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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLIII n. 279 (46.523) Città del Vaticano giovedì 5 dicembre 2013 . All’udienza generale Papa Francesco parla della risurrezione della carne Martedì pomeriggio l’incontro con il segretario di Stato Quando comincia l’eternità Proseguono i lavori del Consiglio di cardinali Appello per le monache ortodosse rapite a Maalula Appello di Papa Francesco per le religiose del monastero greco-ortodosso di Maalula, in Siria, rapite nei giorni scorsi da uomini armati. Prima di concludere l’udienza generale in piazza San Pietro, nella mattina di mercoledì 4 dicembre, il Pontefice ha infatti chiesto di pregare «per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso». La preoccupazione del Santo Padre per la sorte delle religiose è costante. Dal momento del rapimento, delle suore non si hanno più notizie. Il suo appello si aggiunge a quello rivolto dal patriarca Giovanni X, primate della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, «alla comunità internazionale e a tutti i governi del mondo intero — si legge nel testo diffuso questa mattina — affinché siano rilasciati le monache di santa Tecla e gli orfanelli tenuti in ostaggio». Anche il Patriarcato di Mosca ha severamente condannato il rapimento delle suore ortodosse, definendolo come un «atto disumano». Prima di rivolgere il suo pensiero all’ennesimo drammatico episodio che sconvolge la martoriata popolazione siriana, il Santo Padre aveva proposto l’ultima delle catechesi dedicate al Credo. In particolare si era soffermato sulla risurrezione della carne. Un traguardo, aveva detto, riservato a tutti gli uomini in virtù della risurrezione di Gesù, tuttavia difficile da capire. Anche se, aveva notato il Papa, abbiamo la certezza di essere «discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà — aveva precisato — saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità». L’incontro si è concluso con l’esortazione del Papa «a pregare e a operare insieme per la pace». PAGINA 8 pazione del segretario di Stato ai lavori». Il direttore della Sala Stampa ha sottolineato che il Consiglio di cardinali continua a esaminare diversi dicasteri della Curia Romana — nel caso specifico le Congregazioni delle Cause dei Santi, per l’Educazione Cattolica e per l’Evangelizzazione dei Popoli — e che è possibile che nel corso degli incontri di questi giorni si possa completare un primo turno di considerazioni sulle Congregazioni, a cui seguirà lo sguardo sui Pontifici Consigli e sugli altri dicasteri. Si sta procedendo con rapidità, ma non per questo in modo semplice o superficiale, «perché — ha prtecisato — è proprio un primo giro di considerazioni che, naturalmente, poi dovranno essere riprese e approfondite anche in una prospettiva più complessiva». Secondo padre Lombardi, del resto, «nessuno, a cominciare dal Papa, si è illuso che potesse essere» un processo «breve o semplice». E così, sebbene la chiusura dei lavori sia prevista per domani, giovedì 5, è già stato fissato il prossimo appuntamento a febbraio, come ulteriore tappa di un cammino — ha concluso il direttore della Sala Stampa — che richiederà probabilmente ancora un tempo piuttosto lungo». Cinque milioni e mezzo sono in pericolo Aumentati gli operatori umanitari uccisi in missione La minaccia dell’inverno sui bambini siriani L’Afghanistan e la pace lontana Un bambino siriano e la madre assistiti dalla Croce Rossa (Reuters) DAMASCO, 4. L’approssimarsi dell’inverno espone a crescenti pericoli, fino al rischio della vita, oltre 4.300.000 bambini in Siria, ai quali se ne aggiungono 1.200.000 profughi nei Paesi limitrofi, anch’essi in condizioni drammatiche. L’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha sottolineato ieri come tali numeri siano quadruplicati in un anno. Nel dicembre scorso, infatti, l’emergenza coinvolgeva 1.150.000 in Siria e 230.000 oltre frontiera. Alle condizioni di vita «francamente inadeguate» si sommano il «gelo e la pioggia» dell’inverno e «i bambini sotto i cinque anni risultano esposti al rischio di molte malattie», si legge in una nota diffusa da Maria Calivis, direttrice regionale dell’Unicef in y(7HA3J1*QSSKKM( +%!#!?!"!\! con cuore misericordioso sulla via della salvezza». Un cammino del quale tra l’altro facciamo esperienza già in questa vita, perché «mediante il Battesimo — aveva poi aggiunto — siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, cioè la vita del Risorto». E «in attesa dell’ultimo giorno abbiamo in noi Proseguono a pieno ritmo i lavori della seconda serie di riunioni del Consiglio di cardinali istituito da Papa Francesco per aiutarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana. Stamane, mercoledì 4 dicembre, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha informato i giornalisti che gli otto porporati continuano a incontrarsi a Santa Marta secondo il calendario previsto, «in un clima di grande serenità, di cordialità e di apertura: i partecipanti parlano con molta libertà, essendoci anche il vantaggio di un gruppo ristretto che quindi può svolgere un dialogo con facilità». Alla sessione di mercoledì mattina il Santo Padre non ha potuto essere presente, perché impegnato nell’udienza generale. Il Pontefice ha invece partecipato martedì pomeriggio, quando è stato invitato anche l’arcivescovo Pietro Parolin, segretario di Stato. Si è trattato — ha puntualizzato in proposito padre Lombardi — di un «incontro relativamente breve, perché lo scopo era quello di un saluto, di una manifestazione di disponibilità alla collaborazione; non si è trattato dunque di una parteci- Dal 29 novembre al 3 dicembre L’arcivescovo Mamberti in Giordania PAGINA 2 Medio Oriente e in Africa settentrionale. Da inizio ottobre, l’Unicef è al lavoro per distribuire vestiti caldi, coperte, teli di plastica, tende invernali e combustibile per il riscaldamento. La portavoce dell’Unicef, Marixie Mercado, ha comunque sottolineato che l’entità della risposta umanitaria necessaria in vista dell’inverno è senza precedenti. Sulla questione il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ascoltato ieri una relazione di Valerie Amos, la responsabile dell’Ocha, l’ufficio per il coordinamento degli interventi umanitari. Amos si è detta preoccupata per il permanere degli ostacoli che limitano l’accesso del personale umanitario in Siria e ha spiegato che il suo ufficio continua a fare pressioni in questo senso sul Governo di Damasco. La responsabile dell’O cha ha rilevato che ultimamente ci sono stati alcuni segnali di cooperazione, con un aumento del numero di convogli che hanno ottenuto il via libera per entrare nel Paese, ma ha chiarito che «nel contesto del conflitto in corso si tratta di un numero molto lontano da quello necessario a rispondere in maniera efficiente alle esigenze di milioni di persone». KABUL, 4. È sensibilmente aumentato il numero di operatori umanitari uccisi in Afghanistan quest’anno. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, gli attacchi compiuti nei confronti dei lavoratori impiegati in progetti di aiuto e di ricostruzione per la popolazione afghana sono aumentati in maniera rilevante nel corso del 2013, arrivando a quota 237 contro i 175 del 2012. Nell’anno in corso sono state uccise finora 36 persone, mentre 46 sono rimaste ferite e 96 arrestate o rapite. Nel 2012 il bilancio è stato di 11 morti, 26 feriti e 44 arrestati o rapiti. Sono dati questi, sottolineano gli osservatori, che fanno dell’Afghanistan uno dei Paesi dove è più pericoloso prestare opere di soccorso. Del resto i talebani da tempo portano avanti un’azione destabilizzante che mira a colpire tutti coloro che, a vario titolo, cercano di contribuire alla ricostruzione del territorio costantemente segnato dalle violenze. In questo scenario dunque riveste una particolare importanza la que- stione della sicurezza, soprattutto in vista del completo ritiro, entro la fine del 2014, del contingente internazionale. Ma tale questione sta sempre più diventando il pomo della discordia tra le varie parti coinvolte. Da un lato gli Stati Uniti premono perché l’intesa sia firmata subito. Su questa linea si è posta anche la Loja Jirga (Grande Assemblea) che al termine dei lavori, svoltisi nei giorni scorsi, ha redatto un comunicato al riguardo. Dall’altro vi è il presidente afghano, Hamid Karzai, che invece vuole che l’accordo sulla sicurezza sia ufficializzato solo dopo le elezioni presidenziali afghane, previsto per il prossimo aprile. E mentre la divergenza si amplia, è intervenuta, ieri, anche la Nato. È stato il segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, a lanciare un ultimatum a Karzai. Senza la firma bilaterale dell’accordo, ha detto Rasmussen, non sarà possibile continuare la missione internazionale dopo il 2014. Il segretario generale della Nato ha quindi affermato: «La mia preoccupazione è che, se non saremo capaci di dispiegare una missione di addestramento, vi sarà un impatto negativo sulla sicurezza nel Paese». Ieri intanto il Pentagono ha deciso di bloccare l’invio di approvvigionamenti alle truppe Nato in Afghanistan attraverso il Pakistan a causa delle proteste contro i raid dei droni statunitensi (velivoli senza pilota) che metterebbero a repenta- glio la sicurezza degli autisti. Torna dunque alla ribalta la questione dei droni che da tempo divide Washington e Islamabad. Secondo le autorità pakistane, i raid dei droni costituiscono una seria minaccia all’incolumità dei civili perché non garantiscono i cosiddetti «bombardamenti scientificamente mirati». Il Pentagono, dal canto suo, replica che — fatta ovviamente salva la volontà di non nuocere alla popolazione durante le operazioni militari — la strategia dei droni si è rivelata finora assai efficace nel colpire le postazioni dei talebani e nell’eliminare numerosi miliziani. Sempre riguardo al Pakistan si segnala che ieri un commando armato ha assassinato, a Karachi, Allama Deedar Ali Jalbani, vice segretario dell’organizzazione sciita Majlis-e-Wahdat e Muslimeen. Nell’attacco è stata uccisa anche la guardia del corpo del leader sciita. La comunità sciita locale ha annunciato tre giorni di lutto. Nel libro di Mazzucco il problema della parentalità omosessuale Feroci violenze nella Repubblica Centroafricana Realtà falsificata LUCETTA SCARAFFIA BANGUI, 4. Feroci violenze segnano sempre più la Repubblica Centroafricana. Nella località di Boali, ottanta chilometri a nord della capitale Bangui, dodici persone, compresi alcuni bambini, sono state trucidate in un attacco a un accampamento di pastori della comunità minoritaria peul, per lo più musulmani. Gli ex ribelli della Seleka, al potere dopo il colpo di Stato del marzo scorso, accusano le milizie popolari chiamate anti-balaka, formate dagli agricoltori a maggioranza cristiani per difendersi dagli attacchi dei miliziani della stessa Seleka. A PAGINA 5 NOSTRE INFORMAZIONI Una famiglia afghana assistita dalla Croce rossa in Afghanistan Il Santo Padre ha nominato Membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche l’Illustrissima Professoressa Maria de Lurdes Correia Fernandes, Docente Ordinario presso la Facoltà di Lettere e Vice Rettore dell’Università di Porto (Portogallo). L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 5 dicembre 2013 La Nato condanna l’eccessivo uso della forza contro i manifestanti A Kiev prove di dialogo KIEV, 4. Si apre uno spiraglio nel muro contro muro tra Governo e manifestanti pro-Ue a Kiev. Il premier ucraino, Mikola Azarov, ha chiesto oggi all’opposizione di «fermare l’escalation» della tensione politica — annunciando che i dimostranti che violano la legge saranno puniti — ma si è detto disposto al dialogo con le migliaia di persone che da quasi due settimane scendono in piazza nella capitale contro il congelamento di un accordo di associazione con l’Unione europea. Il Governo ha ieri superato la mozione di sfiducia, nonostante un principio di emorragia di deputati dal partito di maggioranza. Una decisione che ha deluso profondamente i quasi diecimila dimostranti che durante il voto presidiavano il Parlamento sventolando bandiere ucraine ed europee e sperando nella caduta dell’Esecutivo. Ma per quel che è successo nei giorni scorsi qualche testa salterà e — dopo le dimissioni del capo della polizia di Kiev — Azarov ha annunciato «un importante rimpasto di Governo». Dopo la mancata sfiducia al Governo, migliaia di manifestanti hanno bloccato l’accesso al palazzo presi- Manifestanti pro-Ue a Kiev (Reuters) denziale, difeso da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa. I ministri degli Esteri della Nato, intanto, hanno condannato ieri «l’eccessivo uso della forza nella repressione delle proteste pacifiche» e hanno chiesto «a tutte le parti di astenersi dalla provocazione e dalla violenza». «Non capisco perché la Nato abbia fatto una dichiarazione del genere» ha detto oggi al termine della riunione Nato-Russia il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, considerandola una interferenza negli affari interni dell’Ucraina. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha espresso ieri il proprio appoggio ai manifestanti in piazza a Kiev: «Siamo a fianco della grande maggioranza di ucraini che vogliono vedere quel futuro per il loro Paese», ha dichiarato a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica a Bruxelles. «Esortiamo con forza il Governo ucraino ad ascoltare le voci del suo popolo che vuole vivere nella libertà e nella prosperità». Il Cremlino, nel frattempo, fa un altro passo verso Kiev concedendole un rinvio alla prossima primavera del pagamento del metano importato da ottobre a dicembre; ciò significa che per questo inverno dovrebbe essere scongiurato il rischio di una “guerra del gas”. Una delegazione del Governo ucraino — guidata dal vice premier Iuri Boiko — si è recata oggi a Mosca «per rafforzare la nostra partnership strategica con la Russia». Lo ha reso noto l’agenzia Itar-Tass. Un’altra delegazione del Governo ucraino è in partenza per Bruxelles per mantenere aperti i colloqui con l’Ue per definire un accordo di associazione a condizioni più favorevoli per Kiev. Segnali positivi anche dal mercato dell’auto Disoccupazione spagnola in calo MADRID, 4. In Spagna, lo scorso mese, il numero di disoccupati è diminuito di 2.475 persone, assestandosi così a un totale di 4,8 milioni: un calo dello 0,5 per cento rispetto ad ottobre. Lo ha reso noto ieri il ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, precisando che si tratta della prima riduzione mensile dal 1997, anno di inizio del rilevamento statistico. Su base annua, la disoccupazione si è ridotta di 98.909 persone, pari al 2,02 per cento. Buone notizie anche sul fronte del mercato dell’auto, che a novembre ha fatto registrare un incremento del 15,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012 e dall’inizio dell’anno un saldo positivo del 2,1 per cento, con 662.188 nuove immatricolazioni. Da tre mesi il mercato automobilistico spagnolo fa registrare segnali positivi e quello record di novembre è legato principalmente al nuovo piano di incentivi deciso dal presidente del Governo, Mariano Rajoy, per rilanciare il settore. Questi dati sono giunti mentre è iniziata la quinta e ultima verifica degli ispettori della troika (Fmi, Bce e Ue) sulle banche, nell’ambito degli aiuti concessi al settore. Il 14 novembre scorso, i ministri dell’Economia dei Paesi dell’eurozona hanno stabilito di non prorogare il programma di assistenza o di aiuti ad- Nuovi colloqui tra Serbia e Kosovo BRUXELLES, 4. Riprendono domai a Bruxelles, sotto l’egida dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell'Unione europea, Catherine Ashton, i colloqui tra Kosovo e Serbia. Lo ha reso noto la stessa Ashton, dopo il regolare secondo turno del voto alle municipali in Kosovo. «Queste elezioni sono cruciali per il futuro del Kosovo e per il processo di normalizzazione delle relazioni fra Pristina e Belgrado» ha precisato il capo della diplomazia dell’Unione europea. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt 00120 Città del Vaticano [email protected] http://www.osservatoreromano.va Dal 29 novembre al 3 dicembre L’arcivescovo Mamberti in Giordania Dal 29 novembre al 3 dicembre 2013, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti, ha effettuato una visita nel Regno Hashemita di Giordania. Il Presule, accompagnato da monsignor Alberto Ortega, Officiale della Segreteria di Stato, è stato accolto all’aeroporto internazionale Queen Alia di Amman, dal Nunzio Apostolico in Giordania, Giorgio Lingua, e dal Segretario della Rappresentanza Pontificia, Mauricio Rueda Beltz, nonché da funzionari dell’Ufficio del Protocollo e del Ministero degli Affari Esteri e rappresentanti della Chiesa locale. Al suo arrivo nella Capitale giordana, l’arcivescovo Mamberti si è recato al Ministero degli Affari Esteri, dove ha incontrato il Ministro, Nasser Judeh, che ha offerto in seguito una cena all’illustre ospite, alla quale hanno partecipato altri Ministri e funzionari dello stesso Ministero degli Affari Esteri e della Casa Reale, nonché alcune Autorità della Chiesa, tra cui Maroun Lahham, Vicario per la Giordania del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e Yasser Ayyash, Arcivescovo di Petra e Filadelfia dei Greco-Melkiti. Il 30 novembre il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha visitato la splendida e storica città di Petra. Quello stesso giorno ha avuto una cena nella sede del Patriarcato Latino ad Amman con la partecipazione di tutti i Vescovi del Paese. Domenica primo dicembre, Mamberti ha fatto visita a Betania, al sito del battesimo di Gesù, che si è sviluppato negli ultimi anni e dove sono state scoperte tracce di diverse chiese antiche. Le diverse Comunità cristiane vi hanno costruito santuari per far diventare questo luogo sacro un centro di spiritualità. In particolare l’arcivescovo Mamberti ha visitato il cantiere, già avanzato, della chiesa costruita dal Patriarcato latino di Gerusalemme. Un momento particolarmente commovente del viaggio in Giordania è stato la visita alla parrocchia di Zarqa e al centro di Caritas Giordania, che opera in essa, in favore dei rifugiati siriani, offrendo assistenza sociale, sanitaria e sostegno scolastico per i bambini. Il pomeriggio della domenica l’arcivescovo Mamberti ha presieduto la celebrazione eucaristica con la comunità di lingua francese e spagnola nella parrocchia di Nostra Signora di Nazareth ad Amman, alla quale hanno partecipato anche il Nunzio Apostolico in Giordania e dizionali, visto il miglioramento in atto nel Paese. Madrid ha utilizzato 41,3 miliardi di euro (sui cento messi a disposizione dall’Ue nel luglio del 2012) per salvare buona parte del suo sistema di credito. La visita, in programma fino al 16 dicembre, servirà per fare il punto sui progressi realizzati nella stabilizzazione del settore finanziario spagnolo e sul rispetto degli impegni previsti dal programma concordato per gli aiuti. Per le vittime di una tragedia del lavoro senza regole e diritti Lutto cittadino a Prato ROMA, 4. È giorno di lutto cittadino, oggi a Prato, per i setti cinesi uccisi nel rogo, domenica mattina, di un capannone dell’industria tessile Teresa Moda. Alle 12 è stata osservata un’interruzione simbolica di un minuto delle attività di scuole e uffici pubblici. Nel pomeriggio è fissata una seduta straordinaria del Consiglio comunale, e alle 18.30 partirà una marcia silenziosa indetta dalle segreteria cittadine dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Già ieri sera, un migliaio di persone si erano assiepate di fronte al capannone distrutto. L’ufficializzazione dell’identità delle vittime è attesa per le prossime ore, ma la comunità cinese di Prato non ha dubbi in merito. Durante la veglia di ieri sera, alla base del portone di ghisa del capannone era stato posto un simulacro con le sette fotografie delle vittime, circondato da centina di candele e mazzi di fiori. All’iniziativa hanno partecipato soprattutto cinesi che hanno accompagnato con un canto costante il rito di commemorazione dei propri connazionali. C’erano comunque anche numerosi italiani. Durante la commemorazione, il presidente dell’Associazione ItaliaCina, l’imprenditore Gabriele Zheng, ha letto un messaggio nel quale chiede alla propria comunità di «prendersi la responsabilità e cambiare l’atteggiamento autonomamente per arrivare al rispetto delle regole». Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Prato, che ha aperto un procedimento per omicidio plurimo colposo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza, sfruttamento di mano d’opera illegale. Si tratta di connazionali delle vittime: la titolare della Teresa Moda, ufficialmente residente a Roma, e tre gestori di fatto della ditta. La procura non ha comunque escluso che nelle prossime ore le indagini si estendano a cittadini italiani. Stamani, intanto, ci sono state tensioni nel Consiglio regionale della Toscana, quando un gruppo consiliare ha inscenato una manifestazione contro gli immigrati. GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO Carlo Di Cicco don Sergio Pellini S.D.B. vicedirettore Piero Di Domenicantonio caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione direttore generale Dominique Mamberti e Sua Maestà il Re Abdullah di Giordania Protocollo d’intesa tra Aif e Bka Per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo L’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano ha firmato oggi un Protocollo d’intesa (Memorandum of Understanding, MoU) con la sua controparte tedesca, la Zentralstelle für Verdachtsmeldungen del Bundeskriminalamt (Bka). Il Protocollo è stato firmato in Vaticano dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Aif e da Michael Dewald, direttore della Bka. Quella del Protocollo d’intesa è una prassi standard e formalizza la cooperazione e lo scambio di informazioni finanziarie fra autorità competenti dei Paesi coinvolti, ai fini del contrasto a livello internazionale del Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] II Lahham. Il Segretario per i Rapporti con gli Stati, facendo riferimento al tempo liturgico dell’Avvento, appena cominciato, e portando il saluto e l’affetto del Papa, ha esortato i fedeli ad accogliere il Signore che viene e ad essere pietre vive nella costruzione della Chiesa in quella Terra Santa benedetta dal Signore. Lunedì 2 dicembre, Mamberti ha visitato l’American University of Madaba, gestita dal Patriarcato Latino di Gerusalemme, e che è stata inaugurata lo scorso mese di maggio. L’Università, che ha diverse facoltà, conta già più di 1200 studenti. Dopo aver fatto una visita al Monte Nebo e aver salutato la comunità francescana ivi presente, Mamberti si è recato al Palazzo reale, dove è stato ricevuto da Sua Maestà il Re Abdullah II. Nel corso del cordiale colloquio, al quale assistevano anche il Nunzio Apostolico in Giordania e i Vescovi delle due circoscrizioni ecclesiastiche del Paese, si è ricordato con apprezzamento l’ultima visita del Re Abdullah in Vaticano e l’incontro con il Santo Padre Francesco. Il Re ha auspicato di ricevere presto la visita di quest’ultimo in Terra Santa. Nel riaffermare i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e il Regno Hashemita di Giordania è stato espresso apprezzamento per la presenza della Chiesa nel Paese e per il contributo che i cristiani offrono al bene comune della società e si sono affrontati diversi argomenti di comune interesse. Non è mancato un riferimento alla situazione in Medio Oriente, auspicando buoni risultati al processo di pace tra Israeliani e Palestinesi felicemente ripreso e che si rivela di vitale importanza per la pace e la stabilità della Regione. La stampa giordana ha interpretato la visita dell’arcivescovo Mamberti come un messaggio di pace per la regione e come un incoraggiamento alla presenza cristiana nel Paese e nel Medio Oriente in vista del pellegrinaggio del Santo Padre Francesco in Terra Santa. Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Esso è redatto sulla base del modello predisposto dall’Egmont Group, l’organizzazione mondiale delle Unità di Informazione Finanziaria, e contiene clausole di reciprocità, riservatezza e sugli usi consentiti delle informazioni. «Questo Protocollo d’intesa rafforza il ruolo dell’Aif a livello internazionale e integra ulteriormente la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano nell’impegno globale coordinato per combattere il riciclaggio del denaro e il finanziamento del terrorismo» ha dichiarato il direttore dell’Aif, René Bruelhart. «La firma odierna Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 sottolinea le nostre fruttuose relazioni e renderà più facili i nostri sforzi congiunti». L’Aif è diventata membro dell’Egmont Group nello scorso mese di luglio e negli ultimi mesi ha sottoscritto Protocolli d’intesa con le unità di informazione finanziaria degli Stati Uniti, del Belgio, dell’Italia, della Spagna, della Slovenia e dei Paesi Bassi. Si prevede che altri ne saranno firmati nel corso dei prossimi mesi. L’Aif è l’autorità competente della Santa Sede e Stato Città del Vaticano per la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. È stata istituita nel 2010. Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A System Comunicazione Pubblicitaria Aziende promotrici della diffusione de «L’Osservatore Romano» Intesa San Paolo Alfonso Dell’Erario, direttore generale Romano Ruosi, vicedirettore generale Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 Società Cattolica di Assicurazione [email protected] Banca Carige Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 5 dicembre 2013 pagina 3 Dopo la missione a Tokyo Manifestanti e forze governative alla ricerca di un compromesso istituzionale Il vicepresidente Biden in Cina per disinnescare le tensioni Svolta pacifica in Thailandia PECHINO, 4. Il vicepresidente statunitense, Joe Biden, è giunto oggi a Pechino, dove cercherà con i suoi interlocutori cinesi di disinnescare la tensione creata dalla recente costituzione, da parte della Cina, di una zona aerea di difesa e identificazione (Adiz). La zona cinese si sovrappone in alcuni punti a quelle di Giappone e Corea del Sud e comprende le isole Senkaku controllate da Tokyo ma rivendicate da Pechino. Secondo il quotidiano «China Daily», il vicepresidente «non può aspettarsi di fare passi in avanti» se ripeterà «le osservazioni sbagliate e unilaterali» che ha fatto a Tokyo. Nei giorni scorsi aerei americani, giapponesi, sudcoreani e taiwanesi sono entrati nella zona senza preavvertire Pechino. La Cina ha affermato che i suoi caccia hanno «identificato e inseguito» degli aerei giapponesi, circostanza che è stata smentita da Tokyo. Biden, che si incontrerà oggi con il presidente, Xi Jinping, ha affermato che Stati Uniti e Cina devono allargare la loro cooperazione e portare risultati. Parlando con il collega cinese, Li Yuanchao, nella Grande sala del popolo, il vice di Obama si è anche detto impressionato dalla volontà del presidente Xi Jinping di gestire le divergenze in modo aperto. Parlando ieri a Tokyo dopo un incontro con il premier giapponese, Shinzo Abe, Biden ha affermato che gli Stati Uniti sono «molto preoccupati» per il tentativo della Cina di «cambiare unilateralmente lo status quo nel Mar della Cina orientale». Il vicepresidente ha poi aggiunto che Cina e Giappone hanno bisogno di «meccanismi di gestione delle crisi» e «canali di comunicazione efficaci» per ridurre il rischio di escalation di tensioni. Gli Stati Uniti, comunque, resteranno «saldi nell’impegno di alleanza» con il Giappone e Biden ha assicurato che affronterà il nodo quando incontrerà la leadership cinese. Dal canto suo, il premier Abe ha promesso lo sblocco del negoziato sul riassetto delle truppe statunitensi a Okinawa e la conclusione entro fine anno dell’accordo di libero scambio, Trans-Pacific Partnership. Inoltre, il rappresentante di Washington ha riaffermato la validità della politica statunitense in Asia, respingendo i dubbi di un minore impegno dell’Amministrazione Obama nella regione per mancanza di capitale politico o di mezzi finanziari adeguati a competere da attore protagonista nell’Asia-Pacifico. «Economicamente, diplomaticamente e militarmente — ha osservato Biden — siamo sempre stati, siamo e continueremo a essere una potenza del Pacifico. E con il presidente Obama abbiamo solo aumentato il nostro impegno». Il vicepresidente ha ricordato l’impegno americano nelle tragedie che hanno colpito i Paesi del continente negli ultimi anni, dallo tsunami in Asia al più recente tifone Haiyan, che ha travolto le Filippine: «Ogni volta gli americani erano lì», ha sottolineato. Un militante anti governativo cerca di rimuovere il filo spinato attorno alla sede del Governo a Bangkok (Afp) BANGKOK, 4. La grave crisi politico-istituzionale in Thailandia ha preso un’improvvisa, quanto inattesa, svolta pacifica. Il ritiro, ieri, delle forze antisommossa ha rimescolato le carte, aprendo prospettive pacifiche e ponendo i contendenti in una situazione di stallo. Addirittura è stato concesso ai manifestanti di entrare nel comando metropolitano della polizia e di superare i cancelli della sede del Governo, senza però entrare nell’edificio. Da stamane, dimostranti e uomini in divisa prendono parte alla ripulitura dei luoghi del centro di Bangkok messi a ferro e fuoco dalle manifestazioni di protesta degli ultimi dieci giorni (con violenti scontri e spari di proiettili di gomma e gas lacrimogeni). Restano ancora chiusi diversi uffici pubblici, molte scuole e università, ma attorno alle zone teatro delle violenze la situazione è cambiata sostanzialmente. A guardia dei due complessi, come pure di altri luoghi sensibili, sono ora soldati disarmati, in un’atmosfera di piena distensione. Un contesto che ha però il sapore più di una tregua che di una soluzione definitiva alla crisi, ma è comunque un significativo passo in avanti. Una possibilità di intesa si potrà forse avere dopo l’incontro dei vertici delle forze armate, previsto dopo il 5 dicembre. L’inattesa tregua — sulla quale influisce il compleanno, domani, del re, Bhumibol Adulyadej — fa, dunque, crescere le speranze per un compromesso istituzionale, anche se il leader della protesta, Suthep Thaugsuban (ex vice premier e ex parlamentare del Partito democratico), ha già annunciato ai suoi sostenitori che «la lotta per estirpare il regime non è ancora conclusa». Colpito due giorni fa da un secondo mandato di arresto per insurrezione, Suthep si trova tuttora all’interno di un settore del complesso degli uffici governativi, una delle sedi della protesta circondata in queste ore dalle forze di sicurezza. Seppure indebolita, la premier, Yingluck Shinawatra, rimane in carica e continua a controllare i punti nevralgici dell’amministrazione; se si andasse a nuove elezioni, con ogni probabilità il partito Puea Thai filo-Thaksin (che raccoglie i voti in particolare della classe medio-bassa del popoloso nord-est) vincerebbe, come è già successo cinque volte negli ultimi dodici anni. I ma- Caracas nazionalizza l’industria automobilistica Si estende in Paraguay l’epidemia di dengue ASUNCIÓN, 4. Il numero dei decessi causati in Paraguay dalla febbre tropicale dengue, in modo diretto o per problemi associati alla malattia, è salito a 248 dall’inizio del 2013, secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla Direzione di vigilanza del ministero della Salute di Asunción. Fino alla metà di novembre sono stati registrati 151.170 casi febbrili sospetti. Per l’86,6 per cento, ovvero 130.927 casi, la diagnosi di dengue è stata confermata. L’incidenza maggiore della malattia c’è stata nell’area metropolitana di Asunción, dove si è concentrato oltre l’83 per cento dei casi. Ancora violenti scontri in Bangladesh DACCA, 4. È salito a otto il numero dei morti nelle manifestazioni di protesta di ieri in Bangladesh contro le modalità con cui il Governo ha convocato elezioni generali per il prossimo 5 gennaio. Lo riferiscono i media a Dacca. Alla testa dei dimostranti, in piazza nel quarto dei sette giorni di sciopero previsti, si è posto il Partito nazionalista (Bnp, all’opposizione, guidato da Khaleda Zia), che esige le dimissioni della premier, Sheikh Hasina, e la costituzione di un Governo di tecnici per organizzare la consultazione elettorale. Gli scontri più violenti sono stati registrati nelle città di Chittagong, Satkhira e Chandpur. Sono già venti le persone morte dall’inizio della protesta dell’opposizione. nifestanti controllano però ancora il ministero delle Finanze e un altro complesso amministrativo: hanno obiettivi ambiziosi, come un Consiglio del popolo nominato dall’alto, che traghetti il Paese verso il voto legislativo. La mediazione per riportare la calma e la riconciliazione nazionale è portata avanti dall’esercito. I militari sono però in una posizione ambigua: legati a doppio filo all’establishment, in passato hanno giocato più volte la loro influenza tentando diciotto colpi di stato dal 1932, l’ultimo nel 2006 contro Thaksin Shinawatra, il magnate ora in esilio fratello dell’attuale primo ministro. Nel frattempo, quest’ultima è già partita per una prevista visita cerimoniale nella località costiera di Hua Hin, dove risiede il re, sul trono dal 1946. Il capo di stato maggiore dell’esercito, Prayuth Chan-ocha, ha dichiarato alla stampa che il problema è politico e va risolto con mezzi politici, aggiungendo, però, di continuare a monitorare la situazione. A conferma che qualsiasi soluzione dovrà comunque passare da loro. Si tratta del bilancio annuo più alto della storia per il Paese sudamericano. Nel 2012 si erano contati settanta morti su un totale di 30.823 contagi accertati. Il Paraguay non aveva mai registrato vittime mortali per la dengue, fino al 2007, quando se ne contarono 17 su 9.040 casi di contagio. Né la situazione sembra destinata a migliorare nei prossimi mesi. Con l’arrivo dell’estate australe, anzi, si teme una recrudescenza della febbre causata da quattro virus trasmessi all’uomo dalla puntura della zanzara Aedes Aegypti. Vertice del Wto sul rilancio del commercio mondiale BALI, 4. È iniziata ieri a Bali, in Indonesia, la nona conferenza ministeriale dell’O rganizzazione mondiale del commercio (Wto). Si tratta di un appuntamento molto importante per le sorti del sistema del commercio multilaterale. I ministri del Commercio di 159 Paesi cercheranno infatti di raggiungere un accorso sul cosiddetto Pacchetto di Bali, composto da tre tipi di misure finalizzate ad aumentare lo scambio di merci a livello mondiale. Il primo tipo riguarda lo sviluppo dei Paesi più poveri. Il secondo concerne un alleggerimento delle procedure doganali e una loro convergenza verso gli standard dei Paesi avanzati in termini di certezza delle regole e del diritto: si tratta di un capitolo che gioverebbe soprattutto alla capacità di export delle piccole e medie imprese. Il terzo tipo di misure è incentrato sulla revisione del commercio di prodotti agricoli. Sul tema dell’agricoltura c’è stata, durante la prima giornata di lavoro del vertice, la dura presa di posizione del Governo indiano. È infatti a causa dell’attuale testo dell’accordo sulla sicurezza alimentare, che impedirebbe all’India di continuare a sostenere con acquisti pubblici e sussidi i contadini e i cittadini più poveri, che New Delhi sta resistendo all’approvazione del Pacchetto di Bali. Dodici milioni alle urne per le comunali a New Delhi NEW DELHI, 4. Circa dodici milioni di indiani sono chiamati oggi alle urne per le elezioni riguardanti il Governo della città di New Delhi, in mano da quindici anni al partito del Congresso I e al suo governatore, Sheila Dikshit, che ha raggiunto il primato di tre mandati consecutivi ed è considerata una fedele alleata di Sonia Gandhi. La consultazione si svolge in un clima di tensione per le sempre possibili minacce di movimenti terroristici (Indian Mujaheddin e Lashkar-e-Taiba) che spesso colpiscono in occasione di importanti appuntamenti. La novità di questo turno elettorale è legata alla possibile fine del bipolarismo dei partiti che storicamente ha caratterizzato il voto nella capitale: il Congresso I di centro-sinistra e il Bjp di centrodestra. In questo contesto infatti si è inserito Arvind Kejriwal, 45 anni, un ex impiegato del Fisco, entrato in politica due anni fa. Kejriwal ha fondato l’«Aam Admi Party» che in hindi significa «L’uomo della strada». Il partito punta a scalzare la classe politica tradizionale. Secondo gli ultimi sondaggi, l’«Aam Admi Party» potrebbe ottenere fra i 10 e i 25 dei settanta seggi disponibili nel Parlamento cittadino. Dopo le Farc anche il secondo gruppo chiede negoziati con l’Esecutivo In Colombia l’Eln pronto al cessate il fuoco Il presidente venezuelano Nicolás Maduro (Afp) CARACAS, 4. Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato che il suo Governo intende prendere il controllo di tutta l’industria automobilistica venezuelana, dalla fabbrica al punto di vendita, con l’obiettivo di abbassare i prezzi, basati a suo dire «sulla speculazione, sulla mancanza di controllo e sulle mafie». L’annuncio di Maduro è stato fatto in un discorso televisivo interrotto da un gigantesco blackout, che le fonti governative hanno attribuito a sabotaggi. Due settimane fa il Parlamento ha concesso al presidente poteri speciali che gli consentono di emanare decreti immediatamente operativi, senza cioè passare al vaglio del Parlamento stesso. Su questa base, il presidente ha già imposto riduzioni dei prezzi degli elettrodomestici e dei canoni di locazione per gli esercizi commerciali. Il nuovo annuncio di Maduro — che in aprile fu eletto con un vantaggio di appena l’1,5 per cento sul leader dell’opposizione, Henrique Capriles — giunge quando mancano quattro giorni al primo test politico della sua presidenza: le elezioni municipali di domenica prossima. BO GOTÁ, 4. L’Esercito di liberazione nazionale (Eln), il secondo gruppo guerrigliero di sinistra dopo le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), si è detto pronto a sospendere le ostilità se il Governo di Juan Manuel Santos accetterà di fare altrettanto per istituire un tavolo del dialogo. «Negli ultimi 23 anni abbiamo ribadito al Paese la nostra disponibilità ad arrivare a un accordo per ottenere e consolidare la pace; mentre si negozia la pace, siamo disponibili a pattuire una cessazione bilaterale del fuoco e delle ostilità e a raggiungere un accordo umanitario che renda meno cruenta la guerra» si legge in un comunicato diffuso ieri dall’Eln. Come noto, il Governo di Bogotá e le Farc sono impegnati da un anno in un negoziato di pace a Cuba. Anche l’Eln da tempo chiede l’avvio di un processo di pace analogo. La settimana scorsa lo aveva ribadito il massimo leader dell’Eln, Nicolás Rodríguez Bautista, conosciuto come Gabino, e due tre giorni fa l’Eln ha rilasciato un ingegnere che teneva in ostaggio dal luglio 2012. Nella nota diffusa ieri, l’Eln insiste sul cessate il fuoco — che Governo e Farc non hanno raggiunto pur nel proseguo del negoziato — affermando che «mezzo secolo di guerra e oltre duecento anni di debito accumulato dall’ingiustizia sociale, che esclude il popolo dalla democrazia reale e partecipativa, si possono risolvere solo con fatti concreti e non con dichiarazioni di buona volontà e promesse». L’Eln ritiene di conseguenza «necessario che le parti coinvolte nel conflitto facciano passi significativi che creino un ambiente favorevole e la fiducia reciproca che si avanzi verso la fine del conflitto». In questo senso, il gruppo guerriglierio sostiene che «una cessazione bilaterale del fuoco e delle ostilità è il migliore termometro per misurare la serietà e la responsabilità con cui si intraprende il processo di costruzione della pace». All’Avana, intanto, le delegazioni del Governo colombiano e delle Farc sono impegnate nella terza fase del negoziato. Dopo le intese raggiunte sui primi due temi in agenda dei negoziati, aperti un anno fa, cioè la questione agraria e la partecipazione delle Farc alla vita politica, il confronto si concentra ora sulla sostituzione delle coltivazioni illecite (coca e amapola, il papavero da oppio), lo sradicamento del traffico di stupefacenti, le politiche pubbliche per la prevenzione del consumo di droghe. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 giovedì 5 dicembre 2013 Secondo gli studi di Angelo Giuseppe Roncalli Anonimo, «Sessione solenne del concilio di Trento nella cattedrale di San Vigilio» (XVI secolo, Parigi, Louvre) A Larino il primo seminario di VINCENZO BERTOLONE* a principale cura, sollecitudine e scopo di questo sacrosanto concilio è che, dissipate le tenebre delle eresie (che per tanti anni ricoprirono la terra), risplenda, con l’aiuto di Gesù Cristo che è la vera luce, la luce, lo splendore, la purezza della verità cattolica, e si provveda alla riforma di quanto deve essere riformato». Con queste parole, il 7 gennaio del 1546, i padri convenuti a Trento per l’apertura del concilio richiamavano alla mente e al cuore le intenzioni espresse poche settimane prima nel decreto di inizio della grande assemblea ecclesiale, fissando in questo modo le linee programmatiche, dalle quali si sarebbero dovuti lasciare guidare per tutta la durata dei loro lavori, che nessuno prevedeva tanto lunghi e travagliati. Ecco allora che il quattrocentocinquantesimo anniversario si presenta come un’occasione propizia per ripensare all’eredità che il concilio di Trento ha consegnato alla Chiesa futura e, in particolare, a noi cristiani del terzo millennio. Ciò non può coincidere certamente con il desiderio di rituffarsi in un passato remoto, per riproporne pedissequamente quelle forme di pensiero, di struttura e prassi che appartengono a una stagione naturalmente tramontata. I contesti socioculturali sono mutati e continuano a farlo sempre più rapidamente. La Chiesa stessa da allora ha celebrato altri due importanti concili ecumenici, ha proseguito il suo cammino nella storia, crescendo nella comprensione di fede del mistero rivelato e aggiornando le modalità della sua missione di salvezza in mezzo agli uomini. Era questo che intendeva dire, ad esempio, Hubert Jedin — lo storico che, con la sua monumentale opera, ha contribuito più di chiunque altro ad ampliare le possibilità d’intelligenza storica del Tridentino — quando nelle sue memorie affermava di essere stato consapevole, sin dall’inizio del suo lavoro sulla storia del concilio, che l’epoca tridentina della Chiesa fosse tramontata. Ogni concilio nasce nel suo contesto storico al quale vuole dare delle risposte. Queste, quando toccano in particolare la dottrina della fede, rimangono patrimonio perenne della Chiesa. In questo senso bisogna leggere l’affermazione di Jedin a suggello della sua opera: «Anche se l’epoca tridentina è passata definitivamente, la fede tridentina rimane fede della Chiesa». La consapevolezza di dover fare un passo avanti, ma guardando a quel fondamentale tratto di cammino percorso dalla Chiesa con il concilio di Trento e il Vaticano I, non mancava a Giovanni XXIII se — aprendo il Vaticano II — dichiarava: «Il Concilio Ecumenico (...) vuole trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti, che lungo venti secoli, nonostante difficoltà e contrasti, è divenuta patrimonio comune degli uomini (...) Dalla rinnovata, serena e tranquilla adesione a tutto l’insegnamento della Chiesa nella sua interezza e precisione, quale ancora splende negli atti conciliari da Trento al Vaticano I, lo spirito cristiano, cattolico e apostolico del mondo intero attende un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze; è necessario che questa dottrina certa ed di Termoli-Larino, 2013, pagine 95, euro 10) i frutti delle sue riIl miglior ritratto della prima ca- cerche sull’istituzione frentana, sa di formazione per sacerdoti facendo riemergere dai docudella Chiesa cattolica è la prosa menti volti, storie, controversie, allegra e vivace — a partire dal conflitti ma anche donazioni getitolo del paragrafo, «Dalle paro- nerose e regali insperati, come le ai fatti, i più piccoli arrivano l’udienza privata del 12 agosto primi» — di monsignor Angelo 1960 che Giovanni XXIII riservò a Costanzo Micci Giuseppe Roncalli, futuro Papa monsignor Giovanni XXIII: «Ecco il semina- (all’epoca da poco più di un anrio di Larino. È aperto il 26 gen- no vescovo titolare di Adriania e naio dello stesso anno di quello ausiliare del presule di Larino e di Rieti, 1564, dal vescovo Beli- Termoli) in cui il Papa ricordò il sario Balduino, un reduce del suo lavoro giovanile, confermanconcilio di Trento. Vivrà come do che la casa di formazione potrà in poche stanze tenuissi- molisana risultava la prima fonme, ma intanto è arrivato buon data a seguito del decreto Cum primo». Il brano è tratto dalla adolescentium aetas del 15 luglio nota introduttiva al libro Gli inizi del seminario di Bergamo e san Carlo Borromeo pubblicato nel 1939. Nel testo, intitolato «Il concilio di Trento e la fondazione dei primi seminari», Roncalli traccia una cronologia delle sacre istituzioni post-tridentine, assegnando a quella di Larino il primato nel mondo cattolico. «Alle parole — continua Roncalli — seguirono i fatti. Invero il fervore che si accese in Trento per la erezione dei seminari non si spense sotto le volte di quella cattedrale cogli ultimi echi delle Papa Giovanni XXIII con il vescovo di Larino acclamazioni che saCostanzo Micci lutarono la fine della veneranda assemblea: e neppure si contenne nella 1563, con cui il concilio di Trento corte pontificia, dove certo il Pa- disponeva per tutte le diocesi pa Pio IV se ne mostrò sempre l’istituzione dei seminari. tutto preso sino alla morte (...) La notizia, scrive Mammarella Se a Roma e a Milano si faceva- «giunta così inaspettata e da no le cose in grande, con mezzi fonte tanto autorevole, ridestò la copiosi, in circostanze più felici fierezza dei larinesi da sempre — anche là del resto non senza particolarmente legati al seminaora lievi, ora duri contrasti — rio, che raggiunse il massimo nelle diocesi minori non si dor- splendore nel periodo compreso miva affatto: si lavorava anzi con tra il XVIII e il XIX secolo. Il fateguale se non con più vivo ardo- to poi che l’informazione fosse re, con santa passione da parte appoggiata sul risultato degli di pastori vigili e zelanti che eb- studi personali e delle ricerche bero subito l’intuizione della storiche del Pontefice commosse grande benedizione che il Signo- tutti». Roncalli attinge dalle Mere riservava alla sua Chiesa da morie del vescovo Giovanni Anuna rinnovazione dello spirito drea Tria, che, richiamando il del clero. E questo accadde, che suo predecessore, Belisario Balin ordine di tempo i piccoli arri- duino ricorda l’inaugurazione, varono primi al segno, balzando «li 26 gennaro 1564 a tenore di innanzi ai maggiori che avevano quel, che si era disposto in Treniniziato il movimento». A quasi to» nel luogo «che ora si dice la 450 anni dalla fondazione, Giu- Torre di Balestriera», un edificio seppe Mammarella, direttore posto sul lato meridionale della dell’Archivio storico diocesano cattedrale di Larino, che accolse di Termoli-Larino, ha raccolto in subito dodici allievi. Qui restò un libro, Il seminario di Larino, fino al 1642, anno in cui il vescoprimo della Cristianità (Roma- vo Persio Caracci inaugurò una Termoli, Città Nuova - Diocesi nuova sede in piazza del duomo. di SILVIA GUIDI «L A quattrocentocinquanta anni dal concilio di Trento Il vero motore di una riforma nella Chiesa immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo. Altra cosa è infatti il deposito stesso della fede, vale a dire le verità contenute nella nostra dottrina, e altra cosa è la forma con cui vengono enunciate, conservando ad esse tuttavia lo stesso senso e la stessa portata». Convinzione ribadita da Paolo VI, quando, in pieno svolgimento del Vaticano II, rivolgendosi nella basilica di San Pietro a un gruppo di pellegrini della diocesi di Trento, diceva: «Lo spirito del concilio di Trento è la luce religiosa non solo per il lontano secolo decimosesto, ma lo è altresì per il nostro; perché lo spirito del concilio di Trento riaccende e Hubert Jedin rianima quello del presente concilio Vaticano, che a quello si collega e da quello prende le mosse per affrontare i vecchi e i nuovi problemi rimasti allora insoluti, o insorti nel volgere dei tempi nuovi». Il riferimento dei due pontefici allo «spirito del concilio di Trento» ci consente di cogliere anche un’altra eredità non meno rilevante di quella dottrinale consegnata dal Tridentino al futuro. Trento — «concilio riformatore per eccellenza nella storia della Chiesa» (Jedin) — può essere infatti ritenuto una vera e propria traduzione storica del principio teologico dell’ecclesia semper reformanda, ciò soprattutto se si considera tale evento in una visione storiografica Enzo Bianchi su «la Repubblica» Tutti coinvolti da Francesco Se davvero — scrive Enzo Bianchi su «la Repubblica» del 4 dicembre commentando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium — il cristianesimo è un andare di inizio in inizio, attraverso inizi che non hanno mai fine (Gregorio di Nissa) allora la vita cristiana è gioiosa, sa sperare anche nella disperazione. «È chiaro — continua il priore della comunità monastica di Bose — che questo inizio di pontificato, le parole e i gesti di questo Papa e infine questa esortazione fanno gioire molti cattolici e non solo. L’entusiasmo per Papa Francesco è grande e non va spento, ma occorre restare vigilanti e soprattutto essere consapevoli che, se il Papa non è aiutato dai vescovi, dai presbiteri e dal popolo, non riuscirà a fare nessuna riforma. Le riforme hanno bisogno della conversione e del sostegno del popolo di Dio, non possono essere compito di uno solo». E conclude l’articolo citando una celebre frase del teologo Hans Urs von Balthasar: «“La Chiesa ha conosciuto poche primavere, sempre interrotte da gelate repentine”. Apprestiamo tutto perché questa primavera sbocci e dia i suoi frutti». di più ampio respiro, che lo contempla come un momento determinante di quel processo storico che è stato designato come riforma cattolica. Si tratta di una categoria che, mentre porta a ricondurre l’aspetto controriformistico del concilio di Trento a dimensioni storiche ben precise, mette in luce quell’essenziale intreccio di personalità, di movimenti, di fattori, di forze il cui concorso ha dato in senso propositivo un decisivo impulso alla riforma intraecclesiale. In questa prospettiva il concilio di Trento si configura come quella fase in cui il papato si è messo finalmente alla testa di un dinamismo riformatore che lo ha preceduto, stimolato e accompagnato. Da parte loro, il papato e il Tridentino hanno canalizzato i molteplici impulsi di riforma che prima, durante e dopo l’assise conciliare hanno animato la vita ecclesiale, garantendole una migliore e più universale possibilità di efficacia. L’epoca del concilio di Trento mostra come l’opera di costante riforma di una Chiesa — protesa alla riaffermazione della purezza dell’insegnamento evangelico, ma costretta spesso a percorrere una via crucis costellata d’infedeltà umane, scontri, lotte, incomprensioni, contrapposizioni tra fazioni e tanto duro lavoro — si possa concretizzare solo se l’intero Corpo di Cristo lo voglia e vi si adoperi attivamente. Tra i fattori che più hanno inciso sulla vitalità della riforma cattolica va menzionata la santità. Una grande stagione di santità ha nutrito la stagione tridentina del proprio sacrificio, della propria spiritualità, del proprio impegno missionario: in una parola, di quella novità che lo Spirito Santo infonde nella Chiesa e nel mondo attraverso quanti lasciano che la propria vita sia modellata sulla Parola di Cristo. La vera natura della Chiesa si manifesta nella santità dei suoi figli e a sua volta fa risplendere nella Chiesa Cristo, «Luce delle genti». Così la santità diventa il vero motore di riforma ecclesiale. È sicuramente questo l’insegnamento più prezioso che la riforma cattolica — della quale il concilio di Trento è stato il fulcro — ci tramanda; insegnamento storico che il Vaticano II ha esplicitato parlando dell’universale vocazione dei battezzati alla santità e della corresponsabilità di tutto il popolo di Dio alla missione evangelizzatrice. La riflessione su questa peculiare eredità è quanto mai sintomatica se la si proietta sull’attuale momento storico mondiale ed ecclesiale. Sul primo versante diversi episodi rendono sempre più evidente il grande desiderio del mondo di oggi di vedere credenti che vivano la radicalità evangelica, in una società in cui la ricerca esagerata dei valori terreni ha prodotto indifferentismo religioso, ateismo, secolarismo, relativismo. Sul secondo, è sufficiente pensare alla pressante e diffusa attesa di riforma e rinnovamento connessa alla rinuncia al ministero petrino da parte di Benedetto XVI e alla successiva elezione a vescovo di Roma e a successore di Pietro di Papa Francesco. Trento ci ricorda quale imprescindibile e cruciale ruolo debbano giocare il papato e la gerarchia ecclesiastica, ma ci ricorda anche che la riforma e il rinnovamento non possono essere loro opera soltanto, essendo un’impresa necessariamente corale, sinfonica, che interpella individualmente ogni membro del gregge: cominciando dai pastori, il cui dovere, davanti a Dio e alla storia, è quello di essere guide amorevoli, attente, solerti, preparate e irreprensibili; e poi i fedeli tutti, ciascuno per la propria parte. Recuperare lo spirito di Trento con cuore rinnovato e aperto alle presenti necessità della Chiesa e del mondo, nella docilità alla voce dello Spirito Santo dispensatore della novità divina è non solo importante, ma necessario, anzi ineludibile. Trento ha ancora molto da dire alla Chiesa. Per questo suona- La natura della Chiesa si manifesta nella santità dei suoi figli Solo con essa si procede sicuri nell’opera di rinnovamento no attualissime le parole di Joseph Ratzinger: «Io sono convinto che oggi ancora ciò che ci occorre per avanzare non è una demolizione del concilio di Trento, ma solo una radicalizzazione di ciò che là si è inaugurato». *Arcivescovo di Catanzaro-Squillace La porta del Papa Mercoledì mattina, prima dell’udienza, Papa Francesco ha ricevuto il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, che gli ha presentato, insieme a una delegazione della Rizzoli, il libro La mia porta è sempre aperta. Una conversazione con Antonio Spadaro che raccoglie il testo dell’intervista pubblicata nel settembre scorso arricchito da un contrappunto di aneddoti, gesti, espressioni che formano una sorta di dietro le quinte, e da un fitto tessuto di approfondimenti e rimandi. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, il libro viene presentato a Roma dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, da Ferruccio de Bortoli, direttore del «Corriere della Sera», e da Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Modera l’incontro Elisabetta Piqué, corrispondente del quotidiano di Buenos Aires «La Nación». Etica e lavoro La persona al centro «Occorre rispettare la diversità delle culture che nell’ambito dell’armonia universale dei popoli, sono le chiavi interpretative della vita. In particolare occorre far attenzione a quel che priva i poveri di ciò che è più prezioso Restyling ad «Avvenire» Nuova grafica e non solo A 45 anni dalla nascita il quotidiano «Avvenire» rinnova sia l’edizione cartacea sia il sito internet. Oltre alla nuova grafica sono previste diverse modalità di fruizione, con l’intento di garantire maggiore chiarezza e attenzione alle esigenze del lettore. La nuova proposta di lettura in rete permette una maggiore integrazione allo scopo di garantire un aggiornamento continuo, ampliando lo spazio culturale a cui è dedicata la sezione intitolata “Agorà”. Da dicembre a febbraio sarà pubblicato a puntate sul quotidiano il libro La Lista di Bergoglio, scritto da Nello Scavo. Leggere «Avvenire», ha commentato il direttore del quotidiano Marco Tarquinio, significa «ritrovarsi persone nuove nei valori di sempre, per essere insieme “protagonisti nel cambiamento”». L’obiettivo, ha concluso, è quello di «sapere abitare il presente, preparando il futuro». per loro, incluse le loro credenze e pratiche religiose, posto che le convinzioni religiose autentiche sono le manifestazioni più chiare della libertà umana». Con queste parole del cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga si conclude il libro Tra etica e impresa. La persona al centro (Roma, If Press, 2013, pagine 165, euro 13,00) scritto da Giuseppe Colaiacovo e Manlio Sodi. Il volume viene presentato il 4 dicembre all’Istituto Patristico Augustinianum. Sono previsti interventi del segretario di Stato, l’arcivescovo Pietro Parolin, del rettore della Pontificia Università Lateranense, il vescovo Enrico dal Covolo, del presidente di Gala spa, Filippo Tortoriello, del vicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina, del segretario generale dell’Ucid, Giovanni Scannagatta, di Costanza Consolandi, dell’università di Siena, di Ettori Quadrani, presidente di Fidimpresa Lazio, e di Giuseppe Colaiacovo, coautore del volume. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 5 dicembre 2013 Nel libro di Mazzucco il problema della parentalità omosessuale Realtà falsificata pagina 5 Jacques Maritain e il Vaticano II Un’epoca nuova molti principi, che saranno poi un’opera di distinzione dei due un filosofo, Maritain, che tanto ha esplicitati durante il concilio Vati- piani della realtà, quello dello spi- dato alla Chiesa e al concilio, cocano II. In sintesi si può dire che rituale e del temporale. Maritain me ricordò Paolo VI, consegnandol’influenza del filosofo francese l’ha teorizzato perché ha compreso gli il Messaggio agli uomini di cultu(1882-1973) sul concilio è stata rile- il tramonto dell’età costantiniana e ra e di scienza al termine dell’assise vante. Ciò non solo per la stima e l’affermarsi di un’epoca nuova. conciliare, sul sagrato di San Piel’amicizia che legava Paolo VI a La Rivoluzione francese è stato tro. Prima di terminare, mi pare Maritain (il Papa lo consultò durante i passaggi il braccio armato che ha diffuso d’obbligo ricordare la continuità di più delicati dell’assise con- questa nuova realtà; la Chiesa per quanto detto, con l’entusiasmo che dimostra Papa Franciliare e inviò anche il suo cesco nel voler atsegretario personale, monLa sintonia con Paolo VI è ben nota tualizzare i temi del signor Macchi, a consultare concilio e in partiMa il filosofo francese il filosofo a Tolosa), ma colare alcuni cari a anche e soprattutto per lo si sarebbe ritrovato in pieno anche Maritain. Partendo sviluppo dell’opera di Macon molti temi cari a Papa Francesco dalla dignità della ritain, che Papa Montini persona umana, che apprezzava enormemente. è alla base del suo Una delle principali operazioni del filosofo molto tempo ha resistito a ciò che pensiero, il Papa richiama quattro francese riguarda uno dei considerava un tradimento della punti oggi di particolare rilievo: in temi più dibattuti al Vati- verità, ma poi ha finito col pren- primo luogo la grande minaccia atcano II, quello relativo alla derne atto e il momento più visibi- tuale per la Chiesa, che è «il grigio pragmatismo della vita quotidiana libertà religiosa. In età sa- le è stato il concilio Vaticano II. Ciò che caratterizza l’azione di di quest’ultima, nel quale tutto crale, in primo luogo nel medioevo, la verità si im- Maritain è che il filosofo-teologo procede nella normalità, mentre la poneva su tutti i piani, e francese è stato uno dei pochi, fede si va logorando» (Evangelii quindi anche su quello po- all’interno di una teologia domi- gaudium, 83). Anche a questo scolitico. Lo Stato era uno nante che non ammetteva la sud- po il Papa suggerisce una radicale strumento per farla accetta- detta distinzione — non era am- riforma della Chiesa, basata sulla re a tutto il popolo. Con il messa una autonomia del tempora- collegialità, e la valorizzazione delPaolo VI consegna a Maritain il Messaggio del concilio mutare dei tempi, lo svi- le, la laicità della politica — a teo- le Chiese locali. Il secondo aspetto luppo di nuove correnti di rizzarla, specialmente nella sua riguarda il tema dell’inculturazione: il Papa ricorda che «il cristiapiuto Gilson, ma in un piano di pensiero e un pluralismo più diffuopera Umanesimo integrale del 1936. nesimo non dispone di un unico attualità. Certo, il contesto di oggi so, lo Stato non poteva restare a Il convegno «Jacques Maritan e il modello culturale», il volto della non è quello medioevale di Tom- servizio di una verità, fosse pure la concilio Vaticano II» compie quin- Chiesa è «pluriforme» (n. 116). Il maso, ma i principi su cui si sono sola verità, per cui è iniziata di un’opera di giustizia: rivaluta terzo aspetto riguarda la critica fondati Tommaso e Maritain sono all’attuale sistema economico, «inin gran parte gli stessi, anche se — giusto dalle radici (...) questa ecoe questa è stata la grandezza di nomia uccide perché prevale la legMaritain — il movimento intelletge del più forte» (n. 59) e «il mertuale di quest’ultimo è stato comcato è divinizzato». Infine la nepiuto in una progressiva attenzione cessità che l’evangelizzazione comal contesto odierno, alla moderniporti una promozione umana, e in tà. Ciò ha comportato adattamenti Anticipiamo il testo del saluto che il segretario generale dell’Istiparticolare un’opzione preferenziache non hanno tradito la verità rituto internazionale Jacques Maritain terrà a Roma il 5 dicembre, alle per i poveri, «categoria teologivelata, ma l’hanno contestualizzala Pontificia Università Salesiana, in apertura del convegno ca, prima che sociologica» (n. 198). ta. Questa attenzione costante alla «Jacques Maritain e il concilio Vaticano II» organizzato in occasioSu questi punti, come su altri svimodernità ha contribuito a che il ne del quarantesimo anniversario della morte del filosofo e teologo luppati nell’Evangelii gaudium, Maprogetto teologico-filosofico di francese. Tra i partecipanti anche il cardinale Paul Poupard e l’arciritain si ritroverebbe pienamente vescovo Agostino Marchetto. con Papa Francesco. Maritain sia venuto elaborando di ROBERTO PAPINI Maritain è stato uno dei massimi filosofi cristiani del Novecento. Ha saputo riproporre il pensiero di san Tommaso non solo in chiave storica, come ha prevalentemente com- E questo non per la perfidia dello Stato italiano, ma perché la donna non vuole essere ritrovata, e perché comunque non si potrebbe considerare sua figlia. Come fa a considerarsi figlia di una donna che l’ha venduta, mentre i due padri la porteranno fino a Erevan per farle capire quanto l’hanno desiderata? Un bambino non può non amare chi lo alleva e lo circonda di affetto, ma l’amore non basta: esiste la realtà, e i due protagonisti non fanno i conti con la natura, che rende impossibile a due uomini di procreare insieme. Volere un figlio a tutti i costi — anche a prescindere dall’incidente che porta via uno dei due e dalla “cattiveria” dello Stato italiano — mette il bambino in una situazione diffiSta nascendo una nuova letteratura cilissima, quasi insostenibile. Passioni contrastanti, che facendo leva sui sentimenti paura di tradimento, invece che sulla ragione esclusione dal mondo, diversità dagli altri, quelli vuol far credere buono che hanno una mamma e e realizzabile ciò che non lo è un papà, costituiscono una realtà che non si può schiato di uccidere un compagno cancellare con la buona volontà. (facendolo cadere nella metropolita- Non è solo una questione di leggi o na) che l’ha insultata per la sua ori- di mentalità: Eva non incontrerebbe gine, Eva scappa dalla famiglia de- mai la sua mamma, vivrebbe privagli zii che l’ha accolta dopo la mor- ta da un rapporto fondamentale e te del suo padre naturale e anagra- comunque costretta a vivere in una fico, per raggiungere Giose, il pa- famiglia diversa, non come quella dre che l’ha allevata ma che ora degli altri. Privare un bambino, non ha più alcun diritto legale su programmaticamente, di uno dei di lei — e i flashback che ripercorro- suoi genitori, come se questa manno la vita dei due uomini: l’inizio canza non fosse una cosa importandel loro amore, la scelta di avere un te, costituisce una finzione pesante, figlio, a cui segue la gravidanza impossibile da sostenere davvero. surrogata ottenuta in Armenia. E Sta nascendo una nuova letterasiamo così condotti a scoprire il tura che, facendo leva sui sentimengrande amore che univa questi due ti invece che sulla ragione, vuol far uomini, che si erano scelti per sem- credere buono e realizzabile ciò che pre, la loro convivenza decennale, e non lo è. il complesso cammino percorso con sacrificio e determinazione per riuscire nell’inseminazione di una madre surrogata. La scelta di quale dei due sarà il padre biologico della Centralità e bellezza dello spazio sacro bambina è affidata a una moneta, che la assegna al più giovane, uno studioso di cristianesimo antico di buona famiglia e benestante, che è stato sposato. Le famiglie di origine accettano la bambina, se pure con fatica, ma è soprattutto lo Stato italiano il nemico che impedisce il matrimonio fra i due uomini e il riconoscimento della paternità anche pio, poi, si “de-cendi GIANFRANCO RAVASI a Giose, costringendo così la bamtra” un respiro di vibina a vivere lontano dall’amato paPartiamo da un detto giudaico: «Il mondo è ta, di santità, di illudre che l’ha allevata. come l’occhio: il mare è il bianco, la terra è minazione che trasfiUno Stato che appare come crul’iride, Gerusalemme è la pupilla e l’immagine gura il quotidiano e dele e incivile, che non si è saputo in essa riflessa è il tempio». Questo antico la trama ordinaria allineare ai nuovi orizzonti che l’etiaforisma rabbinico illustra in modo nitido e dello spazio. ca contemporanea sta aprendo agli simbolico la funzione del tempio secondo Ed è a questo Santiago Calatrava, «Modello per la chiesa ortodossa di San Nicola a New York» (2013) omosessuali. Neppure la realistica un’intuizione che è primordiale e universale. punto che entra in descrizione della madre che affitta Due sono le idee che sottendono all’immagi- scena la seconda idea l’utero per povertà, che soffre ed è ne. La prima è quella di “centro” cosmico che sottesa al detto giudaico sopra evocato. Il in modo folgorante «lo spazio indicibile», lo costretta a un parto cesareo, che il luogo sacro deve rappresentare, un tema sul tempio è l’immagine che la pupilla riflette e spazio autenticamente santo e spirituale, sacro guarda con dolore la bambina che quale il grande studioso delle religioni Mircea rivela. Esso è, quindi, segno di luce e di bel- e mistico. allatta solo per i primi giorni — il Eliade (1907-1986) ha offerto un vasto dossier lezza. Detto in altri termini, potremmo afferCerto, questi due assi portanti trascinano colostro è troppo prezioso per butdocumentario. L’orizzonte esteriore, con la mare che lo spazio sacro è epifania dell’armocon sé tanti corollari, anche critici: pensiamo tarlo via — sembra scalfire questo sua frammentazione e con le sue tensioni, nia cosmica ed è teofania dello splendore divialla “sordità”, all’inospitalità, alla dispersione, quadretto idilliaco. converge e si placa in un’area che per la sua no. In questo senso un’architettura sacra che all’opacità di tante chiese tirate su senza badaCome siamo ormai abituati a vepurezza deve incarnare il senso, il cuore, l’or- non sappia parlare correttamente — anzi, re alla voce e al silenzio, alla liturgia e all’asdere nelle fiction dove compaiono dine dell’essere intero. Nel tempio, dunque, si “splendidamente” — il linguaggio della luce e semblea, alla visione e all’ascolto, all’ineffabifamiglie omosessuali, i due uomini “con-centra” la molteplicità del reale che trova non sia portatrice di bellezza e di armonia delità e alla comunione. si amano più che non una coppia in esso pace e armonia: si pensi solo alla pla- cade automaticamente dalla sua funzione, di«Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion» eterosessuale e sono padri più apnimetria di certe città a radiali connesse al venta “profana” e “profanata”. È dall’incrocio (Salmi, 102, 15). Questa professione d’amore passionati e responsabili. L’intimità “sole” ideale, rappresentato dalla cattedrale dei due elementi, la centralità e la bellezza, dell’antico salmista potrebbe essere il motto che crea Giose con la figlia è più posta nel cardine centrale urbano. Dal tem- che sboccia quello che Le Corbusier definiva stesso della tradizione cristiana che allo spazio intensa di quella che madri e padri sacro ha riservato sempre un rilievo straordi“normali” vivono con la loro prole, nario, a partire dalla “pietra” del Santo Sepolma questo non impensierisce l’aucro, segno della resurrezione di Cristo, attorno trice, anzi le rafforza l’idea che siaalla quale è sorto uno dei templi emblematici no genitori perfetti. Latente, c’è andell’intera cristianità. Certo è che, senza la che il confronto fra una famiglia spiritualità e la liturgia cristiana, la storia fredda altoborghese — quella degli dell’architettura sarebbe stata ben più misera. zii che allevano Eva — e la cultura «Nel 1949 Henri Matisse dichiarò: “D isegna- to, sull’equilibrio e la stabilità delle forze, C’è nel cristianesimo una celebrazione costanpiù calda e affettuosa di Giose, che re vuol dire precisare un’idea. Il disegno è la non è mai svincolata nel lavoro di Calatrava te dello spazio come sede aperta al divino, deriva dalle sue umili origini. E l’ex precisazione del pensiero. Un’opera senza dall’indagine del corpo umano, dalla forma partendo proprio da quel tempio supremo che moglie del primo padre, quello biodisegno è una casa senza armatura”. La vi- di un volto, dalle regole della Natura, dalla è il cosmo. logico, è un personaggio secondario sione del grande pittore francese, amato e struttura di una foglia, dal funzionamento di Il tempio architettonico sarà sempre necesdescritto impietosamente: non ha profondamente conosciuto da Santiago Ca- una vertebra o dal movimento dell’ala di un sario, ma dovrà avere in sé una funzione di avuto il coraggio di partorire lei il latrava, è in linea con la tradizione rinasci- uccello. Una sorta di morfologia dello spasimbolo: non sarà più un elemento sacrale infiglio della coppia dell’ex marito e mentale, di Leon Battista Alberti, di Leonar- zio e della funzione delle forme, indirizzata tangibile e magico, ma il segno necessario di appare come una donna inconcludo o di Michelangelo, che intendevano il di- verso la libertà della ricerca di una nuova una presenza divina nella storia e nella vita dente e fredda. segno fonte e origine del “pensiero” artistico, definizione di spazio architettonico». Il prodell’umanità. Il tempio, quindi, non esclude o Con grande abilità, facendo leva del misterioso processo creativo di ogni ope- getto espositivo è stato sostenuto dal Goveresorcizza la piazza della vita civile ma ne fesulla carica emotiva dei personaggi, ra d’arte, in qualunque linguaggio, forma o natorato per lo Stato della Città del Vaticaconda, trasfigura, purifica l’esistenza, attrisul dolore della loro separazione, il stile essa si esprima. È questa una delle ca- no e promosso dai Musei Vaticani (con il buendole un senso ulteriore e trascendente. romanzo porta il lettore a riconciratteristiche più potenti della produzione ar- prezioso impegno dell’amministratore, monPer questo, una volta raggiunta la pienezza liarsi con l’idea del matrimonio gay, tistica di Santiago Calatrava. Artistica, e non signor Paolo Nicolini) e dal Pontificio Condella comunione tra divino e umano, il temcon l’idea che una coppia gay possa esclusivamente architettonica». A parlare è siglio della Cultura. L’esposizione è accompio nella Gerusalemme celeste, la città della fabbricarsi un figlio anche ricorrenMicol Forti, la curatrice della mostra «San- pagnata da un catalogo edito dai Musei Vasperanza, si dissolverà e «Dio sarà tutto in do all’affitto di un utero e di un tiago Calatrava. Le metamorfosi dello spa- ticani con i contributi del cardinale presidentutti» (1 Corinzi, 15, 28). È in una simile proovulo. Eva non incontrerà mai la zio» aperta in Vaticano, al Braccio di Carlo te del Pontificio Consiglio della Cultura (il spettiva che l’opera dell’architetto acquista madre, ma il romanzo suggerisce Magno, dal 4 dicembre al 20 febbraio. «Vo- cui saggio riproduciamo in parte in questa una dimensione “teologica”: egli, con l’edificache non ne ha bisogno: quello che lutamente — continua Forti — nel pensare pagina), del direttore dei Musei, Antonio zione del tempio, deve creare una sorta di vesconta è l’amore, e di amore i padri questa esposizione ho cercato di evidenziare Paolucci, e di Antonella Greco, docente di sillo piantato nel terreno dello spazio e del gliene danno tanto. Non saprà mai le contaminazioni, le interferenze, gli intrecci storia dell’architettura alla Sapienza, oltre altempo, della storia e della quotidianità ma da dove vengono i suoi occhi dal che questi linguaggi stabiliscono tra loro, le schede critiche firmate da Francesca Boche si eleva e garrisce nel cielo dell’eterno e colore cangiante, uguali a quelli ruotando intorno a tematiche, spunti di ri- schetti e Rosalia Pagliarani. L’allestimento dell’infinito, dell’escatologia e del Regno di della madre, non conoscerà mai i cerca e nuove proposte, che divengono il dello spazio berniniano è stato progettato da luogo di incontro. L’indagine sul movimen- Roberto Pulitani. Dio, dell’Oltre e dell’Altro trascendenti. suoi fratelli. di LUCETTA SCARAFFIA l romanzo — Sei come sei (Torino, Einaudi, 2013, pagine 248, euro 17,50) — è scritto benissimo, i personaggi reali e ben tratteggiati, l’intreccio appassionante: come sempre, Melania Mazzucco si conferma come una delle migliori scrittrici italiane di oggi. La bella scrittura ci porta a parteggiare per i protagonisti, che sono appunto coloro dal cui punto di vista viene raccontata la storia: la bambina Eva e uno dei suoi due padri, il cantante rock Giose ormai ritirato dalle scene. La storia si dipana fra la vicenda che fa da sfondo — dopo aver ri- I A quarant’anni dalla morte Il vessillo dell’architetto Al Braccio di Carlo Magno Ultrà bambini «Forse nemmeno Jonathan Swift poteva concepire una così perfida allegoria come quella andata realmente in scena allo Juventus Stadium». Lo scrive Michele Serra sulla Repubblica del 4 dicembre commentando un episodio che si è verificato domenica scorsa: le curve a Torino, svuotate degli abituali frequentatori rei di atteggiamenti discriminatori nei confronti dei tifosi napoletani, sono state riempite da circa 12.500 bambini, allo scopo di favorire la diffusione di una cultura dello sport più sana. I giovanissimi però hanno insultato per tutta la partita il portiere avversario, in modo plateale e volgare, seguendo una pratica evidentemente imparata dai più grandi. Per poco meno di due ore hanno ripetuto una parola che non direbbero con la stessa disinvoltura in nessun’altra situazione. Tutto in nome di un senso di appartenenza vissuto come contrapposizione estrema e come licenza a oltrepassare legittimamente qualsiasi limite. Sapevamo che anche gli ultrà erano stati bambini. Ma è malinconico constatare che troppi bambini sono già degli ultrà. Del resto se ti insegnano che sei migliore degli altri solo perché appartieni a un gruppo piuttosto che a un altro, finisce che ci credi e allora l’insulto diventa la naturale rivendicazione della propria supposta superiorità. Ma questo episodio probabilmente non servirà a cambiare mentalità. Forse oltre alle scontate e giuste condanne si potrebbe cominciare a spiegare, ai bambini almeno, che non esiste una differenza antropologica tra un tifoso e un altro, che i colori del cuore sono perlopiù ereditari, e proprio per questo tutti legittimi. E invece oggi più che sul motivo di un tale imbarbarimento molti media rischiano di ragionare sulla legittimità della multa comminata alla società che ha promosso l’iniziativa. Chiunque abbia ragione, non sembra l’argomento centrale. (marcello filotei) L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 5 dicembre 2013 A Malta incontro del Ccee dedicato alla pastorale per i migranti e i rifugiati Negli Stati Uniti in aumento le donazioni caritative grazie agli strumenti telematici Perché il sogno non diventi un incubo La solidarietà che naviga sulla rete LA VALLETTA, 4. «Ogni istanza che ignori la dignità umana costituisce un affronto alla volontà divina e viola i diritti fondamentali di cui ogni persona è portatrice». In particolare, la «chiamata all’amore e alla solidarietà» nei confronti dei migranti «è responsabilità di tutti» ma c’è «una responsabilità maggiore per tutti quelli che occupano una posizione di amministrazione e di governo, perché li impegna a prendersi cura particolarmente dei più deboli». È quanto ha detto ieri a La Valletta — riferisce il Sir — il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, cardinale Antonio Maria Vegliò, nel suo intervento al convegno «La pastorale per i migranti e i rifugiati tra integrazione e inclusione» organizzato dalla sezione «Migrazioni» della commissione «Caritas in veritate» del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee). Il porporato ha ricordato che «nessuno è autorizzato a ledere la dignità umana, né un governo, né un ente pubblico o privato. Essa va rispettata e promossa attraverso l’affermazione e la tutela dei diritti umani, che includono il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all’educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto», oltre al «diritto a vivere senza paura e nella sicurezza, con possibilità di accedere a un equo sistema giudiziario». Da qui l’auspicio di una stretta collaborazione tra Paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti e di adeguate normative che possano coagulare i diversi assetti legislativi, per «coniugare la salvaguardia dei diritti fondamentali dei migranti e delle loro famiglie e la tutela delle comunità di arrivo e di accoglienza». Il fenomeno migratorio è sempre stato presente nel continente europeo, ma per diverse ragioni assume oggi nuove dimensioni e si presenta più complesso che mai. Rifugiati, migranti temporanei, lavoratori stagionali, giovani in ricerca di lavoro esigono da parte della società una risposta a livello sociale, politico e anche pastorale. Seguendo una già lunga tradizione — si legge in un comunicato — il Ccee vuole contribuire in tal modo alla riflessione sulle questioni che nascono in Europa nell’ambito della pastorale con e per i migranti. Il convegno di Malta (Paese dove la percentuale di richiedenti asilo, 21,7 ogni mille abitanti, è la più alta in Europa) serve a non dimenticare — ha affermato il cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e coordinatore della sezione «Migrazioni» della commissione «Caritas in veritate» — le tante persone che attraversano il mare Mediterraneo «in condizioni così disumane alla ricerca di un mondo migliore, con un sogno tra le mani che spesso si trasforma in un incubo. L’Unione europea e i diversi Paesi europei non possono chiudere gli occhi di fronte al dramma di questa gente o lasciare tutta la responsabilità sulle spalle dei singoli Paesi di frontiera». Per il porporato — riporta il Servizio informazione religiosa — le nazioni europee «devono impegnarsi sempre più seguendo le più profonde radici e eredità che l’Europa ha ricevuto dalla fede cristiana, aiutando sia le persone sia le comunità e i singoli Paesi di origine e di arrivo perché la giustizia e il bene comune non siano calpestati». La Chiesa, in tal senso, prendendo le mosse non soltanto dalla giustizia ma anche dall’insegnamento della carità, «da un lato la fa essere vero difensore della giustizia ma dall’altro garantisce che essa non smetterà mai di abbracciare ogni persona anche laddove manchi la giustizia». Spesso, infatti, «la Chiesa è l’unica voce e l’unico volto amico che si avvicina e che difende ognuno, a prescindere da ogni discriminazione». Della situazione in Italia ha parlato monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, per il quale c’è «una politica miope sull’immigrazione», essendo tale fenomeno «ancora fortemente segnato da una legislazione che pone al centro il tema della sicurezza» e si preoccupa solo di «dare il permesso di soggiorno e controllarne la sua regolarità». Il “pacchetto integrazione” varato nel 2009 «è arrivato senza le dovute risorse» e questo controllo «di fatto è rimasto infruttuoso, con l’aggravante di successive sette sanatorie e la regolarizzazione del 65 per cento delle persone. Il soggiorno legale delle persone, pertanto, non è avvenuto attraverso i flussi, ma attraverso le sanatorie continue, fino all’ultima emersione di 134.000 immigrati nell’autunno 2012». Questi aspetti legislativi, ha proseguito — riferisce il Sir — il direttore della Migrantes, «hanno contribuito a creare ostacoli verso un processo di integrazione» creando in Italia «il numero più alto, in ambito europeo, di persone che hanno paura dello straniero: sei italiani su dieci. Tutto ciò scaturisce da un aspetto securitario che è stato ulteriormente alimentato da un processo di informazione che ha visto produrre un milione e mezzo di articoli sugli immigrati, dove alla parola immigrazione si associava l’equivalenza di criminale, clandestino, irregolare. Questa informazione ha creato ulteriormente una cultura del sospetto, della distanza e dell’incomprensione». A livello pastorale monsignor Perego ha invitato a coinvolgere soprattutto i figli degli immigrati, più facilmente integrabili, citando esperienze positive diffuse tra le settecento comunità etniche in Italia, accompagnate da duemilatrecento sacerdoti, con la sperimentazione di strumenti catechistici e di preghiera linguistici. E ha raccontato ai delegati l’esperienza ecclesiale vissuta a Lampedusa, dove sono arrivati quest’anno quarantamila migranti. All’incontro di La Valletta, che si conclude oggi, partecipano una quarantina di vescovi e delegati della pastorale migratoria di diciannove conferenze episcopali. Monsignor Charles J. Scicluna, vescovo ausilia- re di Malta, ha invitato a «trasformare la sfida delle migrazioni in opportunità e tradurre l’opportunità in impegno a livello europeo». Della situazione maltese ha parlato Alfred Vella, direttore della commissione «Malta emigrants»: la Chiesa locale risponde alla sua missione con quattrocento posti-letto e servizi per aiutare i migranti e richiedenti asilo in quattordici centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio; a breve c’è l’intenzione di aprire anche un centro diurno per minori. I migranti che approdano a Malta, in genere in transito verso l’Europa, sono spesso costretti a restare sull’isola mesi o anni nei centri “chiusi” (di fatto luoghi di detenzione preventiva da cui non possono uscire se non ottengono lo status di rifugiato) o “aperti”, molti dei quali gestiti da organizzazioni ecclesiali. «La Chiesa di Malta — ha detto Vella — è stata una pioniera nel dare ospitalità» e si batte per centri di accoglienza aperti dove le persone vengano ascoltate nei loro bisogni e siano libere di uscire. Lunedì, dopo aver visitato il centro “chiuso” di Hal Safi dove sono rinchiusi oggi settecento migranti africani, monsignor Duarte Nuno Queiroz de Barros da Cunha, segretario generale del Ccee, si è detto «molto impressionato: ho visto ragazzi in gamba, brave persone, con la capacità di affrontare una sfida così grande e difficile pur venendo da Paesi lontanissimi». WASHINGTON, 4. Sono sempre più numerosi i cattolici negli Stati Uniti che si servono dei moderni strumenti telematici per offrire donazioni caritative, partecipando così alle numerose collette che la Chiesa e la rete locale delle parrocchie promuovono per venire incontro ai bisogni umanitari interni e internazionali. L’analisi è contenuta in un rapporto pubblicato dal Center for Applied Research in the Apostolate (Cara) basato presso la Georgetown University, a Washington, per conto della Conferenza episcopale. Dalla ricerca è emerso che il 32 per cento dei cattolici in età lavorativa (poco più di 18 milioni di persone) hanno offerto contributi di natura economica almeno una volta nella loro vita e, di questi, il 17 per cento lo hanno fatto utilizzando metodi di pagamento on-line, ovvero tramite pc, tablets o smartphone collegati a internet. Il risultato di questa ricerca è al centro dell’attenzione dell’episcopato. «Le conoscenze acquisite sulla base di questa ricerca sono importanti per la nostra valutazione degli attuali modelli di donazione adottati dai nostri fedeli» ha commentato l’arcivescovo di Cincinnati, Dennis Marion Schnurr, presidente del Comitato per le collette nazionali dell’episcopato. Il presule ha aggiunto che «ora siamo a conoscenza del fatto che gli aiuti alle organizzazioni caritative tramite pagamenti on-line sono in aumento ogni anno». Tra le motivazioni che spingono i fedeli a servirsi degli strumenti telematici sono la comodità e la velocità con la quale gli aiuti economici giungono direttamente alla fonte caritativa. Le donazioni medie si aggirano sui 25 dollari. La maggioranza dei fedeli (46 per cento) ha inviato denaro alle organizzazioni religiose. Le restanti percentuali sono suddivise tra coloro che hanno scelto di donare a favore di strutture sanitarie o associazioni di volontariato laiche che operano in vari settori sociali a favore delle persone più svantaggiate. Tra le priorità indicate vi sono il sostegno alle parrocchie e alle esigenze delle comunità locali, in particolar modo per quando riguarda l’aiuto ai singoli o alle famiglie in stato di povertà. A seguire vi sono, fra l’altro, i contributi economici a favore del sostegno educativo dei minori. Oltre alle esigenze interne, la ricerca pone in evidenza la positiva partecipazione dei fedeli alle collette internazionali rivolte a soddisfare i bisogni umanitari dei Paesi in difficoltà. La ricerca del Cara sarà pertanto oggetto di analisi approfondita presso l’episcopato. Monsignor Schnurr ha spiegato che «i risultati permetteranno al Comitato per le collette nazionali di migliorare la capacità di raggiungere i fedeli, soprattutto quelli più giovani, che stanno sempre più facendo uso delle offerte on-line». In prima linea tra le organizzazioni religiose vi è, per esempio, il Catholic Relief Services (Crs), la Caritas locale. Annualmente l’episcopato promuove una colletta per finanzia- In campo internazionale poi, la Chiesa negli Stati Uniti contribuisce, fra l’altro, alle opere pastorali in Africa. Il Sub Comitato per la Chiesa in Africa dell’episcopato ha recentemente approvato 38 progetti per un totale di circa un milione di dollari. Il fondo è stato messo a disposizione grazie a generosi contributi dei donatori che hanno partecipato a una colletta diffusa in tutte le parrocchie della nazione: si tratta del Solidarity Fund for the Church in Africa che ha visto l’adesione del 75 per cento delle diocesi e delle eparchie negli Stati Uniti. Oltre all’Africa, un’altra tradizionale colletta riguarda, sempre annualmente, l’America latina. La campagna di solidarietà per l’America latina chiama oramai da quarantacinque anni le parrocchie nel Paese a mobilitarsi re le opere del Crs. La Caritas ha invitato tutti i fedeli a offrire il proprio contributo con l’obiettivo «di modificare la vita di oltre cento milioni di persone in patria e all’estero, con particolare riguardo alle famiglie colpite da persecuzioni, guerre e calamità naturali». Il presidente del Comitato per le collette nazionali dell’episcopato ha affermato che si tratta «di un’opportunità per tutti i cattolici di aiutare le famiglie nel mondo che soffrono». Il Crs, ha aggiunto, «mette in atto il messaggio di Gesù per “la cura del più piccolo dei nostri fratelli e delle nostre sorelle” fornendo aiuti umanitari e risorse». Sempre sul fronte interno si annovera la campagna di raccolta fondi dedicata al contrasto alla povertà. Si tratta del Poverty Awareness Month, il mese che tradizionalmente comprende tutta una serie di iniziative per aiutare la comunità cattolica, ma non solo, a riflettere e a impegnarsi nella testimonianza di solidarietà. per promuovere progetti missionari. La colletta, si sottolinea, rappresenta «l’espressione della fede cattolica nel continente americano». Nel corso del 2012 sono stati assegnati fondi pari a 6,5 milioni di dollari, di cui hanno beneficiato un totale di ventitré Paesi. I progetti finanziati sono stati 417. Nel corso del 2011 i contributi avevano invece consentito di finanziare 407 progetti. Appello dei vescovi in vista delle presidenziali in Madagascar Per la patria non per la poltrona ANTANANARIVO, 4. Un appello ai candidati alle presidenziali e alle legislative in Madagascar, affinché non utilizzino il popolo «come semplice strumento per accedere alla poltrona», è stato lanciato dai vescovi in occasione della conclusione dell’Anno della fede e del settantacinquesimo anniversario della Bibbia cattolica in lingua malgascia. «Abbiate sempre come preoccupazione il bene comune — si legge nel messaggio dei presuli — e non calpestate la sovranità nazionale. Non svendete la patria». Il prossimo 20 dicembre i cittadini del Madagascar dovranno decidere se eleggere al ballottaggio per le presidenziali Jean-Louis Robinson o Hery Rajoanarimampianina, che il mese scorso hanno ottenuto rispettivamente il 21,10 per cento e il 15,93 per cento dei consensi. Nel documento la Conferenza episcopale non risparmia le critiche nei confronti di molti politici «che si aggrappano al potere, non accettano l’alternanza e si spartiscono la patria, sfruttandola al massimo», ma anche della comunità internazionale accusata di essere «ambigua» e di «approfittare della nostra debolezza». Preoccupante la situazione attuale dell’isola descritta nel messaggio: corruzione, divario sociale sempre più ampio, insicurezza e danni all’ambiente. Secondo i vescovi, la popolazione malgascia è divisa in due categorie: i ricchi e i poveri che sprofondano sempre più nell’indigenza. «L’insicurezza cresce e il popolo non è più protetto; si va dunque verso uno Stato di non diritto e verso uno Stato dove solo i più forti hanno il diritto dalla loro parte», affermano, sostenendo che la disparità tra ricchi e poveri è stata assai evidenziata nel corso della campagna elettorale per le presidenziali. «Grazie al potere del denaro si è abbondato purtroppo in calunnie, in esclusioni tribali e la compravendita di voti è stata effettuata su larga scala», si legge nel testo, reso noto anche dall’agenzia Fides. Da chi verrà eletto alla guida del Paese i vescovi si aspettano che «guarisca le ferite causate dalle diverse crisi successive, stabilisca uno Stato di diritto, unica fonte di pace e sviluppo nella giustizia e protegga le risorse nazionali, distribuendole con equità. Il vostro compito — prosegue il messaggio rivolto ai politici — è quello di lottare contro l’esclusione e l’indifferenza. Il vostro primo dovere è quello di educare la popolazione alla responsabilità civile». Infine si esorta la popolazione a respingere la violenza e la corruzione e a rispettare la vita e la verità per il futuro della nazione. L’intervento della Conferenza episcopale è stato diffuso mentre la Corte elettorale speciale sta esaminando i ricorsi presentati da alcuni candidati e, a giorni, dovrebbe proclamare i risultati definitivi del primo turno. Il momento per il Madagascar non è dei più facili: il recente rincaro del carburante dovuto alla sospensione momentanea del sussidio pubblico al settore sta provocando aumenti a catena dei prezzi dei beni di prima necessità. Nel contempo la Banca africana di sviluppo ha deciso di dimezzare gli aiuti per il biennio 2014-2016 come conseguenza delle «debolezze dei governanti» e della «cattiva gestione dei fondi». † La Segreteria di Stato comunica che è deceduta la Signora FRANCA VALENTINI madre del Dott. Alessandro Valentini Scrittore della Segreteria di Stato in servizio presso la Sezione per gli Affari Generali I Superiori ed i Colleghi partecipano al dolore del Dott. Valentini e a quello dei Familiari, assicurando loro vicinanza spirituale e un particolare ricordo nella preghiera. † Il Presidente P. Bernard Ardura, il Segretario, i membri e i colleghi del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, partecipano al lutto che ha colpito il Dott. Alessandro Valentini per la scomparsa dell’amatissima Mamma Signora FRANCA Ed elevano al Signore ferventi preghiere di suffragio. 4 dicembre 2013 L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 5 dicembre 2013 pagina 7 Documento della Conferenza episcopale a difesa dei popoli indigeni Droga, tratta e diritti del lavoro all’attenzione del Consiglio permanente dell’episcopato argentino Urge una soluzione alla questione agraria in Brasile Il Vangelo contro lo sfruttamento dell’uomo BRASILIA, 4. Il doloroso conflitto che da decenni oppone agricoltori e indigeni in Brasile continua a preoccupare la Chiesa cattolica. In una dichiarazione pubblicata nei giorni scorsi dalla Conferenza episcopale brasiliana, firmata dal presidente, dal vicepresidente e dal segretario generale, rispettivamente il cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, l’arcivescovo di São Luís do Maranhão, monsignor José Belisário da Silva e il vescovo ausiliare di Brasilia, monsignor Leonardo Ulrich Steiner, intitolata “Popoli indigeni e agricoltori”, si afferma che «non si può prolungare questo stato di cose, che ci Nel 2015 a Torino Ostensione straordinaria della Sindone TORINO, 4. Una nuova straordinaria ostensione della Sindone nel 2015: l’annuncio è stato dato mercoledì mattina da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e custode pontificio della reliquia. «Nei giorni scorsi — ha spiegato l’arcivescovo nel corso di una conferenza stampa — ho ricevuto dalla Segreteria di Stato della Santa Sede la comunicazione dell’assenso, da parte del Santo Padre, a tale ostensione pubblica nell’ambito delle celebrazioni per il secondo centenario della nascita di san Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani, il cui fecondo carisma è oggi più attuale e vitale che mai, anche nelle opere da lui avviate e nel servizio che i suoi figli e le sue figlie delle congregazioni salesiane svolgono a favore della Chiesa universale». L’ostensione si svolgerà, nel 2015, tra il tempo pasquale e la chiusura, il 16 agosto, delle iniziative per il bicentenario della nascita di don Bosco. La precedente ostensione si è tenuta nel 2010, mentre nel giorno del sabato santo di quest’anno in Duomo si è svolta una breve ostensione per via televisiva. umilia davanti all’opinione pubblica mondiale, perché è una tremenda ingiustizia quella che viene commessa contro un gran numero di brasiliani. E l’ingiustizia genera sempre violenza». I vescovi si dicono angosciati per la mancata soluzione dei «conflitti sulla terra. Il momento è critico — si legge nel messaggio — e richiede un’azione urgente ed efficace da parte del Governo brasiliano in difesa della vita, della giustizia e della pace tra indigeni e agricoltori del Paese». Secondo i presuli, quello che avviene da anni in Brasile è un dovere che coinvolge tutta la società, rappresentata dal suo Governo. Per questo è urgente e necessario fornire al più presto alle popolazioni indigene le condizioni che le rendono soggetti e protagoniste del loro sviluppo, piuttosto che tenerle in dipendenza economica e sociale che colpisce la loro dignità di esseri umani. La Conferenza episcopale, inoltre, condivide «l’angoscia dei popoli indigeni e degli agricoltori dinanzi alla mancanza di risposte da parte del Governo federale e dei rispettivi Governi statali, per risolvere in modo definitivo i conflitti sulla terra che aumentano ogni giorno». Per porre fine agli scontri, i presuli suggeriscono due soluzioni: il riconoscimento dei diritti storici e costituzionali dei popoli indigeni sulle loro terre tradizionali, e il riconoscimento dei titoli fondiari assegnati in buona fede. Nel messaggio, viene definita “inaccettabile” la posizione del Governo federale e dei Governi statali «nell’impedire e ritardare la soluzione di questi problemi, perché non fa altro che aumentare l’incertezza, l’angoscia e il rischio di conflitti tra indigeni e agricoltori. Nella situazione attuale i popoli indigeni e gli agricoltori sono vittime di un modello sbagliato di occupazione del territorio brasiliano». Un invito a «dialogare per risolvere il problema e non continuare a macchiare con sangue il suolo dello Stato e a lasciarsi guidare dalla giustizia e dalla saggezza nell’adottare con urgenza misure concrete» è stato rivolto alle autorità civili, giudiziarie e militari. I vescovi, inoltre, hanno esortato tutte le persone di buona volontà a porre fine agli scontri che alimentano ancora di più una situazione già di per sé incandescente. BUENOS AIRES, 4. La pastorale vocazionale e l’urgenza di un rinnovato annuncio del Vangelo in una realtà sociale segnata da grandi emergenze: questi i principali temi all’ordine del giorno della riunione del Consiglio permanente dell’episcopato argentino. La due giorni di lavori si è conclusa oggi, mercoledì 4, sotto la presidenza dall’arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, José María Arancedo. Oltre all’esame della situazione sociale del Paese — in particolare l’emergenza droga — i presuli si sono dedicati all’approfondimento della riflessione sul tema della nuova evangelizzazione e della missione permanente sulla base del discorso che Papa Francisco ha rivolto ai membri del Consiglio Episcopale Latinoamericano nell’ambito della Giornata mondiale della gioventù. Argomento che, ovviamente, include l’orientamento programmatico della Chiesa nella regione e il compito missionario delle diocesi. Al centro dei lavori anche la preparazione dell’assemblea plenaria dell’episcopato prevista per l’aprile del prossimo anno che, come è stato annunciato, sarà incentrata sulla pastorale vocazionale. Spazio anche all’esame della relazione presentata dalla Commissione episcopale della Caritas, presieduta dal vescovo di San Isidro, Óscar Vicente Ojea. Come è noto, dopo la pubblicazione il mese scorso del documento El drama de la droga y el narcotráfico, i vescovi argentini hanno indetto per il 7 dicembre una giornata di digiuno e preghiera, come gesto di accompagnamento e riflessione, rivolta ai cattolici come a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. I vescovi hanno perciò ribadito il loro invito alla popolazione per questo appuntamento, perché — ha spiegato il portavoce dell’episcopato, don Jorge Oesterheld — «la Chiesa segue con preoccupazione questo problema e chiede azioni urgenti alle autorità». L’iniziativa del 7 dicembre intende essere l’occasione per chiedere a Dio di «muovere e sostenere i cuori e le volontà di coloro che hanno nelle loro mani la responsabilità delle risorse della legge, per frenare la forza perversa e devastatrice delle droghe. Pregheremo inoltre — hanno spiegato i presuli — per l’edificazione di una cultura dell’incontro e della solidarietà, come base di una rivoluzione morale che sostenga una vita più degna, e per la conversione dei narcotrafficanti». Da tempo, infatti, i presuli denunciano che la difficile situazione economica e sociale del Paese sta avendo pesanti ripercussioni sulla vita soprattutto dei giovani. E, quanto la questione del narcotraffico sia diventata allarmante è evidente anche dalle recenti dichiarazioni del presidente dell’episcopato, monsignor Arancedo. L’Argentina «sta correndo il rischio di trovarsi in una situazione di non ritorno», ha dichiarato. «Non è un tema localizzato in una regione. La preoccupazione viene dal fatto che la droga si è ormai installata e il narcotraffico è presente dappertutto». Negli ultimi anni il fenomeno delle tossicodipendenze e del mercato delle droghe controllato da bande di criminali, assieme ad altre problematiche come l’alcolismo e il gioco d’azzardo, ha assunto contorni particolarmente inquietanti. In particolare si è abbassata l’età media di coloro che ricorrono agli stupefa- centi, passata in breve tempo dai 14 agli 8 anni. Nella capitale, per indicazione dell’arcivescovo Mario Aurelio Poli, la giornata di preghiera e di digiuno, oltre alla piaga della droga, sarà dedicata anche alle vittime del traffico degli esseri umani e dello sfruttamento sui luoghi di lavoro. Il portavoce dell’episcopato è intervenuto anche sulla vicenda relativa alla nomina da parte del Governo di un sacerdote, Juan Carlos Molina, a capo della Segreteria di programmazione per la prevenzione della tossicodipendenza (Sedronar). I presuli, ha detto il portavoce, giudicano «buono» che Molina, che conosce «il dolore dei ragazzi e ha lavorato nel campo della prevenzione», si occupi della Sedronar, ma avvertono che «occorre distinguere questo compito, senza dubbio importante, dalla lotta al narcotraffico, che è una questione più profonda e importante». Gruppi di fedeli all’udienza generale All’udienza generale di mercoledì 4 dicembre, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi. Da diversi Paesi: Partecipanti al Seminario promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; Suore del Centro Internazionale di animazione missionaria Figlie della Carità. Dall’Italia: Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: Santi Ermacora e Fortunato, in Trieste; Santa Maria e Santa Giuliana, in Castello d’Aviano; Santissimo Redentore, in Fontanafredda; Beata Vergine del Rosario, in Cherubine di Cerea; San Marcellino, in Genova; Sant’Ambrogio, in Genova-Voltri; Santa Maria Assunta, in Cerànesi; San Lorenzo, in Torbi; San Rocco, in Gazzolo; San Bartolomeo, in Livellato; San Martino, in Paravanico; Nostra Signora della salute, in La Spezia; Santa Maria, in Vicopisano; Sacro Cuore, in Firenze; Santi Pietro e Paolo, in Buonconvento; Santa Croce, in Ancona; Santa Maria del Piano e del Colle; San Sebastiano, in Jesi; Maria Santissima Assunta, in Tollo; Maria Santissima Madre di Dio, in Francavilla al Mare; Sacro Cuore di Gesù, in Fabro; Santa Maria della stella e San Pietro Parenzo, in Orvieto; San Biagio, in Città di Castello; Santa Barbara alle Capannelle; Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle; San Gabriele, in Roma; San Lorenzo, in Formello; San Sebastiano, in Valmontone; San Carlo Borromeo, in Latina; Santa Maria della neve, in Cesaproba di Montereale; Santissimo Salvatore, in Oricola; Beata Vergine Maria Regina della pace, in Foggia; San Filippo Neri, in Putignano; Maria santissima Addolorata, in Tuturano; San Pietro, in Valle di Maddaloni; San Pietro, in Romagnano; San Silvestro, in Sant’Agata de’ Goti; San Giacomo, in Puglianello; Santa Maria della verità, in Benevento; Santa Generosa, in Ponte; Santa Maria delle Grazie e San Giorgio, in Portici; Sant’Antonio, in Mercato San Severino; Madonna dei cieli, in Catanzaro; Immacolata Concezione, in Centuripe; Gruppi di fedeli da: Unità pastorale Alta Val di Non; Vicariato di Luni; Unità pastorale di Sant’Elpidio a Mare; Polignano a Mare; Montesignano; Castel San Giovanni; Cantalupo Ligure; Piamborno; La Spezia; Roncina; Garda; Ufficiali e Militari del 2° Battaglione Granatieri «Cengio» di Spoleto, con l’Arcivescovo Renato Boccardo; Ufficiali e militari del 1° Reggimento Bersaglieri, di Cosenza; Ufficiali e Militari del Comando regionale Abruzzo della Guardia di Finanza; Corpo Forestale dello Stato, di Foggia; Polizia municipale, di Agropoli; Associazione italiana spina bifida e idrocefalo; Associazione malati di Parkinson; Associazione Risveglio; Associazione nazionale San Paolo Italia; Associazione dopolavoro ferroviario, di Sulmona; Associazione C’era una volta, di ChivassoVillamiroglio; Associazione Noi insieme, di Monselice; Associazione ANFE, di San Michele Salentino; Associazione nazionale Carabinieri, di Montesarchio; Associazione Solidarietà e promozione sociale, di Labico; Associazione musicale, di Melicucco; Associazione Italiana amici di Raoul Follereau; Associazione provinciale gioiellieri, orafi, argentieri, orologiai e Affini, di Palermo; Associazione La sorgente, di Gragnano; Associazione Genio Ferrovieri, e Sindacato Fast Ferrovie; Federazione italiana panificatori, Pasticcieri e Affini; Federazione CISL pensionati, di Cisterna di Latina; Unione italiana ciechi, di Sant’Anastasìa; Fondazione Don Bosco nel mondo; Fondazione San Riccardo Pampuri, di Morimondo; Cursillos di cristianità, di Napoli; Opera vocazioni sacerdotali, di Trecastagni; Opera nazionale Città delle Ragazze, di Roma; Arciconfraternita Morte e Orazione, di Lanciano; Ordine francescano secolare, di Roma; Gruppo di preghiera, di Torino; Gruppo Azione cattolica, di Mascalucia; Gruppo della Corsa dei Santi; Gruppi della Misericordia, di Scandicci, e di Napoli; Soci dei Lions club, di Ostuni, e di Lignano Sabbiadoro; Delegazione dell’O pera Romana Pellegrinaggi; Gruppo del Tribunale Civile, di Roma; Gruppo Amici di Don Orione, di Corvino San Quiri- co; Comunità alloggio L’Aquilone, di Fonte Nuova; Gruppo associativo ItaliaRomania, di Noceto; Gruppo seniores Selex, di Giugliano; Società italiana di anestesia, analgesia e terapia intensiva pediatrica; Gruppo Il nuovo germoglio, di Ciampino; Coro Sant’Agnese, di Baronissi; Sporting Baselice, di Roma; Circolo XX Settembre, di Meda; Circolo Unione, di Barletta; Gruppo dell’Esposizione 100 Presepi; Gruppo Amici del Presepe, di Mogliano; Delegazione della Città di Varazze; Delegazione del Fondo per l’Ambiente italiano, di Torino; Compagnia dello spettacolo San Pietro-Musicopera universale; Coro Venturini, di Tagliacozzo; Corso di teatro per ragazzi, di Roma; Gruppi CRAL, di Firenze, Bergamo, Prato, Cremona; Gruppi di studenti: Liceo De SanctisGalilei, di Manduria; Liceo Volta, di Foggia; Liceo Kennedy, di Salerno; Isti- tuto De Sanctis, di Napoli; Istituto Buzzati, di Roma; Istituto Cardelli, di Mosciano Sant’Angelo; Istituto GalicePosata, di Civitavecchia; Istituto Garibaldi, di Bari; Istituto Saffo, di Roseto degli Abruzzi; Istituto comprensivo, di Ardea - Tor San Lorenzo; Istituto comprensivo, di San Salvo; Istituto comprensivo, di Arce; Istituto da Vinci, di Acerenza; Istituto Sbordone, di Napoli; Istituto De Sarlo, di Lagonegro; Istituto Scotellaro, di San Giorgio a Cremano; Istituto Galilei-Ferrari, di Torino; Istituto comprensivo, di Villa Adriana-Tivoli; Istituto Via Val Maggia, di Roma; Istituto Torre Orsaia, di Celle di Bulgheria; Istituto Jaci, di Messina; Istituto Rossini, di Visciano; Istituto Sacro Cuore, di Avezzano; Istituto Cestoni, di Montegiorgio; Istituto di istruzione superiore, di Castel Volturno; Istituto comprensivo, di San Nicola La Strada; Istituto Pi- tagora College, di San Giovanni Rotondo; Istituto Fermi, di Castrovillari; Istituto Santa Dorotea, di Thiene; Istituto San Giacomo, di San Giacomo d’Acri; Istituto Giustino Fortunato, di Rionero in Vulture; Istituto Filippin, di Paderno del Grappa; Istituto Perri-Pitagora, di Lamezia Terme; Istituto comprensivo, di Savoia di Lucania; Istituto Piazza De Cupis, di Roma; Scuola Di Rosa, di Badia Polesine; Scuola giardino d’infanzia, di Pozzuoli; Scuola Nobili, di Molinella; Scuola Madre Teresa di Calcutta, di Roma; Scuola Orazio, di Pomezia; Gruppi di fedeli da Campobasso, San Marzano sul Sarno, San Michele Salentino, Marsala, Osimo, Bevagna, Concordia-Pordenone, San Pietro Viminario, Solofra, Arpino, Foggia, Cittaducale, Venticano, Tivoli, Bisceglie, Caltanissetta. Coppie di sposi novelli. Dalla Svizzera: Polo scolastico Italosvizzero, di Zurigo. Gruppi di fedeli da: Repubblica Ceca; Croazia. I polacchi: Chór Dziewczęcy «Gama» z Aleksandrowa Kujawskiego; pielgrzymi indywidualni. From England: A group of teachers from the Diocese of Lancaster; A group of Anglican students from Ardingly College, Haywards Heath, West Sussex. From Denmark: Students and staff from St Canute Catholic Secondary School. From Australia: Pilgrims from Yarra Theological Union, Melbourne, on a Liturgical Study Tour. From the United States of America: Pilgrims from St Matthew Parish, Dorchester, Massachusetts; Students and faculty from St Mary’s College, Notre Dame, Indiana, Rome Program. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppe aus Kempen, Niederrhein; Mitglieder und Freunde der Schönstattbewegung. Aus der Republik Österreich: Schülerinnen, Schüler und Lehrer des Gymnasiums der Diözese Eisenstadt. De España: grupos de peregrinos. De Venezuela: grupo El buen Samaritano. De Perú: grupo «La Merinera». De Argentina: grupos de peregrinos. De Portugal: peregrinos de Leça da Palmeira. Do Brasil: Equipes de Nossa Senhora, Criciuma; Grupo Meus pés no mundo bíblico, Ribeirão Preto. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 5 dicembre 2013 Tre parole per costruire una società nuova All’udienza generale il Pontefice parla della risurrezione della carne Risonanza di eternità Grazie al battesimo, nella vita di ogni cristiano c’è un’anticipazione della partecipazione futura alla risurrezione di Gesù. Lo ha detto Papa Francesco nella riflessione proposta ai fedeli che questa mattina, mercoledì 4 dicembre, hanno partecipato all’udienza generale svoltasi in piazza San Pietro. Questo il discorso del Pontefice. Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi ritorno ancora sull’affermazione «Credo la risurrezione della carne». Si tratta di una verità non semplice e tutt’altro che ovvia, perché, vivendo immersi in questo mondo, non è facile comprendere le realtà future. Ma il Vangelo ci illumina: la nostra risurrezione è strettamente legata alla risurrezione di Gesù; il fatto che Egli è risorto è la prova che esiste la risurrezione dei morti. Vorrei allora presentare alcuni aspetti che riguardano il rapporto tra la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione. Lui è risorto, e perché Lui è risorto anche noi risusciteremo. Anzitutto, la stessa Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede piena nella risurrezione dei morti. Questa si esprime come fede in Dio creatore di tutto l’uomo — anima e corpo —, e come fede in Dio liberatore, il Dio fedele all’alleanza con il suo popolo. Il profeta Ezechiele, in una visione, contempla i sepolcri dei deportati che vengono riaperti e le ossa aride che tornano a vivere grazie all’infusione di uno spirito vivificante. Questa visione esprime la speranza nella futura “risurrezione di Israele”, cioè nella rinascita del popolo sconfitto e umiliato (cfr. Ez 37, 1-14). Gesù, nel Nuovo Testamento, porta a compimento questa rivelazione, e lega la fede nella risurrezione alla sua stessa persona e dice: «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11, 25). Infatti, sarà Gesù Signore che risusciterà nell’ultimo giorno quanti avranno creduto in Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in tutto, eccetto il peccato; in questo modo ci ha presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunione nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è la fonte e la ragione della nostra speranza: una speranza che, se coltivata e custodita, — la nostra speranza, se noi la coltiviamo e la custodiamo — diventa luce per illuminare la nostra storia personale e anche la storia comunitaria. Ricordiamolo sempre: siamo discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza. Un altro aspetto: che cosa significa risuscitare? La risurrezione di tutti noi avverrà nell’ultimo giorno, alla fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà Presentato dal cardinale arciprete Harvey Il mosaico di Papa Francesco per la basilica di San Paolo A Papa Francesco è stato presentato stamane, prima dell’udienza, all’arco delle Campane, il tondo mosaico che lo raffigura e che lunedì sarà collocato nella famosa galleria della basilica di San Paolo fuori le Mura. A mostrare l’opera al Pontefice sono stati il cardinale arciprete James Michael Harvey, l’abate benedettino di San Paolo, dom Edmund Power, il cardinale Angelo Comastri e il vescovo Vittorio Lanzani, presidente e delegato della Fabbrica di San Pietro, con i mosaicisti che l’hanno realizzata. Tratta da un fotogramma, l’immagine di Papa Francesco è stata realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano della Fabbrica di San Pietro che, dopo l’incendio del 1823, ha eseguito tutti i tondi con i volti dei Pontefici per la basilica Ostiense. la vita al nostro corpo riunendolo all’anima, in forza della risurrezione di Gesù. Questa è la spiegazione fondamentale: perché Gesù è risorto noi risusciteremo; noi abbiamo la speranza nella risurrezione perché Lui ci ha aperto la porta a questa risurrezione. E questa trasformazione, questa trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dal rapporto con Gesù, nei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Noi che in questa vita ci siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue risusciteremo come Lui, con Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù è risorto con il suo proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Ma questa non è una bugia! Questo è vero. Noi crediamo che Gesù è risorto, che Gesù è vivo in questo momento. Ma voi credete che Gesù è vivo? E se Gesù è vivo, voi pensate che ci lascerà morire e non ci risusciterà? No! Lui ci aspetta, e perché Lui è risorto, la forza della sua risurrezione risusciterà tutti noi. Un ultimo elemento: già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita, che è orientata verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo pensiero ci dà speranza: siamo in cammino verso la risurrezione. Vedere Gesù, incontrare Gesù: questa è la nostra gioia! Saremo tutti insieme — non qui in piazza, da un’altra parte — ma gioiosi con Gesù. Questo è il nostro destino! Tweet su @pontifex Ascolto e dialogo per comunicare «50 anni fa il Vaticano II ha parlato di comunicazione. Ascoltiamo, dialoghiamo e portiamo a Cristo tutti coloro che incontriamo nella vita». È il tweet con il quale Papa Francesco ha voluto ricordare questa mattina, mercoledì 4 dicembre, il cinquantesimo anniversario del decreto conciliare Inter mirifica. Per questa occasione il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali ha lanciato un portale multimediale — www.intermirifica50.va — e attraverso l’account twitter @pccs.va ne ha annunciato la messa in rete sin da questa mattina. Anche la Pontificia Università Lateranense ha voluto celebrare il giubileo d’oro del documento conciliare con un convegno tematico. Nei saluti ai fedeli anche un nuovo appello a costruire insieme la pace In preghiera per le religiose rapite in Siria Un appello del Papa alla preghiera per le religiose del monastero grecoortodosso siriano di Maalula, rapite nei giorni scorsi, ha concluso l’udienza generale. In precedenza il Santo Padre aveva rivolto particolari espressioni di saluto ai diversi gruppi di fedeli presenti. Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, venidos de España, Argentina, Perú, Venezuela y otros países latinoamericanos. Que todos demos testimonio alegre de esa condición de vida eterna hacia la que caminamos. Muchas gracias! Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare le religiose in formazione presso il Centro Internazionale di Animazione Missionaria. Che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi aiuti ad accrescere la vostra fede nella resurrezione! Buon pellegrinaggio a Roma. Con sentimenti di riconoscenza e affetto, saluto tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i gruppi brasiliani di Criciúma e Ribeirão Preto e i fedeli di Leça da Palmeira, invocando sui vostri passi la gioia dell’incontro con Dio: Gesù Cristo è la Tenda divina in mezzo a noi; andate da Lui, vivete nella sua grazia e avrete la vita eterna. Su di voi e sulle vostre famiglie e parrocchie scenda la Benedizione di Dio. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca, Australia e Stati Uniti. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore! Un cordiale benvenuto ai fratelli e alle sorelle di lingua tedesca. In particolare saluto i membri e gli amici di Schönstatt venuti in pellegrinaggio a Roma. Il Cristo morto e risorto è la ragione della nostra speranza; egli non ci lascerà nella morte. Nell’attesa del suo Regno portiamo questa speranza anche agli altri, affinché sentano la vicinanza e l’amore di Dio. Il Signore vi protegga e benedica sempre. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Gesù è la risurrezione e la vita! Se crediamo in Lui, Egli ci risusciterà nell’ultimo giorno. Il Signore vi benedica! Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Abbiamo iniziato l’Avvento. Stiamo meditando il mistero del Messia che, colmo d’amore e di misericordia, viene a salvare l’uomo. Perseveriamo con Lui nella preghiera, nella meditazione della Parola di Dio, frequentando secondo la vostra tradizione la messa quotidiana. La vita eterna dipende dal nostro lega- me con Cristo. Benedico di cuore voi qui presenti e le vostre famiglie. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto i partecipanti al Seminario su etica e valori promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; le Figlie della Carità; i fedeli di Poli- gnano a Mare; le forze dell’O rdine, in particolare il Comando della Guardia di Finanza della Regione Abruzzo, i Bersaglieri di Cosenza e i Granatieri di Spoleto, accompagnati dall’Arcivescovo monsignor Boccardo. Saluto inoltre gli studenti, specialmente il Liceo De SanctisGalilei di Manduria e gli Istituti di San Nicola La Strada e “Sacro Cuo- Da venerdì le prediche d’Avvento in Vaticano Verso Natale con Francesco «Verso il Natale del Signore in compagnia di San Francesco d’Assisi». È il tema delle meditazioni che il predicatore della Casa Pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa, terrà — alla presenza di Papa Francesco — nei venerdì della prima settimana di Avvento, 6 dicembre, della seconda, 13 dicembre, e della terza, 20 dicembre, nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico. «Il recente pellegrinaggio di Papa Francesco ad Assisi e il tema della prossima Giornata mondiale della pace “Fraternità, fondamento e via per la pace” — spiega il religioso — ci offrono l’occasione per una riflessione su ciò che il poverello può ancora dire alla Chiesa di oggi». I tre temi sui quali verteranno le meditazioni sono: Francesco d’Assisi e la riforma della Chiesa per via di santità; l’umiltà di Francesco d’Assisi, la via evangelica alla fratellanza e alla pace; con San Francesco davanti al mistero dell’incarnazione: la povertà di Cristo e quella di Francesco. Alle prediche sono invitati i cardinali, gli arcivescovi e i vescovi, i segretari delle congregazioni, i prelati della Curia romana e del Vicariato di Roma, i superiori generali e i procuratori degli ordini religiosi facenti parte della Cappella Pontificia. re” di Avezzano; la delegazione dell’Opera Romana in partenza per l’Iraq; i gruppi parrocchiali e le numerose associazioni, particolarmente “Spina-Bifida e Idrocefalo” e gli “Amici di Raoul Follereau”, impegnate nell’aiuto ai sofferenti. In questi primi giorni d’Avvento rivolgiamoci alla Vergine Immacolata con la fiduciosa preghiera: Ella è il modello del nostro cammino incontro al Cristo che viene in noi. Rivolgo un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria di San Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Questo santo sacerdote ci ricorda l’impegno di ciascuno nell’annunciare il Vangelo. Cari giovani, siate coraggiosi testimoni della vostra fede; cari ammalati, offrite la vostra croce quotidiana per la conversione dei lontani alla luce del Vangelo; e voi, cari sposi novelli, siate annunciatori dell’amore di Cristo a partire dalla vostra famiglia. Desidero ora invitare tutti a pregare per le monache del Monastero greco-ortodosso di Santa Tecla a Ma’lula, in Siria, che due giorni fa sono state portate via con la forza da uomini armati. Preghiamo per queste monache, per queste sorelle, e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare e a operare insieme per la pace. Preghiamo la Madonna. (Ave Maria...) «Pace, giustizia sociale e solidarietà» sono le parole chiave dell’attività della Confederación Latinoamericana y del Caribe de trabajadores estatales (Clates) che riunisce operai, impiegati e tecnici «al servizio degli Stati e dei popoli». Una rappresentanza ha partecipato all’udienza generale «per condividere col Papa l’essenza di queste tre parole, fondamentali nel suo servizio per costruire una società non asservita all’imperialismo del denaro e attenta ai deboli» spiegano il presidente, Julio Fuentes, e Carlo Luis Custer, vicepresidente del consiglio politico consultivo e già ambasciatore argentino presso la Santa Sede. Fondata nel 1967, l’associazione è oggi diffusa, con venticinque organizzazioni locali, in sedici Paesi. Francis. A Pope for our time è il libro, edito da Humanix Books, che il giornalista argentino Luis Rosales ha scritto, con Daniel Olivera, «espressamente per presentare Papa Bergoglio al mondo nordamericano» e che ha consegnato personalmente nelle mani del Pontefice. Per Rosales «ciò che più colpisce i lettori statunitensi è il profilo spirituale di Jorge Mario Bergoglio, la sua missione a Buenos Aires, ma anche la sua storia personale di figlio di emigranti piemontesi: un uomo che ha il piede nel primo mondo e l’altro piede nel nuovo mondo. E — prosegue — ha la statura per dare speranza alla crescita dei Paesi emergenti e arrivare a un mondo più giusto». Dalla diocesi di Vittorio Veneto sono venute Orietta Dal Cin, Elisabetta Varisco e il sindaco di Cappella Maggiore, Maria Rosa Barazza, per portare al Pontefice «gli abbracci del parroco di Sarmede, don Mario Dell’Arche, gravemente malato e capace di dare una testimonianza cristiana altissima; delle detenute del carcere veneziano della Giudecca; dei ragazzi con problemi familiari accolti in una casa famiglia di Vittorio Veneto; e dei bambini della terza elementare di san Giacomo di Veglia che hanno preparato lettere e disegni per augurargli, con tredici giorni di anticipo, buon compleanno». Come di consueto il Santo Padre ha salutato a lungo le persone ammalate. Tra loro Giada, ventisettenne pugliese, da sette anni paralizzata per un incidente stradale. La sua voglia di vivere la porta spesso a parlare ai giovani dei «pericoli del dopo discoteca» spiega la zia, suor Anna Maria Melazzani. Giada «ha persino imparato a usare il computer adoperando la bocca e con questo sistema ha scritto al Papa per chiedergli di incontrarla». Al termine dell’udienza il Pontefice ha benedetto la prima pietra di una nuova struttura per la carità e il dialogo interreligioso nel villaggio indiano di San Giuseppe, in arcidiocesi di Changanacherry, nel Kerala. Dal 2007 questo centro garantisce la scuola a cinquecento bambini cristiani, indù e musulmani, privilegiando i più poveri. Il Papa ha anche benedetto anche la prima pietra della nuova chiesa di Jaru in Albania, dedicata a Maria Regina e sostenuta dai frati minori conventuali della Slovacchia. Finora i cristiani di Jaru si sono ritrovati per la messa in un vecchio bunker costruito dal dittatore albanese Enver Hoxha. Al Pontefice sono stati inoltre offerti numerosi panettoni per i poveri: l’iniziativa è della Federazione italiana dei panificatori in vista del Natale. E, proprio nel clima dell’Avvento, un dono tutto particolare è venuto dalla Germania: due pastori luterani gli hanno portato la tradizionale corona d’Avvento con le quattro candele. «È un gesto di amicizia in una prospettiva ecumenica» dicono Ulrich Wiemer e Heinrich Krimpelbein. «In Germania — spiegano — questa semplice corona unisce nella preghiera cattolici e luterani perché simboleggia la grande attesa per la venuta del Signore che è la nostra luce». SANTA SEDE Il Santo Padre ha nominato Capo Ufficio nella Congregazione per la Dottrina della Fede il Reverendo Monsignor Alejandro Cifres Giménez, finora Aiutante di Studio nel medesimo Dicastero.