La storia del cricket

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La storia del cricket
“Diritti in campo”
Firenze 28-29 ottobre
Il cricket è uno sport di squadra giocato fra due gruppi di undici giocatori
ciascuno. È nato, almeno nella sua forma moderna, in Inghilterra ed è popolare
principalmente nei paesi del Commonwealth. In alcuni paesi asiatici: India,
Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka, il cricket è di gran lunga lo sport più popolare.
È inoltre uno sport importante in Inghilterra, in Galles, in Australia, Nuova
Zelanda, Sudafrica, Zimbabwe e nei Caraibi anglofoni (Indie Occidentali
Britanniche).
Le origini del cricket sono sconosciute, anche se sembra
accertato che giochi simili all'attuale cricket fossero praticati
nell'Inghilterra del sud-est già a partire dal 1300, importati in
quella regione da pastori fiamminghi. Vi sono molte teorie
sull'origine del nome cricket. Potrebbe derivare dalla parola
fiamminga krick bastone, a testimonianza degli scambi
culturali ed economici tra il sud est dell'Inghilterra e le
Fiandre. Durante il 1600 numerose fonti testimoniano la
crescita della pratica di questo gioco nell'sud est
dell'Inghilterra e al termine del secolo già vengono
registrate le prime partite con squadre organizzate. Nel
1700 il gioco si sviluppò fino a diventare lo sport nazionale
inglese e come tale si diffuse in tutto l'impero coloniale
britannico.
La diffusione del cricket in Italia è certamente legata alle
dinamiche migratorie che interessano il nostro paese. Gran
parte dei nuovi praticanti del cricket italiano sono, infatti,
cittadini stranieri che provengono dal Pakistan, dall’India, dal Sri
Lanka e dal Bangladesh, paesi nei quali il cricket è molto seguito
ed amato.
Chi sono i praticanti del cricket in Italia?
Settore formale (Federazione Italiana cricket e UISP)
•F.Cr.I circa 994 praticanti, 310 tecnici, 58 società (fonte
CONI)
•UISP 314 tesserati, oltre 900 praticanti
Settore informale (tornei ed eventi su base
comunitaria)
•Tornei tennis ball (migranti dello SriLanka)
•Tornei tape tennis (migranti del Bangladesh, India e
Pakistan)
Stima: 10.000 praticanti
Le comunità del cricket in Italia
India 105.863
Sri Lanka 75.343
Bangladesh 73.965
Pakistan 64.859
Fonte: Dossier Caritas 2010
La geografia del cricket italiano
La diffusione geografica del cricket italiano è
intimamente legata alla presenza delle comunità
migranti, che a loro volta si struttura sulle catene
migratorie e sulla specializzazione sul mercato del
lavoro. Il movimento italiano è fortemente
concentrato nei grandi centri urbani (Roma, Milano,
Bologna, Firenze, Venezia, Genova), e nelle regioni
del centro e del nord est.
Le aree metropolitane del sud Italia non figurano
nella geografia del movimento formale (F.Cr.I e
UISP) sebbene siano molto presenti nel settore
informale, in particolare Napoli e Palermo.
La geografia del cricket italiano
La comunità dello Sri Lanka, la cui presenza in Italia
affonda ai primi anni 80’, è stata l’intelaiatura su cui
si è andato a costruire il movimento formale. Molte
delle squadre che militano oggi nei tornei formali
sono espressione delle comunità srilankesi,
particolarmente concentrate nei grandi centri
urbani. Da un punto di vista professionale, i migranti
dello Sri Lanka sono occupati nel settore dei servizi
alla persona (colf e badanti).
La geografia del cricket italiano
La comunità del Bangladesh, presente in Italia da
almeno 15 anni, è particolarmente attiva nel settore
formale con diverse squadre che partecipano sia ai
campionati F.Cr.I che quelli UISP (Bologna, Venezia,
Ancona). Si tratta, per lo più, di realtà legate ai
grandi centri urbani. Le comunità bangladesi sono
per lo più occupate nel settore della ristorazione e
della piccola distribuzione. In alcuni piccoli centri, la
presenza bangladese è legata soprattutto alla
cantieristica.
La geografia del cricket italiano
La comunità dell’India pur essendo, tra quelle del
subcontinente, la più numerosa, risulta poco
presente sia nel settore formale che in quello
informale. Da questo punto di vista, un’ipotesi
plausibile potrebbe essere legata alle catene
migratorie. Gran parte degli indiani presenti in Italia
provengono dal Punjab e lavorano nell’agricoltura e
nell’allevamento, settori che non favoriscono la
socializzazione a livello comunitario. Capita spesso
che vi siano squadre indiane-pakistane basate sulla
condivisione della lingua punjabi. La comunità del
Kerala, al contrario, possiede meccanismi di
socializzazione molto simili a quella dello Sri Lanka.
La geografia del cricket italiano
La comunità del Pakistan è attiva nel settore
formale da diversi anni (Trento, Brescia) ed è
particolarmente dinamica nel settore informale,
organizzando diverse manifestazioni locali e
nazionali di tape tennis. Di sicuro, la presenza di
molte associazioni comunitarie e politiche, favorisce
l’organizzazione di eventi sportivi come strumento
di aggregazione e i rapporti con le amministrazioni
locali.
Il cricket informale
Palla da tennis
• Sri Lanka/Indiani dello Stato del Kerala
• Composizione squadra: 6-a-side, 8-a-side, 11a-side
• Durata dell’incontro: 8 – 10 overs
• Modalità: Tornei realizzati nell’arco di una
giornata con partite knockout
• Luoghi di svolgimento: parchi urbani, campi di
calcio e di baseball
Il cricket informale
Tape Tennis
• Bangladesi e pakistani
• Composizione squadra:, 8-a-side, 11-a-side
• Durata dell’incontro: 8 – 15 overs
• Modalità: Tornei realizzati nell’arco di una
giornata con partite knockout oppure tornei a
gironi
• Luoghi di svolgimento: parchi urbani, campi di
calcio e di baseball
Il cricket formale
Hardball
•Composizione squadra:, 8-a-side, 11-a-side
• Durata dell’incontro: 15 – 50 overs
• Modalità: Tornei realizzati nell’arco di una
giornata con partite knockout oppure tornei a
gironi
• Luoghi di svolgimento: campi di calcio, di
baseball e di cricket
Principali differenze tra il cricket
informale e formale
1.Costi
2.Impianti
3.Sicurezza
4.Abitudine
Un movimento “sui generis”
Il cricket in Italia, sia quello organizzato a livello federale sia per quello
incardinato nell’UISP, ha una struttura piuttosto particolare. Non si
tratta del praticante che frequenta l’associazione o la struttura sportiva
più volte a settimana, per diversi mesi all’anno.
Molto spesso, al contrario, gran parte dei praticanti fanno parte di
gruppi informali, organizzati in base alla provenienza etnica o
nazionale. È chiaro che in un simile contesto risulta complesso favorire
ed incentivare processi organizzativi, che possono apparire, e
francamente spesso lo sono, inutili.
Ogni domenica, centinaia di persone giocano a cricket nei tornei
organizzati su base comunitaria, senza che vi siano società sportive
costituite, enti di promozione, enti locali a concedere OSP, né tanto
meno atleti con copertura assicurativa in caso di infortuni.
Il tempo libero compresso
La “debolezza” del migrante, legata alle vigenti norme che regolano i titoli di
soggiorno in Italia, si riverberano naturalmente sulla gestione del tempo
libero.
In primo luogo, il lavoratore migrante, la cui presenza in Italia è legata
all’accesso al lavoro, è soggetto ad accettare condizionali lavorative molto
penalizzanti sia in termini di orari che in termini di giornate di riposo, ferie.
Al medesimo tempo, la scarsa conoscenza della materia giuslavoristica lo espone
a forme di sfruttamento sul luogo del lavoro.
C’è da tenere in considerazione il tema dei lavori stagionali, in particolare
durante la stagione estiva che influisce sulla gestione del tempo libero.
Sempre legato alla gestione del tempo libero, c’è il tema della mobilità.
Lo sport per tutte e tutti si deve porre l’obiettivo di conciliare e
favorire la gestione del tempo libero.
Il gioco duro dell’integrazione
Cos’è il cricket per le seconde
generazioni?
Multicultura dei giochi
Intercultura dei giochi
“per costruire occasioni di interazione diventano preziose quelle forme anche inedite di comunità,
anche temporanee, che si formano in contesti non formali come sono gli spazi pubblici ed i luoghi
pubblici. In queste forme di comunità come spazio pubblico ciascuno riesce a sentirsi un po’
straniero quindi ciascuno (italiano e non) può interagire con gli altri senza essere predeterminato
dalle proprie routine. Si tratta di un’idea di territorio, cittadinanza e comunità assai meno
tranquillizzante e familiare di quelle cui siamo abituati, ma che proprio per questo ci può aiutare sul
piano interculturale”
“Sognando Tendulkar”
La questione di genere
La pratica del cricket al femminile è, a livello formale, estremamente
esigua. L’UISP di Brescia lavora da tempo con la comunità dello Sri Lanka
nell’organizzare tornei di Elle, sport molto simile al cricket.
Problemi
•Ruoli delle società d’appartenenza
•Gestione del tempo libero
•Meccanismi di socializzazione
I campi
“Entnocentrismo degli
impianti”
“Relativismo degli impianti”
Dall’offrire servizi
Alla partecipazione alla vita
associativa