22 Marzo - Comune di Rovigo

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22 Marzo - Comune di Rovigo
COMUNE DI ROVIGO
VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE
DEL GIORNO 22 MARZO 2016
Trascrizione a cura di AS2 Srl
Via della Resistenza, 4 - ROVIGO
Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
INDICE PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO
PUNTO N. 1 – “Relazione del Presidente di Ecoambiente SpA...”
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PUNTO N. 2 – “Approvazione delle modifiche al servizio di raccolta.....”
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PUNTO N. 3 – “Approvazione della convenzione per la costituzione....”
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Buon giorno a tutti. Martedì 22 marzo, ore 8.39. Chiedo ai Consiglieri e anche agli Assessori di
prendere posto. Do la parola al Segretario Generale per l’appello.
Dott.ssa CAVALLARI MARIA CRISTINA– Segretaria Generale:
Andriotto Giancarlo, presente; Aretusini Michele, presente; Avezzù Paolo, presente; Benetti Fabio,
assente; Bergamin Massimo, presente; Bonvento Marco, presente; Borella Benito, presente;
Borgato Andrea, presente; Borgato Renato, presente; Calò Elisa, assente; Chendi Nello, assente;
Denti Andrea, presente; Dolcetto Simone, presente; Ferrari Livio, presente; Gabban Luca, presente;
Gennaro Francesco, assente giustificato; Marsilio Nicola, assente; Mella Silvano, presente; Menon
Silvia, assente; Milan Mattia, presente; Moretto Mattia, presente; Paron Luca, presente; Patrese
Vani, presente; Pietropoli Maria Cristina, presente; Raule Stefano, presente; Romeo Nadia, assente;
Rosito Alba Maria, presente; Rossini Antonio, presente; Ruggero Riccardo, presente; Sergi Carmelo
Gino, presente; Sguotti Giacomo, assente; Vernelli Ivaldo, presente; Zanotto Matteo, assente
giustificato.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
25 presenti, la seduta è valida.
Prima di iniziare l’ordine del giorno, ho parlato con alcuni di voi che tra l’altro mi avevano anche
sollecitato la cosa, ma devo dire sia sentendo i TG e anche leggendo i giornali questa mattina, avevo
pensato alla cosa, di iniziare purtroppo il nostro Consiglio Comunale dedicando un minuto di
silenzio per le vittime di Taragona, le 13 vittime, ma in particolare le 7 ragazze italiane che sono
morte nel tragico incidente in Spagna, di cui una – questo non l’avevo sentito ieri sera ma l’ho letto
stamattina leggendo la stampa, addirittura che frequentava l’Università di Padova. E oggi in tutte le
Università d’Italia sarà osservato un minuto di silenzio, in particolare anche nell’Università di
Padova che, come sapete, l’Università di Padova è partecipe alla nostra Università. Quindi un
motivo in più per essere vicino alle vittime, alle loro famiglie e anche a tutti i loro amici in questa
tragedia. Quindi vi inviterei a fare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.
Il Consiglio osserva un minuto di silenzio.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Abbiamo qui tutto lo staff dell’ufficio Organi Istituzionali. E’ anche l’occasione per dare il
benvenuto ufficialmente alla nuova componente, alla signora Antonella Brazzorotto, che avrete
modo di conoscere e che sarà insieme al signor Tumeo e alla signora Masati a nostra e a vostra
disposizione. Buon lavoro Antonella e benvenuta.
Nominiamo subito gli scrutatori. A parte quelli che si devono assentare, su indicazione di Bonvento
c’è un volontario, Milan, grazie; Gabban e Denti.
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PUNTO N. 1 - “Relazione del Presidente di Ecoambiente SPA, Luigi Paulon – Discussione”.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Il primo punto all’ordine del giorno vede la relazione del Presidente di Ecoambiente S.p.A. Luigi
Paulon con discussione, che è invitato insieme al Direttore di Ecoambiente, l’Ingegner Romanello, a
prendere posto in aula. Anche se l’ho visto ieri sera, l’ufficialità vuole che abbiamo degli ospiti,
quindi benvenuto al Presidente e anche al Direttore Generale di Ecoambiente.
Iniziamo proprio con la relazione. Non so come vi siete organizzati, penso ci sia prima la relazione
del Presidente, non so se poi integrerà il Direttore e, come avete visto, discussione e quindi nei
tempi previsti dal Regolamento c’è lo spazio per domande, interventi. E’ inutile che vi dica che il
tema è più che mai di attualità, viste anche le cronache di questa mattina.
Presidente, a lei il microfono e la parola.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Grazie e buongiorno a tutti. Un pensiero prima di iniziare: per me è un onore tornare in questa sala
che ho vissuto qualche lustro.
Ecoambiente non è una S.p.A.. E’ una S.r.l. ancora, una S.r.l. strana, perché è una S.r.l. con 30
milioni di fatturato e con 260 dipendenti è una struttura importante. Infatti uno degli obiettivi
sarebbe quello poi di trasformarla in S.p.A. per avere anche una maggiore incidenza sull’attività.
E’ nata del nel 2012, mettendo insieme Ecogest, che faceva il servizio sui 49 Comuni, e l’azienda
del Comune che era ASM S.p.A., che a sua volta aveva scisso il ramo d’azienda in ASM Ambiente
e quindi aveva messo ASM Ambiente e Ecogest. Da lì viene fuori proprio Ecoambiente.
A quell’epoca, per chi c’era è un ricordo, per chi non c'era è una notizia, furono fatte delle perizie di
stima e ci trovavamo a quell’epoca con una società capitalizzata a livello patrimoniale che era ASM
Ambiente, e una società di servizio, puramente servizio, senza capitali che era Ecogest.
Differenza. La differenza era che Ecogest faceva il servizio con i capitali del Consorzio Rifiuti. Per
la discarica c'era un accordo. Il separatore era nato in quest’aula nel 1995, ma era di fatto del
Consorzio Rifiuti. Quindi era una società che utilizzava in concessione gli impianti del Consorzio.
Quando fu fatta la fusione a quell’epoca, fu fatto un valore di concambio: 5 milioni era il valore di
ASM Ambiente, 5 milioni era il valore di Ecogest. La differenza era che Ecogest era una partecipata
da ASM Ambiente per il 33,3%, cioè un terzo di quell’azienda era di ASM. Perché questo? Perché
quando è nata Ecogest nel 2001, Ecogest non aveva una parte dei servizi che ASM aveva, quindi
aveva bisogno di uno start up. Lo start up fu fatto mettendo insieme Ecogest, e quindi i contratti che
aveva preso sul Comune, aveva preso il Comune di Rovigo quindi ASM S.p.A. come partner, e
Vesta, la società che ora si chiama Veritas di Mestre, perché aveva il termovalorizzatore all’epoca.
Noi avevamo il separatore, produzione di cdr, il termovalorizzatore.
Poi Vesta ha ceduto delle quote, che furono comprate metà dal Consorzio Rifiuti, metà da ASM
Ambiente, e quindi ASM diventa proprietaria di Ecogest per quel terzo che poi ora pesa tanto nel
sistema. Perché poi? Perché poi nei cinque milioni di valore di ASM Ambiente c'erano compresi la
parte patrimoniale, l’ecocentro della zona industriale rispetto ad altri immobili e così via, che
avevano un valore di circa tre milioni e mezzo, tre milione e 700.000, e la parte contrattuale ruoli
per 1.200.000 euro. Dall’altra parte avevamo Ecogest che portava pochissimo patrimonio, quasi
nullo, ma portava i ruoli e quindi quello che era il peso dei clienti fu dato in 5 milioni di euro, che
era il valore del concambio.
Quindi quando adesso si dice che i Comuni sono clienti, effettivamente il loro peso di cliente è stato
messo sul piatto dando un valore di 5 milioni di euro, perché altrimenti nel valore patrimoniale non
c'era questo. E’ una parte importante. Logicamente sommando le quote, viene fuori che
Ecoambiente attualmente è partecipata per il 66,6% dal Comune di Rovigo, ASM, e per il 33% dal
Consorzio Rifiuti che rappresenta i 50 Comuni. Anche qua siamo all’interno dei 50 Comuni, perché
logicamente il Comune di Rovigo è membro, componente del Consorzio Rifiuti per il 20%.
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Fatta questa parte di storia, nel maggio 2013 viene approvato un piano industriale. Nel piano
industriale, che ancora oggi è attuale perché purtroppo è un piano industriale fatto per il 2013-2015,
in un momento anche di difficoltà della società (Consiglio di Amministrazione), nel 2015 subisce
praticamente un forte rallentamento. Il fatto che siano cambiati diversi Presidenti, ricordo che nel
giro di tre anni io sono il quarto gestore del sistema, perché prima ci fu Nicoli, poi ci fu Mancin, poi
ci fu il Collegio dei Sindaci e adesso ci sono io e questo C.d.A. che rappresento. Logicamente
questo porta sì che le politiche siano anche un po’ rallentate, però di fatto sempre nell’intenzione di
creare delle positività.
In quel piano industriale vi sono dei passaggi importanti. Il primo è l’obiettivo ambientale che lui si
porta. E’ scritto a chiare lettere nel piano industriale che uno degli obiettivi sono il rispetto
dell’ambiente, l’efficacia, l’efficienza e roba del genere, ma soprattutto meno rifiuti in discarica, più
vita ai rifiuti, più riciclaggio, e più valutazione del rifiuto. E’ un po’ il sistema che l’ambiente e la
Regione Veneto ha voluto specificare nell’ultimo piano dei rifiuti del 2015, dove fissa l’obiettivo 76
per il 2020, dove parla di maggiore spinta sulla differenziata e altre cose.
Ecco che quindi quello che viene scritto in questo piano industriale viene di fatto politicamente
gestito in maniera diversa quando si parla dell’impiantistica, perché logicamente poi lo vedremo
successivamente, se avete la pazienza di ascoltarmi, quando parleremo degli impianti e della
situazione attuale.
Contemporaneamente sempre in questo piano industriale vi sono anche gli obiettivi di questo, che
parla anche degli investimenti. Si parla di meccanizzazione, si parla quindi di tutela dei lavoratori.
Voi sapete benissimo che Ecoambiente in questo momento ha il budget bloccato. Quello che
andrete poi a discutere domani, nel prossimo Consiglio Comunale, è frutto di un provvisorio
definitivo, nel senso di un budget approvato nel dicembre 2015 ma poi rimesso in discussione dai
Sindaci stessi e dai soci del Consorzio, socio Consorzio, non certamente dall’altra parte del socio
Comune.
Anche in questo caso qua ci trovavamo a fare degli investimenti. Perché? Perché non è più
moderno, non è più attuale la raccolta a sacchi. Si va verso la meccanizzazione che vuole dire
celerità, vuole dire capienza, vuole dire anche ordine, vuole dire anche una serie di tutela della
salute del personale che attualmente ci vede con circa il 30% del personale che fa servizio
operativo, con delle limitazioni fisiche perché logicamente è un lavoro usurante. Voi pensate
soltanto a tirar su sacchi per otto ore al giorno per sei giorni alla settimana che cosa vuole dire, con
tutti i rischi che ne comportano. Su questo ci sono delle prescrizioni, ci sono degli indirizzi, perché
nulla viene inventato, ma viene documentato da relazioni, da consigli, da consulti e anche dal fatto
pratico che l’inabilità di operatori ci porta a dover aumentare i costi, perché questi operatori che non
possono fare quel tipo di servizio non li possiamo lasciare a casa, e quindi devono essere tutelati,
ma contemporaneamente il servizio deve essere fatto, e quindi ecco che necessita di altri operatori,
esternalizzazioni, e quindi sono costi che aumentano sul sistema tariffario che poi viene ripartito.
Ecco che la meccanizzazione, che è uno degli obiettivi fissati nel piano industriale 2013-2015, viene
a pro, perché con la meccanizzazione si recupera questa inabilità. Quindi tutte queste difficoltà di
carattere operativo vengono risolte e quindi è un investimento per avere, oltre che un miglior
servizio, certamente un risparmio che può essere riguardo al futuro. Tornando un po’ alla storia, nel
2012-2013 le cose vanno avanti ; voi sapete che nel 2014 Ecoambiente ha vissuto un grande
momento di difficoltà di carattere finanziario perché i Comuni iniziavano, per motivazioni politiche,
tecniche, a non pagare le fatture; pertanto Ecoambiente fu veramente in difficoltà finanziaria, e
questo ha avuto delle ricadute che è elencato, se voi avete avuto la pazienza di leggere il piano di
sostenibilità 2014, bilancio di sostenibilità che è pubblicato sul sito di Ecoambiente, lì c'è un
bellissimo opuscolo fatto dal Direttore Generale che è iniziata una storia per noi, perché è un
documento utilissimo, dove ci sono tutti i dati delle raccolte, di Comuni, ogni Comune singolo,
quali sono gli onere finanziari, praticamente anche le penali che ogni Comune ha pagato per i ritardi
di pagamento, gli interessi. Tutto quello è specificato all’interno, quota differenziato, quanto anche
economicamente è stato tornato ai Comuni, nel senso quanta è la ripartizione degli utili che
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vengono fuori dalla vendita della raccolta differenziata. Tutto questo è scritto in questo bellissimo
libro che è stato fatto e condiviso dal Consiglio di Amministrazione appena mi sono insediato
nell’ottobre del 2015.
Logicamente si parla da sempre di fusione, Ecoambiente, Consorzio RSU. La legge dice che
dobbiamo semplificare, avere l'Ente politico e l'Ente gestore, non ci possono essere più Enti gestori
all’interno. Noi in questo momento qua avevamo due gestori: avevamo un’azienda speciale che
aveva come compito la gestione, ma insieme era anche azienda speciale ed Ente di bacino. Era
praticamente controllata e controllore di se stesso. Questo doveva portare alla semplificazione per la
legge regionale, e portare quindi a separare l’atto politico, che è l'Ente di bacino, dall’atto
gestionale, che è quella che poi ha fatto nascere Ecoambiente, e quindi la fusione che era in
programma.
Nel novembre 2014 l’Assemblea dei Sindaci, siamo alla vigilia del terzo anno di vita, del terzo
esercizio finanziario da parte di Ecoambiente. Il Consiglio di bacino si riunisce e i Sindaci decidono
di portare avanti la fusione facendo la nomina del perito per quanto riguarda le stime. Che cosa
prevedono le stime? Prevedono che si facciano a delle istanze in Tribunale per la nomina del perito;
cosa che non avviene perché poi il Consorzio e Ecoambiente allora, entrambe le realtà, preferiscono
baipassare la parte perito per nominare dei tecnici di parte, che verranno fatti nel Dottor Carlin e nel
Dottor Giampaolo Capuzzo, che furono i tecnici incaricati di fare le perizie. Queste perizie, incarico
dato all’inizio della primavera 2015, devono essere completate entro fine maggio, per essere poi
applicate e arrivare a fusione nei tempi del primo semestre.
C’è una particolarità: le perizie devono essere supportate dai bilanci di Ecoambiente e dai bilanci
del Consorzio. Ma c'è una seconda particolarità: dopo di questo, le perizie devono essere approvate
dal Consiglio di Amministrazione e quello che succede è la cosa strana: praticamente le perizie
hanno un termine di consegna che è posteriore all’approvazione del bilancio logicamente di
Ecoambiente, che prevede allo stesso tempo anche la cessazione del Consiglio di Amministrazione
in essere, quindi con l’approvazione del terzo esercizio finanziario, quindi maggio 2015, cessa di
esistere il Consiglio di Amministrazione di Ecoambiente. In base alla normativa, da questo
momento in poi nessun atto straordinario, come l’approvazione per una fusione può essere attuato.
Quindi di fatto si sapeva già in partenza che con l’approvazione delle perizie non poteva essere fatto
perché il C.d.A. non c'era e soprattutto in una fase di prorogatio, che era quella di 45 giorni, il
Consiglio di Amministrazione poteva fare solo ordinaria amministrazione ma non la straordinarietà,
vista l’importanza di portare la fusione.
Successivamente ci fu il Collegio dei Revisori, ma questo era già ininfluente perché l’obiettivo 30
giugno, che era la scadenza delle perizie, era già andato a mare e quindi come tale non era più
attuabile. Quindi qua per chiarire una volta per tutte che non ci sono responsabilità di fatto di dire
“Mah, il Sindaco ha bloccato o non ha bloccato”. Era già finita la storia prima ancora che il Sindaco
si insediasse qui dentro, perché i tempi tecnici, i tempi della normativa erano già scaduti e non c'era
il potere da parte di nessuno, almeno per parte di Ecoambiente, di poter fare qualsiasi atto che
portasse alla fusione.
E questo, permettete, non è una cosa che stiamo inventando, ma sono documenti alla mano e che
sono qua a disposizione, quindi tranquillamente confrontabili.
Arriviamo poi al discorso dei tre mesi in cui ci sono i Revisori dei Conti, che anche questi portano
avanti una parte di gestione ordinaria perché anche in questo momento qua loro stimolano e
auspicano quanto prima la nascita del Consiglio di Amministrazione, che avviene nei primi di
ottobre del 2015.
Nel frattempo continua ad andare avanti la raccolta e il conferimento dei rifiuti viene su
Sant’Urbano, perché la discarica di Taglietto è ferma. C’è un problema: ci sono convenzioni, ci
sono atti, che vengono firmati, ma c'è un addendum importante che parla, quando si parla dei
finanziamenti che Ecoambiente doveva farsi in sostituzione del Consorzio per pagare l’appalto sulla
discarica, un importo di 7 milioni di euro più 1.600.000 euro per quanto riguarda il separatore che
aveva bisogno di una manutenzione radicale. Ebbene, in questo addendum alla convenzione del
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maggio 2015, c'è un patto importante: c'è scritto che il finanziamento sarà attivato solo a fusione
avvenuta. Perché? Perché logicamente era la capacità di Ecoambiente di sostenere una spesa per
quanto riguarda un patrimonio che aveva, e non certamente per un patrimonio che non avesse avuto.
Ecoambiente ha una vita di società fino al 2050, ma una vita di gestione del ciclo integrato dei
rifiuti fino al 31.12.2020. Abbiamo già iniziato il tramonto finanziario per arrivare, perché
logicamente più ci avviciniamo alla scadenza di questo, meno il potere di ammortamento che
l’azienda ha, è difficile da descrivere. Voi capite benissimo che noi, quando compriamo un qualsiasi
bene che mettiamo a patrimonio, non lo si ammortizza in un anno, ma soprattutto perché gli
ammortamenti ricadono in tariffa, e quindi come tale le difficoltà che ci sarebbero è il rischio di
aumentare terribilmente. Anche adesso teoricamente si potrebbe mettere a posto il separatore,
buttare 1.600.000 euro? Sì. Però come si fa a mettere 450.000 euro in ammortamento su un anno?
Perché dovresti dividerlo. Invece quello che si fa in otto anni o in dieci anni lo devi mettere in
quattro, comprimerlo. Vuole dire che la tariffa schizza alle stelle e quindi mettiamo in difficoltà le
famiglie polesane? E’ una valutazione di carattere non solo sociale, economico, ma anche pratico di
quello che si può fare. Però in questi atti c'è scritto appunto “solo a fusione avvenuta”.
Logicamente l’appalto va avanti. Va avanti perché? Perché il Consorzio ha un impegno con la
Regione, perché c'è un piano approvato, c'è un obiettivo da raggiungere, però ci manca la copertura
finanziaria per arrivare. Lo abbiamo visto anche nelle ultime dichiarazioni che il liquidatore ha fatto
sulla stampa la settimana scorsa dove dice e dichiara che i 700.000 euro, che sono i canoni di affitto
anticipati del 2016-2017 sulla discarica fatti da Ecoambiente, gli sono serviti per pagare i mutui o
gli stati di avanzamento della discarica, e quindi è la testimonianza che la copertura finanziaria fatta
sul lavoro della discarica è da verificare, e questo non è certamente compito mio farlo, ma è una
deduzione che potete fare tranquillamente anche voi altri, o chi ha pratica su quelli che sono gli
obblighi dell’Ente Locale per quanto riguarda gli appalti. In particolare penso che l’Assessore
Saccardin sappia che cosa vuol dire, ma chiunque faccia un po’ di tecnica.
Arriviamo, diciamo a fatica, perché io mi insedio il 7 ottobre e, ancora prima di sottoscrivere la mia
accettazione, mi trovo la sorpresa di dover trovare un accordo con il Consorzio prima ancora
dell’insediamento. Diciamo che dovevo sottoscrivere prima dell’insediamento un accordo in cui mi
impegnavo a finanziare la discarica e altre cose, ed era un accordo condizionato: era nato prima
l’uovo o la gallina? Nel senso che se io non facevo l’accordo, difficilmente sarei stato nominato; ma
se io non ero nominato, non potevo firmare l’accordo, perché di fatto c'era scritto, e su questa storia
qua alla fine non abbiamo firmato niente ma siamo arrivati a una questione di gestione un po’ anche
devo dire simpatica dal punto di vista dialettico, ma certamente difficile perché era stata una finestra
di apertura in Ecoambiente che onestamente non mi aspettavo, pur essendo avvezzo a tante
difficoltà sulla politica e sulla gestione.
Il Consiglio di Amministrazione nuovo, che è frutto di una difficile evoluzione e situazione, vi
ricordate all’epoca Conferenze, Assemblee deserte, non deserte, colpa mia, colta tua, colpa del can
delle volte si dice così, la famosa detta un po’ dialettale che usiamo, colpa di Romanello, che non è
il cane ma Romanello - scusami non voglio confondere - ma ormai è diventato il centro del
bersaglio, la sua faccia è sempre la faccia delle torte, il premio per chi lo colpisce prima.
All’interno abbiamo una struttura tecnica molto qualificata perché, a parte il sottoscritto che,
diciamo, ho un curriculum mio personale professionale, ma non posso negare di non avere un
passato politico, ma chi viene insieme con me è l’Anna Rubello che è un legale ed è la Schibuola
che è una Consigliere Capogruppo della Lega di Villadose, che è un po’ viene scelta dal Consorzio
proprio perché rappresenta un po’ il territorio, un po’ la zona della discarica e quindi viene a
tutelare quanto meno tutte quelle operazioni.
Lì ci troviamo subito in qualche difficoltà con il Consorzio perché proprio l'Avvocato Rubello trova
una sentenza della Corte dei Conti che ci dice che noi non possiamo investire sui beni altrui.
Perché? Perché di fatto non potremmo investire su beni, io non posso andare dal Consigliere Menon
e investire sulla casa sua, per quanto potremmo essere parenti, cugini, o alquanto simili perché
facciamo il servizio, oppure proprietari in comune, però questo ci viene impedito. C’è la sentenza
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della Corte dei Conti che ci impedisce di fare questo. Per cui andiamo avanti nell’evoluzione che
poi ci ha portato alla convenzione dell’11 novembre, per trovare una soluzione a come dare una
mano allo svilupparsi delle cose, perché andavamo ad avvicinarsi sempre di più alla scadenza della
deroga regionale, della concessione della Regione di andare a portare i rifiuti in discarica a
Sant’Urbano e contemporaneamente a Padova al termovalorizzatore per i rifiuti di Rovigo.
Scelte personali hanno fatto sì che Anna Rubello e la Schibuola hanno rassegnato le dimissioni. Il
Consiglio di Amministrazione si rinnova: entra per quanto riguarda il Comune di Rovigo
l’Avvocato Rosolen, un’esperta di rifiuti, e quindi come tale molto inserita nell’ambiente, ha fatto
presto anche a metabolizzare un po’ la storia, ed entra per la parte del Consorzio Ornella Astolfi,
anche lei ex Sindaco e quindi come tale amministratore di esperienza, tentando di fare squadra e
cercare di tirar fuori Ecoambiente da questa situazione un po’ infangata, diciamo che stiamo
cadendo nella melma e quindi facciamo fatica a proseguire.
Arriviamo al momento top che è la convenzione 11 novembre. La convenzione 11 novembre che
cosa prevede? Prevede che Ecoambiente si prende a carico la gestione delle due vasche nuove che si
stanno facendo nella bonifica e ampliamento plani volumetrico. Sono due vasche che conterranno
alla fine circa 180.000 tonnellate di rifiuti.
Su questo noi paghiamo due canoni di affitto perché la nostra scadenza, come dicevo, è il 2020, non
abbiamo alcuna proroga, e facciamo un contratto, praticamente una convenzione in cui abbiniamo
la parte gestionale con un crono programma che viene abbinato a questo, che doveva portare alla
fusione entro il prossimo 31 marzo. Nomina del perito, perché praticamente il Sindaco di Rovigo
allora dice “Per non sapere né leggere, né scrivere, io voglio rappresentare tutti i Comuni della
Provincia che già a novembre del 2014 avevano terminato la nomina del perito del Tribunale per
quanto riguarda le perizie di stima”. Perché? Perché leggendo un po’ sommariamente per quanto mi
riguarda, molto più attentamente da parte del Direttore, le perizie che ci hanno consegnato, abbiamo
trovato che c'erano delle imprecisioni, oppure quanto meno c'erano delle anomalie o c'erano delle
correzioni da apportare. Faccio un esempio sciocco: nel capitale del Consorzio viene riportata una
pista ciclabile che era stata costruita a compensazione dal Comune di Villadose, ma voi sapete che
una pista ciclabile regalata o andata per ricorso non può essere patrimonio. Facciamo fatica, è come
se io regalassi un anello di fidanzamento e poi, dopo la rottura del fidanzamento, dico “Dammi
indietro l’anello”. Qualcuno me lo getterà dietro sicuramente, però che me lo dica, non credo che
sia, ma soprattutto non lo posso mettere a patrimonio mio se la cosa è regalata. Fa parte di una cosa
che era da rivedere e quindi come tale il Sindaco dice “Torniamo e facciamo un’istanza al
Tribunale”.
L’istanza viene respinta perché non sono indicati gli esatti motivi. Praticamente nel Collegio di
Revisione vengono inseriti degli articoli del Codice Civile che hanno la necessità di essere
approfonditi, però ciò nonostante Ecoambiente si attiva e, attraverso il Professor Vella, trovano le
motivazioni per arrivare a fare una nuova istanza, che però a questo punto qua il Consorzio non
vuole più presentare. Perché? Perché dice “I tempi non ci sono”. Praticamente l’istanza preparata
dal Dottor Vella per accedere, che dà la motivazione per cui si richiede la nomina del perito, non
viene più presentata e ci troviamo ancora adesso con le perizie dei due tecnici ancora sospese
perché mai messe in bella copia, mai giurate e mai neanche discusse, perché logicamente sono
messe lì, punto e stop.
Io ho pagato puntualmente la nostra quota, però viene convocata un’Assemblea dei Sindaci per
quanto riguarda il processo di fusione. Voi vi ricordate che voi avete votate in Consiglio Comunale,
mi pare a metà dicembre, l’avvio per la fusione; quello che non è avvenuto contemporaneamente
dall’Assemblea dei Sindaci del Consorzio, i quali hanno disertato l’Assemblea, che si è svolta in
questa sede; si presentarono solo quattro Amministrazioni rispetto al minimo 26, e minimo 51% di
quote che erano necessarie. Una scelta politica che ha fatto sì che l’istanza e il processo di fusione
fosse subito interrotto e quindi senza nessun procedimento perché i ritardi hanno portato poi a
essere ancora qui in attesa di una decisione.
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Però nel frattempo Ecoambiente è ligia a quanto firmato e versa la seconda trance dei 700.000 euro
il 15 dicembre 2015 per saldare le sue competenze perché teoricamente, secondo la convenzione,
dal 1° gennaio 2016 noi dovevamo entrare in gestione della discarica, e quindi con la fine
dell’emergenza a Sant’Urbano, dovevamo conferire rifiuti in Taglietto 1 a Villadose. Cosa che non
succede perché il collaudo dell’80% delle vasche viene fatto a fine anno e quindi da fine anno in poi
tutta la parte burocratica, di gestione, c'è un cantiere in essere, c'è un altro 20%, ci sono delle
perizie, fa sì che siamo ancora qua e stiamo aspettando. Però c’è l’emergenza rifiuti. Voi sapete che
per due giorni a fine anno abbiamo avuto tutti i siti carichi, abbiamo preso a noleggio anche altri
mezzi per stoccare i rifiuti in attesa che venisse risolta l’emergenza e la Regione ci desse una
proroga.
Il 3 dicembre mattina, io, il Direttore e l’Avvocato Montini ci siamo recati in Regione. Ci siamo
recati in Regione per che cosa? Perché volevamo capire un po’ cosa stesse succedendo, ma
soprattutto capire qual era la possibilità di proporre innovazione, di non subire passivamente quello
che stava succedendo sul sistema, perché il partner del separatore era un problema importante.
Esiste una valutazione di impatto ambientale, un processo e un progetto in cui dice che tutti i rifiuti
che vanno in discarica devono essere pretrattati al separatore di Sarzano, ma il separatore di Sarzano
è fermo da un anno e mezzo; necessita di 1.600.000 euro di investimenti che nessuno ha, oppure
quanto meno quando Ecoambiente l’aveva proposto nel 2014, Nicoli Presidente, viene detto “No,
lascia stare, ferma tutto, non stare a procedere su questo”, e anche in questo c'è un’Assemblea dei
Soci dove viene fuori che dicono “Ferma, non fare finanziamenti in attesa di sviluppi diversi”. E
quindi Ecoambiente si ferma anche sulla ricerca del finanziamento per quanto riguarda il separatore
di Sarzano.
Poi più passa il tempo e più aumentano le difficoltà. Logicamente gli anni passano, i mesi passano,
e il potere di ammortamento che dicevamo prima sull’intervento diventa sempre più difficile, anche
se il bene è in concessione. Però è in concessione troppo breve rispetto al tempo
dell’ammortamento.
Andiamo in Regione e in Regione ci spiegano, perché noi ci siamo accorti che a Sant’Urbano i
Comuni lì vicino vanno a Sant’Urbano con i rifiuti diretti. Allora ci spiegano che ci vanno con tutti i
rifiuti che hanno un contenuto di umidità inferiore al 15%. Voi sapete che la Regione ha aderito al
PAES, cioè ha aderito a un sistema di politiche che sono quelle che riguardano tutto quello che
riguarda l’impatto ambientale, non solo puntuale ma anche globale. Praticamente viene fuori che
l’energia che si utilizzerebbe per far funzionare il separatore, e quindi l’imbatto ambientale, sarebbe
maggiore rispetto al beneficio di separare l’umido da un contenuto rifiuti di 49 Comuni veramente
basso, perché stiamo parlando di dati analitici forniti dal Consorzio e non da Ecoambiente; stiamo
parlando di un punto di umidità su questi qua che va dal 6 al 10%, quindi ampiamente inferiore.
Quel tanto che ci dicono “Mah, il principio che noi utilizziamo per Sant’Urbano, lo potete utilizzare
anche per Taglietto 1”, quindi vuol dire che 49 Comuni possono andare secondo questa teoria
direttamente in discarica, mentre il Comune di Rovigo continuerà, fino a quando non approverà
l'evoluzione del sistema di raccolta, che dopo vedremo, e il suo contenuto di umido nel rifiuto secco
scenderà sotto soglia 15%.
Ne parliamo logicamente con l'Amministrazione Comunale, con il Sindaco, ne parliamo ancora, e il
pomeriggio di quel giorno c'è l’Assemblea dei Soci. Logicamente il Sindaco percepisce la cosa e ci
dà subito l’incarico per arrivare poi a quello che siamo arrivati: arriviamo il progetto di rivisitazione
del ciclo dei rifiuti.
Andiamo in Assemblea e facciamo presente questo tipo di necessità. Oltre che al piano industriale,
3 dicembre 2015 a pomeriggio, facciamo questo progetto sul separatore in cui diciamo che il
separatore lo vogliamo rimodernare, non lo vogliamo eliminare ma lo vogliamo rimodernare, lo
vogliamo portare a far sì che, oltre al separatore secco-umido, ci possa essere una lavorazione del
rifiuto. La lavorazione del rifiuto che cosa vuole dire anche? Vi spiego. Noi a Rovigo abbiamo le
campane della plastica. Quando nella plastica ci buttano dentro i contenitori della plastica,
accompagnata dal sacchetto di carta, lo vediamo tranquillamente chi gira che mette nella sportiva
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
dove dentro ha degli abiti, mette le bottiglie, e poi versa l’intero contenuto nel contenitore della
plastica. Quel carico lì è un carico inquinato. Quando andiamo a conferirlo in chi lavora la plastica,
ce lo contesta, ci penalizza, non ci riconosce il coso, ma non ci riconosce l’indennità dell’accordo
per un periodo, abbiamo una sanzione, e quindi ci porta a un minor guadagno, quindi vanifica lo
sforzo che fanno tantissime altre persone. Ecco che già il fatto di potercela lavorare in casa potrebbe
voler dire anche cercare di pulirla e di avere un maggior guadagno rispetto a questo. E la possibilità
di lavorare il vetro, separarlo per colori, vuol dire anche aumentare i guadagni; oppure anche
cercare di estrapolare dal sistema rifiuti la maggior parte di recuperabile, il legno. Poi vedremo nel
sistema quanti altri rifiuti ci sono all’interno del secco e così via, che sono riciclabili e recuperabili.
Il 3 dicembre, insieme a questo sistema, c'è anche il budget, c'è il piano che riguarda il 2016, il
piano dei servizi. Nel piano dei servizi c'è la famosa meccanizzazione, c’è il servizio carta; è un
servizio carta che già sperimentalmente è provato in una parte del territorio polesano, alcuni
Comuni pilota si sono offerti o hanno chiesto per provare e testare questo tipo di servizio con
successi, con ottimi risultati sia dalla parte economica e sia anche come qualità del servizio, perché
logicamente è la fine della storia delle cataste nella raccolta porta a porta di rifiuti fuori dalla porta
alle intemperie e robe del genere, ma anche un po’ di ordine perché ci sono tutti questi bidoncini da
120 litri o più piccoli che sia, che però creano ordine, sono protetti e anche facili da spostare e da
lavorare. Tutto questo passa: il 100% dei soci passa.
Voi sapete che Ecoambiente ha una cosa particolare. Il Comune di Rovigo ha il 66%, più il 20%
sulla quota del Consorzio, però il suo 66% socio da una parte e il Consorzio con il 33%, tutti gli atti
devono essere approvati con l’80% delle quote. Quindi o c'è l’unanimità, o non si va da nessuna
parte. L’unanimità esiste perché - è a verbale - sia il concordo da una parte e sia sta bene dall’altra,
per quanto riguarda sia il separatore, e sia anche per il budget della meccanizzazione e così via.
Il giorno 9 dicembre c'è un incontro in Provincia, perché ci avviciniamo sempre di più alla scadenza
di fine dicembre. In Regione ci dicono “Mi raccomando fate presto perché non vogliamo arrivare
come ad agosto, dove dobbiamo far rientrare il Vice Presidente dalle ferie per farci firmare il
decreto di proroga dei termini per quanto riguarda Rovigo”. Infatti noi arriviamo talmente presto,
che arriviamo il giorno dopo di Natale, il 28 dicembre, facendo un’altra volta arrabbiare un po’ tutti.
Ci fermiamo in Provincia. In Provincia viene confermato quanto determinato il 3 dicembre, per cui
Ecoambiente si mette in movimento, comincia a fare i primi acquisti, fa i calendari, comincia a
organizzare i servizi. Logicamente fa tutto quello che è necessario per quanto riguarda questo. La
cosa viene confermata l’8 gennaio, un incontro organizzato da Ecoambiente per quanto riguarda il
discorso del separatore e di quello che ne va avanti, perché nel frattempo il 29 dicembre la Regione
ci concede altri tre mesi di proroga, perché la discarica non è pronta, ma in questa cosa qua c'è
scritto qualcosa di particolare: primo, è un’introduzione piuttosto piccante nei confronti della
comunità polesana che sta gestendo i rifiuti; ma, secondo, c'è una parte che dice a chiare lettere
“Premesso che” o “Constatato che”, adesso non mi ricordo, “che chi va in discarica con un
contenuto di umidità inferiore al 15%, può essere considerato secco, pari al secco tale e quale”.
Quindi possiamo andare tranquillamente in discarica senza passare per il separatore. Questo
logicamente dà a un certo punto forza ad Ecoambiente e al sintema rifiuti perché logicamente
possiamo andare direttamente, Rovigo sta facendo un percorso particolare perché non rientra, però
ci dà la possibilità di lasciar perdere il separatore; il Sindaco di Rovigo dice “Una proiezione di
miglioramento me la posso prendere come responsabilità politica”, per dire “Andiamo avanti ancora
un po’ sul termovalorizzatore perché credo in un qualcosa di meglio che viene dopo. Quindi so
benissimo che dopo andremo a migliorare e quindi, come tale, posso prendermi questa
responsabilità”, e andiamo avanti su questa roba qua convintissimi.
Il 1° febbraio nel frattempo c'è la questione dell’AIA. Cosa è l’AIA? E’ l’autorizzazione di impatto
ambientale che deve rilasciare la Provincia sulla discarica, che deve passare tra noi, i lavori stanno
andando avanti e la consegna non avviene, ancora oggi abbiamo mandato una lettera, ancora anche
ieri, in cui stiamo cercando di avere la documentazione definitiva perché dobbiamo portare dentro
mezzi, uomini, e ci mancano ancora i documenti, abbiamo i piani di sicurezza che devono essere
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ancora completati. Perché? Perché abbiamo contemporaneamente che il loro responsabile della
sicurezza si sposa anche, quindi si sposa, va in viaggio di nozze e, fatalità, il giorno
dell’appuntamento lui è in America e il nostro responsabile della sicurezza è là in cantiere che lo
aspetta, e scopriamo che lui si è sposato e che quindi come tale anche questo porta al ritardo. Sono
sceneggiate un po’ così, strane, che però accadono in questo momento di grande stranezza che ci
coinvolge un po’ tutti quanti.
Vi rubo ancora qualche minuto, scusatemi, ma credo che sia interessante più che altro avere una
panoramica, che non è una panoramica viziata dalla mia impressione, ma è tutto documentabile,
non stiamo inventandoci niente di quello che non sia tutto scritto su carta, non solo da me ma dalle
varie corrispondenze che tra i vari protagonisti del sistema, Provincia, Regione, Consorzio,
Ecoambiente, Comune, perché poi parleremo anche del bilancio o del canone consortile che ci
arriva nel frattempo tra capo e collo, che logicamente ci scombina tutto il tessuto anche finanziario
su cui noi stiamo vivendo come società.
Arriva questo e andiamo avanti. Il 1° febbraio ci arriva la comunicazione della Provincia che ci
chiede di procedere come concordato, cioè nel senso di passaggio del’AIA, domanda dell’AIA per
eliminare il separatore momentaneamente in attesa di rivoluzione per proceder. Qualche giorno
dopo, esattamente il 12, ci arriva la lettera del Consorzio che non è più disponibile a baipassare il
separatore; non è più disponibile a baipassare il separatore e quindi ci ripone il suo problema
iniziale: chi investe sul separatore per rimetterlo in moto? L’intervento tampone di 200.000 euro,
300.000 euro, è un intervento a tampone che potrebbe durare uno, due, tre, quattro mesi, ma non
certamente è fatto... Le fotografie sono...... di biostabilizzazione sono ormai tutte logorate e quindi
sopra di questo ci sono i macchinari che passano, cioè dei pesi che devono supportare, quindi è
anche rischioso per i nostri operatori stessi oltre tutto quanto. Necessita di sostanza.
Il progetto, rapportato a loro, di 1.600.000 euro per fare un separatore secco-umido, un separatore
da 109.000 tonnellate, quando ormai in Provincia di Rovigo ne produciamo neanche 50.000 nel
totale. Quindi è un separatore anche molto sovra dimensionato, perché frutto di un sistema dei
rifiuti 1990. Non stiamo parlando di un sistema di rifiuti diverso, come è l’evoluzione delle
normative anche comunitarie, italiane, regionali, che dobbiamo applicare, o quanto meno ci invitano
ad applicare.
Ed ora siamo fermi, in questo momento qua il Consorzio non ha i soldi per investire sul separatore,
noi non abbiamo i soldi per investire sul separatore, la Provincia attende il passaggio dell’AIA che
noi ci prenderemo per le due vasche, perché contemporaneamente c'è una perizia di variante in
corso sull’opera perché stanno mettendo su delle parancole, che stanno facendo delle operazioni che
non erano previste in progetto, e quindi come tale delle altre operazioni che non può andare avanti,
e quindi ci mette che esiste il cantiere Consorzio, contemporaneamente alla coltivazione della
discarica da parte di Ecoambiente, e quindi noi ci prendiamo a carico l’AIA solo a livello di dire
quanto vale le due vasche parziali; e poi successivamente, quando i lavori saranno collaudati e
terminati, in funzione di quello che accadrà anche per Ecoambiente e per la gestione dei rifiuti,
potremmo anche verificare il passaggio di quello che succederà.
Abbiamo investito come sapete 485.000 euro di macchine, le abbiamo presentate la settimana
scorsa; sono macchine che noi avevamo già prenotato per fine anno. La Caterpillar ce le ha
gentilmente stoccate nei loro piazzali, però adesso i tempi erano ormai.... Era impossibile, tanto che
le abbiamo messe provvisoriamente in una situazione, anche perché dovevano essere in un
capannone non agibile, perché le domande di agibilità dei capannoni sono state fatte recentemente.
Sono cose che basta andare dal Sindaco Gino Alessio di Villadose per chiedere se le pratiche di
agibilità sono state presentate e quando sono state presentate. Gino Alessio l’abbiamo incontrato la
settimana scorsa nel tavolo degli otto Sindaci e ha confermato lui stesso che non aveva ancora visto
le pratiche.
Siamo arrivati. Adesso noi siamo pronti, siamo anche disponibili ad avere una consegna provvisorio
del sistema, pur di iniziare il 29 marzo ad andare all’interno e cominciare a portare i rifiuti, però
siamo in attesa, oltre che del passaggio dell’AIA, delle indicazioni per quanto riguarda il Comune di
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Rovigo perché logicamente bisogna che sia la Regione che ci autorizza ad andare fuori territorio per
il termovalorizzatore, ma nelle more del rientro e dell’efficienza del sistema di raccolta che noi
cerchiamo di portare avanti con tutti voi e spero con tutta la città.
Bilancio e canone consortile. Noi abbiamo un budget. A inizio anno viene fatto un budget, e poi
puntualmente noi abbiamo che a consuntivo, cioè nell’anno successivo, a bilancio consuntivo
vengono fatti i conti e ricaricati sulle Amministrazioni Comunali, che li paga l’anno successivo
ancora. Ecoambiente non ha obiettivi di utili. L’obiettivo di Ecoambiente è zero, bilancio a pari alla
fine, quindi tutto quello che è passività, sono oneri finanziari che Ecoambiente si fa attraverso dei
fidi che si fa nei vari Istituti di credito, e quindi sono delle scoperture che si fa. Però logicamente,
mettendole in pari come conguaglio, riesce a gestire la parte finanziaria.
Il budget costruito a marzo del 2015 non contempla questa cosa. Contempla un canone consortile a
9,70 euro. Però il Consorzio approva, diciamo che il commissario liquidatore approva un bilancio,
fa una delibera di bilancio a settembre 2015, di fatto si sostituisce ai Consigli Comunali, a tutto
quanto, e approva un aumento del canone consortile da 9,70 euro a 14 euro e rotti. Le motivazioni
sono spese straordinari quali spese legali, analisi, e altre cose.
Questo, chiedendo il conguaglio retro attivo dal 1° gennaio, porta sì che abbiamo una richiesta di
più di 220.000 euro, che non abbiamo. Non solo non abbiamo noi come potenziale, perché vuol dire
andare, ma non abbiamo perché non è nel nostro budget, quindi non è autorizzato e non è stato
autorizzato dei soci. Non deve essere autorizzato da una parte e basta, perché il budget va presentato
a tutti i soci. Rientra nei piani finanziari. Noi scriviamo ai Comuni disponibili a fatturarli, quanto
meno avere la copertura.
Lì ci arriva la lettera del Comune di Rovigo il giorno 16 dicembre in cui ci dice “Alt, stop, qua non
c'è il rispetto della 267, per cui noi non riconosciamo questo aumento del canone consortile”. La
stessa cosa ci scrivono altri Sindaci e ci dicono “Non accettiamo conguagli perché non c'è la
copertura finanziaria, perché siamo oltre il termine del 30 novembre, per cui il tempo
dell’assestamento, non si possono fare modifiche di bilancio”. Ognuno fa una modifica diversa,
pertanto diversi Comuni ci dicono di non applicare questo tipo di conguaglio.
Noi l’abbiamo inserito nel budget 2016 perché nel budget 2016 dà la possibilità di averne la
copertura e quindi, come tale, cominciare subito a restaurare perché non è competenza nostra
riconoscere, è un po’ come l’Enel che deve recuperare il canone della tv: non contesta alla RAI se il
canone è equo o non è equo, cioè non è competenza mia che faccio solo l’esattore in questo
momento qua di un canone, ma rimane in capo ai Comuni.
Adesso siamo ancora in questa situazione. Noi andiamo avanti a pagare i canoni che abbiamo
fissato e poi, quando ci sarà l’Assemblea che ci darà il via libera al budget, nel budget ci sarà anche
l’aumento del canone consortile, lì 26 teste e il 51% delle quote sono sufficienti perché la cosa sia
approvata per l’intera comunità e quindi come tale noi daremo atto a ciò.
Io con questo spero di essere stato abbastanza esaustivo, ma siamo qua a disposizione con il
Direttore sicuramente a implementare le spiegazioni, le notizie, quello che volete sapere. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie al Presidente Paulon. Nell’aprire la discussione, volevo solo anticiparvi che ha fatto un
accenno il Presidente nella sua relazione alla modifica al nuovo sistema del servizio di raccolta
rifiuti per la città di Rovigo. Voi avete visto nell’ordine del giorno che abbiamo un secondo punto
specifico su questo. Tra l’altro il Direttore Romanello ha anche delle slide con cui ci illustrerà, per
cui il dettaglio su questo aspetto, salvo domande che sono sempre legittime, però abbiamo un punto
specifico all’ordine del giorno, quindi sia la presentazione ripeto specifica di questo, come anche
l’approfondimento di dibattito, ripeto su questo aspetto lo circoscriviamo al secondo punto
all’ordine del giorno, comunque con la libertà di intervenire più adesso sulla relazione politica del
Presidente e sulla questione rifiuti, rapporti RSU, Ecoambiente, cioè sulle questioni di attualità che
non devo certo suggerirvi, perché basta aver letto la stampa di queste settimane o anche di oggi. Per
cui è aperto il dibattito. Chi chiede di intervenire?
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Signor Sindaco, vuole intervenire?
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Ho lasciato a casa l’interprete.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Semmai si riserva di intervenire nel dibattito il signor Sindaco.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Credo che, indipendentemente da quello che voglia dire il signor Sindaco, a parte che ho il sospetto
- la mia è una battuta - che si sia già abbondantemente espresso in varie sedi e in varie forme, ho il
sospetto, ma comunque non è timido per cui sicuramente interverrà, lo conoscete. Prego Vernelli.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Io credo che dobbiamo partire proprio dal mancato rispetto delle regole istituzionali. Sulla questione
rifiuti c'è una situazione complicatissima di abbandono della correttezza e a volte anche della
legalità. E uno di questi aspetti è proprio dato dal fatto che il Consiglio Comunale non ha esercitato
negli ultimi anni la propria funzione e in questo c'è una forte responsabilità delle Amministrazioni
precedenti e di questa Amministrazione.
Quali sono le funzioni che non sono state rispettate? Intanto le funzioni di controllo, le funzioni di
approvazione dei bilanci, le funzioni legate ai contratti di servizio. Qui non abbiamo contratti di
servizio che sono aggiornati da ormai diversi anni, non abbiamo un bilancio approvato né di
Ecoambiente, né del Consorzio RSU da anni.
Al di là del fatto che sulla strategia di fondo come Movimento 5 Stelle siamo abbastanza d'accordo
con l’impostazione che ha dato l’Amministrazione, però non possiamo non partire dal fatto, signor
Presidente e signor Sindaco, che se voi non ricominciate a ricostituire legalità qui dentro, questa
discussione non serve assolutamente a nulla, e quindi se la vostra strategia noi la dobbiamo
imparare dai giornali con la lacunosità e con una serie di informazioni che oggi il Presidente Paulon
ci ha fornito con dovizia ancora insufficiente perché la questione è complicatissima, però non
abbiamo strumenti non abbiamo modo di leggere le delibere di questi Enti perché non sono
pubblicate sui siti; non abbiamo informazioni che ci consentono di capire qual è la corrispondenza,
perché voi la vedete e noi non la conosciamo.
Abbiamo una situazione terribile dal punto di vista dell’informazione legata alla consistenza
patrimoniale almeno del Consorzio RSU. Non discuto quello di Ecoambiente, lo analizzerò in un
altro momento, ma se noi oggi andiamo a vedere il sito del consorzio RSU, la pagina della
trasparenza, quando andiamo a vedere il bilancio patrimoniale, non esiste; quando andiamo a vedere
la consistenza dei beni, c'è il rimando ad un file word, uno lo scarica e questo file word è bianco.
Perché questo? Perché i controlli di software che sono fatti a livello ministeriale sono legati
all’esistenza o meno di allegati nella pagina del sito internet. E’ una truffa. Il fatto di ave messo un
foglio word bianco significa superare i controlli sulla trasparenza fatti a livello statale, però
significa non aver dato queste informazioni. Allora se le perizie ci sono, se i dati informativi sulla
consistenza patrimoniale esistono, perché noi non possiamo conoscerli? Questi sono solo alcuni
minimi aspetti.
Il primo problema è che, come ha spiegato bene il Presidente Paulon, l’errore di fondo è stata la
fusione tra Ecogest e ASM Ambiente, perché Ecogest non ha conferito tutta la consistenza
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patrimoniale e l’attività di gestione dei rifiuti che, come azienda speciale, erano in capo al
Consorzio RSU. Questo ha mantenuto la duplicità di funzione dentro il Consorzio RSU di una
funzione politica di programmazione e di indirizzo, e di una funzione di gestione. Questa è la madre
di tutta la confusione che si è generata negli anni, e il fatto che questo non sia avvenuto è l’origine
secondo me di un’indagine politica che noi dobbiamo fare, probabilmente anche un’indagine di
natura più complessa dal punto di vista giuridico, e qui c'è una forte responsabilità delle
Amministrazioni precedenti, di un’Amministrazione, quella Piva e quella Mancin di Ecoambiente,
che ha tollerato una situazione del genere.
Quindi io capisco quando il Sindaco si è trovato in una situazione già compromessa, e questa
situazione non poteva essere risolta secondo me se non nel modo in cui oggi siamo chiamati ad
affrontare, con la scissione definitiva delle responsabilità del Comune di Rovigo all’interno del
Consorzio RSU. Questo è il punto politico che io chiedo di affrontare alla maggioranza. Siamo in
grado oggi di fare chiarezza in maniera completa dicendo che il Comune di Rovigo non è più
disposto a tollerare una compresenza di una funzione di gestione all’interno del Consorzio RSU,
cioè di un’azienda speciale che sfugge al controllo delle Amministrazioni perché è nelle mani, come
abbiamo visto, solo del Commissario liquidatore? Irregolarmente è nelle mani del Commissario
liquidatore, perché per esempio il bilancio di previsione del 2014 è stato approvato dal C.d.A.,
mentre quello del 2015 è approvato solo dal Commissario liquidatore. Non si capisce perché nel
corso di un anno sono state modificate queste regole. Ma questo non è stato contestato dai Sindaci,
non è stato contestato dai Consigli Comunali.
Allora apprendo con piacere che il Sindaco di Rovigo ha respinto la richiesta di aumento del
contributo consortile, ma al di là di questa richiesta perfettamente corretta e adeguata, il Sindaco di
Rovigo doveva dire che quel budget approvato in settembre, attenzione, io ho dei dubbi che sia stato
approvato in settembre un budget 2015 del Consorzio Rifiuti che comprende al proprio interno delle
poste patrimoniali che sono state definite nel novembre 2015. Se ho ragione io, lo metto nel
dubitativo perché come sapete sono oggetto di una possibile querela in questi giorni, c'è falso in
bilancio, perché se alcuni mutui, se alcuni conferimenti da Ecoambiente sono stati stabiliti in
novembre, io mi chiedo come sa fa il Consorzio RSU ad approvare questo budget in settembre?
Allora all’interno di questo la domanda che faccio alla maggioranza e al Sindaco è: perché non è
stato contestato quel budget? O forse è stato fatto ed io non lo so, però questo è un punto essenziale:
quel budget del Consorzio RSU va eccepito e va messo in condizione di non poter essere applicato.
Tra l’altro è un budget che si chiude in attivo. Attenzione, si chiude in attivo di 185.000 euro solo
perché viene inserito come elemento correttivo del deficit effettivo il conferimento da parte di
Ecoambiente, ma quel conferimento è un noleggio anticipato. Come si fa ad inserire, ci sono dei
commercialisti al nostro interno, come si fa ad inserire dei noleggi del 2016 nel conto economico
del 2015? Perché c'è confusione tra uno stato patrimoniale che non è mai pubblicato dal Consorzio
RSU e un conto economico che fa evidentemente specchietto per le allodole.
Allora io non ho mai detto che la gestione del Consorzio RSU è truffaldina, motivo per cui Tugnolo
minaccia querela nei miei confronti, però sicuramente c'è qualcosa che non torna, e qui ho bisogno
che l’Amministrazione di cui io faccio parte tuteli la nostra dignità e la legittimità del nostro
intervento.
La questione più seria però secondo me è: perché Ecoambiente sta difendendo il Consorzio RSU?
Sembra strano quello che sto dicendo, perché oggi sembra il contrario, cioè sembra che ci sia un
conflitto verticale tra il Consorzio RSU ed Ecoambiente, però è Ecoambiente che, nell’accordo del
novembre scorso, ha salvato dal fallimento il Consorzio RSU, perché ha iniettato diverse centinaia
di migliaia di euro, che il Consorzio RSU ha utilizzato secondo me impropriamente per finanziare i
lavori di bonifica del primo stralcio della discarica. Quindi se non fosse stato fatto questo passaggio,
sarebbe saltato completamente tutto l’iter del finanziamento regionale e tutta la situazione
progettuale e gestionale del Consorzio RSU, quindi oggi i Sindaci che stanno contestando
l’Amministrazione di Rovigo, dovrebbero prima di tutto ringraziare l’Amministrazione di Rovigo
perché l’Amministrazione di Rovigo ha salvato tutti gli altri dal fallimento. Secondo me sbagliando,
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perché a volte, quando ci sono delle situazione di marciume, è meglio farle emergere, perché
altrimenti ce le portiamo avanti negli anni e ricadono su di noi.
Allora io qui dico, Presidente Paulon e signor Sindaco, che è illegittimo versare dei canoni per il
2016 e il 2017 sul patrimonio di Ecoambiente verso il Consorzio RSU, e qui vi prego di prendervi
la vostra responsabilità su questa illegittimità. Avete ancora la possibilità di chiederli in restituzione
e vi invito a farlo prontamente, anche a costo di perdere un finanziamento regionale per il
Consorzio RSU che è già perso. Questo è il vero problema che dobbiamo porci: il Consorzio RSU
ha dissipato, perché non è in grado di garantire il rispetto dei termini di questo finanziamento,
alcuni milioni di euro promessi e proposti dalla Regione. E se io ho ragione in questa indicazione,
ovviamente attendo smentite e sono pronto anche a dare atto delle eventuali smentite, questa è una
situazione politica gravissima, e deve essere l’inizio del cambiamento della gestione e della politica
del Comune di Rovigo perché, come dice il Sindaco, chi sbaglia paga. Ma io non ho ancora visto
pagare nessuno. Cominciamo a vedere signor Sindaco che qualcuno davvero cominci a pagare.
Il compattatore. Anche qui Ecoambiente ha salvato il Consorzio RSU. Perché avete pagato una cosa
che non funziona? Se mi noleggiano un’auto e io non la posso utilizzare perché quest’auto ha il
motore imballato, non lo pago il noleggi. Allora ancora una volta Ecoambiente ha finanziato
sotterraneamente e illegittimamente e scorrettamente il Consorzio RSU e di questi canoni - aspetto
smentita - dovete chiedere la restituzione.
Ci sono poi altri punti essenziali...
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Vernelli, solo per correttezza nei confronti dei colleghi. E’ interessantissimo, tra l’altro la stiamo
ascoltando. Solo volevo ricordare che è una discussione secondo il Regolamento e quindi dieci
minuti. Io posso derogare...
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Signor Presidente, è la dimostrazione che la modifica che state proponendo al vostro Regolamento è
una stupidaggine, perché non abbiamo diritto di parola. Ma io sarò brevissimo e sono in grado di
completare in una battuta, sono in grado di completare in una battuta.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Infatti non la sto bloccando.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Dovete capire qual è la posta in gioco: il partito della discarica ha bisogno di completare il
finanziamento non solo della bonifica, su questo siamo d'accordo, ma dell’ampliamento di tutta la
discarica. Portare 550.000 tonnellate di rifiuti a Rovigo nei prossimi anni lo si può fare solo se non
facciamo più la raccolta differenziata, perché la raccolta differenziata riduce il volume dei rifiuti, o
se importiamo rifiuti da fuori Provincia, o se importiamo rifiuti speciali e anche pericolosi da fuori
Provincia. C’è un affare nascosto, sul quale noi combatteremo assolutamente perché non si realizzi.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli. Ci sono altre richieste? Menon, prego.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Buongiorno a tutti. Mi piaceva oggi, anche per rendere più interessante la situazione, raccontare una
storia. E’ la storia di una piccola città, con un Sindaco con la faccia d’angelo, con gli occhi azzurri, i
capelli ricci che, appena insediato, ha fatto delle dichiarazioni precise e puntuali su tutti i giornali.
Le dichiarazioni...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
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AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Lei continui pure. Ha parlato di angeli, per cui è volato via.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
E’ restato il demonio.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Infatti non era ancora chiaro.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
E’ stata una casualità.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Infatti è stato giustamente redarguito da chi ha un po’ più di maturità politica che, quando parla la
Menon, è meglio non ascoltarla perché se no il Sindaco va in escandescenze. Questo è chiaro penso
da quando...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Sì, forse siamo in due, da quando siamo partiti. Però a me sinceramente sembra che uno che vuole
fare il Sindaco dovrebbe anche avere considerazione del dialogo e quindi restare qui ad ascoltare.
Tanto ho detto male a Piva, però lui restava sempre ad ascoltare fino alla fine, e poi diceva la sua.
Però qui veramente il dialogo manca. E politicamente è un altro dato molto negativo. Però io
continuerò lo stesso il mio discorso.
Quando il Sindaco si è insediato, addirittura a luglio, ci sono state delle dichiarazioni fortissime ben
precise: “Non voglio la discarica, questa discarica non s’ha da fare, è un affare, ci sono i
delinquenti”, eccetera, eccetera. Quindi era il baluardo del bene contro il male, contro degli interessi
sporchi che improvvisamente sono scomparsi perché, da quello che so, il primo stralcio è pronto e
domani, se avessimo la quantità di umido sotto la soglia, potremmo andare direttamente in discarica
nostra, quindi alla fine tutta la grande politica di questa Giunta e anche del Presidente Paolo
Avezzù, che in tutte le dichiarazioni elettorali diceva “No alla discarica, non è possibile”, in realtà
era una cosa impossibile da impedire, impossibile da impedire. Quindi tutti questi discorsi a che
cosa sono serviti? Sono serviti a coprire qualcos’altro. Tutti questi annunci sono il baluardo della
legalità, che poi il baluardo della legalità che arriva giusto nominato a giugno, però si porta dietro
una serie di persone dalla Giunta Piva, perché - Vernelli tu non c’eri - ma l’errore l’ha fatto Paulon
in Giunta della fusione Ecogest-ASM Ambiente. C’era lui in Giunta. Non è che possiamo dire che
l’ha fatto qualcun altro. Quindi questa Giunta si porta dietro un bagaglio importante del passato.
Tutto questo movimento sul fatto che manca la legalità, che si paventano delle illegittimità, io non
capisco come non possa uscire, non sia uscito minimamente. Addirittura il Tribunale ha rifiutato di
nominarvi il perito, che era il primo punto di quel crono programma che vi hanno fatto votare a
novembre, e che non si è realizzato minimamente. Quindi tutta questa legalità che state paventando,
tra l’altro voglio anche aggiungere una cosa: uno dei periti è lo stesso che avevate nominato voi per
fare la perizia di ASM Ambiente, giusto? Carlin è confermato, giusto? Quell’altro è Giampaolo
Capuzzo, giusto? Il risultato di queste perizie, che nessuno ha ancora firmato, depositato e giurato,
qual è? Qual è il risultato? 51 a 49?
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(Consigliere non identificato)
53 a 47.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Allora 53 per il consorzio RSU e 47 per il Comune di Rovigo. Voi capite bene che in ballo si tratta
di capire chi terrà il timone nel futuro, però a noi non si è mai parlato di questo. A noi si è parlato di
legalità. Ma insomma, mi sembra chiaro e palese da parte di tutti che quando qualcosa non va, c'è
chi interviene. Ma qui in realtà tutte le cose e tutte le affermazioni forti, e io non sono certo come
Vernelli che un giorno dice “Sono tutti delinquenti” e il giorno dopo tira indietro la mano, io sto
bene attenta quando parlo, però vorrei che anche gli altri stessero ben attenti, perché bisogna non
creare un nuvolone di ricatti da una parte e dall’altra. Io avevo parlato con Romanello una volta che
per caso l’ho trovato, e gliel’ho detto quello che penso. Io di questa faccenda non riesco a trovare i
buoni e i cattivi. Non ci sono i buoni e i cattivi. Qui c'è una guerra di potere, per capire chi avrà la
percentuale di comando nella società futura che risulterà dalla fusione. E questo potere a chi serve?
Serve poi per andare da un unico interlocutore, con il quale tutti stanno già parlando, inizia per H, si
chiama Hera, e sta cercando, ma tutti tutti, 360 gradi qua, che naturalmente stanno pensando al
pacchetto acqua-rifiuti, e se vediamo Paulon che lavora in Polesine Acque ed è il Presidente di
Ecoambiente siamo a posto.
Quello che voglio dire io è che forse tutto questo clamore è stato sollevato per in realtà nascondere
qualcosa che riguarda la battaglia di potere. Se le perizie non sono ancora state firmate e depositate,
ci sarà tutto il tempo per andare a correggere errori come quello che lei mi ha detto? Ma quello che
più vorrei dire, anche agli altri Comuni, se c'è veramente questa poca fiducia nel perito dell’altro,
mettiamoci d’accordo e nominiamo una terza parte. Questa non mi sembra una cattiva soluzione.
Però che cosa ha dentro di sé il Consorzio RSU azienda speciale? Ha il separatore e ha la discarica.
Quindi tutta questa storia per dire che del separatore non ce ne facciamo più niente, mi puzza, mi
puzza, come puzza la discarica. Perché? Perché se del separatore non ce ne facciamo più niente,
quel separatore vale zero, cioè saranno solo costi per tirarlo giù, e quindi la ciccia, il patrimonio del
Consorzio vale ancora meno, e posso pensare io Comune di non avere più il 47, ma di spuntare un
52, un 53. Quindi andare a dire “Non porto più i rifiuti al separatore”, significa dire che il Comune
di Rovigo sarà a capo del timone.
Allora io invece gradirei capire che in queste scelte di gestione c'è qualcos’altro che porta avanti,
qualcos’altro oltre lo scontro politico che si è creato. Io ho letto, e non posso fare a meno di fare
questa riflessione, che il Comune di Rovigo, che prima conferiva un certo tot, aveva un certo tot di
differenziata, nel 2013, quando abbiamo fatto la nuova società, è calato subito, di brutto. Nel 2013 è
stato nominato Massimo Nicoli, che è presente in sala, come Presidente di Ecoambiente e subito c'è
stato il crollo nella differenziato. Poi si sono succeduti Mancin e ora Paulon.
Allora io dico Sindaco, visto che lei è sempre di nuova nomina e rappresenta agli occhi di tutti la
legalità...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Ma posso dire una cosa? Non vorrei disturbarla mentre sghignazza, Presidente. Sì sì, guardi il
tempo perché sono convinta che non è interessantissimo quello che sto dicendo.
Allora Sindaco, non sarà forse che il nominare sempre queste persone che rappresentano le forze
politiche da quarant’anni in questa città, perché Paulon avrà sicuramente un’esperienza ventennale
di politica, come del resto Avezzù che le sta vicino. Allora tutte le vostre promesse di legalità, non
pensa che i cittadini, quando si vedono di fronte delle nomine del genere, frutto della vecchia
politica, possano anche perdere la voglia e l’interesse di essere corretti? Ci vuole spiegare una volta
per tutte signor Sindaco...
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Come ho richiamato Vernelli, richiamo anche lei.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Cosa c'è di così terribile nel bonificare la discarica di Villadose e fare un buon, un buon dico io,
nuova discarica fino ad esaurimento dei rifiuti polesani? Perché? Tutti stiamo parlando e il Comune
di Villadose non ha mai detto “A”. Il Comune di Villadose, che riceve tutti i rifiuti, non ha mai
detto nulla perché il Comune di Villadose sa che ne non gli costruiamo la nuova discarica, non ci
saranno mai i contributi per bonificare la vecchia.
Perché siamo partiti a luglio scorso dicendo “Niente discarica, voglio la legalità”, e di questo non si
è fatto assolutamente nulla? Ripeto, se domani avessimo la percentuale di umidità inferiore del 15%
potremmo già andare, perché è già stata collaudata, giusto? Il primo stralcio è già stato collaudato, è
andato avanti tutto.
Quindi io qui sono a chiedere l'intervento del signor Sindaco proprio per spiegarmi che cosa di
legalmente, questa sua battaglia per la legalità dove è andata a finire, cosa c'è stato che non ho
capito in questa consecutio dei fatti, che secondo me vede due opposte fazioni in gara per il dominio
futuro di una società.
Però bisogna tener presente che ci sono in mezzo a tutto questo una bagarre di..
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Bagarre di? Finisca almeno la frase, è ovvio.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Una bagarre di sentenze, del TAR soprattutto, che dicono che quando la maggioranza dei Comuni
approvano un documento, nelle convenzioni tra Comuni si applica - questo è il TAR - si applicano
le regole societarie, e quindi in realtà potrebbe anche darsi che la maggior parte della popolazione,
con i Consigli Comunali, che hanno approvato per il Consiglio di Bacino già approvato, potrebbe
già essere a maggioranza quello lo Statuto. Questa almeno è la sentenza del TAR.
Quindi dobbiamo stare anche attenti alle fine. Io sono per la nomina di una terza persona che valuti
correttamente, perché comunque faccio parte del Comune di Rovigo, però sono anche con il dire
stiamo attenti a come vanno queste cose dal punto di vista politico, che noi sosteniamo per forza
un’altra cosa. Adesso non ho capito quale sia la differenza tra i vari Statuti che vogliamo approvare,
però c'è anche il rischio che vada in porto quello che dice la maggioranza, e qui non so chi ce
l’abbia. Quindi teniamone conto.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Menon. Ci sono altre richieste? Vuole rispondere intanto il Presidente? Vuole intervenire
subito Mella? Prego, così le risponde anche il Presidente. Prego Consigliere Mella.
MELLA SILVANO – Consigliere Presenza Cristiana:
Per esprimere il disagio di un Consigliere, di un cittadino, su un disagio così grande, di una
problematica così importante che non si riesce a capire da che parte si sbroglia questa matassa,
piena di contraddizioni e di poca buona volontà. Non ci sono progetti o intelligenze che emergano,
che diano la prospettiva di soluzione. E’ una sensazione penosa di sconforto vedere una cosa così
rilevante, che riguarda tutta la cittadinanza, un problema di tutela ambientale e raccolta rifiuti che
non possiamo non prenderci la responsabilità di gestire bene anche per i nostri figli e siamo a questa
situazione. Capisco la buona volontà finora espressa dalla Presidenza di Ecoambiente attuale, anche
del nostro Sindaco, per difendersi da attacchi pretestuosi, condizionati da giochi politici a me ignoti,
ma posso intuire, non voglio dirlo, che hanno compromesso l’arrivo a un punto di gestione
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condivisibile fra tutte le entità comunali e aziendali del nostro Polesine, perché riusciamo ad andare
avanti. Siamo in un’empasse sconfortante.
Allora chiedo al Presidente Paulon: si aspetta che dal tavolo degli otto Sindaci, che è un tentativo di
mediazione fra persone più rappresentative, le entità del territorio, emergano proposte intelligenti e
condivisibili per arrivare a un punto di soluzione di questo pastrocchio? E la data del 29 marzo che
cosa significa relativamente alle scelte che si devono fare? Ci sarà o no il commissariamento da
parte della Regione dei Comuni che non accettano di fare le azioni che avevano la responsabilità di
fare, di accettare lo Statuto di questo Consiglio di Bacino? Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Consigliere Mella. Ferrari prego.
FERRARI LIVIO – Consigliere Liberi Cittadini, La Sinistra per l’Altra Rovigo, Coscienza
Comune:
Anche alla persona meno smaliziata risulta evidente che dietro al partito dei rifiuti si gioca un
grosso business. E questa lotta che è in corso vede perdente un solo soggetto: i cittadini del nostro
Comune, perché i dati di Confindustria Veneto, li ho qui davanti agli occhi, ci parlano di quello che
paghiamo tutti noi del Comune di Rovigo rispetto a tutti gli altri soggetti del territorio veneto, e sia
che siano in house, sia che siano a gara, noi paghiamo procapite 117,33 euro che è la più alta tariffa
che un cittadino paga nel Veneto per i rifiuti.
Allora non c'è da fare tante dietrologie, tanti voli. C’è una cosa abbastanza evidente: chi amministra
non lo sa fare bene, perché quando un amministratore che deve stare dentro alle regole della
legalità, cosa che è diventata un’enunciazione di principio che va bene il 21 marzo che era ieri, una
volta all’anno si fa la festa della legalità e poi non ce se ne ricorda più per tutto il resto dell’anno, un
amministratore amministra bene quando fa gli interessi dei propri cittadini. Se fino a questo
momento siamo arrivati ad avere 117,33 euro la tariffa più alta di tutto il Veneto a Rovigo, vuol dire
che gli amministratori che hanno amministrato sono stati incapaci di farlo.
Io ritengo che le proposte che dovremmo andare ad approvare, una parte è fatta ed è quella che ci ha
portato il Sindaco con un tipo di proposta, un’altra è stata avanzata dagli altri otto Sindaci, quello
che noi dobbiamo decidere è quello che è migliore per la qualità della proposta in termini di
ecogestione e per la qualità della proposta in termini economici, però non possiamo sempre dire che
va tutto bene quando poi a pagare siamo tutti noi e sono i cittadini del nostro Comune. Se no qui ci
stiamo solo prendendo in giro.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie anche al Consigliere Ferrari. Signor sindaco, prego.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie. Volevo fare anch'io una domanda al Presidente Paulon. Presidente, quali Comuni non sono
in regola con i versamenti ad Ecoambiente, e se riusciamo a fare una stima anche dell’esposizione
di Ecoambiente rispetto a questi Comuni? Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Con riserva dopo semmai di intervenire. Prego Presidente Paulon, credo abbia già materia per dare
qualche risposta.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Io sono costretto, ma mi scuso anche, a iniziare non secondo la scaletta degli interventi. Vorrei dare
una priorità alla Consigliera Menon. Sa, nella mia storia personale di politico e di uomo normale,
credo di non aver mai visto, se non una volta, Emanuela Fasolato perché mia carissima amica,
eravamo negli scout assieme e quindi come tale convivevamo. E’ stato l’unico rapporto avuto tra
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giustizia e Paulon, nel senso che abbinare la mia storia politica di vecchia data, di cui sono
orgoglioso e di cui sono ancora appassionato oggi come allora, e abbinarla alla legalità o meno, mi
fa specie.
Lei ha detto che la gente è stanca di gente come me, di gente come Paolo Avezzù, però su una cosa
io ci tengo a precisare e su una cosa ne vado anche doppiamente orgoglioso: dal 1990, quando io mi
sono candidato per la prima volta al 2006 quando mi sono candidato per l’ultima volta, la gente mi
ha sempre premiato e ha fatto sì che io sia eletto. Adesso, o io ho una famiglia molto numerosa, e
allora tutti i parenti, ma le posso dire che i miei parenti, mia sorella non mi ha votato. Non è che sia,
ma probabilmente qualcun altro.....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Certo, ma è normale questo, ma è normale quando si sta fuori.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Esserci è già un successo, perché c'è gente che ha fatto più esperienza. Non è che sia questo, l fatto
che ci sia stato un calo di voti, dovuto anche al fatto che non tutti hanno avuto la capacità, io ho
fatto una scelta di carattere gestionale insieme al mio gruppo di occuparmi della candidatura del
Sindaco e poi successivamente però non ho..., perché già con lui avevo previsto, quando c’era
l’accordo, che il mio tempo qui dentro l’avevo fatto ed era giusto rinnovare nell’insieme. Però
questa è una cosa personale.
Al Consigliere Vernelli, i contratti di servizio. Il Comune di Rovigo aveva un contratto di servizio
fino al 2030 quando c'è stata la fusione tra Ecogest e Ecoambiente. Diversi Comuni avevano un
patto di servizio fatto dal Consorzio fino al 2020. Scelta della politica di allora è di allineare al
ribasso i contratti di servizio, con il fatto che l’impegno che il Consorzio Rifiuti, che è lui il titolare
dei contratti di servizio, non è Ecoambiente; Ecoambiente è titolare di un servizio di gestione dei
rifiuti, del ciclo integrato dei rifiuti, fino al 2020, perché affidato a questo nell’Assemblea dei Soci e
dal Consorzio RSU quando è stata costituita la società. Quando è stata costituita la società gli ha
detto “La società durerà fino al 2015 ma ha un contratto di servizio fino al 2020”. Questo è quello
che è scritto.
E la gestione del fatto di chi deve andare a rinnovare il contratto di servizio non può essere
Ecoambiente, ma è chi affida il servizio e come tale anche a noi manca, anche se diciamo che il
fatto che ci hanno dato come Consorzio, quindi come rappresentanza, l’affidamento fino al 2020,
potrebbe voler dire che, non so se con un abuso di potere, non so in che forma se sia giusta o meno,
però di fatto c'è un contratto di servizio e io a questo guardo.
Il conferimento dei beni, io facevo da solo il bilancio a quell’epoca. Io mi opposi al mio collega
Zangirolami quando diceva di dare l’ecocentro, perché il valore patrimoniale, tenuto come fanno
attualmente il Consorzio, al Comune di Rovigo poteva portare 400.000-500.000 euro di canone di
affitto, che sarebbe parte delle spese correnti del bilancio attuale, dove il Comune è sempre in
difficoltà a far quadrare i conti. Quindi di fatto avere un patrimonio in tasca, Gianni Saccardin era in
Giunta con me a quell’epoca, ci dava la possibilità di avere delle risorse in spese correnti e avere un
patrimonio ancora nostro, perché di fatto si dava in affitto il separatore. Quello che poi nella
democrazia succede, la maggioranza ha deciso diversamente ed è venuto fuori il conferimento del
patrimonio.
La difesa di Ecoambiente rispetto al Consorzio. Ecoambiente, insieme al Sindaco, hanno fatto una
valutazione, non è che non abbiamo fatto una valutazione. Il disastro che avremmo fatto, se noi non
trovavamo la soluzione dell’affitto, era quello di dire: a) ci siamo garantiti, affittando la discarica, ci
siamo garantiti che fino al 2020 Ecoambiente vive. Non sembra una cosa da poco però, visto il
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momento in cui tutto stava barcollando, aver fatto questo tipo di contratto di affitto per cinque anni,
anche con canoni anticipati, però ci dava la possibilità di dire “Beh, adesso noi siamo i titolari della
discarica” per cui anche le minacciate fuoriuscite dei Comuni, che stavamo minacciando di
utilizzare la legge 52 della Regione, dicono che sono titolari del servizio e quindi che se ne vogliono
uscire, di fatto ha due situazioni: la prima, l’impatto sul personale perché logicamente, appena uno
esce, automaticamente mette in esubero delle persone e dei lavoratori, e ci troveremmo nella
disgraziata situazione che, o si caricano i costi sugli altri Comuni che rimangono, o l’esubero porta
alle conseguenze che immaginiamo, e che è una cosa che non vogliamo assolutamente e speriamo
che non succeda mai, mai, mai, perché sarebbe drammatica per un tessuto sociale come quello di
Rovigo, della Provincia.
La seconda, che ugualmente dovremmo portare i rifiuti in discarica a Rovigo, di cui ne siamo
titolari. Questo è il perché abbiamo fatto il contratto d’affitto, perché in questa maniera qua come
Ecoambiente ci siamo tutelati. Questa è la politica.
Seconda condizione: pur avendo contrastato il discorso che sapevamo che i soldi servivano per
pagare i mutui, per pagare gli stati di avanzamento, per dare la copertura finanziaria, però c'era un
discorso anche: se si faceva saltare il contributo regionale, la comunità avrebbe dovuto pagare non
350.000 euro, 700.000, ma avrebbe dovuto pagare 4 milioni di euro. Quei 4 milioni di euro
sarebbero stati distribuiti fino a quando i responsabili eventualmente non siano stati trovati,
imputati, giustizia, e conosciamo tutti i percorsi, sarebbero stati spalmati sulle tasche dei cittadini,
perché i conti bisogna pagarli.
Se noi guardiamo la Regione Piemonte, che cosa succede nel bacino di Alessandria, dove il
consorzio è fallito, il buon Fassino, Presidente della Giunta Regionale del Piemonte, disse “Siccome
è fallita un’azienda speciale”, che non è un Ente di Bacino...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Chiamparino, scusate, grazie. Non è fallito un Ente di bacino. E’ fallita un’azienda speciale. La
Regione non ha poteri su questa, per cui sono affari dei soci. Quindi il fallimento del Consorzio
ricadrà per milioni di euro sulla collettività. Poi, con i tempi della giustizia italiana, andremo a
vedere fra qualche anno chi ne è responsabile, ma intanto i conti bisogna pagarli.
E quindi ecco la scelta difficile, ma per noi aveva un double face: la prima è di garantirci la cosa, la
seconda di non penalizzare la comunità polesana di una situazione che avrebbe provato veramente
una situazione difficile. Però sa, come sempre si dice, nella politica c'è una storiella antica che parla
della famiglia con l’asino e il figlio, che qualsiasi scelta si faccia, chi sale sull’asino nel percorso
sbaglia, nel senso che qualsiasi cosa avremmo fatto, avremmo sbagliato, ma sapevamo. Però è stata
la scelta che più ci dava la possibilità.
Il separatore è la stessa cosa. Il separatore è una parte vincolante sul progetto attuale. Non c'è un
altro progetto. C’è un progetto e l’Ente di Bacino, che è deputato a dare le politiche, ha quel
progetto, e lui lo ha imposto. Fino a ché l’Ente di Bacino non farà un altro progetto, Ecoambiente
che è un esecutore non può tirarsi indietro, non può tirarsi indietro. Però di fatto c'è un contratto in
essere. Non funziona? Lo faremo funzionare, non lo so, lo faremo rivisitare, però è strategico in
questo momento per Ecoambiente averlo in concessione; strategico proprio per la vita stessa della
società. Le ribadisco, sono 260 famiglie più indotto che è sul sistema Ecoambiente.
Sull’appalto discarica e la bonifica, nessuno ha detto di no alla bonifica di Taglietto. Bisogna
sempre guardare, come diceva il discorso di come è la situazione, di come arriviamo a questo
discorso della bonifica. Le gestioni della discarica sono fatta in una maniera in cui c'è la vita della
discarica, poi ci sono trent’anni di post mortem, e nei trent’anni di post mortem c'è una gestione
finanziaria che chi ha gestito la discarica deve trovare le risorse accantonate per la manutenzione e
per la gestione.
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Ecoambiente su questa roba qua non c’entra. Ecoambiente sta prendendo in affitto una discarica,
che è quella delle due vasche attualmente; è disponibile, qualora il ciclo integrato dei rifiuti, e ci sia
la fusione delle due realtà, e quindi come tale la parte patrimoniale, quindi compresa la discarica,
compreso il separatore, entrerà nel patrimonio di Ecoambiente, ma andrà a gestire quello che sarà
secondo una progettualità che è esistente, può essere modificata, non dipende da Ecoambiente ma
dipende dal Consiglio di Bacino e da chi dovrà attuare le politiche.
Perché il gioco di potere? Il controllo analogo, che è il centro del discorso della convenzione, ma
non solo, ma anche l’attuazione del controllo sull’azienda stessa, che cosa dice il controllo analogo?
Il controllo analogo parla di controllo pesante, determinante sulle scelte societarie di qualsiasi
livello, anche sulla nomina degli amministratori. E allora cosa vuol dire? Voi sapete che c'è il
bilancio consolidato. Se la Conferenza dei Sindaci, se il nuovo controllo analogo decidesse di
investire 20 milioni di euro sulla discarica, di assumere 50 persone, di fare altre cose, la ricaduta su
questa Amministrazione sarebbe inevitabile. E’ normale, specialmente dovuto al fatto che
attualmente le percentuali dicono che il Comune di Rovigo ha il 66% più il 20% della quota
residuale che è in capo al Consorzio. Quindi l’incidenza di queste politiche all’interno.
Però quello che diceva la Consigliera Menon del TAR, c'è il Consiglio di Stato che dice una cosa
ben diversa. Il Consiglio di Stato, la VI Commissione del 2002, dice, glielo leggo “Qualora la
società Ecoambiente sia partecipata da Enti Pubblici aventi interessi omogenei - Consorzio e
Comuni hanno lo stesso interesse, il ciclo integrato dei rifiuti - per la realizzazione in comune dei
servizi affidati in house, l’attività di controllo deve essere esercitata da detti Enti collettivamente”,
cioè non può esserci che una parte soltanto fa il controllo analogo, ma tutte le parti, quindi Comune
di Rovigo insieme ai 49 Comuni, uguale al Consorzio, fanno collettivamente il controllo analogo.
Questo lo dice il Consiglio di Stato, Sezione VI, 6 maggio 2002 n. 2418.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Ma non c’entra niente con quello che ho detto io del TAR.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
No no no. Lei ha detto che secondo lei nella convenzione... Nella convenzione in essere ci sono due
convenzioni che andiamo a discutere dopo.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
No no, stiamo parlando di quello che voteremo dopo.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Ma infatti, questo riguarda quello dopo. Siccome riguarda il controllo analogo che è l’oggetto del
dissidio tra una convenzione e l’altra, ho specificato che noi non siamo fuori da questo, perché
Ecoambiente logicamente, e in questo caso il Consiglio di Amministrazione, deve sapere quali
scelte politiche deve preparare ad affrontarsi perché logicamente, se abbiamo un controllo analogo
con un’Amministrazione, con il Sindaco, su cui conosciamo, è una cosa; se abbiamo gli imput che
possono arrivare da altre Amministrazioni, dobbiamo prepararci a soluzioni diverse. Questo è
abbastanza normale per quanto riguarda la cosa.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Certo, certo, ma esistono le quote. Credo che il Sindaco sia il primo a dire se hanno i soldi per
comperare le quote nostre, se è previsto dallo Statuto la cessione delle quote ad altri Enti, quindi
basta solo che, presumo, ma questa domanda deve farla al proprietario e non certamente al
Presidente di Ecoambiente.
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Per quanto riguarda la partita del separatore, lei sa benissimo, proprio per la sua indole
professionale di preparazione, che se io investo 1.600.000 euro sul fabbricato, non è che questo
improvvisamente valga 1.600.000 euro in più di quello che vale. Varrà sempre uguale, perché si
porterà avanti un’attività di 1.600.000 euro di investimento, ma si porta in fianco una passività di
1.600.000 euro che sono i finanziamento da pagare. Quindi alla fine del sistema economico, non ti
cambia.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Sì certamente, se non viene attivato. Ma siccome noi abbiamo intenzione di attivarlo in un sistema
di divisione, perché ci crediamo nella selezione, nella separazione, nel recupero e nella valutazione
del rifiuto....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
No no, su questo siamo molto determinati, quel tanto che il Direttore sa benissimo che il mandato
dato al Direttore impianti dell’azienda è quello di andare verso una progettazione di un
separatore/selezionatore di valutazione. Poi saranno i soci, sarà la politica, saranno gli
amministratori che valuteranno sul piano industriale quale è la cosa positiva e la cosa migliore da
fare, perché logicamente le ricadute sulla comunità non le determino io, ma le determina
sicuramente. Ma abbiamo studi a sufficienza e tali per dire che potremmo andare verso un
miglioramento sicuro e anche solo il fatto della diminuzione della discarica, perché quando parlava
Ferrari dell’aumento dei costi, è normale, perché nella nostra tariffa abbiamo la bonifica, che
magari doveva fare qualcun altro, perché quando si parlava di post mortem, dovete guardare tutte le
azioni che sono state fatte sui passaggi di proprietà, che non dipendono da Ecoambiente, ma sulla
quale Ecoambiente si trova a che fare perché la bonifica della discarica che è in atto, probabilmente
non dovrebbe essere inserita in questo contesto. Come dico, noi siamo gli esecutori e, come tale, la
tariffa viene fissata dalla Provincia, e noi alla tariffa ci aggiungiamo che cosa? Ci aggiungiamo
l’indennità di disturbo, 10,33 euro a tonnellata che il Comune di Villadose riceve, 55.000 tonnellate
di rifiuti teorici che arrivano a Villadose, vorrebbero dire qualcosa come 600.000 euro all’anno che
arrivano come indennità di disturbo al Comune di Villadose. Credo che sia un motivo da valutare su
un’area che è già abbastanza compromessa.
Abbiamo un canone consortile fissato a 14 euro. Credo che anche questo sia un impatto non
indifferente sulla tariffa dei 115 euro di media che noi paghiamo.
Abbiamo un’ecotassa che il Governo Renzi ha giustamente aumentato, dico giustamente perché
sono convinto che si possa spingere sulla differenziata e forse, toccando le tasche dei cittadini, si
spinga a differenziare di più perché ha aumentato del 20% per chi è sotto il 65%, e quindi noi
paghiamo un’ecotassa aumentata come comunità, anzi adesso non la paghiamo perché andiamo al
termovalorizzatore, però se andassimo in discarica con queste condizioni, avremmo un’ecotassa di
17 euro a tonnellata perché è penalizzata, perché non facciamo la differenziata giusta e di valore
all’interno della comunità. Ed ecco che entriamo nel campo di quello che si diceva dopo.
Il tavolo dei Sindaci, mi diceva il Consigliere Mella. Sa, io leggo una conferenza stampa di ieri che
un tavolo dei Sindaci non può... Il tavolo dei Sindaci ha fatto delle proposte interessanti che parla di
fusione; fa delle cose meno interessanti quando il tavolo dei Sindaci si scaglia contro il Direttore e
si scaglia contro il Direttore pubblicamente, perché ci sono dei poteri o roba del genere. Credo che
sia una questione che riguarda non i Sindaci, ma riguardi innanzitutto cosa hanno determinato i
soci: lo statuto di Ecoambiente prevede che sono i soci che determinano le deleghe che ha il
Direttore. Non sono un gruppo di Sindaci che devono determinare se il Direttore ha le deleghe
giuste o sbagliate. Ma credo che sia un confronto sereno, se vogliono farlo, che devono fare i soci
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nei confronti dell’operato, se ritengo che il Direttore abbia operato bene o male, o nell’interesse o
nel non interesse della società.
Per me, che condivido con lui una parte della giornata, è difficile lavorare perché, specialmente
dall’organo tecnico, sentirsi sempre e soprattutto anche oggi sulla stampa dire “Il Direttore, il
Direttore, il Direttore”, perché logicamente in un rapporto anche dei ruoli, qualche volta troviamo
anche da dire, ma è normale, ma non è che discutiamo. Ma questo è normale perché dobbiamo
portare avanti ognuno le proprie idee con le proprie responsabilità.
Poi magari io che vengo da una politica un po’ diversa, devo adattarmi alla conduzione aziendale, e
quindi come tale è normale che ci possa essere anche un confronto sul sistema. Però io dal tavolo
mi aspetto delle positività, Consigliere Mella, cioè io devo guardare per forza al bicchiere mezzo
pieno, perché non posso pensare che tutto quello che stiamo facendo di relazioni, di incontri, sia
vuoto di contenuti. Io credo che, accantonato il problema e resoci conto che il sistema dei rifiuti,
cioè il controllo analogo deve essere fatto dall’intera composizione societaria e non solo da una
parte e basta, poi i nodi sono sciolti.
Giustamente la Consigliera Menon faceva riferimento a qualcosa che comincia per H. La scelta
della politica è quella se manteniamo un servizio pubblico o meno, cioè non è Paulon che sceglie,
non è Romanello che sceglie, ma è la politica che sceglie se il ciclo di rifiuti deve essere pubblico, e
quindi con sistema di controllo pubblico, o con sistema gestionale fatto da una multi utility, fatto
privatistico spinto come può essere Hera, in cui il controllo sicuramente ci sarà, gli indirizzi di
bacino ci saranno sicuramente, però la parte gestionale è totalmente industriale e, come tale, è una
scelta che spetta alla politica e per quanto mi riguarda credo che sia abbastanza chiaro.
Il 29.03 che cosa succederà? Il 29 è l’ultimo giorno che andiamo a Sant’Urbano; il giorno 30
mattina alle 8 sarò in discarica ad aspettare il primo camion che arriva, perché sono convinto che
Ecoambiente è impegnata al 110% per raggiungere l’obiettivo, soprattutto siamo lontani dal pensare
che si voglia ridiventare lo zimbello veneto e nazionale dicendo per l’ennesima volta “Non siamo
pronti”, perché sarebbe una sconfitta tremenda di tutto il sistema.
Noi come Ecoambiente siamo pronti, abbiamo mezzi, macchine, uomini, risorse impegnate, per
arrivare all’obiettivo, e questo è quello che mi aspetto il giorno 30.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
La risposta al Sindaco.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Questi dati qua glieli faccio dire dal Direttore perché non sono così aggiornato sul sistema
finanziario, però l’ultimo step l’abbiamo fatto il mese scorso mi sembra, l’ultimo C.d.A., quindi
lascio la parola al Direttore che è in grado di darle notizie più fresche.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Presidente. Allora su questo risponde il Direttore, Ingegnere Romanello. Prego Ingegnere.
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Buongiorno. I dati sono variabili di giorno in giorno perché ovviamente la situazione si aggiorna.
Adesso qua mi ero portato dietro solo la situazione aggiornata a fine mese febbraio, poi andiamo a
fare ogni mese il rendiconto al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale.
La situazione dello scaduto al 29 febbraio, visto che c'era un giorno in più, era di 6 milioni di
insoluto da parte dei Comuni complessivamente e su questi, se vi interessava, l’insoluto da parte del
Comune è zero nel senso che il Comune di Rovigo da molti mesi ormai ha preso l’abitudine di
essere perfettamente puntuale su questo. Altri Comuni sono molto precisi e puntuali. Poi
ovviamente se un Comune è fuori di 900 euro non fa testo, magari ci sono delle partite ancora di
ricongiunzione con la ragioneria. C’è qualche Comune che è un po’ più indietro e che può essere
anche endemico, e su questo il Consiglio di Amministrazione ha fatto una lettera di sollecito:
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
proprio alla luce dell’insoluto di febbraio, i solleciti sono stati recapitati ai Comuni, qualcuno ha
risposto. Ci sono tanti Comuni, quelli che hanno...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
No, 6 milioni non sono pochi. Abbiamo delle esposizioni che possono essere anche abbastanza
rilevante come l’Unione dell’Eridano che ha più di 500.000 euro, lì sappiamo che c'è un problema;
l’Unione dell’Eridano ha assommato a sé i compiti di essere l’interfaccia di Ecoambiente nel 2015,
poi dal 1° gennaio 2016 hanno deciso che non gli piaceva più questa impostazione, hanno ridato ai
Comuni la competenza, per cui in questo momento non sanno più chi deve pagare avendo cambiato
il meccanismo, e nel frattempo noi rimaniamo con i soldi appesi. Lo dico così, tanto per darvi delle
evidenze che la vita dà delle cose molto buffe.
Abbiamo Rosolina che è un po’ indietro, 700.000 euro, al 29; Occhiobello con altri 700.000 euro,
sto scorrendo velocemente; abbiamo 300.000 euro Castelmassa, Bergantino, Badia. Quindi ci sono
varie situazioni che poi possono variare, perché poi magari il giorno che ti fanno il mandato di
pagamento, arriva una botta grossa.
Di tutto questo, giusto per dare informazione visto che ogni tanto mi tocca leggere il giornale, mi
tocca leggere anche delle esternazioni - vi do solo il commento tecnico ovviamente, tutto il resto
non mi compete - ogni Comune ha della contabilità esattamente enucleata rispetto a quella di tutti
gli altri, per cui il Comune di Rovigo, così come qualunque altro Comune della Provincia, non solo
ha i servizi che paga esattamente per quello che costano nel loro Comune, e quindi non ci sono
ripercussioni sui Comuni a porta a porta se a Rovigo si fa una raccolta diversa; quello che costa nel
porta a porta costa con pro e contro, i pro per esempio che costa magari di meno lo smaltimento, e il
contro che costa di più la raccolta, e Rovigo viceversa, ma ciascuno esattamente il suo; così come
anche sulla parte finanziaria: i ritardi di pagamento di un Comune vengono a fine anno
rendicontanti a quel Comune in maniera precisa e puntuale, che è un metodo assolutamente corretto.
Quindi per ogni Comune viene rendicontato il mandato di pagamento di ogni singola fattura,
calcolati gli eventuali interessi che noi abbiamo dovuto sostenere in banca, e quindi poi viene
chiesto a loro di contribuire in maniera precisa e puntuale. Lo dico solo per chiarezza, e ovviamente
poi tutte le singole Amministrazioni Comunali ce lo chiedono anche questo rendiconto e possono
anche allegarlo agli atti a fine anno. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie anche all’Ingegnere Romanello, grazie per le risposte. C’è qualche altro intervento? Romeo,
e poi vediamo di fare una verifica. Oltre a Romeo, c'è qualcun altro? Il Sindaco Bergamin. Allora
con Romeo e il Sindaco Bergamin chiudiamo la discussione, e poi vediamo se c'è necessità di
qualche ulteriore risposta da parte dei nostri ospiti e chiudiamo il primo punto. Prego Consigliere
Romeo.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie. Sarò anche breve, perché comunque credo che poi entreremo nel merito con le altre due
delibere. Io francamente oggi mi trovo un po’ in imbarazzo da un lato e preoccupata dall’altro, per
quella che è stata la relazione del Presidente Paulon, e soprattutto per quelle che non sono state le
risposte del Sindaco, che comunque si è attrezzato subito dopo che è arrivata, stamattina aveva detto
che non aveva l’interprete, ho visto che l’addetta stampa è arrivata con il foglietto, quindi adesso
sicuramente avremo le risposte perché l’interprete ha fatto il suo lavoro - è la dichiarazione del
Sindaco, non guardate me - e quindi avremo magari delle risposte, visto che è arrivata la velina.
Spero però che su questa questione la risposta del Sindaco non sia come ogni volta “E’ colpa del
Governo Renzi, è colpa delle precedenti Amministrazioni”, perché comunque è lampante che
fossero di centro destra e i principali attori di quelle Amministrazioni sono e siedono accanto a lei e
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
sono all’interno della sua Giunta, quindi a parte la parte populistica che è quella che la connota
sempre, speriamo invece che ci siano delle risposte concrete e soprattutto delle idee chiare, perché
quello che preoccupa è al di là della legalità e della trasparenza, perché io credo che la legalità e la
trasparenza, lei ci ha detto in più di un’occasione che ha mandato tutti gli atti in Procura, bene,
quella è la sede opportuna perché si faccia chiarezza sulla legalità e sulla trasparenza, e chi ha
sbagliato paghi senza nessun tipo di sconto. Quindi da questo punto di vista siamo tutti d'accordo.
Ci sono state delle situazioni poco chiare? Illegittime? Bene, la giustizia farà il suo corso e quella è
una questione, che non appartiene più a questa Amministrazione Comunale. Lei Sindaco ha fatto
quello che doveva fare: ha portato, se è vero quello che ha dichiarato, gli atti in Procura.
Quello che però mi preoccupa è che al terzo punto dell’ordine del giorno noi ritroviamo di nuovo
l’approvazione della convenzione, e mi preoccupa quando il Presidente si dice positivo rispetto al
tavolo dei Sindaci. Ma mi scusi, se abbiamo approvato una convenzione a novembre e avevamo
detto che era una forzatura, è stata una forzatura, non ha prodotto un risultato, oggi veniamo a
riapprovare una convenzione che non ha l’accordo dei Sindaci, mi spiega come fa ad essere
positivo? Perché è una cosa che a me sfugge e guardate che non è una questione di fare demagogia
o tatticismo. Il problema è grave. Prima citava la collega Menon una sentenza del TAR. E’ la
sentenza del TAR Campania. Il TAR Campania dice che se c'è un disaccordo fra Amministrazioni,
vale il principio maggioritario, ovvero il principio per cui la maggioranza alla fine può approvare la
convenzione e lo Statuto. Quindi su questo siamo in difficoltà perché mi sembra che siano 140 a
124. Questo vuol dire che gli altri Comuni possono decidere diversamente dall’Amministrazione
Comunale.
Allora mi domando di cosa stiamo parlando perché, se questo avvenisse, ovviamente
sull’Amministrazione Comunale e su Ecoambiente sarebbe danno mica da poco, perché vuol dire
svuotare Ecoambiente, vuol dire svuotare i servizi, vuol dire che i cittadini di Rovigo si
ritroverebbero o ad avere una società vuota, oppure ad avere una tassa rifiuti altissima perché deve
ottemperare a tutti gli altri che sono andati fuori.
Allora io mi domando perché oggi siamo qui a parlare nuovamente di questa questione, se non nel
trovare dei termini di mediazione rispetto a questo tipo di situazione che si è generata, perché non lo
vedo in modo ottimistico il fatto di dire “Beh, noi abbiamo preso la discarica così li ricattiamo,
tanto devono per forza venire da noi”. Ma non è il senso di una strategia politica di
un’Amministrazione Pubblica, cioè sono Sindaci e sono Amministrazioni, quindi tutti dovrebbero
andare nella stessa direzione, che è quella di migliorare i servizi e di ridurre le tariffe. Io credo che
l’obiettivo unico sia semplicemente questo.
Allora come si fa a raggiungere questo obiettivo unico in questa situazione? Io mi aspettavo oggi
una risposta di questa natura, e lo dico veramente sperando che non si faccia demagogia e
strumentalizzazione, perché qui ognuno vuole fare la sua parte. A me non interessa che sia Hera o
che sia un’altra. Tra l’altro non mi sono mai occupata di queste vicende così poco nobili secondo
me. Mi preoccupo però dei servizi, mi preoccupo dei servizi, mi preoccupo della tariffa ai cittadini,
e non credo che oggi ci siano delle risposte che vadano in quella direzione perché, quando noi
andiamo ad approvare una convenzione e andiamo a dire “Beh, tanto comunque dovete venire da
noi”, non è l’atteggiamento.
Mi preoccupa perché è l’inizio di un percorso. Parliamo di Area Vasta e non riusciamo a mettere
insieme 50 Comuni. Ma questa cosa sarà così per i rifiuti, a questo punto sarà per l’acqua, lo sarà
sui trasporti, cioè se non riusciamo a mettere assieme i Comuni della nostra realtà territoriale, io mi
domando quale peso si può avere anche in futuro sulle scelte. Questo è il problema.
E mi sembra che come al solito si faccia tanto rumore per nulla nel senso che poi alla fine, nello
scegliere qual è la strada migliore nel trovare le opzioni perché l’obiettivo sia quello unico del
servizio e della tariffa, alla fine non ci siano le soluzioni, perché noi oggi andremo, se verrà
approvato il terzo punto all’ordine del giorno, creeremo un ulteriore scontro e un ulteriore attrito.
Allora io credo che il compito della politica, delle Istituzioni, soprattutto del Comune capoluogo,
debba essere quello della mediazione. Non è il controllo analogo nel senso stretto bene? Troviamo
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un altro tipo di soluzione, ma non può essere la questione “Beh, tanto andiamo avanti come dei carri
armati”. Non mi interessano neanche le diatribe tra il Direttore o gli altri Comuni. Non è quello il
concetto. Il concetto è che oggi dovremmo uscire con una soluzione, se il Consiglio Comunale ha
valore, se no è vero, possiamo anche parlare un secondo ma dovremmo uscire con una soluzione
che vada nella direzione di trovare un accordo fra tutte le altre realtà, per cui riuscire a dare una
risposta ai cittadini, altrimenti ci ritroveremo ad essere una città da terzo mondo e un Comune che
non ha alcun potere né contrattuale, ma né tanto meno credibilità all’interno del Veneto.
E ripeto, a chi pensa che venga il Commissario, non è così, perché ci sono sentenze del TAR e sono
del 2015, quindi non sono proprio datate 2002. Sono datate 2015. Quindi vorrei dire: stiamo attenti
perché 124 a 140 non è una cosa da poco.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Consigliera Romeo. Voleva rispondere subito il Presidente, prego.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Per evitare qualsiasi dubbio in tal senso, perché sulle quote 124, 125, 200, l’11 febbraio 2016 la
Regione Veneto ci scrive, scrive a tutti i Comuni della Provincia di Rovigo e dice “Nel prendere
atto che ad oggi non è stato raggiunto un accordo unanime sul testo di convenzione, si chiede fin da
ora a tutte le Amministrazioni Comunali di operare ogni ragionevole sforzo per convergere ad un
testo di convenzione. Diversamente non resterà che attenersi al testo licenziato dalla Giunta
Regionale, con decreto della Giunta Regionale 1117/2014; ciò nella consapevolezza che aderire al
Consiglio di Bacino è un obbligo di legge e non una mera facoltà. Pertanto la fase costitutiva deve
essere imperniata su attività vincolate non discrezionali. Ne consegue che tutto quanto attiene la
fase costruttiva, quando non imposto dalla normativa di settore, deve essere condiviso all’unanimità
in quanto espressione di attività vincolata. Successivamente, solo dopo l’istituzione del Consiglio di
Bacino, le scelte discrezionali saranno assunte in base ai criteri di quote e maggioranza specificata
all’atto costitutivo o agli atti all’uopo predisposti per il funzionamento dell’Assemblea”.
Che cosa vuol dire questo? Che la delibera che dovete fare dopo, deve essere approvata
all’unanimità. Non esistono due convenzioni. Deve essere una sola convenzione approvata
all’unanimità. Questo lo dice la Regione Veneto con una lettera che ha inviato a tutti i Comuni
esattamente l’11 febbraio. Se la volete, è a disposizione per la maggiore e/o migliore
interpretazione.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Presidente. L’ultimo intervento il Sindaco Bergamin.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
No.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Però ha detto una cosa...
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Uno può essere anche non d'accordo.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Sta parlando fuori microfono.
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BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie Presidente. Mi dà la parola?
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Sì, do la parola al Sindaco Bergamin.
Tra l’altro chiedo scusa, l’ha detto lei stessa nel suo intervento che comunque avremo modo di
approfondire la questione nel punto n. 3 all’ordine del giorno, dove potrà sbizzarrirsi.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Nei modi e nei tempi.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
E parleremo appositamente proprio della questione dell’istituzione del Consiglio di Bacino. L’ha
detto lei stessa nel suo intervento, per cui...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
No. Il Presidente Paulon lo invito io a restare e anche il Direttore, sia sul punto 2 che sul punto 3,
quindi tranquilli che restano a nostra disposizione, anzi li ringrazio in anticipo.
Tra l’altro abbiamo anche a disposizione, mi scuso se non l’ho fatto prima, anche il Dirigente nel
caso specifico all’ambiente, l’Ingegner Cavallaro. Grazie per la sua presenza. Prego signor Sindaco.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie Presidente, buongiorno a tutti. E’ una vicenda di cui si è parlato, ma soprattutto scritto molto
e deliberato anche quello che bisognava deliberare nelle sedi opportune.
Il sottoscritto è stato proclamato Sindaco il 16 giugno. Fin dal primo giorno dell’insediamento ha
analizzato diverse vicende che si è ritrovato sul tavolo; una di queste la vogliamo chiamare
questione rifiuti, una vicenda molto intricata che parte da lontano e che vede diversi soggetti già adesso non è che sto rispondendo al Consigliere Vernelli, però diciamo che a latere - vede diversi
soggetti già depositari di procedimenti penali tuttora in corso nell’insieme della vicenda.
Intanto apro una parentesi di natura proprio politica. Ci tengo a ringraziare il Consigliere comunale
Borgato Andrea, perché la settimana scorsa - e questo è un contributo importante sotto il profilo del
confronto politico di questo territorio che non riguarda solo Rovigo - che con il gruppo Bachelet ha
promosso un incontro presso l’ex pescheria di Corso del Popolo, dove il sottoscritto, il Parlamentare
del Partito Democratico Crivellari ed altri esponenti e sindacati, ci siamo confrontati in un dibattito,
in un confronto serio, pacato, ognuno esponendo le proprie ragioni rispetto allo scenario delle
partecipate, tra le quali anche i rifiuti. Questi sono contributi importanti per la crescita del Comune
capoluogo, ma anche di tutto il territorio. Quindi ancora grazie, Consigliere Borgato.
Ma veniamo alle nostre cose quotidiane rispetto alla relazione del Presidente Luigi Paulon, che
ringrazio, e anche ai contributi tecnici del Direttore Generale, Ingegnere Romanello, che ringrazio.
Entrambi godono tuttora, nonostante si possono comprendere quando non si hanno argomenti e
quando non si hanno proposte costruttive ma ci si infila in percorsi irti e soprattutto pericolosi, poi
si cerca sempre di addebitare responsabilità ma soprattutto screditare la professionalità di chi sta
conducendo sotto il profilo politico per il Presidente Paulon Ecoambiente, e tecnicamente
l’Ingegner Romanello, che entrambi godono tuttora della mia stima e fiducia.
Diceva il Consigliere Vernelli prima “chi sbaglia paga, nessuno ancora ha pagato.” Consigliere, io
faccio tante cose, ma non è che posso far pagare in termini civilistici o penali le persone che magari
in questa vicenda appartengono, fanno parte di questa vicenda. Però al di là delle chiacchiere, l’ho
già letto in questa sede però lo voglio ricordare, il 6 ottobre 2015 il sottoscritto ha inoltrato un
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esposto/segnalazione al Prefetto di Rovigo, al Presidente della Sezione Controllo della Corte dei
Conti di Venezia, alla Procura della Corte dei Conti di Venezia, alla Procura della Repubblica di
Rovigo, al Presidente della Regione Veneto, all’Assessore all’ambiente della Regione Veneto, al
Direttore della Sezione Tutela Ambiente della Regione Veneto, alla Direzione Divisione
Investigativa Antimafia centro operativo di Padova e per conoscenza al Presidente del Tribunale di
Rovigo. Un esposto/relazione che, con un riepilogo naturalmente supportato dagli allegati su ogni
documento che richiamavo, andava un po’ a fare un focus preciso di tutta la vicenda che mi sono
trovato a gestire, ma non per far confusione, ma proprio per mettere in fila i documenti, e rispetto
anche a delle mancanze che ci obbligano come territorio, una su tutte la Legge Regionale n. 52 del
2012, alla costituzione del Consiglio di Bacino.
Se volete io ve lo rileggo, però non è il caso, è agli atti, lo potete trovare; se qualcuno ne vuole
copia, io posso anche dargliela. Poi è agli atti, ed è trascritto nei verbali...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Posso parlare, Presidente?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Se mi lascia parlare, le dico. Ho gli occhi azzurri, a lei piacciono gli occhi azzurri, non importa, la
politica è un’altra cosa. Se mi fa parlare le dico, mentre si sta leggendo le carte dei Consigli di
Amministrazione...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Ma se mi lascia parlare. Vabbè, posso parlare?
Questa è datata 6 ottobre. Il 5 dicembre la Corte dei Conti ha dato riscontro a questo esposto dando
indicazione del Magistrato che se ne sta occupando e ascrivendolo con un numero di ruolo. Io ho
già integrato anche la settimana scorsa rispetto all’evoluzione, ripeto, degli atti e dei fatti, e non
delle opinioni, perché a questi non interessano le opinioni, interessa l’esposizione dei fatti. Poi
Consigliere Vernelli, io non è che posso... Questo posso fare. Chi vivrà, vedrà rispetto a questa
situazione. L’ha chiamato lei prima, ho letto anche oggi dalle cronache, che anche lei è destinatario
di una querela, ci faremo compagnia.
Il partito della discarica. Beh insomma, non è che scopriamo qualcosa di nuovo che politicamente il
sottoscritto, ma poi anche la maggioranza che ha vinto queste elezioni si è già espressa in merito
alla discarica, nel senso dell’ampliamento per arrivare al ricevimento per nove o forse più anni,
dipende dalla quantità annua di conferimento di 55.000 tonnellate all’anno. Non è confortante
sapere di importare qualcosa che poi nel territorio avrà delle ripercussioni sicuramente in ordine
ambientale ma anche di altra natura perché le tonnellate pesano e, quando transitano nel territorio,
creano anche altri tipi di problemi, viabilità e non solo, inquinamento anche solo per il trasporto,
eccetera. Sta nei programmi nostri, dico nostri della coalizione, ma comunque lo abbiamo sviscerato
più volte.
Soprattutto perché? Perché poi c'è un Consorzio RSU che, se andiamo a vedere per quanto riguarda
l’ampliamento della discarica, magari ha attuato un piano senza la copertura finanziaria, e lo
ammette lui stesso quando risponde al Sindaco di Rovigo, replica sulla stampa perché io scrivo
sempre agli interessati e magari torno dopo una settimana, dieci giorni, a chiedere ancora risposta
delle domande fatte, ma a tutt’oggi io non ho ricevuto risposta se non una replica sui giornali dove
il Commissario liquidatore Tugnolo ha fatto delle dichiarazioni, ma io non ho ancora ricevuto
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nessuna nota scritta rispetto alle lettere, alle tre missive che ho inoltrato al Consorzio, per
conoscenza che tra l’altro ho girato anche ai Consiglieri e anche a lei. Quindi ci muoviamo non dico
a vista, ma tutto quello che questa Amministrazione aveva il dovere di compiere, lo ha fatto. Non è
che siamo rimasti inermi di fronte ad uno stato di totale, vorrei definirla anche anarchia, perché poi
vedete, come dicevo prima, la Legge Regionale 52/2012 impone al territorio di costituire il
Consiglio di Bacino con la conseguente fusione tra il Consorzio ed Ecoambiente, ed è lì che nasce
il... io non lo chiamo contenzioso perché, se qualcuno vuole creare dei problemi dove non ce ne
sono, poi non è che io devo stare qua ogni quindici giorni, piuttosto che ogni mese, a ricordare che
il percorso che ci indica la Regione Veneto è di un certo tipo e se qualcun altro, che sia un Sindaco,
che siano 20 o che siano 35, io li capisco, li ho incontrati anche lunedì scorso, ma quella proposta è
irricevibile, non perché lo dice il Sindaco di Rovigo, perché lo ha già scritto più volte la Regione
Veneto. Non lo so, sono andati più volte anche in Regione a perorare la causa di questa bozza di
Statuto per il nuovo Consiglio di Bacino però, se faccio un po’ un’analisi velocemente, che non è
per ripetere quello che ha detto il Presidente, ma andiamo a capire un po’ un attimo cosa incide tutto
questo stato di non decidere rispetto ad un percorso che la Regione Veneto, una legge della Regione
Veneto, non è che impone, detta, suggerisce. Dobbiamo rispettarle queste leggi.
Prima esisteva l’ATO Rifiuti. L’ATO Rifiuti applicava una tariffa su ogni tonnellata di rifiuto
avviato a smaltimento, un contributo di 1,70 euro a tonnellata; poi arriva il Consorzio, assorbe
sostanzialmente l’ATO, quindi è stata liquidata l’ATO assorbendone il contributo, e passando da
1,70 euro a 7,51 euro nel 2013, a 9,21 euro nel 2014 (parlo sempre di euro/tonnellata), a 14,43 euro
nel 2015 e confermando 14,43 euro nel 2016. Non serve una calcolatrice per capire che 14,43 euro è
molto di più di 1,70 euro, ma soprattutto in due anni l’incremento è stato del 92%, e questi sono
soldi che poi tutta la comunità polesana deve sborsare nei confronti di un Consorzio che non
dovrebbe già esistere dal 2013-2014, questo dice la legge.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Un minuto, ne ho qui di cose da dire. Capisco. Parleremo dopo della proposta dello Statuto.
Quindi io rabbrividisco quando sento, li conoscevo i dati, però volevo che fossero resi pubblici in
questa Assemblea consiliare, ma soprattutto anche alla stampa e alle persone presenti, perché
quando un’azienda è in sofferenza di 6 milioni di euro, 6 milioni di euro, e dico al Direttore
Generale “Mi dica i Comuni”, perché non è un momento. Questa situazione è iniziata già dal primo
giorno quasi direi della costituzione di Ecoambiente: da una parte si omette di versare il contributo
per creare problemi all’azienda, e dall’altra si denuncia in senso pubblico l’incapacità dell’azienda
di organizzarsi. Ma allora io guardo i nomi dei Comuni, li leggo, e capisco tante cose. Poi guardo i
nomi di chi in questi giorni continua ad andare in una direzione che è esattamente il contrario di
quello che ci indica con una legge la Regione Veneto, e capisco tante altre cose ancore; se poi leggo
le visure camerale, dove fino al 5 ottobre qualcuno era - e l’ho già detto diverse volte in questa sede
e non solo, mi hanno detto anche che mi querelano, sono qua che li aspetto - dove vedo degli
amministratori polesani che, direttamente o indirettamente, hanno degli interessi all’interno di
questa partita, magari che prima facevano delle consulenze, dopo grazie alla redazione del nuovo
Codice Etico di Ecoambiente dal 5 ottobre questi signori non fanno più consulenze, piuttosto non
collaborano più con Ecoambiente attraverso alcune Cooperative, gli interessi che può avere un
Direttore Generale, non so è Direttore, è un Dirigente, del Consorzio RSU che è anche Sindaco,
cioè ci sono delle situazioni comunque di incompatibilità o di conflitto di interessi che sono
evidenti, sono macroscopiche.
Ma poi, ripeto, leggo la stampa, oltre a leggere i documenti, facciamo finta di essere chi poi ci
chiede conto di questi aumenti e di queste tariffe elevate, i nomi sono sempre quelli che girano.
Però Ecoambiente è esposta di 6 milioni di euro.
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Mi fermo qua perché non ho più tempo. Avrei molte altre cose da dire, compreso il mancato rispetto
della convenzione sottoscritta a novembre e del crono programma, del mancato rispetto della
delibera dell’Assemblea dei Soci del 3 dicembre con l’approvazione del budget 2016 di
Ecoambiente, disconosciuto poi nell’Assemblea dei Soci del 25 gennaio 2016 dalle stesse persona
che l’avevano approvato il 3 dicembre.
Allora in questo contesto di confusione, e sicuramente anche fuori quando ci si confronta, anche
quella serata alla pescheria, piuttosto che parlando come si va in giro, non dico per la strada ma
quasi, lo scenario è molto nebuloso e confuso. Però questa Amministrazione non ha mai smarrito la
strada della legalità e della legittimità rispetto a promuovere atti che fossero in linea con i dettami
della Regione Veneto, piuttosto che fossero in linea con il preservare il capitale che questo Comune
ha in seno ad Ecoambiente, perché il rovescio della medaglia potrebbe anche essere che, se uno non
promuove determinati atti che vedono il Comune depositario in Ecoambiente del 66% di quote,
quindi un capitale economico, piuttosto che del 20% nel Consorzio RSU, non tutelare questo
potrebbe domani chiedermene conto chi è preposto a questo tipo di vigilanza alla Corte dei Conti:
“Perché non hai promosso questi atti per tutelare il capitale del Comune e quindi della città di
Rovigo?”. Questo è il punto, ma gli stessi attori, ripeto, ci sono delle grosse incompatibilità e
anche... non mi vien la parola, perdonatemi, cioè quando un amministratore si permette...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Sì, ma non solo dei conflitti, delle incongruenze, cioè un amministratore che si permette di dire che
un Direttore va tolto dal ruolo che ha, evidentemente non conosce i percorsi per eventualmente
interagire su questo tipo di iniziativa. Non li conosce, fermo restando che magari poi, se riesce a
forzare la mano e ti ritrovi una causa, come è giusto che uno può anche rivendicare, poi magari è lo
stesso che ti accusa se devi pagare quello che il Giudice ti condanna. Ma è importante questo, è
importante questo. Allora non possiamo più avere amministratori in questa terra che sono
controllori e controllati. Non possiamo più averli. E alla fine, quando un’azienda ha 6 milioni di
euro fermi là che non riceve, non può fare investimenti, non può aiutare i lavoratori, dove ne
abbiamo 60 oggi in Ecoambiente che subiscono malattie professionali per questo tipo di interventi,
parliamo della differenziata spinta, porta a porta, il verde e quant’altro. Sono i primi a non pagare le
proprie fatture, e questi sono problemi per l’azienda. Salvo poi essere gli stessi, quando questi
problemi si manifestano, ad alzare la mano e a dire “Così non va bene”. Io dico che, prima di dire
“Così non va bene”, bisognerebbe fare il proprio dovere. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie al signor Sindaco. Ho chiesto al Presidente e anche al Direttore se avevano qualche altra
replica, però loro ritengono di avere già risposto a sufficienza. Grazie ovviamente all’intervento e al
contributo del signor Sindaco.
Se non ci sono altre questioni, visto che avremo altri due punti su cui c'è la possibilità di
approfondire ulteriormente, io chiuderei questo primo punto all’ordine del giorno.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Sì sì, se è procedurale, sì sì. Prego Consigliere Vernelli.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Lei Presidente come sa avevamo chiesto la ripresa televisiva di questo Consiglio. Giustamente ci ha
risposto che non era nei termini, che ci sono delle condizioni particolari da seguire. Però queste
riprese televisive, soprattutto nella situazione in cui alcuni di noi sono, cioè la minaccia che
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abbiamo di querele, è determinante. Per cui prego tutti i Consiglieri, faremo la richiesta di avere
l’autorizzazione per la privacy, da questo momento in avanti noi chiederemo a tutti la possibilità di
fare riprese televisive, e quindi cercheremo di seguire il Regolamento.
Mi raccomando, abbiamo visto oggi la testimonianza di che cosa vuol dire poter parlare su temi
complessi anche per un periodo più lungo. Posso essere d’accordo con lei sul fatto che su tematiche
di poca importanza si possa ridurre i tempi degli interventi, ma su questioni come queste è lesivo
della qualità dell’intervento dei Consiglieri comunali e anche del Sindaco il fatto di mettere tempi
troppo restrittivi.
Ultimo punto, ho bisogno di avere questo verbale nel più breve tempo possibile perché ritengo di
dover fare un esposto per alcune delle cose che qui giustamente sono state testimoniate.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli. Sulla questione ripresa, lei sa, ho dato disponibilità subito rispondendo proprio ai
termini di Regolamento e dicendo che in teoria si poteva già questa volta, però credo che comunque
già dal prossimo.
Per quanto riguarda il verbale, il nostro collaboratore, il signor Tumeo, mi ha detto che nel giro di 5
giorni lavorativi abbiamo già il verbale, quindi come mia consuetudine poi do l’ok e subito vi viene
inoltrato.
Dicevo chiudiamo questo primo punto all’ordine del giorno.
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PUNTO N. 2 - “Approvazione delle modifiche al servizio di raccolta dei rifiuti urbani
previste nel progetto di rimodulazione del servizio elaborato dal gestore Ecoambiente S.r.l.”.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Chiedevo, proprio per il tema, sia al Presidente ma in particolare anche al Direttore, il Presidente
penso vuole restare, e passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che vede ad oggetto
“Approvazione delle modifiche al servizio di raccolta dei rifiuti urbani previste nel progetto di
rimodulazione del servizio elaborato dal gestore Ecoambiente S.r.l.”. Presidente, stavolta abbiamo
scritto giusto, S.r.l..
Passo la parola come Assessore Delegato alle partecipate, proprio perché dica alcune cose di
introduzione, al signor sindaco. Poi proprio c'è una comunicazione, quindi appena è intervenuto il
signor Sindaco, Mattia Moretto fa una comunicazione a verbale; poi passiamo la parola e il video al
Direttore che fa l’illustrazione tecnica che poi sicuramente potrà essere integrata sia dal Presidente
di Ecoambiente S.r.l. e quanto ovviamente dal nostro Dirigente all’ambiente. Quindi prego signor
Sindaco, se vuole introdurre il tema.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie Presidente. Eccoci ad un atto importante, non per questa maggioranza, ma per questa
comunità, per questa città. Dopo tanto anni, nel 2004 iniziò la prima collocazione, quando eri
Sindaco Paolo, della differenziata con i cassonetti, differenziando la carta dal vetro, la plastica, il
secco, dell’umido successivamente, ma oggi vi era la necessità, proprio per riuscire a raggiungere
quell’obiettivo che la Regione Veneto ci ha indicato, che è il cosiddetto “Obiettivo 76”, cioè della
percentuale di differenziata della raccolta del 76%. Oggi siamo nel ordine del 56%, eravamo vicini
al 60 un paio d’anni fa mi sembra, però siamo sui 56, e l’Obiettivo 76 non è irraggiungibile.
Naturalmente ognuno deve fare la propria parte. Deve pare fare la propria parte anche il cittadino, i
cittadini devono fare la propria parte perché, se esco da questo palazzo e mi incammino magari
verso quella bellissima sede, dove in questi giorni vi invito a visitare la mostra al primo sguardo sia
a Palazzo Roverella, sia al Palazzo Roncale, potremmo scorgere delle aiuole, no aiuole, dei vasi
dove ci sono o dei segnalo a volte o dei fiori, tutti con delle carte, piuttosto che dei mozziconi di
sigaretta, e magari a cinque metri ci sono i cestini che sono dotati.
Questo per capire magari che poi al mattino, all’alba, per chi si alza presto o torna tardi per lavoro o
per altri motivi e transita nei pressi delle nostre frazioni, vede magari persone dai paesi limitrofi, o
non so da dove perché la targa non è che ti può dare subito, a meno ché uno non faccia una ricerca,
che conferiscono rifiuti di ogni genere nelle vicinanze dei nostri cassonetti. E allora bisognava
dotarsi anche di strumenti che fossero innovativi e all’avanguardia, che sono tuttora presenti in
molte comunità, e che hanno dato risultati importanti.
Naturalmente, come ho detto in premessa, poi ognuno deve fare la propria parte, ogni famiglia, ogni
cittadino, ognuno deve fare la propria parte perché se poi uno mette la carta dove c'è la plastica o
viceversa, poi bisogna fare altre cose che costano alla comunità.
Quindi oggi presenteremo le modifiche al servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che sostanzialmente
è un progetto dove già io nel mese di giugno-luglio 2015 ad Ecoambiente chiesi appunto di
elaborare insieme agli uffici del Comune di Rovigo, elaborare delle proposte per riuscire a
raggiungere un livello di differenziata, che non fosse la differenziata spinta porta a porta, perché
comporta tutta una serie di organizzazione, quindi di costi, ma anche di usura delle maestranze e
soprattutto costi molto più elevati.
Quindi questa è una soluzione elaborata dal gestore Ecoambiente, con il contributo dei nostri uffici
e dell’ufficio ambiente. Adesso lascio la parola al Presidente per un’introduzione. Prego.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie signor Sindaco. Faccio fare quella comunicazione a verbale al Consigliere Mattia Moretto,
che doveva essere fatta all’inizio, comunque per carità, non è mai troppo targhi. Prego Moretto.
MORETTO MATTIA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie Presidente, mi è scappata. Chiedo di poter giustificare l’assenza della collega Calò che non
riuscirà ad essere presente oggi in Consiglio. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Il Segretario prende atto. Prego Presidente Paulon.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Sono tantissimi anni che si parla di come migliorare la raccolta a Rovigo. Sono almeno quindici
anni che si discute di come incentivare la raccolta differenziata, di quali sono le soluzioni che si
possono trovare.
Ci sono dei dati interessanti che vi invito ad andare a trovare su questo opuscolo che trovate sul sito
di Ecoambiente. Si chiame “Bilancio di sostenibilità 2014”.
Il dato interessante, guardando e scorrendo, è come è la situazione di Rovigo che, stranamente, ha
una controtendenza nell’accordo dell’indifferenziato rispetto ai Comuni limitrofi.
Infatti Rovigo nell’ultimo periodo è passato da un 2012 in cui aveva il 61% a un 2015 dove siamo
al 56% circa, con una perdita l’anno scorso di due punti e mezzo rispetto all’anno precedente sulla
raccolta differenziata, per cui abbiamo una maggiore produzione di rifiuti indifferenziati.
Quello che salta all’occhio è anche contemporaneamente la controtendenza rispetto ai Comuni
limitrofi. La controtendenza fa sì che parla di migrazione. E’ normale questo, è normale per
chiunque che magari si mette in macchina la sportina e la porta nel primo cassonetto utile, che può
essere anche un cassonetto di confine o altre cose.
Infatti se noi guardiamo questo dato, e sono dati che sono certificati, non è che siano dati inventati,
sono dati giustificati, abbiamo che per esempio Pontecchio Polesine ha, rispetto all’anno
precedente, una produzione di rifiuto secco del -6%, Ceregnano del -11%. Mentre Rovigo ha un
aumento. Ma la situazione sociale di Rovigo rispetto a Ceregnano e rispetto a quella di Pontecchio è
uguale, quindi teoricamente dovremmo trovarci a una maturazione diversa.
Però il servizio sul quale abbiamo ragionato quando abbiamo parlato con il Sindaco, era proprio
quello di vedere anche di come limitare il conferimento su questa migrazione di rifiuti che poteva
esserci. Quando abbiamo ragionato di quale tipo di raccolta fare, raccolta porta a porta sulle frazioni
rimanendo a isole ecologiche in centro storico, non si faceva altro che trasportare la migrazione
dalla parte frazionale verso il centro storico, quindi rimanendo di fatto nel sistema di difficile
gestione.
Allora è venuto fuori il discorso di dire “Benissimo, facciamo il sistema controllato”, ed è in
particolare per quanto riguarda la proposta che noi oggi vi stiamo facendo.
Abbiamo appurato che l’indagine merceologica del rifiuto attualmente che noi buttiamo sul non
riciclato, parte su un fatto che, di secco puro - 13.000 tonnellate sono quelle che il Comune di
Rovigo produce - praticamente di secco puro c'è pochissimo, perché pensiamo che all’interno di
queste 13.000 tonnellate ci sono 3.500 tonnellate di carta, 2.500 tonnellate di plastica, ci sono
dell’organico, quindi dell’umico che potrebbe essere conferito nel bidone marrone per 2.000
tonnellate, c'è del vetro 500 tonnellate, e ci sono dei metalli per 200 tonnellate. Se facciamo la
somma di questo, vedremo che la percentuale di secco puro, e quindi già materiale che potrebbe
essere legno ma altri tipi di materiale che potrebbe ancora essere raffinato, raggiungiamo quasi
10.000 tonnellate. Quindi vuol dire che il secco, tra virgolette il bidone grigio attuale non
riciclabile, per noi rappresenta attualmente il 20% di quello che noi adesso produciamo. E sono
valori sensazionali, perché pensiamo che tutto questo per noi vuol dire economia: una tonnellata di
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
rifiuto non secco che va nella lavorazione, costa alla nostra comunità qualcosa come 150-160 euro a
tonnellata.
Perché? Perché va in discarica, e quindi c'è il costo della discarica, perché c'è l’incontro del canone
consortile perché fa parte del rifiuto, perché c'è il disturbo per il Comune di Villadose, perché c'è
l’ecotassa. Tutto questo fa parte, ma non solo è un consumo di denaro che noi abbiamo, ma anche
abbiamo un minor guadagno perché parte riciclata viene venduta e la ripartizione di quello incassato
viene riconsegnata al Comune che la può sgravare dalle tariffe, e quindi come tale abbiamo un
doppio danno in questo caso. Quindi pensiamo, è questo il ragionamento che noi vogliamo arrivare
con questo sistema a spingere per andare verso il recupero.
Il nostro ciclo è fatto attraverso che cosa? Non andiamo verso trituratori, ma andiamo al
termovalorizzatore. Perché? Perché il nostro contenuto di umido, il MOP, è superiore al 15%, che
vuol dire che abbiamo una produzione nella degradabilità di questo che ha un impatto ambientale
importante e questo ci obbliga quindi a fare due procedimenti: o andare al separatore di Sarzano, in
questo caso qua come sarebbe previsto dal sistema, che però è fermo per le manutenzioni che
dicevamo, per separare il secco dall’umido, ma vuol dire separare solo il secco dall’umido, non vuol
dire secco dall’umido e recuperare, quello che sarebbe l’obiettivo nostro politicamente, almeno per
quanto riguarda la mia persona. E quindi siamo costretti ad andare, perché non possiamo passare
attraverso il separatore, ai termovalorizzatori regionali, che sono quelli di Schio e di Padova. Prezzi
diversi. Sappiate che Schio è anche nell’interno della Rete Ambiente Veneto, quindi c'è un principio
di solidarietà anche tra aziende, perché Ecoambiente fa parte, insieme ad altre realtà del ciclo
integrato dei rifiuti del vicentino, del trevigiano e del padovano, di una rete che si chiama Rete
Ambiente Veneto, dove c'è praticamente, non solo una parte di acquisti, ma c'è anche solidarietà
culturale e di rappresentanza, proprio anche pratica sul sistema della gestione, su cui abbiamo anche
delle progettualità in essere.
Quindi la necessità di portare è finalizzata a che cosa? Innanzitutto per portare la cittadinanza a
spendere meno e quindi a raggiungere quegli obiettivi che sono nell’atto costituzionale, nel piano
industriale che, vi dicevo, votato nel 2012-2013 da parte di Ecoambiente e dato dal mandato dei
Sindaci, è quella di ridurre le tariffe, di migliorare l’ambiente, quindi la qualità del servizio. Ecco
che quindi arriviamo a condividere con la Regione Veneto, fino a che non avremo successioni in
atto che andava sotto l’Emilia o altre cose, ma siamo parti qua del territorio, che fissa l’Obiettivo
76, un obiettivo importante, perché l’Obiettivo 76 posto per il 2020 vuol dire meno rifiuti in
discarica, più economie, più risorse, ambiente migliore e soprattutto avvicinarci di più agli standard
europei su cui l'Italia ancora deficitaria.
Negli studi fatti in passato, altre Amministrazioni, si è sempre ragionato di quali scelte, si era
ipotizzato per esempio prendendo un paese campione, Grignano, di quale poteva essere l’impatto
del porta a porta rispetto alle campane. Abbiamo trovato che fare il porta a porta aveva dei costi
difficili, importanti, quindi un aumento dei costi non indifferenti. Quindi si doveva trovare una
soluzione diversa, perché fare l’attuale che è di circa 190.000 euro su Grignano andava con il porta
a porta a 228.000, ma con la proposta che noi facciamo attualmente si porta a 179.000-180.000 euro
con un ribasso rispetto all’attuale, quindi è questa la bontà: cerchiamo di migliorare il servizio
rendendolo più economico, oltre che raggiungere obiettivi diversi.
L’obiettivo che ci ha fissato il Sindaco è quello di dire “dobbiamo assolutamente cambiare la
cultura e la mentalità dei rodigini verso essere positivi, essere attivi in questo”, e quindi l’iniziativa,
che noi partiamo da oggi con la vostra condivisione auspicata, è quella di partire domani sul
territorio per andare insieme con voi - e questo sarebbe l’auspicio di Ecoambiente - di essere noi a
disposizione vostra per andare a portare la cittadinanza, una considerazione approfondita di quello
che possiamo fare e di quello che si può fare sul mondo dei rifiuti. La nostra struttura tecnica è in
grado di dare tutte le delucidazioni, gli stimoli necessari, soprattutto non solo parlare di ambiente,
ma parlare anche di economia gestionale, di economia familiare, di opportunità che il rifiuto ci può
dare, non solo perché sia un messaggio di Ecoambiente, ma perché Ecoambiente nell’insieme della
struttura dei mandati che ha, è quella di creare anche occupazione. Se il rifiuto diventa risorsa, il
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
rifiuto diventa anche lavoro, e quindi se è lavoro, è occupazione, se è occupazione, è economia, se è
economia, per carità sarà economia povera, però di fatto è un sistema che tutto il territorio ci può
guadagnare.
Che cosa avremo prossimamente? Avremo delle isole ecologiche, formate dalla raccolta della carta,
sperando che sia rispettata; il problema maggiore è quello dell’inquinamento che noi abbiamo
all’interno, e quindi di buttare altri materiali insieme alla carta e, attraverso soltanto un sistema di
comunicazione, possiamo arrivarci.
Avremo il vetro, plastica e lattine, che per adesso saranno insieme. Sarebbe un obiettivo strategico,
proprio per una questione anche di economia, arrivare nel prossimo futuro ad aumentare la
disponibilità di conferimento separando la plastica dal vetro, perché il vetro, essendo materiale
pregiato, può avere un valore, una un risorsa maggiore che può essere restituita alla comunità, in
cambio di un investimento piuttosto limitato.
Il cassonetto, non del secco e non riciclabile, che è quello nuovo. Come funzionerà questo?
Funzionerà con il sistema del tesserino magnetico. E poi successivamente avremo anche l’umido,
che è quello tradizionale, sul quale bisogna cercare di fare anche qua capire alla gente che conferire
l’umido è un investimento che si fa su se stessi, perché vuol dire abbassare l’umido che va nella
discarica, e quindi come tale avere altre opportunità, ma soprattutto in un piano industriale che è a
divenire, creare anche ricchezza perché in questo momento qua Ecoambiente vuole essere
propositiva nei confronti dei Sindaci, perché attualmente quella che è una passività, che si chiama
smaltimento dell’umido e del verde, deve essere una ricchezza qualora noi riusciamo a fare
produzione di alternativa attraverso progetti di finanza, e quindi ridurre, eliminare quello che è un
costo e trasformarlo in un risparmio o addirittura in un guadagno.
Il tipo di sistema che noi vogliamo dire è quello della tessera magnetica. Che cosa porta la tessera
magnetica di positivo? Il fatto che è individuabile il conferitore. Ci sono ormai, penso che poi il
Direttore potrà fare un paragone anche su quello che succede nel territorio, perché io non me le
ricordo onestamente tutte, ma credo che il secco in giro per il territorio venga raccolto ogni
settimana o 15 giorni, però quello che è importante è che il tesserino magnetico prevede il fatto che
noi possiamo rilevare quante volte uno conferisce, ed è logico che se io trovo che uno conferisce il
secco tutti i giorni o due volte alla settimana, o tre volte alla settimana, mi fa presupporre due cose:
o che è una famiglia estremamente numerosa, sulla quale andrò a verificare, perché fa una
produzione del secco che è enorme, oppure non differenzia bene. Se poi, a seguito di una
valutazione che posso fare nell’apertura del cassonetto, trovo che vi è un secco non differenziato,
posso andare anche a individuare e a localizzare chi è la persona, e quindi andare a proporre i
correttivi che sono necessari affinché ci sia un’educazione ambientale adeguata.
La distribuzione della chiavetta tra l’altro ci porta a una cosa importante. Lo vedremo
successivamente perché la chiavetta o la tessera magnetica, quello che sarà, sarà individuate per
famiglia, per nucleo, per ruolo, e quindi ci permette di incrociare una volta per tutti, tutti coloro che
sono gli utilizzatori del sistema rifiuti rodigino. Non potrà esserci la migrazione. Quello che abita a
Boara Pisani o quello che abita a San Martino, quello che abita a Costa, rispetto che a Lusia, a
Ceregnano, o Arquà, a Bosaro, che viene a Rovigo con la sportina, non potrà conferire sui nostri
cassonetti. Quindi bene o male dovrà esserci anche un sistema che ci porterà, indubbiamente
sicuramente qualche problema iniziale lo avremo, l’abbiamo preventivato e su questo noi ci
attiveremo per avere un servizio di gestione del territorio più puntuale, in maniera tale da fare
prevenzione oppure quanto meno cura, ma sicuramente per essere più presenti sul territorio e per
fare più educazione.
Sono progetti che già esistono in giro, perché non abbiamo inventato nulla se non valutato già
progetti positivamente ricoperti in altre parti del territorio anche veneto, che hanno dato ottimi
risultato.
Che cosa avremo? Attualmente abbiamo qualcosa come 1.200 cassonetti distribuiti nel territorio, di
cui abbiamo 860 cassonetti grigi, 402 coppie di cassonetti carta, vetro, plastica e così via. Il ché fa
dire che non c'è omogeneità di distribuzione nel territorio, ma abbiamo un sistema diciamo misto,
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Comune di Rovigo
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abbiamo zone in cui abbiamo solo il cassonetto grigio, abbiamo zone in cui abbiamo tutti e tre i
cassonetti, abbiamo zone in cui abbiamo solo i cassonetti della plastica e del riciclo; il ché comporta
a non stimolare l’utente alla separazione, ma magari gli chiariamo anche l’opportunità di dire
“Smaltisco ma qua perché sono un po’ pigro, perché sono stanco, perché non ho voglia di fare
strada, perché piove e quindi c'è da fare della strada”.
Invece la proposta che ha fatto l’Amministrazione Comunale è quella di dire “Ci saranno 600 isole
ecologiche distribuite sul territorio”, ma saranno 600 isole ecologiche complete, in maniera tale che
il cittadino abbia di fronte a sé tutte le scelte, quindi la facilità di conferire, magari avrà un piccolo
disagio di qualche decina di metri in più o in meno per raggiungere l’isola ecologica, ma avrà
davanti a sé l’opportunità di separare al meglio, e quindi siamo convinti che questo, insieme a
un’attività di gestione sul territorio che faremo, ci porterà sicuramente a migliorare.
Oltre al fatto che per quanto riguarda l’Amministrazione Comunale in questo sistema avremo due
possibilità: il primo di risparmiare sostanzialmente sul servizio, l’abbiamo quantificato su base
annua a circa 700.000 euro, perché logicamente aumentando la differenziata, diminuisco il costo di
discarica, aumento le entrate, la frequenta della raccolta del secco, quindi ci sono una serie di
razionalizzazione dei costi, oltre che a dei guadagni che potranno essere in aumento, ma anche
finalmente l’eliminazione di quello che può essere un certo sommerso che è un po’ diciamo il male
del sistema, che riguarda una lotta continua che le Amministrazioni sono chiamate a fare sulle
evasioni e le elusioni dei tributi. Infatti dagli incroci che abbiamo fatto all’interno del sistema,
abbiamo trovato che praticamente mancano all’appello qualche migliaio di residenti rispetto
all’ufficio anagrafe e rispetto all’ufficio tributi, che potrà dare la possibilità all’Amministrazione di
intraprendere positive azioni di recupero di risorse e quindi come tale di fare in questo caso
economia e di fare anche giustizia di equità sociale oltre che tributaria.
Io credo che sia indispensabile per quanto riguarda entrare nel tema più pregnante e più puntuale il
Direttore, al quale lascio la parola. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Presidente. Come avevo anticipato, già ha fatto girare il Direttore alcune delle slide, però do
a lui la parola per integrare soprattutto dal punto di vista tecnico sui contenuti di questo progetto,
che comunque ha già abbondantemente introdotto il Presidente. Prego Ingegner Romanello.
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Mi focalizzo su due o tre cose tecniche, poi magari, siccome avete avuto tutti la presentazione,
abbiamo fatto volutamente un documento che sia poco mattonoso e quindi sintetico, per cercare di
dare gli elementi più interessanti, però magari se avete qualche curiosità.
Dico due cose sul fatto che questo tipo di, chiamiamoli cassonetti intelligenti, ormai sono
abbastanza diffusi. Noi abbiamo fatto in questi mesi tutto un lavoro anche di screening per capire
dove li hanno usati e cosa è disponibile. Per esempio questo che abbiamo messo in questo
documento è solo uno dei tipi. Noi andremo a fare, se l’Amministrazione Comunale vorrà,
ovviamente una gara d’appalto per selezionare le caratteristiche tecniche ed economiche ottimali.
Abbiamo visto, ve l’abbiamo anche messo, ci sono varie ditte che sono comunemente utilizzate in
Italia e sono queste cinque, e quindi gente che ha già anche referenza di più di qualche anno su
questo tipo di sistemi. Siamo andati anche a vedere dove lo hanno utilizzato, possono essere
interessanti per noi due esperienze venete, quindi nel nostro stesso contesto socio culturale diciamo
così: a Belluno è più di qualche anno che sono stati inseriti questo tipo di contenitori e la raccolta
differenziata ha raggiunto il 79%, quindi un dato sicuramente molto interessante, sicuramente molto
superiore a quella che è oggi la raccolta differenziata che viene raggiunta nei Comuni porta a porta.
Nei Comuni porta a porta, Ecoambiente è nata che la raccolta differenziata era circa il 65%,
l’abbiamo tirata su al 68, però dal 68 al 79 ce ne è di strada, e questo viene raggiunto con un sistema
invece di tipo stradale.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
Venezia terra ferma, detta anche comunemente Mestre, aveva una raccolta differenziata molto bassa
e con questo tipo di sistema sono al 68 oggi ma stanno crescendo ulteriormente.
E’ un modello quindi che va a privilegiare un certo tipo di scelta che sia anche a favor del lavoro,
ricordiamocelo i lavoratori non devono tirare su i pesi, lo fanno i mezzi; è un sistema che va a
lavorare anche sulla possibilità nel futuro, una volta a regime, di introdurre la tariffa puntuale; di
tariffa puntuale si sente parlare spesso, è un obiettivo che aveva messo ahimè nel 98 ancora il
Ministro Ronchi quando ha fatto la sua grande modifica, però poi da allora ha trovato delle
difficoltà ad essere attuata. Solo in alcuni territori viene fatta la raccolta puntuale. Con questo
sistema sarà possibile arrivarci, ovviamente è una scelta di tipo politico, però la premessa tecnica
c’è. Dove lo hanno implementato, c'è stato un bel fenomeno, cioè la condivisione forte della
cittadinanza che, più che venire sanzionata se si comporta male, come diceva il Presidente si può
vedere quando uno ha conferito, ma più che altro si capisce che il sistema è sottocontrollo e quindi,
quando la gente percepisce che il sistema è sottocontrollo, diventano più spontanei dei
comportamenti positivi e corretti, mentre quando il sistema non è sottocontrollo, magari qualcuno
passa all’incrocio, dice “Vedo che c'è il vigile all’incrocio, allora aspetta che rispetto meglio gli
stop”. E’ una cosa abbastanza chiara.
Il sistema a tesserina è un sistema molto leggero, in maniera tale che non sia appesantito, non ci
sono codici da dover ricordare o pin. Basta avvicinare il tesserino, e da questo punto di vista viene
abilitata l’apertura della portella.
Il sistema non è sofisticato da pesare quant’è il sacchetto, perché se no diventerebbe una bilancia da
farmacista; è un sistema invece che va ad abilitare un conferimento di un certo volume massimo,
quindi va per volume e dice “Tu mi apri, ci metti dentro il sacchetto e lo chiudi. Se però per caso
non metti dentro niente e lo chiudi, lui conta sempre un vuotamento”. Questa è la semplificazione
per rendere molto efficace il sistema e anche per evitare delle devianze che in alcuni casi ci sono
state, dove hanno messo la pesatura, soprattutto anni addietro: se veniva dato un premio perché
veniva raccolto tanto rifiuto, c'era la gente che ci metteva il rifiuto bagnato per far pesare di più, o
cose di questo tipo. Qui invece si fa una cosa molto tranquilla: ogni sacchetto ha una sua
volumetria, la volumetria è variabile dai sistemi, tra 35 e 45 litri, e quindi è il sacchetto che c'è nel
sottolavello del secco.
E’ dimensionato per un raccolta del secco che sia molto limitata. Il secco, come diceva prima il
Presidente, di fatto è molto poco se uno non ci mette dentro delle cose diverse . Ci sono delle
difficoltà che derivano un pochino dall’approccio culturale, qualcuno che pensa di fare bene e
magari si sbaglia perché non ha informazione, ma tante volte siamo presi un po’ dalla fretta.
Dovremo lavorare su questo per convincere tutti i cittadini.
Dico due cose su quello che è il lavoro che è stato fatto. Ringrazio i collaboratori, abbiamo
costituito un gruppo di lavoro quando il Sindaco ha dato l’imput a scegliere a livello progettuale,
perché voleva chiudere per i tempi di approvazione anche del piano finanziario, quindi è stato già
fatto tutto uno screening piazzola per piazzola per vedere quale poteva essere l’impatto ottimale
sulla città, nei quartieri, nelle frazioni e in centro storico. Ovviamente tutto ciò non lo possiamo
decidere autonomamente noi. Se ci sarà il via libera del Consiglio Comunale, partiranno dei gruppi
di lavoro, sia con il Comando di Polizia locale, sia con i lavori pubblici. Quindi noi non abbiamo la
potestà di decidere, ma volevamo fare un progetto che non fosse esecutivo ma che fosse già misto
tra preliminare e definitivo, per poter fare delle proposte concrete, e quindi abbiamo elaborato anche
frazione per frazione, quartiere per quartiere, in base alle utenze domestiche, quante sono le isole
che andremo a posizionare, ed è venuto fuori un rapporto abbastanza interessante di circa 40 utenze
per ogni contenitore, 40 utenze domestiche.
Dovremmo lavorare sicuramente anche molto per quanto riguarda le utenze non domestiche,
continuando a spingere l’approccio portato avanti in questi anni, che è quello di fare dei servizi
personalizzati per le utenze, soprattutto quelle grosse, ovviamente la tabaccheria potrebbe avere
poca necessità di avere delle filiere di raccolta presso di sé.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
40 famiglie, non persone, utenze.
Come diceva il Presidente, il risparmio strutturale sarebbe di circa 700.000 euro che sono così
composti: ci sarebbero minori costi di raccolta per circa 150.000 euro rispetto all’attuale, perché
andiamo a semplificare un attimo la collocazione dei contenitori, però dobbiamo spendere dei soldi
di investimento che sono circa 150.000 euro l’anno, quindi questa partita andrebbe a neutralizzarsi.
Tutto il vantaggio ce l’abbiamo ambientalmente perché raccogliamo meno secco, ed
economicamente perché smaltiamo meno secco che, come avete capito, costa parecchio. Potrebbe
avere degli effetti collaterali sulla tenuta dei discorsi che si facevano nel punto precedente, perché
ovviamente questo sistema prevede a regime di voler raggiungere l’obiettivo del 76% che ci dà la
Regione, e porterebbe quindi a dimezzare la quantità di secco che oggi il Comune di Rovigo sta
producendo. La quantità di secco è più di 12.000 tonnellate. Noi andremmo ad avere un tendenziale
di produzione che è inferiore alle 6.000 tonnellate l’anno, quindi andrebbe a dimezzarsi la quantità
di secco.
Questo sarebbe comunque un obiettivo da perseguire, a prescindere da questo sistema, cioè è uno
dei vincoli che ci pone la Regione, un obiettivo da raggiungere entro il 2020. Non manca molto
tempo, è meglio non pensarci nel 2019 sperando in una proroga. E’ meglio attivarsi perché è una
cosa virtuosa a prescindere.
Da questo punto di vista dobbiamo fare tante cose, quindi i tempi del progetto mi paiono forse
interessanti. Se venisse dato il via libera a questo progetto, noi dobbiamo muoverci innanzitutto per
la gara d’appalto per definire il prodotto e poi per avere i tempi di fornitura, definendo nel frattempo
con la Polizia locale le posizioni delle isole, con i lavori pubblici eventuali infrastrutturazioni. Come
sapete, in giro per Rovigo ci sono dei cassonetti che sono sull’erba ancora, nei cigli. Sarebbe venuto
il momento, ora passata voglio dire, di spendere due lire a fare una pavimentazione più decorosa.
Dopodiché dobbiamo andare a posizionare i cassonetti, ridislocare un po’ le isole, ma soprattutto far
partire una grande campagna informativa. Non possiamo attendere l’autunno. Dobbiamo partire a
maggio se vogliamo creare il clima giusto, l’informazione giusta, la condivisione.
L’esperienza, ne parlavo prima con l’ex Assessore Romeo, con cui ho lavorato per tanti anni, è un
elemento fondamentale. E’ fondamentale un po’ sempre, però mentre i sistemi porta a porta hanno
anche un grado di cogenza tale per cui uno è obbligato, mi passano quel giorno lì, io gli metto fuori
la roba o niente, con i cassonetti c'è bisogno di un po’ più di condivisione con la gente, e questo
percorso, quando è stato fatto, ha dato dei risultati positivi. Quindi io confido. Bisognerà fare serate
informative nelle frazioni e nei quartieri, sensibilizzazione nelle scuole, coinvolgimento anche con
il mondo associativo, ambientalista o anche non ambientalista, perché poi ci sono tantissime realtà a
Rovigo che sono sensibili su questo. Bisogna lavorare con del materiale illustrativo, e bisogna
creare anche degli eventi pubblici per far capire a tutti che su questa cosa, non voglio dire
l’Amministrazione, voglio dire l’intero Comune, la macchina comunale, e quindi per questo mi
sembra molto positivo che ci sia il Consiglio Comunale che si debba esprimere, non è una cosa
tecnica, è un qualcosa di più.
Io mi fermo, grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Ingegner Romanello. Ovviamente l’Ingegner Romanello, come il Presidente, sono a
disposizione per rispondere a quesiti. Poi ristabiliamo anche la luce, un attimo alla volta. Abbiamo
solo il signor Tumeo che deve fare tutto.
Chiedo da subito ce se ci sono richieste di intervento. Il primo è Borgato, poi Bonvento, Mella e poi
non so. Credo che sia utile un passaggio, ne chiedevo conferma al Presidente Paulon, quando diceva
di questa attività, che tra l’altro ho avuto modo di scambiare qualche battuta qualche settimana fa
con l’Ingegner Romanello ricordando l’esperienza del 2004 quando con lui, con alcuni componenti
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
della Giunta, con l’Ingegner Cavallaro, e con alcuni Assessori, ci siamo fatti praticamente tutte le
frazioni parlando della raccolta porta a porta, del verde e quant’altro.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
No no, c'era anche lei in Giunta nel 2004.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
No no, c’ero. Io mi ricordo benissimo di parecchie Assemblee, Consigliera Romeo.
Dicevo che il senso di quello che diceva Paulon, quando diceva “Spero che ci sia la disponibilità”,
ovviamente è un invito rivolto a tutti noi, quindi non solo componenti di Giunta, eccetera, ma
Consiglieri comunali, al di là dei ruoli e degli schieramenti, ma è un invito. Ho chiesto
l’interpretazione autentica di quello che diceva, quindi è un appello rivolto a tutti i Consiglieri
comunali, chiunque voglia partecipare, soprattutto nelle frazioni, e organizzare. Quindi un
coinvolgimento, questo lo dico anche in qualità di Presidente del Consiglio Comunale, mi fa piacere
questa disponibilità nei confronti di tutti i Consiglieri, perché siamo tutti amministratori del
Comune di Rovigo, al di là dopo delle collocazioni e dei ruoli.
Comunque, fatta questa precisazione, iniziamo con gli interventi, con il Consigliere Borgato, prego.
BORGATO ANDREA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. Quando si parla di rifiuti, credo che sia un argomento che, si
accennava prima, non ha colore politico perché ovviamente è qualcosa che tocca tutti e riguarda
soprattutto anche le nostre famiglie.
L’illustrazione che ha fatto il Presidente, e poi le altre precisazioni che ha fornito il Direttore
Romanello, credo che abbia bisogno di qualche altra integrazione, interessante credo anche per tutti
e per tutta l’Assemblea. Si è accennato ad un calo della raccolta differenziata negli ultimi anni.
Sarebbe interessante capire le motivazioni di questo calo, e non credo che siano soltanto
motivazioni legate alla migrazione dei rifiuti. Quindi se avete qualche informazione in più, sarebbe
utile magari che la poteste anche fornire ai Consiglieri oggi, perché è significativo che negli ultimi
tre anni la cosa si sia invertita.
Sulle migrazioni, credo che in questi anni sia mancato, da parte di chi ha governato in questi ultimi
anni, anche la questione che riguarda la sorveglianza. Ve lo dice chi al mattino parte presto e torna
tardi, e vi assicuro che nei cassonetti, soprattutto della zona industriale, ci sono conferimenti al
mattino che andrebbero controllati: ci sono furgoni che arrivano e che scaricano in zona industriale,
di tutto e di più. Non ho mai visto nessuno che faccia controlli da parte o di Ecoambiente o di chi è
preposto, non so se la Polizia Municipale in questo senso.
Quindi credo che anche il problema delle migrazioni vada preso sul serio già in questa fase, e non
vada soltanto denunciato il fatto che c'è qualcuno che ce lo porta dal di fuori il rifiuto. Sono tanti, e
gli orari vi assicuro che sono quelli. Se potete fare un controllo, magari in qualche occasione li
troverete che scaricano di tutto e di più.
Poi sarebbe interessante capire la qualità del differenziato che noi conferiamo poi, nel senso che
riusciamo a fare. Effettivamente la carta che viene raccolta, la plastica che viene raccolta, il vetro e i
metalli, vengono poi effettivamente riciclati o vanno a finire anch’essi comunque in discarica,
perché non sono tra virgolette “trattati” in modo adeguato? Perché anche questo è un problema. Per
carità va benissimo educare la gente che deve imparare a separare, ma bisogna anche educarli sul
modo con cui fare la separazione e se è materiale che va eventualmente pretrattato prima di essere
conferito nel cassonetto.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
Per quanto riguarda invece la proposta che fate oggi di questo nuovo sistema di raccolta, io chiedo
anche un’altra cosa. Avete fatto un’analisi per quanto riguarda il porta a porta sulla frazione di
Grignano. Ovviamente la differenza tra quello che costa attualmente e quello che costerebbe il porta
a porta è sicuramente importante. Sarebbe utile anche per i Consiglieri credo, perché io sono
curioso, sapere quali sono i criteri che avete adottato nel determinare il costo del porta a porta qui a
Rovigo, per capire perché ci sia questa differenza così rilevante.
Invece rispetto alla proposta che fate oggi di questi nuovi cassonetti intelligenti, se da un lato è
apprezzabile, dall’altro mi convincono un po’ poco, lo accennavo prima al Direttore, perché quanto
viene conferito nel cassonetto intelligente, così chiamiamolo, di rifiuto secco, chi è che va a
controllare, sono 40 famiglie o 30 famiglie che conferiscono in quel cassonetto, la qualità di quello
secco? Sto pensando a mia mamma che ha quasi 80 anni, molto spesso mette insieme la plastica con
l’umido. Ci sono tante volte io che gliela correggo la questione, quindi sto pensando soprattutto a
una certa fasce di persone anziane. Ma chi è che andrà a controllare? Come si farà a verificare la
qualità di quel secco che viene conferito? Perché rischiamo di essere più o meno nella stessa
situazione di adesso: magari riduciamo la migrazione del rifiuto dall’esterno, ma la qualità di quello
che conferiamo normalmente rischia di avere la stessa problematica.
Mi avvio verso la conclusione. E’ interessante poi capire, se ce lo riuscite a dare già oggi oppure in
un secondo momento, abbiamo capito che c'è un costo ovviamente per questa operazione che non è
irrilevante, sono 1.100.000 euro per questi nuovi acquisti che farete di cassonetti, che dovreste fare
di cassonetti. Questa mi pare di capire che sia un’operazione che non ha un impatto sulla tariffa,
almeno in questa fase; è un investimento che fa Ecoambiente, che non ricadrà sui cittadini, magari
dopo me lo spiegherete, perché si raccoglie molto di più, si paga meno, risparmiamo 700.000 euro
all’anno. Quindi dovremmo di fatto fare una patta in sostanza. Ma dopo eventualmente
aggiungerete se effettivamente questo investimento va a carico del cittadino oppure no.
Poi c'è un altro aspetto, perché da quello che ho capito, anche rispetto alla collocazione delle nuove
isole, dove posizionerete queste nuove forme di raccolta, ci sarà bisogno di anche di fare delle
infrastrutturazioni perché non sono adeguati in diverse zone della città dove andrete a collocare tutta
questa serie di cassonetti, c'è bisogno di fare qualche lavoretto tra virgolette. Questo vuol dire che
ricade nell’Amministrazione Comunale il costo...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BORGATO ANDREA – Consigliere Partito Democratico:
No, neanche questo, quindi bisognerà capire i costi di infrastrutturazione a chi vengono posti a
carico e chi ne risponderà, tra virgolette.
Poi quando usiamo, e lo sappiamo tutti, in casa ne abbiamo migliaia di apparecchi elettrici,
elettronici e quant’altro, sappiamo quanta manutenzione hanno bisogno, perché anche il discorso di
chi usa le famose tesserine, prima o poi o si smagnetizza o comunque si crea qualche problema al
cassonetto. Anche qua, nel costo che avete ipotizzato, è prevista anche una sorta di canone di
manutenzione oppure no? Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Borgato. Credo sia utile...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Subito? Come vuole. Risponde subito il Direttore. Prego Ingegner Romanello.
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Le informazioni tecniche le do, poi se il Presidente vuole aggiungere qualcosa, perché è un po’
ampio il livello di domande.
Provo a dare delle risposte secche sull’attuale, e poi sul progetto. L'occasione è gradita per dire che
noi la raccolta differenziata la facciamo veramente; la leggenda metropolitana che la gente raccolga
la carta, la mette nel cassonetto, e poi dal cassonetto andiamo in discarica, a parte che non stiamo
andando in discarica, stiamo andando in termovalorizzatore, non è realistica.
Invito, chi volesse, a seguire (come ha fatto mi pare due anni fa una giornalista di un quotidiano
locale) il camion che svuota il cassonetto della carta, per vedere, e ci ha seguito fino in cartiera, a
Cavanella Po. Voi sapete che Cartiere del Polesine ha due impianti, quello più nuovo è a Cavanella
Po, perché quell’altro invece è quella vecchia. Noi portiamo lì tutta la carta del Polesine, tutto il
cartone e tutta la carta.
Lo facciamo perché è una piattaforma COMIECO, il Consorzio Nazionale degli Imballaggi ha
identificato quella come piattaforma. Noi siamo fortunati, abbiamo una piattaforma nel nostro
territorio provinciale, quindi abbiamo anche costi di trasporto abbastanza bassi. Lì, quando
arriviamo, ci pesano, perché poi ci devono dare dei soldi. Quindi il fatto che ci diano dei soldi per
della roba che si comprano mi pare una testimonianza sufficientemente veritiera che gliela abbiamo
data questa carta, non sono una Onlus che ci darebbero dei soldi se non gli portassimo della carta
buona, e quindi noi abbiamo dei ricavi, dei ricavi abbastanza elevati sulla filiera della carta a livello
provinciale, tiriamo su 900.000 euro l'anno.
Tutti questi dati poi sono pubblici nel nostro sito, nel bilancio di sostenibilità.
E poi dopo, invece, nel piano finanziario di ogni Comune (mi pare che sia calendarizzato nel
prossimo Consiglio Comunale del 30 o del 31), tra gli allegati ci sono anche tutti i dati di ricavo per
ogni singola cosa rispetto alle quantità dell’anno precedente, cioè del 2015. La nostro sfera di
cristallo presuppone che l'anno 2016 vada come il 2015, poi a fine anno si fa il conguaglio: se le
tonnellate di carta sono state un po’ di più si va a conguaglio e si dà un ritorno positivo al Comune,
Non Rovigo, tutti i 50 Comuni; se invece hanno raccolto per caso un po’ di meno dell’anno prima,
c'è un conguaglio negativo, perché la contabilità viene fatta su dati precisi degli impianti, validati
peraltro dalla Regione Veneto, che fa i suoi controlli.
Lo dico perché è importante che la gente sappia che noi la facciamo, e la facciamo per bene. Forse è
per questo che non siamo a livelli del 99%, quelle sono delle cose da percentuale bulgara, che
lasciavano un po’ a desiderare pensare che tutti il 99% dei bulgari andassero a votare. Da noi è al
60%, e cala anche, perché non sono numeri taroccati, sono numero veri.
La qualità. Anche su questo noi abbiamo una situazione dove nel secco c'è molta roba buona,
l’abbiamo visto prima, ma invece nella differenziata non c'è tanta roba cattiva, cioè chi la fa tutto
sommato la fa bene, ha capito abbastanza.
Le analisi merceologiche che ci fanno agli impianti quando ricevono attestano che siamo sempre
rimasti a Rovigo, come anche nei Comuni porta a porta, all’interno dei parametri di penalizzazione.
Questo vuol dire che tutto sommato possiamo essere abbastanza soddisfatti; potrebbe essere ancora
migliore, ovviamente, però non siamo in una situazione in cui viene respinto il carico perché c'è
troppa impurità. Siamo anche abbastanza messi bene, soprattutto sulla carta, che è più buona della
plastica, per quanto riguarda proprio la qualità intrinseca.
Quello che non funziona è il secco. Vuol dire che chi fa la raccolta differenziata della carta la fa
bene; chi non la fa, non la fa, e la mette tutta nel secco.
Noi adesso ci dobbiamo rivolgere a questa percentuale di cittadini, che può spostare di molto il
conto complessivo della faccenda.
Questa è un’informazione.
La seconda. Non è che noi non facciamo controlli sui conferimenti, perché poi non occorre andare
la mattina a vedere chi scarica, ogni tanto li vediamo anche la mattina, noi siamo fuori dalle 5,30,
quindi li vediamo, e anche la sera fino a tardi. Vediamo anche il risultato quando lo raccogliamo, e
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si vede benissimo che non sono rifiuti di utenze domestiche, ma sono rifiuti di utenze non
domestiche.
Qui c'è un fenomeno, che è anche legato a delle altre questioni: il fenomeno dei lavori in nero
portano sì che ci siano degli artigiani che non possono avere una loro filiera di smaltimento, perché
non esistono, e sto parlando non solo di Rovigo, quindi poi hanno la necessità di andare da qualche
parte a smaltire, perché non possono avere il servizio nella loro azienda, alcune volte non c'è
neanche l’azienda; oppure hanno dei regimi fiscali per i quali hanno paura di essere controllati,
perché questo testimonierebbe un volume di fatturato che magari non si evince da altri documenti
contabili. Ecco che allora c'è un po’ di questo fenomeno.
Questo sistema qui, andando ad intercettare questa necessità di conferire nei cassonetti, rende più
evidente se uno vuole conferire in maniera scorretta, perché non potrà più metterlo nel cassonetto,
dovrà metterlo fuori del cassonetto, dovrà abbandonarlo per strada? Dove sono stati implementati
questi sistemi si è visto che è stata un’efficace azione anche di contrasto al conferimento illegale dei
rifiuti, così come, dovendo distribuire i tesserini ai cittadini, sono venuti fuori spontaneamente tutta
una serie di persone che hanno detto: “Ah, caspita, a me non arrivava la bolletta, però tutto
sommato mi rendo conto, e allora adesso che devo prendere il tesserino mi regolarizzo”.
Per quanto riguarda i costi del progetto, quando facciamo la progettazione dei servizi, e su questo
Ecoambiente ha anche le certificazioni, ad esempio la 9000, sulla qualità del servizio abbiamo la
progettazione che segue gli standard internazionali, andiamo a fare le simulazioni in base alla
densità abitativa, alla collocazione delle utenze e al tempo che è necessario per fare la raccolta porta
a porta, piuttosto che quella a cassonetti, e riusciamo a fare della progettazione, che è abbastanza
buona, su tutti i Comuni che serviamo.
A luglio abbiamo cominciato a lavorare su una frazione pilota, abbiamo scelto quella di Grignano,
perché forse sufficientemente distante da altre frazioni per essere facilmente enucleabile, ed
abbiamo rilevato esattamente quanti erano i costi del servizio attuale, solo di raccolta, quindi senza
lo smaltimento di rifiuti che potevano essere raccolti presso l’ecocentro, oppure di quelli raccolti a
domicilio come gli ingombranti, proprio la raccolta quella da isole: secco, carta, plastica e umido.
Abbiamo fatto la ricognizione di cosa veniva a costare la raccolta, e poi quali erano i ricavi di
quello che guadagnavamo con la differenziata e quanto erano i costi invece di smaltimento del
secco e dell’umido.
Poi abbiamo fatto la stessa comparazione nell’ipotesi di passaggio porta a porta, ed abbiamo visto
che il costo di raccolta aumentava non del 20, del 40, ma poi c'era un miglioramento ovviamente
dato da minor quantità di secco, che è attesa nel caso di passaggio porta a porta, e un po’ di aumento
nella raccolta differenziata, quindi maggiori ricavi. Alla fine è venuto fuori quel numero lì, dello
studio vi abbiamo messo solo i risultati, un più 20%. Questo più 20% ha dato un po’ un significato
alle scelte dell'Amministrazione, che cerca di raggiungere l’obiettivo di migliorare la performance
ambientale, senza peggiorare quella economica a carico dei cittadini.
Mentre il sistema che vi abbiamo presentato è famoso per essere definito a calotta. Calotta perché è
qualcosa che viene aggiunto al coperchio del cassonetto. Il sistema a calotta, mediamente, rispetto a
quelli che sono i parametri degli altri territori che abbiamo analizzato, portava ad un risultato che
era ridotto del 6% su Grignano. Poi, se guardate, in questo momento siamo saliti quasi al 9%
facendo tutta la città, perché ovviamente si mettono in pista delle economie di scala e delle sinergie,
che hanno anche migliorato questo risultato. Però già quel meno 6% aveva portato
l'Amministrazione Comunale a dirci “lavorateci sopra ancora un po’”.
Nei numeri che sono stati allegati, e che poi sono anche quelli che fanno parte del corredo
dell’ipotesi finanziaria del piano, sono considerati gli investimenti, che hanno un ammortamento
decennale, e quindi i cassonetti che andremo a comprare nuovi avranno una durata di 10 anni;
l'investimento quindi viene spalmato su 10 anni, quindi i cittadini se lo pagano tutto, ma non se lo
pagano tutto in un anno solo, ovviamente. Come tutti gli investimenti che facciamo, siano camion,
siano impianti, siano cassonetti, anche i contenitori del porta a porta quando vengono consegnati ai
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cittadini vanno in ammortamento, in maniera tale che siano spalmati su un numero di anni utile a far
diventare stabile il costo del servizio di raccolta, più la quota di ammortamento.
Da questo punto di vista, quindi, è indicato che noi ipotizziamo circa 150.000 euro l'anno di quota
di ammortamento per dieci anni, 150.000 euro l'anno di minori costi proprio del giro dei camion e
di costi del servizio di raccolta; tutto il grosso sarà, appunto, quello che risparmiamo di smaltimento
del secco, e guadagniamo invece di valorizzazione della raccolta differenziata.
Sul tema della valorizzazione della raccolta differenziato diceva il Presidente, che abbiamo scritto,
pensiamo di fare un primo passaggio, che è quello di mantenere vetro, plastica e lattine insieme,
perché mettere un ulteriore contenitore in questo momento voleva dire fare un certo tipo di lavoro
anche sulla città, che ci diventava un po’ difficile.
Stiamo cercando di vedere di ristrutturare le nostre filiere, perché in questo momento vetro, plastica
e lattine vengono portate a Mestre, dove vengono selezionate. Cerchiamo di raggiungere l’obiettivo
di avere delle filiere che diano più valorizzazione, tenendo il vetro separato dalla plastica, e poi
magari proveremo a mettere anche l’ulteriore cassonetto, sempre perché l’obiettivo deve essere
quello di avere maggior raccolta differenziata, maggiore riciclo, ed anche un ritorno economico. Il
ritorno economico non potrà mai portare a non pagare più la bolletta, questo è un obiettivo
irraggiungibile, però pensare che in questo momento noi stiamo guadagnando troppo poco è
sicuramente vero; vorrei dire che invece stiamo spendendo troppo, e questo è veramente molto vero,
perché abbiamo troppo secco nel Comune di Rovigo, poi quando si fanno le statistiche si sbaglia a
dividerlo per il numero di abitanti, perché quando io prendo tutto il secco che raccolgo e lo divido
per 52.000 abitanti sembra che a Rovigo gli abitanti producano il doppio del secco di quelli di
Pontecchio. In realtà non solo a Rovigo ci sono dei servizi che producono dei rifiuti, pensiamo
all’ospedale, alla Provincia, alla Prefettura, Tribunale, abbiamo dei servizi da capoluogo di
Provincia, ma poi abbiamo anche l'immigrazione, quella che viene dentro, quindi alla fine i
parametri sballano. Noi dobbiamo cercare di lavorare su tutti questi fronti, e quindi andare a dare un
servizio più preciso e puntuale ai cittadini con il tesserino, alle grandi utenze con dei contenitori
dedicati a loro serve anche a fare ordine, e ritornare un po’ di più sullo spirito che ci aveva dettato la
normativa italiana ai tempi del Decreto Ronchi, che era quello di cercare di tendere ad una tariffa
puntuale, secondo il principio comunitario che ognuno deve pagare per quello che inquina.
La raccolta differenziata è calata negli ultimi tre anni. Ci possono essere due o tre concause,
sicuramente secondo me un po’ tutte e tre quelle che vi dico adesso. Una è oggettiva. Noi abbiamo
avuto da due anni e mezzo a questa parte la cessazione di un rapporto contrattuale con una ditta che
storicamente raccoglieva il cartone su Rovigo; raccoglieva il cartone su Rovigo per ASM. Questa
ditta ha avuto il recesso da parte di COMIECO, che gli ha tolto la qualifica di piattaforma, e quindi
noi abbiamo dovuto riconvertirci. Questa ditta non ha chiuso, ha cominciato a lavorare su libero
mercato, e quindi in concorrenza rispetto all’operatore pubblico, perché è legittimo che ci sia la
raccolta cartoni presso le utenze non domestiche, negozi, supermercati, che se vogliono possono
dare a privati il cartone; lo devono fare in dei modi precisati dalla normativa, ma lo possono fare.
Noi abbiamo avuto più che il dimezzamento della quantità di cartone che stiamo raccogliendo oggi
rispetto a tre anni fa, e siccome le tonnellate erano parecchie, una parte proprio numerica, secca, si
vede. E’ cartone che noi non intercettiamo più. Siccome il cartone poi fra l'altro dava anche dei
soldi, questa è stata anche una difficoltà economica.
Il secondo motivo è sicuramente legato al fatto che abbiamo mollato sulla comunicazione. La
comunicazione da parte di Ecoambiente non è stata il nostro forte nella condivisione con i cittadini.
E’ stata il nostro forte su altri fronti, mi sa che siamo stati sul giornale quasi tutti i giorni, e io
quando la mattina vedo che sulla rassegna stampa non ci siamo mi domando come mai non ci
siamo, “è un giorno strano che non c'è un titolo!”. E’ che erano tutti titolacci, ed io dico “se la
cittadinanza deve condividere un processo e legge sul giornale che c'è della confusione, che si
disamori delle tematiche di raccolta differenziata mi sembra il minimo”.
Cosa si può fare per controbilanciar questo? Non lo so. Noi siamo qui a proporvi un percorso
tecnico; per fare il percorso tecnico bisogna andare in piazza e spiegare ai cittadini che vale la pena
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di farla questa differenziata, però, ve lo dico subito, se contemporaneamente sui giornali si leggerà
che siamo tutti dei pazzi, la gente non capirà questi due messaggi controproducenti l’uno contro
l'altro, e su questo servirebbe un po’ più di condivisione, al di là delle libere opinioni, perché poi mi
sembra che molto spesso stiamo parlando di cose molto tecniche, in cui magari quelli che parlano
ogni tanto straparlano, quando invece sarebbe molto interessante che facessero delle domande,
invece che delle affermazioni. Io dico che non ne so ancora tanto da poter dare risposta sempre su
tutto, mentre vedo che qualcun altro risponde sempre su tutto!
La terza questione è che abbiamo fatto un lavoro sul porta a porta nel resto della Provincia, e nel
resto della Provincia, tra cui anche la cintura intorno a Rovigo, abbiamo spinto per aumentare la
raccolta differenziata. Abbiamo fatto una rimodulazione, per esempio, della raccolta del secco, che
ha portato su la percentuale di raccolta differenziata, come vi dicevo, dal 65, che era molto bassa
per essere porta a porta, perché a Rovigo con i cassonetti eravamo arrivati al 62, quindi sembrava
non valerne neanche la pena, invece abbiamo cominciato a mettere un po’ a posto una serie di cose.
Ovviamente abbiamo notato che è aumentato il fenomeno della migrazione, perché quando tu
cominci a mettere delle regole più precise, e il porta a porta, se uno ti mette il sacchetto con dentro...
glielo lasci lì. Lui il giorno dopo non è che la fa meglio, dice “beh, di là dalla strada ho in cassonetti
di Rovigo, quasi quasi faccio due passi”. Quindi la prima cintura ha avuto un incremento dei
conferimento abusivi.
Io mi ricordo, perché ormai sono dieci anni che qua ci lavoro, che avevamo fatto tempo addietro
anche dei lavori di vigilanza con delle telecamere; anche su quello molte sono le soluzioni che si
possono voler attuare. Io dico che, invece di andare a filmare chi viene, bisogna cercare di rendergli
la vita difficile, anche con una condivisione dei cittadini, perché se tutti siamo convinti che a
Rovigo non si deve venire a portare i rifiuti, poi le cose secondo me possono migliorare, come sono
migliorate negli altri posti, senza dover mettere sistemi di Polizia particolarmente sofisticati. Un di
controllo però serve, e un po’ di sistema sanzionatorio sarebbe opportuno.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Direttore. Bonvento, prego.
BONVENTO MARCO – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Grazie e buon giorno a tutti. Complimenti per l’esposizione, molto chiara.
Per quello che ci riguarda, ovviamente noi siamo particolarmente favorevoli al discorso
tecnologico. E’ chiaro che la tecnologia di oggi è diversa dalla tecnologia che c'era dieci anni fa, o
cinque anni fa quando sono stati pensati questi sistemi, quindi approfittare di quello che la
tecnologia ci permette di fare, per migliorare sia dal punto di vista economico che dal punto di vista
ambientale la nostra raccolta del rifiuto, ci vede sempre e comunque favorevoli.
Ora vorrei fare alcune considerazioni su quanto esposto, che mi sembrano particolarmente
pregnanti.
Io inizio sempre dai conti, per deformazione professionale, anche se non sono un esperto di bilanci
o di finanza. Vedo in questo piano che è stato presentato che ha un ritorno, sostanzialmente
l'investimento che viene fatto, quindi un impatto positivo sul conto economico di Ecoambiente di
circa 700.000 euro/anno, (correggimi se spaglio, Direttore), a fronte di un investimento la cui quota
annua è di circa 150.000 euro.
Quindi in termini finanziari ci sono due maniere - scusatemi se faccio una piccola digressione - per
valutare un investimento: il primo è il tasso di redditività di un investimento, che in questo caso qua
è del 466%, notevole; il secondo è invece il tasso di ritorno, il tempo di ritorno dell’investimento,
che nel caso del 1.100.000 prospettato è di circa un anno e mezzo più o meno, se il beneficio sul
bilancio annuo è di, e anche questo decisamente inferiore a qualsiasi altro investimento che
troviamo sul territorio. Immaginiamoci di investire 1.000 euro, e a fine anno ce ne danno 5.000.
Sarebbe l'investimento probabilmente dove tutti correrebbero, quindi dal punto di vista economico
non fa una piega questa proposta.
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Dal punto di vista tecnico (e anche qui non sono un tecnico, ahimè, per cui tendo a osservare solo
quello che vedo), se non capisco male, il sistema è una rivisitazione del posizionamento delle isole
ecologiche/cassonetti, con dei cassonetti per il conferimento del secco che hanno una calottina che
si apre con una chiave. Questa chiave, che sia magnetica, elettronica, potrebbe essere una chiave
metallica, eccetera, ci permette di fare due cose: la prima cosa, evitare a chi non ha la chiave di
mettere dentro il rifiuto, e quindi qua stoppiamo tutti quelli che vengono da Pontecchio a portarci i
rifiuti a Rovigo, o da Bosaro a portare il rifiuto a Rovigo, o anche semplicemente da San Martino di
Venezze, li portano a Mardimago.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BONVENTO MARCO – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
E questa è una possibile considerazione. Questa è una possibilità.
La seconda cosa è che chi non ha la chiave dovrebbe venire a dire “guarda, fino adesso non mi era
mai arrivata la bolletta, eccetera, regolarizzami”, e quindi dovrebbe esserci un ritorno.
Chiaramente qua serve, sempre per capire qual è l’impatto sui conti, capire quanto è, se è possibile
stimarlo, l’extraconferimento che ci arriva dai Comuni limitrofi nei nostri cassonetti, e quanto è
l’evasione - perché qua stiamo parlando di evasione per chi non paga il tributo sulle tasse - stimata.
Nei conteggi che abbiamo avuto - e questa è la prima domanda che faccio al Direttore - è già
inclusa una quota legata al recupero dell’evasione nei 700.000? No, sono depurati dall’evasione, per
cui questi 700.000 sono semplicemente derivanti dal vantaggio che noi abbiamo nel trattamento del
rifiuto secco, quindi minor secco, maggior differenziata, per il fatto che i cassonetti sono chiusi.
Dico giusto? E’ corretto? Più un’ottimizzazione per quello che riguarda la nuova dislocazione delle
isole ecologiche, che permettono un risparmio di costi.
Allora c'è da dire un’altra cosa. Fin qua molto bene, perché probabilmente con l’evasione il
rendimento dell’investimento sarà ancora superiore. Quello che mi chiedo è: quanto di questo,
perché noi di fatto abbiamo un cassonetto con la chiave, che mi impedisce di portare il rifiuto, cioè
io oggi quello che posso stimare di miglioramento del rifiuto è che chi me lo porta in più oggi dagli
altri Comuni non me lo porta più.
Che cosa succede? Quando io, Marco Bonvento, conferisco un rifiuto all’interno del cassonetto,
apro con la mia chiave e mi viene contato 1, io ho messo il secco. Quindi posso pensare che questa
cosa sia per me un deterrente a portare molto secco? Sì, e perché? Perché io verrò fatturato
puntualmente con il secco che conferisco in futuro? Alla prima domanda mi avevi già risposto,
quindi basta che mi rispondi a questa.
Mi interessa capire un po’ più puntualmente come sono state fatte le stime di quei 700.000 euro,
perché mi sembra veramente un ritorno molto importante dal punto di vista dell’investimento,
quindi se dobbiamo includere un minor trattamento del rifiuto secco perché mediamente rileviamo
questa cosa qua, o perché abbiamo una fondatezza di ragionamento, e quanto è fondato il
ragionamento, cioè su quali presupposti è fondato.
Seconda cosa: i cassonetti così detti intelligenti hanno rivelato la loro utilità all’interno di altre
esperienze che sono state fatte, sono andato a vedermele, quando il dato che viene acquisito serve a
qualcosa. Cioè questi cassonetti acquisiscono centinaia di dati (chi mi mette il prodotto, quanto
prodotto esiste all’interno dei cassonetti, quali sono i cassonetti più pieni, quali meno pieni), e
questi dati possono essere utilizzati in successiva maniera trattandoli per ottimizzare la raccolta, per
esempio, o per la famosa tariffa puntuale del rifiuto, che anche lì è da vedere se è conveniente o non
è conveniente, perché chiaramente potrebbe dare origine, purtroppo, anche a fenomeni quali quelli a
cui assistiamo in Transpolesana di rifiuti ammonticchiati al lato delle strade, per cui il ragionamento
è: quanto questa possibilità futura è prevista dal piano di investimento, o quanto semplicemente noi
acquistiamo cassonetto, scheda magnetica, lo diamo a tutti, ed il nostro beneficio deriva dalla
riduzione del volume del secco, perché è disincentivata l'importazione da altri Comuni, e l’evasione
fiscale.
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Spero di essere stato abbastanza puntuale, e ringrazio per le risposte. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Bonvento. Diceva il Presidente se raccogliamo, anche perché abbiamo ancora altri
interventi, così chiedo a tutti. Io ho Mella, Menon, Romeo e Vernelli. Allora raccogliamo questi
interventi, poi il Presidente, e poi il Direttore. Giusto Presidente, facciamo così? Bene.
Prego Mella.
MELLA SILVANO – Consigliere Presenza Cristiana:
Io volevo esprimere, a nome del Gruppo Presenza Cristiana, il più vivo apprezzamento per questa
proposta che ci viene fatta, che speriamo il Consiglio approvi a larga maggioranza.
E’ una sfida rispetto a tutto quello che abbiamo finora conosciuto nel modo di raccogliere i rifiuti e
valorizzarli come anche occasione di recupero di sostanze buone ed introiti economici.
Questa proposta, articolata nella distribuzione di isole ecologiche meglio organizzate e distribuite,
con i cassonetti a scheda magnetica che permettono di controllare in modo più stringente la raccolta
opportuna da parte dei cittadini, ci permette intanto di fare un investimento economico ed
industriale per Ecoambiente, che è la nostra partecipata, che prende penso slancio nel panorama
della raccolta dei rifiuti, proiettata al futuro nell’ambito di questa gestione di servizio, e quindi è un
rafforzamento di una partecipata a cui dobbiamo attenerci, perché ci riguarda come cittadini di
Rovigo.
Dall’altra parte è un’occasione per riprendere in mano una diffusione puntuale alla cittadinanza
della cultura della tutela dell’ambiente, della raccolta differenziata, che è un’opportunità economica,
non è solo una tassa, ma anche un ritorno economico, e quindi invertire l'andamento decrescente di
questa raccolta, che è andata sempre peggio negli ultimi anni, dobbiamo invertirlo, anche perché la
Regione ci chiede per il 2020 di essere tutti molto più bravi nel raccogliere rifiuti ed arrivare al 76%
di raccolta differenziata opportuna, e siamo molto lontani.
Per perseguire un obiettivo così forte non potevamo affidarci alla raccolta porta a porta, che pure è
positiva, ma che è possibile in ambiti di popolazione diffusa, eccetera, e meno gestibile in una città
ad alta densità abitativa come la nostra. Quindi ben venga questo impegno.
Per far conoscere il nuovo sistema sarà messo in atto, da quello che abbiamo letto nei documenti,
una campagna di crescita culturale dei cittadini, perché crescano in questa modalità è opportuno,
perché abbiamo come obiettivo anche quello di ridurre le tasse sulla raccolta dei rifiuti quando
raggiungeremo gli obiettivi.
Dall’altra parte abbiamo, con questa metodologia di raccolta, rispetto alla raccolta porta a porta,
tutelato la salute dei lavoratori, che nel metodo del porta a porta moltissimi hanno delle
ripercussioni di salute e disabilità molto importanti, per cui non sono più in grado ad un certo punto
di svolgere il lavoro, perché è molto pesante, e quindi in questo senso diamo un esempio come città
capoluogo rispetto ad altri Comuni, che perseverano questa modalità porta a porta, che ha la sua
positività, ma potrebbero nel tempo cambiare. Se diamo un buon esempio di far funzionare un
sistema così moderno, che adottano tutti i Paesi del Sud Tirolo, nel Nord Europa, eccetera,
potrebbero anche loro convincersi che è un sistema migliore, perché tutti sono chiamati a
raggiungere l’obiettivo del 76% di raccolta differenziata, e quindi è una scommessa, e noi vogliamo
crederci che è positiva.
Ci vuole un grande impegno complessivo, qui non centra maggioranza e minoranza, spero, perché è
un investimento sul futuro che riguarda il nostro ambiente, la cittadinanza, e anche l’economia del
nostro Comune. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Mella. La parola al Consigliere Menon.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
La ringrazio Presidente. Io forse farò un intervento troppo semplice, scontato, però mi sento in
questo momento di fare dei pensieri di buon senso. Io, prima di spendere un milione e mezzo, penso
sempre come se fossero soldi miei da spendere, non semplicemente dicendo “evviva, da domani
cambia tutto perché abbiamo i nuovi cassettoni!”. Io penso che adesso ho, perché sono stata eletta
Consigliere Comunale, la decisione se spendere o no un milione e mezzo, non miei, di chi altri, e
quindi spero che questa scelta venga ponderata nella maniera migliore possibile.
Spero che non si arrivi a dire “ho la macchina unta, me ne compro una nuova”, perché piuttosto
prima puliamo la macchina, piuttosto di fare una spesa incredibile.
Io ho sperimentato questo sistema quando vado in vacanza in Trentino, e devo dire la verità,
purtroppo, quando c'è il turismo, nessuno ti dà la tesserina, per cui si vedono tutti i rifiuti
abbandonati.
Allora mi chiedo: è possibile che noi prima spendiamo i soldi e poi pensiamo ad educare i cittadini
ad una maggior raccolta? O invece sarebbe un po’ più logico provare prima con l'informazione, in
maniera da alzare i livelli di differenziata, e quando siamo ad una fase di incremento dei livelli di
differenziata, portare questo nel giusto tempo per portarli ancora a livelli più alti, e quindi
guadagnarci? Ma in un periodo in cui il trend è esattamente opposto, di calo estremo, possiamo noi
oggi qui all’acqua di rose, andrà tutto bene, è un investimento fantastico, già ripagato? Io andrei un
po’ piano, perché sono soldi dei cittadini.
Come ha detto l’ingegner Romanello, quello che ha portato ad un calo, e probabilmente ha
perfettamente ragione sui tre motivi che hanno portato ad un calo della differenziata, ma se fino ad
ora non abbiamo saputo difenderci dal porta a porta spinto, e quindi dalla gente che da Arquà viene
a portare i sacchetti a Rovigo, o a Grignano, come faccio da domani, che ho il cassettone, a vigilare
che non ci sia il mondo fuori dal cassettone? Come già c’era, perché purtroppo siamo abituati al
centro storico. Io stavo davanti alla rotonda, e mi trovavo il water la mattina! Gente che lasciava lì
un water o un divano, davanti al monumento più bello di Rovigo.
Quindi perché non provare, visto che sono d’accordo con il dottor Mella, qui non c'è opposizione e
maggioranza, a me sembra una scelta per un futuro migliore, ma vi sto facendo riflettere su un cosa:
è il tempo giusto? E’ il tempo qui, con nonchalance, che voi Consiglieri, perché questa spesa ricadrà
su di voi, la approviamo qui oggi, è il tempo per i Consiglieri di decidere “sì, con un milione e
mezzo di spesa si cambiano le cose”? O vogliamo prima dire “facciamo tutti insieme, visto che
siamo tutti dalla stessa parte, informazione”. Proviamo ad invertire il trend della differenziata, e
posticipiamo questo investimento.
Prima il Presidente Paulon diceva “non c'è 1.600.000 per riattivare e rendere perfetto il separatore”.
E c'è un 1.500.000 per i nuovi cassettoni?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
E’ un discorso diverso, perfetto, ma dobbiamo ragionare sulle due scelte da fare, perché il 1.600.000
abbiamo da contribuire in base a 52 Comuni, il 1.500.000 è tutto su Rovigo.
Allora io dico: perché avere questa smania nel fare subito l'investimento? Per quanto sia un
progetto, anche se lei sa, ingegnere, che a me piacciono un po’ più di documenti, però comunque
comunicativamente avete fatto un bel lavoro rispetto al passato. Allora per quanto sia un bel
progetto, io dico: è questo il momento per spendere 1.500.000? O possiamo pensare prima di fare
tutte le altre cose, e poi decidere di spendere 1.500.000?
Per me in una famiglia di buon senso, e soprattutto in un momento come questo, in un momento in
cui da tutte le parti si minaccia la separazione, non vado a dire “dai, compriamo la casa al mare!”.
Aspettiamo un attimo, vediamo prima che le cose siano sicure, che migliore la situazione, che ha
detto l’ingegnere ha degli intrecci con questa, vediamo che migliori quella situazione
amministrativa, vediamo di migliorare l’impatto sulla cittadinanza, di renderla partecipe, e poi
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decidiamo, con calma, con pacatezza, e come se fossero soldi nostri, decidiamo se fare
l'investimento. La ringrazio.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Menon. La parola al Consigliere Romeo.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie. Io faccio una premessa, viste un po’ anche le polemiche che sono emerse in questi giorni, in
queste settimane, in questi mesi sui giornali, sulla figura del Direttore Romanello, in modo che poi
il ragionamento sia al di fuori di ogni dubbio.
Io ho collaborato con il Direttore Romanello e ho una stima per la sua intelligenza e per la sua
capacità di affrontare le questioni, quindi mi dissocio da chi ha chiesto per vari motivi, o ha fatto
cadere le responsabilità sul Direttore, lo conosco, ha un caratteraccio, questo sì, ci siamo anche
scontrati in diverse occasioni, ma gli riconosco professionalità e capacità. E questo giusto perché il
ragionamento non ha un colore politico, ma va fatto con buon senso.
La raccolta differenziata... non c'è Sguotti, mi dispiace, perché ogni tanto mi dice “ma tu eri con il
centro destra”, “ma tu eri con il centro sinistra”, in questo caso, guarda caso, si sono dimenticati di
nominarmi....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
In questo caso, visto che anche Avezzù di solito lo dice, o il Sindaco, in questo caso no. Lo dico
ovviamente ironicamente, perché la raccolta differenziata è partita quando ero Assessore
all’Ambiente nel 2004, fisicamente, ma è partita nel 2003, in realtà. Perché dico che è partita nel
2003? Perché è stata fatta un’operazione di informazione che è stata massiccia. Siamo andati
quartiere per quartiere, frazione per frazione, scuola per scuola, siamo andati anche negli ospedali
su alcune tipologie di rifiuto, soprattutto per quelle delle fasce neonatali, e abbiamo da lì creato, non
con qualche difficoltà, perché non c'era tutta questa sensibilità ambientale, tutta una serie di buone
pratiche, che addirittura il primo anno ci ha fatto vincere un premio, uno dei Comuni più ricicloni,
se si ricorda l’ingegner Romanello.
Il cuore di questa iniziativa era e partiva soprattutto dall’informazione massiccia che è stata fatta,
perché addirittura abbiamo fatto delle pubblicazioni con la Giunta e l’abbiamo mandata a casa alle
famiglie, l’abbiamo mandata alla scuola; una pubblicazione che va in libreria la trova, e vede
“Comune di Rovigo”, su come fare la differenziata. Quindi l'informazione è importantissima.
Quando vedo il calo negli ultimi tre anni, prima Romanello ha detto “abbiamo abbandonato”, ma
“abbandonato” è un termine francamente leggero: non c'è più stato nulla, c'è stato il silenzio più
assordante. Non mi meraviglio, sono bravi i cittadini di Rovigo ad avere ancora mantenuto questo
tipo di percentuale, i cittadini però, perché dal punto di vista dell'Amministrazione e di chi doveva
investire su questo tipo di informazione c'è stato il deserto più completo, e la ritengo una cosa
gravissima, e la prima causa, e sono convinta di non sbagliare.
L'altra questione, prima tra le tre cause citava la diminuzione del cartone, ma anche qui la
responsabilità è politica, nel senso che quando abbiamo messo insieme le iniziative, per cercare
anche di incentivare i cittadini, oltre alla comunicazione, se tu differenzi hai anche un vantaggio, e
c’eravamo rivolti, proprio per quelle situazioni, ad alcune categorie, chi produce ad esempio più
imballaggi, quindi ha più carta, più cartone. Ecco, andavamo nelle imprese e c'era uno sgravio del
10% su questa cosa; quello sgravio che adesso invece la concorrenza si prende direttamente, perché,
non essendoci più, ti dicono “ti paghiamo noi”. Ma quella volta lo sgravio lo dava
l'Amministrazione Comunale.
La stessa cosa valeva per i bar e i ristoranti: tu differenzi bene, vetro, plastica e tutto quello che era
di conseguenza, ed io ti do uno sgravio del 10%.
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La stessa cosa - questa ancora esiste - andava per l’umido: chi ha un giardino, chi ha del terreno gli
veniva dato a prezzo agevolato un composter per l’umido, ed aveva il 10% dello sgravio sulla
bolletta della tariffa.
Queste sono tutte scelte che poi nell’arco degli anni non sono più avvenute, e ovviamente sono
ricadute sulla tariffa, ed hanno fatto fare a chi poteva, per esempio il cartone, altre scelte: lo vendo
fuori. Ma se noi vogliamo essere in concorrenza perché è una voce importante, forse è qualcosa che
dobbiamo riprendere in mano, perché quando si rifà un progetto di raccolta differenziata, di
ristrutturazione di un servizio, credo che ci siano tante cose da mettere nel campo, non
semplicemente una questione di comperare un cassonetto.
Siccome io so la capacità che ha il dirigente Romanello, mi aspettavo un po’ di più dalla tua
impostazione sulla raccolta differenziata, perché so che sei capace di farlo.
Allora secondo me le cose da fare, rispetto a questo tipo di iniziative, sono innanzitutto ripartire
dall’informazione massaccia. Guardate, siamo stati tra i primi a recuperare gli oli usati da cucina,
per cui abbiamo anche fatto un progetto, siamo finiti su Report e sul TG2 Economia, perché è una
delle buone pratiche, anche di green economy e di circuito chiuso di tutto il recupero dei rifiuti, che
ha portato ad avere una raccolta degli oli esausti da cucina che arrivava a percentuali importanti; mi
confermava prima Romanello che comunque anche se lì è scemata un po’ l'attenzione, comunque dà
ancora 50 tonnellate. Lì è stata una cosa anche innovativa con i centri di raccolta, ma i cittadini
quando sono stati informati abbiamo visto che hanno assolutamente risposto, in maniera anche
evidente.
Secondo me, prima di fare un investimento di questa natura, io partirei prima dal rifare tutta la
comunicazione, dal ridare gli incentivi a chi.... stavo aspettando che finissero di conversare, così
finisco. Grazie.
Ritrovare quelle formule che anche incentivino i cittadini a differenziare, e lo si può fare anche
nelle scuole, nella raccolta della carta, nella raccolta di alcuni rifiuti. Lo si può fare, come era stato
fatto, nei supermercati; anche quelli sono interventi importanti. Quindi secondo me il picco minimo
che abbiamo raggiunto adesso, solo con una comunicazione nuova, e rinforzata, e rafforzata, può
sicuramente migliorare.
L'altra domanda che io mi pongo, sulla raccolta differenziata porta a porta i dati, è vero, hanno
sempre detto che non era vantaggiosa, ed è vero che però adesso abbiamo nuove tipologie di
investimento. Allora io mi domando, so che magari l'investimento forse è maggiore, però il ritorno
economico, perché poi l’obiettivo è sempre quello di differenziare sempre meglio, e soprattutto di
abbattere i costi, migliorando il servizio, che è una delle voci principali poi dei costi che ci sono.
Esistono - e questa era una questione sulla quale in qualche occasione ci si era fermati a riflettere delle isole ecologiche con i cassonetti a terra, che fanno anche da compattotori. So che è sempre
stato un mio pallino, di cui abbiamo spesso discusso anche con l’ingegner Romanello, ma questo
cosa porta? Porta a non avere i cassonetti visibili in città, ed è già una cosa non indifferente. Poi non
ci sono odori, perché comunque anche sul contenimento degli odori, che è una delle cose di cui si
lamentano, dà un valore aggiunto; ma soprattutto ti permette di compattare, quindi puoi mettere
all’interno di quei contenitori più rifiuti, e quindi anche lì il servizio viene spalmato in modo
diverso.
Allora mi domando: se dobbiamo rivedere il servizio della raccolta, non ci conviene a questo punto
fare un bilancio con le varie tipologie e vedere qual è la più conveniente, sia dal punto di vista
dell’impatto ambientale, igienico, e anche dei costi? Perché, ripeto, è vero che magari il costo è
maggiore, ma è anche vero che poi abbattiamo altri tipi di costo, e soprattutto sappiamo che ci sono
anche delle risorse europee, ma anche credo regionali, perché se la Giunta ti pone degli obiettivi
immagino che ci sarà qualcosa anche di regionale, per poter cercare di trovare dei fondi per cercare
di fare un investimento, che secondo me a questo punto forse è più completo. Bisogna rivedere tutta
la ristrutturazione del servizio di raccolta.
Io non penso che solo il cassonetto con il badge, sul quale ho qualche perplessità, perché io penso
all’anziano, possa risolvere il problema. Secondo me il progetto di ristrutturazione del servizio di
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raccolta deve essere a 360 gradi, deve ripartire dall’informazione, dall’incentivo, e soprattutto dal
far capire come potersi muovere.
Sulle isole ecologiche io, per esempio, credo che un’altra tipologia sarebbe forse più funzionale,
anche perché questo tipo di servizio nel padovano mi ricordo che era stato “provato”, poi invece
sono tornati indietro, è rimasto in alcuni Comuni del padovano, ma non in città.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Penultimo intervento, Consigliere Vernelli.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Prima di aggiungere le mie perplessità sul contenuto, e sono più perplessità che contrarietà, dico
però che è sbagliata l'impostazione di questa delibera. Io non mi stancherò mai di dirvelo, e di dirlo
soprattutto ai dirigenti che le estendono le delibere. Perché è sbagliata? Perché il piano finanziario è
in un file in PowerPoint che è propaganda, che è pubblicità. Come facciamo a controllarlo questo
piano finanziario? L’avete controllato? L’avete riscontrato? Se questo investimento tra tre anni si
rivelerà sbagliato, con chi ce la prenderemo? Non si fanno così le delibere!
Non c'è il richiamo ad un contratto di servizio. Prima ve l’ho detto: i contratti di servizio vanno
aggiornati, perché cambiano le tecnologie, cambiano le proposte, cambiano i progetti. Allora questa
delibera avrebbe dovuto essere così. C'è un nuovo contratto di servizio con Ecoambiente, dove
l’obiettivo della raccolta differenziata è il 76% entro il 2020, forse anche di più. Questo è l’obiettivo
che dobbiamo porre, perché non ci sono obiettivi precisi dentro questa delibera. Non ci sono
modalità di riscontro del risultato, non c'è la certezza che quello che stiamo facendo sarà poi
ottenuto nei termini che oggi sono ben comunicati propagandisticamente. E non sono ironico,
ingegner Romanello, lei sa che anch'io la stimo.
Veniamo nella sostanza. La mia posizione personale è che non bisogna abbandonare a cuor leggero
il porta a porta, e con questo tipo di delibera stiamo spingendo anche gli altri Comuni ad
abbandonare il porta a porta, quindi c'è una responsabilità che non riguarda solo il Comune di
Rovigo.
Non è vero che il porta a porta non ha dato risultati: Treviso la sta utilizzando; Belluno, checché se
ne sia detto nel PowerPoint, ha un sistema misto, che in qualche modo potrebbe essere studiato in
modo migliore. Quella tabellina che rivela i costi di Grignano, oltre mancare di dettaglio, manca di
un confronto banalissimo. Quali sono i costi di Pontecchio? Perché se noi avessimo potuto
controllare i costi di Grignano ed i costi di Pontecchio, dove c'è il porta a porta oggi, avremmo
verificato delle cose che sono molto più concrete e vicine a noi, avremmo potuto avere uno
strumento in più di verifica.
Il piano rifiuti della Regione Veneto dice a pagina 77 che il costo con i sistemi domiciliari è di 100
euro abitante/anno, ed i costi invece stradali sono di 152,90 euro. Delle due l’una: o è sbagliato il
piano della Regione Veneto, oppure noi abbiamo delle informazioni in più che dobbiamo mettere a
disposizione ai nostri concittadini.
Ci sono dei numeri che non tornano: se i dati sul rifiuto della città di Rovigo sono di 610
chilogrammi/anno per abitante (questi sono resi pubblici), sono molto superiori a quelli medi del
Veneto, e sono superiori - accetto l’obiezione tecnica che non si può confrontare Rovigo con
Panarella - anche a quelli di Padova e di altre città. C'è qualcosa che non va nella produzione del
quantitativo di rifiuti di questa città.
Si sarebbe potuto mantenere quella linea originaria, che il Sindaco aveva preannunciato, di
estendere il porta a porta nelle frazioni della città che sono urbanisticamente più simili, più vicine al
resto dei Comuni. In questa maniera, forse, avremmo avuto un anno o due per poter verificare se il
modello porta a porta è davvero deficitario, come oggi ci viene detto. E non sono neanche convinto
che sia il problema del porta a porta quello che genera le invalidità così diffuse nei nostri lavoratori
di Ecoambiente, perché il sistema di conferimento per bidoni di piccola dimensione, certo, non
mette a repentaglio la forza di un uomo in salute.
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Nella sostanza non posso dare un parere favorevole a questa delibera per i motivi che ho detto, però
invito ad un ripensamento vero, soprattutto il dirigente del nostro Settore, perché non possiamo
prendere a scatola chiusa, senza avere un termine di confronto, quello che ci viene segnalato da
Ecoambiente per un motivo solo. Diciamoci la verità, questa delibera ha un unico scopo, anche
legittimo: di evitare l’evasione totale largamente diffusa in questa città. Questo è il vero scopo di
questa delibera, non la raccolta differenziata, perché sarà danneggiata la raccolta differenziata,
perché gli evasori totali conferiranno i loro rifiuti in un sistema sbagliato, disordinato, inquinando la
raccolta differenziata che in questo momento viene realizzata insufficientemente.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli. Ultimo intervento, il Consigliere Rossini, poi la replica del Presidente e del
Direttore. Prego Rossini.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Grazie signor Presidente. Intanto veramente questo dibattito, è stato molto utile ascoltare tutti i
colleghi, mi ha anche suggerito delle posizioni che non avevo all’inizio, e comunque inizierei a dire
che occorre un nuovo modo di pensare per superare i problemi causati dal vecchio modo di pensare.
Questo lo diceva Albert Einstein.
Da un lato voglio dire che trovo molto positivo il fatto che si cerca di trovare delle soluzioni sulla
raccolta differenziata, e ho trovato affascinante il progetto presentate ed illustrato in questa sede, e
quindi ero molto favorevole, al 100%. Dopo, però, ascoltando i colleghi, e anche ascoltando quello
che ha detto il Direttore, mi sembra che ultimamente si sia un po’ trascurata l'informazione, e a
questo punto ho cominciato a pensare a quello che diceva la Menon, a quello che diceva la Romeo,
ed altro, e quindi ho detto, sì, il progetto è validissimo, è una cosa che effettivamente io avevo visto
anche in altre sedi, poi io ho visitato anche la sede di Este, che si va molto avanti sulla raccolta
differenziata ad Este, come incentività, i premi incentivanti che si danno nella raccolta, chi porta in
discarica, chi conferisce, cioè hanno un rapporto con la cittadinanza molto solido, e anche di una
tipicità veramente che ha portato a coinvolgere molto i cittadini e ad alzare il tasso della
differenziata, penso che sia uno dei più elevati che abbiamo nelle vicinanze.
Era anche giusto dare una svolta, perché tutti i problemi che sono stati detti, il conferimento ad altri
Comuni dei rifiuti, il fatto stesso che ci siamo fermati ad una soglia troppo bassa di raccolta,
effettivamente ci voleva qualcosa, e di questo ve ne do atto.
Quello che adesso vorrei sapere come risposta poi dal Presidente e dall’ingegnere se effettivamente,
come è stato detto dai miei colleghi, sarebbe utile, prima di iniziare questo, fare questa campagna di
informazione per alzare questo tasso di responsabilità da parte del cittadino, forse un po’ trascurato,
come ha detto lei, sul tema, e forse un po’ si è anche addormentato lui stesso nel conferire i rifiuti,
perché la colpa è sempre da entrambe le parti quando si ha un rapporto bilaterale, sempre che ci sia
sempre un punto di incontro su queste cose.
Allora ben sia che abbiate avuto questa idea, ben venga il fatto del porta a porta che venga non
considerato per la città, perché lo trovo anch'io difficoltoso, ben venga l’analisi sulle malattie, che
ha portato anche il fatto di mettere da parte il porta a porta. Perfezioniamo l'informazione su questa
cosa, cioè vediamo, appunto, se c'è un passaggio utile da fare nell’interesse vostro, nostro, di tutti,
perché qui vorrei tornare al discorso di opposizione e minoranza, ma io lo trovo su nessun
argomento che ci sia opposizione e la minoranza, penso che tutti veniamo qui per cercare la miglior
soluzione possibile, quindi migliorare ciò che propone uno, o cercare di proporre a sua volta
un’alternativa più valida. Soltanto con la capacità di ascolto, di discussione e di sintesi si può
arrivare ad accomunare tutte le idee, perché tutti noi qua rappresentiamo la città: il Sindaco la
rappresenta nel senso istituzionale, ma tutte le forze politiche qui presenti rappresentano tutti i
cittadini, e quindi è importante dare l'ascolto e non pensare di avere in tasca la migliore idea, né da
una parte, né dall’altra ovviamente.
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E’ questa è la domanda che vi pongo. Ben venga questo progetto, facciamo prima un’adeguata
informazione, prima di iniziare? Ritiene, Direttore, che sia necessario questo passaggio? Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Rossini. Non so se voleva rispondere prima l’ingegner Cavallaro alla richiesta di Vernelli,
poi nell’ordine Paulon ed il Direttore Romanello.
Prego ingegner Cavallaro.
Ing. CAVALLARO MICHELE – Dirigente Servizio Ambiente ed Ecologia:
Buon giorno a tutti. Siccome sono stato chiamato in causa direttamente dal Consigliere Vernelli,
volevo essere io a rispondergli, perché ci ha rimproverato per la modalità di redazione della
delibera, e quindi ritengo doveroso essere io a rispondere.
Il fatto che la delibera non contenga nel testo i riferimenti che lui riteneva doverosi è dovuto al fatto
che qui siamo chiamati ad approvare un progetto di modifica delle modalità di effettuazione della
raccolta differenziata, quindi la sostanza è nell’allegato. Che sia la copia della presentazione in
PowerPoint, prendo atto che non è dal punto di vista forse dell’esposizione il meglio che poteva
essere, però abbiamo ritenuto che, essendo l’esposizione fatta abbastanza esaustiva, l’avere allegato
interamente tutte gli aspetti della presentazione potesse dare un quadro completo di quello chè la
modifica.
Dal punto di vista tecnico, come già detto anche dal Sindaco e poi dall’ingegner Romanello, questo
è un progetto che non è stato fatto esclusivamente da Ecoambiente, ma è stato portato avanti in
collaborazione negli ultimi quattro mesi, più o meno. L’ingegner Romanello ha già detto, non
voglio stare qua a ripetere le cose che sono state dette, cioè tutte le fasi che hanno preceduto
l'elaborazione di questo progetto, quindi anche le proiezioni che poi sono state scartate sulla
frazione di Grignano, sono disponibili se qualcuno vuole vedere; non abbiamo neanche voluto
appesantire eccessivamente, perché la scelta che è stata fatta è stata, credo, adeguatamente motivata,
come è anche emerso nel corso delle relazioni della discussione.
Poi ovviamente si può discutere delle scelte che sono state fatte. Sulla questione della raccolta porta
a porta sono opinioni, che sono, per carità, degnissime, però noi riteniamo di avere fatto delle scelte
e di avere fatto delle considerazioni che, se non sono magari condivisibili, però sono motivate e
documentabili.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie ingegnere Cavallaro. Prego Presidente Paulon.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Mi soffermo, scusandomi, su tre argomenti che sono di carattere prettamente politico, ritengo,
rispetto alla parte tecnica per cui l’ingegnere è molto esaustivo in tal senso.
La prima: io sono un cittadino di Rovigo, e generalmente valuto le cose con le ricadute che possono
avere, perché, come ho sempre scritto ovunque, sono conscio che ogni azione che faccio ricade su
me stesso, sulla mia famiglia, sui miei amici, sulla comunità, e quando faccio una scelta sono
abituato a pensare alle conseguenze alle quali espongo me stesso e il sistema, per cui se la scelta è
ponderata, se l'investimento vale la pena o meno, lo guardo anche in funzione di quella
fastidiosissima bolletta, come tutte quelle bollette che ci arrivano a casa, e che pesano anche sui
bilanci familiari. Quindi la ponderazione c'è.
La decisione in cui siamo chiamati, perché quando ci dedichiamo alla politica, penso tutti quanti,
pensiamo sempre al ruolo di responsabilità che ci prendiamo in questa aula perché di fatto siamo
coloro - siete coloro in questo caso - che determinano il bene ed il male, la programmazione, i
servizi, la qualità che si vuole dare ai propri cittadini, e quindi anche a noi stessi.
La differenza fra investire sul separatore e investire su questo sistema, è proprio uno alternativo
all’altro. Se io investissi sul separatore non avrei bisogno di fare una raccolta del secco adeguata,
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ma contemporaneamente avrei dei costi di esercizio notevolmente maggiori, quindi avrei una
penalizzazione del sistema rispetto a quello che è attuale; mai raggiungerei l’obiettivo della raccolta
differenziata, e sempre pagherei delle ecotasse.
Io trovo assurdo, secondo il punto di vista mio, pagare 44 euro a tonnellata tra tasse, ecotasse,
canoni, eccetera, eccetera, perché è una cosa enorme, e in più così ci paghiamo anche l’IVA, perché
sui 44 euro è esclusa l’IVA.
Allora io dico: perché, se abbiamo la possibilità di fare qualcosa, che riguarda anche l’ambiente in
cui viviamo, perché fare un separatore secco-umido, come è l'investimento che è previsto, non dà
una qualità del rifiuto, dà una parte dell’umido, e tutto il resto va in discarica, perché la produzione
di CDR, sulla quale era nato quel separatore, perché quel separatore lì è nato a metà degli anni ’90
quando a Rovigo non c'era nessun altro, ma c'era ASM come unico gestore della comunità, era fatto
come il primo stralcio per la termovalorizzazione. Guardo Vernelli, che fece domanda lui, mi
sembra quell’Amministrazione, anni ’90-‘93, fece la domanda per questo. Quando arrivo il
finanziamento, qualcosa come 3 miliardi, 4 miliardi dell’epoca, fu dato ad ASM, Presidente Carlo
Brazzo, perché andasse a fare la parte esecutiva.
Nel frattempo nacque il Consorzio Rifiuti, e Albergo Brigo, allora Presidente della Provincia, disse:
“Alt, fermi tutti, c'è il Consorzio, diamo i soldi al Consorzio”. Nella prima delibera costitutiva del
Consorzio disse: “Però diamo incarico ad ASM per gestire la cosa, perché il Consorzio non è
strutturato”.
Per cui stiamo ponderato effettivamente, perché è una soluzione. La possibilità di fare alternative è
normale. Il porta a porta sta diventando fuori moda e antieconomico ovunque.
Altre comunità, altre città, altri paesi del polesano hanno chiesto ad Ecoambiente di rivisitare il
proprio sistema di raccolta, perché ormai... come ci sono altri Comuni che dicono “no, va benissimo
il porta a porta, perché il rischio di avere lungo gli argini del Po dello smaltimento di rifiuti non lo
voglio prendere, quindi mi va bene il porta a porta”. E’ una scelta politica di ogni Amministrazione,
però dobbiamo pensare alla verticalità del nostro sistema.
Voi pensate soltanto nei condomini del Corso del Popolo, come quelli di Bossea, che avremmo
dovuto avere una raccolta a bidoni esterna, perché sarebbe impossibile avere 10-12 cassonetti di
piccola portata da 100 litri, da 120 litri per ogni famiglia, perché bisognerebbe avere anche una
struttura ordinata, bisognerebbe avere anche un sistema diverso.
L’obiettivo. L’obiettivo lo hanno scritto anche gli altri Sindaci: la possibilità di arrivare alla tariffa
puntuale.
L'applicazione della tassa non è un’operazione che fa come Ecoambiente. Ecoambiente può portare
gli strumenti con i quali l'Amministrazione decide quale tipo di tariffazione fare. Se un domani
l'Amministrazione vuol pensare di fare una tariffazione diversa, ha accesso.... con l’ingegnere si
fantasticava sul fatto di dire “tu paghi 200 euro, e puoi inserire dentro 200 sacchetti”, sono due a
settimana, o uno ogni settimana, cioè tu puoi fare questo rispetto al budget, dopo li paghi di più. Ci
sono varie forme su cui si può arrivare alla tariffazione, che non è per forza quella del tonnellaggio
rispetto a questo, che questa è spalmata sul sistema territoriale.
Quando si parla delle agevolazioni, Consigliere Romeo, purtroppo è stato un argomento che anche
noi abbiamo affrontato, ma ci siamo dimenticati, perché logicamente i passaggi che la parte
TARSU, TIA, TARI, tutti questi passaggi che si fanno sulle tariffe, che la TARI prevede che il
100% sia a carico di tutta la comunità. E quindi cosa vuol dire? Che se io faccio uno sgravio al
Consigliere Romeo o al Consigliere Moretto, faccio uno sgravio perché ho un’impresa....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Nel senso che se io faccio uno sgravio a lei, o a voi, o a chiunque, quello sgravio lì lo paga il resto
della comunità, cioè automaticamente io per dare una riduzione a lei lo metto in carico, perché il
100% è all’interno della tariffa, perché questo prevede la normativa. Non c'è una separazione.
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Una volta era ben diverso. Le agevolazioni sociali sono soldi che il Comune decide di accantonare e
di mettere a carico della comunità, ma questo è un altro discorso, a meno che, come
Amministrazione Comunale, decidiate di accantonare i soldi, separati dalla TARI, con fondi di
bilancio che vengono fuori da un’altra parte, separati da un’altra cosa, in cui è una libera scelta
dell'Amministrazione Comunale, però sappiate che viene spalmato sulla comunità un qualcosa che
dovrebbe essere un senso civico, perché alla fine della giostra differenziare meglio non è un
vantaggio che deve essere solo singolo, ma deve essere un qualcosa di sociale, di collettivo, di
sensibilità, perché la comunità ci guadagna, perché alla fin fine l’ambiente in cui noi stiamo
vivendo adesso non è l’ambiente solo di Paulon, di Cavallaro o di chiunque di noi altri, ma è
l’ambiente di tutti quanti i nostri cittadini, dei nostro figli, dei nostri nipoti, di tutta quanto la gente
che vive qua, indipendentemente.
Quando si parla del PAES, si parla della puntualità, ma anche della generalità della cosa, quindi
chiunque viva dovrebbe avere il senso di pensare a quello che sta vivendo, perché questa è la
politica. La politica è guardare qualcosa che sia diverso dall’interesse strettamente personale, perché
quando il Sindaco di Rovigo quel 3 dicembre disse “io ci sto a sacrificare Rovigo per un periodo di
tempo”, ho detto “caspica il Sindaco che due cose che ha”, perché ci vuole coraggio per dire “io
sono disposto a sacrificare la mia comunità perché il bene complessivo della Provincia ne tragga
vantaggio”, compreso anche Rovigo dopo.
Questo vuol dire fare politica, questo vuol dire avere delle scelte precise, per cui io quel giorno lì mi
sono tolto il cappello davanti a questa presa di coscienza politica, che fa onore ad un Sindaco di un
Comune capoluogo che vuole fare da traino anche ambientale su questo.
Solo un’informazione: è nato prima l’uovo o prima la gallina? E’ sempre quello il sistema. Io sono
convinto che questo è il momento di start-up, perché l’abbiamo ponderato, perché non è più
possibile, perché l’onere a carico del sistema cittadino, familiare delle bollette, i costi sono
continuamente in aumento nel sistema. Noi dobbiamo portare ad un rilancio, e quindi fare insieme...
L'informazione parte domani. L'informazione parte appena voi avete deciso - se avete deciso - di
approvare il progetto. Da domani parte la prima informazione che, insieme ad Ecoambiente, voi
altri, la Giunta, il Sindaco, tutti insieme ci mettiamo a confrontarci con la città, con le assemblee,
con l'informazione, con la carta, con i manifesti, con tutto quello che si ritiene che sia utile per fare,
perché quando arriverà ci sono i mesi della fornitura, i mesi della costruzione, i mesi in cui
Ecoambiente si metterà insieme a Suolo e Lavori Pubblici per sistemare le aiuole e roba del genere,
saranno i mesi di lavoro che saranno quelli nei quali noi entriamo, e dobbiamo entrare, nelle
famiglie, perché questo è il nostro compito.
Se noi riusciamo a fare delle politiche informative, delle scelte che siano adeguate, non ho paura di
sapere che neanche mia mamma, ultra ottantenne, si farà carico di essere più ligia sicuramente di
tanti noi altri, che un po’ pigri alla sera buttiamo, perché l'attenzione delle persone, la sensibilità che
forse loro hanno è una sensibilità diversa, perché loro effettivamente ogni giorno pensano ai loro
figli e ai loro nipoti.
Su questa roba qua io sono convinto che, proprio perché sono soldi nostri, ma non sono solo soldi
nostri quelli che investiamo, sono soldi nostri anche quelli che spendiamo quotidianamente in una
politica di rifiuti che in questo momento qua è superata.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Presidente. Prego Direttore, se vuole integrare.
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Solo brevemente, per togliere un dubbio che può avere avuto il Consigliere Menon relativo al fatto
che non abbiamo particolare voglia di comprare delle cose nuove per spendere dei soldi, che sono
dei cittadini, e metterli nel piano finanziario, do solo due elementi, che dovreste aver colto, ma forse
sono stati un po’ annegati nei numeretti, pur riassuntivi.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
Noi abbiamo ipotizzato di sostituire i cassonetti del secco con questi di nuova tecnologia, ma
riducendone il numero.
Abbiamo ipotizzato di mantenere tutti i cassonetti attuali della raccolta differenziata, quelli della
carta e quelli del VPL, non di sostituirli per il gusto di sostituirli, ma di portarli a fine vita.
Abbiamo ipotizzato anche che tutti quelli del secco non verranno rottamati, ma verranno riutilizzati
per dedicarli alle aziende, dove vi dicevo che dovremmo andare a dare dei servizi per implementare
la raccolta differenziata, e quando il cassonetto sarà dentro il recinto di un’azienda con sopra scritto
“imballaggio in plastica”, anche se è di colore grigio si riuscirà comunque ad avere la raccolta
differenziata, quindi dietro c'è un ragionamento che cerca di risparmiare.
Così come, giusto perché lo abbiate chiaro, questo tipo di sistema mantiene la nostra conformazione
della flotta mezzi, mentre passare al porta a porta vorrebbe dire spendere moltissimi soldi per
comprare tutte le vaschette piccole, dover assumere un sacco di gente per poter fare le cose, quindi
c'erano anche dei impatti molto sul lungo periodo; quando hai assunto il dipendente ed hai
comperato i mezzi poi dopo non è che puoi dire “ho fatto una prova di sei mesi, mi sono sbagliato”.
Abbiamo dovuto ponderare parecchio prima di farvi questa proposta. Sarebbe stato più semplice
dire “facciamo come il resto della Provincia, la soluzione è la stessa”. Non mi pare che ad Adria
siano soddisfatti di avere un sistema porta a porta in una città che ha una densità abitativa molto
elevata, come diceva prima il dottor Mella. Ci sono delle risposte diverse che vanno effettuate.
A me sembra che già nel 2004 l'Amministrazione a suo tempo avesse valutato se per caso era
meglio fare il porta a porta, e prima che io arrivassi gli erano stati fatti dei conti da ASM, che
dicevano che c'era un incremento del 30. Adesso noi li abbiamo rifatti, l’incremento è del 20.
Sempre un incremento sostanzioso sarebbe ai cittadini.
Qui noi stiamo dicendo, nei nostri conti avete letto almeno 700.000? Cosa vuol dire almeno? Che
siamo stati prudenti? Quant’è il piano finanziario del Comune di Rovigo? 7 milioni di costi di
Ecoambiente. Noi stiamo dicendo che con questa cosa, al netto del costo degli investimenti,
tendiamo a risparmiare un 10%. Non è un’operazione di quelle che la stiamo vendendo così in
maniera pubblicitaria, perché 700.000 euro sono una svalangata di soldi, ma è solo il 10% di quello
che costa una svalangata di soldi tutto il piano finanziario del Comune di Rovigo. Quindi è
un’operazione in cui noi ci stiamo mettendo la faccia, e quindi chi ne risponderà? L’azienda, sta
venendo qui. Non abbiamo detto all’ingegner Cavallaro “relaziona del nostro progetto”. Siamo
venuti qui perché ci crediamo, ci abbiamo ragionato parecchio. Anzi, volevo dirvi che i
collaboratori che ci hanno lavorato mi pare che ci abbiano messo molto impegno, perché credevano
sul fatto che questo sia anche un po’ un pretesto, un pretesto per cambiare le cose in maniera
significativa, e chiamare tutti ad essere reattivi. E quindi la comunicazione e le iniziative, poi dopo
a cascata ci sono un sacco di dettagli, il Consigliere Romeo diceva se si possono fare degli
incentivi; qui andiamo sul difficile perché sapete che la bolletta adesso è un tributo comunale, e
quindi ha dei vincoli e delle rigidità che andranno studiati dall’Amministrazione, non è più
Ecoambiente che può farlo. Però è chiaro che la comunicazione, non per niente abbiamo detto che
deve cominciare subito, perché è da calibrare proprio sull’obiettivo, e se l’obiettivo è “con questo
sistema vogliamo arrivare al 76%”, dire “facciamo un anno di campagna per vedere se riportiamo la
raccolta differenziata al 62%”, e poi fra un anno diciamo “adesso possiamo partire a dire...”, vabbé,
avremo perso un anno, un anno e mezzo, ma l’obiettivo è sempre il 2020. Poi diventerà più difficile.
Noi abbiamo deciso, dopo tanti mesi, di gettare il cuore oltre l’ostacolo, e di crederci. Adesso tocca
a voi.
Le isole ecologiche interrate. Ne avevamo parlato anche quando erano stati fatti degli importanti
lavori nel Comune, dal Corso del Popolo a Piazza XX Settembre. Queste cose costano molto, ma
con questo sistema sono compatibili, cioè non c'è che, scegliendo questo sistema, noi escludiamo
l'altro, perché ormai l’elettronica, sapete, è molto duttile, e quindi noi potremmo avere che con il
tesserino riusciremo ad aprire anche la torretta che dà la possibilità di conferire in un’isola interrata,
quindi se l'Amministrazione Comunale nei suoi prossimi lavori, qualora avesse delle
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
ristrutturazioni, intende mettere un contenitore compattante interrato, si potrà assolutamente rendere
compatibile con questo sistema.
Finisco per parlarvi di mia mamma, che abita a Belluno, che ha 79 anni, che usa la tesserina, e che
ha cominciato a fare la raccolta differenziata in maniera molto, molto più stringente da quando gli
hanno dato questo sistema, perché è stata responsabilizzata sul fatto che il secco era diventato un
problema, che lei doveva andare a conferirlo, denunciando la volontà di conferire un sacchetto alla
volta, e quindi si è sentita investita di una cosa della quale magari prima non aveva colto, quindi
faceva un po’ di differenziata, ma non la faceva spinta spinta, mentre con questo nuovo sistema è
stata chiamata, coinvolta, e quindi anche le persone anziane hanno avuto un risultato positivo. Ve lo
dico solo come esperienza personale, ma mi sembrava utile alla discussione.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie ingegnere. Siccome è una delibera formale, quindi ho già una richiesta, mi pare Ferrari.
Passiamo adesso alle dichiarazioni di voto sulla delibera.
Ferrari, prego.
FERRARI LIVIO – Consigliere Liberi Cittadini, La Sinistra per l’Altra Rovigo, Coscienza
Comune:
Un obiettivo come questo dovrebbe essere duplice: dovrebbe essere un obiettivo ecologico, perciò
di grande riciclo, ed economico. Non trovo nessuno dei due, nel senso che non sento che ai cittadini
verrà fatto pagare di meno, che quello dovrebbe essere l’obiettivo, perché la riduzione delle tasse è
uno degli obiettivi principali in qualsiasi Amministrazione.
Non c'è nulla da inventarsi poi sull’aspetto dei rifiuti. Qualcuno ha evocato in diverse occasioni qui
oggi l'Alto Adige. Io vado in un comune che ha il 91% del riciclo; invece di pagare, per dire, 200
euro di tasse all’anno, ne pagano 60, perché il guadagno che hanno nel riciclo arriva alle persone in
una riduzione di tasse. E’ un benessere che riguarda tutti, ma è anche un benessere di natura
ecologica, nel senso che l’obiettivo deve essere quello di non aumentare a dismisura tutti i rifiuti,
per poi bruciarli, per poi fare altre operazioni, ma quello di riciclarli.
Non vedo nessuna delle due operazioni in tutto questo, perciò chiaramente il mio voto è contrario.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Consigliere Ferrari. Consigliere Denti, prego.
DENTI ANDREA – Consigliere Obiettivo Rovigo:
Parlo a nome di Obiettivo Rovigo ed Area Popolare. Il nostro voto è sicuramente favorevole a
questo intervento, perché secondo noi migliora l’aspetto ambientale della città, con il
raggiungimento dell’obiettivo del 76 imposto, e permette di avere una maggiore qualità dei rifiuti
differenziati rispetto ad un porta a porta, con minori costi. Inoltre, oltre ai minori costi di raccolta e
ai minori costi di smaltimento, produce anche maggiori ricavi da riciclo. Inoltre è importante che
permette di far emergere l’evasione delle tariffe per 4.000 circa persone coinvolte anche nei cinque
anni precedenti.
Quindi il nostro voto è sicuramente favorevole. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Denti. Ci sono altre richieste? Romeo e Patrese. C'è qualcun altro dopo? Menon e Rossini.
Prego Romeo.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie. Le motivazioni sono un po’ quelle di prima: io credo che oggi era l'occasione per presentare
un progetto complessivo su come questa Amministrazione Comunale vuole innovarsi nel servizio di
raccolta differenziata, aumentando gli standard, e magari andando anche a far sì che si arrivi a
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quell’obiettivo di migliore servizio, migliore qualità e costo minore, ma soprattutto con un’opera di
sensibilizzazione, che secondo me può già portare ad arrivare ai risultati del passato.
Sarebbe stato opportuno, prima lo diceva anche il Direttore Romanello che non sono incompatibili
alcuni tipi di sistema, ecco, allora sarebbe stato opportuno secondo me poter venire con più tipi di
sistemi, e dire “bene, questo ha questo tipo di impatto, questo ne ha un altro e questo ne ha un
altro”, e comunque con una vision complessiva di quello che noi vogliamo raggiungere nella
raccolta differenziata, e quali sono le progettualità, perché ci possono essere le agevolazioni sulla
TIA, ci possono essere le agevolazioni sui servizi, perché è sociale, tutela della salute, è rispetto al
mondo economico, che deve avere delle risposte. E’ ovvio, è una scelta politica, ma che non ricade
su tutti i cittadini, perché se tu aumenti gli standard a fronte di un’agevolazione, e aumenti la
raccolta differenziata, questo si ripercuote su tutti i cittadini, quindi non bisogna nascondersi poi
dietro ad un dito.
Per questa ragion, pur apprezzando che si sta iniziando a ragionare in modo diverso, ma secondo me
non complessivo, non risolutivo, ci asteniamo dal votare la delibera.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Romeo. Chiedo scusa se prima, durante il dibattito, ovviamente ci aveva preso, non era stato
comunicato quello che era stato l’esito, peraltro allegato alla delibera del voto in Commissione, che
era stato di 3 voti favorevoli (Denti, Raule e Ruggero) e 2 astenuti (Chendi e Vernelli).
Continuiamo con le ultime dichiarazioni di voto. Patrese, prego.
PATRESE VANI – Consigliere Forza Italia:
Dopo che ho ascoltato il Presidente di Ecoambiente, il Direttore ed i miei colleghi, Forza Italia vota
favorevole, perché mi sembra per la nostra città che sia una cosa che sicuramente porterà dei
vantaggi. Sono molto stringato.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Patrese. Menon, prego.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Grazie Presidente. Pur essendo favorevoli e consapevoli che probabilmente dei raccoglitori con
badge rappresenteranno il futuro della raccolta, ripeto le osservazioni che ho fatto in maniera
brevissima: purtroppo la TARI è il tributo comunale, questa proposta è stata portata in
Commissione Bilancio, come ha detto giustamente Vernelli, in maniera assolutamente all’acqua di
rose, cioè non possiamo essere uguali a Renzi, fare comunicati in PowerPoint e non dare delle
precise sostanze.
L’Assessore che è qui presente, l’Assessore Garbo ci ha detto che la TARI è il tributo praticamente
più evaso che c'è in questo Comune. Mi conferma, Assessore?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Non mi conferma?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Siamo in dichiarazione di voto!
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Chiedevo una conferma, ma è una cosa troppo difficile da dire!
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(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Mi scusi, però mi sembra....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Perfetto, grazie, già questa è una risposta.
Allora la TARI è il tributo più evaso del Comune. Come ho detto, non riusciamo a difenderci,
purtroppo, da chi sbaglia, e con il porta a porta vien a portarceli qua. Non riusciamo ancora a
difenderci, non riusciamo a recuperare le imposte che ci sono dovute, che il Comune paga
puntualmente ad Ecoambiente, ma è il Comune che ci resta metà senza di queste imposte.
Allora io dico, pur capendo che questo è il futuro, secondo me, per tutti questi motivi, occorre prima
fare un lavoro, e poi decidere di fare questo investimento e, ripeto, i dubbi nascono anche dal fatto
che la tesi che mi portate qui, sicuramente convincente, non è suffragata dalla benché minima
ricostruzione dei dati che ci riportate.
Non possiamo mettere un Vigile Urbano a sorvegliare ogni cassone nuovo che metteremo, quindi
partiamo prima con una politica di convincimento, di condivisione con i cittadini, e poi decidiamo
di fare questo investimento.
Per questo motivo adesso io mi sento di dire che la nostra lista voterà contro, proprio anche per
dimostrare non che siamo contro all’idea della raccolta, ma siamo contro a delibere del genere, a
delibere che comportano una spesa di un milione e mezzo, e ci vengono portate così, da decidere
sulla base del “amate i vostri nipoti, amate i vostri figli”. Ecco, questo non è il modo secondo me di
amministrare le cose. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Menon. Prego Rossini.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Grazie signor Presidente. Occorre un nuovo modo di pensare, spero che questo sia l’inizio, non
l’arrivo, perché, sebbene il progetto è valido, ha delle criticità. Mi auguro che venga anche attuato
nella maniera più lunga possibile, perché effettivamente si faccia questa campagna di formazione in
maniera adeguata, e non si inizi prima, se non ci sia stata una vera informazione, visto che va a
toccare le case con diversi range di età e di sensibilità, e dando questo impegno della tesserina
bisogna ancora più responsabilizzare per il fatto che poi i rifiuti non vengono messi su un altro
cassonetto, e si va ad inficiare tutta la bellezza del progetto. Quindi che sia un punto di partenza,
non un punto di arrivo.
Sono d’accordo anch'io sul fatto della delibera che andava fatta in maniera più profonda. Voglio
vedere la parte positiva del progetto, voglio dare fiducia, sperando di non pentirmene, per cui il mio
voto sarà favorevole.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Rossini. L’ultimo, a meno che non ci siano altre richieste, il Capogruppo Raule.
RAULE STEFANO – Consigliere Lega Nord:
Grazie Presidente. Io ho ascoltato tutti gli interventi, sono interventi interessanti. Non vedo per che
motivo il futuro non si debba fermare, cioè queste sono innovazioni che sono state pensate da una
società che presumo non sia nata ieri, e che abbia fatto le sue valutazioni ben precise.
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C'è un programma di recuperare 700.000 euro nel giro di circa un anno e mezzo, per cui non sono
soldi da sottovalutare.
L'innovazione esiste, per cui non vedo per che motivo noi dovremmo fermare questo iter. E poi c'è
anche il discorso dell’evasione fiscale; l’evasione fiscale fino ad ora per quanto riguarda la TARI è
molto elevata, per cui andare alla ricerca di tutte le persone che fino ad ora non hanno versato il loro
contributo mi sembra che sia una cosa esaustiva.
Per quanto riguarda la pubblicità, io penso che vada di pari passo, non sia un grave problema
iniziare questo nuovo tipo di soluzione e battere il tasto anche sulla pubblicità.
Pertanto, per quanto riguarda il nostro Gruppo, il parere sarà assolutamente favorevole.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Raule. Quindi, se non ci sono altri, ricordo i tre scrutatori, Gabban, Denti e Milan.
Chi è favorevole alla delibera di cui al punto n. 2 all’ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
19 favorevoli. Contrari? 4 contrari (Menon, Milan, Bonvento e Ferrari). Astenuti? 5 astenuti
(Vernelli, Borgato, Moretto, Romeo e Chendi).
Viene chiesta l’immediata esecutività della delibera. Favorevoli? 19 favorevoli. Contrari? 1
contrario (Ferrari). Astenuti? Tutti gli altri.
La delibera è approvata con immediata esecutività.
Volevo chiedere una cosa: prima della sosta, che mi è stata proposta da alcuni, soprattutto
approfittando della presenza, visto l’affinità, dopo possiamo procedere con la sosta, io ovviamente
lo pongo alla vostra attenzione, era quello di completare il ciclo dei rifiuti, nel senso il
ragionamento sui rifiuti, anche perché sia nella relazione del Presidente e nei vostri interventi più
volte è stata citata la questione del Consiglio di Bacino, eccetera, dopodichè la pausa, ovviamente,
anche se un po’ in ritardo, la facciamo, e quindi di procedere con il punto n. 3 all’ordine del giorno.
Siete d’accordo? Perché se no devo metterla ai voti.
Prego Ferrari.
FERRARI LIVIO – Consigliere Liberi Cittadini, La Sinistra per l’Altra Rovigo, Coscienza
Comune:
Vedo che c'è un po’ di stanchezza, perché siamo qui da tante ore. Non è da parlare del Consorzio di
Bacino come di una cosa che, tanto, in cinque minuti ce la caviamo, c'è il rischio che ci passiamo
anche delle altre ore. Io ritengo che in questo momento fosse il caso più semplice quello di fare uno
stop, e dopo riprendiamo con più vigore anche il Consorzio di Bacino.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
E’ contrario alla proposta?
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Non è questione se siamo d’accordo o non siamo d’accordo! Il ristoro va assicurato, dopo sei ore
che siamo qui, anche per un discorso di salute, abbiamo anche un medico. Non è che deve essere
votato a maggioranza.
L'argomento dopo è delicato, va approfondito nei modi dovuti. Se non vogliamo più fare le soste ed
andiamo avanti 10 ore, perché si vota... Non funziona così, signor Presidente del Consiglio. La sosta
va garantita.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Ho fatto una premessa: come sempre lei sa il Consiglio è sovrano, e quindi, come tale...
(Voci incomprensibili dall’Aula)
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AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Scusate, qui non è lo statuto dei lavoratori, siamo stati eletti dai cittadini per metterci a servizio
della città, e ho fatto anche presente che abbiamo la disponibilità del Presidente e del Direttore....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Io non ho problemi, chiedo all’aula. Siccome mi pare non c'è la condivisione....
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Io le ho fatto proprio un discorso proprio fisiologico, non è una discorso di voto, perché se no
mettiamo a verbale che Lei non vuole dare la sosta dopo sei ore.....
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
C'è una proposta formale da parte di Rossini di sospendere - la prendo come una mozione d’ordine e di riconvocarci più tardi. Chi è favorevole prego di alzare la mano.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
No, perché sono passate sei ore, non è una proposta.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
E’ una proposta, oppure no?
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Io è dalle otto che sono qua!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Chi è favorevole con la proposta di Rossini è pregato di alzare la mano.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Non è una proposta, le ripeto. Dopo sei ore si va a mangiare!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Chiedo all’aula.
(Voci incomprensibili dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Su una mozione d’ordine uno favorevole ed uno contrario, no 5 favorevoli, 4 contrari....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Qualcuno mi formalizzi, per favore, la proposta di continuare.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Va bene, Vernelli, prego.
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VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
La mozione è di votare subito la revoca della delibera che abbiamo già approvato precedentemente,
e di aspettare il dibattito dopo per l’approvazione o meno della nuova delibera. Faccio riferimento
ad un intervento che ho fatto in Commissione.
Con l'occasione voglio ricordare al Sindaco che io sono personalmente disposto a fare anche delle
maratone di 48 ore, che quindi, se me ne vado, me ne vado solo per protesta, e oggi avremmo anche
potuto farlo, perché non avevate il numero legale in diversi momenti. Quindi la invito a non essere
più negativo nei confronti dei Consiglieri che hanno dimostrato di essere consapevoli
dell’importanza di questo Consiglio, cioè non me ne vado per fame.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Preciso soltanto che la questione della revoca della delibera, eccetera, è contenuta all’interno della
delibera n. 3. Comunque, visto che nessuno ha formalizzato la mozione d’ordine, mi pare di capire
c'è una mozione d’ordine, prego Raule.
RAULE STEFANO – Consigliere Lega Nord:
Mozione d’ordine: noi avremo deciso di continuare, andare avanti con il punto 3.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Siccome Rossini ha detto che non aveva presentato mozione d’ordine, io prendo atto che c'è una
mozione d’ordine, che è quella di Raule.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Dai Rossini!
(Voci incomprensibili dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Visto che lei non aveva formalizzato la mozione d’ordine, allora c'è la mozione d’ordine da parte di
Raule, la metto in votazione.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Signor Presidente, abbiamo ancora gli occhi per vedere, la testa per pensare e la bocca per parlare!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Allora metto in votazione la mozione d’ordine di Raule.
Chi è d’accordo con la mozione presentata da Raule è pregato di alzare la mano. 17 favorevoli.
Contrari? 5 contrari (Vernelli, Ferrari, Milan, Menon e Rossini). Astenuti? 5 astenuti (Avezzù,
Borgato, Moretto, Chendi e Romeo).
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PUNTO N. 3 - “Approvazione della Convenzione per la costituzione e il funzionamento del
Consiglio di Bacino Rovigo afferente il servizio integrato dei rifiuti”.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
La parola al signor Sindaco per una presentazione del punto n. 3 all’ordine del giorno.
A Lei la parola. Prego signor Sindaco per la relazione.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie Presidente. Mi sono fatto traccia per essere più preciso, anche per l'aula, per dei passaggi
importanti.
Signori Consiglieri Comunali, la delibera di oggi sul Consiglio di Bacino, a circa quattro mesi da
quella precedente, ha la sua genesi in questo percorso: dopo l’approvazione il 30 novembre della
convenzione istitutiva del Consiglio di Bacino Rovigo da parte di questo Ente di Coordinamento,
sono pervenute più versioni della convenzione istitutiva del Consiglio di Bacino stesso: quella dei
Comuni che hanno seguito l'Ente di Coordinamento Comune di Rovigo; quella dei Comuni che
hanno seguito il Comune di Occhiobello; quella dei Comuni che hanno approvato il testo della
convenzione tipo regionale, così come era stato indicato dalla Regione Veneto.
Conseguentemente il Consorzio RSU, in liquidazione, ha continuato ad operare, ovvero è venuto
meno il percorso che vede concretizzarsi la fusione, quindi di fatto la cessazione del Consorzio
RSU.
Dopo una serie di chiarimenti forniti dalla Regione Veneto al Comune di Occhiobello, in quanto
primo firmatario di quel documento, e agli altri Comuni da questi rappresentati, la Regione Veneto
in data 11 febbraio 2016 invitava tutti i Comuni a convergere su una soluzione condivisa per la
celere costituzione del Consiglio di Bacino, o diversamente ad approvare lo schema tipo regionale.
Apro una piccola parentesi: quando fu approvato in questo Consiglio Comunale il testo della
costituzione del Consiglio di Bacino, fu recepito dalla Regione Veneto e non fu cassato. Dottoressa,
mi aiuti, 11 Comuni?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
10 Comuni. Cioè fu recepito dalla Regione Veneto, però, come ho detto prima, perché un testo
venga adottato deve essere condiviso da tutti i Comuni.
Ricordo all’aula che in questo percorso, che inizia sostanzialmente subito dopo l’insediamento di
questa Amministrazione, la Regione Veneto ha cassato ben cinque proposte: due provenienti, se
non erro, però la memoria non dovrebbe tradirmi, da parte proprio del Consorzio RSU stesso, e poi
le successive proposte dei vari gruppi dei Sindaci, primo firmatario sempre il Vice Sindaco del
Comune di Occhiobello, rispetto ai quali io non ho mai assunto una posizione di negatività,
piuttosto di contrapposizione, ma mi sono sempre allineato, ma comunque rifatto rispetto alla Legge
52 che abbiamo citato anche nella precedente delibera, cioè sull’indicazione della Regione Veneto,
con diversa documentazione, ma come poi è accaduto anche nelle altre realtà provinciali, di
individuare un Ente Comunale quale il Comune di Rovigo, come Ente di Coordinamento per la
costituzione del Consiglio di Bacino, noi in questa veste abbiamo sempre interagito con gli altri 49
Comuni, inoltrando anche a questi Comuni sia la delibera tipo, sia il testo dello statuto base della
Regione, quindi coordinando questi Comuni.
Poi la delibera assunta il 30 novembre invece è in qualità di Comune del territorio, come tutti gli
altri. C'è questa doppia veste, che non è una sovrapposizione, ma è bensì rispetto della norma
regionale.
Quindi riprendo un po’ tutto il riepilogo anche delle tempistiche.
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Comune di Rovigo
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Proprio con questa lettera dell’11 febbraio, ricevuta dai Sindaci, ma anche in occasione proprio il 12
febbraio stesso di quella che poi alla fine si è rivelata essere una riunione in Amministrazione
Provinciale, durante questa riunione, che non era né una Conferenza dei Sindaci, né un’assemblea
dei soci, come invece in passato il Consorzio molto spesso, forzando la mano, ha dovuto fare
marcia indietro anche rispetto agli interventi della Regione Veneto, perché non ne aveva facoltà di
convocare questo tipo di assemblea, comunque, durante questo incontro, il 12 febbraio veniva
formato un gruppo di lavoro di otto Comuni: Rovigo, Occhiobello, Villadose, Lusia, Bosaro, Salara,
Porto Viro e Trecenta.
Per la riunione del 22 febbraio presso la sede comunale, qui nel mio ufficio, si era trasmesso al
gruppo di lavoro uno schema di convenzione, che, preso lo schema tipo della Regione, lo integrava
in alcune sue parti, così come indicato nella prima parte della premessa di questa delibera, che poi
sono gli stessi inserimenti che sono stati fatti nella delibera approvata del 30 novembre, nel testo
approvato il 30 novembre, che tra l'altro prendevano spunto da alcune indicazioni del gruppo dei
Sindaci, quindi abbiamo solo fatto un collage che andasse bene soprattutto alla Regione Veneto, e
potesse essere condiviso da tutti i Comuni.
Era una proposta di convenzione minimalista, proprio per allinearci anche al fatto che la Regione,
come dicevo prima, l’11 febbraio ci ha detto “o adottate uno statuto base per tutti, o intervengo io”.
Così sta scritto. Era una proposta di convenzione minimalista, con la quale si cercava di eliminare i
precedenti punti di scontro tra i Comuni, salvando quelli comuni.
Successivamente, sempre negli incontri qui presso la sede del Comune di Rovigo, incontri tra gli
otto Sindaci del 22 febbraio e 29 febbraio, l'argomento “costituzione Consiglio di Bacino” non si è
affrontato proprio articolo per articolo; ne abbiamo parlato confrontandoci, e soprattutto nel corso
dell’ultimo incontro, poi era anche presente il Presidente di Ecoambiente, quello che rappresenta un
po’ questo gruppo di Sindaci mi ha fornito una bozza di statuto che, sotto il profilo del rispetto di
quelle che sono le norme della Legge Regionale del 52, è una proposta irricevibile, però non è un
punto di vista personale.
Quale Ente Coordinatore, quindi, e non volendo demordere dal ricercare una condivisione, si è
inviata successivamente ai Comuni del gruppo di lavoro, e a tutti i Comuni della Provincia di
Rovigo, una convenzione ancora più aderente alla convenzione tipo regionale, e l’abbiamo fatto in
data 8 marzo, la stessa che oggi viene sottoposta alla vostra attenzione, cioè questa. La convenzione
qui proposta contiene in neretto alcune necessarie integrazioni al testo tipo, e si possono evidenziare
le integrazioni.
Lo steso giorno 8 marzo è avvenuta una riunione con il gruppo di lavoro senza riscontro sulla
costruzione del bacino, ma bensì ci hanno lasciato un foglio con una traccia, ripeto, irricevibile.
Sempre in quella data, l’8 marzo, e malgrado alcune osservazioni regionali, si voleva il Consiglio di
Bacino a tutti i costi come organismo di controllo in house della società Ecoambiente.
Dopo la Commissione Consiliare del 14 marzo, e quindi solo giovedì 17 marzo, è pervenuta dal
Sindaco di Lusia, a nome di 32 Comuni, un documento che, quanto a costituzione del Consiglio di
Bacino, afferma: “A questo proposito corre l’obbligo di precisare che nel caso in cui non sia
possibile inserire il cosiddetto controllo analogo all’interno dello schema di convenzione e statuto
dell’istituendo Ente, si ritiene necessario che il Comune di Rovigo accetti formalmente la necessità
di esercitare tale forma di controllo su Ecoambiente, rispettando la normativa in vigore,
precisamente l'articolo 12, paragrafo 3, della Direttiva Unione Europea 2014/24, non in funzione
delle quote societarie possedute dalle singole Amministrazioni Comunali, ma esclusivamente nel
rispetto del principio una testa un voto”.
Prima l’ha ricordato anche il Presidente di Ecoambiente: il controllo analogo di fatto è già esercitato
dal Consorzio, che dovrebbe (uso il condizionale) rappresentare tutti i 50 Comuni del territorio;
purtroppo non lo fa, perché l’abbiamo visto sia in sede di assemblea dei soci di Ecoambiente con la
nomina del componente del CdA, dove ha sovvertito l’indicazione dei 50 Comuni nell’indicare un
nome diverso, ed anche in altre occasioni non ha consultato i Sindaci, però di fatto Ecoambiente è
formata da socio Comune di Rovigo al 66% e rotti, più il Consorzio RSU, come diceva prima il
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Presidente di Ecoambiente per deliberare serve l’80%, quindi di fatto è un controllo analogo, che
poi anche nella fase di scambio dei dati, ogni qualvolta che si portano delle delibere in sede di
assemblea.
Quindi sovvertire quello che è uno statuto già presente, e quindi se qualcuno ha degli intendimenti
diversi deve modificare lo statuto, ma soprattutto, come già accaduto fin dalla prima assemblea,
dove qualcuno voleva imporre due componenti su tre del CdA, nonostante le quote, e quindi, come
dicevo prima, la difesa di un patrimonio che va in capo al Comune di Rovigo, quindi 52.000
abitanti, lo indica anche il Codice Civile, è un dato di fatto. Qui “una testa un voto” non si capisce
bene cosa voglia dire.
A dire il vero è ben chiaro a questa Amministrazione che l’ingresso dei Comuni nella compagine di
Ecoambiente necessita la riscrittura dello statuto in house, ed è quello che ho appena detto.
E’ anche chiaro che nel riscrivere lo statuto e con l’entrata in funzione del Decreto Madia, l’articolo
12, paragrafo 3 della Direttiva 24/2014, identifica “i tratti del controllo analogo dovrà essere
rispettato”. Noi andiamo a recepire, ma dobbiamo modificare uno statuto, ma quello che è
importante è che oggi la Regione Veneto, nelle more della definizione del Consiglio di Bacino,
strumento necessario ed indispensabile per superare tutta questa serie di.... io non le chiamo
polemiche, perché poi, come ho detto prima, leggo i numeri, che sono costi in capo al Consorzio,
che sono tariffa che ognuno di noi residente in questa Provincia dovrà sborsare di tasca propria, e
anche oltre un milione.... quant’è il costo del Consorzio RSU?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Poco meno di un milione e mezzo. Quindi il riallineamento al testo base, con un paio di integrazioni
che troverete nella delibera, è stato fatto esclusivamente per dare corso a quello che la Regione ci
chiede nel rispetto di una legge regionale. Nessuno vuole imporre nulla a nessuno. Il ruolo di Ente
di coordinamento del costituendo Consiglio di Bacino è un ruolo che c'è stato conferito dalla
Regione Veneto nel rispetto della norma, quindi noi non siamo qui a prevaricare niente e nessuno;
siamo, plurale, come organo politico, ma soprattutto anche come amministratore mi sono sempre
reso disponibile al confronto e al dialogo, ed ho partecipato agli incontri ufficiali (a quelli privati
non sono mai stato invitato, ma francamente non mi interessava più di tanto) perché sono sempre
rimasto ed ho sempre interloquito sia con Ecoambiente per quello che riguarda le informazioni, le
richieste di documenti, e sia anche per quello che riguarda il Consorzio RSU, ahimè il Consorzio
molto spesso non risponde, o risponde tardivamente, con ragionamenti che voi vengono
sistematicamente anche in sede interlocutoria smentiti, e molto spesso il Consorzio ha smentito se
stesso in sede di assemblea dei soci di Ecoambiente.
Quindi quello che si chiede oggi, e nel testo della delibera vi è anche sostanzialmente
l'annullamento della precedente delibera del 30 novembre, è l’approvazione di un testo, che poi
verrà anche già oggi, o domani mattina al più tardi, reinoltrato a tutti i restanti 49 Comuni, e per
conoscenza alla Regione Veneto, e noi siamo sempre qua disponibili, nel rispetto delle indicazioni
della Regione Veneto e delle norme che regolamentano questo tipo di servizi. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie signor Sindaco. E’ aperta la discussione.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Volevo fare solo una domanda, l’intervento dopo.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Gliela faccio fare, prego Vernelli.
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VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Solo una domanda. Credo, signor Sindaco, che Lei debba anche un po’ individuare gli scenari
possibili. O vuole che lo facciamo noi come Consiglieri?
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Gli scenari possibili di volta in volta, in funzione degli step che questa Amministrazione ha, nel
rispetto della norma, eseguito, ce li dà la Regione Veneto, perché noi oggi pomeriggio inoltreremo
l’esito di questa votazione, che io non conosco, favorevole o contrario lo deciderà l'aula, alla
Regione Veneto...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
E’ sempre così, quando si vota non si sa; se si prima, non si può. E poi il nostro ruolo è quello di
approvare una convenzione, che la Regione ci ha detto “quella che avete elaborato va bene, non è
stata condivisa da tutti i 50 Comuni; portatene una, che è la nostra base. Dopo noi alla fine faremo
la conta, chi l’ha approvata va bene”. Per esempio, se penso ad Arquà Polesine, a suo tempo
approvò già questa.
Altrimenti - l’ha scritto nella lettera dell’11 febbraio - attiverà i propri uffici, e poi non chiedete a
me cosa faranno loro. Interverrà nei Comuni inadempienti.
Questa non è più di mia competenza, “mia” intesa come Ente, “nostra” come amministratori.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Siccome Lei ha studiato bene la cosa, e poi è anche l’Autorità in questo momento di
Coordinamento, Lei prevede che ci sia la possibilità che si venga alla fine ad addivenire a due
Consigli di Bacino diversi?
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Girano sentenze, poi ce ne sono altre che entrano nel merito di situazioni che poi hanno visto i
Comuni doversi accollare delle cifre esorbitanti, se penso anche a Padova 3 qui poco lontano da noi,
nella confusione totale di questa materia, ha visto anche delle sentenze non più tardi credo un po’
prima della fine dell’anno, che andavano a condannare, ve lo ho girate anche, rispetto agli
atteggiamenti.
Io dico solo, e torno sul percorso fatto e condiviso dai rappresentanti del Consorzio RSU in sede di
assemblea di Ecoambiente, ovvero della convenzione riscritta. La convenzione siamo tornati a
scriverla, è stato sottoscritto un cronoprogramma, e sono state fatte anche delle delibere in sede di
assemblea dei soci di Ecoambiente.
Tutto questo è stato disatteso, poi non entro nel merito delle dichiarazioni, non mi interessa, io
guardo il percorso ed i fatti. E’ stato disatteso, fatalità, e lei l’ha richiamato prima, dopo che
Ecoambiente, nel rispetto dei documenti sottoscritti, ha effettuato due bonifici da 350.000 euro
l’uno, a fronte della presa in carico entro il 1° gennaio 2016 delle due vasche di Taglietto 1.
Non è stato fatto, in tutta risposta c'è stato detto che quei soldi sono stati usati per fare altre cose, e
allora torniamo, non dico al 16 giugno 2015, ma a tutto quel percorso che mi ha visto impegnato,
insieme alla mia maggioranza, successivamente, ovvero che sono stati adottati dei provvedimenti
senza la copertura finanziaria. Questo va in antitesi con le norme di riferimento, poi ognuno se ne
assumerà le proprie responsabilità, non sta a me, e sono i contenuti di quella relazione/esposto che
ho ricordato prima.
Qui si tratta di entrare nella logica di una Regione veneto che ci chiede, rispetto ad atti già
approvati, che andavano bene, io ve lo dico con parole semplici, cioè che erano legittimamente stati
recepiti anche dalla Regione Veneto, ma non condivisi da altri Comuni; noi non possiamo andare
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negli altri Comuni, e men che meno possiamo recepire delle indicazioni che vanno contro la Legge
52. Questo è il punto.
Poi se lo scenario cambia nel couso d’opera, io non posso dire altro, alla data del 22 marzo.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Questa volta la faccio intervenire, Vernelli. Intervento del Consigliere Vernelli, prego.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
E’ un intervento, perché speravo in una risposta che mi aiutasse a capire meglio. Il Sindaco non ha
risposto al dubbio principale che mi resta, cioè c'è una strategia secondo me per arrivare, o per una
minaccia, oppure perché ci pensano veramente, a due maggioranze diverse all’interno dei nostri
Sindaci. Nell’ipotesi peggiore si potrebbe venire a creare una configurazione con due Consigli di
Bacino diversi, uno dei quali potrebbe avere la proprietà e la gestione della discarica, che in questo
momento è in capo ad Ecoambiente, in virtù di una convenzione firmata nel mese di novembre,
firmata però con il Consorzio RSU. Quella convenzione secondo me rischia di essere messa in
discussione nell’ipotesi che si creino due maggioranze alternative, però io stesso sto cercando di
capire che cosa sta succedendo.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Questo è il problema: il bacino è uno, però abbiamo un piccolo precedente, che spero venga
vanificato, che è quello della creazione del micro-bacino nella Provincia di Vicenza, dove tre
Comuni sono usciti.
Però, visto che il tempo è poco, e anche il momento è sbagliato, credo che dobbiamo prendere il
esame la considerazione del tutto irrituale che i 5 Sindaci hanno fatto, in termini anche formalmente
di dare una mano tesa, in sostanza di imporre un ultimatum a questo Consiglio Comunale, che si
deve prendere una grossa responsabilità.
Parto dalla fine: io sono per la revoca della convenzione che abbiamo assunto, perché se la Regione
deve agire con l’individuazione di un commissario ad acta, è ben che questo commissario ad acta
abbia la più ampia flessibilità e la più ampia mano libera; il fatto di approvare un’altra convenzione
pone il rischio che anche questa convenzione debba poi di nuovo essere revocata e sostituita dal
Consiglio.
Credo che in questo momento sia indispensabile porre la questione nelle mani della Regione per
due motivi: 1) per fare ordine; 2) per togliere di mezzo l’ingombro generato da una gestione
commissariale del Consorzio RSU, che è problematica continuamente fino alla revoca dei patti
sottoscritti con il cronoprogramma, cioè quel cronoprogramma oggi viene di nuovo ridiscusso non
solo dal Commissario e dal Direttore che l’hanno firmato, ma addirittura dai Sindaci, perché quando
qui ci dicono che la trasformazione del Consorzio Azienda Speciale con la successiva fusione, che è
ancora subordinato ad altri elementi, dopo che abbiamo già deciso come deve essere approntato
quel processo, che questa cosa è subordinata al ridimensionamento delle deleghe del Direttore
Generale di Ecoambiente, ed è stato prima chiarito perfettamente che i Sindaci non hanno nessuna
titolarità sulle deleghe del Direttore, ce l’hanno i soci, cioè il Comune di Rovigo e il Consorzio
RSU, ma non ce l’hanno certo i Sindaci.
Quando si mette in discussione il piano industriale di Ecoambiente, bloccandolo in maniera
artificiosa, e creando complicazioni sui bilanci di tutti i Comuni, e su questo punto tornerò, perché è
un punto di fragilità dell’approvazione dei nostri bilanci successivi, per cui in qualche modo il
punto nodale sul quale si viene a capo è l’approvazione dell’ampliamento della discarica con il
progetto volumetrico complessivo che porta 550.000 tonnellate, la quantità di tonnellate - mi
correggano i nostri ospiti di oggi - della Provincia di Rovigo è di 28.000 tonnellate all’anno, quindi
una discarica di 550.000 tonnellate, questo impegno finanziario deve essere sostenuto nell’arco di
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nove anni, significa che è molto superiore alla capacità di conferimento della nostra produzione di
rifiuti, con una raccolta differenziata ancora limitata, perché se aumentiamo la raccolta differenziata
la quantità di rifiuti che portiamo è ancora inferiore.
Questa è una imposizione che ci viene fatta come ricatto fondamentale per il completamento della
discarica con le 550.000 tonnellate previste, cioè significa dare il via libera perché qui arrivino i
rifiuti da fuori Provincia e arrivino i rifiuti speciali.
Su questo io non posso altro che essere in disaccordo verticale, completo. Questa discarica non va
completata, va completata la bonifica, e aggiungo, e mi riferisco al Presidente del Consiglio, al
Sindaco, al Presidente Paulon e altro, non portando a tariffa il costo della bonifica, perché considero
irregolare e punto problematico il fatto che nella tariffa dei rifiuti si debba pagare la bonifica della
discarica. La discarica deve essere pagata da chi l’ha gestita in una maniera inopportuna, di chi non
ha fatto gli accantonamenti precedenti, di chi non ha fatto la gestione del post mortem. E’ una
rapina dei nostri cittadini portare a tariffa il costo della bonifica.
Quello che qui è nascosto, e quando io dico che la gestione del Consorzio RSU è problematica, é la
responsabilità sulla gestione di una discarica che a noi potrebbe anche non servire a nulla, se
avessimo la malaugurata idea di andare, per esempio, verso l’incenerimento perpetuo, cioè potremo
decidere oggi che la nostra strategia è il conferimento verso gli inceneritori, raccolta differenziata e
conferimento verso gli inceneritori. La discarica non ci serve più, però dobbiamo pagarla perché
qualcuno ha sbagliato. Questo è ciò che sta sotto tutta la polemica di questi mesi.
La bonifica viene fatta con fondi diversi, e questi fondi vengono ricercati dai soggetti che ne hanno
la responsabilità. Portarla a tariffa è un furto.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli. Ci sono altre richieste di intervento sulla delibera generale? Romeo, prego.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Presidente, non ripeterò quanto detto prima. Io mi associo a quanto chiesto dal Consigliere Vernelli,
chiedo la revoca di questa delibera.
Credo che un ulteriore scontro non vada nella direzione di trovare una soluzione a quello che
secondo me può diventare un problema per la città di Rovigo, per tutta la gestione dei rifiuti, e
credo che in questo caso si stia veramente sottovalutando.
Prima il Presidente Paulon mi citava la nota della Regione Veneto che sostiene che diversamente
non resterà che attenersi al testo licenziato. Però, guardi, quando io mi riferivo alla sentenza del
TAR Campania era proprio contro la Regione di appartenenza, cioè il TAR definisce la
convenzione obbligatoria per l’esercizio in forma associata uno schema tipo, cioè quello
predisposto dalle Regione viene definito schema tipo di natura orientativa, modificabile dai
Comuni, e da ATO dice, disaccordo tra amministratori il principio maggioritario. Dice questo.
Quindi non è che risolviamo tutto dicendo “vabbè, non prendiamo una decisione, anche se siamo in
minoranza - perché lì sei in minoranza - arriva la Regione”. Non è detto, perché se gli altri Comuni
che hanno le quote maggioritarie, ovvero le 140 quote, ricorrono al TAR, c'è già una sentenza che
va nella direzione di dire “ok, si decide a maggioranza”. Non so se capite dove stiamo andando.
Vorrei che ci fosse a questo punto, prima di andare poi nel merito, un intervento dei tecnici in
merito a questa questione, dove ci sia la certezza assoluta che questa non è una possibilità, è una
probabilità, e che tutto andrà come la regia del Comune di Rovigo ha deciso di andare avanti. Se
qualcuno si assume questa responsabilità, discutiamone, però fateci capire quali sono le differenze
fra una situazione ed un’altra, e soprattutto la questione del controllo analogo, perché è così
divergente, e non può essere superata, perché mi sembra veramente una cosa assurda. Diteci qual è
il problema vero del controllo analogo.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
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ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Al di là dei cracker della Menon, diteci esattamente, perché poi rimane a verbale, e quindi quando
tutti i Consiglieri andranno a votare, andranno a votare consapevolmente.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Romeo. Non a caso avevo chiesto sia al Presidente che al Direttore di fermarsi, infatti
proprio su questo, mi pare, il Presidente di Ecoambiente, visto che ha partecipato a tutte le
assemblee, ed in particolare in quelle assemblee con il Consorzio RSU si è parlato di questo, ha
partecipato all’incontro del gruppo dei Sindaci, quindi, prego Paulon, se vuole su questo rispondere.
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Come vede, il sistema giudiziario italiano è un po’ variegato, perché lei accennava al TAR della
Campana, e ci sono già interpretazioni diverse sul TAR della Campania.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
PAULON LUIGI – Presidente di Ecoambiente:
Il Consiglio di Stato ci dice chiaramente, perché il problema credo sia essenziale, che è la
caratteristica della società Ecoambiente di come stiamo gestendo la cosa.
Io invito lei, come invito tutti i Consiglieri Comunali, a valutare una cosa: Ecoambiente per il 66%,
più il 20% del rimanente, è della città di Rovigo, non è della maggioranza, di Bergamin o di
qualcun altro. E’ della città. E come tale nel principio della rotazione politica oggi al governo di
Ecoambiente c'è il sottoscritto, a settembre scade il mio mandato, può darsi che Bergamin, o chi ci
sarà, decida un altro Presidente. Può darsi che le prossime elezioni vinca il centro sinistra rispetto al
centro destra.
Il problema è chi tutela Rovigo ed il suo patrimonio con il sistema del controllo analogo. Il sistema
del controllo analoga prevede addirittura, secondo quelle che sono le ristrettezze ed il grande potere
che dà la normativa, anche il Madia sulle aziende partecipate, praticamente limita al minimo il
potere gestionale in capo al Consiglio di Amministrazione. Addirittura anche la nomina del
Consiglio di Amministrazione e la sua rimozione può essere fatta da chi esercita il controllo
analogo.
Voi capite che in questo momento qua stiamo parlando di un capitale che i cittadini di Rovigo nel
suo passato hanno costruito. Non dimentichiamo che l’ecocentro è ammortizzato sulle bollette dei
cittadini di Rovigo, no su quelli della Provincia; è un capitale che tutti quanti abbiamo riconosciuto,
perché fatto dall’azienda del Comune di Rovigo all’epoca. Per cui in questo momento qua svilirlo,
quando alti hanno tenuto per sè il patrimonio, non ha un senso, perché se errori del passato ne sono
stati fatti nella costruzione e nei trasferimenti di capitali, non possono in questo momento qua
pagarli la città di Rovigo.
Un giorno parlavamo con il Direttore di quelli che sono gli ecocentri che ci sono distribuiti sul
territorio provinciale, e la quasi totalità di questi sono di proprietà dei Comuni, e sono in gestione ad
Ecoambiente, con problemi proprio attinenti alla gestione, alla messa in sicurezza, alle
manutenzioni straordinarie, al rispetto delle normative.
Che cosa succede? Se questi dieci Comuni proprietari di ecocentri se avessero conferito all’epoca
della costituzione quel piccolo capitale all’interno della società, ora come ora staremo parlando di
un’inversione di tendenza, perché la parte capitale sarebbe stata ed il controllo analogo sarebbe
diverso, perché ci sarebbe un controllo analogo fatto da un Ente di Bacino, perché non c'è
l’incidenza all’interno del sistema.
I patti parasociali, che voi mi insegnate possono essere la possibilità di governare, perché già
attualmente abbiamo dei vincoli reciproci. Il Comune da solo non può governare Ecoambiente, il
Consorzio da solo non può governare Ecoambiente. Qua invece si vuole che il Consorzio dei 49,
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perché dicono che, essendo clienti e contemporaneamente padroni indiretti della società, la
vogliono....
La Legge 52 dà momentaneamente la responsabilità ai Comuni di dire “non avete voluto rinnovare
il Consorzio Azienda Speciale, quindi adesso sto gestendo il servizio per voi”. Il problema non è
quello. Il problema è che se i Sindaci non sono tornati in possesso, allora il Consorzio non c'è più,
ed Ecoambiente deve chiamare i 50 Comuni in assemblea dei soci. Questo non può succedere
perché non l’hanno ancora sciolto, perché alla Camera di Commercio il Consorzio Rifiuti Azienda
Speciale risulta ancora un’azienda viva, non solo, ma in cui c'è un amministratore unico adesso,
prima c'era un liquidatore, quindi c'è una forma di confusione, ma quello che rimane prioritario è il
fatto che il controllo analogo prevederebbe, o prevede, perché non è un condizionale, è un
imperativo, il fatto che questi praticamente governano la società, decidendo di fatto quello che
vogliono fare della società e cosa vogliono far fare alla società. E questo è indipendenti dai principi
di trasparenza, corruzione, però di fatto sulla parte investimenti, o sulla parte delle scelte da fare,
sono opposizioni in cui logicamente il Comune capoluogo può rivedere le sue posizioni, perché poi
le politiche, per quanto riguarda l'Ente di Bacino, la discarica, il separatore, non entra più in campo
il controllo, ma riguarda l'Ente di Bacino, perché la politica rimane in capo all’Ente di Bacino sulla
progettualità; quello che casca sul coso è che la progettualità deve essere calmierata insieme ai soci.
Il Consiglio di Stato lo dice chiaramente. Perchè, che cosa dice? Altrimenti viene fuori che una
minoranza di capitale governa la maggioranza di capitale. Questo è l’esempio sbagliato, perché la
minoranza di capitale, 36%, governerebbe la maggioranza di capitale, e con un vincolo assoluto,
sapendo poi che all’interno della minoranza di capitale bastano la maggioranza delle teste e la
maggioranza delle quote, quindi vuol dire che una minoranza della minoranza, o una maggioranza
della minoranza può governare, quindi limitando notevolmente il potere ad una singola fase del
sistema societario di Ecoambiente. E’ roba complicata, ma è semplice. La minoranza organizzata è
quello che si sta portando avanti, che una minoranza organizzata vuole governare Ecoambiente
nella sua totalità, con i suoi capitali, con i suoi investimenti, e così via.
Riguardo al discorso di quello che hanno dichiarato una parte dei Sindaci, è chiaro, cioè è una
violazione statutaria, perché i poteri dati al Direttore Generale sono poteri, che poi che gli abbiano
dato il discorso del rapporto con le Amministrazioni Comunali è una scelta che hanno fatto. Poi è
l'assenza della politica degli anni che ha fatto sì che magari il Direttore possa avere più o meno
visibilità nella rappresentanza.
Io penso che qua avete apprezzato tutti quanti la relazione del Direttore, e non si è sostituito al CdA,
è stato complementare all’attività del Consiglio di Amministrazione.
Io terrei separato il discorso che hanno inserito, perché prima diceva Vernelli, di quello che hanno
scritto, perché di fatto è anche una cosa anche poco simpatica nella gestione, e soprattutto anche per
l’azienda stessa, che sta portando avanti.
Sul controllo analogo la differenza tra le due realtà di proposta è solo ed esclusivamente lì, su
questo tipo di governo, che può essere fatto tranquillamente, a mio parere, all’interno di un
ragionamento complessivo, che riguarda l’intera città di Rovigo nei confronti del resto della
Provincia.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Presidente Paulon. Ci sono altre richieste? Borgato, prego.
BORGATO ANDREA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie Presidente. Solo qualche chiarimento, perché ovviamente non conosco la storia, la genesi di
tutta questa diatriba che è sorta in questi ultimi mesi, tra l'altro ero interessato ieri sera anche ad
andarmi a vedere quanto avevate detto e discusso nel Consiglio Comunale mi pare di dicembre, per
vedere quando avete affrontato il tema della convenzione, ma purtroppo ad oggi, e riprendo anche
una interpellanza che ha fatto il collega Rossini, sul sito del comune siamo fermi con i verbali al 26
ottobre, anche se abbiamo già approvato i verbali di novembre e di dicembre, e questo non è utile
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neanche al lavoro dei Consiglieri quando ci si va a rivedere. Il Presidente non mi sta ascoltando, ma
spero che lo farà presente quanto prima che i documenti siano disponibili sul sito del Comune.
Dicevo che non conosco la storia, però quello che mi ha incuriosito è capire cosa è successo nel
meccanismo di collaborazione, di relazione, tra il Comune capoluogo e gli altri Comuni, dopo
l’incontro che c'è stato il 12 febbraio, dove, anche con un comunicato suo, signor Sindaco, si
esprimeva un apprezzamento globale, totale, per questa “ritrovata” voglia di collaborare tra i
Comuni per trovare un’intesa rispetto ad un documento Comune. Bisognerebbe capire chi è venuto
meno, sembra che sia venuta meno solo una parte, e quindi è strano che, nel momento in cui si trova
una linea di lavoro comune, ad un certo momento poi tutto crolli improvvisamente, e non si vada
più d’accordo.
C'era un’altra questione che aveva adesso preannunciato anche la collega Capogruppo Romeo; ha
risposto il Presidente Paulon, e lo ringrazio della sua interpretazione, ma a me servirebbe, sarebbe
utile che ci fosse un tecnico, quindi non so se sia un dirigente, che ci dica, qualora in questa sede
oggi venga approvata questa famosa convenzione, che istituisce il Bacino Rovigo, dall’altra parte se
gli altri Comuni, che formerebbero una altra maggioranza più pesante, ad un certo momento
decidessero poi il contrario, quindi non aderiscono a questa convenzione, ovviamente cosa succede?
Possono coesister questi due bacini, oppure no? Quindi ci vorrebbe almeno il conforto di un tecnico
che ci dica che questa cosa succederà o non succederà.
Dall’altra parte poi so che c'è stata anche una paventata idea che, qualora venga meno la possibilità
degli altri Comuni di aderire allo schema di convenzione che oggi viene proposto qui in Consiglio
Comunale a Rovigo, la possibilità anche che gli altri Comuni revochino l'affidamento ad
Ecoambiente del servizio, e quindi Ecoambiente si trova diversi client in meno a dover gestire, con
un problema che ad un certo momento sarebbe un danno economico enorme per una società di cui il
nostro Comune detiene quasi il 70% di partecipazione, e si trova ad un certo momento a non poter
più gestire il servizio di una grossa fetta del territorio provinciale per quanto riguarda la gestione dei
rifiuti, quindi un’ipotetica scatola vuota all’orizzonte, che sarebbe veramente preoccupante se
questo dovesse succedere, ed è nella loro facoltà ovviamente di poterlo fare.
L’ultima cosa è proprio di carattere prettamente tecnico: nella delibera che oggi sottoponete
all’approvazione del Consiglio avete accennato alla revoca della precedente delibera. Io non riesco
a leggerla nel documento che avete mandato...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
BORGATO ANDREA – Consigliere Partito Democratico:
E’ un emendamento? Siccome non c'era nella documentazione che abbiamo ricevuto, quindi va
bene. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Borgato. Voleva rispondere su almeno uno dei quesiti politici il signor Sindaco. Prego signor
Sindaco.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Tutto quello che è stato comunicato dopo gli incontri, Consigliere, non era frutto di
un’interpretazione mia di quello che ci siamo scambiati le opinione, rispetto anche dopo il 12
febbraio, ma concordato insieme, nel senso che in quel momento si sono condivise delle opinioni:
una su tutte che la comunità non può più sobbarcarsi il costo di un Consorzio, che incide nella
tariffa in maniera importante, oltre che nelle dinamiche, ed abbiamo convenuto durante questi
incontri che l’unico modo affichè il Consorzio non cessi la sua interazioni, ma la sua attività sia
quella di procedere con la fusione.
Ce lo stiamo ancora chiedendo in tanti perché il Consorzio stesso abbia disatteso sia la convenzione
che ha sottoscritto a novembre, sia il cronoprogramma, ma anche le delibere assunte e votate, quindi
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oltre l’80%, ma all’unanimità, nel corso dell’assemblea dei soci, ce lo stiamo chiedendo ancora tutti
quanti. Ed in più, quando con il gruppo dei Sindaci siamo arrivati al dunque all’ultimo incontro,
dove è stata fornita una bozza di convenzione, ripeto, non irricevibile da Massimo Bergamin,
irricevibile rispetto alla costruzione che ci indica la Regione Veneto, cioè allo statuto base, che può
essere integrato, tipo come abbiamo fatto noi il 30 novembre, ma di punti che non siano incoerenti
rispetto alla legge. C'è stata fornita, invece, una bozza di convenzione irricevibile, quindi non
potevo portare questo statuto qui oggi.
Cosa succederà dopo? L’ho detto prima, e l’ha scritto la Regione Veneto nella comunicazione
dell’11 febbraio; se volete la leggo, adesso io non ce l’ho cartacea, però l’abbiamo detta più volte,
l’ha ricordata anche prima il Presidente di Ecoambiente Paulon, cioè lo dice, lo dichiara, lo scrive la
Regione Veneto quale sarà lo scenario successivamente ad una mancata condivisione dello stesso
statuto, ma ce lo scrive dal settembre del 2015, ma non per imputare a noi una mancanza, tant’è che
nella precedente comunicazione c'è anche scritto “diamo atto al Comune di Rovigo di avere svolto
tutti i passaggi, di avere adempiuto ai passaggi di sua competenza, in qualità di Ente di
Coordinamento per il costituendo Consiglio di Bacino”. Questo è il ruolo, tant’è che noi quando
comunichiamo con i Sindaci, con la Regione rispetto a questo tipo, di adottare statuto e quant’altro,
scriviamo sempre con la carta intestata “Ente di Coordinamento”, cioè è sempre nel rispetto delle
indicazioni della Regione Veneto, che si rifà a delle norme ben precise.
Quello è scritto in quella lettera, poi i tempi, piuttosto che le modalità, non sta a me, in questo
momento non le conosciamo, ce le farà sapere la Regione Veneto quali saranno i tempi e le
modalità dell’intervento.
Una cosa è certa, ed è chiara, ed è delineata negli atti e nei fatti, non tanto al contorno, dove magari
non dico ci sia il gioco delle parti, però... e non è nemmeno una questione di partiti, perché io ho
condiviso con diversi esponenti anche del Partito Democratico, piuttosto che diversi amministratori,
che la pensano esattamente non come Massimo, in quanto esponente di un altro partito, ma rispetto
ad un percorso, ma mettendo in fila le carte, come piace a dire a me, non dico dal 16 giugno quando
sono stato proclamato Sindaco, ma ben prima, all’inizio, troviamo un dato che si distingue anche
nella questione acqua, adesso non voglio divagare, di Polesine Acque, e di altre tematiche che
riguardano il Polesine, questa Provincia, ovvero che, dal momento in cui c'è stato il vuoto di potere
politico, di governo della città, molti soggetti da una parte dicevano “fermiamoci e attendiamo il
nuovo Sindaco di Rovigo, indipendentemente da chi sarà”. Perché questo? Sia per la valenza, nel
caso di rifiuti, della rappresentanza in Ecoambiente, ma non solo, Polesine Acque idem, e tante altre
realtà. Se penso alle elezioni in Amministrazione Provinciale, lo disse e lo dichiarò il giorno dopo la
sua elezione anche il Presidente Trombini di questo “sì, io oggi sono qui”, però mancava la parte
che rappresenta la città di Rovigo, quindi non ha potuto esprimersi in quella sede. E lo dicevano con
le labbra, con la bocca, lo dichiaravano, ma poi con la manina sottoscrivevano documenti dove,
invece, tracciavano e delineavano scenari completamente senza la parte politico-amministrativa del
Comune di Rovigo.
Questo è il primo punto, poi chi ha vinto lo sappiamo tutti, e chi governa lo sappiamo altrettanto,
non è questo. Però vi è a monte di tutti questi processi, della fusione con CVS piuttosto della
gestione rifiuti, e sempre con le carte sul tavolo si comprende anche che molti degli eventi che si
sono susseguiti nel tempo hanno come obiettivo principale il prendere tempo; qualcuno poi
potrebbe dire il perdere tempo. In effetti, sì, cioè cercare di far slittare quella che poi sarebbe
l'azione principale, ovvero la costituzione del Consiglio di Bacino, dove veramente lì poi i Comuni
vanno ad interagire con la gestione, sono i protagonisti della gestione.
In questo momento abbiamo, invece, Ecoambiente, che è l'Ente in house che gestisce, l’assemblea
dei soci con un Consorzio che, come ho detto prima, molto spesso non coinvolge i Comuni stessi
nel momento delle scelte importanti, e l’abbiamo visto in occasione della nomina del Consiglio di
Amministrazione di Ecoambiente quando si dimise il Consigliere di Villadose, Lisa Schibola.
Quindi ci sono molto spesso dei cortocircuiti politici, che poi messi insieme, ed il dato dei 6 milioni
di euro di esposizione di Ecoambiente, e andiamo a vedere quali sono i Comuni, li ritroviamo, non
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
dico tutti nelle fotografie di ieri, ma quasi. E’ un dato di fatto, come aprir la finestra e dire che
vediamo Piazza Vittorio Emanuele, piuttosto che i Champs Elysee, magari ognuno di noi potrebbe
decidere cos’è migliore, però questo è il dato di fatto, che si mettono in fila tutti i documenti con
una tempistica precisa, è un lavoro complesso e anche abbastanza impegnativo, però il dato di fatto
è che chi doveva accelerare, comunque, se parliamo che il Consorzio non dovrebbe più esistere da
due anni e mezzo, non sta agevolando questo percorso, ovvero della fusione. Poi qui potrebbero
entrare, non è sicuramente questa la sede per parlarne, delle perizie, che non sono giurate, che
contengono dei dati, come diceva prima il Presidente, che sostanzialmente qualcuno ha detto
“dimmi i numeri”, ce ne siamo confrontati anche l'altra sera durante il confronto pubblico.
Io non so cosa voglia dire la stagione degli asfaltatori, piuttosto che altre cose, perché poi quando
un amministratore si trova sul tavolo un’azienda che è valutata in un certo modo, e quindi
interagisce rispetto alle quote in maniera conseguente nel rispetto dello statuto, ma delle norme che
regolano la gestione di questo tipo di società a 360 gradi, quindi non solo perché gestiscono i rifiuti,
le deve far rispettare, punto, non è che può cedere, come diceva prima il Presidente, il controllo
della propria azienda, dove alla fine ci sono dei capitali, che sono frutto di un percorso preciso, tra
l'altro amministrato nel tempo, negli anni, da qualsiasi schieramento, se penso alla ASM. Quindi
non è una questione di colori, ma si individuano perfettamente cosa sta accadendo e cosa è accaduto
da un certo periodo i poi.
La situazione più incongruente e controproducente è quella che tutti dicevano “aspettiamo le nuove
elezioni del Comune di Rovigo”, 11 mesi di commissariamento, prima di procedere con scelte
importanti, che andranno ad incidere nel territorio, poi invece sottoscrivevano impegni, accordi
politico-programmatici, e quant’altro.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie signor Sindaco. Integra la risposta la dottoressa Righini, prego dottoressa.
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
Buon giorno. Per capire, mi sono state poste due domande. Dice il Consigliere Romeo “quale è il
problema del in house?”. Voi lo sapete tutti, sentite parlare di società in house providing, quindi l’in
house, secondo il diritto comunitario, nasce e deve esistere in ambito societario. Quindi la prima
cosa che abbiamo chiesto - e sono agli atti - già nel 2014 al Consorzio RSU è perché voler costituire
un organismo in house al di fuori della società in house Ecoambiente. Questo è il primo
presupposto.
Secondo: il Decreto Madia, che spero sarà pubblicato ad aprile, in esso sarà molto chiaro che
l’ambito societario è l’ambito in cui si avrà l’in house; i soci pubblici hanno il controllo, laddove
sono più soci, in maniera congiunta no sulle minuzie della società, ma sulle scelte strategiche, sugli
obiettivi strategici per la società.
Il Decreto Madia in questo momento, nelle bozze che si vedono sui siti più accreditati, ha ripreso
pari pari una direttiva europea, che sta per essere recepita anche in Italia, perché la legge delega di
recepimento è stata data il 28 gennaio. La direttiva europea è la 24 del 2014, e fa riferimento
all’articolo 12, paragrafo 3, tratti salienti per indicare una società in house providing.
Detto questo , arrivo alla sentenza TAR Campania del 10 dicembre 2015, è la n. 5721. Questa
sentenza prende le mosse da un contesto storico, un contesto ambientale diverso. Qui abbiamo un
ATO, che è l’ATO Napoli, dove tutti i Comuni, tranne uno, Acerra, prendono lo schema, lo
rielaborano, lo integrano, lo fanno circolare fra di loro, lo approvano tutti, tranne uno, il Comune di
Acerra. Il Comune di Acerra non vuole assolutamente approvare la convenzione che tutti gli altri
comuni dell’ATO vogliono approvare, quindi è uno contro il resto. Questo si deduce dalla sentenza.
Fanno ricorso al TAR, perché nel frattempo il Presidente della Regione Campania indica il Sindaco
di Napoli come il commissario ad acta per approvare ed sottoscrivere la convenzione in luogo e per
contro del Comune e del Sindaco di Acerra.
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In questo ambito è stato ritenuto dal TAR (ed è il primo, ed è un TAR e non è Consiglio di Stato)
che prevalesse la volontà di quasi tutti gli altri Comuni dell’Ambito, e quindi fosse legittimamente il
Comune capoluogo incaricato di essere commissario ad acta, potesse sottoscrivere in luogo del
Comune di Acerra questa convenzione. Il Comune di Acerra cosa diceva? “Abbiamo lo schema tipo
regionale, prendo lo schema tipo regionale e approvo - come ha fatto - solo lo schema tipo
regionale”.
Qual è la diversità, da quello che vedo io, e da quello che so io, nel nostro Ambito? Noi non è che
abbiamo raggiunto una condivisione uno contro tutti; non è che noi, Comune di Rovigo, abbiamo la
nostra convenzione tipo. Ci sono circa 32 Comuni che vorrebbero il controllo analogo, che però
anche la Regione ha detto “non ha senso che esista nell’ambito di un Ente, che è un Ente di natura
pubblica, con funzioni di regolazione, e non ha senso che esista, perché il controllo analogo si fa
nell’ambito societario”. Quando i Comuni, a seguito del famoso procedimento di fusione,
entreranno nella compagine societaria, gioco forza lo statuto di Ecoambiente non rimarrà quello che
è; lo statuto oggi di Ecoambiente è tarato su due soci, che in una S.r.l., come tutti sanno, i soci
hanno già molto potere, in più hanno delle maggioranze molto alte per decidere, appunto, le scelte
strategiche.
Quindi senza il consenso - l’ha detto benissimo il Presidente di Ecoambiente - del consorzio, o
senza il consenso adesso del solo Sindaco del Comune di Rovigo non si va avanti, bisogna che si
incrocino le volontà. E questo è il vero senso del in house providing.
Ritornando a noi, io non ho la capacità di divinazione, quindi non so che cosa faranno gli altri
Comuni. So che però agli atti c'è una lettera del Comune di Lusia, che è arrivata in questi giorni,
che dice, in cui pone anche dei dubbi sul fatto che “se il controllo analogo non ci può essere a
livello di Consiglio di Bacino, vogliamo poi che quando entriamo in Ecoambiente il controllo
analogo l’abbiamo”. Certo che l’avrete, non è che si potrà differire da questa scelta. Se la società è
in house, la società avrà uno statuto che permette a tutti i Comuni di interagire e di scegliere
insieme. Queste sono le regole del in house che io conosco.
Pazienza qualche giorno, con il Decreto Madia sarà molto chiaro nell’articolo 16 che l’in house ha
una dimensione di tipo societario, non su un altro Ente, per quanto Ente che regola il servizio.
Questa è la vera diatriba di fondo, da sempre, con gli altri Comuni.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
Questo è l’aspetto che mi è stato chiesto, Sindaco. Non so se ho soddisfatto, vista l'ora, le vostre
esigenze, però questo è quello che ho capito.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
Come facciamo, Consigliere Vernelli, a dare una risposta ora? Affrontiamo giorno per giorno, come
dice il nostro Sindaco, e andiamo avanti.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie dottoressa Righini. Se vuole integrare un attimo al microfono il signor Sindaco, prego.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Integro anche la risposta ad Andrea, ma comunico a tutto il Consiglio Comunale che nel documento
che mi fu consegnato una settimana fa circa dal gruppo dei Sindaci, vi sono anche altri passaggi,
che sono francamente irricevibili, perché io ho sempre detto che, provate per un attimo che fosse
stato il Sindaco di Rovigo a porre dei veti dall’altra parte, cosa che non ho e non abbiamo mai fatto
come maggioranza, però in questo documento pone dei veti, e dice, anche al limite della calunnia,
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possiamo dire, perché non si può porre dei veti rispetto ad un Direttore Generale e dire “questi sono
i punti, o si applica questo statuto, o si toglie il Direttore Generale, togliendo le deleghe, o si fa
questo, o si fa questo, altrimenti noi ce ne andiamo dalla nostra parte”. Io ho risposto “auguri!”.
Cosa devo fare? Mettono veti dappertutto, dettano condizioni, ed io non faccio altro, invece, che
prendere la norma regionale, e quello che mi indica la Regione, sia come Comune, sia come Ente di
Coordinamento, e le ribaldo in pratica. Punto.
Io non ho mai messo o posto veti a nessuno, ma evidentemente a qualcun’altro questo fa più
comodo per prendere tempo.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Spero che in questo modo si siano chiarite le risposte. Rossini, vuole intervenire?
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Sì.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Prego.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Volevo porre alla dottoressa Righini, che intanto mi complimento per la sua esposizione pacata,
precisa e competente, però quello che le volevo chiedere era il punto proprio della maggioranza,
cioè secondo lei da questa sentenza, sebbene sia una sentenza del TAR, come ha precisato, e non
del Consiglio di Stato, c'è questo criterio della maggioranza che prevale, quindi?
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Rossini. La parola di nuovo alla dottoressa Righini.
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
..... rispetto sempre ad un Consiglio di Stato. Un TAR può essere in qualsiasi momento rivoltato.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
Non maggioranza, maggioritario, che in quel contesto era tutti tranne uno. C'è scritto maggioritario
nella sentenza, ed in quel contesto il TAR ha dato Ragione alla Regione, che aveva nominato il
commissario ad acta ed aveva firmato la convenzione.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Ci sono altre richieste di intervento? Romeo, è già intervenuta, però.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Prego Menon.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Sindaco, Lei proprio ci ha preso: l’unica cosa che non bisogna togliermi è il mangiare! Sono sfinita!
Anche se ho delle riserve, devo dire la verità, però sono comunque sfinita!
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Calo di zuccheri, le do una caramellina!
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MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Grazie. Erbe montane, tutto in stile!
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Io mi fido, erbe montane, poi lui dei boschi è un appassionato! Posso andare.
Allora, Sindaco, è chiaro che qui nessuno di noi, essendo stati eletti dai cittadini di Rovigo, è qui
per dare man forte ad altre situazioni, però il problema è che siamo in questa situazione che si è
creata e che rappresenta una sconfitta in partenza, perché se dobbiamo arrivare, come diceva
giustamente la dottoressa Righini, a rielaborare un nuovo statuto di Ecoambiente, se già in partenza
con questo non riusciamo a venirne a fare una quadra, la prossima volta, quando effettivamente
dovrà passare e ritrovare unanimità, dovrà passare per tutti i Comuni la prossima volta, certamente,
e quindi lo vedo veramente un cammino in salita con queste premesse.
E’ chiaro che anche l’in house non è stato creato come meccanismo malefico; è stato creato come
meccanismo per garantire che i Sindaci, gli amministratori eletti dai cittadini possano intervenire
sulle scelte di determinate società.
Ora non compete a me dire se è applicabile al Consiglio di Bacino o no. Sicuramente anche nelle
società in cui c'è attualmente l’in house, a me dispiace aver sentito prima Paulon dire che tutti
potranno mettere bocca sulla nomina degli amministratori, perché è triste da sentire questa cosa.
L’in house non nasce solo per quello, e anche nelle società in cui è già applicato alla fine ci sono
Comuni che hanno la maggioranza delle quote, e quindi le decisioni sono prese anche in base a
questo. E’ chiaro che però nell’ambito del servizio, è lì la forza del in house, non nella nomina degli
amministratori, o in altre questioni, ma nel servizio erogato direttamente ai cittadini, quindi la
raccolta dei rifiuti.
Io non riesco ad arrivare ad una soluzione, perché non sono un professore di diritto amministrativo.
Mi permetto di dire che è in partenza una sconfitta politica. Potevamo provare a costruire qualcosa
insieme. Non so chi ha la malafede per non farlo.
So che ci sono due Direttori, entrambi affezionati al loro posto, giusto?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Lei, ingegner Romanello, e l'altro dirigente che c'è dall’altra parte, Boschini, giusto?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Il Direttore. C'è un dirigente, allora? Tescaroli quanti anni ha?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Perfetto, ha già avuto risposta. Allora ci sono due figure dirigenziali, sicuramente c'è uno scontro di
potere in atto, però possiamo provare ad evitare un futuro di ricorsi su ricorsi, TAR, Consiglio di
Stati, ed addivenire ad una soluzione insieme?
E’ chiaro che non si può chiedere la testa di una persona quando si va a contrattare qualcosa, però
dobbiamo metterci insieme.
Il 30 novembre il Sindaco non ci ha portato qua la convenzione così com’era della Regione, c'era
già una differenza.
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(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Che differenza c’era? Adesso siamo arrivati tornando indietro e riportandoci l’originale
convenzione, depurata da tutte le differenze. E’ depurata da che cosa rispetto a quella che hanno
votato questi Consiglieri?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Voglio capire che differenza c'è nelle due convenzioni. Scusate, è una domanda stupida. Qual è la
differenza fra le due convenzioni? Adesso torniamo, come giustamente abbiamo detto, con un’altra,
ancora l’originale della Regione, che non avevamo voluto proporre a novembre, quando già c’era;
adesso ritorniamo sui nostri passi, e sappiamo dall’altra parte che ci sarà scontro puro, e che si alza
la bandiera del “si decide a maggioranza”. Quindi in realtà questo significherebbe che gli altri 35
Comuni hanno già fatto il Consiglio di Bacino? E’ già passato dagli altri Comuni? L’hanno già
approvato gli altri 35?
Quindi in pratica loro dicono “noi l’abbiamo già fatto il Consiglio di Bacino, siete voi adesso, come
Acerra, a dovervi attenere a quello che diciamo”. Allora io, che sono un Consigliere Comunale,
prima di votare e di prendermi l’onere di questa responsabilità amministrativa, non essendo né il
professor tal dei tali, questo o quest’altro, riterrei che mi fossero date delle risposte prima di
prendermi questa responsabilità. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Credo sia utile dare subito delle risposte. Prima l’ingegner Romanello, poi la dottoressa Righini.
Prego ingegner Romanello.
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Solo una puntualizzazione al Consigliere Menon: se la sua valutazione è che ci sia uno scontro di
potere, lo faccia; se poi però questo scontro di potere si cala a due persone, e una sono io, beh,
allora....
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
Ci sto a precisare: non sono affezionato al mio posto, visto che così mi pare di aver sentito; io sono
in un posto che è il mio finchè faccio l’incarico da Direttore Generale, sono assunto a tempo
indeterminato in Ecoambiente, ho avuto un incarico a seguito di un bando interno, scade quando
scade. Quando scade finisco di fare il mio incarico; fino al giorno prima penso di dover fare tutto
quello che sto facendo, perché è mio dover farlo. Poi le considerazioni sono che qui non ci sono
attaccamenti a sedie o a scontri di potere, perché se no debordiamo un attimo dal tema.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMANELLO GIUSEPPE – Direttore Generale di Ecoambiente:
No, io non devo decidere niente. In caso di fusione, che non so cosa vuol dire, che non so cosa vuol
dire, a me, come mi è stato chiesto di farlo, e stavo bene anche senza, torno a star anche senza,
tranquillissimamente, a riprova dei fatti.
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AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie ingegner Romanello. Sulla questione “cos’è cambiato?”, “cosa andiamo a votare oggi?”,
credo che sia utile per tutti, quindi grazie per la domanda, rispetto alla precedente delibera risponde
la dottore Righini.
Dott.ssa RIGHINI MONICA– Servizi Pubblici Locali:
Cos’è cambiato? Purtroppo bisognerebbe averle così, vado a memoria. Nella precedente delibera
parlavamo di convenzione statuto, dove con questo atto lo inquadravamo anche come statuto
fondante il Consiglio di Bacino.
Molti Comuni ci hanno criticato sul termine convenzione e statuto, dicendo “guardate che la
delibera tipo parla di convenzione”. Sul punto la Regione Veneto non ha detto nulla. Comunque,
volendo aderire in questa seconda proposta all’indirizzo regionale, che ci ha detto “o trovate una
quadra tra di voi, tutti i Comuni, o comunque non vi resta che aderire e fare una convenzione,
elaborarla nel modo più pedissequo a quella che è stata deliberata”, perché ricordiamoci che lo
schema tipo non è mai stato impugnato, quindi ha una sua valenza giuridica, abbiamo optato questa
volta per farla pedissequa, quindi parliamo di convenzione istitutiva, e non di convenzione statuto.
Abbiamo tolto ogni e qualsiasi riferimento, questo anche su indicazione regionale devo dire,
all’articolo 31 del TUEL, che fa riferimento ad una natura di Consorzio, cioè per quanto non
espressamente disciplinato dalla convenzione, si rimanda all’articolo 31. Questo perché la Regione,
come poi avete già esperienza nel Consiglio di Bacino delle Acque, l’ha individuato come un Ente
di diritto pubblico tout court, non è Consorzio, non è Azienda. Abbiamo tolto anche questo
riferimento, che in realtà avevamo inizialmente condiviso anche con gli altri Comuni. Questo su
indicazione regionale.
Già nella prima versione non avevamo previsto il controllo in house nell’ambito del Consiglio di
Bacino Rovigo.
Poi cos’altro abbiamo tolto? Abbiamo tolto alcuni riferimenti su come si convocano l’Assemblea
del Consiglio di Bacino, ed anche il Comitato di Bacino, e sono due commi di due rispettivi articoli,
perché non è previsto nella convenzione tipo, che invece dice solo come si convoca la prima
assemblea.
Poi, invece, cosa abbiamo tolto rispetto al precedente? Abbiamo tolto anche la figura del Revisore,
perché nella convenzione tipo non è previsto.
Abbiamo anche modificato, adeguandoci agli altri Comuni, quindi a quelli facenti capo ad
Occhiobello, per sintetizzare, sono diversi, il fatto che il pagamento dei contributi consortili
avvenga a 60 giorni dalla richiesta; noi nella nostra delibera, se andate a vedere, avevamo messo 30,
e anche il fatto, invece avevano già condiviso gli altri Comuni, la considerazione che il bilancio
preventivo di questo nuovo Ente Pubblico bisognava elaborarlo entro il 31 marzo dell’anno di
riferimento. E questo c'era già nella precedente delibera, e l’abbiamo mantenuta.
Quindi rispetto ai 19 articoli precedenti ora, come la convenzione tipo schema regionale, ha 18
articoli, questa convenzione che stiamo elaborando.
Tutto ciò che è stato integrato rispetto a quello che lei, Consigliere, può leggere leggendo lo schema
tipo della delibera 1117, l’abbiamo scritto in neretto, dalle quote, dalla sede, dai termini di
pagamento. Questa proposta vi devo dire il mio Sindaco l’ha voluta mandare già l’8 marzo a tutti gli
altri Comuni. Gli ha scritto una lettera in cui ha detto “non abbiamo trovato la quadra con il gruppo
di lavoro, se vogliamo procedere tutti assieme questa, come da indicazione regionale che avete
ricevuto tutti - e che abbiamo ricevuto tutti - è la versione a nostro parere più pedissequa a quella
che è la convenzione schema tipo regionale”.
Il futuro non lo so prevedere.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie dottoressa. Ci sono altre richieste? Se non ci sono altre richieste chiudiamo la discussione
generale.
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Comunico che è pervenuto un emendamento.
Quindi abbiamo chiuso la discussione generale e c'è un emendamento a firma del signor Sindaco,
che peraltro, lo anticipo, ha il parere tecnico e contabile favorevole.
Io direi quindi, come da nostro regolamento, avendo chiuso la discussione generale, di passare alla
presentazione dell’emendamento, discussione e votazione dell’emendamento, e poi alle
dichiarazioni di voto sulla delibera generale.
Quindi do la parola al signor Sindaco, in qualità di Consigliere Comunale, per presentare
l'emendamento.
Prego signor Sindaco.
BERGAMIN MASSIMO – Sindaco:
Grazie Presidente. Emendamento alla proposta di delibera consiliare n. 27 “Approvazione della
convenzione per la costituzione ed il funzionamento del Consiglio di Bacino Rovigo afferente il
servizio integrato dei rifiuti”.
Con il presente emendamento, vista la nota e-mail dell’Ufficio Servizi Pubblici Società Partecipate,
si propone che per maggiore chiarezza vengano apportate le seguenti modifiche tecniche, e non
sostanziali, al testo della deliberazione.
Si ritiene opportuno proporre l'integrazione del punto 1 del deliberato consiliare, aggiungendo, dopo
la parola “provvedimento”, le seguenti parole: “revocandosi conseguentemente la precedente
deliberazione consiliare n. 28 del 30.11.2015”.
Si propone che al punto 3 del deliberato vengano cancellate le parole “e statuto”. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
A nota dell’ufficio, semplicemente parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica a firma del
dottor Cavaliere, e parere contabile favorevole a firma della dottoressa Cittadin.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
In Commissione era emerso che non si poteva approvare una nuova convenzione senza prima
revocare la precedente. Ometto ogni commento, perché è ovvio quello che penso!
Lì si dice che c'è questo emendamento in base ad una nota dell’ufficio. Cos’è la nota dell’ufficio
che ha generato questo emendamento?
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Le posso dire semplicemente che l'ufficio, a scanso di equivoci, proprio per evitare, e questo lo so
perché ho avuto modo anch'io personalmente di parlare con la dottoressa Righini, quindi parlo
anche non per riferita, ma per aver interloquito sulla questione, proprio per evitare l’equivoco,
anche se in qualche modo c'era un’interpretazione, sempre a livello di ufficio, che diceva “il fatto di
approvare un nuovo statuto di fatto va a revocare la precedente delibera”.
Però, siccome ci può essere un equivoco su questo, per eliminar ogni equivoco, si è ritenuto
opportuno, avendo già fatto la delibera, tramite lo strumento dell’emendamento, tra l’altro proprio
dice testualmente “si ritiene opportuno, per chiarezza, proporre l'integrazione del punto 1 del
deliberato, aggiungendo dopo la parola provvedimento quello che ha detto il signor Sindaco,
revocandosi conseguentemente la precedente deliberazione”.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Sempre per trasparenza, è addirittura allegato all’emendamento. Quindi non è un documento
segreto, è allegato all’emendamento.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
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AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Le ho riportato anche un dialogo mio personale nell’ufficio del signor Sindaco con la dottoressa
Righini, proprio in merito a questa questione. Lo ridò al Segretario Generale.
Se ci sono richieste, comunque mi pare il nodo è quello che tra l'altro l’aveva sollevato,
giustamente, nel corso del suo intervento il Consigliere Vernelli, tra l'altro chiedendo in una prima
fase il discorso dello stralcio.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Per carità, comunque, siccome è stato fatto sotto forma di emendamento, quindi non è sottoforma di
una delibera separata.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
E’ un emendamento, si può. Si è fatto un emendamento, tra l'altro su consiglio dell’ufficio, l’ha
fatto proprio un Consigliere Comunale, che guarda caso è il Consigliere Comunale n. 1, cioè il
Sindaco, e ha fatto propria quella che è l'indicazione dell’ufficio, proprio per chiarezza.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Io mi domando.....
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Siccome adesso apro la discussione....
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
No, ma è una domanda tecnica, Presidente.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Prego Consigliere Romeo.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Io mi domando: da quando la revoca di una delibera precedente viene fatta attraverso la formula
dell’emendamento, come l’ha presentato?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Ho capito che si sono accorti, ma poi c'è un iter.... Di solito non avviene così. Di solito, se si sbaglia
una delibera, si revoca la delibera precedente e si va a votare la nuova delibera.
Voglio capire come mai non è stato seguito questo tipo di percorso, ed è legittimo un emendamento.
A me sembra strano, perché non l’ho mai vista una cosa del genere.
Se è così, magari ci dite esattamente il punto che ci dice che è possibile fare un’operazione di
questo tipo, perché io, ripeto, una revoca con un emendamento non l’ho mai vista.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Chiedo scusa, ripeto quello che ha già letto il signor Sindaco, e ho già letto io: è integrazione del
punto 1 del deliberato.
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Poi, per quanto riguarda il parere tecnico, il parere tecnico è stato dato in maniera favorevole. Non è
che in un Consiglio Comunale, quando il parere tecnico, mi permetta, qualcuno direbbe mi
consenta, la fa contenta, e allora va bene il parere tecnico. Se c'è un parere tecnico che un po’ la
disturba, e allora non va bene il parere tecnico!
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
No, Presidente, io voglio che sia chiaro.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Il parere tecnico va accettato così com’è.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
A me non interessa che il parere favorevole sia favorevole a quello che dico io o no. Mi interessa
capire se la procedura è corretta. Le avrei fatto la stessa domanda fosse stata una cosa fatta da noi,
non è quello.
Il principio è: è corretto o non è corretto?
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Ponga lei in quesito in maniera più chiara.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Molte volte in qualche occasione è stato dato un parere favorevole, e dopo siamo tornati perché non
lo era.
Vi sto chiedendo, siccome è una formula anomala, è corretto al 100%? Siamo sicuri? Non è difficile
la domanda!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Io più di dirle che ci sono i pareri tecnici favorevoli, non riesco a dirle. Se lei adombra qualche
vizio, espliciti meglio.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Come diceva James Bond, mai dire mai!
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Scusi Presidente, allora esplicito meglio la domanda, e la chiedo al Segretario Generale: ci legge la
parte del regolamento.....
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Prego Consigliere Romeo, ha la parola.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Grazie. Ci legge la parte del regolamento che dice che una delibera può essere revocata attraverso
un emendamento? Così siamo tutti tranquilli, perché è una cosa che ignoro.
Se mi legge e mi dice che è così, siamo tutti tranquilli e contenti, però mi deve far capire... Lo
voglio capire come Consigliere Comunale, ma voglio capire come Consigliere Comunale dove sta
scritto che questo è il metodo.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Aspettiamo la risposta del Segretario, e poi do la parola al Consigliere Rosito.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Allora, Consigliere Rosito, intanto che il Segretario....
Dott.ssa CAVALLARI MARIA CRISTINA– Segretaria Generale:
No, io rispondo.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Risponde subito il Segretario. Rosito, porti pazienza, il Segretario è già pronto per la risposta.
Prego Segretario Generale.
Dott.ssa CAVALLARI MARIA CRISTINA– Segretaria Generale:
La forma è quella di un emendamento. L’emendamento è stato presentato ai sensi dell’articolo 27
del regolamento, e semplicemente nel merito ribadisce una cosa che di fatto è già avvenuta, perché
nella consecuzione temporale di due atti che recano lo stesso contenuto, si stabilisce attraverso
questo emendamento che prevale il secondo atto, e che ha natura di eliminazione del precedente.
Questo è il contenuto dell’emendamento nella sostanza.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Devo rispettare l’ordine, Vernelli. Quindi prima Rosito, e poi Vernelli. Prego Rosito.
ROSITO ALBA MARIA – Consigliere Presenza Cristiana:
Secondo me si tratta di una delibera emendata, cioè quando verrà approvata, se verrà approvata, la
delibera emendata al primo punto avrà la revoca del provvedimento precedente.
Di solito, in tanti atti che ho visto io, quando si adotta un atto diverso di dice “revocato il
precedente”, ma questo è soltanto un emendamento di una delibera.
E’ la delibera che revoca il precedente, non è l'emendamento. Questo secondo il mio punto di vista.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Chiaro.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Giustamente, come sta dicendo il Segretario, l'emendamento va ad integrare la delibera, ed è la
delibera che va a revocare la precedente delibera, come giustamente ha detto il Consigliere Rosito.
Non è l'emendamento che va a revocare una delibera. Questo ad ulteriore conforto.
Prego Consigliere Vernelli.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Signor Segretario, se fosse vero quello che Lei ha appena detto, questo emendamento è inutile.
Quindi in questo caso io la invito a revocare l'emendamento.
Personalmente ritengo che sia indispensabile, perché un Consiglio Comunale che adotta due
delibere sullo stesso oggetto difformi si apre ad un contenzioso sterminato, però se il Segretario
Generale ha ragione, io credo che questo emendamento debba essere ritirato.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli. Il Segretario, giustamente, chiede nuovamente la parola, e gliela do volentieri,
prego.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
Dott.ssa CAVALLARI MARIA CRISTINA– Segretaria Generale:
Io ho sentito che l'emendamento è forse illegittimo, poi è inutile. Alla fine ha solo lo scopo di
chiarire definitivamente, forse ad abbundantiam, che, sopravvenendo questo nuovo impianto
convenzionale, il precedente viene posto nel nulla. Questo è il senso dell’emendamento.
Spero di essere stata chiara definitivamente.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Ci sono altre richieste? No. Allora è finita la discussione generale sull’emendamento.
Ci sono dichiarazioni di voto sull’emendamento ? No.
I tre scrutatori ci sono ancora, allora metto in votazione l'emendamento presentato dal signor
Sindaco.
I favorevoli sono pregati di alzare la mano. 17 favorevoli.
Può entrare Andriotto, però i voti sono 17, senza Andriotto.
Contrari? 7 contrari (Milan, Bonvento, Menon, Borgato, Moretto, Romeo e Chendi). Astenuti? 3
astenuti (Rossini, Vernelli e Ferrari).
Quindi l’emendamento è approvato.
Ritorniamo alla delibera di cui al punto n. 3, così come emendata.
Dichiarazioni di voto, se ci sono. Ce ne sono due: nell’ordine Vernelli, e poi Romeo.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Sarò veloce. Il mio voto è contrario, proprio perché approvare questa delibera, come abbiamo
appena dimostrato, ci costringerà a revocarla di nuovo, quindi non so cosa dirvi. In bocca al lupo!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Vernelli, soprattutto per l’augurio, ne abbiamo bisogno. Prego Romeo.
ROMEO NADIA – Consigliere Partito Democratico:
Anche noi, come Gruppo del Partito Democratico, ovviamente voteremo contro, per le motivazioni
che abbiamo prima espresso, cioè 35 Comuni che prendono le distanze dal Comune capoluogo, e
che hanno una quota di 140, vuol dire che hanno già fatto una scelta ben precisa. Questo secondo
me fa esporre la città di Rovigo in maniera molto netta nei confronti di quello che poi sarà il futuro
della costituzione del Consiglio di Bacino.
A questo gioco non ci prestiamo. Se si voleva c'era la possibilità di revocarla e di parlarne, e di
trovare una soluzione. Non si è voluto fare, di conseguenza il nostro voto non può essere che
contrario.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Consigliere Romeo. Consigliere Paron.
PARON LUCA – Consigliere Obiettivo Rovigo:
Grazie Presidente. Nell’attesa che il Consigliere Vernelli ci dica il motivo per cui dovremmo
successivamente revocare di nuovo la delibera, i Gruppi di Obiettivo Rovigo e Area Popolare
votano positivamente, anzi, apprezzano molto la cosa. Grazie.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie. Rossini, prego.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Qua mi diverto quando parla Paron! Se fossi stato in aula tutto il tempo, lo avresti capito! Quindi
non fare domande, se dopo non ci sei.
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Comune di Rovigo
Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Faccia la dichiarazione di voto, senza polemiche.
ROSSINI ANTONIO – Consigliere Lista Tosi:
Nessuna polemica, è una precisazione che andava in aiuto a Paron.
Per quanto riguarda, invece, il voto più o meno favorevole, io mi trovo veramente in difficoltà su
questa materia, nel senso che trovo che su certe cose il Comune abbia delle ragioni, e su altre
magari sia è gestita con troppa autorevolezza la cosa. E anche il fatto che si voglia di nuovo fare
questo atto senza che siano fatte delle precisazioni che sono state chieste da questa aula mi sembra
un’ulteriore forzatura, pertanto mi asterrò.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Rossini. Menon, e poi Ferrari.
MENON SILVIA – Consigliere Lista Civica Silvia Menon Sindaco:
Grazie Presidente. Per i motivi già detti, per la problematica che non è mai stata affrontata finora,
questo Consiglio di Bacino deve vedere la maggioranza, se è vero gli altri l’hanno già fatto, o deve
avere l’unanimità, ed in questo caso noi non portiamo unanimità, ma portiamo una voce diversa che
si stacca, proprio per questi motivi in futuro vedremo se la Regione dirà “ha ragione uno o “ha
ragione l'altro”, perché finora ha solo detto “cercate di mettervi d’accordo”, senza dare ragione o
torto. Però c'è da dire una cosa, che la Regione ha un potere dispositivo, ma poi c'è sempre il potere
giudiziario, e davanti a questa spada di Damocle che noi abbiamo, che non sappiamo neanche come
muoverci, io ritengo che venire in Consiglio, e chiedere ai Consiglieri di suffragare la propria
decisione, è una maniera errata di concepire la funzione amministrativa del Sindaco.
Il Sindaco deve andare a discutere con gli altri Sindaci, e quando si è addivenuti ad un’unitaria
convenzione, tutti li porteranno nei Consigli, ma no che tutti i Sindaci si mettano sui propri
Consiglieri a dire “fate quello che dico io perché siamo attaccati alla carega”. Questo non è il modo
di agire. Per questo voteremo contro.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Menon. Consigliere Ferrari, prego.
FERRARI LIVIO – Consigliere Liberi Cittadini, La Sinistra per l’Altra Rovigo, Coscienza
Comune:
Io ritengo che, proprio per un aspetto che è stato sottolineato più volte oggi, anche che riguarda le
persone che lavorano in questi Enti, oggi noi, approvando questa delibera, usciremo sconfitti come
Comune di Rovigo, nel senso che 32 Comuni hanno già approvato la delibera, non hanno ancora
costituito il Consorzio, però hanno approvato di costituirlo in quella modalità. Sicuramente dietro ci
sono tanti interessi, però ritengo che come Comune dovevamo cercare di trovare delle possibilità di
mediazioni ulteriori, senza dover trovarci domani mattina con due Consorzi, perciò sicuramente
questo è un momento un po’ triste e negativo per la nostra Amministrazione.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Grazie Ferrari. Ci sono altre richieste? Raule, prego.
RAULE STEFANO – Consigliere Lega Nord:
Io penso che abbiamo cercato in tutte le maniere di trovare un accordo con gli altri Sindaci, per cui
nulla toglie la decisione di andare avanti con forza e coraggio.
Queste cose qua, sì, sono delicate, però ad un certo punto noi abbiamo capito che la strada migliore
era questa.
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Non ci siamo tolti dalla possibilità di comunque dialogare con i Sindaci e continuare a trovare delle
soluzioni, ma la convenzione che è stata portata avanti dalla Regione è stata quella che poi il
Sindaco ha portato avanti con delle piccole modifiche.
Noi siamo perfettamente d’accordo nel continuare verso questa strada, e voteremo a favore della
delibera, e successivamente anche dell’emendamento che è stato portato avanti dal Sindaco.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Voleva dire la delibera emendata.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Ha già fatto la dichiarazione di voto, Rossini.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Ha cambiato idea rispetto alla dichiarazione di voto precedente?
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
L’ha già fatta la dichiarazione di voto, poi il voto dirà come....
Se non ci sono altre richieste, mettiamo in votazione la delibera di cui al punto n. 3 all’ordine del
giorno, così come emendata.
Favorevoli? 18 favorevoli. Contrari? 10 contrari, tutta l’opposizione. Astenuti? Nessuno.
Viene chiesta l’immediata esecutività di cui al punto n. 3 all’ordine del giorno, così come emendato.
Favorevoli? 18 favorevoli. Contrari? 10 astenuti. Astenuti? Nessuno.
Chiede la parola Raule.
RAULE STEFANO – Consigliere Lega Nord:
A questo punto io chiedo la chiusura della seduta del Consiglio del 22.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
C'è consenso o c'è contrarietà?
(Consigliere non identificato)
Contrari.
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Vernelli, prego.
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
O siamo seri, oppure siamo dei quaraquaqua. Si era detto...
(Voce incomprensibile dall’Aula)
VERNELLI IVALDO – Consigliere Movimento 5 Stelle:
Io non mi riferisco al Sindaco. Lei non centra niente qui, in questo caso non centra niente, anche
perché so che Lei la pizza non la mangia, è disposto ad andare ad oltranza, non interrompe i
Consigli perché ha i morsi della fame, perché Lei è disponibile a lavorare!
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Consiglio Comunale del giorno 22 Marzo 2016
Allora se abbiamo detto che vogliamo andare avanti ad oltranza per discutere un punto che è
essenziale, e poi arrivare ad una sospensione, vuol dire che si era in malafede prima.
Non si può lavorare in questa maniera, perché abbiamo dato la disponibilità, anche quando non c'era
il numero legale, a mantenerlo.
Ci volete davvero costringere ad utilizzare l’ostruzionismo la prossima volta!
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Allora, visto che non c'è condivisione, metto in votazione.
(Voce incomprensibile dall’Aula)
AVEZZU’ PAOLO – Presidente del Consiglio:
Uno a favore e uno contro, questa è la regola.
Metto in votazione la mozione d’ordine presentata dal Consigliere Raule.
Chi è favorevole? 17 favorevoli. Contrari? 10 contrari. Astenuti? 1 astenuto (Avezzù).
Alle ore 15,30 la seduta per oggi è chiusa. Grazie e buon pomeriggio.
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