Presentazione del Premio

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Presentazione del Premio
GIAN MARIO SPACCA
Presidente della Regione Marche dal 2005, Gian Mario Spacca è nato a Fabriano nel 1953.
è sposato ed ha due figlie. Nel 1976 si laurea in scienze politiche alla ‘Sapienza’ di Roma; relatore
della sua tesi di laurea in diritto e procedura penale è il prof. Aldo Moro.
Frequenta corsi di specializzazione in aree economiche e sviluppo. Nel 1979 entra nell’ufficio studi
della Merloni Finanziaria con la qualifica di dirigente. Fa parte del consiglio direttivo della
Fondazione Aristide Merloni, coordinando le attività culturali e di ricerca dal 1982 al 1990.
Dal 1982 è direttore responsabile della rivista Economia Marche, edita da Il Mulino, nata da una
collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Ancona.
Entra in consiglio regionale nel 1990.
Prima, presidente della commissione urbanistica e ambiente, poi assessore all’artigianato,
industria, formazione professionale e lavoro, anche nella legislazione successiva.
Rieletto nelle consultazioni regionali del 2000 diventa vice presidente con le deleghe alle attività
produttive, industria, artigianato, energia, attività promozionali all’estero, acque minerali- termali,
protezione civile, sistema informativo statistico.
Con le elezioni regionali del 4 aprile 2005 è nominato presidente della Regione Marche.
è membro del Comitato delle regioni dell’Unione Europea e viene eletto nell’assemblea
Euromediterranea, la macroregione che interessa i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Incarico che rafforza il ruolo internazionale della Regione Marche che è anche sede del
segretariato dell’Iniziativa Adriatico-Ionica.
ELSA MAZZOLINI
Giornalista iscritta all’Ordine Nazionale; dal 1984 dallo stesso anno è anche direttore de “La Madia
Travelfood”, storicamente il primo mensile di enogastronomia e cultura dell’ospitalità per addetti ai
lavori. Fondatrice e direttore del centro di cultura enogastronomica di Cesena da 1982 (la prima
scuola di cucina in Italia per chef e appassionati); è sommelier iscritta all’AIS dal 1984 e, dal 1998,
presidente dell’Accademia Nazionale Italcuochi, sodalizio nazionale di chef con delegazioni in ogni
regione italiana.
Editore della Gormandia s.r.l. realizza in proprio numerose pubblicazioni sul turismo e
l’enogastronomia (l’universo nel piatto; verdisapori, Marche da mangiare; Sicilia da mangiare; la
nuova cucina del territorio nella tradizione di Pellegrino Artusi; a tavola con l’indice glicemico...) e
produce guide e volumi per Touring Club Italiano e Giunti editore.
Dal 2001 organizza, con cadenza annuale, il Festival della Cucina Italiana, rassegna itinerante e
contenitore di eventi per la valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano.
è responsabile di convegni nazionali per enti fieristici e relatrice in numerosi congressi in Italia e
all’estero.
Per anni è stata collaboratrice del quotidiano “Il Giornale” sotto la direzione di Indro Montanelli e
caporedattore del telegiornale nell’emittente televisiva Teleromagna/Nuovarete. Nel 2005 riceve il
premio internazionale Portonovo di arti, cultura, imprenditoria ed enogastronomia.
Nel 2007 è insignita dell’onorificenza di Cavaliere all’Ordine al merito della Repubblica Italiana su
proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
MARCO IACHETTA
Marco Iachetta, oggi trentenne, da Cerreto d’Esi, compie il suo percorso da studente fra
l’istituto alberghiero di Tolentino e di Senigallia dove conquista un master in business
alberghiero. Impara a parlare le lingue, soprattutto l’inglese, lo spagnolo ed il russo.
Le sue prime esperienze le fa nel ristorante di famiglia “La vecchia cartiera” di Fabriano,
attualmente gestita dai genitori e dalla sorella. Nel 1997 va a Bolzano presso l’hotel
Laurin, per poi passare in Spagna (Maiorca) come chef all’hotel Beslana. In quel periodo
deve, però, dividersi fra questa località ed il complesso alberghiero Fort Village, in
Sardegna, chiamato a partecipare al “festival di culinaria dell’anno. Iachetta, chiamato a
lavorare in Russia, deve riattivare i locali dove viene chiamato a lavorare con il compito
principale di organizzare la cucina, il training del personale, la scelta degli strumenti per
lavorare in cucina, tenere i contatti con la clientela del ristorante ed abbinare i vini tipici
italiani alla sua cucina. Per lui è il massimo del riconoscimento della sua attività. Porta
avanti questa attività nel ristorante “Italianez” di Mosca, nel ristorante “Apropo” sempre di
Mosca all’interno del teatro “Et Cetera”.
Nel 2006, a soli 27 anni, a Mosca diventa consulente chef presso “l’Academia del Gusto”
che è la prima scuola superiore professionale di cucina; poi consulente presso il ristorante
Dolce Vita di Saratov e presso il ristorante GUM (Bosco dei Ciliegi) sempre di Mosca.
Ovviamente porta in ogni parte della grande Russia, dove è chiamato a lavorare, la cucina
italiana, esaltandola e cercandola di farla conoscere il più possibile. La sua professione
diventa quasi un’icona.
A maggio del 2007 si trasferisce a Kiev, in Ucraina, presso il ristorante Dolce e ricomincia
daccapo, ottenendo carta bianca per preparare un nuovo menù di arte culinaria italiana
con abbinamento ai vini italiani, apre la strada ad un nuovo modo di tenere i contatti con la
clientela del ristorante, rinnova il cuore del ristorante stesso e crea una organizzazione
dei tavoli per buffet e banchetti.
Attualmente Iachetta si trova a Chisinau in Moldova dove si sta occupando del servizio
ristorativo all’interno di un albergo a 5 stelle lusso. Ed il 2 giugno, festa della Repubblica
Italiana, era all’ambasciata italiana in Moldova per la festa della Repubblica dove ha
cucinato per 400 invitati che hanno gustato, oltre a risotti e tortellini, anche la caciotta di
San Lorenzo, olive all’ascolana, salame di Fabriano, ciauscolo, la pasta di Campofilone; il
tutto annaffiato da vino rigorosamente marchigiano e tutto fatto arrivare direttamente
dall’Italia, dalle Marche.
Insomma l’estro di uno chef italiano, soprattutto marchigiano, fa presa e crea un grande
interesse non solo nella clientela del locale, ma in città. Ormai Marco Iachetta e la sua
cucina italiana riscuotono successo in qualunque parte della Russia ove decida di
trasferirsi per lavorare.
Categoria: impresa
PASTIFICIO ANTONIO MARELLA
A pochi chilometri tra Bari e Taranto, a 380 metri sul livello del mare, sorge la cittadina di Gioia del
Colle, nota per essere stata, sin dai tempi della civiltà greca, centro di interesse delle popolazioni
che vi si insediarono. Essa ebbe grande sviluppo ai tempi di Federico II di Svevia che in loco
aveva rifondato un magnifico castello, ancor oggi esempio dell’ingegneria di quei tempi.
A Gioia del Colle nacque nel 1897 Giovannino Vitto, nonno della moglie di Antonio Marella, Grazia.
Dopo aver partecipato alla guerra sul Piave e ritornato a casa, quando molti emigrarono per
cercare fortuna nei nuovi mondi “Giuannine culechiatte” - il soprannome di Vitto - decise di avviare
nel 1918, da pioniere, insieme alla moglie, un’attività di salumeria-gastronomia con annessa
piccola produzione di prodotti tipici locali, fra cui la pasta tradizionale e prodotti da forno come i
taralli e la “peddechedde”, focaccina impastata con le patate e adeguatamente imbottita il più delle
volte ed a richiesta del cliente con salumi o formaggi. Fu, questa, la prima attività commerciale ed
imprenditoriale che nacque in città.
Per un po’ questa tradizione si perse nel tempo; ma i profumi, i sapori e le nostalgie di altri tempi
hanno spinto Antonio Marella ad immergersi nuovamente in questa tradizione culinaria tipicamente
pugliese e a riprendere l’attività nel 1987, per migliorarsi sempre più fino a dar vita al pastificio
Antonio Marella. In questa rinascita non va sottovalutato l’impegno di mamma Romana, donna
mite ed infaticabile, e di papà Tommaso.
Oggi a Gioia del Colle la Antonio Marella, azienda a conduzione prettamente familiare, produce
paste artigianali di semola di grano duro, utilizzando semole locali di estrazione accuratamente
selezionate per il basso contenuto di impurità e per una buona presenza di glutine e proteine. La
semola ha come caratteristica di non subire ripetuti passaggi nella molitura, per cui conserva una
granulometria perfetta ed una notevole forza. Ha una percentuale di proteine e glutine sostenuta,
con un quantitativo di impurità praticamente inesistente. Il pastificio Antonio Marella è fra i pochi
pastifici italiani che essicca la pasta a 37 gradi con tempi di essiccazione lunghissimi e senza
esposizione della pasta nei tradizionali essiccatoi. L’azienda Marella, proprio per questa sua
tradizione artigianale, ha un numero elevato di dipendenti - 40 - e la sua produzione è conosciuta
non solo in Italia, ma in Europa e soprattutto negli stati Uniti ed in Canadà. Antonio Marella ha
ricevuto numerosi premi proprio per l’esaltazione di questa tipicità particolare della produzione
delle sue paste apprezzate ovunque il mercato le abbia fatte conoscere al consumatore buon
gustaio.