il grillo calante - VirtualNewspaper
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Anno II - Numero 208 - Mercoledì 4 settembre 2013 Continua la riflessione su un mondo che stenta a ritrovarsi A DESTRA CI SONO OCCASIONI PERDUTE Anche i referendum pannelliani testimoniano un'assenza di politica di Francesco Storace anche la vicenda referendaria a dimostrare che l'Italia avrebbe bisogno di una destra nazionale, di valori, quella che sembra scomparsa tra lo 0,3 di Fli e l'1,9 di Fratelli d'Italia. Pannella ha fatto il colpaccio con Berlusconi, non credo che sarebbe stato possibile in un'alleanza con noi che veniamo da una precisa storia politica. Nemmeno dall'interno del Pdl si sentono voci chiare. Si', ogni tanto sussurra Gasparri, ma più per darsi un tono che per fare sul serio. Dovrebbe chiedere a Berlusconi chiarezza anche in tema di giustizia e dirgli: caro Silvio, se siamo al governo col Pd, visto che ci tieni come me al tema della responsabilità civile dei giudici, che io e te siamo d'accordo sulla separazione delle carriere dei magistrati e che sul finanziamento ai partiti abbiamo scoperto di pensarla alla stessa maniera, non vale la pena di dire ad Enrico Letta che queste cose vanno fatte senza bisogno di firmare referendum che certificano semplicemente l'inesistenza di una rappresentanza parlamentare degna di questo nome? Non sono battaglie che meriterebbero lo stesso vigore che ci abbiamo messo per È abrogare l'Imu? Se si e' giustamente minacciato di buttare giù il governo per la tassa sulla casa, a maggior ragione andrebbe fatto per i diritti di libertà. Ma non si azzardano, perché rischiano di andare all'opposizione perché Napolitano ha già pronta la maggioranza di riserva. Oggi, se Berlusconi non ci avesse fracassato l'anima e qualcosa che sta più giù contro il voto ai piccoli partiti, magari avrebbe avuto quello 0,3 che gli è mancato e governerebbe. E avrebbe meno nemici in Parlamento. Se l'e' cercata per la seconda volta (la prima quando preferì Fini alla nostra lealtà). A destra non c'e' nessuno capace di comprendere quanto male si sta facendo alla Nazione con l'attendismo sterile, infantile, dannoso. Se non ci si sbriga diventano realtà i sogni pannelliani, che sono incubi sull'immigrazione, sulla famiglia, sulla droga. Persino il referendum sull'abolizione dell'ergastolo gli ha fatto firmare al cavaliere.... A Destra non c'è un Berlusconi, non c'è un Renzi, non c'è nemmeno un Pannella. Ci sono solo le occasioni perdute. Tutto questo e' davvero intollerabile. Finisca questo drammatico incantesimo. Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 MOLTI PARLAMENTARI A CINQUE STELLE PRONTI A FONDARE ALTRI GRUPPI O A SEGUIRE IL PD IL GRILLO CALANTE Il comico - sotto accusa assieme al socio Casaleggio - prepara nuove epurazioni di Igor Traboni ltri due gruppi, forse addirittura tre, ma neanche in fila indiana e col resto di niente. Così i grillini si sciolgono come neve al sole, pronti ad abbandonare la creatura del duo Grillo-Casaleggio e a formare altri partitini, mentre una parte spinge per la confluenza col Pd. Per loro stessa ammissione, le 5 stelle non brillano più. "E' emerso un grande astio qui dentro, anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo. Sembra già che siamo divisi in due gruppi, forse tre", ha detto ad esempio Maurizio Romani, nel corso della riunione al Senato. " "Ho cercato canale diretto con Grillo, ma non sono mai riuscito a contattarlo. Sui suoi post – va giù duro Romani - si possono fare solo ipotesi, cercare di interpretarli, anche perché dallo staff non arriva mai nessuna indicazione". E poi ai grillini, che mordono il freno per andare al governo coi in posto comunisti, gli ordini del comico non piacciono più, come evidenzia Louis Orellana: "Per me il dialogo si basa su un'ipotesi di governo a 5 Stelle. Ma noi siamo solo 50 e dobbiamo dialogare con altri che hanno la maggioranza in questo Parlamento. Ad aprile, con Vito Crimi e Roberta Lombardi, non abbiamo A proprio fatto questo? Non so se questa è la soluzione, ma non dobbiamo andare con i paraocchi e dire no a priori". Ai grillini piace ancora di meno l’invadenza dei cosiddetti ‘gruppi di comunicazione’, nelle mani della Casaleggio&associati . Lo stesso Orellana, già candidato alla presidenza della Camera, aggiunge: "Non sappiamo chi sono i membri del gruppo comunicazione: ne conosco alcuni ma non so i nomi di tutti. E questa opacità a me non va bene". Poi l'attacco a testa bassa: "Messora (il responsabile, ndr) ha insinuato sulla nostra attività, ha scritto sciocchezze e offeso il nostro lavoro. È una persona da noi stipendiata e ha fatto qualcosa che non deve permettersi di fare. Gliel'ho scritto e non ha risposto, ancor oggi non ha risposto e sono in attesa. Ha creato grandissimi problemi, per me è una ferita aperta. Non ha la mia fiducia". Alessandra Bencini fetta benzina sul fuoco “Io avevo capito di essere portavoce dei cittadini italiani, ma se lo devo essere solo degli iscritti ditemelo". E Grillo? Come al solito si è materializzato solo sul suo blog, evidentemente dopo aver ascoltato in tv una famosa canzone di Jovanotti: "Chi vuole guardarsi l'ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente”. Insomma, altre epurazioni in vista. L’INIZIATIVA DEL GIORNALE D’ITALIA Polemiche a non finire per la traslazione della salma del cantautore: lasciatelo riposare in pace Quelle note stonate sulle spoglie di Battisti di Robert Vignola I l 5 marzo scorso avrebbe compiuto 70 anni. Tanto basta per dire quanto è stata sfortunata, l’Italia, a vedere un suo figlio tanto ispirato abbandonare giovane questa terra. Già, perché il 9 settembre, lunedì, ricorrono quindici anni dalla morte di Lucio Battisti. Ed invece che dalle note delle decine di suoi successi, il conto alla rovescia per il momento del raccoglimento è scandito dalle polemiche sul trasferimento delle sue spoglie dal cimitero di Molteno. Il piccolo centro brianzolo è il paese nel quale il cantautore italiano di gran lunga più amato ha passato gli ultimi anni della sua vita, in un vero e proprio ritiro artistico e spirituale, che fedelmente rispecchia la natura schiva e solitaria dell’uomo Battisti. L’esatto contrario, invece, del can-can mediatico sorto intorno alla sua traslazione. La decisione è stata assunta dalla moglie e dal figlio del cantante di origini sabine, che hanno abbandonato Molteno ormai da anni ed hanno pertanto chiesto a lungo di poter avere più vicine le spoglie mortali del congiunto. Di qui la decisione finale: venerdì avverrà il viaggio e quel che resta dell’auto de “La canzone del sole” attraverserà il Nord Italia, in direzione Rimini. Il fatto è che i dietrologi si sono scatenati, costruendo castelli attorno a dissapori tra l’amministrazione comunale di Molteno e la famiglia. Screzi possono esserci anche stati, se è vero che le parti sono reduci da un conten- zioso che ha visto le autorità locali mantenere il diritto di indire, ogni anno, un festival a nome di Lucio Battisti, contro il volere dei parenti. La battaglia giudiziaria non finirà comunque qui, giacché gli eredi hanno annunciato il ricorso in Cassazione. Ma a tutto c’è un limite, anche a chi cerca da tali vicende sponde per improbabili tesi complottistiche, con gli immancabili cenni all’adesione al “Soccorso tricolore” del cantore di Poggio Bustone e alle sue simpatie destrorse. Per non dire poi dei paralleli con passati trasferimenti di ancor più illustri spoglie dalla Lombardia alla Romagna. Una cosa è certa: chi ha amato e ama ancora Lucio Battisti, per omaggiarlo degnamente non dovrà inseguirne la salma. Basterà che si sieda, magari su una spiaggia, al tramonto, con un fuoco acceso e una chitarra, cantando di bionde trecce, occhi azzurri e calzette rosse. Come si è sempre fatto e come, ancora a lungo, si continuerà a fare. Attualità Economia Politica e affari, banche nel mirino Benzina più cara: Siria: primi missili ecco perché costa così Mosca infuriata Federico Colosimo a pag. 2 Cristina Di Giorgi a pag. 3 Esteri Federico Campoli a pag. 5 Cronaca La sentenza: Cucchi morì per malnutrizione Carola Parisi a pag. 6 ‘FRONTE DELLA GIOVENTÙ’: UNA STORIA DA RACCONTARE dee e valori. Ma anche una quotidianità vissuta in sezione. Questo è stato, dal 1972 al 1996, il Fronte della Gioventù. Pubblichiamo oggi la seconda I parte del nostro ‘viaggio’ in quella grande esperienza, rinnovando l’invito ai lettori: raccontateci il vostro Fronte. Emma Moriconi a pag. 4 PERCHÉ SI TARDA A FARE CHIAREZZA? ROMA: RIFIUTI E MAFIE UN MISTERO DIETRO L’ALTRO ombra lunga delle mafie continua ad allungarsi sulle soluzioni per l’emergenza rifiuti a Roma. In una interrogazione, il vicepresidente Storace sollecita chiarezza: “Che fine ha L’ fatto la relazione del prefetto Pecoraro sulla compagine societaria di Ecofer?”. La risposta-non risposta è imbarazzante… Robert Vignola a pag. 7 2 Mercoledì 4 settembre 2013 Attualità LA PRIMA COMMISSIONE DISCIPLINARE DOVRÀ PRONUNCIARSI SULL’EVENTUALE INCOMPATIBILITÀ DEL MAGISTRATO Caso Esposito: si attende il verdetto del Csm Ma intanto spuntano dalla Svizzera delle carte esclusive che avrebbero potuto scagionare il Cav di Grazia Bontà ltro che “socio occulto” di Silvio Berlusconi. Frank Agrama, l’imprenditore condannato insieme al Cav. dalle toghe della Sezione feriale della Corte di Cassazione per frode fiscale, sarebbe davvero un “intermediario ufficiale” della Paramount e molte tv europee. Si starebbe parlando di un atto giudiziario del 18 ottobre 2010, reso noto da “Tempi”, settimanale vicino all’area di Comunione e liberazione. “Agrama era conosciuto come il detentore esclusivo dei diritti di diffusione della Paramount per l'Italia e per la Svizzera di lingua italiana”, sono le parole del responsabile finanze della tv elvetica Srg Ssr di Berna al giudice istruttore svizzero, che l'interrogava per un’inchiesta del 2010, che poi è stata archiviata. Anche la tv d’oltralpe, la cui sede legale è a Lugano, dovette dunque ricorrere al lavoro di Agrama per acquistare i diritti tv Paramount. Il documento esclusivo riguarderebbe un giro di affari riferibili agli anni ‘90 (fino al 2000) e per l'acquisto di film e programmi all'imprenditore vennero pagati in totale 3.327.400 dollari. “Per conto di chi Agrama ha agito come intermediario per la vendita dei diritti di diffusione?”, chiede il magistrato al dirigente della tv elvetica. “A nostra conoscenza - ribadisce l'altro - monsieur Agrama aveva ottenuto l'esclusiva dei diritti per l'Italia e la Svizzera di lingua A italiana direttamente dalla Paramount”. I giudici della Cassazione, che hanno ritenuto il Cavaliere colpevole, hanno però rifiutato l’acquisizione dei documenti provenienti da oltralpe e che invece avrebbero potuto totalmente ribaltare il verdetto del processo Mediaset. Ma la “prova svizzera” sarebbe solo l’ultima delle tegole cadute sulla testa delle supreme magistrature della Cassazione. Non più tardi di qualche giorno fa, infatti, l’attenzione era tornata sul giudice più chiacchierato dell’estate 2013. Antonio Esposito Antonio Esposito, presidente della Sezione feriale della Corte di Cassazione, proprio quello che ha letto il dispositivo della sentenza di condanna per frode fiscale di Berlusconi lo scorso primo agosto (e che giovedì scorso ne ha firmato le motivazioni insieme con l'intero collegio) è in guai seri. Perché? Nel caso lo aveste dimenticato, il giudice Esposito è anche lo stesso giudice che, due giorni dopo la chiusura del processo Mediaset aveva anticipato i motivi che avevano portato alla condanna di Berlusconi in un'intervista concessa a “il Mattino” di Napoli. Ecco, la toga in questione dovrà adesso essere giudicata dal Csm, il supremo organo di autogoverno dei giudici. Sul tavolo della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, infatti, è giunto il procedimento disciplinare avviato nei confronti di Esposito per violazione del segreto giudiziario. La seduta straordinaria è stata convocata per domani dal presidente, il membro laico del Pdl Annibale Marini. Il compito della commissione sarà quello di verificare se esistano gli estremi per trasferire d'ufficio Esposito per incompatibilità, dopo la richiesta avanzata dai consiglieri del Pdl Bartolomeo Romano, Filiberto Palumbo e Nicolò Zanon, e trasmessa con procedura d'urgenza dal comitato di presidenza alla commissione. Resta tuttavia incredibile la posizione di Esposito. Il quale, non solo ha sempre negato di aver pronunciato le frasi che avrebbero anticipato le motivazioni della sentenza, ma ha anche chiesto di essere tutelato dagli attacchi quotidiani di numerosi giornali. Insomma, ora come ora, cerca di passare perfino per vittima della situazione. Spetterà ora alla commissione disciplinare del Csm valutare se, effettivamente, l’intervista di Esposito meriti una sanzione. L’INCHIESTA SAI-FONDIARIA Giulia Ligresti patteggia una condanna a 32 mesi nchiesta Fondiaria Sai: Giulia Ligresti patteggia a 2 anni e 8 mesi di reclusione più 20 mila euro di multa. L’istanza presentata dai suoi avvocati è stata accolta ieri mattina dal Tribunale di Torino. Che ha inoltre deciso la confisca del 31% delle azioni della società Pegasus (per un controvalore di circa 5 milioni di euro) e del 31% degli immobili riferibili alla stessa azienda (valore stimato in 28 milioni di euro). E’ la fine di un incubo per Giulia Ligresti. Arrestata lo scorso 17 luglio e ai domiciliari dal 28 agosto, dopo una perizia medica che ha mostrato preoccupazioni per la sua salute. La figlia del patriarca Salvatore, infatti, ha perso ben 6 chili da quando è stata condotta nel carcere di Vercelli dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Silvia Salvadori. A pesare, però, le dichiarazioni messe nero su bianco del direttore sanitario dell’istituto penitenziario piemontese. Che ha dichiarato che le sue condizioni di salute erano del tutto incompatibili con la detenzione. Discorso totalmente diverso, invece, per la sorella Jonella. Quest’ultima, infatti, ha escluso ogni ipotesi di patteggiamento. I NELL’INQUIETANTE SCANDALO FINANZIARIO, ENTRA IN SCENA ANCHE IL PRINCIPALE ISTITUTO DI CREDITO DI GENOVA Mps, Banca delle Marche e ora anche Carige... L’impronta della politica (rossa) in tutta Italia Nel mirino degli ispettori, i “fidi facili” (1 miliardo di euro) al Sistema Liguria e agli uomini delle Coop di Federico Colosimo anca delle Marche come Mps: profondo rosso. Condizioni disastrose, quelle in cui versa l’istituto di credito con sede centrale a Jesi. Prima commissariata e ora sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Ancona. E adesso entra in scena anche Carige. In termini spiccioli ed elementari, un’azione di Banca delle Marche nel 2007 valeva 2,50 euro. Nell’ultima ricapitalizzazione, invece, 0,80 centesimi. Ma non è ancora finita … Un mese fa, il suo valore era di B 0,35 centesimi. Ieri, di 0,26. Sempre meno, insomma. E domani, chissà, potrebbe arrivare a 0.0. In poche parole, per intenderci, un’azionista che possiede 5.000 azioni, cinque anni fa aveva in banca 12.500 euro. Nell’ultima ricapitalizzazione, 4.000, trenta giorni fa 1.750, ieri 1.300 e domani, chissà, 0 euro. Numeri alla mano, questo è il quadro generale della situazione. Disastrosa e inquietante. La più importante banca del territorio ora è stata affidata a due commissari: Giuseppe Feliziani e Federico Torrinoni. Ma c’è chi pretende di voler mantenere la presa nonostante continue perdite che ammonterebbero a circa 800 milioni di euro l’anno. E’ un’inchiesta che assomiglia sempre di più, giorno dopo giorno, a quella ben più nota della banca “rossa” per eccellenza: il Monte dei Paschi di Siena. Con la sola differenza che in quell’indagine gli ex sindaci di Siena abbiano fatto nomi e cognomi di quei “vertici romani” che dalla segreteria generale del Pd, nella Capitale, prendevano tutte le decisioni riguardanti l’istituto di credito. Ma non è servito a niente. Per loro, neanche un solo interrogatorio. In questo nuovo faldone, dalle carte ancora non sono emersi i diretti responsabili. ALTRA GAFFE DEL MINISTRO PER L’INTEGRAZIONE Anche gli infermieri contro la Kyenge: “Chieda scusa” di Giuseppe Sarra Tante volte in ospedale mi hanno chiamata infermiera. Quando dicevo di essere medico, mi chiedevano se fossi americana. Vi chiedo: molti di voi si riconoscono in quel che ho detto, allora siete tutti colpevoli?”. Parola della titolare per l’Integrazione a Palazzo Chigi. Ecco, gli italiani sono avvisati: “Non chiamatemi infermiera! Altrimenti… ”. Un’altra ‘kyengiata’, insomma. Stucchevole il suo atteggiamento. Così, la Ministra – presuntuosa e indispettita - non riesce ad emozionare neanche quando racconta qualche episodio della sua vita professionale tra barelle e reparti degli ospedali. Molte le polemiche scaturite. Migliaia i commenti sui social network e sul web. Tweet e stati velenosi “ contro il Ministro che dovrebbe integrare e non disgregare un popolo. Tanti infermieri, infatti, hanno interpretato le parole della Kyenge come una mancanza di rispetto nei confronti della categoria. “Da quando essere chiamati infermieri è un insulto? Non siamo disposti ad accettare queste affermazioni dalla Kyenge”, scrive Antonio su Facebook. A mandare su tutte le furie gli infermieri, tuttavia, quel “addirittura anche se sono medico mi chiamavano infermiera”. E’ un fiume in piena Antonio da Roma: “Chieda scusa. Una parola di scusa sugli infermieri Ministro. Bianchi, neri, gialli. Ci sentiamo tutti offesi, noi infermieri”. “Da quando essere chiamata “infermiera” è un insulto?”, si chiede Marco da Cagliari. Ma – dicono in molti – è solo questione di tempo. Intanto Bankitalia, ieri mattina, ha decapitato anche Carige. Giovanni Berneschi dovrà lasciare infatti la presidenza. Via Nazionale ha deciso che il 30 settembre, giorno in cui si terrà l’assemblea degli azionisti per il rinnovo dei vertici, l’istituto di credito dovrà avere oltre a un nuovo numero uno, anche un “amministratore delegato forte”. E più in generale ha chiesto che l’intero board venga “ampiamente rinnovato e arricchito” di consiglieri “indipendenti”. Parole che suonano come musica. E che addensano nuove ombre sull’impronta della politica – il colore è puramente casuale – sulla più importante banca ligure. Oltre a Berneschi, dunque, dovrà farsi da parte anche l’attuale direttore generale Ennio La Monica. Nel mirino degli ispettori, i “crediti facili” al sistema Liguria. Concessioni anomale e che corrisponderebbero al 17% del totale. Donate ai soci “pattisti” dell’istituto di credito come i Gavio, l’europarlamentare Vito Bonsignore e agli uomini delle Coop (rosse). Che avrebbero ottenuto un miliardo di fidi. Il modello Mps continua. In tutta Italia. Provenzano: niente revoca del 41bis Il boss rimarrà in regime di carcere duro, questa la decisione dei giudici di sorveglianza di Bologna ernardo Provenzano resta al 41-bis. Nonostante il parere favorevole delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze (le sedi giudiziarie che hanno inflitto le condanne al “padrino” dei corleonesi). La direzione nazionale antimafia, invece, aveva detto categoricamente “no”. Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha respinto l'istanza di revoca del carcere duro per il “Capo dei capi”. Il legale del super-boss, Rosalba Di Gregorio, aveva presentato la richiesta al tribunale di Parma, lo scorso luglio, in seguito al- B l’aggravarsi delle condizioni di salute del suo assistito. Per i giudici di Bologna, però, così come riportato da alcuni quotidiani, le sue condizioni anche se serie non sono incompatibili col regime carcerario cosiddetto duro. Oltretutto, negli atti esaminati dai magistrati di sorveglianza, c’è anche la trascrizione di un colloquio fatto dal padrino corleonese con la moglie, in cui Provenzano chiedeva come andasse “a putia” cioè la bottega. Per i giudici ciò potrebbe far pensare alla richiesta di informazioni da parte di Provenzano su come “vadano gli affari” che nel suo caso sarebbero “di mafia”. A causa delle sue condizioni di salute il processo sulla trattativa Stato - mafia a carico del boss è stato sospeso. 3 Mercoledì 4 settembre 2013 Attualità IL COSTO DEL CARBURANTE IN ITALIA È IL TERZO PIÙ ALTO AL MONDO. DAVANTI A NOI SOLO NORVEGIA E OLANDA Caro benzina: colpa anche delle accise Paghiamo ancora balzelli per la guerra in Abissinia, per la crisi di Suez e sul Vajont. E in più c’è l’Iva di Cristina Di Giorgi l prezzo della benzina è, in Italia, tra i più elevati a livello mondiale: solo in Norvegia e Olanda fare il pieno costa più che da noi. Senza contare che deteniamo il record mondiale di crescita del prezzo dei carburanti “alla pompa” nell’ultimo anno. E se il problema delle tensioni nei Paesi produttori e della speculazione sui costi del petrolio e della sua lavorazione tocca tutti gli Stati, la questione della tassazione è invece squisitamente nostrana: la componente fiscale (accise più Iva) pesa infatti per ben il 58% su quanto siamo costretti a sborsare per fare rifornimento. Nello specifico, si tratta di imposte di produzione e vendita che sono state introdotte per fronteggiare situazioni di vario genere. In altre parole, il gettito aggiuntivo che entra nelle casse dello Stato è destinato a coprire specifici capitoli di spesa. Peccato però che, ad emergenza finita, la relativa Gli italiani sfidano la crisi: torna il fai-da-te I Con l’avvento della Service Tax e l’aumento di Irpef, Irap e tributi vari, i connazionali cambiano lo stile di vita di Giuseppe Sarra a crisi ha anche i suoi lati positivi. E così, mentre la nazione vive il peggior periodo della sua storia, gli italiani riscoprono le antiche origini; soprattutto tra i fornelli. Secondo un’indagine condotta da Coldiretti-Swg, al rientro dalle vacanze, infatti nove milioni di cittadini indosseranno il grembiule e si metteranno al lavoro in cucina. Un altro stile di vita, insomma. Bisogna far quadrare i conti: l’aumento dell’Irpef e Irap è alle porte. Non solo. A far tremare gli italiani anche l’introduzione della Service Tax. E ancora: il Governo potrebbe appesantire ulteriormente le tasche dei contribuenti, ‘ritoccando’ – per l’ennesima volta in pochi anni - l’Iva di un punto percentuale. Gli italiani si preparano al peggio e si scoprono chef tra pentole e vasetti, per preparare in casa conserve, succhi e marmellate, e garantirsi una alimentazione più genuina, riducendo gli sprechi e rispar- L “tassa di scopo” è rimasta. E in più, ci paghiamo su anche l’Iva (una tassa sulla tassa insomma). Tra le varie accise attualmente in vigore, ne figurano alcune inserite parecchi anni fa e per motivi ormai decisamente consegnati alla storia. Continuiamo infatti ancora a finanziare la guerra in Abissinia (1935), la crisi di Suez (1956), il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), i terremoti del Belice, del Friuli e dell’Irpinia (rispettivamente 1968, 1976 e 1980), le missioni militari in Libano (1983) e in Bosnia (1996), le alluvioni in Toscana e Liguria (2011), l’acquisto di bus ecologici (2011), l’emergenza immigrati a fronte della crisi libica (2011). Più di recente, il governo Berlusconi ha utilizzato questo strumento per finanziare la cultura e quello Monti per ridurre il deficit dello Stato. Per carità, nessuno mette in dubbio le motivazioni, più o meno nobili, alla base delle accise. E’ però legittimo chiedersi perché, trattandosi di finanziamenti per necessità straordinarie, una volta cessata l’emergenza il relativo balzello non sia stato rimosso. Un altro dei misteri di un Paese sempre meno normale. miando nel tempo della recessione. Un ritorno al passato, quindi. Una tradizione che sembrava destinata a perdersi. “E’ forse l’unico aspetto – spiega la Coldiretti positivo della crisi a tavola”. Entriamo nello specifico: una maggiore attenzione verrà riservata alla scelta delle materie prime che spesso vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati. La vera novità, però, è l'interesse crescente delle nuove generazioni, con molte giovani coppie desiderose di apprendere le tradizioni dei nonni. Una ‘fame’ di informazioni testimoniata dai 1,4 milioni di cittadini che dichiarano di partecipare a community web dedicate alla cucina, mentre la crisi vede impegnati il 65% degli italiani a evitare gli sprechi. Quali i cibi preferiti del cosiddetto ‘fai-da-te’? Dalla salsa di pomodoro, alle marmellate, agli ortaggi sott'olio o sott'aceto, all’insegna di materie prime di qualità, meglio se a chilometro zero. PER FINANZIARE L’ABOLIZIONE DELL’IMU, SI INTACCANO I FONDI DI UN SETTORE SOCIALMENTE FONDAMENTALE Tasse e tagli: quando a rimetterci è la sicurezza L’allarme dei sindacati di polizia: “I livelli di efficienza dei servizi caleranno” C he il nodo della copertura finanziaria del decreto che abolisce l’Imu fosse un problema era noto da tempo. Quel che ancora non si sapeva è da dove si sarebbero presi i soldi per compensare il mancato gettito proveniente dalla tassa più odiata dagli italiani. Tra i tagli previsti fanno discutere quelli ai fondi per il lavoro, la lotta all’evasione fiscale e la sicurezza. In quest’ultimo caso in particolare, l’idea sembra essere quella di bloccare le assunzioni nelle forze armate e nei vigili del fuoco. E sindacati e associazioni che raccolgono funzionari e agenti sono già sul piede di guerra: “E’ inaccettabile che si continui a tagliare nel nostro settore, incidendo sui livelli di efficienza dei servizi” hanno dichiarato Enzo Marco Letizia e Giuseppe Tiani, rappresentanti sindacali delle forze di polizia. “Da anni sopportiamo questo modo di procedere. Il governo non continui a ridurre la sicurezza dei cittadini – concludono – altrimenti la paura rischia di minare la coesione sociale del Paese”. Su questa stessa linea si sono pronunciati anche i vertici del sindacato autonomo dei vigili del fuoco. Il segretario Antonio Brizzi ha infatti sottolineato che le conseguenze della politica di riduzione della spesa messa in atto dal governo Letta non faranno che aumentare le difficoltà in cui versano poliziotti e pompieri, già in grave carenza di organico, mezzi e attrezzature. “Operare in questo modo – ha dichiarato Brizzi – è da irresponsabili. Invece di ricercare e tagliare gli sprechi della cosa pubblica, politica compresa, questo governo falcidia proprio quei Corpi che hanno il compito di difendere la sicurezza dei cittadini”. Vero è che da qualche parte i fondi bisogna prenderli. Ma non ci vuole un genio per capire che forse era meglio intervenire in altri ambiti, magari non legati alla tranquillità della società, già ampiamente turbata da una situazione di crisi e insicurezza ben lungi dall’essere in via di soluzione. C.D.G. COS Ì IL GIUDICE HA MOT IVATO GLI ARRESTI IL GIOVANE ERA AFFETTO DA UNA GRAVE FORMA TUMORALE No Tav:“Programmi politici perseguiti con violenza” Ragazzo americano rivela: “Miracolato da Papa Benedetto” “ n ragazzo statunitense di 19 anni sarebbe guarito da un tumore al torace grazie all’imposizione delle mani di Benedetto XVI. Peter Srisch – questo il nome del ragazzo - aveva 17 anni quando gli è stata diagnosticata una forma di tumore aggressivo al torace, della grandezza di una palla da softball. Mentre si cercava di curarlo, la fondazione la “Esprimi un desiderio” gli ha permesso di realizzare il suo sogno: “Mi piacerebbe incontrare il Papa a Roma”. E il Papa allora era ancora Joseph Ratzinger. Peter è quindi andato a Roma e ha incontrato Benedetto. “Quando gli ho parlato sono rimasto colpito dalla sua umanità. E’ stata per me un’esperienza di umiltà vedere Programmi politici perseguiti con violenza estrema». Così il Gip di Torino motiva la sua ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due attivisti No Tav arrestati nei giorni scorsi perché trovati a bordo di un'auto con un vero e proprio arsenale. Per il giudice, in pratica, il carcere è da ritenersi la misura adeguata per «soggetti che intendono perseguire, anche con la violenza estrema, i loro programmi politici». Nell'ordinanza si spiega che sull'auto c'era materiale esplosivo o utile per «costruire congegni micidiali»: la difesa dei due attivisti avrebbe invece dichiarato che le bottiglie di benzina che avevano nell'auto servivano ad incendiare i pneumatici solo per un'azione di disturbo del traffico in autostrada, mentre le cesoie e tutto il resto erano strumenti che avrebbero usato per manifestare contro il cantiere. Nella Toyota Yaris su cui viaggiavano i due erano stati trovai sei tubi in pvc, 63 bengala, 5 bottiglie di benzina, 2 scatole di diavolina, 5 fionde, 4 cesoie, una matassa di corde, flaconi di maalox (per neutralizzare gli effetti dei lacrimogeni), maschere antigas, 31 chiodi a quattro punte e 6 pneumatici. U quanto era umile”, ha detto il ragazzo a un’agenzia di stampa americana. Benedetto ha ascoltato Peter che gli raccontava del suo cancro e ha ricevuto dal ragazzo una fascia da polso con sopra scritto: “Pregando per Peter”. Poi il Papa ha appoggiato la sua mano destra sul torace, proprio dove avrebbe dovuto essere il tumore. “Non sapeva dove era collocato il tumore, ma ha messo la sua mano proprio lì”, ha detto ancora visibilmente commosso il ragazzo americano. La guarigione dal tumore sarebbe avvenuta proprio a quel punto. A oltre un anno di distanza dall’episodio, Peter è guarito completamente, è al secondo anno di università e spera di diventare sacerdote. I.T. 4 Mercoledì 4 settembre 2013 Cultura La seconda tappa sull’immenso mondo dei giovani di destra dal 1972 al 1996 e del loro impegno sociale e culturale per l’Italia Storie dal Fronte. Della Gioventù Una realtà complessa e variegata, fatta di idee e di valori, ma anche di quotidianità: la sezione era anche luogo di aggregazione di Emma Moriconi la storia di una generazione che è cresciuta nel fuoco degli anni più difficili, è la storia di un mondo, delle sue passioni e delle sue contraddizioni. La realtà virtuale consente di ritrovarsi anche se si è lontanissimi, e di tornare a condividere un ricordo, un episodio: i manifesti scritti a mano, gli striscioni, i cortei, gli appuntamenti davanti alla sezione. I libri di Pound e di Evola, i volantini futuristi, le canzoni. Le musicassette con il nastro che, a furia di ascoltare le canzoni, si arricciava, e bisognava armarsi di matita per riavvolgerlo. Le canzoni delle prime formazioni di musica alternativa, che avrebbero avuto il compito di tramandare le emozioni di quei giorni, inconsapevoli quadri di un’epoca difficile eppure bellis- È Teodoro Buontempo sima, dura eppure appassionante, di sangue e di ardore, di piombo e d’amore. Canzoni che sono fotografie, che immortalano un momento, un’emozione, che raccontano una storia antica eppure moderna, lontana eppure vicina, dolorosa eppure gioiosa. Nel frattempo, alla vasta mole di pubblicazioni, anche cartacee, sul Un volantino scritto a mano tema, si aggiunge “Colle Oppio Vigila – Romanzo militante” di Fabrizio Crivellari: è la storica sezione di Colle Oppio, la più antica del Movimento Sociale e del Fronte della Gioventù, la protagonista delle pagine di questo prodotto editoriale, che lo stesso Crivellari, su un gruppo Amicizie di una vita, persone con le quali si è cresciuti e con cui si è condiviso tutto, nell’età più bella. Ricordi che rimangono stagliati nella memoria, imperturbabili, fissi. Condivisione di vita e di idee, di pensiero e di aspettative. Le mani nello stesso secchio di colla, a darsi il cambio UN “MANIPOLO DI FRATELLI”: MOLTI LO SONO TUTTORA Tra le tante immagini che girano sul web, ce ne sono alcune che ritraggono un giovanissimo Teodoro Buontempo. Era l’uomo del popolo già allora, e guardando quelle immagini sembra di risentire la sua voce appassionata che arringa la folla. Teodoro in testa ai cortei, Teodoro al Campo Hobbit, Teodoro con la stessa luce negli occhi dei tanti giovani sociali e rivoluzionari di quegli anni. NOTE DAL FRONTE Il sogno dell’Europa Un sogno che sembra sia andato ad infrangersi, immolato sull’altare della finanza: era quello di un’Europa unita nelle tradizioni e nelle idee, un solo grande popolo che fosse scudo e spada contro i colossi mondiali. Che preservasse la cultura europea fatta di tante culture che avrebbero potuto e dovuto legarsi, rispettandosi a vicenda. Un’Europa che fosse nazione, che potesse “risorgere sul mondo”. Di seguito il testo: A Praga, a Berlino, a Mosca, a Varsavia, A Buda, a Settino il fuoco brucia già Viva l'Europa libera, viva l'Europa grande, Europa nazione, nazione sarà! I campi Hobbit di facebook, presenta come “un gran casino di passione, attivismo, generosità, disciplina, idee folgoranti, compagni rompicoglioni, pazzi da sezione e veramente un mare di risate”. E ad ottobre sarà disponibile un volume curato da Alessandro Amorese dedicato proprio all’organizzazione giovanile più originale del panorama politico italiano del dopoguerra. “Arrendetevi, siete circondati” recitava una maglietta che indossavano quei giovani dal sorriso un po’ incosciente. Era l’epoca di tangentopoli, e i giovani del Fronte, fieri di appartenere ad una formazione politica incontaminata, la indossavano con orgoglio. Quella bandiera con la fiaccola tricolore era l’emblema della pulizia, della forza, della giustizia, dell’amore. Giovani con lo sguardo ardente dell’età più felice, ragazzi con il fuoco dentro e il futuro davanti agli occhi. Che speravano in un mondo diverso, che si battevano per i propri valori, che ripudiavano gli orrori della guerra e della morte, e della droga, e che cantavano la vita, pur avendo visto la morte da vicino. Responsabilità troppo grandi per spalle così piccole, dolori troppo atroci per cuori così puri, ed oggi delusione troppo amara di fronte a ciò che è stato di quei sogni e di quelle lotte. Ma quegli anni, e quel mondo, non erano solo affissioni e cortei, volantinaggi e scazzottate. C’era anche la partita a biliardino, le poste alle ragazze, la scuola, il cinema. Ragazzi come tanti, con una marcia in più: quella delle idee. E le storie d’amore nate all’ombra dei manifesti futuristi, tra un volantinaggio e un corteo: se ne contano a decine. Oggi quelle persone sono mamme e papà di giovani con principi e ideali, che spesso hanno seguito le orme dei genitori. È la tradizione, quella cosa che lega persone lontane nel tempo e nello spazio e le fa ritrovare. È l’idea che si perpetua e che non muore. A Roma, ad Atene, a Vienna, a Parigi Spezziamo le catene, gridiamo: «Libertà!» Americani a casa, cosacchi nella steppa Europa nazione, nazione sarà! Risorgi Europa, risorgi sul mondo Risorgi più grande, risorgi con noi Nella tua nuova storia c'è scritto già vittoria Europa nazione, nazione sarà! “ RICORDI DAL FRONTE: se hai fatto parte del Fronte della Gioventù e vuoi raccontarci episodi ed aneddoti, mandarci foto ed immagini, scrivi a [email protected] e le pubblicheremo sul nostro quotidiano Sono cento, sono mille, milioni di fiaccole Che si alzano in cielo insieme ad una bandiera I giovani d'Europa uniti in un sol coro: «Europa nazione, nazione sarà!» ” La vita La lotta contro l’aborto è stata una delle più grandi battaglie del Fronte della Gioventù. In questa canzone Massimo Morsello affrontava con accorata disperazione la tematica. Versi che fanno rabbrividire, e che volevano essere un monito a salvaguardia della vita. con il pennello: uno teneva il manifesto, l’altro incollava, e poi viceversa. Notte, paura, adrenalina, volontà, qualche risata per stemperare la tensione. E poi l’ultimo giro, a notte inoltrata, a controllare. E la chiave di casa che girava piano nella toppa, per non farsi sentire, e la mamma che vigilava ancora, un po’ arrabbiata, e che poi sorrideva perché suo figlio, comunque, era tornato a casa. E al mattino presto, quando suonava la sveglia, bisognava andare a scuola, “sennò in sezione i miei non mi ci mandano più”. La scuola, gli amici, i libri, i professori quasi tutti antifascisti. I “compagni” nei corridoi, che erano sempre più numerosi dei “camerati”, e poi fuori, all’uscita. Perché la battaglia non finiva a notte inoltrata, con l’affissione dei manifesti. La battaglia era tutti i giorni. “Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli” canta Gabriele Marconi. “La tua mano stretta forte la tua trappola in discesa il tuo angelo di morte suggerisce la tua resa A guardarti dentro gli occhi sembri un sogno quasi fatto male Ma la mano che ti sveglia questa notte non è mano d’amore e solo un ago che t’entra a stimolarti il dolore … Io ti racconto del mondo che non ho conosciuto della vita che non ho vissuto e delle cose che non ho saputo. Di quelle navi, di quelle storie da marinai di quelle strade e di quei via vai di quei buongiorno e di quei come stai di questo buio senza colore di questi occhi miei. … Questa scelta che ti arma la mano e che ti accende la luce ti fa donna moderna, ti fa donna che piace ma all’angolo della sera, stanotte c’è un gatto sopra il tetto lui ne ha viste di strade e di gente passare sotto e della vita, della morte e del vento lui non si chiede niente guarda il cielo e verso le stelle che si sono spente guarda il mondo e cerca la musica ma non la sente”. Le foibe Sui libri di storia non se ne parlava: gli scolari, che sapevano a memoria le vicende dell’8 settembre e del 25 aprile, nulla sapevano dei tanti italiani infoibati dal maresciallo Tito e dai comunisti jugoslavi. Le foibe sono arrivate sui libri di scuola solo recentemente, ma la musica alternativa, come in molti altri casi, è stata sempre testimone e preservatrice della memoria dei crimini dimenticati. Quello che segue è il testo de “La foiba di San Giuliano” della Compagnia dell’Anello. “L'aria pura ti mordeva il viso, ma la corda ti tagliò il sorriso E poi cadi sempre più giù, e poi cadi sempre più giù! Tito, Tito, maresciallo assassino Quanti fratelli hai infoibato? Quanti innocenti hai assassinato? I tuoi gendarmi hanno massacrato Chi italiano era nato, chi italiano era nato! E dopo tanti anni chi più ti ricorda? Le tue ossa nude spolpate da una melma sorda Fratello, non temere, noi siamo qui, siamo qui a lottare e non per dimenticare I volti di donne massacrate, il filo spinato e la mitragliatrice Hanno spento un fiore, ma subito un altro è sbocciato” 5 Mercoledì 4 settembre 2013 Esteri LA NOTIZIA È STATA SMENTITA DA TEL AVIV CON UNA RETTIFICA CHE PARLAVA DI “ESERCITAZIONE” UNA STRANA STORIA DALL’AUSTRALIA Siria, test missilistico israeliano: Mosca infuriata Canoista ostaggio Gli Stati Uniti hanno partecipato al lancio. Per Obama si tratta di un segnale per “Assad e chiunque di un coccodrillo abbia voglia di usare armi chimiche”. Poi si dice fiducioso sull’interventismo del Congresso di Federico Campoli umenta la tensione sulla questione siriana. Ieri mattina, un’esercitazione congiunta tra Israele e Stati Uniti ha fatto ribollire il sangue a Damasco e a Mosca. I primi ad intercettare il lancio sono stati proprio i russi dalle basi posizionate in Siria. Alcuni missili sono stati lanciati nel Mediterraneo, senza fare danni o vittime. All’inizio, Tel Aviv ha smentito le parole della Siria, che accusava Israele di aver tentato un attacco. Poi arriva la rertifica. Solo un esercitazione. Il Ministero della Difesa israeliano ha dichiarato di aver impiegato dei razzi Ankhor Kahol (lancia blu). Si tratta di missili creati appositamente sulla struttura di quelli iraniani e utilizzati anche come difesa anti-aerea. Ovviamente, non si tratta “soltanto” di addestramento. Lo conferma il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. “Non è l'Iraq, non è l'Afghanistan. Stiamo parlando di un raid limitato, proporzionato, che è un messaggio non solo ad Assad, ma anche ad altri che potrebbero pensare di usare armi chimiche anche in futuro” ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca. Insomma, un vero e proprio messaggio per la Siria, che negli ultimi giorni non ha perso occasione per sbeffeggiare la presa di tempo degli americani. Il test, in ogni caso, è arrivato alla vigilia dell’incontro per il G20, che si terrà giovedì e venerdì a San Pietroburgo. E’ lì che Obama tenterà di tirare a sé più paesi possibile. E’ lì che tenterà di dissuadere la Russia dall’entrare direttamente in guerra contro gli Stati Uniti. Nel frattempo, A S sono ancora attesi i risultati delle analisi da parte delle Nazioni Unite, sull’utilizzo di armi chimiche. Nel frattempo, il presidente francese, François Hollande, ha invitato l’Unione Europea a ritrovarsi in un fronte unito per intervenire nella questione siriana. L’Eliseo ha poi dichiarato che la Francia interverrà solo nel momento in cui il Congresso americano darà il via libera. Il che sembra quasi una diretta sottomissione alle volontà di Washington. Intanto, Obama ha auspicato ad una rapida decisione da parte di Capitol Hill, e spera che l’intervento militare possa avere luogo già a partire dalla prossima settimana. Il Presidente Usa ha inoltre dichiarato che la situazione siriana “rappresenta una grave minaccia per la sicurezza nazionale per gli Stati Uniti e per la regione. Di conseguenza Assad deve essere ritenuto responsabile. Per questo motivo abbiamo in programma audizioni al Congresso a cui chiediamo un voto in tempi rapidi”. Infine ha concluso dicendo: “Sono convinto che dovremmo attaccare, ma credo che saremo piu' forti se agiamo assieme, uniti come nazione”. In ogni caso, nonostante il Congresso si stia prendendo tempo per decidere, Obama si è detto fiducioso sulla scelta interventista. tando a quanto riferito da TgCom un canoista neozelandese sarebbe rimasto ostaggio di un coccodrillo gigante su un'isoletta deserta dell'Australia per oltre due settimane. Ryan Blair, 37 anni era stato lasciato da uno yacht presso la minuscolaGovernor Island, dove si era accampato con una piccola riserva di cibo e acqua. Quando ha deciso di rientrare è stato adocchiato da un coccodrillo dei sei metri. E' stato soccorso da un abitante della zona. Blair voleva esplorare con il suo kayak l'area al largo del paesino di Kalumburu sulla costa nordovest del continente. Ogni volta che cercava di partire, il coc- codrillo compariva e lo costringeva a fuggire a terra e ad allontanarsi dalla riva. Rimasto quasi senza cibo né acqua, ha tenuto acceso un fuoco per chiedere aiuto. Finalmente un residente di Kalumburu, Don MacLeod, ha avvistato la luce, ha raggiunto l'isola con la sua barca e ha tratto in salvo il canoista ormai stremato. "Gli ho offerto una birra fredda, che ha tracannato, e poi ha dormito per tutto il viaggio fino alla terraferma", ha raccontato MacLeod alla radio nazionale Abc. "E' stato molto, molto fortunato. Non sapeva nemmeno che vi fossero coccodrilli nell'area. Molti turisti sono un po' ingenui su queste cose", ha osservato. Italia DA ROMA 6 Mercoledì 4 settembre 2013 Il caso. Depositate le motivazioni della sentenza: si alza un nuovo polverone Peciola (Sel) vuole “liberalizzare” le piazze I giudici: “Stefano Cucchi morì per malnutrizione” Artisti di strada,una delibera che toglie il sonno Non escluso il pestaggio da parte dei Carabinieri che lo arrestarono per droga di Carola Parisi na storia che ha fatto discutere quella di Stefano Cucchi, il geometra arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto una settimana più tardi mentre era ricoverato nell'ospedale Sandro Pertini. Ieri le motivazioni della sentenza pronunciata dalle terza Corte d'Assise di Roma: Stefano morì per la "sindrome da inanizione", cioè per malnutrizione. Secondo i giudici " è l'unica in grado di fornire una spiegazione dell'elemento più appariscente e singolare del caso, e cioè l'impressionante dimagrimento cui è andato incontro Stefano Cucchi nel corso del suo ricovero nell'ospedale Sandro Pertini". Per la morte di Cucchi sono stati condannati sei medici dell'ospedale (uno per falso ideologico), mentre sono stati assolti gli infermieri e gli agenti della polizia penitenziaria. Riguardo alla posizione dei medici che avevano in cura il detenuto, "i fatti descritti nel capo di imputazione - scrive la Corte - non consentono di ravvisare il reato di abbandono U Nella foto, Stefano Cucchi di incapace del quale non ricorre alcuno dei presupposti oggettivi né soggettivi, ma quello di omicidio colposo''. Secondo la Corte "deve escludersi che le condotte descritte per i medici condannati siano volontarie; le stesse si prospettano piuttosto come colpose, e cioè contrassegnate da imperizia, imprudenza, negligenza sia per la omissione per la corretta diagnosi, non avendo i sanitari individuato le patologie da cui era affetto il paziente, in particolare tenuto conto del suo grado di magrezza estrema, sia per avere trascurato di adottare i più elementari presidi terapeutici che non comportavano difficoltà di attuazione e che sarebbero stati idonei ad evitare il decesso". In una parte delle motivazioni, la Corte si sofferma a valutare la posizione dei carabinieri che si occuparono di Cucchi dopo il suo arresto. In proposito scrivono i giudici: "E' legittimo il dubbio che Cucchi, arrestato con gli occhi lividi (perché magro e tossicodipendente) e che lamentava di avere dolore, fosse stato già malmenato dai carabinieri prima ancora del suo arrivo in tribunale. Non è certamente compito della Corte indicare chi dei numerosi carabinieri che quella notte erano entrati in contatto con Cucchi avesse alzato le mani su di lui, e tuttavia sono le stesse dichiarazioni dei carabinieri che non escludono la possibilità di prospettare una ricostruzione dei fatti diversa da quella esternata da Samura Yaya", il supertestimone gambiano che fu tra i primi a dire di aver sentito mentre era nelle celle del tribunale di piazzale Clodio rumori di un pestaggio. Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. di Ugo Cataluddi on contenta di non esser riuscita a porre un argine al commercio abusivo nelle principali piazze della città, l’amministrazione capitolina rischia di dare un ulteriore contributo al degrado del centro storico. Agli ambulanti, da qualche settimana nuovamente al loro posto, si aggiungeranno infatti, qualora dovesse passare la delibera proposta dal Sel Gianluca Peciola, anche i cosiddetti “artisti di strada”. La proposta dell’ex consigliere provinciale andrebbe in sostituzione del provvedimento varato dalla giunta Alemanno che, pur garantendo adeguato spazio alla categoria, ne limitava il raggio d’azione per rispetto del decoro, dei residenti e della quiete pubblica. Con le nuove concessioni invece, gli artisti (veri e presunti) potranno svolgere la propria attività con le mani decisamente più libere. Queste le nuove, eventuali, norme: orari decisamente più lunghi rispetto al passato, fino all’1 di notte nei festivi. Più spazio per le proprie esibizioni, dai precedenti 2 metri quadrati, si passerebbe a 4. Multe che si dimezzano, da un massimo di 500 euro, si passa a un tetto di 250. Infine, l’aspetto più inquietante dell’intera proposta: massima libertà nell’utilizzo di strumenti e amplificatori e possibilità di esibirsi anche vicino a scuole, ospedali e luoghi di culto. Scontata l’ennesima insurrezione di residenti e comitati del centro storico i quali, dopo le pedonalizzazioni, l’abusivi- N smo commerciale e la movida incontrollata ora si apprestano a subire quest’ulteriore smacco dal governo capitolino. Il consigliere del Municipio I, Nathalie Naim, eletta nella lista Marino (quindi non di centro-destra), pone l’accento su un altro punto ambiguo della norma: “viene cancellato il limite massimo di cinque persone che si possono esibire insieme - sottolinea Se passasse questa delibera potrebbero esibirsi anche cinquanta artisti di strada nella stessa piazza, con amplificatori, trombe e percussioni, fino all’1 di notte”. Altro aspetto che la maggioranza farebbe bene a chiarire: in che modo viene certificato che l’uno o più individui che danno sfoggio delle proprie “capacità”, siano effettivamente “artisti”?. Ok, l’arte non è catalogabile né definibile, ma in questo modo chiunque dotato di un minimo di sfrontatezza, può improvvisare “un numero artistico”, nella speranza di racimolare qualche soldo agli impietositi passanti. Significherebbe quindi che il fenomeno potrebbe divenire quanto prima incontrollabile. Aggiunge Dina Nascetti dell'associazione Vivere Trastevere: "È uno scempio. Il precedente regolamento era stato concordato con i cittadini ed era in linea con quello che accade nelle altre città europee. Vogliamo dire al sindaco e alla sua giunta – conclude la Nascetti - che il centro storico è già una bolgia infernale, queste norme possono valere per gli altri quartieri, non per il municipio I”. DENTRO LA CRISI Due rapine per sfamare i figli S Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building enza lavoro e con due figli da mantenere ha rapinato due banche in mezz'ora. Gesti estremi dietro i quali si nasconde il dramma della disperazione di un romano di 56 anni, con 2 figli, incensurato, che si è introdotto nella filiale della Banca Popolare di Novara di via Santa Maria del Buonconsiglio, zona Porta Furba. Qui, spiega una nota dei militari dell'Arma, ha minacciato il vice direttore con una pistola, rivelatasi poi essere un'arma giocattolo sprovvista del tappo rosso, per farsi consegnare il denaro delle casse, senza sapere che in quel momento non c'erano soldi liquidi disponibili. A quel punto è fuggito e 20 minuti più tardi ha fatto irruzione in un'altra banca, la Carim di piazza Re di Roma, e con le stesse modalità, è riuscito a farsi consegnare oltre 2.000 euro in contanti da una cassiera, fuggendo nella metropolitana, linea A, col bottino. Grazie al coordinamento con la Centrale Operativa, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma sono riusciti a individuare il rapinatore e a bloccarlo sulle scale della fermata ''Subaugusta'' della metro A. La refurtiva è stata recuperata e restituita, mentre per il 56enne sono scattate le manette ai polsi con l'accusa di rapina aggravata continuata. L'uomo, in caserma, ha confessato ai Carabinieri anche altre due rapine commesse nei giorni scorsi in altrettante banche di Centocelle e Torpignattara, il tutto a causa del suo stato di indigenza per aver perso il lavoro. UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 7 Mercoledì 4 settembre 2013 Italia DA ROMA E DAL LAZIO Resta l’ombra delle mafie sulle soluzioni scelte per l’emergenza rifiuti Tra infiltrazioni criminali e relazioni… pericolose Interrogazione alla Pisana: “Che fine ha fatto la relazione del prefetto Pecoraro sulla compagine societaria di Ecofer?”. La risposta: “Non ne sappiamo niente” di Robert Vignola hi nasconde la risposta del prefetto Pecoraro sul rischio di infiltrazioni criminali sui rifiuti di Roma? La domanda resta sospesa nell’aria, perché risposte non arrivano. Ma, come si dice, se rispondere è cortesia, domandare resta sempre lecito. Più che mai, poi, quando la richiesta di informazioni ha, come in questo caso, a che fare con la legalità. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace, ha così presentato una interrogazione al presidente della Regione Lazio per chiedere chiarimenti sulla relazione commissionata dal Ministro dell’Ambiente al Prefetto di Roma sulla compagine societaria Ecofer, che gestisce la discarica di Falcognana. “Nei primi giorni di agosto – si legge nell’interrogazione - il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha strombazzato ai quattro venti l’invio della richiesta di un rapporto al Prefetto di Roma, Dott. Pecoraro, riguar- C dante notizie e approfondimenti sulla compagine societaria di Ecofer, società che gestisce la discarica di Falcognana, in merito ad eventuali infiltrazioni criminali”. “Visto il tempo trascorso dalla richiesta avente carattere di urgenza e considerata l’inquietudine che serpeggia nella pubblica opinione – continua l’atto pubblico presentato – Francesco Storace interroga il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zin- garetti, e l’assessore competente per sapere se la Regione è a conoscenza della risposta fornita dal Prefetto al Ministro dell’Ambiente, ovvero per quali motivi la stessa è tenuta segreta e non rivelata nei contenuti; e si chiede, inoltre, di sapere quali iniziative di trasparenza intendano finalmente assumere per garantire il territorio preoccupato dal rischio di una invasione di stampo criminale”. Ebbene, la Regione Lazio ha deciso di rispondere ieri pomeriggio attraverso una nota del suo ufficio stampa, per informare che "Per quanto riguarda l'interrogazione del consigliere Storace al Presidente Zingaretti e all'assessore Civita in merito alla relazione sulla proprietà della società Ecofer, si fa presente che anche la Regione Lazio attende di conoscere l'esito del lavoro affidato dal Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, al Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro”. Come dire: non ne sappiamo niente. Di qui l’ira di Storace. “La nota della Regione sulla mia interrogazione relativa alla relazione del prefetto Pecoraro sulla Ecofer rileva una notizia sconcertante: a un mese dalla richiesta del ministro Orlando la Regione non ha ancora ricevuto la relazione. Delle due, l’una: o il Prefetto l’ha inviata solo al ministro perché contiene elementi preoccupanti, o non è stata ancora messa nera su bianco. Non sappiamo se il ministro Orlando chiederà ad Alfano cosa fa il Prefetto; noi abbiamo elementi in più per essere allarmati…”. REGIONE LAZIO Dirigenti senza merito el mese di agosto, è un insopportabile vezzo, il potere, anche locale, riserva sempre qualche sorpresa. Che, al solito, risulta sgradita ai cittadini. Nel pieno della canicola estiva compaiono sul sito della Regione Lazio una serie di avvisi informativi con in calce la firma dei direttori dell’ente. La notizia è apparsa sul sito www.romapost.it. La Giunta sta cercando diciotto soggetti esterni all’amministrazione da collocare al vertice di altrettante aree regionali. A destare incredulità è che i candidati, anziché essere sottoposti ad una concorrenziale selezione, siano scelti dai direttori regionali in base ai curricula e alla cosiddetta esperienza maturata sul campo. Requisiti sin troppo fragili, che impediscono ai futuri dirigenti di misurarsi sul merito. Bandiera, quella del merito, repentinamente ammainata una volta archiviata la campagna elettorale, ma rilanciata da Francesco Storace che, nell’assordante silenzio generale, ha presentato, sul caso, N Nicola Zingaretti un’interrogazione a Nicola Zingaretti chiedendogli se non vi siano le condizioni per revocare i bandi pubblicati il 23 e il 26 agosto scorsi. La richiesta si è resa necessaria alla luce degli esorbitanti costi, pari ad un milione e seicentomila euro circa, che l’operazione comporterebbe per le casse dell’amministrazione. Il rischio è di sforare i rigidi limiti previsti dalla normativa relativa alla cosiddetta spending rewiew. Sarebbe stato sufficiente reclutare i capo area tra il personale interno alla Regione. Altro mistero che il presidente della Giunta dovrà L'ortica chiarire. Italia DAL CENTRO E DAL NORD 8 Mercoledì 4 settembre 2013 Firenze: il degrado la fa da padrone, ma Renzi pensa alla sua carriera e agli show in tv Tabernacolo delle Fonticine: da simbolo del 1500 a “Signora delle Latrine” E per chi protesta, solo impedimenti: vietato il flash mob dell’associazione Dinamo di Cristina Di Giorgi irenze è una delle città d’arte più belle del mondo. Un mosaico di storia e monumenti che tutti ci invidiano e che, se il nostro fosse un Paese normale, dovrebbe essere protetto e valorizzato al massimo. L’Italia però – è un dato di fatto – non è affatto un paese normale. Siamo infatti nel regno del “politicamente corretto” che, in puro stile “kiengese”, significa che tutto ciò che è immigrazione è una ricchezza e un patrimonio da tutelare. Il sindaco Renzi ha decisamente preso sul serio il pensiero di colei che forse spera diventi una sua collega ministro: non si sta infatti minimamente preoccupando della salvaguardia dell’immenso patrimonio artistico della città che dovrebbe amministrare. E preferisce lasciare in mano ai rom monumenti come il Tabernacolo delle Fonticine, commissionato, nel 1522, a Girolamo e Giovanni Della Robbia da una delle più importanti brigate rionali dell’epoca. E oggi ridotto a “fontana pubblica” da extracomunitari che lo usano per le loro necessità di igiene personale e per lavare indumenti e animali. Quella che dovrebbe essere una delle più belle fontane di Firenze, in pu- F rissimo marmo bianco, è ora diventata un giallognolo e maleodorante catino, pieno di peli di cane, sporcizia e schiuma di ignota origine. Ma guai a protestare contro questo pessimo declino! L’associazione Progetto Firenze Dinamo ci ha provato, organizzando un flash mob intitolato “Firenze non è un WC”. L’idea era quella di fare una serie di fotografie, con accappatoio e cartello di protesta, da inviare ai giornali e al sindaco. “Volevamo anche realizzare un collage in manifesto da proporre ai commercianti della zona per esporlo in vetrina – dichiarano i responsabili di Progetto Dinamo – e montare un video spot di denuncia. La cosa sarebbe dovuta durare poco, giusto il tempo di qualche scatto”. Sarebbe dovuta, perché la questura ha negato l’autorizzazione alla “pericolosa adunata sediziosa” per non meglio precisati motivi di ordine pubblico. Peccato che l’associazione non sia politicamente schierata e, come si legge nella pagina di presentazione del sito internet www.progettofirenze.com, abbia il solo scopo di occuparsi della città, perché “non passi in un sol colpo da culla del Rinascimento ad anonima cittadina di una nazione morente”. Lo sdegno e la rabbia degli organizzatori sono alti. “La Democrazia è stata sospesa – concludono - e le forme di dissenso sociale o contesta- zione di tipo pacifico sono proibite. I cittadini non sono liberi di esprimersi in merito alla situazione di assoluto degrado a cui ormai è ridotta una delle città più belle del mondo”. Con buona pace della millenaria cultura e tradizione artistica che, forse, il sindaco Renzi ritiene molto meno importanti delle sue personali apparizioni televisive e politiche. Emilia Romagna – Il Ministro però rassicura Aviaria, colpito un operatore Sospetti anche su un altro caso di Barbara Fruch aviaria ritorna a far parlare di sé. L'Istituto Superiore di Sanità “ha registrato la positività per il virus dell’influenza aviaria H7N7 in una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti agli allevamenti presenti nella Regione Emilia Romagna”. Si tratta di un addetto alla raccolta di uova e pollina dell’allevamento di Mordano, nel bolognese, uno dei quattro con focolai accertati di malattia degli animali. L’uomo è stato a contatto con volatili malati o morti, unico modo in cui si trasmette il virus. Ma non sarebbe un episodio isolato. Forti sospetti ci sono anche su un secondo caso di contagio umano. “Il virus H7N7 - precisa il Ministero nella sua nota - non viene facilmente trasmesso all’uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l’animale malato o morto”. A differenza di altri virus di aviaria, “H7N7 tende a dare nell’uomo una patologia di lieve entità, come già osservato in un focolaio umano verificatosi anni fa in Olanda. Essendo rara la trasmissione da persona a persona, i focolai umani tendono ad autolimi- L’ tarsi, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante. Abbiamo un caso confermato e uno sospetto, di cui attendiamo risultati degli esami di laboratorio”. È Tiziano Carradori, direttore generale dell’assessorato alla sanità della Regione Emilia-Romagna, che conferma l’ipotesi di un secondo caso di positività per l’uomo al virus H7N7. Si tratta di un addetto al trasporto di uova, anche lui un operaio impegnato nell’allevamento di Mordano. Si tratterebbe, anche in questo caso, solo di congiuntivite. Mentre stanno proseguendo le operazioni di abbattimento dei volatili negli allevamenti focolaio, Regione e Ministero hanno adottato tutte le procedure necessarie per porre sotto controllo l’infezione. “Complessivamente il personale esposto per motivi professionali al rischio di contrarre il virus (e sottoposto a controllo) è di circa 110 unità – spiegano – tra dipendenti degli allevamenti e operatori attivati per le operazioni di abbattimento. Di questi, 61 lavoratori, tra Ferrara e Mordano, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria attiva (cioè a monitoraggio e controllo quotidiano), in quanto esposti prima dell'individuazione del focolaio”. ALTO ADIGE – LE POLEMICHE PERÒ NON SI FERMANO GIALLO NEL BRESCIANO – LA RAGAZZA BRASILIANA TROVATA MORTA L’autopsia:“Marilia era incinta” Biancofiore contro Delrio:“Lo Statuto prevede l’obbligo di bilinguismo” Fermato il datore di lavoro La giovane è stata strangolata a mani nude in ufficio è un fermo per l'omicidio di Marilia Rodrigues Martins, la brasiliana uccisa a Gambara, un piccolo centro del Bresciano. L'uomo, accusato di omicidio aggravato, è Claudio Grigoletto, il datore di lavoro della donna, interrogato a lungo dai carabinieri nel corso della notte. “Claudio Grigoletto è stato fermato, ma non ha confessato”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Brescia Giuseppe Spina. L'uomo aveva raccontato di aver visto la giovane 29enne, che era incinta, per l'ultima volta giovedì scorso. Secondo il suo racconto, quel pomeriggio, alle 18, Grigoletto avrebbe mandato un messaggio alla ragazza per chiedere come andava il lavoro. Lei avrebbe risposto: “Tutto tranquillo”. Stamattina, davanti al gip di Brescia Francesco Nappo, si terrà l'udienza di convalida per l'arresto di Grigoletto. L'impiegata brasiliana è stata trovata morta venerdì scorso nell'azienda in cui lavorava, la ‘Alpi aviation do Brasil’ che vendeva ultraleggeri a Gambara. L'autopsia ha evidenziato che la ragazza era incinta, e C’ Oggi l’incontro tra il sottosegretario di Stato e il Ministro degli affari regionali per discutere sulla spinosa questione vrà letto l’articolo apparso ieri sul nostro quotidiano Micaela Biancofiore, deputata del Pdl nonché sottosegretario di stato alla pubblica amministrazione e alla semplificazione. Già, perché in queste settimane nessuno ha mai parlato e soprattutto si è mai schierato in difesa della lingua italiana, dopo l’intesa (tenuta nei fatti segreta per giorni) siglata dal ministro agli Affari regionali Graziano Delrio e dal governatore altoatesino Luis Durnwalder che prevede la cancellazione di ben 135 toponimi italiani, che verranno riportati solo in lingua tedesca. Ora in difesa della cultura e della lingua del Bel Paese arriva la Biancofiore. “Quella del ministro degli Affari regionale Graziano Delrio con Luis Durnwalder sui toponimi in tedesco in Alto Adige non è un’intesa ma un pezzo di carta da rendere operativo con una norma attuativa. E domani (oggi, ndr) incontrerò Delrio per fare il punto della situazione su una vicenda che, per responsabilità della società alpinistica di lingua tedesca, sa di vilipendio della Repubblica A che non è morta per via dei colpi ricevuti alla testa nell'ufficio in cui qualche notte dormiva (dal momento che non aveva una residenza fissa). Sarebbe stata invece strangolata a mani nude, a giudicare dai profondi segni sul collo. L'assassino ha inscenato poi un incidente o un tentato suicidio, manomettendo il tubo che collegava la piccola caldaia che ha sprigionato metano. L'odore è stato sentito, venerdì sera, dal padrone dello stabile che ha trovata la giovane in una posizione difficilmente compatibile con una caduta, così come lo erano le ferite che aveva alla nuca che hanno subito destato sospetti. La morte della brasiliana, ha spiegato il procuratore Fabio Salamone in una conferenza stampa, risalirebbe a giovedì sera. E dalle cellule telefoniche, risulta che Grigoletto, l'uomo fermato, si trovava a Gambara quel giorno. “Aveva la necessità di eliminare il problema rappresentato dal fatto di essere il padre del bambino che la brasiliana aspettava”, ha detto il procuratore a proposito di Grigoletto. Il procuratore ha aggiunto che “la donna è stata strangolata ma potrebbe essere stato il gas a fiC.P. nirla”. – spiega la deputata del Pdl all'Adnkronos – Il punto di partenza deve essere che la lingua della Repubblica è l’italiano e su questo non si transige. E lo Micaela Biancofiore stesso Statuto dell’Alto Adige all'art.8 prevede che i toponimi siano in due lingue”. Una ‘guerra’, quella dei nomi, Roma, via Giovanni Paisiello n.40 che va avanti da molto tempo. Tel. 06 85357599 - 06 84082003 “Però – prosegue – quello che Fax 06 85357556 va precisato è che il preteso email: [email protected] accordo non è finalizzato a avallare quanto fatto unilateDirettore responsabile ralmente dall’Alpenverein (il Francesco Storace club alpino in lingua germanica Società editrice e ladina dell’Alto Adige, ndr) Amici del Giornale d’Italia bensì, al contrario, è volto a riSito web pristinare la situazione precewww.ilgiornaleditalia.org dente al loro atto di forza che qualche anno fa ha cancellato Per la pubblicità su centinaia di nomi scritti in itaIl Giornale d’Italia liano. Un atto che per me è virivolgersi al Responsabile Marketing lipendio della Repubblica. Per Daniele Belli, quanto mi riguarda, ho prepatel. 335 6466624 - 06 37517187 rato oltre mille cartelli per rimail: [email protected] portare l’italiano là dove deve B.F. stare...”. 9 Mercoledì 4 settembre 2013 Altri 95 siriani sono stati soccorsi in mare dalla nostra Guardia Costiera Immigrati, nuovi sbarchi a Siracusa Anche sulle coste di Roccella Jonica, in Calabria, sono arrivati 32 profughi pachistani A Pozzallo alcuni stranieri minorenni hanno lanciato sassi contro le forze dell’ordine na possibilità che si sta realizzando. Se prima il rischio di far fronte a sbarchi senza sosta, vista la profonda crisi siriana, era solo una malaugurata ipotesi, ora è realtà. Le carrette del mare continuano ad arrivare a Siracusa. In nottata, sono stati 95 i profughi di nazionalità siriana, soccorsi in mare dalla Guardia Costiera e fatti sbarcare nel porto del capoluogo siciliano. Il barcone era stato avvistato nel pomeriggio da un velivolo Atr-42 della Guardia Costiera, che era in volo sulla zona, quando si trovava a 140 miglia a sud-est di Siracusa. Sul posto sono state dirottate alcune navi mercantili battenti bandiera estera e in serata è poi intervenuto un pattugliatore rumeno dell'agenzia europea Frontex. Giunto al confine delle acque territoriali italiane, vi è stata l'operazione di trasbordo dei profughi su due motovedette inviate dalle Capitanerie di porto di Siracusa e di Catania e intorno alle due di ieri notte sono arrivati in porto. Nuovi sbarchi anche sulle coste calabresi. All'alba sono infatti arrivati nel porto di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, 32 profughi di origine pachistana, che erano stati soccorsi in mare attorno all'una e mezzo di ieri notte. Dopo essere stati intercettati da un velivolo Atr-42 della U Guardia Costiera - che in precedenza era già intervenuto per segnalare la presenza in alto mare di un barcone con 95 profughi siriani, poi fatti sbarcare a Siracusa - una motovedetta ha preso a bordo i migranti, per condurli al porto calabrese di Roccella Jonica, dove sono giunti alle cinque di mattina. E, intanto, il premier Enrico Letta si aspetta che “i venti di crisi che vengono dal Medio Oriente e dalla Siria, oltre alla instabile situazione in Egitto e in Libia, portino a una recrudescenza del problema migratorio”. Parole che arrivano dopo che il problema grava sulle coste siciliane e calabresi ormai da mesi. Pozzallo. Fortunatamente non è successo nulla di grave, ma la paura è stata molta. Sabato sera (ma la notizia è trapelata solo ieri), un gruppo di minori hanno ritardato l´ingresso al centro di prima accoglienza e hanno minacciato le forze dell´ordine con alcuni sassi. Il motivo sarebbe l´esasperata permanenza dentro il Centro di SICILIA – IL GENERALE FU UCCISO IL 3 SETTEMBRE 1982 Dalla Chiesa: “Sgradito ai piani alti della politica” Ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla”. Così amava definirsi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso barbaramente dalla Mafia il 3 settembre del 1982. Erano le 21 e 15. Alcune raffiche di Kalashnikov AK47 raggiunsero il Prefetto e la moglie nell’A112 bianca. Anche il vicesegretario nazionale de La Destra e presidente dell’Antimafia all’Ars, Nello Musumeci, ha voluto rendere omaggio al Generale nel 31esimo anniversario della sua scomparsa: “E’ stato un grande carabiniere, maestro per i giovani ufficiali cresciuti “ accanto a lui, e un indomito servitore dello Stato. Contro il terrorismo, contro una criminalità organizzata ancora poco conosciuta, a favore di una idea della legalità – ha aggiunto - per difendere la quale è sempre stato pronto al sacrificio. Un carattere forte, il suo. Capace di gesti eclatanti e diretto nel dire verità scomode, sapendo che le sue parole non sarebbero state gradite ai piani alti della politica”. Poi, le similitudini con il magistrato Chinnici: “Forse, 31 anni dopo, possiamo dire che vi è un legame tra Dalla Chiesa e Chinnici – ha osservato Musumeci loro sono stati capi scuola, maestri di allievi vigorosi, molti dei quali hanno avuto la loro stessa sorte, mentre altri hanno proseguito a lottare in nome loro”. G.S. SALERNO – FALSO POVERO SMASCHERATO DALLA FINANZA Nullatenente, ha concesso prestiti per 6 milioni di euro isultava senza reddito ma è stato in grado di concedere ‘in prestito’ ben 6,4 milioni di euro. Il falso povero è stato smascherato e denunciato dalla Guardia di finanza di Salerno. L’uomo aveva messo in piedi una vera e propria attività bancaria e finanziaria abusiva nel Salernitano, e concesso prestiti, per oltre sei milioni di euro, a imprenditori e privati: i finanzieri hanno ricostruito gli ingenti movimenti di denaro dell’uomo, realizzati attraverso dall’emissione di 424 assegni nel triennio 2004-2006. Le indagini hanno mostrato che il falso povero ha nascosto un reddito da 9 milioni, costituiti in buona misura da quanto R ricavava dall’esercizio abusivo dell’attività bancaria e finanziaria e, per 2,6 milioni, da illecite movimentazioni del capitale prestato quali incasso di dividendi, vendite di azioni, ricavo da incasso di effetti, rimborso titoli e cedole scadute. L’uomo aveva infatti ideato e strutturato una vera e propria attività abusiva, parallela ai canali autorizzati, per credere crediti a soggetti privati ed imprenditoriali residenti o comunque operanti nel basso Cilento. L’uomo è stato denunciato alla procura di Vallo della Lucania per i reati di infedele e omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. Proposto anche un sequestro per 2,7 milioni. C.B. accoglienza, dopo due mesi di promesse di trasferimento presso altra sede. Ci sono stati momenti di forte agitazione, con alcuni testimoni che, transitando con la propria automobile per il lungomare Medaglie d´Oro di Lunga Navigazione, hanno temuto il peggio. Solo l´intervento dei carabinieri e dei poliziotti ha riportato il tutto alla calma. I gravi fatti si sono registrati attorno alle 21. Più di un´ora in balia degli immigrati, alcuni dei quali si sono nascosti all´interno dell´area portuale, trovati dai poliziotti solo dopo diversi giri di ricognizione. Carola Parisi Italia DAL SUD NAPOLI – ASSENTEISTI AL COMUNE Undicenne impegnato a timbrare i badge n bambino di soli 11 anni ‘utilizzato’ da alcuni impiegati del Comune di Napoli per timbrare i badge. Non lascia dubbi il video ripreso nell’atrio del servizio fognatura del comune di Napoli, dove si vede chiaramente che il piccolo è a disagio, non vuole prestarsi, prova anche a fare resistenza, ma una persona adulta (presumibilmente il padre o lo zio) al suo fianco lo invita ‘a giocare’ con la tessera magnetica. Gli dice di avvicinare il badge alla macchinetta, di aspettare il suono, che così il gioco è fatto. Immagini mute, quelle che si vedono su ‘Il Mattino tv’, che non lasciano però molti dubbi: l’undicenne è lì in un ufficio comunale, a timbrare il cartellino per conto di qualcuno che in quell’ufficio ci lavora. Fotogrammi scelti tra i tanti, nel corso di un’inchiesta che vede coinvolti decine di impiegati del Comune di Napoli, quando spunta la sagoma di un bambino. È una giornata qualsiasi di luglio, prima che arrivassero gli arresti in flagranza disposti dalla Procura. Grazie al film di una U telecamera nascosta, si vedono tutti i trucchi usati per timbrare il cartellino e smarcare colleghi o amici lontano dal posto di lavoro. In tanti si sono difesi e hanno chiarito che al lavoro ci andavano anche se con qualche minuto di ritardo, facendosi precedere da qualche collega più solerte. Le indagini sono in corso, per risalire all'identità dei numerosi impiegati che si sono organizzati per sfruttare l’occasione, in quella che è una vera e propria truffa ai danni dell’Amministrazione Comunale. A coordinare l’inchiesta il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Giancarlo Novelli, che da oltre un mese sono occupati sul caso. Ma quello del bambino non è il solo video incriminato. In un altro si vede un impiegato che estrae dalle tasche quattro o cinque cartellini e li timbra uno dopo l’altro. Il tutto porterebbe ad una truffa in grande stile, nella quale sarebbero coinvolte diverse persone, almeno una quindicina, con verifiche a carico di altre venticinque. Carlotta Bravo 10 Mercoledì 4 settembre 2013 Sport Il rush finale ha regalato solo illusioni e delusioni. L’unico colpo eccezionale è stato messo a segno dal Milan Chiuso il calciomercato all’insegna del risparmio Eccezion fatta per il ritorno di Kakà, quasi tutte le grandi restano a bocca asciutta – Delusione Lazio di Federico Colosimo llusioni e delusioni. Si è chiuso così il calciomercato estivo. Senza fuochi d’artificio e senza botti. E con le urla di tanti tifosi strozzate in gola. Il rush finale ha portato un solo colpo. Eccezionale, per tutti gli appassionati. Quello di Ricardo Kakà al Milan. Uno di quei giocatori, il brasiliano, apprezzati da qualsivoglia supporter mondiale. Un fantasista che ha lasciato ricordi indelebili sul campo, sì, ma che ha fatto parlare di sé anche per le sue gesta al di fuori. Un golden boy, insomma. Mai sopra le righe. Un professionista a tutti gli effetti. Il colpaccio messo a segno dai rossoneri è emblematico. E dimostra, ancora una volta, che quando Berlusconi e Galliani vogliono un giocatore, lo acquistano. L’ingaggio di Balotelli ne è stata la dimostrazione più lampante. Il Diavolo, da tre anni a questa parte, ha iniziato il suo processo di ringiovanimento all’insegna anche del risparmio. La missione, dopo 36 mesi, può considerarsi quasi compiuta. Il Milan gode sempre di quell’appeal che poche squadre al mondo possono vantare. E’ considerata una grande famiglia e i top player pur di approdare a Milanello sono di- I Yilmaz sposti anche a dimezzarsi l’ingaggio. Nel giorno del ritorno di Kakà, l’ultima giornata della campagna trasferimenti sembrava - alla vigilia – dover essere una sorta di deja vu del recente passato. Con colpi roboanti e trasferimenti boom. E invece … Niente di tutto questo. La delusione più grande? Firmata Lazio. Lotito e Tare, presidente e direttore sportivo dei biancocelesti, come in ogni sessione di mercato, nell’ultimo momento disponibile, hanno mancato le attese. Il bomber tanto atteso, il partner di Klose, dopo mesi di estenuanti trattative, alla fine non è arrivato. Già, proprio così. Yilmaz è rimasto al Galatasaray. Un film già visto, che ha rievocato la mente allo scorso Kakà, dal Real Madrid al Milan gennaio. Quando a pochi minuti dal gong finale, l’acquisto di Felipe Anderson (poi arrivato a luglio) sembrava cosa fatta. E invece saltò tutto, “per questioni burocratiche”, la scusante. Il problema, però, è sempre lo stesso. Il numero uno dei biancocelesti, vero e proprio showman, come sempre, ha intavolato negoziazioni infinite. Che in molti casi durano anni e che portano allo stremo. A volte si concludono con esito positivo e altre, come quando hai di fronte club (ricchi) tipo il Galatasaray, con un nulla di fatto. La Lazio ha poi provato ad ingaggiare Matavz del Psv Eindhoven, ma era troppo tardi. Insoddisfatte anche Juventus, Roma (parzialmente) e Genoa. Che nonostante abbiano tentato fino all’ultimo secondo disponibile di mettere in canna un super giro di attaccanti che avrebbe visto Gilardino alla Juventus, Quagliarella alla Roma e Borriello al Genoa, alla fine hanno dovuto alzare bandiera bianca in segno di resa. Per quanto se ne è detto, la colpa non è stata di Antonio Conte. Il quale è stato accusato di aver messo il veto sulla cessione di Quagliarella. Ma dell’alto ingaggio percepito nella Capitale da Borriello. Il centravanti napoletano, infatti, non si è detto disposto a ridursi lo stipendio. Scaduto il tempo, fine dei giochi. Almeno fino a gennaio. La Roma americana, però, è riuscita a chiudere la sessione di mercato con i conti in attivo e la consapevolezza di aver regalato al Cercateci e ci troverete ovunque. All’indirizzo www.ilgiornaleditalia.org , con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/ilgiornaleditalia.portale. Siamo anche abili cinguettatori, su Twitter, @Giornaleditalia. Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d’Italia. Se volete scriverci, potete farlo all’indirizzo e-mail: [email protected] Borriello nuovo arrivo Garcia una squadra più che competitiva. E’ mancato l’ultimo guizzo, insomma, ma il grosso era stato fatto. Amaro in bocca per la Vecchia Signora. Il centrocampista tanto richiesto da mister Conte alla fine non è arrivato. Nainggolan è rimasto al Cagliari. Come da pronostico, dunque. Cellino lo aveva detto: “i big restano”. Promessa mantenuta. In tutta questa rocambolesca storia, a guadagnarci è stato comunque il Grifone. Che ha rinunciato sì a Borriello, ma che ha mantenuto in rosa un fuoriclasse del calibro di Gilardino e che, inoltre, ha sfruttato i buoni rapporti con la Lazio. Alle 22:59 (nell’ultimo minuto disponibile), il direttore sportivo Delli Carri ha depositato il contratto di Bizzarri. Portiere esperto, affidabile e che ricoprirà il ruolo di numero uno oltre a fare da chioccia al giovane Perin. Messo alla gogna e finito sul banco degli imputati per la pessima prestazione fornita domenica scorsa contro la Fiorentina. Resta a guardare, da appassionata non interessata, l’Inter. Convincente, senz’altro, nelle prime due giornate di campionato. Ma a cui mancava sicuramente qualcosa. E che invece, visto il momento di crisi, ha dovuto rinunciare al sogno chiamato Eto’o. Il Napoli ha respinto sul nascere l’ipotesi avanzata dal Milan per lo scambio di prestiti Cannavaro-Zaccardo. De Laurentiis ha messo il veto sulla cessione del capitano dei partenopei che, però, certamente con Benitez non può considerarsi un titolare inamovibile. Il Parma, dopo l’acquisto di Gargano, ha ingaggiato dall’Inter anche Obi. Ma si è dovuta arrendere, in serata, per Maxi Lopez. Il centravanti argentino è rimasto infatti a Catania e Okaka in Emilia. Nessun botto finale neanche per la Fiorentina. Abilissima in questi due mesi di mercato, ma che ha deciso di rinunciare a Julio Cesar e al vice Pizzarro. Cinema 11 Mercoledì 4 settembre 2013 Pochi applausi per il film “Under the skin” del regista inglese Jonathan Glazer, presentato ieri alla Mostra del Cinema Venezia 70: la carica delle star di Francesca Ceccarelli ochi applausi e qualche fischio. Non proprio un successo per la bionda Scarlett Johansson, protagonista del film "Under the Skin" di Jonathan Glazer, presentata ieri al Festival del Cinema di Venezia. Un film atteso, in cui la diva P gare la metafora della vita. Da questo principio nasce "Il Terzo Tempo". La storia è quella di un ragazzo sbandato e in semilibertà che un assistente sociale cerca di convertire alla causa del rugby, coinvolgendolo nella propria squadra. Ma sarà difficile per il giovane stare lontano dai guai, anche Nella foto, Scarlett Jones americana veste i panni di un'aliena cacciatrice di esseri umani. Un 'road movie' contrassegnato da pochissimi dialoghi e da una narrazione algida. Un film freddo e recitato con distacco quasi vacuo dalla Johansson che fallisce nel tentativo di affiancare una veste fantascientifica al genere thriller. L'aliena Scarlett si incarna in una donna e attraversa la Scozia uccidendo uomini e osservando senza troppo interesse la vita degli umani. Quasi due ore di pellicola (abbastanza noiose) destinate a essere ricordate solo per le scene di nudo della bellissima Johansson. Che Jonathan Glazer- già due film all’attivo e numerosi videoclip e spot pubblicitarisappia fare il suo mestiere è fuori discussione. Ma la pellicola finisce per essere un involucro vuoto, esteticamente affascinante ma buio al suo interno, un po’ come l’interpretazione della splendida Johansson. a causa della bella figlia dell’allenatore/assistente. Scritto dallo stesso Artale con Francesco Cenni, Luca Giordano e Alessandro Guida, il film è un dramma leggero. Artale infatti non usa il rugby solo come spunto narrativo, ma lo rende vero e proprio protagonista del film. Non tralascia nulla: le sue leggi e regole, ma soprattutto i valori. L'importante è partecipare, nella vita come nel gioco. Questo lo spirito del "terzo tempo" nel rugby, un momento in cui le due squadre e tifosi si incontrano per festeggiare a prescindere dal risultato. Da apprezzare lo sforzo alla regia e la scelta del tema, ma poco convincente lo sviluppo della storia che inciampa tra prevedibilità e scontatezza. saga di Harry Potter si ormai terminata, i fan non accettano l’abbandono, ancora più traumatico visto che Radcliffe ha scelto una serie di film che poco o niente hanno a che fare con la figura del piccolo mago partorito dalla creatività di J.K. Rowling. Stessa decisione presa anche dalla ex collega Emma Watson. Ora a Venezia l’attore presenta un film in cui interpreta il giovane Allen Ginsberg. La pellicola è di un regista esordiente, John Krokidas, ed ha per titolo “Kill your darlings – Giovani ribelli”. Dopo aver ringraziato più volte pubblicamente tutti i fan accorsi per incontrarlo, Radcliffe ha parlato di questo ruolo per nulla facile:”Il mio grande idolo è Keats, lì sarebbe stato difficile. Ma di Ginsberg mi è piaciuta l'idea di poterlo studiare profondamente. E mi ha tranquillizzato il fatto che lo raccontiamo quando non è ancora il grande genio che tutti conosciamo, ma quando è un ragazzo divorato dal desiderio di capire chi è, qual è la sua identità, vuole mettere alla prova se stesso e capire se i luoghi che ha sempre sognato, New York, il Greenwich Village, la Columbia University, non solo vanno bene per lui ma se riesce a farne parte e addirittura a cambiarli". “Uccidi i tuoi cari”, questa la traduzione letterale del titolo, ribattezzato in Italia nel più noto “Giovani Ribelli”. E proprio questo adattamento sembra calzare a pennello con il fulcro del film: la rivoluzione estrema che accese gli animi di coloro che sarebbero diventati i pilastri della beat generation come Daniel Radcliff (a destra) in una scena del film La locandina del film Il Terzo Tempo- Nella patria del pallone fa irruzione dal grande schermo un nuovo sport "cinematografico": il rugby. Dato il crescente appeal che sta conquistando l'Italia, il regista Enrico Maria Artale, (proveniente dal cortometraggio ed esordiente nel lungo grazie al Centro Sperimentale e ad Aurelio De Laurentiis), tenta di usare questa disciplina per spie- “Kill your darlings”, giovani ribelli in cerca di rivincita Un’opera prima per raccontare la vita del geniale scrittore Keats, in uscita il 19 settembre. Altro che Clooney, il Festival del Cinema di Venezia edizione 2013 è impazzita per l’ex maghetto Daniel Radcliff. Momenti di vero panico e urla sul red carpet attraversato anche quest’anno da star di livello internazionale come George Clooney, Nicolas Cage, Sandra Bullock e James Franco. Eppure il tripudio per Daniel Radcliffe è stato unico. Un assedio di teenagers, che hanno inseguito il giovane attore inglese in ogni angolo della laguna. Nonostante la Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac. Il regista, John Krokidas, è alla sua opera prima e forse questo potrebbe giustificare la mancata opera di convincimento che nel film decisamente non c’è. Pur non essendo una noiosa biografia cinematografica, la sceneggiatura appare piatta e lineare, fin troppo. I personaggi di Krokidas non hanno spessore e non lasciano spazio a riflessioni: tutti sono esattamente come vengono presentati. Pur nell’imperfezione ci sono comunque aspetti che catturano lo spettatore, come le scelte sonore e visive e la costruzione dei personaggi che, ognuno a proprio modo, accompagna i prota- gonisti lungo lo svolgimento del film. Esame passato per il maghetto, insomma: può abbandonare cappello e bacchetta. Hayao Miyazaki L’addio inaspettato di Hayao Miyazaki Un silenzio inusuale in sala stampa: il Maestro giapponese ha scelto la settantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia per annunciare il suo addio alle scene. Hayao Miyazaki, fondatore dello Studio Ghibli insieme al collega Isao Takahata, ha annunciato che The Wind Rises (Kaze Tachinu) segnerà il suo ritiro. Ben quarant’anni di onorata carriera che hanno causato costernazione tra gli appassionati e tra tutti coloro che sono stati colpiti almeno una volta nella vita dal suggestivo e delicato universo artistico creato dalle pellicole del giapponese. Miyazaki, Leone d'oro alla carriera nel 2005, ha voluto portare la sua opera finale proprio a Venezia per il profondo rapporto che lo lega all'Italia (la conferenza stampa vera e propria avverrà tra una settimana in patria): forse sarebbe il caso che il Belpaese ricambiasse. “The wind rises”, l’ultima opera del maestro Miyazaki Capolavoro assoluto della settantesima edizione del Festival del Cinema di Venezia:” The Wind Rises di Hayao Miyazaki, genio assoluto del genere anime. Il film è tratto da un omonimo racconto scritto da Tatsuo Hori. “Hori aveva scelto una frase da una poesia di Paul Valéry, -Le vent se lève, il faut tenter de vivre-, e l’aveva tradotta in giapponese: Kaze tachinu, izaikimeyamo (Si alza il vento. Dobbiamo provare a vivere). Il nostro film mette insieme Jiro Horikoshi e lo scrittore Tatsuo Hori, due persone reali vissute nello stesso periodo, facendone un solo individuo, “Jiro”, il nostro protagonista. – spiega il registaE’un’opera inusuale di assoluta finzione che descrive la gioventù giapponese degli anni ’30. La nascita dell’aereo da combattimento ‘Zero’, e l’incontro e la separazione del giovane ingegnere Jiro e della bella e sfortunata Nahoko. Questa è la nostra storia.” Città, paesi e prati sconfinati. Un film nonostante tutto molto pratico. I personaggi volano solo nei sogni: lavoro e famiglia il loro legame con la realtà. C’è tutto l’essere umano nella propria completezza: uomini e donne, che sognano, si trovano per caso, si perdono, si innamorano, si baciano e fanno l’amore. L’uomo che cade e poi si rialza, sempre. Metafora di un paese come il Giappone, nel corso della sua storia più volte ridotto ai minimi termini, ma che ha sempre trovato la forza di reagire. Miyazaki, è riuscito a raccontare le migliaia di storie anonime che vedono protagoniste le persone che, giorno dopo giorno, cercano di sopravvivere e conquistare i propri obiettivi. Quella che il regista racconta è la storia di Jiro, un uomo che sogna di progettare aeroplani. Giorno dopo giorno ecco che dunque lotta per raggiungere il proprio obiettivo senza pensare agli incidenti di percorso. Si tratta di un uomo stanco, che all’alba di una nuova sconfitta ha paura di non avere più le forze necessarie per ricominciare di nuovo. Per lui sembra essere arrivato il momento di un riepilogo. Di tirare le somme come davanti a un testamento emotivo. Miyazaki riesce ancora una volta con grande maestria a mettere a nudo l’animo umano in maniera esemplare. Il fatto che usi il genere anime per raccontare fa del regista giapponese un autentico maestro che il cinema rimpiangerà sicuramente. la vita, senza che scenda mai dall’auto. Hardy è l’ unico interprete sullo schermo: interpretato dal magistrale Tom Hardy , l’ uomo che si è dato molto da fare per crearsi una vita soddisfacente. Ma in poche ore il suo castello crolla. L’attore ride, piange, parla con gli occhi, pronuncia dolorosi monologhi rivolti al padre e il pubblico vive in prima persona questo tsunami di emozioni intense. Questa la storia. Alla vigilia della più grande sfida della sua carriera, Ivan riceve una telefonata che mette in moto una serie di eventi che faranno a pezzi la sua famiglia, il suo lavoro e la sua anima. Tutto inizia con un paio di telefonate: il cellulare di Locke non smetterà poi più di squillare fino alla fine del film, mentre gli eventi si evolvono e s’intersecano mandando il protagonista in un baratro. Locke se n’è andato prima dal lavoro questa notte, perché ha una lista di cose che deve fare. Ci sono la moglie Katrina e i due figli, che guardano la partita ed aspettano il padre per cena (con tanto di salsicce e birra). C’è Bethan, donna con cui il protagonista ha passato una notte di sesso qualche mese prima. Infine ci sono i datori e colleghi di lavoro, tra cui il “bastardo” Gareth. Il giorno successivo Locke dovrebbe essere al lavoro per seguire l’organizzazione di una colata storica (addirittura a livello europeo) di calcestruzzo. Lo stesso calcestruzzo che finirà nelle fondamenta della sua nuova casa. Le diverse telefonate e Il protagonista di “Locke”, Tom Hardy La sorpresa in sala “Locke” stupisce tutti Unità di spazio e di tempo racchiusa da una macchina da presa. “Locke” si rivela una vera sorpresa sia per la critica che per il pubblico. Un thriller tutto ambientato dentro una macchina per 85 minuti: l’opera seconda di Steven Knight stupisce. E’ stato definito un “dramma da camera”, poiché in meno di un’ora e mezza il personaggio riesce a tenere la tensione cinematografica. Si tratta della storia di Ivan Locke che, mentre guida da Birmingham verso Londra, vive problematiche e dolori in una notte che gli cambierà i rapporti con Bethan e la moglie lo costringeranno a dover prendere delle decisioni difficili che avranno ripercussioni pesanti anche sul suo lavoro. Ad accompagnare la storia la musica avvolgente di Dickon Hinchliffe. Il set usato da Knight è una videoinstallazione. Un’ambientazione perfetta quindi per entrare per 85 minuti nella vita di una persona qualunque e viverne costantemente drammi e dilemma. La sceneggiatura è perfetta: non manca nulla. Situazioni coinvolgenti e dialoghi solidi, nonché inquadrature notevoli. Una malinconica passeggiata notturna su quattro ruote. Destra 12 Mercoledì 4 settembre 2013 Ecco l’Appello per l’unità della destra, con alcuni principi irrinunciabili Il Manifesto degli intellettuali È tempo di tornare alla Politica. Quella grande, viva e vera, che accompagna il destino dei popoli. La politica ha due compiti essenziali: uno è governare e decidere, amministrare gli interessi generali, cambiare le cose e incidere sulla realtà. L'altro è far sentire un individuo dentro una comunità, mutare la massa in popolo, dare simboli, inserire la vita del presente dentro una storia: è la politica come anima civile e passione ideale. E' necessario che sorga un movimento che non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive. Ma che incarni principi ideali e chiami a raccolta tutti coloro che vogliono scrivere insieme una storia. I nostri punti fermi non sono negoziabili: saranno il volto e l'anima della destra che nasce. - Il nostro punto di partenza e la nostra priorità è l'Italia e resta l'Italia. Nell'Europa e fuori d'Europa, nel locale come nel globale. L'Italia come civiltà prima che come nazione. Amor patrio. Di conseguenza la nostra prima battaglia sarà la tutela della sovranità italiana. Sovranità nazionale e popolare, politica e monetaria. Sovranità degli interessi generali degli italiani su ogni altro interesse privato o internazionale per arginare lo strapotere della finanza e dei tecnocrati. Piena integrazione all'immigrazione in regola. Intransigenza con l'immigrazione clandestina. 1 - La sovranità politica esige l'avvento di uno Stato autorevole, che promuova la Repubblica presidenziale, la rivoluzione meritocratica, l'ordine e la riforma delle istituzioni. Elezione diretta del Capo del governo, così come alla guida di ogni ente locale, in modo che chi governa sia nelle condizioni piene di decidere e di rispondere al popolo in un rap- 2 porto fiduciario d'investitura diretta. Grande riforma meritocratica ad ogni livello e uno Stato più autorevole dimezzato nei suoi organismi, nelle sue strutture e nel personale politico. - L'Europa per noi è civiltà prima che mercato comune, è integrazione delle Patrie e non disintegrazione degli Stati nazionali. E' l'Europa dei popoli. Vorremmo un'Europa più unita e coesa verso l'esterno, in politica estera, nelle difesa o per fronteggiare l'immigrazione e la concorrenza globale, e più duttile al suo interno, che riconosca le differenze tra aree, popoli e Nazioni, a cominciare dall'Europa mediterranea rispetto all'Europa del nord. E che faccia valere un criterio: quando c'è da scegliere tra l'assetto contabile della finanza e la vita reale dei popoli, la priorità è la seconda, non la prima. Nessun debito può sopprimere una Nazione o far fallire uno Stato sovrano. Rinegoziare l'euro. Rinegoziare il fisco con l’obiettivo di dar vita ad una politica fiscale dialogante con le famiglie e con le imprese. 3 - Dopo le esperienze tramontate dello statalismo parassitario e invadente e poi del liberismo basato sul primato assoluto del mercato e del privato, è tempo di aprire una terza fase incentrata sull'economia sociale di mercato, fondata sull'economia reale e sul primato del lavoro, sul valore sociale dell'iniziativa privata e della proprietà privata, sulla protezione del marchio italiano, con la mediazione di uno Stato autorevole che non gestisce ma guida i processi. E' necessario che si realizzi in Italia, come già avviene in Germania, la società partecipativa, attraverso nuove forme cooperative, comunitarie e di cogestione sociali in nome dell’azienda-comunità. L’orizzonte 4 sociale di questa destra nuova deve assumere la lotta alle nuove povertà, alla decrescita demografica, allo “sviluppismo” come alibi delle oligarchie economico-finanziarie per l’impossessamento delle risorse elementari delle Nazioni. - Davanti al diffuso desiderio di farsi e disfarsi la vita a proprio piacere, noi siamo dalla parte della vita, della nascita e della famiglia, nel loro inscindibile intreccio di diritti e di doveri. Non tuteliamo la vita ad ogni costo ma la sua dignità. E non confondiamo il matrimonio che è un bene comune, con altre unioni che attengono alla sfera privata. La nostra proposta Bioetica è scommettere su ciò che nasce, che costruisce, che liberamente si lega e si assume responsabilità, e non sul suo rovescio. Saremo dunque al fianco di tutte le battaglie per la tutela e l'affermazione della vita, della famiglia come struttura naturale e culturale su cui si basa ogni civiltà e sul sacro rispetto 5 I PROMOTORI DI QUESTO APPELLO SONO: Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Massimo Magliaro, Renato Besana, Primo Siena, Luca Gallesi, Marco Cimmino, Gianfranco de Turris, Luciano Garibaldi, Pierfranco Bruni, Nino Benvenuti. Hanno già aderito: “La Destra” di Francesco Storace, la "Fondazione Nuova Italia" dell'on. Gianni Alemanno, "Io sud" della sen. Adriana Poli Bortone, "Azione popolare" dell'on. Silvano Moffa, "Mezzogiorno Nazionale" del sen. Pasquale Viespoli, il sen. Giovanni Collino, il centro di politica e cultura "Controcorrente" del sen. Domenico Benedetti Valentini, "Pronti per l'Italia!" dell'on. Mario Landolfi, "Iniziativa Meridionale" di Bruno Esposito, "Italia 2 punto zero" di Pierangiola Cattaneo, "Nuova Alleanza' del sen. Domenico Nania, Guido Paglia, Direttore editoriale de “Il Giornale d’Italia”, sen. Nando Signorelli, prof.Vincenzo Pacifici, Ordinario di Storia contemporanea, Mauro Minniti, consigliere regionale del Trentino Alto Adige - Oreste Tofani e gli amici del gruppo di Frosinone. della morte, che non è smaltimento delle vite di scarto. - L'Italia ha bisogno di riscoprire l'abc della civiltà, la grammatica elementare dei rapporti umani. Da qui dunque la necessità di riportare al centro della vita pubblica il tema dell'Educazione. Vogliamo una società educata, che recuperi stile, decoro e rispetto, e riteniamo che il compito principale di una famiglia, ottemperate le necessità primarie, sia quello di educare e formare i figli. Occorre un grande progetto che passi dai nuovi media, dalla scuola e dalla tv, per la crescita civile e culturale del nostro Paese, che salvaguardi la ricchezza della nostra cultura anche con la tutela delle differenze contro il pensiero unico che mira ad omologare i principii, i comportamenti, i linguaggi, le scelte. La difesa della cultura nazionale ed europea anche per aprirsi e dialogare con le altre identità, sopratutto nel Mediterraneo. 6 - Come vogliamo un’Italia sovrana e dignitosa nei rapporti internazionali (politici, economici, culturali), così siamo per la tutela dei diritti dei popoli a forgiarsi il loro destino, in piena libertà, secondi i principii riconosciuti di indipendenza e autodeterminazione. 7 - Noi siamo eredi della Tradizione. Ci sentiamo figli di una civiltà che viene da lontano e vogliamo tutelare, affermare e rinnovare la tradizione di cui siamo continuatori. L'Italia ha radici antiche, romane e cattoliche, rinascimentali e risorgimentali. Il nostro amor patrio si lega al paesaggio e al linguaggio, alla vita e alla Storia, alle città e all'anima italiana. E' difesa della natura, dell'agricoltura e dei beni artistici, memoria storica e tutela dell'eccellenza italiana. La Tradizione è il senso della continuità e delle cose che durano, amore del passato e voglia del futuro, rispetto delle origini e fedeltà innovativa, patto tra le generazioni, l'ono- 8 re dei padri e l'impegno dei figli, comune sentire, patrimonio di esperienze e valori trasmessi in politica come in famiglia, nello Stato come nella società. La Tradizione è connessione, durata e primato della comunità sugli egoismi. Tradizione nella Modernità, Modernità con la Tradizione: questa è la sfida del futuro. Una forza politica e civile così oggi manca in Italia; è tempo di colmare il vuoto. La politica miserabile dei nostri giorni che promette solo vantaggi pratici e rimuove principi ideali, non parla al cuore degli italiani, non mantiene nemmeno le promesse concrete e accompagna il degrado che stiamo vivendo. Quanto più cresce il peso della tecnica e dell'economia, tanto più urge il contrappeso di una visione spirituale della politica e della comunità. Quanto più viviamo nell'era globale, tanto più sentiamo il bisogno di un luogo eletto che sentiamo come la nostra casa. ADERITE ALL’ APPELLO Per aderire scrivete a: “Il Giornale d’Italia” via Giovanni Paisiello, 40 00198 Roma, oppure mandate una mail a: [email protected] indicando il vostro nome, cognome, indirizzo, un numero di telefono fisso o un numero di cellulare.