l`osservatore romano

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l`osservatore romano
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L’OSSERVATORE ROMANO
POLITICO RELIGIOSO
GIORNALE QUOTIDIANO
Non praevalebunt
Unicuique suum
Anno CLIII n. 279 (46.523)
Città del Vaticano
giovedì 5 dicembre 2013
.
All’udienza generale Papa Francesco parla della risurrezione della carne
Martedì pomeriggio l’incontro con il segretario di Stato
Quando comincia l’eternità
Proseguono
i lavori del Consiglio
di cardinali
Appello per le monache ortodosse rapite a Maalula
Appello di Papa Francesco per le religiose del monastero greco-ortodosso di Maalula, in Siria, rapite nei
giorni scorsi da uomini armati. Prima di concludere l’udienza generale
in piazza San Pietro, nella mattina
di mercoledì 4 dicembre, il Pontefice
ha infatti chiesto di pregare «per
queste sorelle e per tutte le persone
sequestrate a causa del conflitto in
corso».
La preoccupazione del Santo Padre per la sorte delle religiose è costante. Dal momento del rapimento,
delle suore non si hanno più notizie.
Il suo appello si aggiunge a quello
rivolto dal patriarca Giovanni X, primate della Chiesa greco-ortodossa di
Antiochia, «alla comunità internazionale e a tutti i governi del mondo
intero — si legge nel testo diffuso
questa mattina — affinché siano rilasciati le monache di santa Tecla e gli
orfanelli tenuti in ostaggio». Anche
il Patriarcato di Mosca ha severamente condannato il rapimento delle
suore ortodosse, definendolo come
un «atto disumano».
Prima di rivolgere il suo pensiero
all’ennesimo drammatico episodio
che sconvolge la martoriata popolazione siriana, il Santo Padre aveva
proposto l’ultima delle catechesi dedicate al Credo. In particolare si era
soffermato sulla risurrezione della
carne. Un traguardo, aveva detto, riservato a tutti gli uomini in virtù
della risurrezione di Gesù, tuttavia
difficile da capire. Anche se, aveva
notato il Papa, abbiamo la certezza
di essere «discepoli di Colui che è
venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più
presente questa realtà — aveva precisato — saremmo meno affaticati dal
quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare
stessi un seme di risurrezione, quale
anticipo della risurrezione piena che
riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità».
L’incontro si è concluso con
l’esortazione del Papa «a pregare e a
operare insieme per la pace».
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pazione del segretario di Stato ai
lavori».
Il direttore della Sala Stampa ha
sottolineato che il Consiglio di cardinali continua a esaminare diversi
dicasteri della Curia Romana — nel
caso specifico le Congregazioni
delle Cause dei Santi, per l’Educazione Cattolica e per l’Evangelizzazione dei Popoli — e che è possibile che nel corso degli incontri di
questi giorni si possa completare
un primo turno di considerazioni
sulle Congregazioni, a cui seguirà
lo sguardo sui Pontifici Consigli e
sugli altri dicasteri.
Si sta procedendo con rapidità,
ma non per questo in modo semplice o superficiale, «perché — ha
prtecisato — è proprio un primo giro di considerazioni che, naturalmente, poi dovranno essere riprese
e approfondite anche in una prospettiva più complessiva».
Secondo padre Lombardi, del resto, «nessuno, a cominciare dal Papa, si è illuso che potesse essere»
un processo «breve o semplice». E
così, sebbene la chiusura dei lavori
sia prevista per domani, giovedì 5,
è già stato fissato il prossimo appuntamento a febbraio, come ulteriore tappa di un cammino — ha
concluso il direttore della Sala
Stampa — che richiederà probabilmente ancora un tempo piuttosto
lungo».
Cinque milioni e mezzo sono in pericolo
Aumentati gli operatori umanitari uccisi in missione
La minaccia dell’inverno
sui bambini siriani
L’Afghanistan e la pace lontana
Un bambino siriano e la madre assistiti dalla Croce Rossa (Reuters)
DAMASCO, 4. L’approssimarsi dell’inverno espone a crescenti pericoli, fino al rischio della vita, oltre
4.300.000 bambini in Siria, ai quali
se ne aggiungono 1.200.000 profughi nei Paesi limitrofi, anch’essi in
condizioni drammatiche. L’Unicef, il
fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha sottolineato ieri come tali
numeri siano quadruplicati in un anno. Nel dicembre scorso, infatti,
l’emergenza coinvolgeva 1.150.000 in
Siria e 230.000 oltre frontiera. Alle
condizioni di vita «francamente inadeguate» si sommano il «gelo e la
pioggia» dell’inverno e «i bambini
sotto i cinque anni risultano esposti
al rischio di molte malattie», si legge
in una nota diffusa da Maria Calivis,
direttrice regionale dell’Unicef in
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con cuore misericordioso sulla via
della salvezza».
Un cammino del quale tra l’altro
facciamo esperienza già in questa vita, perché «mediante il Battesimo —
aveva poi aggiunto — siamo inseriti
nella morte e risurrezione di Cristo e
partecipiamo alla vita nuova, cioè la
vita del Risorto». E «in attesa
dell’ultimo giorno abbiamo in noi
Proseguono a pieno ritmo i lavori
della seconda serie di riunioni del
Consiglio di cardinali istituito da
Papa Francesco per aiutarlo nel governo della Chiesa universale e per
studiare un progetto di revisione
della costituzione apostolica Pastor
bonus sulla Curia romana.
Stamane, mercoledì 4 dicembre,
il direttore della Sala Stampa della
Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha informato i giornalisti che
gli otto porporati continuano a incontrarsi a Santa Marta secondo il
calendario previsto, «in un clima di
grande serenità, di cordialità e di
apertura: i partecipanti parlano con
molta libertà, essendoci anche il
vantaggio di un gruppo ristretto
che quindi può svolgere un dialogo
con facilità».
Alla sessione di mercoledì mattina il Santo Padre non ha potuto
essere presente, perché impegnato
nell’udienza generale. Il Pontefice
ha invece partecipato martedì pomeriggio, quando è stato invitato
anche l’arcivescovo Pietro Parolin,
segretario di Stato.
Si è trattato — ha puntualizzato
in proposito padre Lombardi — di
un «incontro relativamente breve,
perché lo scopo era quello di un
saluto, di una manifestazione di disponibilità alla collaborazione; non
si è trattato dunque di una parteci-
Dal 29 novembre al 3 dicembre
L’arcivescovo
Mamberti
in Giordania
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Medio Oriente e in Africa settentrionale. Da inizio ottobre, l’Unicef è al
lavoro per distribuire vestiti caldi,
coperte, teli di plastica, tende invernali e combustibile per il riscaldamento. La portavoce dell’Unicef,
Marixie Mercado, ha comunque sottolineato che l’entità della risposta
umanitaria necessaria in vista dell’inverno è senza precedenti.
Sulla questione il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ascoltato ieri
una relazione di Valerie Amos, la responsabile dell’Ocha, l’ufficio per il
coordinamento degli interventi umanitari. Amos si è detta preoccupata
per il permanere degli ostacoli che
limitano l’accesso del personale
umanitario in Siria e ha spiegato che
il suo ufficio continua a fare pressioni in questo senso sul Governo di
Damasco. La responsabile dell’O cha
ha rilevato che ultimamente ci sono
stati alcuni segnali di cooperazione,
con un aumento del numero di convogli che hanno ottenuto il via libera per entrare nel Paese, ma ha chiarito che «nel contesto del conflitto
in corso si tratta di un numero molto lontano da quello necessario a rispondere in maniera efficiente alle
esigenze di milioni di persone».
KABUL, 4. È sensibilmente aumentato il numero di operatori umanitari uccisi in Afghanistan quest’anno. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, gli attacchi compiuti
nei confronti dei lavoratori impiegati in progetti di aiuto e di ricostruzione per la popolazione afghana
sono aumentati in maniera rilevante
nel corso del 2013, arrivando a quota 237 contro i 175 del 2012. Nell’anno in corso sono state uccise finora
36 persone, mentre 46 sono rimaste
ferite e 96 arrestate o rapite. Nel
2012 il bilancio è stato di 11 morti,
26 feriti e 44 arrestati o rapiti. Sono
dati questi, sottolineano gli osservatori, che fanno dell’Afghanistan uno
dei Paesi dove è più pericoloso prestare opere di soccorso. Del resto i
talebani da tempo portano avanti
un’azione destabilizzante che mira a
colpire tutti coloro che, a vario titolo, cercano di contribuire alla ricostruzione del territorio costantemente segnato dalle violenze.
In questo scenario dunque riveste
una particolare importanza la que-
stione della sicurezza, soprattutto in
vista del completo ritiro, entro la fine del 2014, del contingente internazionale. Ma tale questione sta
sempre più diventando il pomo della discordia tra le varie parti coinvolte. Da un lato gli Stati Uniti
premono perché l’intesa sia firmata
subito. Su questa linea si è posta
anche la Loja Jirga (Grande Assemblea) che al termine dei lavori, svoltisi nei giorni scorsi, ha redatto un
comunicato al riguardo. Dall’altro
vi è il presidente afghano, Hamid
Karzai, che invece vuole che l’accordo sulla sicurezza sia ufficializzato solo dopo le elezioni presidenziali afghane, previsto per il prossimo aprile. E mentre la divergenza si
amplia, è intervenuta, ieri, anche la
Nato. È stato il segretario generale,
Anders Fogh Rasmussen, a lanciare
un ultimatum a Karzai. Senza la
firma bilaterale dell’accordo, ha detto Rasmussen, non sarà possibile
continuare la missione internazionale dopo il 2014. Il segretario generale della Nato ha quindi affermato:
«La mia preoccupazione è che, se
non saremo capaci di dispiegare
una missione di addestramento, vi
sarà un impatto negativo sulla sicurezza nel Paese».
Ieri intanto il Pentagono ha deciso di bloccare l’invio di approvvigionamenti alle truppe Nato in Afghanistan attraverso il Pakistan a
causa delle proteste contro i raid
dei droni statunitensi (velivoli senza
pilota) che metterebbero a repenta-
glio la sicurezza degli autisti. Torna
dunque alla ribalta la questione dei
droni che da tempo divide Washington e Islamabad. Secondo le autorità pakistane, i raid dei droni costituiscono una seria minaccia all’incolumità dei civili perché non garantiscono i cosiddetti «bombardamenti
scientificamente mirati». Il Pentagono, dal canto suo, replica che —
fatta ovviamente salva la volontà di
non nuocere alla popolazione durante le operazioni militari — la
strategia dei droni si è rivelata finora assai efficace nel colpire le postazioni dei talebani e nell’eliminare
numerosi miliziani.
Sempre riguardo al Pakistan si
segnala che ieri un commando armato ha assassinato, a Karachi, Allama Deedar Ali Jalbani, vice segretario
dell’organizzazione
sciita
Majlis-e-Wahdat
e
Muslimeen.
Nell’attacco è stata uccisa anche la
guardia del corpo del leader sciita.
La comunità sciita locale ha annunciato tre giorni di lutto.
Nel libro di Mazzucco il problema
della parentalità omosessuale
Feroci violenze
nella Repubblica
Centroafricana
Realtà
falsificata
LUCETTA SCARAFFIA
BANGUI, 4. Feroci violenze segnano sempre più la Repubblica
Centroafricana. Nella località di
Boali, ottanta chilometri a nord
della capitale Bangui, dodici
persone, compresi alcuni bambini, sono state trucidate in un attacco a un accampamento di pastori della comunità minoritaria
peul, per lo più musulmani. Gli
ex ribelli della Seleka, al potere
dopo il colpo di Stato del marzo scorso, accusano le milizie
popolari chiamate anti-balaka,
formate dagli agricoltori a maggioranza cristiani per difendersi
dagli attacchi dei miliziani della
stessa Seleka.
A PAGINA
5
NOSTRE
INFORMAZIONI
Una famiglia afghana assistita dalla Croce rossa in Afghanistan
Il Santo Padre ha nominato
Membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche l’Illustrissima Professoressa Maria
de Lurdes Correia Fernandes,
Docente Ordinario presso la
Facoltà di Lettere e Vice Rettore dell’Università di Porto
(Portogallo).
L’OSSERVATORE ROMANO
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giovedì 5 dicembre 2013
La Nato condanna l’eccessivo uso della forza contro i manifestanti
A Kiev
prove di dialogo
KIEV, 4. Si apre uno spiraglio nel
muro contro muro tra Governo e
manifestanti pro-Ue a Kiev. Il premier ucraino, Mikola Azarov, ha
chiesto oggi all’opposizione di «fermare l’escalation» della tensione politica — annunciando che i dimostranti che violano la legge saranno
puniti — ma si è detto disposto al
dialogo con le migliaia di persone
che da quasi due settimane scendono in piazza nella capitale contro il
congelamento di un accordo di associazione con l’Unione europea.
Il Governo ha ieri superato la
mozione di sfiducia, nonostante un
principio di emorragia di deputati
dal partito di maggioranza. Una decisione che ha deluso profondamente i quasi diecimila dimostranti che
durante il voto presidiavano il Parlamento sventolando bandiere ucraine ed europee e sperando nella caduta dell’Esecutivo. Ma per quel
che è successo nei giorni scorsi
qualche testa salterà e — dopo le dimissioni del capo della polizia di
Kiev — Azarov ha annunciato «un
importante rimpasto di Governo».
Dopo la mancata sfiducia al Governo, migliaia di manifestanti hanno
bloccato l’accesso al palazzo presi-
Manifestanti pro-Ue a Kiev (Reuters)
denziale, difeso da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa.
I ministri degli Esteri della Nato,
intanto, hanno condannato ieri
«l’eccessivo uso della forza nella repressione delle proteste pacifiche» e
hanno chiesto «a tutte le parti di
astenersi dalla provocazione e dalla
violenza». «Non capisco perché la
Nato abbia fatto una dichiarazione
del genere» ha detto oggi al termine
della riunione Nato-Russia il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, considerandola una interferenza negli affari interni dell’Ucraina.
Il segretario di Stato americano,
John Kerry, ha espresso ieri il proprio appoggio ai manifestanti in
piazza a Kiev: «Siamo a fianco della grande maggioranza di ucraini
che vogliono vedere quel futuro per
il loro Paese», ha dichiarato a margine della riunione dei ministri degli
Esteri dell’Alleanza atlantica a Bruxelles. «Esortiamo con forza il Governo ucraino ad ascoltare le voci
del suo popolo che vuole vivere nella libertà e nella prosperità».
Il Cremlino, nel frattempo, fa un
altro passo verso Kiev concedendole
un rinvio alla prossima primavera
del pagamento del metano importato da ottobre a dicembre; ciò significa che per questo inverno dovrebbe essere scongiurato il rischio di
una “guerra del gas”. Una delegazione del Governo ucraino — guidata dal vice premier Iuri Boiko — si è
recata oggi a Mosca «per rafforzare
la nostra partnership strategica con
la Russia». Lo ha reso noto l’agenzia Itar-Tass. Un’altra delegazione
del Governo ucraino è in partenza
per Bruxelles per mantenere aperti i
colloqui con l’Ue per definire un
accordo di associazione a condizioni
più favorevoli per Kiev.
Segnali positivi anche dal mercato dell’auto
Disoccupazione spagnola in calo
MADRID, 4. In Spagna, lo scorso
mese, il numero di disoccupati è diminuito di 2.475 persone, assestandosi così a un totale di 4,8 milioni:
un calo dello 0,5 per cento rispetto
ad ottobre.
Lo ha reso noto ieri il ministero
del Lavoro e della Previdenza sociale, precisando che si tratta della prima riduzione mensile dal 1997, anno
di inizio del rilevamento statistico.
Su base annua, la disoccupazione si
è ridotta di 98.909 persone, pari al
2,02 per cento.
Buone notizie anche sul fronte
del mercato dell’auto, che a novembre ha fatto registrare un incremento del 15,1 per cento rispetto allo
stesso periodo del 2012 e dall’inizio
dell’anno un saldo positivo del 2,1
per cento, con 662.188 nuove immatricolazioni. Da tre mesi il mercato
automobilistico spagnolo fa registrare segnali positivi e quello record di
novembre è legato principalmente al
nuovo piano di incentivi deciso dal
presidente del Governo, Mariano
Rajoy, per rilanciare il settore.
Questi dati sono giunti mentre è
iniziata la quinta e ultima verifica
degli ispettori della troika (Fmi, Bce
e Ue) sulle banche, nell’ambito degli aiuti concessi al settore. Il 14 novembre scorso, i ministri dell’Economia dei Paesi dell’eurozona hanno
stabilito di non prorogare il programma di assistenza o di aiuti ad-
Nuovi
colloqui
tra Serbia
e Kosovo
BRUXELLES, 4. Riprendono domai a
Bruxelles, sotto l’egida dell’Alto
rappresentante per gli Affari esteri e
la Politica di sicurezza dell'Unione
europea, Catherine Ashton, i colloqui tra Kosovo e Serbia. Lo ha reso
noto la stessa Ashton, dopo il regolare secondo turno del voto alle municipali in Kosovo. «Queste elezioni
sono cruciali per il futuro del Kosovo e per il processo di normalizzazione delle relazioni fra Pristina e
Belgrado» ha precisato il capo della
diplomazia dell’Unione europea.
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Dal 29 novembre al 3 dicembre
L’arcivescovo Mamberti
in Giordania
Dal 29 novembre al 3 dicembre
2013, il Segretario per i Rapporti
con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti, ha effettuato una visita nel Regno Hashemita di Giordania. Il Presule, accompagnato da
monsignor Alberto Ortega, Officiale della Segreteria di Stato, è stato
accolto all’aeroporto internazionale
Queen Alia di Amman, dal Nunzio
Apostolico in Giordania, Giorgio
Lingua, e dal Segretario della Rappresentanza Pontificia, Mauricio
Rueda Beltz, nonché da funzionari
dell’Ufficio del Protocollo e del Ministero degli Affari Esteri e rappresentanti della Chiesa locale.
Al suo arrivo nella Capitale giordana, l’arcivescovo Mamberti si è
recato al Ministero degli Affari Esteri, dove ha incontrato il Ministro,
Nasser Judeh, che ha offerto in seguito una cena all’illustre ospite, alla quale hanno partecipato altri Ministri e funzionari dello stesso Ministero degli Affari Esteri e della Casa
Reale, nonché alcune Autorità della
Chiesa, tra cui Maroun Lahham, Vicario per la Giordania del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e Yasser
Ayyash, Arcivescovo di Petra e Filadelfia dei Greco-Melkiti.
Il 30 novembre il Segretario per i
Rapporti con gli Stati ha visitato la
splendida e storica città di Petra.
Quello stesso giorno ha avuto una
cena nella sede del Patriarcato Latino ad Amman con la partecipazione
di tutti i Vescovi del Paese.
Domenica primo dicembre, Mamberti ha fatto visita a Betania, al sito
del battesimo di Gesù, che si è sviluppato negli ultimi anni e dove sono state scoperte tracce di diverse
chiese antiche. Le diverse Comunità
cristiane vi hanno costruito santuari
per far diventare questo luogo sacro
un centro di spiritualità. In particolare l’arcivescovo Mamberti ha visitato il cantiere, già avanzato, della
chiesa costruita dal Patriarcato latino di Gerusalemme.
Un momento particolarmente
commovente del viaggio in Giordania è stato la visita alla parrocchia
di Zarqa e al centro di Caritas Giordania, che opera in essa, in favore
dei rifugiati siriani, offrendo assistenza sociale, sanitaria e sostegno
scolastico per i bambini.
Il pomeriggio della domenica
l’arcivescovo Mamberti ha presieduto la celebrazione eucaristica con la
comunità di lingua francese e spagnola nella parrocchia di Nostra Signora di Nazareth ad Amman, alla
quale hanno partecipato anche il
Nunzio Apostolico in Giordania e
dizionali, visto il miglioramento in
atto nel Paese. Madrid ha utilizzato
41,3 miliardi di euro (sui cento messi
a disposizione dall’Ue nel luglio del
2012) per salvare buona parte del
suo sistema di credito. La visita, in
programma fino al 16 dicembre, servirà per fare il punto sui progressi
realizzati nella stabilizzazione del
settore finanziario spagnolo e sul rispetto degli impegni previsti dal
programma concordato per gli aiuti.
Per le vittime di una tragedia del lavoro senza regole e diritti
Lutto cittadino a Prato
ROMA, 4. È giorno di lutto cittadino, oggi a Prato, per i setti cinesi
uccisi nel rogo, domenica mattina,
di un capannone dell’industria tessile Teresa Moda. Alle 12 è stata
osservata un’interruzione simbolica
di un minuto delle attività di scuole e uffici pubblici. Nel pomeriggio è fissata una seduta straordinaria del Consiglio comunale, e alle
18.30 partirà una marcia silenziosa
indetta dalle segreteria cittadine
dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Già ieri sera, un migliaio di persone si erano assiepate di fronte al
capannone distrutto. L’ufficializzazione dell’identità delle vittime è
attesa per le prossime ore, ma la
comunità cinese di Prato non ha
dubbi in merito. Durante la veglia
di ieri sera, alla base del portone
di ghisa del capannone era stato
posto un simulacro con le sette fotografie delle vittime, circondato
da centina di candele e mazzi di
fiori. All’iniziativa hanno partecipato soprattutto cinesi che hanno
accompagnato con un canto costante il rito di commemorazione
dei propri connazionali. C’erano
comunque anche numerosi italiani.
Durante la commemorazione, il
presidente dell’Associazione ItaliaCina,
l’imprenditore
Gabriele
Zheng, ha letto un messaggio nel
quale chiede alla propria comunità
di «prendersi la responsabilità e
cambiare l’atteggiamento autonomamente per arrivare al rispetto
delle regole».
Quattro persone sono state
iscritte nel registro degli indagati
dalla procura di Prato, che ha
aperto un procedimento per omicidio plurimo colposo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza, sfruttamento di mano d’opera illegale. Si tratta di connazionali
delle vittime: la titolare della Teresa Moda, ufficialmente residente a
Roma, e tre gestori di fatto della
ditta. La procura non ha comunque escluso che nelle prossime ore
le indagini si estendano a cittadini
italiani.
Stamani, intanto, ci sono state
tensioni nel Consiglio regionale
della Toscana, quando un gruppo
consiliare ha inscenato una manifestazione contro gli immigrati.
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
TIPO GRAFIA VATICANA
EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO
Carlo Di Cicco
don Sergio Pellini S.D.B.
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
caporedattore
Gaetano Vallini
segretario di redazione
direttore generale
Dominique Mamberti e Sua Maestà il Re Abdullah
di Giordania
Protocollo d’intesa tra Aif e Bka
Per contrastare il riciclaggio di denaro
e il finanziamento al terrorismo
L’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) della Santa Sede e dello
Stato della Città del Vaticano ha firmato oggi un Protocollo d’intesa
(Memorandum of Understanding,
MoU) con la sua controparte tedesca, la Zentralstelle für Verdachtsmeldungen del Bundeskriminalamt
(Bka). Il Protocollo è stato firmato
in Vaticano dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Aif e da Michael Dewald, direttore della Bka.
Quella del Protocollo d’intesa è una
prassi standard e formalizza la cooperazione e lo scambio di informazioni finanziarie fra autorità competenti dei Paesi coinvolti, ai fini del
contrasto a livello internazionale del
Servizio vaticano: [email protected]
Servizio internazionale: [email protected]
Servizio culturale: [email protected]
Servizio religioso: [email protected]
Segreteria di redazione
telefono 06 698 83461, 06 698 84442
fax 06 698 83675
[email protected]
II
Lahham. Il Segretario per i Rapporti con gli Stati, facendo riferimento
al tempo liturgico dell’Avvento, appena cominciato, e portando il saluto e l’affetto del Papa, ha esortato i
fedeli ad accogliere il Signore che
viene e ad essere pietre vive nella
costruzione della Chiesa in quella
Terra Santa benedetta dal Signore.
Lunedì 2 dicembre, Mamberti ha
visitato l’American University of
Madaba, gestita dal Patriarcato Latino di Gerusalemme, e che è stata
inaugurata lo scorso mese di maggio. L’Università, che ha diverse facoltà, conta già più di 1200 studenti.
Dopo aver fatto una visita al Monte
Nebo e aver salutato la comunità
francescana ivi presente, Mamberti
si è recato al Palazzo reale, dove è
stato ricevuto da Sua Maestà il Re
Abdullah II. Nel corso del cordiale
colloquio, al quale assistevano anche il Nunzio Apostolico in Giordania e i Vescovi delle due circoscrizioni ecclesiastiche del Paese, si è ricordato con apprezzamento l’ultima
visita del Re Abdullah in Vaticano e
l’incontro con il Santo Padre Francesco. Il Re ha auspicato di ricevere
presto la visita di quest’ultimo in
Terra Santa. Nel riaffermare i buoni
rapporti esistenti tra la Santa Sede e
il Regno Hashemita di Giordania è
stato espresso apprezzamento per la
presenza della Chiesa nel Paese e
per il contributo che i cristiani offrono al bene comune della società
e si sono affrontati diversi argomenti di comune interesse. Non è mancato un riferimento alla situazione
in Medio Oriente, auspicando buoni risultati al processo di pace tra
Israeliani e Palestinesi felicemente
ripreso e che si rivela di vitale importanza per la pace e la stabilità
della Regione.
La stampa giordana ha interpretato la visita dell’arcivescovo Mamberti come un messaggio di pace per la
regione e come un incoraggiamento
alla presenza cristiana nel Paese e
nel Medio Oriente in vista del pellegrinaggio del Santo Padre Francesco in Terra Santa.
Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998
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riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.
Esso è redatto sulla base del modello
predisposto
dall’Egmont
Group, l’organizzazione mondiale
delle Unità di Informazione Finanziaria, e contiene clausole di reciprocità, riservatezza e sugli usi consentiti delle informazioni. «Questo Protocollo d’intesa rafforza il ruolo
dell’Aif a livello internazionale e integra ulteriormente la Santa Sede e
lo Stato della Città del Vaticano
nell’impegno globale coordinato per
combattere il riciclaggio del denaro
e il finanziamento del terrorismo»
ha dichiarato il direttore dell’Aif,
René Bruelhart. «La firma odierna
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
Europa: € 410; $ 605
Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665
America Nord, Oceania: € 500; $ 740
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telefono 06 698 99480, 06 698 99483
fax 06 69885164, 06 698 82818,
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sottolinea le nostre fruttuose relazioni e renderà più facili i nostri sforzi
congiunti».
L’Aif è diventata membro dell’Egmont Group nello scorso mese di
luglio e negli ultimi mesi ha sottoscritto Protocolli d’intesa con le unità di informazione finanziaria degli
Stati Uniti, del Belgio, dell’Italia,
della Spagna, della Slovenia e dei
Paesi Bassi. Si prevede che altri ne
saranno firmati nel corso dei prossimi mesi.
L’Aif è l’autorità competente della Santa Sede e Stato Città del Vaticano per la lotta contro il riciclaggio
di denaro e il finanziamento del terrorismo. È stata istituita nel 2010.
Concessionaria di pubblicità
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«L’Osservatore Romano»
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Romano Ruosi, vicedirettore generale
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giovedì 5 dicembre 2013
pagina 3
Dopo la missione a Tokyo
Manifestanti e forze governative alla ricerca di un compromesso istituzionale
Il vicepresidente
Biden in Cina
per disinnescare
le tensioni
Svolta pacifica in Thailandia
PECHINO, 4. Il vicepresidente statunitense, Joe Biden, è giunto oggi a Pechino, dove cercherà con i
suoi interlocutori cinesi di disinnescare la tensione creata dalla recente costituzione, da parte della
Cina, di una zona aerea di difesa
e identificazione (Adiz). La zona
cinese si sovrappone in alcuni
punti a quelle di Giappone e Corea del Sud e comprende le isole
Senkaku controllate da Tokyo ma
rivendicate da Pechino.
Secondo il quotidiano «China
Daily», il vicepresidente «non può
aspettarsi di fare passi in avanti»
se ripeterà «le osservazioni sbagliate e unilaterali» che ha fatto a
Tokyo. Nei giorni scorsi aerei
americani, giapponesi, sudcoreani
e taiwanesi sono entrati nella zona
senza preavvertire Pechino. La Cina ha affermato che i suoi caccia
hanno «identificato e inseguito»
degli aerei giapponesi, circostanza
che è stata smentita da Tokyo.
Biden, che si incontrerà oggi
con il presidente, Xi Jinping, ha
affermato che Stati Uniti e Cina
devono allargare la loro cooperazione e portare risultati. Parlando
con il collega cinese, Li Yuanchao,
nella Grande sala del popolo, il
vice di Obama si è anche detto
impressionato dalla volontà del
presidente Xi Jinping di gestire le
divergenze in modo aperto.
Parlando ieri a Tokyo dopo un
incontro con il premier giapponese, Shinzo Abe, Biden ha affermato che gli Stati Uniti sono «molto
preoccupati» per il tentativo della
Cina di «cambiare unilateralmente
lo status quo nel Mar della Cina
orientale». Il vicepresidente ha
poi aggiunto che Cina e Giappone hanno bisogno di «meccanismi
di gestione delle crisi» e «canali
di comunicazione efficaci» per ridurre il rischio di escalation di
tensioni. Gli Stati Uniti, comunque, resteranno «saldi nell’impegno di alleanza» con il Giappone
e Biden ha assicurato che affronterà il nodo quando incontrerà la
leadership cinese. Dal canto suo,
il premier Abe ha promesso lo
sblocco del negoziato sul riassetto
delle truppe statunitensi a Okinawa e la conclusione entro fine anno dell’accordo di libero scambio,
Trans-Pacific Partnership.
Inoltre, il rappresentante di
Washington ha riaffermato la validità della politica statunitense in
Asia, respingendo i dubbi di un
minore impegno dell’Amministrazione Obama nella regione per
mancanza di capitale politico o di
mezzi finanziari adeguati a competere da attore protagonista
nell’Asia-Pacifico.
«Economicamente, diplomaticamente e militarmente — ha osservato Biden — siamo sempre stati,
siamo e continueremo a essere una
potenza del Pacifico. E con il presidente Obama abbiamo solo aumentato il nostro impegno». Il vicepresidente ha ricordato l’impegno americano nelle tragedie che
hanno colpito i Paesi del continente negli ultimi anni, dallo tsunami in Asia al più recente tifone
Haiyan, che ha travolto le Filippine: «Ogni volta gli americani erano lì», ha sottolineato.
Un militante anti governativo cerca di rimuovere il filo spinato attorno alla sede del Governo a Bangkok (Afp)
BANGKOK, 4. La grave crisi politico-istituzionale
in Thailandia ha preso un’improvvisa, quanto
inattesa, svolta pacifica. Il ritiro, ieri, delle forze
antisommossa ha rimescolato le carte, aprendo
prospettive pacifiche e ponendo i contendenti in
una situazione di stallo.
Addirittura è stato concesso ai manifestanti di
entrare nel comando metropolitano della polizia e
di superare i cancelli della sede del Governo, senza però entrare nell’edificio. Da stamane, dimostranti e uomini in divisa prendono parte alla ripulitura dei luoghi del centro di Bangkok messi a
ferro e fuoco dalle manifestazioni di protesta degli ultimi dieci giorni (con violenti scontri e spari
di proiettili di gomma e gas lacrimogeni). Restano ancora chiusi diversi uffici pubblici, molte
scuole e università, ma attorno alle zone teatro
delle violenze la situazione è cambiata sostanzialmente. A guardia dei due complessi, come pure
di altri luoghi sensibili, sono ora soldati disarmati, in un’atmosfera di piena distensione.
Un contesto che ha però il sapore più di una
tregua che di una soluzione definitiva alla crisi,
ma è comunque un significativo passo in avanti.
Una possibilità di intesa si potrà forse avere dopo
l’incontro dei vertici delle forze armate, previsto
dopo il 5 dicembre.
L’inattesa tregua — sulla quale influisce il compleanno, domani, del re, Bhumibol Adulyadej —
fa, dunque, crescere le speranze per un compromesso istituzionale, anche se il leader della protesta, Suthep Thaugsuban (ex vice premier e ex
parlamentare del Partito democratico), ha già annunciato ai suoi sostenitori che «la lotta per estirpare il regime non è ancora conclusa». Colpito
due giorni fa da un secondo mandato di arresto
per insurrezione, Suthep si trova tuttora all’interno di un settore del complesso degli uffici governativi, una delle sedi della protesta circondata in
queste ore dalle forze di sicurezza.
Seppure indebolita, la premier, Yingluck
Shinawatra, rimane in carica e continua a controllare i punti nevralgici dell’amministrazione; se si
andasse a nuove elezioni, con ogni probabilità il
partito Puea Thai filo-Thaksin (che raccoglie i
voti in particolare della classe medio-bassa del
popoloso nord-est) vincerebbe, come è già successo cinque volte negli ultimi dodici anni. I ma-
Caracas nazionalizza
l’industria automobilistica
Si estende in Paraguay
l’epidemia di dengue
ASUNCIÓN, 4. Il numero dei decessi
causati in Paraguay dalla febbre
tropicale dengue, in modo diretto o
per problemi associati alla malattia,
è salito a 248 dall’inizio del 2013,
secondo l’ultimo bollettino diffuso
dalla Direzione di vigilanza del ministero della Salute di Asunción.
Fino alla metà di novembre sono
stati registrati 151.170 casi febbrili
sospetti. Per l’86,6 per cento, ovvero 130.927 casi, la diagnosi di dengue è stata confermata. L’incidenza
maggiore della malattia c’è stata
nell’area metropolitana di Asunción, dove si è concentrato oltre
l’83 per cento dei casi.
Ancora
violenti scontri
in Bangladesh
DACCA, 4. È salito a otto il numero dei morti nelle manifestazioni
di protesta di ieri in Bangladesh
contro le modalità con cui il Governo ha convocato elezioni generali per il prossimo 5 gennaio. Lo
riferiscono i media a Dacca. Alla
testa dei dimostranti, in piazza nel
quarto dei sette giorni di sciopero
previsti, si è posto il Partito nazionalista (Bnp, all’opposizione, guidato da Khaleda Zia), che esige le
dimissioni della premier, Sheikh
Hasina, e la costituzione di un
Governo di tecnici per organizzare la consultazione elettorale. Gli
scontri più violenti sono stati registrati nelle città di Chittagong,
Satkhira e Chandpur. Sono già
venti le persone morte dall’inizio
della protesta dell’opposizione.
nifestanti controllano però ancora il ministero
delle Finanze e un altro complesso amministrativo: hanno obiettivi ambiziosi, come un Consiglio
del popolo nominato dall’alto, che traghetti il
Paese verso il voto legislativo.
La mediazione per riportare la calma e la riconciliazione nazionale è portata avanti dall’esercito. I militari sono però in una posizione ambigua: legati a doppio filo all’establishment, in passato hanno giocato più volte la loro influenza
tentando diciotto colpi di stato dal 1932, l’ultimo
nel 2006 contro Thaksin Shinawatra, il magnate
ora in esilio fratello dell’attuale primo ministro.
Nel frattempo, quest’ultima è già partita per
una prevista visita cerimoniale nella località costiera di Hua Hin, dove risiede il re, sul trono dal
1946.
Il capo di stato maggiore dell’esercito, Prayuth
Chan-ocha, ha dichiarato alla stampa che il problema è politico e va risolto con mezzi politici,
aggiungendo, però, di continuare a monitorare la
situazione. A conferma che qualsiasi soluzione
dovrà comunque passare da loro.
Si tratta del bilancio annuo più
alto della storia per il Paese sudamericano. Nel 2012 si erano contati
settanta morti su un totale di 30.823
contagi accertati.
Il Paraguay non aveva mai registrato vittime mortali per la dengue, fino al 2007, quando se ne
contarono 17 su 9.040 casi di contagio. Né la situazione sembra destinata a migliorare nei prossimi mesi.
Con l’arrivo dell’estate australe, anzi, si teme una recrudescenza della
febbre causata da quattro virus trasmessi all’uomo dalla puntura della
zanzara Aedes Aegypti.
Vertice del Wto
sul rilancio
del commercio
mondiale
BALI, 4. È iniziata ieri a Bali, in
Indonesia, la nona conferenza
ministeriale
dell’O rganizzazione
mondiale del commercio (Wto).
Si tratta di un appuntamento molto importante per le sorti del sistema del commercio multilaterale. I ministri del Commercio di
159 Paesi cercheranno infatti di
raggiungere un accorso sul cosiddetto Pacchetto di Bali, composto
da tre tipi di misure finalizzate ad
aumentare lo scambio di merci a
livello mondiale.
Il primo tipo riguarda lo sviluppo dei Paesi più poveri. Il secondo concerne un alleggerimento
delle procedure doganali e una loro convergenza verso gli standard
dei Paesi avanzati in termini di
certezza delle regole e del diritto:
si tratta di un capitolo che gioverebbe soprattutto alla capacità di
export delle piccole e medie imprese. Il terzo tipo di misure è incentrato sulla revisione del commercio di prodotti agricoli.
Sul tema dell’agricoltura c’è stata, durante la prima giornata di
lavoro del vertice, la dura presa di
posizione del Governo indiano. È
infatti a causa dell’attuale testo
dell’accordo sulla sicurezza alimentare, che impedirebbe all’India di continuare a sostenere con
acquisti pubblici e sussidi i contadini e i cittadini più poveri, che
New Delhi sta resistendo all’approvazione del Pacchetto di Bali.
Dodici milioni
alle urne
per le comunali
a New Delhi
NEW DELHI, 4. Circa dodici milioni di indiani sono chiamati oggi
alle urne per le elezioni riguardanti il Governo della città di New
Delhi, in mano da quindici anni
al partito del Congresso I e al suo
governatore, Sheila Dikshit, che
ha raggiunto il primato di tre
mandati consecutivi ed è considerata una fedele alleata di Sonia
Gandhi. La consultazione si svolge in un clima di tensione per le
sempre possibili minacce di movimenti terroristici (Indian Mujaheddin e Lashkar-e-Taiba) che
spesso colpiscono in occasione di
importanti appuntamenti.
La novità di questo turno elettorale è legata alla possibile fine
del bipolarismo dei partiti che storicamente ha caratterizzato il voto
nella capitale: il Congresso I di
centro-sinistra e il Bjp di centrodestra. In questo contesto infatti
si è inserito Arvind Kejriwal, 45
anni, un ex impiegato del Fisco,
entrato in politica due anni fa.
Kejriwal ha fondato l’«Aam Admi
Party» che in hindi significa
«L’uomo della strada». Il partito
punta a scalzare la classe politica
tradizionale. Secondo gli ultimi
sondaggi, l’«Aam Admi Party»
potrebbe ottenere fra i 10 e i 25
dei settanta seggi disponibili nel
Parlamento cittadino.
Dopo le Farc anche il secondo gruppo chiede negoziati con l’Esecutivo
In Colombia l’Eln pronto al cessate il fuoco
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro (Afp)
CARACAS, 4. Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato che il suo Governo intende
prendere il controllo di tutta l’industria automobilistica venezuelana,
dalla fabbrica al punto di vendita,
con l’obiettivo di abbassare i prezzi,
basati a suo dire «sulla speculazione, sulla mancanza di controllo e
sulle mafie». L’annuncio di Maduro è stato fatto in un discorso televisivo interrotto da un gigantesco
blackout, che le fonti governative
hanno attribuito a sabotaggi.
Due settimane fa il Parlamento
ha concesso al presidente poteri
speciali che gli consentono di emanare decreti immediatamente operativi, senza cioè passare al vaglio del
Parlamento stesso. Su questa base,
il presidente ha già imposto riduzioni dei prezzi degli elettrodomestici e dei canoni di locazione per
gli esercizi commerciali.
Il nuovo annuncio di Maduro —
che in aprile fu eletto con un vantaggio di appena l’1,5 per cento sul
leader dell’opposizione, Henrique
Capriles — giunge quando mancano
quattro giorni al primo test politico
della sua presidenza: le elezioni
municipali di domenica prossima.
BO GOTÁ, 4. L’Esercito di liberazione nazionale (Eln), il secondo gruppo guerrigliero di sinistra dopo le
Forze armate rivoluzionarie della
Colombia (Farc), si è detto pronto a
sospendere le ostilità se il Governo
di Juan Manuel Santos accetterà di
fare altrettanto per istituire un tavolo del dialogo. «Negli ultimi 23 anni abbiamo ribadito al Paese la nostra disponibilità ad arrivare a un
accordo per ottenere e consolidare
la pace; mentre si negozia la pace,
siamo disponibili a pattuire una cessazione bilaterale del fuoco e delle
ostilità e a raggiungere un accordo
umanitario che renda meno cruenta
la guerra» si legge in un comunicato diffuso ieri dall’Eln.
Come noto, il Governo di Bogotá
e le Farc sono impegnati da un anno in un negoziato di pace a Cuba.
Anche l’Eln da tempo chiede l’avvio
di un processo di pace analogo. La
settimana scorsa lo aveva ribadito il
massimo leader dell’Eln, Nicolás
Rodríguez Bautista, conosciuto come Gabino, e due tre giorni fa l’Eln
ha rilasciato un ingegnere che teneva in ostaggio dal luglio 2012.
Nella nota diffusa ieri, l’Eln insiste sul cessate il fuoco — che Governo e Farc non hanno raggiunto pur
nel proseguo del negoziato — affermando che «mezzo secolo di guerra
e oltre duecento anni di debito accumulato dall’ingiustizia sociale, che
esclude il popolo dalla democrazia
reale e partecipativa, si possono risolvere solo con fatti concreti e non
con dichiarazioni di buona volontà
e promesse». L’Eln ritiene di conseguenza «necessario che le parti
coinvolte nel conflitto facciano passi
significativi che creino un ambiente
favorevole e la fiducia reciproca che
si avanzi verso la fine del conflitto».
In questo senso, il gruppo guerriglierio sostiene che «una cessazione
bilaterale del fuoco e delle ostilità è
il migliore termometro per misurare
la serietà e la responsabilità con cui
si intraprende il processo di costruzione della pace».
All’Avana, intanto, le delegazioni
del Governo colombiano e delle
Farc sono impegnate nella terza fase
del negoziato. Dopo le intese raggiunte sui primi due temi in agenda
dei negoziati, aperti un anno fa,
cioè la questione agraria e la partecipazione delle Farc alla vita politica, il confronto si concentra ora sulla sostituzione delle coltivazioni illecite (coca e amapola, il papavero da
oppio), lo sradicamento del traffico
di stupefacenti, le politiche pubbliche per la prevenzione del consumo
di droghe.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 4
giovedì 5 dicembre 2013
Secondo gli studi di Angelo Giuseppe Roncalli
Anonimo, «Sessione solenne del concilio
di Trento nella cattedrale di San Vigilio»
(XVI secolo, Parigi, Louvre)
A Larino
il primo seminario
di VINCENZO BERTOLONE*
a principale cura, sollecitudine
e scopo di questo
sacrosanto
concilio è che,
dissipate le tenebre delle eresie (che
per tanti anni ricoprirono la terra),
risplenda, con l’aiuto di Gesù Cristo
che è la vera luce, la luce, lo splendore, la purezza della verità cattolica, e si provveda alla riforma di
quanto deve essere riformato». Con
queste parole, il 7 gennaio del 1546,
i padri convenuti a Trento per
l’apertura del concilio richiamavano
alla mente e al cuore le intenzioni
espresse poche settimane prima nel
decreto di inizio della grande assemblea ecclesiale, fissando in questo
modo le linee programmatiche, dalle
quali si sarebbero dovuti lasciare
guidare per tutta la durata dei loro
lavori, che nessuno prevedeva tanto
lunghi e travagliati.
Ecco allora che il quattrocentocinquantesimo anniversario si presenta
come un’occasione propizia per ripensare all’eredità che il concilio di
Trento ha consegnato alla Chiesa futura e, in particolare, a noi cristiani
del terzo millennio. Ciò non può
coincidere certamente con il desiderio di rituffarsi in un passato remoto, per riproporne pedissequamente
quelle forme di pensiero, di struttura
e prassi che appartengono a una stagione naturalmente tramontata. I
contesti socioculturali sono mutati e
continuano a farlo sempre più rapidamente. La Chiesa stessa da allora
ha celebrato altri due importanti
concili ecumenici, ha proseguito il
suo cammino nella storia, crescendo
nella comprensione di fede del mistero rivelato e aggiornando le modalità della sua missione di salvezza
in mezzo agli uomini. Era questo
che intendeva dire, ad esempio, Hubert Jedin — lo storico che, con la
sua monumentale opera, ha contribuito più di chiunque altro ad ampliare le possibilità d’intelligenza
storica del Tridentino — quando nelle sue memorie affermava di essere
stato consapevole, sin dall’inizio del
suo lavoro sulla storia del concilio,
che l’epoca tridentina della Chiesa
fosse tramontata.
Ogni concilio nasce nel suo contesto storico al quale vuole dare delle risposte. Queste, quando toccano
in particolare la dottrina della fede,
rimangono patrimonio perenne della
Chiesa. In questo senso bisogna leggere l’affermazione di Jedin a suggello della sua opera: «Anche se
l’epoca tridentina è passata definitivamente, la fede tridentina rimane
fede della Chiesa». La consapevolezza di dover fare un passo avanti,
ma guardando a quel fondamentale
tratto di cammino percorso dalla
Chiesa con il concilio di Trento e il
Vaticano I, non mancava a Giovanni
XXIII se — aprendo il Vaticano II —
dichiarava: «Il Concilio Ecumenico
(...) vuole trasmettere pura e integra
la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti, che lungo venti secoli,
nonostante difficoltà e contrasti, è
divenuta patrimonio comune degli
uomini (...) Dalla rinnovata, serena
e tranquilla adesione a tutto l’insegnamento della Chiesa nella sua interezza e precisione, quale ancora
splende negli atti conciliari da Trento al Vaticano I, lo spirito cristiano,
cattolico e apostolico del mondo intero attende un balzo innanzi verso
una penetrazione dottrinale e una
formazione delle coscienze; è necessario che questa dottrina certa ed
di Termoli-Larino, 2013, pagine
95, euro 10) i frutti delle sue riIl miglior ritratto della prima ca- cerche sull’istituzione frentana,
sa di formazione per sacerdoti facendo riemergere dai docudella Chiesa cattolica è la prosa menti volti, storie, controversie,
allegra e vivace — a partire dal conflitti ma anche donazioni getitolo del paragrafo, «Dalle paro- nerose e regali insperati, come
le ai fatti, i più piccoli arrivano l’udienza privata del 12 agosto
primi» — di monsignor Angelo 1960 che Giovanni XXIII riservò a
Costanzo
Micci
Giuseppe Roncalli, futuro Papa monsignor
Giovanni XXIII: «Ecco il semina- (all’epoca da poco più di un anrio di Larino. È aperto il 26 gen- no vescovo titolare di Adriania e
naio dello stesso anno di quello ausiliare del presule di Larino e
di Rieti, 1564, dal vescovo Beli- Termoli) in cui il Papa ricordò il
sario Balduino, un reduce del suo lavoro giovanile, confermanconcilio di Trento. Vivrà come do che la casa di formazione
potrà in poche stanze tenuissi- molisana risultava la prima fonme, ma intanto è arrivato buon data a seguito del decreto Cum
primo». Il brano è tratto dalla adolescentium aetas del 15 luglio
nota introduttiva al
libro Gli inizi del seminario di Bergamo
e san Carlo Borromeo pubblicato nel
1939. Nel testo, intitolato «Il concilio
di Trento e la fondazione dei primi
seminari», Roncalli
traccia una cronologia delle sacre istituzioni post-tridentine, assegnando a
quella di Larino il
primato nel mondo
cattolico.
«Alle parole —
continua Roncalli —
seguirono i fatti. Invero il fervore che si
accese in Trento per
la erezione dei seminari non si spense
sotto le volte di
quella cattedrale cogli ultimi echi delle
Papa Giovanni XXIII con il vescovo di Larino
acclamazioni che saCostanzo Micci
lutarono la fine della veneranda assemblea: e neppure si contenne nella 1563, con cui il concilio di Trento
corte pontificia, dove certo il Pa- disponeva per tutte le diocesi
pa Pio IV se ne mostrò sempre l’istituzione dei seminari.
tutto preso sino alla morte (...)
La notizia, scrive Mammarella
Se a Roma e a Milano si faceva- «giunta così inaspettata e da
no le cose in grande, con mezzi fonte tanto autorevole, ridestò la
copiosi, in circostanze più felici fierezza dei larinesi da sempre
— anche là del resto non senza particolarmente legati al seminaora lievi, ora duri contrasti — rio, che raggiunse il massimo
nelle diocesi minori non si dor- splendore nel periodo compreso
miva affatto: si lavorava anzi con tra il XVIII e il XIX secolo. Il fateguale se non con più vivo ardo- to poi che l’informazione fosse
re, con santa passione da parte appoggiata sul risultato degli
di pastori vigili e zelanti che eb- studi personali e delle ricerche
bero subito l’intuizione della storiche del Pontefice commosse
grande benedizione che il Signo- tutti». Roncalli attinge dalle Mere riservava alla sua Chiesa da morie del vescovo Giovanni Anuna rinnovazione dello spirito drea Tria, che, richiamando il
del clero. E questo accadde, che suo predecessore, Belisario Balin ordine di tempo i piccoli arri- duino ricorda l’inaugurazione,
varono primi al segno, balzando «li 26 gennaro 1564 a tenore di
innanzi ai maggiori che avevano quel, che si era disposto in Treniniziato il movimento». A quasi to» nel luogo «che ora si dice la
450 anni dalla fondazione, Giu- Torre di Balestriera», un edificio
seppe Mammarella, direttore posto sul lato meridionale della
dell’Archivio storico diocesano cattedrale di Larino, che accolse
di Termoli-Larino, ha raccolto in subito dodici allievi. Qui restò
un libro, Il seminario di Larino, fino al 1642, anno in cui il vescoprimo della Cristianità (Roma- vo Persio Caracci inaugurò una
Termoli, Città Nuova - Diocesi nuova sede in piazza del duomo.
di SILVIA GUIDI
«L
A quattrocentocinquanta anni dal concilio di Trento
Il vero motore
di una riforma nella Chiesa
immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e
presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo. Altra
cosa è infatti il deposito stesso della
fede, vale a dire le verità contenute
nella nostra dottrina, e altra cosa è
la forma con cui vengono enunciate,
conservando ad esse tuttavia lo stesso senso e la stessa portata».
Convinzione ribadita da Paolo VI,
quando, in pieno svolgimento del
Vaticano II, rivolgendosi nella basilica di San Pietro a un gruppo di pellegrini della diocesi di Trento, diceva: «Lo spirito del concilio di Trento è la luce religiosa non solo per il
lontano secolo decimosesto, ma lo è
altresì per il nostro; perché lo spirito
del concilio di Trento riaccende e
Hubert Jedin
rianima quello del presente concilio
Vaticano, che a quello si collega e
da quello prende le mosse per affrontare i vecchi e i nuovi problemi
rimasti allora insoluti, o insorti nel
volgere dei tempi nuovi».
Il riferimento dei due pontefici allo «spirito del concilio di Trento» ci
consente di cogliere anche un’altra
eredità non meno rilevante di quella
dottrinale consegnata dal Tridentino
al futuro. Trento — «concilio riformatore per eccellenza nella storia
della Chiesa» (Jedin) — può essere
infatti ritenuto una vera e propria
traduzione storica del principio teologico dell’ecclesia semper reformanda,
ciò soprattutto se si considera tale
evento in una visione storiografica
Enzo Bianchi su «la Repubblica»
Tutti coinvolti da Francesco
Se davvero — scrive Enzo Bianchi su «la Repubblica» del 4 dicembre commentando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium — il
cristianesimo è un andare di inizio in inizio, attraverso inizi che
non hanno mai fine (Gregorio di Nissa) allora la vita cristiana è
gioiosa, sa sperare anche nella disperazione. «È chiaro — continua
il priore della comunità monastica di Bose — che questo inizio di
pontificato, le parole e i gesti di questo Papa e infine questa esortazione fanno gioire molti cattolici e non solo. L’entusiasmo per Papa
Francesco è grande e non va spento, ma occorre restare vigilanti e
soprattutto essere consapevoli che, se il Papa non è aiutato dai vescovi, dai presbiteri e dal popolo, non riuscirà a fare nessuna riforma. Le riforme hanno bisogno della conversione e del sostegno del
popolo di Dio, non possono essere compito di uno solo». E conclude l’articolo citando una celebre frase del teologo Hans Urs von
Balthasar: «“La Chiesa ha conosciuto poche primavere, sempre interrotte da gelate repentine”. Apprestiamo tutto perché questa primavera sbocci e dia i suoi frutti».
di più ampio respiro, che lo contempla come un momento determinante
di quel processo storico che è stato
designato come riforma cattolica. Si
tratta di una categoria che, mentre
porta a ricondurre l’aspetto controriformistico del concilio di Trento a
dimensioni storiche ben precise,
mette in luce quell’essenziale intreccio di personalità, di movimenti, di
fattori, di forze il cui concorso ha
dato in senso propositivo un decisivo
impulso alla riforma intraecclesiale.
In questa prospettiva il concilio di
Trento si configura come quella fase
in cui il papato si è messo finalmente alla testa di un dinamismo riformatore che lo ha preceduto, stimolato e accompagnato. Da parte loro, il
papato e il Tridentino hanno canalizzato i molteplici impulsi di riforma che prima, durante e dopo l’assise conciliare hanno animato la vita
ecclesiale, garantendole una migliore
e più universale possibilità di efficacia. L’epoca del concilio di Trento
mostra come l’opera di costante riforma di una Chiesa — protesa alla
riaffermazione della purezza dell’insegnamento evangelico, ma costretta
spesso a percorrere una via crucis
costellata d’infedeltà umane, scontri,
lotte, incomprensioni, contrapposizioni tra fazioni e tanto duro lavoro
— si possa concretizzare solo se l’intero Corpo di Cristo lo voglia e vi si
adoperi attivamente.
Tra i fattori che più hanno inciso
sulla vitalità della riforma cattolica
va menzionata la santità. Una grande stagione di santità ha nutrito la
stagione tridentina del proprio sacrificio, della propria spiritualità, del
proprio impegno missionario: in una
parola, di quella novità che lo Spirito Santo infonde nella Chiesa e nel
mondo attraverso quanti lasciano
che la propria vita sia modellata sulla Parola di Cristo. La vera natura
della Chiesa si manifesta nella santità dei suoi figli e a sua volta fa risplendere nella Chiesa Cristo, «Luce
delle genti». Così la santità diventa
il vero motore di riforma ecclesiale.
È sicuramente questo l’insegnamento più prezioso che la riforma cattolica — della quale il concilio di Trento è stato il fulcro — ci tramanda;
insegnamento storico che il Vaticano
II ha esplicitato parlando dell’universale vocazione dei battezzati alla
santità e della corresponsabilità di
tutto il popolo di Dio alla missione
evangelizzatrice.
La riflessione su questa peculiare
eredità è quanto mai sintomatica se
la si proietta sull’attuale momento
storico mondiale ed ecclesiale. Sul
primo versante diversi episodi rendono sempre più evidente il grande
desiderio del mondo di oggi di vedere credenti che vivano la radicalità
evangelica, in una società in cui la
ricerca esagerata dei valori terreni ha
prodotto indifferentismo religioso,
ateismo, secolarismo, relativismo.
Sul secondo, è sufficiente pensare
alla pressante e diffusa attesa di riforma e rinnovamento connessa alla
rinuncia al ministero petrino da parte di Benedetto XVI e alla successiva
elezione a vescovo di Roma e a successore di Pietro di Papa Francesco.
Trento ci ricorda quale imprescindibile e cruciale ruolo debbano giocare il papato e la gerarchia ecclesiastica, ma ci ricorda anche che la riforma e il rinnovamento non possono
essere loro opera soltanto, essendo
un’impresa necessariamente corale,
sinfonica, che interpella individualmente ogni membro del gregge: cominciando dai pastori, il cui dovere,
davanti a Dio e alla storia, è quello
di essere guide amorevoli, attente,
solerti, preparate e irreprensibili; e
poi i fedeli tutti, ciascuno per la
propria parte.
Recuperare lo spirito di Trento
con cuore rinnovato e aperto alle
presenti necessità della Chiesa e del
mondo, nella docilità alla voce
dello Spirito Santo dispensatore
della novità divina è non solo importante, ma necessario, anzi ineludibile. Trento ha ancora molto da
dire alla Chiesa. Per questo suona-
La natura della Chiesa si manifesta
nella santità dei suoi figli
Solo con essa si procede sicuri
nell’opera di rinnovamento
no attualissime le parole di Joseph
Ratzinger: «Io sono convinto che
oggi ancora ciò che ci occorre per
avanzare non è una demolizione
del concilio di Trento, ma solo una
radicalizzazione di ciò che là si è
inaugurato».
*Arcivescovo di Catanzaro-Squillace
La porta
del Papa
Mercoledì mattina, prima
dell’udienza, Papa Francesco ha ricevuto il direttore
della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, che
gli ha presentato, insieme a
una delegazione della Rizzoli, il libro La mia porta è
sempre aperta. Una conversazione con Antonio Spadaro
che raccoglie il testo dell’intervista pubblicata nel settembre scorso arricchito da
un contrappunto di aneddoti, gesti, espressioni che formano una sorta di dietro le
quinte, e da un fitto tessuto
di approfondimenti e rimandi. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, il libro viene presentato a Roma dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez
Maradiaga, da Ferruccio de
Bortoli, direttore del «Corriere della Sera», e da Giuseppe De Rita, presidente
del Censis. Modera l’incontro Elisabetta Piqué, corrispondente del quotidiano di
Buenos Aires «La Nación».
Etica e lavoro
La persona al centro
«Occorre rispettare la diversità
delle culture che nell’ambito
dell’armonia universale dei popoli, sono le chiavi interpretative
della vita. In particolare occorre
far attenzione a quel che priva i
poveri di ciò che è più prezioso
Restyling ad «Avvenire»
Nuova grafica e non solo
A 45 anni dalla nascita il quotidiano «Avvenire» rinnova sia
l’edizione cartacea sia il sito internet. Oltre alla nuova grafica
sono previste diverse modalità di fruizione, con l’intento di garantire maggiore chiarezza e attenzione alle esigenze del lettore.
La nuova proposta di lettura in rete permette una maggiore integrazione allo scopo di garantire un aggiornamento continuo,
ampliando lo spazio culturale a cui è dedicata la sezione intitolata “Agorà”. Da dicembre a febbraio sarà pubblicato a puntate
sul quotidiano il libro La Lista di Bergoglio, scritto da Nello
Scavo. Leggere «Avvenire», ha commentato il direttore del quotidiano Marco Tarquinio, significa «ritrovarsi persone nuove nei
valori di sempre, per essere insieme “protagonisti nel cambiamento”». L’obiettivo, ha concluso, è quello di «sapere abitare il
presente, preparando il futuro».
per loro, incluse le loro credenze
e pratiche religiose, posto che le
convinzioni religiose autentiche
sono le manifestazioni più chiare
della libertà umana». Con queste parole del cardinale Oscar
Andrés Rodríguez Maradiaga si
conclude il libro Tra etica e
impresa. La persona al centro (Roma, If Press, 2013, pagine 165,
euro 13,00) scritto da Giuseppe
Colaiacovo e Manlio Sodi. Il
volume viene presentato il 4
dicembre all’Istituto Patristico
Augustinianum. Sono previsti interventi del segretario di Stato,
l’arcivescovo Pietro Parolin, del
rettore della Pontificia Università
Lateranense, il vescovo Enrico
dal Covolo, del presidente di
Gala spa, Filippo Tortoriello, del
vicepresidente di Confindustria,
Aurelio Regina, del segretario
generale dell’Ucid, Giovanni
Scannagatta, di Costanza Consolandi, dell’università di Siena,
di Ettori Quadrani, presidente
di Fidimpresa Lazio, e di Giuseppe Colaiacovo, coautore del
volume.
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 5 dicembre 2013
Nel libro di Mazzucco il problema della parentalità omosessuale
Realtà
falsificata
pagina 5
Jacques Maritain e il Vaticano
II
Un’epoca nuova
molti principi, che saranno poi un’opera di distinzione dei due un filosofo, Maritain, che tanto ha
esplicitati durante il concilio Vati- piani della realtà, quello dello spi- dato alla Chiesa e al concilio, cocano II. In sintesi si può dire che rituale e del temporale. Maritain me ricordò Paolo VI, consegnandol’influenza del filosofo francese l’ha teorizzato perché ha compreso gli il Messaggio agli uomini di cultu(1882-1973) sul concilio è stata rile- il tramonto dell’età costantiniana e ra e di scienza al termine dell’assise
vante. Ciò non solo per la stima e
l’affermarsi di un’epoca nuova.
conciliare, sul sagrato di San Piel’amicizia che legava Paolo VI a
La Rivoluzione francese è stato tro. Prima di terminare, mi pare
Maritain (il Papa lo consultò durante i passaggi il braccio armato che ha diffuso d’obbligo ricordare la continuità di
più delicati dell’assise con- questa nuova realtà; la Chiesa per quanto detto, con l’entusiasmo che
dimostra Papa Franciliare e inviò anche il suo
cesco nel voler atsegretario personale, monLa sintonia con Paolo VI è ben nota
tualizzare i temi del
signor Macchi, a consultare
concilio e in partiMa il filosofo francese
il filosofo a Tolosa), ma
colare alcuni cari a
anche e soprattutto per lo
si sarebbe ritrovato in pieno anche
Maritain. Partendo
sviluppo dell’opera di Macon molti temi cari a Papa Francesco
dalla dignità della
ritain, che Papa Montini
persona umana, che
apprezzava enormemente.
è alla base del suo
Una
delle
principali
operazioni
del
filosofo molto tempo ha resistito a ciò che pensiero, il Papa richiama quattro
francese riguarda uno dei considerava un tradimento della punti oggi di particolare rilievo: in
temi più dibattuti al Vati- verità, ma poi ha finito col pren- primo luogo la grande minaccia atcano II, quello relativo alla derne atto e il momento più visibi- tuale per la Chiesa, che è «il grigio
pragmatismo della vita quotidiana
libertà religiosa. In età sa- le è stato il concilio Vaticano II.
Ciò che caratterizza l’azione di di quest’ultima, nel quale tutto
crale, in primo luogo nel
medioevo, la verità si im- Maritain è che il filosofo-teologo procede nella normalità, mentre la
poneva su tutti i piani, e francese è stato uno dei pochi, fede si va logorando» (Evangelii
quindi anche su quello po- all’interno di una teologia domi- gaudium, 83). Anche a questo scolitico. Lo Stato era uno nante che non ammetteva la sud- po il Papa suggerisce una radicale
strumento per farla accetta- detta distinzione — non era am- riforma della Chiesa, basata sulla
re a tutto il popolo. Con il messa una autonomia del tempora- collegialità, e la valorizzazione delPaolo VI consegna a Maritain il Messaggio del concilio
mutare dei tempi, lo svi- le, la laicità della politica — a teo- le Chiese locali. Il secondo aspetto
luppo di nuove correnti di rizzarla, specialmente nella sua riguarda il tema dell’inculturazione: il Papa ricorda che «il cristiapiuto Gilson, ma in un piano di pensiero e un pluralismo più diffuopera Umanesimo integrale del 1936.
nesimo non dispone di un unico
attualità. Certo, il contesto di oggi so, lo Stato non poteva restare a
Il convegno «Jacques Maritan e il
modello culturale», il volto della
non è quello medioevale di Tom- servizio di una verità, fosse pure la
concilio Vaticano II» compie quin- Chiesa è «pluriforme» (n. 116). Il
maso, ma i principi su cui si sono sola verità, per cui è iniziata
di un’opera di giustizia: rivaluta terzo aspetto riguarda la critica
fondati Tommaso e Maritain sono
all’attuale sistema economico, «inin gran parte gli stessi, anche se —
giusto dalle radici (...) questa ecoe questa è stata la grandezza di
nomia uccide perché prevale la legMaritain — il movimento intelletge del più forte» (n. 59) e «il mertuale di quest’ultimo è stato comcato è divinizzato». Infine la nepiuto in una progressiva attenzione
cessità che l’evangelizzazione comal contesto odierno, alla moderniporti una promozione umana, e in
tà. Ciò ha comportato adattamenti
Anticipiamo il testo del saluto che il segretario generale dell’Istiparticolare un’opzione preferenziache non hanno tradito la verità rituto internazionale Jacques Maritain terrà a Roma il 5 dicembre, alle per i poveri, «categoria teologivelata, ma l’hanno contestualizzala Pontificia Università Salesiana, in apertura del convegno
ca, prima che sociologica» (n. 198).
ta. Questa attenzione costante alla
«Jacques Maritain e il concilio Vaticano II» organizzato in occasioSu questi punti, come su altri svimodernità ha contribuito a che il
ne del quarantesimo anniversario della morte del filosofo e teologo
luppati nell’Evangelii gaudium, Maprogetto teologico-filosofico di
francese. Tra i partecipanti anche il cardinale Paul Poupard e l’arciritain si ritroverebbe pienamente
vescovo Agostino Marchetto.
con Papa Francesco.
Maritain sia venuto elaborando
di ROBERTO PAPINI
Maritain è stato uno dei massimi
filosofi cristiani del Novecento. Ha
saputo riproporre il pensiero di san
Tommaso non solo in chiave storica, come ha prevalentemente com-
E questo non per la perfidia dello Stato italiano, ma perché la donna non vuole essere ritrovata, e perché comunque non si potrebbe
considerare sua figlia. Come fa a
considerarsi figlia di una donna che
l’ha venduta, mentre i due padri la
porteranno fino a Erevan per farle
capire quanto l’hanno desiderata?
Un bambino non può non amare
chi lo alleva e lo circonda di affetto, ma l’amore non basta: esiste la
realtà, e i due protagonisti non fanno i conti con la natura, che rende
impossibile a due uomini di procreare insieme. Volere un figlio a
tutti i costi — anche a prescindere
dall’incidente che porta via uno dei
due e dalla “cattiveria” dello Stato
italiano — mette il bambino in una situazione diffiSta nascendo una nuova letteratura
cilissima, quasi insostenibile. Passioni contrastanti,
che facendo leva sui sentimenti
paura
di
tradimento,
invece che sulla ragione
esclusione dal mondo, diversità dagli altri, quelli
vuol far credere buono
che hanno una mamma e
e realizzabile ciò che non lo è
un papà, costituiscono
una realtà che non si può
schiato di uccidere un compagno cancellare con la buona volontà.
(facendolo cadere nella metropolita- Non è solo una questione di leggi o
na) che l’ha insultata per la sua ori- di mentalità: Eva non incontrerebbe
gine, Eva scappa dalla famiglia de- mai la sua mamma, vivrebbe privagli zii che l’ha accolta dopo la mor- ta da un rapporto fondamentale e
te del suo padre naturale e anagra- comunque costretta a vivere in una
fico, per raggiungere Giose, il pa- famiglia diversa, non come quella
dre che l’ha allevata ma che ora degli altri. Privare un bambino,
non ha più alcun diritto legale su programmaticamente, di uno dei
di lei — e i flashback che ripercorro- suoi genitori, come se questa manno la vita dei due uomini: l’inizio canza non fosse una cosa importandel loro amore, la scelta di avere un te, costituisce una finzione pesante,
figlio, a cui segue la gravidanza impossibile da sostenere davvero.
surrogata ottenuta in Armenia. E
Sta nascendo una nuova letterasiamo così condotti a scoprire il tura che, facendo leva sui sentimengrande amore che univa questi due ti invece che sulla ragione, vuol far
uomini, che si erano scelti per sem- credere buono e realizzabile ciò che
pre, la loro convivenza decennale, e non lo è.
il complesso cammino percorso con
sacrificio e determinazione per riuscire nell’inseminazione di una madre surrogata. La scelta di quale dei
due sarà il padre biologico della
Centralità e bellezza dello spazio sacro
bambina è affidata a una moneta,
che la assegna al più giovane, uno
studioso di cristianesimo antico di
buona famiglia e benestante, che è
stato sposato. Le famiglie di origine
accettano la bambina, se pure con
fatica, ma è soprattutto lo Stato italiano il nemico che impedisce il
matrimonio fra i due uomini e il riconoscimento della paternità anche
pio, poi, si “de-cendi GIANFRANCO RAVASI
a Giose, costringendo così la bamtra” un respiro di vibina a vivere lontano dall’amato paPartiamo da un detto giudaico: «Il mondo è ta, di santità, di illudre che l’ha allevata.
come l’occhio: il mare è il bianco, la terra è minazione che trasfiUno Stato che appare come crul’iride, Gerusalemme è la pupilla e l’immagine gura il quotidiano e
dele e incivile, che non si è saputo
in essa riflessa è il tempio». Questo antico la trama ordinaria
allineare ai nuovi orizzonti che l’etiaforisma rabbinico illustra in modo nitido e dello spazio.
ca contemporanea sta aprendo agli
simbolico la funzione del tempio secondo
Ed è a questo
Santiago Calatrava, «Modello per la chiesa ortodossa di San Nicola a New York» (2013)
omosessuali. Neppure la realistica
un’intuizione che è primordiale e universale. punto che entra in
descrizione della madre che affitta
Due sono le idee che sottendono all’immagi- scena la seconda idea
l’utero per povertà, che soffre ed è
ne. La prima è quella di “centro” cosmico che sottesa al detto giudaico sopra evocato. Il in modo folgorante «lo spazio indicibile», lo
costretta a un parto cesareo, che
il luogo sacro deve rappresentare, un tema sul tempio è l’immagine che la pupilla riflette e spazio autenticamente santo e spirituale, sacro
guarda con dolore la bambina che
quale il grande studioso delle religioni Mircea rivela. Esso è, quindi, segno di luce e di bel- e mistico.
allatta solo per i primi giorni — il
Eliade (1907-1986) ha offerto un vasto dossier lezza. Detto in altri termini, potremmo afferCerto, questi due assi portanti trascinano
colostro è troppo prezioso per butdocumentario. L’orizzonte esteriore, con la mare che lo spazio sacro è epifania dell’armocon sé tanti corollari, anche critici: pensiamo
tarlo via — sembra scalfire questo
sua frammentazione e con le sue tensioni, nia cosmica ed è teofania dello splendore divialla “sordità”, all’inospitalità, alla dispersione,
quadretto idilliaco.
converge e si placa in un’area che per la sua no. In questo senso un’architettura sacra che
all’opacità di tante chiese tirate su senza badaCome siamo ormai abituati a vepurezza deve incarnare il senso, il cuore, l’or- non sappia parlare correttamente — anzi,
re alla voce e al silenzio, alla liturgia e all’asdere nelle fiction dove compaiono
dine dell’essere intero. Nel tempio, dunque, si “splendidamente” — il linguaggio della luce e
semblea, alla visione e all’ascolto, all’ineffabifamiglie omosessuali, i due uomini
“con-centra” la molteplicità del reale che trova non sia portatrice di bellezza e di armonia delità e alla comunione.
si amano più che non una coppia
in esso pace e armonia: si pensi solo alla pla- cade automaticamente dalla sua funzione, di«Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion»
eterosessuale e sono padri più apnimetria di certe città a radiali connesse al venta “profana” e “profanata”. È dall’incrocio
(Salmi, 102, 15). Questa professione d’amore
passionati e responsabili. L’intimità
“sole” ideale, rappresentato dalla cattedrale dei due elementi, la centralità e la bellezza,
dell’antico
salmista potrebbe essere il motto
che crea Giose con la figlia è più
posta nel cardine centrale urbano. Dal tem- che sboccia quello che Le Corbusier definiva
stesso della tradizione cristiana che allo spazio
intensa di quella che madri e padri
sacro ha riservato sempre un rilievo straordi“normali” vivono con la loro prole,
nario, a partire dalla “pietra” del Santo Sepolma questo non impensierisce l’aucro, segno della resurrezione di Cristo, attorno
trice, anzi le rafforza l’idea che siaalla quale è sorto uno dei templi emblematici
no genitori perfetti. Latente, c’è andell’intera cristianità. Certo è che, senza la
che il confronto fra una famiglia
spiritualità e la liturgia cristiana, la storia
fredda altoborghese — quella degli
dell’architettura sarebbe stata ben più misera.
zii che allevano Eva — e la cultura
«Nel 1949 Henri Matisse dichiarò: “D isegna- to, sull’equilibrio e la stabilità delle forze,
C’è nel cristianesimo una celebrazione costanpiù calda e affettuosa di Giose, che
re vuol dire precisare un’idea. Il disegno è la non è mai svincolata nel lavoro di Calatrava
te dello spazio come sede aperta al divino,
deriva dalle sue umili origini. E l’ex
precisazione del pensiero. Un’opera senza dall’indagine del corpo umano, dalla forma
partendo proprio da quel tempio supremo che
moglie del primo padre, quello biodisegno è una casa senza armatura”. La vi- di un volto, dalle regole della Natura, dalla
è il cosmo.
logico, è un personaggio secondario
sione del grande pittore francese, amato e struttura di una foglia, dal funzionamento di
Il tempio architettonico sarà sempre necesdescritto impietosamente: non ha
profondamente conosciuto da Santiago Ca- una vertebra o dal movimento dell’ala di un
sario, ma dovrà avere in sé una funzione di
avuto il coraggio di partorire lei il
latrava, è in linea con la tradizione rinasci- uccello. Una sorta di morfologia dello spasimbolo: non sarà più un elemento sacrale infiglio della coppia dell’ex marito e
mentale, di Leon Battista Alberti, di Leonar- zio e della funzione delle forme, indirizzata
tangibile e magico, ma il segno necessario di
appare come una donna inconcludo o di Michelangelo, che intendevano il di- verso la libertà della ricerca di una nuova
una presenza divina nella storia e nella vita
dente e fredda.
segno fonte e origine del “pensiero” artistico, definizione di spazio architettonico». Il prodell’umanità. Il tempio, quindi, non esclude o
Con grande abilità, facendo leva
del misterioso processo creativo di ogni ope- getto espositivo è stato sostenuto dal Goveresorcizza la piazza della vita civile ma ne fesulla carica emotiva dei personaggi,
ra d’arte, in qualunque linguaggio, forma o natorato per lo Stato della Città del Vaticaconda, trasfigura, purifica l’esistenza, attrisul dolore della loro separazione, il
stile essa si esprima. È questa una delle ca- no e promosso dai Musei Vaticani (con il
buendole un senso ulteriore e trascendente.
romanzo porta il lettore a riconciratteristiche più potenti della produzione ar- prezioso impegno dell’amministratore, monPer questo, una volta raggiunta la pienezza
liarsi con l’idea del matrimonio gay,
tistica di Santiago Calatrava. Artistica, e non signor Paolo Nicolini) e dal Pontificio Condella comunione tra divino e umano, il temcon l’idea che una coppia gay possa
esclusivamente architettonica». A parlare è siglio della Cultura. L’esposizione è accompio nella Gerusalemme celeste, la città della
fabbricarsi un figlio anche ricorrenMicol Forti, la curatrice della mostra «San- pagnata da un catalogo edito dai Musei Vasperanza, si dissolverà e «Dio sarà tutto in
do all’affitto di un utero e di un
tiago Calatrava. Le metamorfosi dello spa- ticani con i contributi del cardinale presidentutti» (1 Corinzi, 15, 28). È in una simile proovulo. Eva non incontrerà mai la
zio» aperta in Vaticano, al Braccio di Carlo te del Pontificio Consiglio della Cultura (il
spettiva che l’opera dell’architetto acquista
madre, ma il romanzo suggerisce
Magno, dal 4 dicembre al 20 febbraio. «Vo- cui saggio riproduciamo in parte in questa
una dimensione “teologica”: egli, con l’edificache non ne ha bisogno: quello che
lutamente — continua Forti — nel pensare pagina), del direttore dei Musei, Antonio
zione del tempio, deve creare una sorta di vesconta è l’amore, e di amore i padri
questa esposizione ho cercato di evidenziare Paolucci, e di Antonella Greco, docente di
sillo piantato nel terreno dello spazio e del
gliene danno tanto. Non saprà mai
le contaminazioni, le interferenze, gli intrecci storia dell’architettura alla Sapienza, oltre altempo, della storia e della quotidianità ma
da dove vengono i suoi occhi dal
che questi linguaggi stabiliscono tra loro, le schede critiche firmate da Francesca Boche si eleva e garrisce nel cielo dell’eterno e
colore cangiante, uguali a quelli
ruotando intorno a tematiche, spunti di ri- schetti e Rosalia Pagliarani. L’allestimento
dell’infinito, dell’escatologia e del Regno di
della madre, non conoscerà mai i
cerca e nuove proposte, che divengono il dello spazio berniniano è stato progettato da
luogo di incontro. L’indagine sul movimen- Roberto Pulitani.
Dio, dell’Oltre e dell’Altro trascendenti.
suoi fratelli.
di LUCETTA SCARAFFIA
l romanzo — Sei come sei
(Torino, Einaudi, 2013, pagine 248, euro 17,50) — è scritto benissimo, i personaggi
reali e ben tratteggiati, l’intreccio appassionante: come sempre, Melania Mazzucco si conferma
come una delle migliori scrittrici
italiane di oggi. La bella scrittura ci
porta a parteggiare per i protagonisti, che sono appunto coloro dal cui
punto di vista viene raccontata la
storia: la bambina Eva e uno dei
suoi due padri, il cantante rock
Giose ormai ritirato dalle scene.
La storia si dipana fra la vicenda
che fa da sfondo — dopo aver ri-
I
A quarant’anni dalla morte
Il vessillo
dell’architetto
Al Braccio di Carlo Magno
Ultrà
bambini
«Forse
nemmeno
Jonathan
Swift poteva concepire una così
perfida allegoria come quella
andata realmente in scena allo
Juventus Stadium». Lo scrive
Michele Serra sulla Repubblica
del 4 dicembre commentando
un episodio che si è verificato
domenica scorsa: le curve a Torino, svuotate degli abituali frequentatori rei di atteggiamenti
discriminatori nei confronti dei
tifosi napoletani, sono state
riempite da circa 12.500 bambini, allo scopo di favorire la diffusione di una cultura dello
sport più sana. I giovanissimi
però hanno insultato per tutta
la partita il portiere avversario,
in modo plateale e volgare, seguendo una pratica evidentemente imparata dai più grandi.
Per poco meno di due ore hanno ripetuto una parola che non
direbbero con la stessa disinvoltura in nessun’altra situazione.
Tutto in nome di un senso di
appartenenza vissuto come contrapposizione estrema e come licenza a oltrepassare legittimamente qualsiasi limite. Sapevamo che anche gli ultrà erano
stati bambini. Ma è malinconico constatare che troppi bambini sono già degli ultrà.
Del resto se ti insegnano che
sei migliore degli altri solo perché appartieni a un gruppo
piuttosto che a un altro, finisce
che ci credi e allora l’insulto diventa la naturale rivendicazione
della propria supposta superiorità. Ma questo episodio probabilmente non servirà a cambiare
mentalità.
Forse oltre alle scontate e
giuste condanne si potrebbe cominciare a spiegare, ai bambini
almeno, che non esiste una differenza antropologica tra un tifoso e un altro, che i colori del
cuore sono perlopiù ereditari, e
proprio per questo tutti legittimi. E invece oggi più che sul
motivo di un tale imbarbarimento molti media rischiano di
ragionare sulla legittimità della
multa comminata alla società
che ha promosso l’iniziativa.
Chiunque abbia ragione, non
sembra l’argomento centrale.
(marcello filotei)
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 6
giovedì 5 dicembre 2013
A Malta incontro del Ccee dedicato alla pastorale per i migranti e i rifugiati
Negli Stati Uniti in aumento le donazioni caritative grazie agli strumenti telematici
Perché il sogno
non diventi un incubo
La solidarietà
che naviga sulla rete
LA VALLETTA, 4. «Ogni istanza che
ignori la dignità umana costituisce
un affronto alla volontà divina e
viola i diritti fondamentali di cui
ogni persona è portatrice». In particolare, la «chiamata all’amore e alla
solidarietà» nei confronti dei migranti «è responsabilità di tutti» ma
c’è «una responsabilità maggiore
per tutti quelli che occupano una
posizione di amministrazione e di
governo, perché li impegna a prendersi cura particolarmente dei più
deboli». È quanto ha detto ieri a La
Valletta — riferisce il Sir — il presidente del Pontificio consiglio della
pastorale per i migranti e gli itineranti, cardinale Antonio Maria Vegliò, nel suo intervento al convegno
«La pastorale per i migranti e i rifugiati tra integrazione e inclusione»
organizzato dalla sezione «Migrazioni» della commissione «Caritas
in veritate» del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee).
Il porporato ha ricordato che
«nessuno è autorizzato a ledere la
dignità umana, né un governo, né un
ente pubblico o privato. Essa va rispettata e promossa attraverso l’affermazione e la tutela dei diritti umani,
che includono il diritto a scegliersi
liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all’educazione, al lavoro, alla reputazione, al
rispetto», oltre al «diritto a vivere
senza paura e nella sicurezza, con
possibilità di accedere a un equo sistema giudiziario». Da qui l’auspicio
di una stretta collaborazione tra Paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti e di adeguate normative che possano coagulare i diversi assetti legislativi, per «coniugare la salvaguardia dei diritti fondamentali dei migranti e delle loro famiglie e la tutela delle comunità di
arrivo e di accoglienza».
Il fenomeno migratorio è sempre
stato presente nel continente europeo, ma per diverse ragioni assume
oggi nuove dimensioni e si presenta
più complesso che mai. Rifugiati,
migranti temporanei, lavoratori stagionali, giovani in ricerca di lavoro
esigono da parte della società una
risposta a livello sociale, politico e
anche pastorale. Seguendo una già
lunga tradizione — si legge in un
comunicato — il Ccee vuole contribuire in tal modo alla riflessione
sulle questioni che nascono in Europa nell’ambito della pastorale con e
per i migranti. Il convegno di Malta
(Paese dove la percentuale di richiedenti asilo, 21,7 ogni mille abitanti,
è la più alta in Europa) serve a non
dimenticare — ha affermato il cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di
Zagabria e coordinatore della sezione «Migrazioni» della commissione
«Caritas in veritate» — le tante persone che attraversano il mare Mediterraneo «in condizioni così disumane alla ricerca di un mondo migliore, con un sogno tra le mani che
spesso si trasforma in un incubo.
L’Unione europea e i diversi Paesi
europei non possono chiudere gli
occhi di fronte al dramma di questa
gente o lasciare tutta la responsabilità sulle spalle dei singoli Paesi di
frontiera». Per il porporato — riporta il Servizio informazione religiosa
— le nazioni europee «devono impegnarsi sempre più seguendo le più
profonde radici e eredità che l’Europa ha ricevuto dalla fede cristiana,
aiutando sia le persone sia le comunità e i singoli Paesi di origine e di
arrivo perché la giustizia e il bene
comune non siano calpestati». La
Chiesa, in tal senso, prendendo le
mosse non soltanto dalla giustizia
ma anche dall’insegnamento della
carità, «da un lato la fa essere vero
difensore della giustizia ma dall’altro garantisce che essa non smetterà
mai di abbracciare ogni persona anche laddove manchi la giustizia».
Spesso, infatti, «la Chiesa è l’unica
voce e l’unico volto amico che si avvicina e che difende ognuno, a prescindere da ogni discriminazione».
Della situazione in Italia ha parlato monsignor Giancarlo Perego,
direttore generale della Fondazione
Migrantes, per il quale c’è «una politica miope sull’immigrazione», essendo tale fenomeno «ancora fortemente segnato da una legislazione
che pone al centro il tema della sicurezza» e si preoccupa solo di «dare il permesso di soggiorno e controllarne la sua regolarità». Il “pacchetto integrazione” varato nel 2009
«è arrivato senza le dovute risorse»
e questo controllo «di fatto è rimasto infruttuoso, con l’aggravante di
successive sette sanatorie e la regolarizzazione del 65 per cento delle
persone. Il soggiorno legale delle
persone, pertanto, non è avvenuto
attraverso i flussi, ma attraverso le
sanatorie continue, fino all’ultima
emersione di 134.000 immigrati
nell’autunno 2012».
Questi aspetti legislativi, ha proseguito — riferisce il Sir — il direttore della Migrantes, «hanno contribuito a creare ostacoli verso un processo di integrazione» creando in
Italia «il numero più alto, in ambito
europeo, di persone che hanno paura dello straniero: sei italiani su dieci. Tutto ciò scaturisce da un aspetto securitario che è stato ulteriormente alimentato da un processo di
informazione che ha visto produrre
un milione e mezzo di articoli sugli
immigrati, dove alla parola immigrazione si associava l’equivalenza
di criminale, clandestino, irregolare.
Questa informazione ha creato ulteriormente una cultura del sospetto,
della distanza e dell’incomprensione». A livello pastorale monsignor
Perego ha invitato a coinvolgere soprattutto i figli degli immigrati, più
facilmente integrabili, citando esperienze positive diffuse tra le settecento comunità etniche in Italia, accompagnate da duemilatrecento sacerdoti, con la sperimentazione di
strumenti catechistici e di preghiera
linguistici. E ha raccontato ai delegati l’esperienza ecclesiale vissuta a
Lampedusa, dove sono arrivati quest’anno quarantamila migranti.
All’incontro di La Valletta, che si
conclude oggi, partecipano una
quarantina di vescovi e delegati della pastorale migratoria di diciannove
conferenze episcopali. Monsignor
Charles J. Scicluna, vescovo ausilia-
re di Malta, ha invitato a «trasformare la sfida delle migrazioni in opportunità e tradurre l’opportunità in
impegno a livello europeo». Della
situazione maltese ha parlato Alfred
Vella, direttore della commissione
«Malta emigrants»: la Chiesa locale
risponde alla sua missione con quattrocento posti-letto e servizi per aiutare i migranti e richiedenti asilo in
quattordici centri di accoglienza
sparsi su tutto il territorio; a breve
c’è l’intenzione di aprire anche un
centro diurno per minori. I migranti
che approdano a Malta, in genere
in transito verso l’Europa, sono
spesso costretti a restare sull’isola
mesi o anni nei centri “chiusi” (di
fatto luoghi di detenzione preventiva da cui non possono uscire se non
ottengono lo status di rifugiato) o
“aperti”, molti dei quali gestiti da
organizzazioni ecclesiali. «La Chiesa
di Malta — ha detto Vella — è stata
una pioniera nel dare ospitalità» e si
batte per centri di accoglienza aperti dove le persone vengano ascoltate
nei loro bisogni e siano libere di
uscire. Lunedì, dopo aver visitato il
centro “chiuso” di Hal Safi dove sono rinchiusi oggi settecento migranti africani, monsignor Duarte Nuno
Queiroz de Barros da Cunha, segretario generale del Ccee, si è detto
«molto impressionato: ho visto ragazzi in gamba, brave persone, con
la capacità di affrontare una sfida
così grande e difficile pur venendo
da Paesi lontanissimi».
WASHINGTON, 4. Sono sempre più
numerosi i cattolici negli Stati Uniti
che si servono dei moderni strumenti telematici per offrire donazioni
caritative, partecipando così alle numerose collette che la Chiesa e la rete locale delle parrocchie promuovono per venire incontro ai bisogni
umanitari interni e internazionali.
L’analisi è contenuta in un rapporto
pubblicato dal Center for Applied
Research in the Apostolate (Cara)
basato presso la Georgetown University, a Washington, per conto
della Conferenza episcopale. Dalla
ricerca è emerso che il 32 per cento
dei cattolici in età lavorativa (poco
più di 18 milioni di persone) hanno
offerto contributi di natura economica almeno una volta nella loro vita e, di questi, il 17 per cento lo
hanno fatto utilizzando metodi di
pagamento on-line,
ovvero tramite pc,
tablets o smartphone collegati a internet.
Il risultato di
questa ricerca è al
centro dell’attenzione dell’episcopato.
«Le conoscenze acquisite sulla base di
questa ricerca sono
importanti per la
nostra valutazione
degli attuali modelli
di donazione adottati dai nostri fedeli» ha commentato
l’arcivescovo di Cincinnati, Dennis Marion Schnurr, presidente del Comitato
per le collette nazionali dell’episcopato. Il presule ha
aggiunto che «ora siamo a conoscenza del fatto che gli aiuti alle organizzazioni caritative tramite pagamenti on-line sono in aumento ogni
anno».
Tra le motivazioni che spingono i
fedeli a servirsi degli strumenti telematici sono la comodità e la velocità con la quale gli aiuti economici
giungono direttamente alla fonte caritativa. Le donazioni medie si aggirano sui 25 dollari. La maggioranza
dei fedeli (46 per cento) ha inviato
denaro alle organizzazioni religiose.
Le restanti percentuali sono suddivise tra coloro che hanno scelto di
donare a favore di strutture sanitarie
o associazioni di volontariato laiche
che operano in vari settori sociali a
favore delle persone più svantaggiate. Tra le priorità indicate vi sono il
sostegno alle parrocchie e alle esigenze delle comunità locali, in particolar modo per quando riguarda
l’aiuto ai singoli o alle famiglie in
stato di povertà. A seguire vi sono,
fra l’altro, i contributi economici a
favore del sostegno educativo dei
minori. Oltre alle esigenze interne,
la ricerca pone in evidenza la positiva partecipazione dei fedeli alle collette internazionali rivolte a soddisfare i bisogni umanitari dei Paesi in
difficoltà. La ricerca del Cara sarà
pertanto oggetto di analisi approfondita presso l’episcopato. Monsignor Schnurr ha spiegato che «i risultati permetteranno al Comitato
per le collette nazionali di migliorare la capacità di raggiungere i fedeli,
soprattutto quelli più giovani, che
stanno sempre più facendo uso delle
offerte on-line».
In prima linea tra le organizzazioni religiose vi è, per esempio, il Catholic Relief Services (Crs), la Caritas locale. Annualmente l’episcopato
promuove una colletta per finanzia-
In campo internazionale poi, la
Chiesa negli Stati Uniti contribuisce, fra l’altro, alle opere pastorali in
Africa. Il Sub Comitato per la Chiesa in Africa dell’episcopato ha recentemente approvato 38 progetti
per un totale di circa un milione di
dollari. Il fondo è stato messo a disposizione grazie a generosi contributi dei donatori che hanno partecipato a una colletta diffusa in tutte
le parrocchie della nazione: si tratta
del Solidarity Fund for the Church
in Africa che ha visto l’adesione del
75 per cento delle diocesi e delle
eparchie negli Stati Uniti. Oltre
all’Africa, un’altra tradizionale colletta riguarda, sempre annualmente,
l’America latina. La campagna di
solidarietà per l’America latina chiama oramai da quarantacinque anni
le parrocchie nel Paese a mobilitarsi
re le opere del Crs. La Caritas ha
invitato tutti i fedeli a offrire il proprio contributo con l’obiettivo «di
modificare la vita di oltre cento milioni di persone in patria e all’estero, con particolare riguardo alle famiglie colpite da persecuzioni, guerre e calamità naturali». Il presidente
del Comitato per le collette nazionali dell’episcopato ha affermato
che si tratta «di un’opportunità per
tutti i cattolici di aiutare le famiglie
nel mondo che soffrono». Il Crs, ha
aggiunto, «mette in atto il messaggio di Gesù per “la cura del più piccolo dei nostri fratelli e delle nostre
sorelle” fornendo aiuti umanitari e
risorse». Sempre sul fronte interno
si annovera la campagna di raccolta
fondi dedicata al contrasto alla povertà. Si tratta del Poverty Awareness Month, il mese che tradizionalmente comprende tutta una serie di
iniziative per aiutare la comunità
cattolica, ma non solo, a riflettere e
a impegnarsi nella testimonianza di
solidarietà.
per promuovere progetti missionari.
La colletta, si sottolinea, rappresenta
«l’espressione della fede cattolica
nel continente americano». Nel corso del 2012 sono stati assegnati fondi pari a 6,5 milioni di dollari, di
cui hanno beneficiato un totale di
ventitré Paesi. I progetti finanziati
sono stati 417. Nel corso del 2011 i
contributi avevano invece consentito
di finanziare 407 progetti.
Appello dei vescovi in vista delle presidenziali in Madagascar
Per la patria non per la poltrona
ANTANANARIVO, 4. Un appello ai
candidati alle presidenziali e alle legislative in Madagascar, affinché
non utilizzino il popolo «come semplice strumento per accedere alla
poltrona», è stato lanciato dai vescovi in occasione della conclusione
dell’Anno della fede e del settantacinquesimo anniversario della Bibbia cattolica in lingua malgascia.
«Abbiate sempre come preoccupazione il bene comune — si legge nel
messaggio dei presuli — e non calpestate la sovranità nazionale. Non
svendete la patria».
Il prossimo 20 dicembre i cittadini del Madagascar dovranno decidere se eleggere al ballottaggio per le
presidenziali Jean-Louis Robinson o
Hery Rajoanarimampianina, che il
mese scorso hanno ottenuto rispettivamente il 21,10 per cento e il 15,93
per cento dei consensi.
Nel documento la Conferenza
episcopale non risparmia le critiche
nei confronti di molti politici «che
si aggrappano al potere, non accettano l’alternanza e si spartiscono la
patria, sfruttandola al massimo», ma
anche della comunità internazionale
accusata di essere «ambigua» e di
«approfittare della nostra debolezza». Preoccupante la situazione attuale dell’isola descritta nel messaggio: corruzione, divario sociale sempre più ampio, insicurezza e danni
all’ambiente. Secondo i vescovi, la
popolazione malgascia è divisa in
due categorie: i ricchi e i poveri che
sprofondano sempre più nell’indigenza. «L’insicurezza cresce e il popolo non è più protetto; si va dunque verso uno Stato di non diritto e
verso uno Stato dove solo i più forti
hanno il diritto dalla loro parte», affermano, sostenendo che la disparità
tra ricchi e poveri è stata assai evidenziata nel corso della campagna
elettorale per le presidenziali. «Grazie al potere del denaro si è abbondato purtroppo in calunnie, in
esclusioni tribali e la compravendita
di voti è stata effettuata su larga
scala», si legge nel testo, reso noto
anche dall’agenzia Fides.
Da chi verrà eletto alla guida del
Paese i vescovi si aspettano che
«guarisca le ferite causate dalle diverse crisi successive, stabilisca uno
Stato di diritto, unica fonte di pace
e sviluppo nella giustizia e protegga
le risorse nazionali, distribuendole
con equità. Il vostro compito — prosegue il messaggio rivolto ai politici
— è quello di lottare contro l’esclusione e l’indifferenza. Il vostro primo dovere è quello di educare la
popolazione alla responsabilità civile». Infine si esorta la popolazione
a respingere la violenza e la corruzione e a rispettare la vita e la verità
per il futuro della nazione.
L’intervento della Conferenza episcopale è stato diffuso mentre la
Corte elettorale speciale sta esaminando i ricorsi presentati da alcuni
candidati e, a giorni, dovrebbe proclamare i risultati definitivi del primo turno. Il momento per il Madagascar non è dei più facili: il recente
rincaro del carburante dovuto alla
sospensione momentanea del sussidio pubblico al settore sta provocando aumenti a catena dei prezzi
dei beni di prima necessità. Nel
contempo la Banca africana di sviluppo ha deciso di dimezzare gli
aiuti per il biennio 2014-2016 come
conseguenza delle «debolezze dei
governanti» e della «cattiva gestione
dei fondi».
†
La Segreteria di Stato comunica che è
deceduta la
Signora
FRANCA VALENTINI
madre del Dott. Alessandro
Valentini
Scrittore della Segreteria di Stato
in servizio presso la Sezione
per gli Affari Generali
I Superiori ed i Colleghi partecipano al dolore del Dott. Valentini e a
quello dei Familiari, assicurando loro
vicinanza spirituale e un particolare ricordo nella preghiera.
†
Il Presidente P. Bernard Ardura, il Segretario, i membri e i colleghi del Pontificio Comitato di Scienze Storiche,
partecipano al lutto che ha colpito il
Dott. Alessandro Valentini per la
scomparsa dell’amatissima Mamma
Signora
FRANCA
Ed elevano al Signore ferventi preghiere di suffragio.
4 dicembre 2013
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 5 dicembre 2013
pagina 7
Documento della Conferenza episcopale a difesa dei popoli indigeni
Droga, tratta e diritti del lavoro all’attenzione del Consiglio permanente dell’episcopato argentino
Urge una soluzione
alla questione agraria in Brasile
Il Vangelo contro
lo sfruttamento dell’uomo
BRASILIA, 4. Il doloroso conflitto
che da decenni oppone agricoltori e
indigeni in Brasile continua a preoccupare la Chiesa cattolica. In una
dichiarazione pubblicata nei giorni
scorsi dalla Conferenza episcopale
brasiliana, firmata dal presidente,
dal vicepresidente e dal segretario
generale, rispettivamente il cardinale
Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, l’arcivescovo
di São Luís do Maranhão, monsignor José Belisário da Silva e il vescovo ausiliare di Brasilia, monsignor Leonardo Ulrich Steiner, intitolata “Popoli indigeni e agricoltori”, si afferma che «non si può prolungare questo stato di cose, che ci
Nel 2015 a Torino
Ostensione straordinaria
della Sindone
TORINO, 4. Una nuova straordinaria ostensione della Sindone nel
2015: l’annuncio è stato dato mercoledì mattina da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino
e custode pontificio della reliquia.
«Nei giorni scorsi — ha spiegato
l’arcivescovo nel corso di una conferenza stampa — ho ricevuto dalla
Segreteria di Stato della Santa Sede la comunicazione dell’assenso,
da parte del Santo Padre, a tale
ostensione pubblica nell’ambito
delle celebrazioni per il secondo
centenario della nascita di san
Giovanni Bosco, padre e maestro
dei giovani, il cui fecondo carisma
è oggi più attuale e vitale che mai,
anche nelle opere da lui avviate e
nel servizio che i suoi figli e le sue
figlie delle congregazioni salesiane
svolgono a favore della Chiesa
universale». L’ostensione si svolgerà, nel 2015, tra il tempo pasquale
e la chiusura, il 16 agosto, delle
iniziative per il bicentenario della
nascita di don Bosco. La precedente ostensione si è tenuta nel
2010, mentre nel giorno del sabato
santo di quest’anno in Duomo si è
svolta una breve ostensione per via
televisiva.
umilia davanti all’opinione pubblica
mondiale, perché è una tremenda
ingiustizia quella che viene commessa contro un gran numero di brasiliani. E l’ingiustizia genera sempre
violenza».
I vescovi si dicono angosciati per
la mancata soluzione dei «conflitti
sulla terra. Il momento è critico — si
legge nel messaggio — e richiede
un’azione urgente ed efficace da
parte del Governo brasiliano in difesa della vita, della giustizia e della
pace tra indigeni e agricoltori del
Paese». Secondo i presuli, quello
che avviene da anni in Brasile è un
dovere che coinvolge tutta la società, rappresentata dal suo Governo.
Per questo è urgente e necessario
fornire al più presto alle popolazioni indigene le condizioni che le rendono soggetti e protagoniste del loro sviluppo, piuttosto che tenerle in
dipendenza economica e sociale che
colpisce la loro dignità di esseri
umani. La Conferenza episcopale,
inoltre, condivide «l’angoscia dei
popoli indigeni e degli agricoltori
dinanzi alla mancanza di risposte da
parte del Governo federale e dei rispettivi Governi statali, per risolvere
in modo definitivo i conflitti sulla
terra che aumentano ogni giorno».
Per porre fine agli scontri, i presuli suggeriscono due soluzioni: il
riconoscimento dei diritti storici e
costituzionali dei popoli indigeni
sulle loro terre tradizionali, e il riconoscimento dei titoli fondiari assegnati in buona fede. Nel messaggio,
viene definita “inaccettabile” la posizione del Governo federale e dei
Governi statali «nell’impedire e ritardare la soluzione di questi problemi, perché non fa altro che aumentare l’incertezza, l’angoscia e il
rischio di conflitti tra indigeni e
agricoltori. Nella situazione attuale i
popoli indigeni e gli agricoltori sono vittime di un modello sbagliato
di occupazione del territorio brasiliano». Un invito a «dialogare per
risolvere il problema e non continuare a macchiare con sangue il
suolo dello Stato e a lasciarsi guidare dalla giustizia e dalla saggezza
nell’adottare con urgenza misure
concrete» è stato rivolto alle autorità civili, giudiziarie e militari. I vescovi, inoltre, hanno esortato tutte
le persone di buona volontà a porre
fine agli scontri che alimentano ancora di più una situazione già di per
sé incandescente.
BUENOS AIRES, 4. La pastorale vocazionale e l’urgenza di un rinnovato annuncio del Vangelo in una
realtà sociale segnata da grandi
emergenze: questi i principali temi
all’ordine del giorno della riunione
del Consiglio permanente dell’episcopato argentino. La due giorni di
lavori si è conclusa oggi, mercoledì
4, sotto la presidenza dall’arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, José
María Arancedo. Oltre all’esame
della situazione sociale del Paese —
in particolare l’emergenza droga — i
presuli si sono dedicati all’approfondimento della riflessione sul tema
della nuova evangelizzazione e della
missione permanente sulla base del
discorso che Papa Francisco ha rivolto ai membri del Consiglio Episcopale Latinoamericano nell’ambito
della Giornata mondiale della gioventù. Argomento che, ovviamente,
include l’orientamento programmatico della Chiesa nella regione e il
compito missionario delle diocesi.
Al centro dei lavori anche la preparazione dell’assemblea plenaria
dell’episcopato prevista per l’aprile
del prossimo anno che, come è stato
annunciato, sarà incentrata sulla pastorale vocazionale. Spazio anche
all’esame della relazione presentata
dalla Commissione episcopale della
Caritas, presieduta dal vescovo di
San Isidro, Óscar Vicente Ojea. Come è noto, dopo la pubblicazione il
mese scorso del documento El drama de la droga y el narcotráfico, i vescovi argentini hanno indetto per il
7 dicembre una giornata di digiuno
e preghiera, come gesto di accompagnamento e riflessione, rivolta ai
cattolici come a tutti gli uomini e le
donne di buona volontà. I vescovi
hanno perciò ribadito il loro invito
alla popolazione per questo appuntamento, perché — ha spiegato il
portavoce dell’episcopato, don Jorge
Oesterheld — «la Chiesa segue con
preoccupazione questo problema e
chiede azioni urgenti alle autorità».
L’iniziativa del 7 dicembre intende essere l’occasione per chiedere a
Dio di «muovere e sostenere i cuori
e le volontà di coloro che hanno
nelle loro mani la responsabilità delle risorse della legge, per frenare la
forza perversa e devastatrice delle
droghe. Pregheremo inoltre — hanno spiegato i presuli — per l’edificazione di una cultura dell’incontro e
della solidarietà, come base di una
rivoluzione morale che sostenga una
vita più degna, e per la conversione
dei narcotrafficanti». Da tempo, infatti, i presuli denunciano che la difficile situazione economica e sociale
del Paese sta avendo pesanti ripercussioni sulla vita soprattutto dei
giovani. E, quanto la questione del
narcotraffico sia diventata allarmante è evidente anche dalle recenti dichiarazioni del presidente dell’episcopato, monsignor Arancedo. L’Argentina «sta correndo il rischio di
trovarsi in una situazione di non ritorno», ha dichiarato. «Non è un
tema localizzato in una regione. La
preoccupazione viene dal fatto che
la droga si è ormai installata e il
narcotraffico è presente dappertutto». Negli ultimi anni il fenomeno
delle tossicodipendenze e del mercato delle droghe controllato da
bande di criminali, assieme ad altre
problematiche come l’alcolismo e il
gioco d’azzardo, ha assunto contorni particolarmente inquietanti. In
particolare si è abbassata l’età media
di coloro che ricorrono agli stupefa-
centi, passata in breve tempo dai 14
agli 8 anni. Nella capitale, per indicazione dell’arcivescovo Mario Aurelio Poli, la giornata di preghiera e
di digiuno, oltre alla piaga della
droga, sarà dedicata anche alle vittime del traffico degli esseri umani e
dello sfruttamento sui luoghi di lavoro. Il portavoce dell’episcopato è
intervenuto anche sulla vicenda relativa alla nomina da parte del Governo di un sacerdote, Juan Carlos
Molina, a capo della Segreteria di
programmazione per la prevenzione
della tossicodipendenza (Sedronar).
I presuli, ha detto il portavoce, giudicano «buono» che Molina, che
conosce «il dolore dei ragazzi e ha
lavorato nel campo della prevenzione», si occupi della Sedronar, ma
avvertono che «occorre distinguere
questo compito, senza dubbio importante, dalla lotta al narcotraffico,
che è una questione più profonda e
importante».
Gruppi di fedeli all’udienza generale
All’udienza generale di mercoledì 4 dicembre,
in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi.
Da diversi Paesi: Partecipanti al Seminario promosso dal Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace; Suore del
Centro Internazionale di animazione
missionaria Figlie della Carità.
Dall’Italia: Gruppi di fedeli dalle
Parrocchie: Santi Ermacora e Fortunato,
in Trieste; Santa Maria e Santa Giuliana, in Castello d’Aviano; Santissimo Redentore, in Fontanafredda; Beata Vergine del Rosario, in Cherubine di Cerea;
San Marcellino, in Genova; Sant’Ambrogio, in Genova-Voltri; Santa Maria
Assunta, in Cerànesi; San Lorenzo, in
Torbi; San Rocco, in Gazzolo; San Bartolomeo, in Livellato; San Martino, in
Paravanico; Nostra Signora della salute,
in La Spezia; Santa Maria, in Vicopisano; Sacro Cuore, in Firenze; Santi Pietro e Paolo, in Buonconvento; Santa
Croce, in Ancona; Santa Maria del Piano e del Colle; San Sebastiano, in Jesi;
Maria Santissima Assunta, in Tollo; Maria Santissima Madre di Dio, in Francavilla al Mare; Sacro Cuore di Gesù, in
Fabro; Santa Maria della stella e San
Pietro Parenzo, in Orvieto; San Biagio,
in Città di Castello; Santa Barbara alle
Capannelle; Santa Maria Assunta e San
Giuseppe a Primavalle; San Gabriele, in
Roma; San Lorenzo, in Formello; San
Sebastiano, in Valmontone; San Carlo
Borromeo, in Latina; Santa Maria della
neve, in Cesaproba di Montereale; Santissimo Salvatore, in Oricola; Beata Vergine Maria Regina della pace, in Foggia; San Filippo Neri, in Putignano;
Maria santissima Addolorata, in Tuturano; San Pietro, in Valle di Maddaloni;
San Pietro, in Romagnano; San Silvestro, in Sant’Agata de’ Goti; San Giacomo, in Puglianello; Santa Maria della
verità, in Benevento; Santa Generosa, in
Ponte; Santa Maria delle Grazie e San
Giorgio, in Portici; Sant’Antonio, in
Mercato San Severino; Madonna dei
cieli, in Catanzaro; Immacolata Concezione, in Centuripe; Gruppi di fedeli
da: Unità pastorale Alta Val di Non; Vicariato di Luni; Unità pastorale di
Sant’Elpidio a Mare; Polignano a Mare;
Montesignano; Castel San Giovanni;
Cantalupo Ligure; Piamborno; La Spezia; Roncina; Garda; Ufficiali e Militari
del 2° Battaglione Granatieri «Cengio»
di Spoleto, con l’Arcivescovo Renato
Boccardo; Ufficiali e militari del 1° Reggimento Bersaglieri, di Cosenza; Ufficiali e Militari del Comando regionale
Abruzzo della Guardia di Finanza; Corpo Forestale dello Stato, di Foggia; Polizia municipale, di Agropoli; Associazione italiana spina bifida e idrocefalo;
Associazione malati di Parkinson; Associazione Risveglio; Associazione nazionale San Paolo Italia; Associazione dopolavoro ferroviario, di Sulmona; Associazione C’era una volta, di ChivassoVillamiroglio; Associazione Noi insieme,
di Monselice; Associazione ANFE, di San
Michele Salentino; Associazione nazionale Carabinieri, di Montesarchio; Associazione Solidarietà e promozione sociale, di Labico; Associazione musicale, di
Melicucco; Associazione Italiana amici
di Raoul Follereau; Associazione provinciale gioiellieri, orafi, argentieri, orologiai e Affini, di Palermo; Associazione
La sorgente, di Gragnano; Associazione
Genio Ferrovieri, e Sindacato Fast Ferrovie; Federazione italiana panificatori,
Pasticcieri e Affini; Federazione CISL
pensionati, di Cisterna di Latina; Unione italiana ciechi, di Sant’Anastasìa;
Fondazione Don Bosco nel mondo;
Fondazione San Riccardo Pampuri, di
Morimondo; Cursillos di cristianità, di
Napoli; Opera vocazioni sacerdotali, di
Trecastagni; Opera nazionale Città delle
Ragazze, di Roma; Arciconfraternita
Morte e Orazione, di Lanciano; Ordine
francescano secolare, di Roma; Gruppo
di preghiera, di Torino; Gruppo Azione
cattolica, di Mascalucia; Gruppo della
Corsa dei Santi; Gruppi della Misericordia, di Scandicci, e di Napoli; Soci
dei Lions club, di Ostuni, e di Lignano
Sabbiadoro; Delegazione dell’O pera
Romana Pellegrinaggi; Gruppo del Tribunale Civile, di Roma; Gruppo Amici
di Don Orione, di Corvino San Quiri-
co; Comunità alloggio L’Aquilone, di
Fonte Nuova; Gruppo associativo ItaliaRomania, di Noceto; Gruppo seniores
Selex, di Giugliano; Società italiana di
anestesia, analgesia e terapia intensiva
pediatrica; Gruppo Il nuovo germoglio,
di Ciampino; Coro Sant’Agnese, di Baronissi; Sporting Baselice, di Roma;
Circolo XX Settembre, di Meda; Circolo
Unione, di Barletta; Gruppo dell’Esposizione 100 Presepi; Gruppo Amici del
Presepe, di Mogliano; Delegazione della Città di Varazze; Delegazione del
Fondo per l’Ambiente italiano, di Torino; Compagnia dello spettacolo San
Pietro-Musicopera
universale;
Coro
Venturini, di Tagliacozzo; Corso di teatro per ragazzi, di Roma; Gruppi CRAL,
di Firenze, Bergamo, Prato, Cremona;
Gruppi di studenti: Liceo De SanctisGalilei, di Manduria; Liceo Volta, di
Foggia; Liceo Kennedy, di Salerno; Isti-
tuto De Sanctis, di Napoli; Istituto
Buzzati, di Roma; Istituto Cardelli, di
Mosciano Sant’Angelo; Istituto GalicePosata, di Civitavecchia; Istituto Garibaldi, di Bari; Istituto Saffo, di Roseto
degli Abruzzi; Istituto comprensivo, di
Ardea - Tor San Lorenzo; Istituto comprensivo, di San Salvo; Istituto comprensivo, di Arce; Istituto da Vinci, di
Acerenza; Istituto Sbordone, di Napoli;
Istituto De Sarlo, di Lagonegro; Istituto
Scotellaro, di San Giorgio a Cremano;
Istituto Galilei-Ferrari, di Torino; Istituto comprensivo, di Villa Adriana-Tivoli;
Istituto Via Val Maggia, di Roma; Istituto Torre Orsaia, di Celle di Bulgheria;
Istituto Jaci, di Messina; Istituto Rossini, di Visciano; Istituto Sacro Cuore, di
Avezzano; Istituto Cestoni, di Montegiorgio; Istituto di istruzione superiore,
di Castel Volturno; Istituto comprensivo, di San Nicola La Strada; Istituto Pi-
tagora College, di San Giovanni Rotondo; Istituto Fermi, di Castrovillari; Istituto Santa Dorotea, di Thiene; Istituto
San Giacomo, di San Giacomo d’Acri;
Istituto Giustino Fortunato, di Rionero
in Vulture; Istituto Filippin, di Paderno
del Grappa; Istituto Perri-Pitagora, di
Lamezia Terme; Istituto comprensivo,
di Savoia di Lucania; Istituto Piazza De
Cupis, di Roma; Scuola Di Rosa, di Badia Polesine; Scuola giardino d’infanzia,
di Pozzuoli; Scuola Nobili, di Molinella; Scuola Madre Teresa di Calcutta, di
Roma; Scuola Orazio, di Pomezia;
Gruppi di fedeli da Campobasso, San
Marzano sul Sarno, San Michele Salentino, Marsala, Osimo, Bevagna, Concordia-Pordenone, San Pietro Viminario,
Solofra, Arpino, Foggia, Cittaducale,
Venticano, Tivoli, Bisceglie, Caltanissetta.
Coppie di sposi novelli.
Dalla Svizzera: Polo scolastico Italosvizzero, di Zurigo.
Gruppi di fedeli da: Repubblica Ceca; Croazia.
I polacchi: Chór Dziewczęcy «Gama»
z Aleksandrowa Kujawskiego; pielgrzymi indywidualni.
From England: A group of teachers
from the Diocese of Lancaster; A group
of Anglican students from Ardingly
College, Haywards Heath, West Sussex.
From Denmark: Students and staff
from St Canute Catholic Secondary
School.
From Australia: Pilgrims from Yarra
Theological Union, Melbourne, on a
Liturgical Study Tour.
From the United States of America:
Pilgrims from St Matthew Parish,
Dorchester, Massachusetts; Students
and faculty from St Mary’s College,
Notre Dame, Indiana, Rome Program.
Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppe aus Kempen, Niederrhein; Mitglieder und Freunde der
Schönstattbewegung.
Aus der Republik Österreich: Schülerinnen, Schüler und Lehrer des Gymnasiums der Diözese Eisenstadt.
De España: grupos de peregrinos.
De Venezuela: grupo El buen Samaritano.
De Perú: grupo «La Merinera».
De Argentina: grupos de peregrinos.
De Portugal: peregrinos de Leça da
Palmeira.
Do Brasil: Equipes de Nossa Senhora, Criciuma; Grupo Meus pés no mundo bíblico, Ribeirão Preto.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 8
giovedì 5 dicembre 2013
Tre parole
per costruire
una società
nuova
All’udienza generale il Pontefice parla della risurrezione della carne
Risonanza di eternità
Grazie al battesimo, nella vita
di ogni cristiano c’è un’anticipazione
della partecipazione futura
alla risurrezione di Gesù.
Lo ha detto Papa Francesco
nella riflessione proposta ai fedeli
che questa mattina, mercoledì
4 dicembre, hanno partecipato
all’udienza generale svoltasi
in piazza San Pietro. Questo
il discorso del Pontefice.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi ritorno ancora sull’affermazione «Credo la risurrezione della carne». Si tratta di una verità non semplice e tutt’altro che ovvia, perché,
vivendo immersi in questo mondo,
non è facile comprendere le realtà
future. Ma il Vangelo ci illumina: la
nostra risurrezione è strettamente legata alla risurrezione di Gesù; il fatto che Egli è risorto è la prova che
esiste la risurrezione dei morti. Vorrei allora presentare alcuni aspetti
che riguardano il rapporto tra la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione. Lui è risorto, e perché
Lui è risorto anche noi risusciteremo.
Anzitutto, la stessa Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede
piena nella risurrezione dei morti.
Questa si esprime come fede in Dio
creatore di tutto l’uomo — anima e
corpo —, e come fede in Dio liberatore, il Dio fedele all’alleanza con il
suo popolo. Il profeta Ezechiele, in
una visione, contempla i sepolcri
dei deportati che vengono riaperti e
le ossa aride che tornano a vivere
grazie all’infusione di uno spirito vivificante. Questa visione esprime la
speranza nella futura “risurrezione
di Israele”, cioè nella rinascita del
popolo sconfitto e umiliato (cfr. Ez
37, 1-14).
Gesù, nel Nuovo Testamento,
porta a compimento questa rivelazione, e lega la fede nella risurrezione alla sua stessa persona e dice:
«Io sono la risurrezione e la vita»
(Gv 11, 25). Infatti, sarà Gesù Signore che risusciterà nell’ultimo
giorno quanti avranno creduto in
Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in tutto, eccetto
il peccato; in questo modo ci ha
presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona
ai suoi discepoli lo Spirito Santo
come caparra della piena comunione nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è
la fonte e la ragione della nostra
speranza: una speranza che, se coltivata e custodita, — la nostra speranza, se noi la coltiviamo e la custodiamo — diventa luce per illuminare
la nostra storia personale e anche la
storia comunitaria. Ricordiamolo
sempre: siamo discepoli di Colui
che è venuto, viene ogni giorno e
verrà alla fine. Se riuscissimo ad
avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e
più disposti a camminare con cuore
misericordioso sulla via della salvezza.
Un altro aspetto: che cosa significa
risuscitare? La risurrezione di tutti
noi avverrà nell’ultimo giorno, alla
fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà
Presentato dal cardinale arciprete Harvey
Il mosaico di Papa Francesco
per la basilica di San Paolo
A Papa Francesco è stato presentato stamane, prima
dell’udienza, all’arco delle Campane, il tondo mosaico
che lo raffigura e che lunedì sarà collocato nella famosa galleria della basilica di San Paolo fuori le Mura. A
mostrare l’opera al Pontefice sono stati il cardinale arciprete James Michael Harvey, l’abate benedettino di
San Paolo, dom Edmund Power, il cardinale Angelo
Comastri e il vescovo Vittorio Lanzani, presidente e
delegato della Fabbrica di San Pietro, con i mosaicisti
che l’hanno realizzata. Tratta da un fotogramma, l’immagine di Papa Francesco è stata realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano della Fabbrica di San Pietro
che, dopo l’incendio del 1823, ha eseguito tutti i tondi
con i volti dei Pontefici per la basilica Ostiense.
la vita al nostro corpo riunendolo
all’anima, in forza della risurrezione
di Gesù. Questa è la spiegazione
fondamentale: perché Gesù è risorto
noi risusciteremo; noi abbiamo la
speranza nella risurrezione perché
Lui ci ha aperto la porta a questa
risurrezione. E questa trasformazione, questa trasfigurazione del nostro
corpo viene preparata in questa vita
dal rapporto con Gesù, nei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia.
Noi che in questa vita ci siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue risusciteremo come Lui, con
Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù
è risorto con il suo proprio corpo,
ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in
corpi gloriosi. Ma questa non è una
bugia! Questo è vero. Noi crediamo
che Gesù è risorto, che Gesù è vivo
in questo momento. Ma voi credete
che Gesù è vivo? E se Gesù è vivo,
voi pensate che ci lascerà morire e
non ci risusciterà? No! Lui ci aspetta, e perché Lui è risorto, la forza
della sua risurrezione risusciterà tutti noi.
Un ultimo elemento: già in questa
vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è
vero che Gesù ci risusciterà alla fine
dei tempi, è anche vero che, per un
certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia
già in questo momento, incomincia
durante tutta la vita, che è orientata
verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati,
infatti, mediante il Battesimo, siamo
inseriti nella morte e risurrezione di
Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in
noi stessi un seme di risurrezione,
quale anticipo della risurrezione
piena che riceveremo in eredità. Per
questo anche il corpo di ciascuno di
noi è risonanza di eternità, quindi
va sempre rispettato; e soprattutto
va rispettata e amata la vita di
quanti soffrono, perché sentano la
vicinanza del Regno di Dio, di
quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo
pensiero ci dà speranza: siamo in
cammino verso la risurrezione. Vedere Gesù, incontrare Gesù: questa
è la nostra gioia! Saremo tutti insieme — non qui in piazza, da un’altra
parte — ma gioiosi con Gesù. Questo è il nostro destino!
Tweet su @pontifex
Ascolto
e dialogo
per comunicare
«50 anni fa il Vaticano II ha parlato di comunicazione. Ascoltiamo, dialoghiamo e portiamo a
Cristo tutti coloro che incontriamo nella vita». È il tweet con il
quale Papa Francesco ha voluto
ricordare questa mattina, mercoledì 4 dicembre, il cinquantesimo
anniversario del decreto conciliare Inter mirifica. Per questa occasione il Pontificio Consiglio delle
comunicazioni sociali ha lanciato
un portale multimediale —
www.intermirifica50.va — e attraverso l’account twitter @pccs.va
ne ha annunciato la messa in rete
sin da questa mattina. Anche la
Pontificia Università Lateranense
ha voluto celebrare il giubileo
d’oro del documento conciliare
con un convegno tematico.
Nei saluti ai fedeli anche un nuovo appello a costruire insieme la pace
In preghiera per le religiose rapite in Siria
Un appello del Papa alla preghiera
per le religiose del monastero grecoortodosso siriano di Maalula, rapite
nei giorni scorsi, ha concluso l’udienza
generale. In precedenza il Santo Padre
aveva rivolto particolari espressioni di
saluto ai diversi gruppi di fedeli
presenti.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, venidos de
España, Argentina, Perú, Venezuela
y otros países latinoamericanos.
Que todos demos testimonio alegre
de esa condición de vida eterna hacia la que caminamos. Muchas gracias!
Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare le religiose in formazione presso il Centro
Internazionale di Animazione Missionaria. Che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi aiuti ad accrescere la vostra fede nella
resurrezione! Buon pellegrinaggio a
Roma.
Con sentimenti di riconoscenza e
affetto, saluto tutti i pellegrini di
lingua portoghese, in particolare i
gruppi brasiliani di Criciúma e Ribeirão Preto e i fedeli di Leça da
Palmeira, invocando sui vostri passi
la gioia dell’incontro con Dio: Gesù
Cristo è la Tenda divina in mezzo a
noi; andate da Lui, vivete nella sua
grazia e avrete la vita eterna. Su di
voi e sulle vostre famiglie e parrocchie scenda la Benedizione di Dio.
Saluto cordialmente i pellegrini
di lingua inglese presenti all’odierna
Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca,
Australia e Stati Uniti. Su tutti voi
e sulle vostre famiglie invoco la
gioia e la pace del Signore!
Un cordiale benvenuto ai fratelli
e alle sorelle di lingua tedesca. In
particolare saluto i membri e gli
amici di Schönstatt venuti in pellegrinaggio a Roma. Il Cristo morto e
risorto è la ragione della nostra speranza; egli non ci lascerà nella morte. Nell’attesa del suo Regno portiamo questa speranza anche agli altri,
affinché sentano la vicinanza e
l’amore di Dio. Il Signore vi protegga e benedica sempre.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai
pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Gesù è la risurrezione
e la vita! Se crediamo in Lui, Egli ci
risusciterà nell’ultimo giorno. Il Signore vi benedica!
Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Abbiamo iniziato l’Avvento.
Stiamo meditando il mistero del
Messia che, colmo d’amore e di misericordia, viene a salvare l’uomo.
Perseveriamo con Lui nella preghiera, nella meditazione della Parola di
Dio, frequentando secondo la vostra
tradizione la messa quotidiana. La
vita eterna dipende dal nostro lega-
me con Cristo. Benedico di cuore
voi qui presenti e le vostre famiglie.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai
pellegrini di lingua italiana. Saluto i
partecipanti al Seminario su etica e
valori promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; le
Figlie della Carità; i fedeli di Poli-
gnano a Mare; le forze dell’O rdine,
in particolare il Comando della
Guardia di Finanza della Regione
Abruzzo, i Bersaglieri di Cosenza e
i Granatieri di Spoleto, accompagnati dall’Arcivescovo monsignor
Boccardo. Saluto inoltre gli studenti, specialmente il Liceo De SanctisGalilei di Manduria e gli Istituti di
San Nicola La Strada e “Sacro Cuo-
Da venerdì le prediche d’Avvento in Vaticano
Verso Natale con Francesco
«Verso il Natale del Signore in compagnia di San Francesco d’Assisi». È il tema delle meditazioni che il predicatore della Casa Pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa, terrà — alla presenza di Papa Francesco — nei venerdì della prima settimana di Avvento, 6 dicembre, della seconda, 13 dicembre, e della terza, 20 dicembre, nella
cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico.
«Il recente pellegrinaggio di Papa Francesco ad Assisi e il tema
della prossima Giornata mondiale della pace “Fraternità, fondamento
e via per la pace” — spiega il religioso — ci offrono l’occasione per
una riflessione su ciò che il poverello può ancora dire alla Chiesa di
oggi».
I tre temi sui quali verteranno le meditazioni sono: Francesco d’Assisi e la riforma della Chiesa per via di santità; l’umiltà di Francesco
d’Assisi, la via evangelica alla fratellanza e alla pace; con San Francesco davanti al mistero dell’incarnazione: la povertà di Cristo e quella
di Francesco.
Alle prediche sono invitati i cardinali, gli arcivescovi e i vescovi, i
segretari delle congregazioni, i prelati della Curia romana e del Vicariato di Roma, i superiori generali e i procuratori degli ordini religiosi
facenti parte della Cappella Pontificia.
re” di Avezzano; la delegazione
dell’Opera Romana in partenza per
l’Iraq; i gruppi parrocchiali e le numerose associazioni, particolarmente
“Spina-Bifida e Idrocefalo” e gli
“Amici di Raoul Follereau”, impegnate nell’aiuto ai sofferenti. In
questi primi giorni d’Avvento rivolgiamoci alla Vergine Immacolata
con la fiduciosa preghiera: Ella è il
modello del nostro cammino incontro al Cristo che viene in noi.
Rivolgo un pensiero affettuoso ai
giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria di San Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Questo santo sacerdote ci ricorda l’impegno di ciascuno nell’annunciare il Vangelo.
Cari giovani, siate coraggiosi testimoni della vostra fede; cari ammalati, offrite la vostra croce quotidiana
per la conversione dei lontani alla
luce del Vangelo; e voi, cari sposi
novelli, siate annunciatori dell’amore di Cristo a partire dalla vostra famiglia.
Desidero ora invitare tutti a pregare per le monache del Monastero
greco-ortodosso di Santa Tecla a
Ma’lula, in Siria, che due giorni fa
sono state portate via con la forza
da uomini armati. Preghiamo per
queste monache, per queste sorelle,
e per tutte le persone sequestrate a
causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare e a operare insieme per la pace. Preghiamo la Madonna. (Ave Maria...)
«Pace, giustizia sociale e solidarietà»
sono le parole chiave dell’attività
della Confederación
Latinoamericana y del Caribe de
trabajadores estatales (Clates) che
riunisce operai, impiegati e tecnici
«al servizio degli Stati e dei
popoli». Una rappresentanza ha
partecipato all’udienza generale «per
condividere col Papa l’essenza di
queste tre parole, fondamentali nel
suo servizio per costruire una società
non asservita all’imperialismo del
denaro e attenta ai deboli» spiegano
il presidente, Julio Fuentes, e Carlo
Luis Custer, vicepresidente del
consiglio politico consultivo e già
ambasciatore argentino presso la
Santa Sede. Fondata nel 1967,
l’associazione è oggi diffusa, con
venticinque organizzazioni locali, in
sedici Paesi.
Francis. A Pope for our time è il libro,
edito da Humanix Books, che il
giornalista argentino Luis Rosales ha
scritto, con Daniel Olivera,
«espressamente per presentare Papa
Bergoglio al mondo nordamericano»
e che ha consegnato personalmente
nelle mani del Pontefice. Per
Rosales «ciò che più colpisce i
lettori statunitensi è il profilo
spirituale di Jorge Mario Bergoglio,
la sua missione a Buenos Aires, ma
anche la sua storia personale di
figlio di emigranti piemontesi: un
uomo che ha il piede nel primo
mondo e l’altro piede nel nuovo
mondo. E — prosegue — ha la
statura per dare speranza alla
crescita dei Paesi emergenti e
arrivare a un mondo più giusto».
Dalla diocesi di Vittorio Veneto
sono venute Orietta Dal Cin,
Elisabetta Varisco e il sindaco di
Cappella Maggiore, Maria Rosa
Barazza, per portare al Pontefice
«gli abbracci del parroco di
Sarmede, don Mario Dell’Arche,
gravemente malato e capace di dare
una testimonianza cristiana
altissima; delle detenute del carcere
veneziano della Giudecca; dei
ragazzi con problemi familiari
accolti in una casa famiglia di
Vittorio Veneto; e dei bambini della
terza elementare di san Giacomo di
Veglia che hanno preparato lettere e
disegni per augurargli, con tredici
giorni di anticipo, buon
compleanno».
Come di consueto il Santo Padre ha
salutato a lungo le persone
ammalate. Tra loro Giada,
ventisettenne pugliese, da sette anni
paralizzata per un incidente stradale.
La sua voglia di vivere la porta
spesso a parlare ai giovani dei
«pericoli del dopo discoteca» spiega
la zia, suor Anna Maria Melazzani.
Giada «ha persino imparato a usare
il computer adoperando la bocca e
con questo sistema ha scritto al Papa
per chiedergli di incontrarla».
Al termine dell’udienza il Pontefice
ha benedetto la prima pietra di una
nuova struttura per la carità e il
dialogo interreligioso nel villaggio
indiano di San Giuseppe, in
arcidiocesi di Changanacherry, nel
Kerala. Dal 2007 questo centro
garantisce la scuola a cinquecento
bambini cristiani, indù e musulmani,
privilegiando i più poveri. Il Papa
ha anche benedetto anche la prima
pietra della nuova chiesa di Jaru in
Albania, dedicata a Maria Regina e
sostenuta dai frati minori
conventuali della Slovacchia. Finora
i cristiani di Jaru si sono ritrovati
per la messa in un vecchio bunker
costruito dal dittatore albanese
Enver Hoxha.
Al Pontefice sono stati inoltre offerti
numerosi panettoni per i poveri:
l’iniziativa è della Federazione
italiana dei panificatori in vista del
Natale. E, proprio nel clima
dell’Avvento, un dono tutto
particolare è venuto dalla Germania:
due pastori luterani gli hanno
portato la tradizionale corona
d’Avvento con le quattro candele.
«È un gesto di amicizia in una
prospettiva ecumenica» dicono
Ulrich Wiemer e Heinrich
Krimpelbein. «In Germania —
spiegano — questa semplice corona
unisce nella preghiera cattolici e
luterani perché simboleggia la
grande attesa per la venuta del
Signore che è la nostra luce».
SANTA SEDE
Il Santo Padre ha nominato Capo
Ufficio nella Congregazione per la
Dottrina della Fede il Reverendo
Monsignor Alejandro Cifres Giménez, finora Aiutante di Studio nel
medesimo Dicastero.