusto e di frutta fresca. Alla gente piaceranno sicuramente! Intorno alla mia fabbrica pianterò alberi di ogni tipo e costruirò giardini dove i bambini potranno giocare!» I tre ascoltarono felici quelle parole e fu proprio Walt Sugar ad aprire loro le porte della fabbrica perché potessero riprendere il viaggio e tornare il prima possibile dal Melo Secolare. 70 Il ritorno di Walt Sugar CAPITOLO NONO Un inaspettato ritrovamento Lungo il cammino, Piero, Lino e Camillo commentavano la loro avventura: «Meno male che le guardie non si sono accorte dei semi nella foglia e nel fazzoletto!» «E meno male che abbiamo usato l’annaffiatoio e...» «Ma cos’è questo intenso e piacevole profumo di...» «Limoni! Guardate: siamo arrivati in un limoneto. Fermiamoci qui un poco a riposare!» Stanchi per il lungo cammino e provati da così tante avventure, decisero allora di fermarsi all’ombra di quello che, senza dubbio, era l’albero più grande dei dintorni e, dopo poco, senza accorgersene, si addormentarono. D’un tratto Piero venne svegliato da un leggero venticello che, trasformatosi ben presto in un tornado trasportò, come in un vortice, i tre amici, che arrivarono in un luogo sconosciuto. Un cartello indicava Campo dei miraggi. Piero fu subito attirato da enormi frutti dai meravigliosi e accesi colori, stranamente appoggiati sopra lunghi e 72 Un inaspettato ritrovamento sottili rami. Allungò la mano per coglierne qualcuno, ma più di una volta la ritrasse vuota. Deluso e un po’ dispiaciuto, riprese il cammino, seguito dai suoi amici e, dopo pochi passi, si ritrovò davanti a un ponte. Cercò di attraversarlo ma, appena vi mise piede, cadde in un burrone così profondo che sembrava non finisse mai: anche il ponte, come i frutti, non era altro che un miraggio! Fortunatamente atterrò su un enorme cumulo di foglie. Camillo e Lino, accorsi sull’orlo del precipizio, dopo essersi accertati che Piero stesse bene, intrecciarono a fatica i sottili e lunghi rami degli alberi, per farne una specie di corda. La lanciarono quindi a Piero che vi si aggrappò nel tentativo di risalire, ma, dopo un paio di metri, la corda si spezzò. I tre amici erano disperati, non sapevano come fare; fu allora che Piero si ricordò di avere a disposizione un altro aiuto delle api. Immediatamente ne invocò l’intervento cominciando a recitare: «Api apine, me lo date un aiutino? Capitolo nono 73 Tanto abbiamo lavorato perché il mondo della frutta fosse salvato! Ora sono in un burrone e sono un poco fifone... poi sarebbe un gran peccato se non fossi liberato!» Le api arrivarono in un baleno, sollevarono Piero e lo riportarono dai suoi amici. I tre si abbracciarono, ringraziarono le api e proseguirono il loro viaggio. Durante il cammino, Piero chiese a Camillo: «Parlami ancora della regina del mondo della frutta, così mi preparo al nuovo incontro con lei». Camillo raccontò che la bellissima regina dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri, era gravemente malata, come già Piero sapeva, a causa della rovina progressiva dell’ambiente. E, mentre stava per aggiungere altro, si ritrovarono in un parco con un delizioso laghetto che sembrava dormire tranquillo sotto il sole; qualche cigno nuotava pigramente lungo la riva e le anatre giocavano nell’acqua. 74 Un inaspettato ritrovamento Seduta su un muretto, videro una bambina dal faccino triste, con i capelli biondi e un ombrellino giallo appoggiato al braccio. Camillo esclamò: «Susy! Ma certo! È Susy!» Le corse incontro e l’abbracciò esclamando: «Susy, Susy! Sono io, l’elfo Camillo! Mi riconosci?» «Ca... Ca... Camillo? Da quanto tempo!» balbettò Susy «Sai dov’è la mia mamma?!» aggiunse con le lacrime agli occhi. «Seguimi» rispose Camillo «ti accompagnerò a casa! Io e miei amici stiamo andando da lei». Lino e Piero assistettero stupiti a tutta la scena e poi, finalmente, Camillo presentò loro la bambina, dicendo che lei era la figlia della regina del mondo della frutta. Susy spiegò: «Dovete sapere che un giorno, mentre stavo giocando, mi sono allontanata senza accorgermene e, quando ho provato a tornare indietro, non ho più trovato la strada che mi portava a casa. Ho camminato, camminato, gli alberi erano sempre più spogli e tristi. Poi ho trovato questo posto bello e ho deciso di aspettare qui che la mamma mi trovasse. Non so quanto tempo è passato». Capitolo nono 75 76 «Meno male che ti abbiamo trovata! Ora ripartiamo subito». Così tutti insieme si incamminarono per tornare dalla regina, mentre Camillo, fiero, raccontava alla piccola Susy le loro avventure e la missione che si stava per compiere. Passarono due giorni e due notti e i quattro amici erano sempre più stanchi e affamati. Piero, quando si accorse che la strada diventava sempre più ripida e tortuosa, esclamò: «Non ce la faremo mai! Non dormiamo da tanto e le forze ci stanno abbandonando». «No, non possiamo arrenderci proprio ora che siamo vicini alla meta...» esclamò Camillo «Restiamo uniti e ce la faremo!» Quando finalmente arrivarono all’enorme albero del regno della frutta, i sudditi li videro spuntare da lontano nella galleria e corsero a avvisare la regina che si sentì subito meglio alla notizia del loro ritorno. Immediatamente diede ordine di organizzare un banchetto in loro onore: ai cuochi chiese di preparare tante Un inaspettato ritrovamento ghiottonerie e ai servitori di apparecchiare i tavoli con le tovaglie e le stoviglie più pregiate. D’improvviso raggelò: di fronte a lei c’era Susy, la sua adorata figlioletta! Subito le corse incontro e la strinse a sé, riempiendola di baci e sussurrando le più dolci parole mai pronunciate. Tutti piangevano di gioia quando, dal fondo della sala, si udì la voce di Piero: «Maestà, abbiamo fame!» Le lacrime si trasformarono in una fragorosa risata e la regina, battendo tre volte le mani, ordinò: «Tutto in tavola!» I servitori disposero sui lunghi tavoli le prelibatezze che i cuochi avevano preparato in loro onore: frullati e crostate alla frutta, torte di mele, meloni svuotati dei semi e ripieni di gelati e mille altre appetitose pietanze preparate con tanta frutta. Mangiarono tutti molto, poi, stanchi e sazi, si addormentarono su poltrone e divani di vimini, ricoperti da soffici cuscini di foglie. Quando si svegliarono, andarono dalla regina per salutarla. Capitolo nono 77 «Maestà, è ora di andare. Anche noi vogliamo tornare a casa, ma prima dobbiamo riportare i semi al Melo Secolare». La regina li ringraziò tanto per aver trovato i semi e averle riportato la sua amata figlia. Con le lacrime agli occhi, Piero e Lino si rivolsero all’elfo Camillo per ringraziarlo del suo prezioso aiuto: «Sei stato un grande amico! Non ti dimenticheremo mai!» Poi uscirono definitivamente dall’albero. 78 Un inaspettato ritrovamento CAPITOLO DECIMO Missione compiuta! 80 Piero e Lino, usciti dall’albero, si incamminarono nel bosco, ma ad un tratto il cielo diventò scuro: grosse nuvole nere coprivano il sole. Fitte gocce di pioggia iniziarono a cadere e i due si ripararono sotto l’ombrello giallo regalato loro da Susy in suo ricordo. Lampi saettanti illuminavano ogni cosa, Lino tremava dalla paura per i tuoni. Passato il temporale, gli amici videro il Gufo Felice che stava arrivando in tutta fretta verso di loro: «Bentornati amici! Ah, vi siete presi anche voi questa brutta pioggia: sapete è acida e fa male alle piante e ai fiori!» Piero ordinò a Lino : «Prendi l’annaffiatoio di Gioacchino e dallo al Gufo Felice!» Il gufo, preso l’annaffiatoio con gli artigli, volò sulla nuvola, rovesciò il contenuto e mille parole colorate riempirono il bosco: sole, acqua limpida, terreno soffice, profumo di fiori, sapore di frutta, dolcezza, venticello fresco… Missione compiuta! Queste parole curarono le piante e le rinvigorirono. In cielo spuntò l’arcobaleno. I due amici, sbalorditi e felici, lasciarono al Gufo Felice l’annaffiatoio, da usare in caso di necessità. Il gufo chiese. «Scusate, ma me ne sono accorto solo ora: dov’è l’elfo Camillo?» Piero rispose: «È rimasto dalla regina della frutta, che ha bisogno di lui». E in quel momento, dalla fitta vegetazione, sbucò proprio l’elfo che disse tutto concitato: «Amici cari, vi ho seguiti perché la regina mi ha detto di consegnarvi questo dono, che prima, presa dallo stupore per il ritrovamento della sua bambina, aveva dimenticato. E buona fortuna! Ora devo tornare da lei!» Consegnò quindi al bambino un cesto dorato con dentro degli attrezzi da giardinaggio, abbracciò gli amici e si allontanò. Il bambino e il nocciolo di albicocca osservarono contenti il cesto e, congedato Gufo Felice, ripresero il viaggio. Camminarono a lungo e, ormai stanchi, si trovarono davanti l’enorme cespuglio spinoso di more. Piero prese le cesoie dal cesto e con grande fatica aprì un varco Capitolo decimo 81 tra i rovi. Oltre il cespuglio, iniziava il sentiero delle angurie e, poiché Piero e Lino avevano un certo languorino allo stomaco, raccolsero un’anguria, la tagliarono a metà con il coltellino dalla punta arrotondata trovato nel cesto e si tuffarono nella rossa polpa succosa, sputando qua e là i semini neri. Rifocillati, ripresero il viaggio verso il meleto. Piero distratto inciampò in una radice che sporgeva dal terreno e non si accorse che la scatolina di metallo con i semi di mora e uva spina gli era caduta dalla tasca. In quel momento volava tra i rami degli alberi Papaya: un uccello curioso dal corpo a frutto, le ali a spicchi di arancia e la coda a ciuffo d’ananas. L’uccello afferrò col becco robusto la scatolina luccicante, per portarla nel suo nido fra i cespugli. Piero e Lino continuavano ignari il loro viaggio. Camillo e Susy, frattanto, erano nel bosco a raccogliere delle fragoline da regalare alla regina della frutta per il suo compleanno, quando, all’improvviso, notarono qualcosa che rifletteva la luce del sole, dentro il nido di un uccello. Si avvicinarono e, osservando 82 Missione compiuta! l’oggetto, capirono che si trattava della scatolina di Piero: la presero quindi con l’idea di riconsegnarla al legittimo proprietario. La regina della frutta indicò a Camillo la strada da percorrere per raggiungere il Melo Secolare e così l’elfo, il più velocemente possibile, si avviò con la scatolina nel marsupio e si fermò soltanto per dissetarsi con dei lamponi maturi. Arrivato a pochi passi dal Melo Secolare, con il fiatone per la gran corsa, vide i suoi amici e urlò: «Aspettatemi, ho una cosa da darvi, è molto importante!!» Piero si voltò di scatto, felice di rivedere l’elfo, che gli restituì la scatolina dei semi rari e gli narrò l’accaduto. Il bambino rimase molto sorpreso: davvero non si era accorto di averla smarrita. Di nuovo si congedò dal suo amico elfo. Il Melo Secolare se ne stava maestoso in mezzo al meleto, con i rami contorti e robusti carichi di foglie e di frutti. Piero lo salutò, contento di potergli consegnare i preziosi semi. L’albero lo ringraziò: «Sei stato coraggioso! Grazie per aver portato a termine la missione, ora potrai tornare a casa!» Capitolo decimo 83 84 Il grande albero chiese a Piero di scavare quattro piccole buche nel prato, intorno al suo tronco rugoso. Il bambino, utilizzando gli attrezzi ricevuti in dono nel cesto dorato, piantò i semi e con cura li ricoprì di morbida terra, poi li annaffiò con l’acqua fresca dell’antica fontana di pietra. Subito questi germogliarono e ovunque spuntarono alberi di mango e di melograno e cespugli di more e uva spina. Il Melo Secolare era orgoglioso, perché quelle piante potevano ripopolare il mondo della frutta e la Natura poteva riacquistare fiducia in se stessa. Il bambino si arrampicò poi sul melo, insieme a Lino, che, ritornato ad essere un nocciolo di albicocca, si sistemò comodamente nella sua tasca. Piero abbracciò con affetto il Melo Secolare e in quell’istante sentì le voci dei suoi amici che giocavano a nascondino e lo cercavano: «Piero, ti abbiamo stanato… sei sul melo! Scendi, è ora di tornare in paese!» Il bambino raggiunse la sua famiglia alla Pensione Natura, dove i genitori si stavano riposando e Gianni, stupito di riavere per sé il fratello, lo riempì di domande. Missione compiuta! Ben presto il fine settimana nel Cilento finì e, durante il lungo tragitto verso Milano, Piero si addormentò e sognò la sua avventura nel mondo della frutta: vide il Melo Secolare soddisfatto e tutte le piante in ottima forma. A cena quella sera la mamma cucinò… spinaci! Piero si ritrovò davanti un piatto fumante di foglie mollicce! Mangiò tutto senza farsi pregare, perché nel mondo della frutta aveva imparato che per crescere bene sono importanti la frutta e la verdura. Il bambino infilò in tasca la mano e tirò fuori Lino, lo trasferì con delicatezza in una scatolina di cartone a forma di albicocca dal coperchio bucherellato e lo appoggiò su morbida ovatta bianca, lo lasciò sulla mensola in camera sua (dove Gianni non arrivava a prenderlo), in attesa di portarlo in campagna nell’orto del nonno, per seminarlo insieme a lui. Il giorno seguente, a scuola, Piero raccontò ai compagni la sua fantastica avventura e quando nell’intervallo la bidella entrò in classe con una cesta di albicocche: tutti pensarono a Lino, esultarono e mangiarono di gusto l’ottima merenda. Capitolo decimo 85 APPENDICE 1. Piero e il melo ritrovato Istituto Comprensivo Scuola Primaria “Andrea Merola” di Futani (SA) – classe IV Dirigente Scolastico Severina Tambasco Docente referente della Staffetta Giovanna Cortese Docente responsabile dell’Azione Formativa Giovanna Cortese Gli studenti/scrittori della classe IV Aniello Cortese, Angelo Di Ruocco, Soraya Fasano, Elisa Pia Guglielmelli, Emilia Ippolito, Marco Lettieri, Giusi Lisanti, Carmela Merola, Sara Romaniello, Carlo Ruocco, Riccardo Ruocco, Saverio Settimio Tambasco, Christian Vincenzo Troccoli, Giuseppe Chirico, Francesco Donnianni, Marianna Ferraro, Pietro Guglielmini, Antonio Merola, Valerio Merola, Annamaria Merola, Mauro Sacco, Erminia Serra, Giovanna Tambasco Hanno scritto dell’esperienza: “…La Staffetta di Scrittura Creativa è per la nostra scuola, non solo un appuntamento annuale, ma un modo per praticare la democrazia allargata, tutti concorrono in egual misura alla stesura del testo con idee, suggerimenti e variazioni in corso d’opera. Quest’anno è stato ancor più fruttuoso perché ha cementato l’unione di un gruppo allargato i cui docenti hanno deciso di lavorare a classi aperte. E quale migliore occasione per cominciare? La staffetta. Il risultato? Un testo che valorizza esperienze vissute dai piccoli raccontate per far conoscere ad altri il nostro splendido ed amato territorio: il Cilento, con le specificità, le sue peculiarità e le sue rarità”. per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 2. Il ritorno di Piero nel mondo della frutta Istituto Comprensivo di Ponte In Valtellina (SO) – classe III Dirigente Scolastico Gian Luigi Quagelli Docente referente della Staffetta Elisa Menatti Docente responsabile dell’Azione Formativa Elisa Menatti Gli studenti/scrittori della classe III Camilla Armida De Capitani, Sebastiano Luca Di Socio, Costanza Folini, Francesca Fontanive, Aurora Moltoni, Elisa Paini, Massimo Parolaro, William Parolaro, Valentino Patrizi Dell’Agnello, Giulia Pino, Jole Pirola, Irene Robotti, Alessandro Toppi, Alessia Zucchi Il disegno è di Aurora Moltoni Hanno scritto dell’esperienza: “…Il nostro viaggio con Piero è stato fantastico. Che bello sarebbe, avere un posto magico come il “Mondo della frutta” dove rifugiarsi ogni tanto per assaggiare i fantastici frutti che abbiamo immaginato, sentirne i profumi e vederne i colori”. APPENDICE 3. La missione di Piero I.C. “Castaldi – Rodari” plesso Pellegrini di Boscoreale (NA) – classi IIIA/B Dirigente Scolastico Teresa Mirone Docenti responsabili dell’Azione Formativa Elisa Pellì, Annamaria Vitiello Gli studenti/scrittori delle classi IIIA - Vincenzo Auricchio, Angela Battipaglia, Vincenzo Cherillo, Zelinda Cozzolino, Lorenzo Crispo, Alessia Di Martino, Luisa Fattorusso, Gerarda Federico, Anita Langella, Irene Macera, Fabiola Matmuja, Antonio Panariello, Arcangelo Ranieri, Antonio Tassino, Domenico Truvolo, Raffaele Tufano IIIB - Giuseppe Aquino, Valerie Attianese, Mary Balzano Severino, Francesco Blasio, Annamaria Casillo, Anna Dora Cirillo, Giuseppe De Rosa, Enrico Erosto, Chiara Izzo, Maria Russo, Yvan Russo, Giovanna Sorrentino, Catello Verdoliva, Renjie Zhang, Salvatore Zhou Il disegno è di Francesco Blasio Hanno scritto dell’esperienza: “…La Staffetta alla quale abbiamo preso parte come autori del terzo capitolo, come già definita, è stata, per i nostri alunni una straordinaria avventura, della quale sono stati protagonisti la lettura e sua comprensione e la dinamica creativa della scrittura. Gli alunni che per la loro giovane età possiedono una dose altamente quantificabile di sensibilità, hanno lasciato libero spazio alle loro magnifiche idee, alla loro fantasia e alla loro immaginazione e con rari e semplici input, quali la visione di film come “Alice nel paese delle meraviglie” e “Il Mago di Oz” e l’ascolto di alcuni capitoli del libro “La storia infinita” di Michael Ende, hanno dato via libera alla loro creazione. Il tutto, avendo ben presente il creare una storia collettiva, adeguando le proprie alle altrui emozioni e creatività”. APPENDICE 4. Uno strano fiume Istituto Comprensivo Vigolo Vattaro – Scuola Primaria di Bosentino (TN) – classe III Dirigente Scolastico Sara Turrini Docente referente della Staffetta Clementina Rech Docente responsabile dell’Azione Formativa Clementina Rech Gli studenti/scrittori della classe III Serena Boller, Chiara Bortolameotti, Yuri Broilo, Silvia Buccella, Pietro Cavallo, Irene Ciola, Martina Costabile, Camilla Dalla Costa, Mirko Dorigatti, Emma Landrini, Aurora Laner, Sofia Maltratti, Emma Micheloni, Sebastiano Pontalti, Alessandro Rizzi, Gaia Schmid Il disegno è di Chiara Bortolameotti Tutti gli alunni hanno contribuito all’ideazione e alla realizzazione del calligramma. Hanno scritto dell’esperienza: “…Per noi è stata un’esperienza nuova che ci ha regalato piacevoli sorprese e soddisfazioni inaspettate. Infatti è stato impegnativo ma anche stimolante proseguire il lavoro di alunni di altre scuole cercando di seguire al meglio la via da loro indicata e nello stesso tempo dare libero sfogo alla nostra creatività. Una regola però ci ha messi un po’ in difficoltà, infatti non conoscevamo il significato di metafora. Questo non ci ha fermati, ma ci ha stimolato ancora di più, spingendoci ad impararne, il più velocemente possibile, il significato e a capire come inserirla nel modo più appropriato nel racconto. Infine, avendo scoperto da poco il calligramma, ci è sembrato divertente ed opportuno utilizzarlo per dare un tocco di originalità al nostro capitolo”. APPENDICE 5. Importanti rivelazioni D.D. di Pellezzano – plesso Via Amendola, Capezzano di Pellezzano (SA) – classe III Dirigente Scolastico Amalia Carbone Docente referente della Staffetta Maria Trivigno Docente responsabile dell’Azione Formativa Maria Trivigno Gli studenti/scrittori della classe III Samuele Bisogno, Christian Borsa, Matteo Bove, Gianmarco Donesi, Alessia Lina Ferrara, Kristinka Kubath, Domenico Pierro, Alessio Pulvani, Gianni Romeo, Alessio Scognamiglio, Federico Sortino, Massimiliano Tysarovskyy, Alessandra Viola, Vincenzo Vitolo Il disegno è di Samuele Bisogno Hanno scritto dell’esperienza: “…Dalla lettura dell’incipit in poi, capitolo dopo capitolo, ho visto piccoli critici armati di vocabolario andare alla ricerca di parole, argomentare su come si svolgevano le vicende, porsi e porre domande. E trasformarsi poi quasi tutti in scrittori attenti, esigenti. Particolare interesse ha riscosso la ricerca di questa fantomatica uva spina che qui in zona nessuno(tranne una anziana prozia) ricorda. Special thanks agli impiegati della Biblioteca Provinciale di Potenza che ci hanno inviato materiale sull’argomento oltre a fornirci telefonicamente testimonianze e descrizioni di questo ormai quasi mitico frutto. Sperimentiamo sempre più – e ci piace molto – la collaborazione con chi vive al di fuori dei nostri confini. Ci aiuta “ad uscire dalla nostra testa”. APPENDICE 6. I misteri della Fabbrica di Walt Sugar Istituto Comprensivo di Montemiletto (AV) - classe III Dirigente Scolastico Antonio Petrillo Docente referente della Staffetta Giuseppina Ciarcia Docente responsabile dell’Azione Formativa Giuseppina Ciarcia Gli studenti/scrittori della classe III Simone Barletta, Amanda Brogna, Antonio Brogna, Asia Capone, Alfredo Centrella, Giulia Centrella, Rinaldo Centrella, Luca Pio Della Porta, Pasquale Della Porta, Angela Frongillo, Miriana Frongillo, Emilio Iscaro, Marco Micera, Ludovica Palumbo, Antonella Jessica Palomba Il disegno è di Giulia Centrella Hanno scritto dell’esperienza: “…È stata un'esperienza fantastica, emozionante e coinvolgente. Ogni alunno ha immaginato a modo suo, con fantasia e inventiva il percorso da intraprendere per continuare la storia e, vi lascio immaginare dove è arrivata la loro inventiva e fantasia. Dopo ciò, ognuno ha stilato singolarmente un proprio elaborato. Alla fine abbiamo letto tutte le storie, una più bella dell'altra, e abbiamo ricostruito il nostro capitolo, prendendo spunto dai vari testi. Certo che alla fine del capitolo non credevano a loro stessi di aver prodotto un qualcosa di così importante e così bello. Ora aspettano con ansia di scoprire come andrà a finire la storia. Sarà di sicuro un'esperienza da ripetere”. APPENDICE 7. Il ritrovamento dell’uva spina Terzo Circolo Didattico di Aversa (CE) - classi IIIA/B Dirigente Scolastico Nicola Buonocore Docente referente della Staffetta Mario Tozzi Docente responsabile dell’Azione Formativa Cuomo Sabrina Gli studenti/scrittori delle classi IIIA- Rita Ausilio, Rita Bottone, Carmen Coppola, Federica Costagliola, Gabriel De Cicco, Vincenzo Di Ronza, Federica Iacone, Gaia Lamberti, Raffaele Manna, Daniele Mele, Martina Novi, Salvatore Pagliuca, Gaia Paracolli, Giuseppe Piazza, Maria Sgulò, Alessandra Vettigli IIIB - Omar Agouzoul, Giuseppe Capozzi, Simone Cuciniello, Anna Pia De Biase, Matteo De Filippo, Gaia Benedetta Di Caprio, Giovanni Fedele, Francesco Paolo Gravino, Martina Lamberti, Ciro Lamula, Francesca Loffredo, Carmela Madonna, Kim Pilat, Giada Tuoro Hanno scritto dell’esperienza: “…L’esperienza e’ stata positiva perchè lavorare insieme agli altri ha reso gli alunni fortemente partecipi e propositivi perchè ognuno voleva dare il meglio di se’ per contribuire alla realizzazione del capitolo. Ognuno si e’ espresso nel migliore dei modi ritornando a scuola il giorno dopo con nuove idee e rendendo partecipi i compagni. Anche il lavorare con compagni di un’altra classe li ha aiutati a crescere e a rispettare i turni e i tempi per esprimere le proprie idee. Le due classi partecipanti ci hanno chiesto a noi docenti di ripetere anche il prossimo anno questa esperienza e ciò ci ha fatto capire che per loro e’ stata molto importante”. APPENDICE 8. Il ritorno di Walt Sugar S.P. “Federico Sclopis” - Circolo Didattico “G. Pacchiotti” di Torino - classe IIIA Dirigente Scolastico Carlo Giovanni Sinicco Docente referente della Staffetta Simona Castangia Docente responsabile dell’Azione Formativa Simona Castangia Gli studenti/scrittori della classe IIIA Amina Bellini, Marcello Benazzo, Davide Bertone, Luca Crosetto, Isabella Di Braccio, Nicole Fenoglio, Giaime Gamba, Laura Hasaj, Ibrahim Mohamed Junior, Yahia Khallou, Anita Li Calzi, Alessandro Pannoli, Ismail Ramli, Sofian Ramli, Alessia Moran Reyes, Valeria Rosales Cano, Nicola Pros Rossi, Fatima Sall, Lorenzo Triarico, Annachiara Vergnasco, Eleonora Viano, Ernesto Zavattaro Il disegno è di Davide Bertone, Isabella Di Braccio, Nicole Fenoglio, Ismail Ramli. Hanno scritto dell’esperienza: “…Non avevamo mai partecipato ad una staffetta di scrittura creativa ed abbiamo iniziato questa avventura con molto entusiasmo perché ci siamo sentiti degli scrittori “veri”. Questa esperienza ci ha fatto entrare in un mondo nuovo e viaggiare con la fantasia. Quando leggevamo il capitolo in classe, ci sembrava di essere lì a guardare la scena: era come sognare ad occhi aperti! Tra un capitolo e l’ altro si creava anche molta attesa e ipotizzare il seguito della storia era un gioco irresistibile e avvincente. Ci siamo divertiti molto perché abbiamo lavorato in gruppo e ognuno ha potuto esprimere le sue idee, ma ci siamo sentiti anche parte di un gruppo più grande, composto dalle altre scuole sparse per l’Italia. Infine è stata un’occasione per conoscere meglio lo scrittore Guido Quarzo, che vive nella nostra città”. APPENDICE 9. Un inaspettato ritrovamento Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” – IV Circolo di Aversa (CE) - classe IVD Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angelina Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Elsa Lacanna Gli studenti/scrittori della classe IVD Amedeo Abategiovanni, Valeria Atronne, Anna Baldi, Emmanuela Gioia Barbato, Carlotta Brancati, Liliana Capaldi, Luca Ernesto Capasso, Miriam di Cristofaro, Salvatore Di Grazia, Giovanni Di Lorenzo, Gaetano Luca di Virgilio, Vincenzo Fusco, Alessia Mezzacapo, Federica Mezzacapo, Cesario Migliaccio, Elisa Gemma Panza, Luisa Ponzo, Chiara Scognamiglio Il disegno è di Anna Baldi, Carlotta Brancati, Miriam di Cristofaro, Elisa Gemma Panza Hanno scritto dell’esperienza: “…L’esperienza è stata coinvolgente dal punto di vista emozionale. Tutti, fin dall’inizio, hanno seguito l’evoluzione della storia con interesse crescente: aspettavano, di volta in volta, la pubblicazione dei capitoli, ipotizzando il possibile sviluppo del racconto. Il lavoro è stato organizzato per gruppi e gli alunni che ne facevano parte hanno evidenziato un convinto e forte spirito di iniziativa, una spiccata creatività e un responsabile senso di collaborazione”. APPENDICE 10. Missione compiuta! S.P. “Nino Costa” - Istituto Comprensivo di Lanzo Torinese (TO) – classe VA Dirigente Scolastico Antonietta Guadagno Docente referente della Staffetta Franca Montariolo Docente responsabile dell’Azione Formativa Franca Montariolo Gli studenti/scrittori della classe VA Ana-Maria Bodescu Agnes, Enrica Bruna, Elisa Frigato, Sharon Gamba, Joyce Delina Geronimo Beata, Marco Guido, Filippo Nicola Latini Corazzini, Chiara Sveva Novarina, Margherita Novero, Rebecca Possio, Stefano Regaldo, Ilaria Ressent, Fabio Rocca, Valentina Rosa, Sofia Delizia Rossatto, Anna Rosa Rossi, Domenico Scarpino, Matteo Segretario, Clara Venco, Alessandro Villella Il disegno è di Clara Venco Hanno scritto dell’esperienza: “…Quando la maestra ci ha proposto la staffetta di scrittura creativa abbiamo subito deciso di partecipare, con un po’ di emozione. Insieme abbiamo letto l’incipit dello scrittore Guido Quarzo e via via lo sviluppo della storia di Piero nel mondo della frutta: cercavamo di immaginare gli ambienti, i personaggi e i colpi di scena. Volevamo sapere chi erano i bambini autori dei vari episodi e localizzavamo la loro scuola sulla carta geografica appesa in classe. A noi è toccato l’ultimo capitolo. La chiusura della storia è uscita dalla collaborazione fra tutti noi compagni. Abbiamo anche illustrato il capitolo conclusivo e scelto la copertina che potrebbe avere il nostro libro. Ci siamo proprio divertiti!”. NOTE NOTE INDICE Incipit di GUIDO QUARZO ............................................................................pag 14 Cap. 1 Piero e il melo ritrovato ..........................................................................» 18 Cap. 2 Il ritorno di Piero nel mondo della frutta ..........................................» 24 Cap. 3 La missione di Piero ................................................................................» 30 Cap. 4 Uno strano fiume ........................................................................................» 36 Cap. 5 Importanti rivelazioni ..............................................................................» 44 Cap. 6 TI misteri della fabbrica di Walt Sugar ............................................» 52 Cap. 7 Il ritrovamento dell’uva spina ..............................................................» 58 Cap. 8 Il ritorno di Walt Sugar ............................................................................» 64 Cap. 9 Un inaspettato ritrovamento ................................................................» 72 Cap. 10 Missione compiuta! ................................................................................» 80 Appendici ..................................................................................................................» 86 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 dalla Tipografia Effegi San Giorgio a Cremano (NA) Italy ISBN 978-8897890-52-2 Piero e il melo ritrovato Il ritorno di Piero nel mondo della frutta La missione di Piero Uno strano fiume Importanti rivelazioni TI misteri della fabbrica di Walt Sugar Il ritorno di Walt Sugar Un inaspettato ritrovamento Missione compiuta!